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Monday, December 2, 2024

GRICE ITALO A/Z B BAC

 

 

Grice e Bacchin: la ragione conversazionale e l’implicatura conversazionale dell’anypotheton haploustaton -- overo, i fondamenti della filosofia del linguaggio – la scuola di Velluno – filosofia veneta -- filosofia italiana – Luigi Speranza, pel Gruppo di Gioco di H. P. Grice, The Swimming-Pool Library (Belluno). Filosofo veneto. Filosofo italiano. Belluno, Veneto. Grice: “I like Bacchin; as an Italian he is allows to speak pompously as we at Oxford cannot! But he is basically saying the commonplace that ‘intersoggetivita’ has a ‘dialectical dimension’ (interoggetivita come dimensione dialettica) in the sense that the ego (or ‘l’io’) presupposes the ‘altro’ (as he puts it: ‘a cui’) – therefore; it is a presupposition of the schema, as Collingwood would have it, alla Cook Wilson – and thus only transcendentally justified. Bacchin has noted that the operator ~ is basic in that ‘inter-rogo’ invites a ‘risposta’ whose ‘motivation’ may be ‘implicita’ – the ad-firmatum is motivated by the domanda – which can be another dimanda: why do you think so? “Why do you ask why I think so?” --  Bacchin is alla Heidegger and other phenomenologists, with the ‘essere’ versus appare on which my impicata in ‘Causal Theory of Perception’ depend (‘if A seems B, A is not B. Note that there is no way to express this implicata without a ~. It might be argued that it can express with some of the strokes or with some expression that would flout ‘be brief, rather than the simplest” – and which would involve, as Parmenide has it, the idea of, precisely –altro’ (other than). Note that Bacchin equivocates on the ‘altro’ – in the dialectical dimension of intersubjectivity he obviously means ‘tu,’ not ‘altro.’ In the negation or contradiction (in dialectical terms) of an affirmation – which is involved in every ‘dialogue’ that Bacchin calls ‘socratico’ or euristico rather than sofistico (based on equivocation) – the ‘altro’ is the other, A is not B, impying A is other than B (cf. my ‘Negation and Privation’). This does not need have us multiply the sense of ‘ne,’ in old Roman!” -- Dopo aver conseguito la laurea ottenne la libera docenza in filosofia. Insegna filosofia a Perugia, Lecce, e Padova. Membro della Società Filosofica Italiana. Cresciuto nella scuola metafisica di Gentile, sviluppa una propria originalità di approccio e di ricerca filosofica, che lo rendono difficilmente assimilabile ad una qualche corrente o famiglia filosofica se non quella della libera e inesausta teoresi.  A testimonianza della specificità del suo approccio metafisico si può citare questa sua affermazione. V'è un senso metafisico che può andare perduto. Né basta parlare di metafisica e considerarsi metafisici per possederlo. La perdita del senso metafisico è anche trionfo del condizionale e quindi dell'ipocrisia: "direi", "avanzerei la proposta", "mi si passi l'espressione", "vorrei che il lettore ricavasse l'impressione..'", "anche se siamo, il lettore ed io, certo ioimmensamente piccoli", "a mio sommesso avviso" e così via in un continuo spostare l'attenzione su di sé e in un continuo, inutile, domandare scusa al lettore della propria scontata pochezza, rivelando che non è poi così scontata da non parlarne. Nudo e indifeso alla presenza della verità, il metafisico non lo può essere di meno di fronte agl’uomini, i qualidi certo- non sono la verità.  Riferimento costante dell'incessante dialogo filosofico di B. E senz'altro l'attualismo gentiliano.  Altre saggi: “Su le implicazioni teoretiche della struttura formale” (Roma, Sapi); “Originarietà e mediazione del discorso metafisico” (Roma, Sapi); Sull'autentico nel filosofare” (Roma, Sapi); “L'originario come implesso esperienza-discorso” (Roma, Sapi); “Il concetto di meditazione e la teoremi del fondamento” (Roma, Sapi); “I fondamenti della filosofia del linguaggio” (Assisi); “L'immediato e la sua negazione, Perugia, Grafica); “Anypotheton” Saggio di filosofia teoretica” (Roma, Bulzoni); “Teoresi metafisica” (Padova, Nuova Vita); “Haploustaton” (Firenze, Arnaud); “La struttura teorematica del problema metafisico”;  “Classicità e originarietà della metafisica, scritti scelti” (Milano, Angeli); “La metafisica agevola o impedisce l'unità culturale europea?”in ‘Il contributo della cultura all'unità europea', Castellano, Edizioni scientifiche, Napoli); “L'attualismo in Gentile, in Annali, Roma, Fondazione Spirito. Informazioni biografiche reperibili anche in Bacchin, Haploustaton, Arnaud, Firenze, B., Teoresi metafisica, Berti, Ricordo di B., Bollettino della Società Filosofica Italiana, Scilironi, Tra opposte ragioni: nota in ricordo di B. in Studia patavina: Rivista di scienze religiose. Filosofia Filosofo Professore Belluno Rimini. Metafisica del principio. Si comincia dopo avere cominciato. L’innegabile è innegabilmente. Negare è escludere un’inclusione indebita. Non v’è limite del sapere. Il luogo del filosofare è la domanda del luogo per filosofare. Ciò che v’è di originario nell’esperienza. La filosofia non ha oggetto e nessun oggetto si sottrae alla filosofia. La riappropriazione metafisica. L’esperienza praticabile è conversione fattuale in fatto. Funzione della parantesi nell’asserzione e l’aporia del dogmatico. L’autorità del dogmatico si presenta come critica di ogni autorità. L’ideale dell’autorità è di essere indiscutibile. Autorità e intelletto si fronteggiano. Ciò che l’intelletto impone all’autorità è di essere ciò che pretende di essere. Il luogo della domanda è l’insufficienza di ciò che si presenta a ciò che, presentan- dosi, non è interamente. L’identità tra inevitabile e necessario è solo co- struita. Il senso in cui non si può domandare tutto. Ciò da cui dipendono le valutazioni del domandare. Il senso in cui non si può non domandare tutto. Domandare tutto è negare di poter asserire. Paradigma del dottrinario in filosofia. Una richiesta che preceda la domanda di verità non può essere vera. Il prefilosofico oltrepassa il sapere di non sapere credendo di superarlo. L’impossibilità di oltrepassare quel ‘limite’ che è la stessa impossibilità di oltrepassarlo. La costante esistenziale dell’esperienza e gli equivoci della sua valorazione. La domanda universale investe il linguaggio come luogo della possibilità dell’errore. Digressione. La base del FILOLOGISMO