Grice
e Cassio – Roma – filosofia italiana – Luigi Speranza (Roma) Filosofo
italiano. Tribuno della plebe della Repubblica romana C. (a destra), Marco
Giunio Bruto (col volto girato) e gli altri congiurati pugnalano Giulio Cesare
alle Idi di Marzo; particolare del dipinto di Camuccini, Morte di Giulio Cesare.
Nome originale. Nascita: Roma Morte: Filippi Coniuge: Tertulla Figli: C. Gens: Cassia
Tribuno militare sotto Marco Licinio Crasso Questura. Tribunato della plebe. C.
Roma – Filippi) è stato un filosofo e politico
romano, tra i promotori della congiura che causò l'uccisione di Gaio GIULIO (si
eda) Cesare. Appartenne alla gens Cassia, una famiglia patrizia riuscita ad
accedere al consolato. C., dopo il matrimonio con Tertulla, figlia di Servilia,
sembra avvicinarsi al partito degl’optimates guidato da CATONE (si veda)
Uticense. Moneta coniata da Longino. Prende parte alla guerra contro i
Parti, al fianco di Marco Licinio Crasso, salvandosi dal disastro di Carre, e
riuscendo a respingere una loro successiva invasione che si era spinta fin
sotto le mura di Antiochia. Nominato tribuno della plebe, allo scoppio della
guerra civile si schierò dalla parte di Pompeo, che gli affidò il controllo di
parte della sua flotta nelle acque del Mediterraneo. Dopo la battaglia di
Farsalo e la morte di Pompeo in Egitto, egli decise di beneficiare della
clemenza di Cesare: lo raggiunse dunque in Cilicia, vicino Tarso, da dove il
dittatore sta pianificando l'attacco a Farnace. Nonostante il suo rapporto con
Cesare si consolida, C. decide d’allontanarsi dalla corrente politica di Cesare
per essere uno degl’organizzatori del complotto che portò costui alla
morte. Dopo l'assassinio del dittatore, C. insieme a Bruto, figlio di
Servilia, fugge da Roma, timoroso delle rappresaglie messe in atto da MARC’ANTONIO
(si veda), luogotenente di Cesare, e dall’emergente OTTAVIANO (si veda), futuro
primo imperatore di Roma con il nome di Augusto. Come si apprende da
un'epistola scritta a CICERONE (si veda) poco prima della battaglia di Modena,
C. ottenne brillanti successi in Oriente. Recatosi ad Apamea, dove è assediata
dai cesariani una legione pompeiana al comando di Quinto Cecilio Basso, riuscì
a convincere i capi cesariani sul posto, Lucio Staio Murco e Quinto Marcio
Crispo, a defezionare con le loro sei legioni e passare dalla sua parte. Poco
dopo giunse dall'Egitto Aulo Allieno con altre quattro legioni, che a sua volta
si unì a Cassio. Secondo alcune fonti Marcio Crispo tuttavia rifiutò di
servirlo. C. disponeva ora di numerose legioni e si mosse per affrontare il
cesariano Publio Cornelio Dolabella, che in precedenza aveva vinto e ucciso il
cesaricida Gaio Trebonio. Tuttavia i due cospiratori non riuscirono a
farla franca. Nel frattempo era stata emanata la lex Pedia, che condannava
all'esilio i cesaricidi. Cassio e Bruto vennero affrontati nella
battaglia di Filippi da MARC’ANTONIO (si veda) ed OTTAVIANO (si veda). C. fu
sconfitto da Marco Antonio; pensando che anche Bruto fosse stato sconfitto
diede ordine ad un suo schiavo, Pindarus, di ucciderlo, usando la stessa daga
con cui aveva pugnalato Cesare; Bruto, nonostante la parziale vittoria ottenuta
su Ottaviano, fu successivamente raggiunto ed accerchiato dagli uomini di Marco
Antonio. Il 23 ottobre del 42 a.C. Bruto, vedendosi sconfitto, si
suicidò. Plutarco riferisce che Cassio era seguace di Epicuro.
Cassio viene definito da più fonti come Ultimus Romanorum, l'ultimo dei romani
a incarnare i valori e lo spirito romano: il riferimento è in Tacito, che cita
a sua volta lo storico Cremuzio Cordo: «Sotto il consolato di Cornelio Cosso e
Asinio Agrippa fu sottoposto a giudizio Cremuzio Cordo per un reato di nuovo
genere, noto allora per la prima volta: negli annali da lui scritti, dopo aver
elogiato M. Bruto, aveva chiamato Cassio l'ultimo dei romani"[5].
Letteratura Dante lo pone nell'ultimo girone dell'Inferno (Inferno), la
Giudecca, ove si puniscono i traditori dei benefattori. Assieme a Giuda
Iscariota ed a Marco Giunio Bruto, è costantemente maciullato dalle fauci di
Lucifero. Cassio è uno dei protagonisti della tragedia Giulio Cesare di Shakespeare.
Note ^ Cassio Dione Cocceiano, Storia romana, Syme, La rivoluzione romana Cassio,
epistola a Cicerone ex castris Taricheis, in Charles Chaulmer, Les Epitres
familières de Ciceron en latin et en françois., edd. Antoine e Horace Molin, 1689 ^ Broughton, T. Robert S., The Magistrates
of the Roman Republic, Annales, Sermonti, Inferno, Rizzoli. Bosco e Reggio,
La Divina Commedia - Inferno, Le Monnier 1988. Voci correlate Gaio Giulio
Cesare Marco Giunio Bruto Battaglia di Filippi Marco Antonio Augusto Ultimus
Romanorum Altri progetti Dizionario di storia, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana. Càssio Longino, Gàio (uomo politico e questore), su sapere.it, De
Agostini. Gaius Cassius / Gaius Cassius Longinus, su Enciclopedia Britannica,
Encyclopædia Britannica, Inc. Gaio Cassio Longino / Gaio Cassio Longino (altra
versione), su Goodreads. V · D · M Guerra civile romana V · D · M Guerra civile
romana V · D · M Cesaricidi Portale Antica Roma Portale
Biografie Portale Età augustea Categorie: Politici romani del I
secolo a.C.Morti nel 42 a.C.Morti il 3 ottobreNati a RomaCassiiGovernatori
romani della SiriaMorti per suicidioPersonaggi citati nella Divina Commedia
(Inferno)EpicureiCesaricidi[altre] Cassio, one of those who assassinated Giulio
Cesare, was a follower of the philosophy of The Garden. He converted to the sect after an earlier interest in the Porch, and
defended his new philosophy in correspondence with his friend Cicerone. Gaio
Cassio Longino. Cassio.
Grice
e Cassiodoro: -- vide under Briuzi
--. noble Italian philosopher. Refs.: Luigi Speranza, "Grice e
Cassiodoro," per Il Club Anglo-Italiano, The Swimming-Pool Library, Villa
Grice, Liguria, Italia
Grice
e casalegno,
paolo. Italian philosopher author of “H. P. Grice” in “Filosofia del
linguaggio.”
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