in filosofia. Dell’ingenuità storiografica in filosofia. Le due direzioni dell’ingenuità storiografica. L’equivoco storico in filosofia. Equivoco di coscienza storica e conoscenza storica. Le storie della filosofia rendono la filosofia accessibile al senso comune prefilosofico. L’ideale sistematico del prefilosofico si prolunga nella storiografia. Filosofare nonostante la storia della filosofia. Inattualità teoretica dello storicismo. La nozione dogmatica di storia. Il carattere fideistico della tradizione e il circolo del riconoscimento. Due figure dell’accoglimento della tradizione: integralismo e progressismo. La ragione formale come unica ragione delle due figure. L’ideale immanente del credere è coincidere con il vivere. La ragione. Indice. Indice formale presiede nel suo uso ciò che la determina nei suoi contenuti. Se ogni fede è cosmica, ogni cosmo è creduto. La valenza sperimentale è già nella protomatematica, come si esemplifica in GALILEI (si veda). Il carattere ipotetico di ogni riferimento assertorio all’esperienza. Il rischio erme- neutico è considerare effettivo ciò che è interpretazione, come si esemplifica in GALILEI. Il senso in cui la scienza è alienazione. Ingenuità del ten- tativo di fondare scienza e filosofia sull’esperienza immediata. Il campo in cui si discute è ciò che intanto permane indiscusso. Credere di conoscere è non sapere di credere. Il rapporto tra intendere e pretendere è struttura del conoscere. Il rapporto strutturale di compreso e comprendente tra universi. Il rapporto di compreso e comprendente è struttura del contenuto di osservazione. Costanti del progetto d’esperienza e il vettore di interesse. Il progetto fondamentale e KANT Il progetto di filosofare è il modo filosofico di progettare: miraggio del ritorno all’immediato, Controllabilità e statuto dell’individuale. Ambiguità del sapersi orientare nel mondo. L’intenzione conoscitiva del fenomeno individuale. Progetto del conoscere come adeguazione progressiva. Il co- noscere rappresentato come rappresentazione. Il presupporre è limite presupposto all’operare. La scienza ignora di essere una fede. La scienza non può sapere ciò che essa implica, dovendo postulare ciò di cui abbisogna. La considerazione pensante. La conoscenza scientifica ipotizza la realtà che le consente di ipotizzare. Tentativo della distinzione tra ‘visione naturale’ e ‘visione scientifica’ del mondo. Esame della struttura del ‘punto di vista’ nella configurazione dei sistemi di riferimento. Dopo l’intermezzo ludico, che cosa si intende per ‘considerazione logica’. La logica formale è il modo formale di considerare la logica. Il FORMALISMO DELLA LOGICA (cf. Grice, ‘Formalists and informalists’). Il formalismo della logica è il nihilismo della verità. La conciliazione tra storia mondana e filosofare non può avvenire nella storia mondana. Ciò che si presenta con la divisione pone la richiesta della connessione. Il pensiero si affida al linguaggio per essere riconosciuto come indipendente dal linguaggio. Si esemplifica con l’espressione hegeliana “movimento dell’essenza”. Si insiste con l’esemplificazione hegeliana. Ancora esemplificazione hegeliana: la “cosa stessa” non può venire utilizzata. Il senso della cura–custodia. Il senso in cui il pensare penetra. Il pragmatico è fittiziamente teoretico. La verità mette in questione ogni discorso intorno alla verità. Il nesso tra tecnica logica e configurazione funzionale del concetto. La conoscenza scientifica considera astratto ciò che essa non può considerare. Rischio dell’equivoco tra mera domanda e domanda pura. L’imporsi della verità è l’asse delle pseudofilosofie. Volontà di coerenza e volontà di dominio. Coerenza è fedeltà alla logica di un sistema. Sistema ed esistenza. Esistenza e chiarificazione. Esistenza e coscienza. Coscienza e punto di vista. Il punto di vista fondamentale non è un punto di vista. La nozione comune di esistenza e l’istituzione. Ciò che esiste non è assoluto. Differenza tra teoresi e teoria e l’impossibilità di scegliere la teoresi. La teoresi, che non è teoria, appare in una qualche teoria. Poiché l’intero non può essere oggetto, nessun oggetto è intero. La scienza che escluda la filosofia diventa “filosofia della  natura”. Il mondo della vita impone l’astrazione. La filosofia non vincola a se stessa le scienze. Ricorso alla formula. La “formula” e l’aporia del metodo ideale. Il metodo di filosofare è filosofare, ossia domandare. Inevitabilità dell’astratto. Necessità e cogenza. Il carattere divino della matematica è l’essenza matematica di Dio anche se GALILEI non lo vuole. L’ordine astratto si esemplifica in WOLFF, ma esso è la logica interna della formulazione del principio di non contraddizione. La “proposizione” è la figura minima del sistema, la forma del quale è l’equazione. L’ideale del conoscere esclude dal conoscere l’operare. Le condizioni del conoscere sono riconosciute nella loro indipendenza dal conoscere, nel conoscere di cui sono condizioni. La relazione, che è esperienza, non può essere relazione dell’esperienza con altro da essa. La conoscenza dell’incono- scibilità dello in sé è conoscenza in sé. L’astratto è inevitabile, ma non necessario. Per dire con che cosa si comincia, si comincia con la domanda intorno a come si comincia. Affermare la totalità è dimostrare che es- sa non può venire negata e, dunque, non abbisogna di venire affermata. La condizione apriori è trovata analiticamente, perché è contraddittorio che, nel no- stro conoscere, tutto derivi dall’esperienza. L’uso è unicamente empirico ed è riconosciuto trascendentalmente. L’analisi è la presenza operante del “principio di non contraddizione”. La struttura sintetica del giudizio è l’infinitezza dell’analisi. Il giudizio è domanda infinita di venire fondato. Tra esperienza e giudizio non sussiste rapporto, perché l’esperienza non può essere un giudicato. La prima forma di mediazione è l’immediatezza fenomenologica, o medialità. Il contessere infinito del dato non è dato. Ogni ordinamento di oggetti è teorico. L’oggetto è pluralità di oggetti. Se è astratto l’oggetto, è astratto il suo contesto. L’intuizione astrae dal contessere infinito. Ciò che è dato per primo è risultato di un processo astrattivo: l’intuizione non è originaria. Differenza tra teorica dei giudizi e teoresi del giudizio. Impostazione. L’interpretazione empirica dell’oggetto “come tale” quale oggetto in generale: trascrizione generalizzata degli oggetti. La sintesi precede ogni analisi e la condiziona. Il conoscere presenta un duplice livello: quello del suo fungere che costituisce l’oggetto, quello della consapevolezza di tale fungere. Il conoscere muove dalla fiducia nello essere in sé del conosciuto, con base esclusiva- mente pratica. Può venire formulata anche la contraddizione, dunque la forma proposizionale non è struttura del giudicare. L’analisi come presenza dell’incontraddittorietà formulata come principio di non contraddizione. Un giudizio media la posizione di altro giudizio: medialità posizionale o fenomenologica. Di volta in volta un giudizio può valere come analitico o come sintetico. Si intende di sapere con necessità. Se v’è un modo empirico di conoscere, v’è un modo non empirico di riconoscerlo. KANT conosce analiticamente che la conoscenza umana è sintetica. Nessun giudizio matematico è conoscitivo. La ragione dell’aritmetica è un fatto, perché le risulta possibile ciò che le risulta fattibile. Le categorie. Indice. Indice trovate dall’analitica sono usate dalla stessa analitica. L’esperienza è condizione del darsi delle sue condizioni. “Cosa” ha significato operativo. Il tempo è essenzialmente prassi. Spazio e tempo provengono dalla sintesi dell’intelletto, ma operano nella sensibilità. L’oggettivazione dell’esperienza è matematizzazione, di cui il trascendente è negazione. Il trascendentale è, ma non appare. La sintesi è negazione di se stessa come negarsi reciproco dei suoi termini. Tempo e durata. La presenza fungente dell’apriori è analiticamente reperibile nel dato e non lo eccede. La differenza tra conoscere e sapere è conosciuta e saputa. Conoscere non è sapere e l’oggetto è matematico perché è oggetto. Esemplificazione con KANT di ambiguità fra matematica e conoscenza. Il conoscere della matematica, essendo matematico come conoscere, non è conoscere. La volontà di potenza è l’impotenza dell’io nei confronti delle sue rappresentazioni. L’io si riferisce a se stesso come dato all’io. Non vi può essere una ragione pura. Teoresi e finitezza della ragione. Il senso teoretico dell’inconoscibilità dello “in sé” è quello dell’inoggettivabilità del vero. La ragione è strumentale per se stessa. Il carattere filosofico della ricerca. Il carattere dialettico, o negatorio della filosofia. La dialettica dell identico livello.  La dia-letticità della filosofia e il momento analitico della filosofia del linguaggio.  I limiti di validità dell analisi nella filosofia del linguaggio.  Limiti di validità e valore.  Come è possibile una filosofia del linguaggio.  Concetto di teoria e sua riduzione. La riduzione del concetto di teoria e la radice pragmatica dell intellettualismo.  La nozione a-teoretica dello  in generale come base della teoria. Riduzione del procedimento analitico all inde terminato, cioè al contraddittorio. Differenza ontologica tra il contraddittorio ed il negato.  La dialetticità come impossibilità di un procedimento analitico sulla totalità. La domanda totale e la totalità domandata. L intero della domanda totale e della totalità domandata. La conversione dialettica della totalità domandata nella esclusività del domandare.  La domanda come riferirsi in atto alla risposta. La problematicità della definizione concettuale.  L inter-soggettività come dimensione dialettica.  La struttura dialettica dell'implicazione.  L'insignificanza teoretica del disaccordo.  La preoccupazione di raggiungere un accordo effettivo è empirica e filosoficamente ingenua. Fittizietà del rapporto tra filosofia e senso comune.  La superfluità del problema del solipsismo. Presenza e coscienza.  La realtà come pensiero si risolve nel pensiero come atto. La realizzazione. L'attualismo come attualismo  puro. La realizzazione come negazione e come posizione. L'attualismo monistico come naturalismo. La presenza pura. La coscienza della presenza pura. Il rapporto tra atto ed oggettivazione tra presenza e pre-sentificazione.  Importo teoretico dell'espressione "Verum et esse convertuntur".  La metaforicità intrinseca delia parola. La "cosa stessa" come l'intero di se stessa. L identità pensare-essere.  Il riproporsi del pensiero su se stesso come origine della parola "cosa". La duplice funzione della parola  "cosa". Le condizioni ad un indagine critica. L atto critico o negatorio come atto di pensiero nella coscienza.  La ricerca del mezzo logico adeguato e l interrogazione. I limiti teoretici delle asserzioni condizionate da interessi. La riduzione pretesa del sapere al potere e il concetto a-teoretico di teoria. L'interpretazione matematicistica nei suoi limiti.  La teoria come formulazione generale.  La radice dell'interpretazione matematicistica.  Le condizioni imposte dal concetto d interpretazione.  Il carattere teoretico del controllo sull esperienza.  Lo spostamento del limite come essenziale alle determinazioni.  La determinazione come ritorno dell atto: totalità di definizione e totalità di esaustione.  La totalità di definizione come "essenza". L' atteggiamento fondamentale umano operante nella definizione concettuale.  Il modo indiretto dì dire l'essenza. Originarietà e mediazione nel discorso metafisico (Il "Tema"; Svolgimento delle indicazioni teoretiche del "Tema". L'originario come implesso esperienza-discorso. L'"Esperito" e l'"Esperienza integrale". Il significato dell'"Implesso"; Il senso dell'"Originarietà" dell'"Implesso". Il concetto di meditazione e la teoresi del fondamento (L'impostazione; La "sospensione" degli enti dall'essere). Giovanni Romano Bacchin. Keywords: anypotheton, haploustaton; ovvero, i fondamenti della filosofia del linguaggio, il discorso metafisico – a new discourse on metaphysics, from genesis to revelations, etymologia di ‘autentico’, l’esperienza e il disscorso, implesso esperienza-discorso;  anypotheton, haploustaton, anypotheton hypotheton, supponibile, insupponibile, haplloustaton, superlative di haplous, simplex, simplicior, simplicissum, simplicissmo, complesso, simplice/complesso, simpliccismo, simplicissimo, complessissimo, complesso proposizionale, semplice sub-proposizionale – implesso, analisi del concetto d’impicazione – senso e significato – senso e segno – proposizione – funzione proposizionale – Whitehead. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Bacchin” – The Swimming-Pool Library. Bacchin.

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                  

Grice e Bacchio: il principe tra gl’accademici di Roma – filosofia italiana – Luigi Speranza, pel Gruppo di Gioco di H. P. Grice, The Swimming-Pool Library (Roma). Filosofo italiano. A member of the Accademia. ANTONINO (si veda) attended his lectures. He was the adopted son of GAIO. Bacchio.

 

Grice e Bacci: la ragione conversazionale e l’implicatura conversazionale dei bagni dei romani – la scuola di Sant’Elpidio A Mare – filosofia marchese -- filosofia italiana – Luigi Speranza, pel Gruppo di Gioco di H. P. Grice (Sant’Elpidio). Filosofo marchese. Filosofo italiano. Sant’Elpidio a Mare, Fermo, Marche. Grice: “You’ve got to love Bacci; he was born in the Italian equivalent of Weston-super-Mare, and therefore, he dedicated his philosophy to swimming!” – Studia a Matelica, Siena, e Roma. Scrive “Del Tevere, della natura...”. Pubblica il “De Thermis”, un saggio sulle acque, la loro storia e le qualità terapeutiche che venne accolto con entusiasmo. Dopo aver ottenuto la cattedra alla Sapienza e l'iscrizione all'albo dei cittadini romani, e nominato Archiatra pontificio. I saggi “Delle acque albule di Tivoli”, “Delle acque acetose presso Roma e delle acque d'Anticoli”, “Delle acque della terra bergamasca”, “Tabula semplicim medicamentorum”, “De venenis et antidotis”, “Della gran bestia detta alce e delle sue proprietà e virtù”; “Delle dodici pietre preziose della loro forza ed uso”, “L'Alicorno”. Il monumentale trattato “De naturali vinorum historia”, un compendio in sette libri su tutti i vini conosciuti. Tratta temi relativi alla vinificazione e conservazione dei vini; Consumo dei vini in rapporto alle condizioni di salute; Caratteristiche peculiari dei vini; Uso dei vini nell'antichità classica, Vini delle varie parti d'Italia, Vini importati a Roma, Vini stranieri. Note  DBI.  B. la figura le opere, Atti della giornata di studi tenutasi a Sant'Elpidio. Crespi, B., in Dizionario biografico degl’italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. De Naturali Vinorum Historia De Vinis ItalEae et de Conuiuijs Antiquorum Libri VII B. I Traduzione del libro V nella parte dedicata ai vini delle Marche, Brandozzi, Associazione culturale Giovane Europa, Filosofi italiani, Medici italiani Scrittori italiani Professore Sant'Elpidio a Mare Roma Enologi italiani. In quo agitur de balneis artificialibus, penes instituta recæperit, hoc tempus non esta deo compertum, nisi quantum legitur fuisse antiquissimum. Nam ex omnibus monumentis quæad notitiam hominum peruenerunt, vetustissima huncritum lavationum, perinde necessarium ad communem vitam commemorant. Balnearum enim mentionem invenio non modo ante ROMANORUM IMPERIUM. Sed ante asiaticos etiam et chaldæos extitisse. Imòsii actatis, ante quam ulla extitisset literarum inventio, dicterija credamus; extat apud Pisandrum id circo calida balnea fuisse natura bal. cognominata Herculea, quod Minerva olim fesso Herculi calida parasset. Vel  veterum et Galeni in Thermis primus la tascoengerit quodammodo ad lauacra homines. Quippe ea necessitas, quæ uationumv a primordio rerum monstrauerat mortalibus ex agresti vita victum quærere, sus. Tecta construere, abæstu& frigoresetueri: eadem et fordesabluere, mun ditiæ quecultum monstrauit primo quidem quantum vitæ satisfaceret, donec paulatima liqua industria ad hibita, laffata corpora mollia quarum foturecrea reedocuit. Verum quando id inftitutum locum aliquem in REPUBLICA HABE ROMANORUM, VANTA fuerit naturæ solertia incumulandis gratijs aquarum spontem anantium et quæ differentiæsinttùm simplicis Elementi, tùm consequentes ex misturi. Et quis vsus earumin balneis. Hactenus proeoac potuimus explicauimus. Quis enim pro dignitate naturæ, speciales proprietates cunctarum aquarum sermonem consequi audeat? In his autem quæ ad thermarum vsum dicendarestant, sirectèquis thermarum ARTIFICIALIUM magisterial consi dignitas. deret, summum artis cum natura certamen videri poterit. Ut tnesciam anadeo sciuerit natura elargiri mortalibus tota diumentorum materiam, torqueadeo divinæ dispositionis ostentare miracula inaquis. Quanto maiora funt, quæ ars addiditor namenta in Thermissuis. Præsertim fubila ROMANI IMPERII maiestate. In quarum monumentis, quæ ex eis partim videntur et partimle guntur apud varios authores, nons atis constat apud me vtra fuerit maior, an magnificentia operis ad illorum temporum instituta, an commoditas popularis ad vtilitatem lauationum. Principionon eft dubium fi prima quasiin cunabula cæterarum rerum coniectemus, quin ipsa vitæ, ac naturæ necessi quia  quia eidem vt Athenæus est author vulcanus muneris vice feruida suppo fuisset. Et livera credimusre tulisse PLATONE tamspectatæ fapientiæ authorem, superat omnium seculorummemoriam, quam ipse traditexantiquissi mis monumentis, de Atlantica maxim a olim insula nunc Oceano ipso occupant aextram Columnas; quam Neptunimunere cùm omni delitiarum genere Thermarron clarssima, habuisse refert ipse etiam balneas quæ omni cultu ornatæ partim usus, quidem sub diuo paterent, partim verò subtecto calentia haberent lauacrahy Είμαζα, τ'έξιμοιρα, λοιπάτε θερμα,καιανα cus Sexcentis autem post Homerum annis, Hippocrates primus medicinæ auderat. thor, Thermarum vsum curandarum ægritudinum causa, tanquam rei iam in Græcia communiter vsitate commemorat, ac damnauit aliqua. Floruitau tem ut ratio temporum habeatur natus primo octogesimæ Olympiadis ut Hippocrates Soranus tradidit circam Peloponnesia cum bellum: quod teste PLINIO gestu està tricentesi movrbis Roniæ anno ex actis anteà Regibusannos circitersexa ginta, et Artaxerse Persarum Regemagnam Græciæ partem, et Hellespontú occupante. Postquæ temporadum Græcia in dies Sapientiffimorum virorú scriptis venirent illustrior, perpetua habemus de Balneis testimonia, Socratis, Platonis, Aristotelis, cæterorum quesuccessu temporum authorum,qui& Aliam et Persiamnonfolùm Gręciam balnearum vsum habuissefamiliarem LaconesTber testantur. Laconesinter Græcos antiquiores, primamlaudem Thermarum marimiznitanquam suuminuentumsibivendicare videntur, Dioneauthore: ac abeis tores. pofteà huncmorem reliquas nations didicisse. Quod confirmatpartium nomina in Thermis Romanis, quæ omnes græcæ suntvoces, laconicum,Hypo cauftum,Miliarium,& Thermæ ipfæ, nedicam cætera. Ex quibusconstat vsum Thermarum apud Romanos fuise posteriorem, aceasinæmulationem græcorum constructastestanturMarcus Varroin librode antiquis nomini bus,& item Vitruuius.Veruntamensubila Romani imperij maiestate, sicut omnes artes floruere, ac inuenta prius ab alijs meliora cuasére, vnde meri to Roma QUASI ALTER A MVNDI PARENS dictaest: itaomnium maxi mè Thermarumi nftituta incredibiles, & supraquàm exprimivnquam pof sit, habuêre progressus,eatamen obliterataferèad hancætatem,necliteris mandata, multis forsanèdoctis hæc Melius scientibus. Quamobrem nos, volentes ad noftrarum lauationum regulam, antiquum Thermarum vsum rcuocarein lucem; operæ precium eft Romanarum instituta prosequi:inqui bus quæ prima ipsarum introducendarum ratio fuerit, quisordopartium,& quisvsus,& quæ tandem ineis medicinæ pars extiterit,percurremus. In Critia, berno tempore, atque feorsumaliaregibuspriuata,alia viris, aliamulieri bus,aliaitem equis, cæterişúeiumentis. Posteris veròseculis pater OMERO, cuiusscriptisnullum constat apud Græcos testimonium antiquius,mul toties calidaruin lauationum mentionem fecit. Præcipuè verò in Odysseæ lib. 8. vbi Poëtaomnium fermèrituum memoriadignorum obseruátissimus, Thermas indeliciis commemorat illisversibus. vic. Homeri lo Aid δωμϊνδαίς τεφίλη, κιθαρίςτε, χοροίτε, De  affiduis primùm venatibus deditos, necminusagrestibus operibusedu catos, nonaliaferè industriatùm amplificandæ Reipublicę, tùmdefen dendæquùm opusfuit, præualuiffe, quàm quod durata iampacislaboribus corpora, facile quod cunque militiæ onus sustineredi dicerant. Inquo perce lebremhabemus Quintium Cincinnatum, abaratro ad dictaturam vocatum. Itemque C. Fabritium et Curium Dentatum, qui rure ac militiæ laudatissimi, omni Spicula contorquent, cursuque, ictuquelacescunt, Ab his ergo exercitijs, vt erant frequentes, harena, puluereque conspersi, ac fudoreprofusiatqueoleo,vtseminudi acexertisbrachijs, cruribusque,vel liberos altemhabitu, quo degebant, vt effent admunia propriores, necessario lauationes pofcebant. Qua dere, dum adhuc nouitiavrbs inhis studijs Patres campum Martium vicinum Tyberi, in quo iuventus post exercitium  Lib. 1. c.10 armorum, ludorem, pulueremque dilueret, aclassitudinem, cursusquela borem natandodeponeret. Qui mos vt paulatim èreipsa, & quasi nemine Lauationes instituentese in ciuitatem ingessit quem ve plurimum soletese nouo rūrituum in Tyberi, introduction itatandem crescente indiesiuuentute,armorumquefimulac exercitiorum affiduo studio, viamtam frugiinstituti aperuit. Sanèin ciuile videri nobilem ciuitatem in luculentis Auminis aquis quotidie lauari; aclaua craid circo Asiaticorum, & Græcorum moreparandaesse, quæpostexercitia non ad munditiam facerentsolùm, verumetiam recrearent, maiusque robur laffatis membrisadiungerent.Quod tamen propositum longissimè distulêre: nonquideminscitia, aut vecordiatamgenerosæciuitatis, sed propter  Antevrbempueri, & priinęuofore iuventus. Exercenturequis, domitant que in puluerecurrus. Aut acres tendunt arcus, aut lenta lacertis ENEIDE Lauationum Deprimis Thermarum institutis in vrbe Roma. Aris quidem constar Romanos illos Quirites,antiquosque Sabinos, satissuntexemplonobis, hæc fuisse illius seculi ftudia. Non pecuniapræua lere, non forma, nõ ambitiofo hominum comitatu, non stemmatis dignitate certare: fed totamvimin proprijanimi excellentia,viribuscorporis,acexa etacura Rei pub. collocare. Feruebant honestælaudisemulatione ingenia, vt quosarma,& propria virtus ad prim s ciuitatis honores euexerant, studio, ac laboreæ quarent. Quare vbi militiæ in externosceffasset occasio, ROMANORUM quasi natiuo instinctu dediti ad labores, autrurese agrestibus ex ercebant ope studia. ribus, autaddisciplinamac roburcorporis, ciuilibus,ijsquevarijs exercita mentis vtebantur: cursu, disco,faltu, lucta,& pugilatu,natatione, atque armis. Quem more man t è urbem conditam fuiffe quoue. APUD LATINO antiquissimum, planèilis versibusrepresentauit Vergilius. necessitas. 36 strenuè adolesceret, præclarum habemus Vegetij testimonium, constituisse gruentem,au&taque fpatio temporis, spectatæ vrbis infiniti masterras autho Aquaríper ducen.decre ritate; deaquistandem èvicinis montibus, Auuijsquein vrbem perducen- tum. 1 vt egoreor potissimas causas:Tùm quiaprimiili Patresnontamfrugifu turumolimhuncritum existimauêre, quàm luxui, ac mollicieiforelenoci nium; id quod accidisse, posteà declarabitur. Deinde ob aquarum incom moditatem,quarum incolles, vbitunchabitabantdifficiliserat,& nonsine maximaimpensa,perductio. Verùmhoc laucitiædesideriovniuersimin dis, duas  dis, decreto S. P. Q. R. publico ftatutum est: quæ & potuum fimul,& laua tionumritui suppeterent.Quod factum est primùm M. VALERIO MASSIMO P. De cio Mure Coss. (authore PLINIO aqua Tyberinarī Appia ex Tusculano per ducta, Censore Appio Claudio curante. Aquibusté. porusdimif. poribus, Tyberinarum aquarum vsus,adeam vsque ætatem tàm potu, quá sus. lauacrofrequentiffimus, exolescerepaulatimincepit:aclauationum simul, atque exercitationis gratia (ut tradit Festus Pompeius) Piscina publica ad cli Piscina Pub.uium Capitolinum iuxtà Tyberimest constituta.Pofteà Thermæconstructę. stitut& uationumduntaxat, conftitutæ fuerant, haudmagnum habuêre progressum. Visicùm auctaciuitate, simul atque crescenteindiesineisiuuentutisapplau. fu; semper maiorisearum capacitates ratiofuit habenda.& præsertim vbime dicorum consensu incurationem quoque ægritudinum suscipicæperunt.Ve rum tamen post initia diu ad modum consuetum fuitangustasfieri,actenebri cosas;nonenimcalidæ videbanturnisi obscuræ;quem admodum fcribit SENECA ad LUCILLO, fuissebalneum SCIPIONE Aphricani ad Linternum. Causa verò amplificationis Thermarum præcipua, fuit Palæstrarum adiunctio. Quippe cùm apud Romanos veteres, ferèvfquead Augustum, nonadeo multa extiterit architecturæ dignitas, nec adeo fuerit consuetudinis Italicæ vt desuotempores cripsit VITRUVIO et multoetiampost cum Palęstris Lavationes habere coniunctas;contentus quisque ruralibus exercitationibus, Thermeadvel Campo ipfoMartio,& harenaPlatearum;solasin Thermisobibantla exercitia có uationes. Quo ritu ad imperium vsque Principum perseuerante (vnde planè stitute. constarepoteritThermas exercitiorum cauffa fuiffeinstructas vbicunqueali qua fierent publica edificia, ac populi celebritas,iuxtà constituebantur & Thermæ.Exemplo primùm Agrippæ clarissimo; qui ob celebritatem admira bilistempli Pantheon,atque Campi Martij; iuxtà,Thermas suas extruxit. Sic NERONE posteà Neronianas suasiuxtà Agonalem circum, ob Ludos, qui ibi fiebant celebres,constituit. Necfecus authore Suetonio TitusVespasianus dedicato Amphitheatro, Thermas celeriterextruiiussit: nimirùm ad Amphi Palestrari theatri,& exercitiorum, quæineofiebant commoditatem. Donectandem cum Ther. Illustratacuni Imperijmaiestate Architecturæ peritia, more Græcorum Palæ mis coniun-ftræcum Thermis fuêre coniunctæ, vbinimirùm generosa iuuentus,relictis iamruribus, atqueharenis, simul& exercitationes obirentomnisgeneris, ac lauarentur. Atque hinc non solum opera Thermarum fuerunt elegantiùsdi. sposita,atque admodum amplificata, sedtantam etiam promeruerunt o m niumgratiam, vttotaciuitas paulatim hancsusceperit consuetudinem, fre quentare singulis diebus Thermas, & tàm Senes, quàm consulares, atque amplissimi ordinis viri, nec non artifices, & matronæ. Proveteriinstituto, acftudio virium, promunditia, & prosanitate, atque omni cura corporum. Romanarum Thermarum cenfura, atque Magnificentia,  Quæ quoniam frugiinprimis,obeam, quam dixi causam et ad ritum la.10 Etæ 40 čtio. A e c ergo initia, atque hæc incrementa fuerunt thermaru m Romanorum. Primò quidem institutæob ritum laudabilem,quem exer citium, & vitæratioillorum temporum inuexerat. Deinde au Therme con Therma au Ctæobcommunem vtilitatem, & magnificatæ cumpalestris. Eradfum mam tandem amplitudinem, ac magnificentiam perductęob delicias. quem ad modum à nobis ex earum aliqua descriptionem on f trabitur. Quan quam id quidem, prorei, atq;vrbis magnitudine, haud nostroindigeret testimonio,descriptio qui Medicinę duntaxatineis instituta profiteremur: nisi minusplenèomnes,curnecela quide Architecturaconscripserunt, earummaiestatem expreffiffent. Nam ria. quidde VITRUVIO libriseliciemus,nisinudaquædam lineamenta,atqueeaqui Invitruvio dem nonadmodum explicata, paucaquelocabalnearumsuitemporis,quan-censura. doperangusta,& blactariafiebant balnea vt pauloantè ex SENECA testimo niodiximus quæeiusætate, & poftcà maximè, locuminter primas ædificio rum vrbis magnificentiashabuêre? Minusàiuniorum scriptis,quimutatis rebusposttotsecula, acminus concordibus, quif parfimdeeismeminerunt authoribus; fatissibi,atquelegentibus fecisseratisunt, sivastamduntaxat Thermarum dixerintmolem, ac Dedalei operisinstar admirarentur, cùm ta men Romanarum rerum magnitudo cunctarum nationum miracula supera- Medicorum. uerit, non in Thermis folum. Minimè omnium à medicis. Quos turpe h o dieadrectam lauandiægros institutionem videri deberet hæcignorasse; indi gnissimumveròproea,quam profitentur Galeni imitationem,quæ vixvlla essepotestsinehorumrituum notitia, inquibus ferètotaeius doĉtrina versa 20tur. Quam obremoperæ preciumest, advniuersam instituti nostril rationé, Therme an aliquam ThermarumVrbanarum, partiumq; ipfarúcensuramfacere. Princi-publicę,an pio Thermas fuissedecreto publico constitutes vt eftdictü non eft dubitan priuata. dum.Nam idmultæ declarantauthoritatesscriptorum,acmarmoreæ tabu læ,inquibus vel Senatusconsulta leguntur, vellegespositæin Thermis,ve! munera. Quę exmultis pofteàritibusdeclaranda venient, vt potè, in aliquo publico gaudiosinemercedepræstarisolitas; veloleum gratuitodari incom muni veròluctupublicè Thermarum vsum interdicisolitum. Imò in priua tispęnisexéplum legimus apud VALERIO MASSIMO Titio pręfectoobigno miniofam deditionem Calpurnium Cor. Conuictum hominum, & balnearu vsuminterdixisse. Verùm quinegant Thermas opera fuiffe publica,memi sedin Thermis: quarumhodieamplitudinem, accelebritatem,hac sancta religione introducta, templanostra, ac pia xenodochia immittantur. Quare & Thermæ Xeniædicte, quæ ita apud græcos cognominari folebant, quasi hospitales, & gratuitæ, quo cognomina Thermarum publicarum vtitur manı  Thermarum nissedebent magnificos in eis Imperatorum titulos, qui æternitate nomi- Thermarum nissui, tantioperismagnitudine affectassevidenturacRomanis suis, vel Po- magnitudi Oo pulo gratuito constitutasindicant.Quo planum fitetiam,easfierioportuis secapacissimas. Non enim in templistuncconsueuit populus congregari, quæidcirco angustafiebant, acsuisquisqueindigetisacpenatibuseratcon tentus, Tuniorum, nis ratio. Therma xea 40. Vnde perperam inhistorijsretulit Volaterranus, quiblice. M.Tulliuspro Cælio legitproSenensibus, cùm nus Francisci Patritij imitatus, Senias primas verò scripta subSenarummenioria.Inter quam balneainantiquislegantur, quarummeminititem palatine.,credo fuiffe Palatinas, atquehas xenias per acpublicas, ademissaria Aque Claudiæ adeaspofteå Cicero,vbi Sex. Rosciusoccisus,authoreeodemSene,earum cura erat publici muneris Max. ductæ. Necminus ætatem, quails & Cato, & Fabius ca, nobilissimos Aediles antesuam, acsuaetiam & alij, populum inthermis exigend imunditias gratia receptare niæ dop H. 2  manutemperare folitos. Balneator estamenin Plautolegimus, & pofteain Balneatores M. Tullio CICERONE pro Celio, quieiministerio aderant. Et Iureconsulcus.Instru et Balneato me nto inquit balneatorio legato, balneatores continentur, quoniam sinerium lega ti. his balneæ vsum suum præber e non possunt. Producto autem seutis annis instituto ipso ad luxuriam Principum, non solùm capacitatitantæ vrbis con sultum eft, fed citrà vllam mensuram aut modum, & vt Ammianus aflimi Thermarunlat potiusprouinciaruminftar,quàmvlliusædificijforma Thermascæpe numerus Ther.Impe runtextruere. Extatinterprimamonumenta,M.Agrippam,inAedilitatis munere; quodpostconsulatum gessit, gratuitapræbuiffebalneaquæ'po steasub Nerone,vt testator Plinius, ad infinitum auxêre numerum. Sextus autem ANTONINO victorin censu partium vrbis, Thermas, amplissima opera Imperatori axii. nominauit. Priuatarum verò balnearú, quasad priuatosvsus Ther. Priua qui lautè viuerētsibiinproprijs domibus compararunt, numerum exeodem ta. fubducimusferèdcccLx. quassuccinctèperregioneshicrecensebimus. Prima s ergo harum duo deci m non eft dubitandum, fuisse Agrippę  Thermas, qui Ther. Agripeo dé authore Plinio, imperáte OTTAVIANO eiussocero, multa & egregiainvrbe perfecitopera, ac Thermas fuaslytostrato, acencaustopinxit,& pauimétaex Neroniana. vitropofuit. Erantautemvltrà Campum Martium adfiniftram templiPan theon, vbinunclocusvulgò Ciambelladicitur, vtquæin Campo & inAgo nali Circo exercitaretur iuventus, hinc Tyberisnaturalem aquam, hincverò calentiumin Thermis aquarium haberet commoditatem, vbilauaretur.Ineis verocùm neque capacitati, nequeadeodelicijs consultumfuisset, eodem au. thore, successit quadragesimo circiterpofteàanno Nero profusiffimus Imperator, quiad Agonalem ipsum Circumsecundas Thermas suo nominee ex truxit. Inquibus,vtscribit Lampridius, syluasdeputauit;& nonfolùmdulces, Alexandri. Sed vel marinas aquas interdum, velalbulasper Aquæductus Anienisadduci ADRIANO Traiana. eum fecissememinit SVETONIO.Ponitidē Lampridius Alexandrinas, ab ALESSANDRO SEVERO extructas in CAMPO MARZIO quas quidam easdem esse NERONIANAS putant, quam tanto imperio fastuo- 30 sam,par erat hac quoque non carere superbia. InIli & Serapide Moneta Regione, cùm Titus Amphitheatrum dedicasser, Thermas iuxtà celerite rex truxit, Suetonio;quæ tertiæfueruntImperatoriæ, nimirùm inAmphitheatri celebritatem& commode vti diximus & id circo breues. Quartæiuxtàhas Traianę, quas Traianu sobhonorem Suræ, cuiusstudioad imperium perue nerat,erexit,ac Titi Thermis maiores, vbiquæextantmira Aquarum rece ptaculaseptem Salas vulgo appellant. Priuatæveròintotahac Regione Bal cömodianæneę xxx.I n Regione ad Portam Capenam, quintæinordinefuerunt Com & Seueria-modianę,quarum &Alexandrum Seuerum affectassenomen videtur: etiamsi nę. Antoniana. interpriores, acnoftrosantiquarios, aliquafitdelocis, & temporibus,& cognominum assignatione varietas. Inquapræterhas,extantalicuiusnomi nisapud authoresciuium balnea, Torquati,Vettij Bolani, Mamertini, Aba s c antiani, Antiochiani, & priuatæ aliæ Balneæ Lxxxv. Sextæ in Circo Maximo Antonianæ, quasmaximas verè dixeris, Spartianoauthore,quieasm e minitadradices Auentinicollis ANTONINO Imperatorem cognomento CARACALLA minchoasse, perfeciffeveròeundem Seuerum:mirahodie architectu ra,  ratoria. pa. na. Agrippina. Titi. instauratas. Adhæc P.Victor Hadriani Thermas. Et ex priuatis Balneisintotahac Regione Lxu11. Eodemtemporeerexitquoq; suasTher-: mas iuxtàExquilias Agrippina Neronismater ra, nec imitabili, cum Palęstris coniuncto. In hac & Varianæ, & Decianępo sterioresnumeranturaP.Victore,necnon Syriacæaliæ cognominatę, & Pri uatæaliæLXIIII. Seueriquoque nominef uêrein TranītyberinaRegione Scueriane. Thermæ, eode in Spartiano teste. Necnon Aurelianz,Vopisco. Balneuitem Aureliane. Ampelidis, Balneum Priscilianæ, & Priuatæ aliæ 1xxxvi. Inter Esquilias & Montem Celium, apud Titi & Traiani Thermas, PhilippiImp. Thermas Gordiani. amplifl. ac pofitum estadperpetuamrei memoriaminipsabasylicadistichuin,deAngelis. Quodlicànobisest restitutum. Quæfuerant Thermæ, nunctemplum est Virginis, auctor El Pivs ipsePater,cedite Deliciz. ruptèdicuntur, & Priuatæ intota hac Regione 1xxv. Porròrecenseturinli. Esquilijs Regione Olimpiadis Lauacrum, vbisummo colliculo Sancti Lau Vltimæ Cæsarum nomine, Constantinæleguntur ThermæinCliuoMontis Quirinalis. Quas non reparatas, non d e integro ex tructas à Constantin o e x i ftimo, cùmvetuftofatis appareant opére. Necnonmarmoreæ tabulætestimo nio, quodlegitur: HAS CIVILI BELLO DEVAST ATAS QVANT VM PVBLICÆ PATIEBANTUR ANGVSTIÆ PETRONIVS PERPENNA RE STITVIT. Propèhas L.quoq; PauliBalnea,quæ vulgò Balnca Napolicor- Balnea Pau rentijinPanisperna,monialium ecclesiahodiecelebratur. Adcliuumcollisà Olympiadis. Suburra Agrippinæ Neronis,quod diximus Balneum, & infrà Nouati ciuis alix balneæ, vbi S. Pudentianæ est ecclesia. Et Priuatæ aliæ in totum lxxv. Subinde vede Priuatisreliquisbreuiteragam: erantinquarta Regione, vbi & Templum Pacis, Priuatæ Balne xLxxv. cum Daphnidisbalneo. In Celi montio xx. Invia Lata LXXV. In Foro Romano iXVI.In Piscina Publica xlinn. InP alatioxxvi. Pluresin Martialesparsim leguntur Thermæ, Tuccæ,Hetrusci,Grilli,Lupi, Fortunati, Pontij, Seueri, Fausti, Peti,Ti ti, Tigillini, quarum locanon assignantur. PorròextraVrbem nonminor Thermarum cultusessedebuit, vtexquarundam preclariscolligimusm onu, Constantina. Mentis. Erantad Hostiam P. Tacij Thermæ, centum Numidicis columnis Thermeer Ooij adscribit Pomponius Lçtus. Necprocul Gordianorum Domus, quam escry psitIul. Capitolinus admirandam, ducentas columnas vnostilo habentem, & cum Therinisadeolautis,vtprætervrbanas, vixaliæfimiles haberenturin toto orbe terraru m. In a lta Semita Regione, Viminali colle, Diocletianæ ex – Diocleti. 1 1.. tant Thermæ, qua sincçperatquidem Diocletianus Imp. Cuni ordine exactif simo, atque amplissimo Palestrarú omnium generum, inquarum opus quadra gintamilliaChristianorumeum addixisseaccepimus. Ob magnitudinem tamen vt in Marmorea tabula legitur CONSTANTIVS ET MAXIMIANVS OMNI CVLTV PERFECTAS ROMANIS SVIS DEDICAR. Hę,cùm in fermè ædificio admirandæ permanerent, hodie Cartusiensium Mona tegro sterio Sacræ, Pio Iu11. Pont. Max.subtitulo Sanctæ Mariæ de Angelis magnificèrestaurantur: Curante M. ANTONIO AMV110.S.  R.E.CARD. S. Maria exornatæ. Arpini suas instituitThermas Cicero,scribens ex Asia ad Q. Fra trem. Erantin Lucullano, quænunc Frascati vulgò dicitur, Luculli Thermæ, vbi nos integra vidimus Hypocausti vestigia. Ad Baias autem Thermæ Baians. erantprætervrbanas,supraquàm quisoptarepotuissetvoluptuofiffimæ,na turaipsaibia quasvberriinè fuppeditante, gelidas, calidas, & plurifariâfalu bres, quasfatisinsuishistorijs celebrauimus. Quid verò hìc cęteras Italię pro sequar Philippi. Trarbem L.  haberet? Quinetiam Rusticanas, inquibusfamilia vt inquit COLUMELLA et Rusticana. exeo Palladius ferijssaltemdiebuslauaretur: nequeenim frequenteniearū vsum robori corporis operariorum conuenire. Similiterhunc morem acce Aquarum maris, & portuum commoditate, aquarumduntaxatsustineretpe-': nuriam;hacinpartevenisseincertamenquodam modo cum naturavisaest, vtaquarum quoque essetabundantissima. Itaquecumhocdesiderio, crescen teindiesinstituto Thermarum, & modò aliaatquealiaadducta multo spatio temporis in tantam aquæ venêre copiam, vt Augusti ætate, Strabone teste, pervrbem, atquecloacasomnesinundareviderentur, & vni uersæpropemodum ędessubterraneos meatus, syphones, acfistulasvndo sashaberent. Quo tempore M.Agrippa Augusti ipliusgener, quem complura invrbefecisse constat opera, cultu,atqueedificiomagnifica;aquarum Cu ratorperpetuus, PLINIO, alijscorriuatis atque emendatis,& alijs nouiter adductis,septingentos lacus fecit.Pręterea fontes c v,Castella Lacusintelligo ex Frontino, alueosbreuimuro,inquibusaquæ reciperen tur,& aliaexalia, vt fiunt apud nos Fontane,Lauacra,Fullonum stagna, jumentorumaquagia, & huiusmodipublicacommoda. Fontes, quiprimas ac fyn ceras ex Castello funderent aquas, pauciores id circo quàm lacus. Castella, certaAquæductuum receptacula, ad MęniaVitruuio,&inviarumdi uortijs, vbi aquarum facienda esset distributio. Quale etiam num visitur in E r quilijs Castellum aquæ Claudiæ, indiuortio ad portam Maiorein nunc dictá et adpisse reliquas Provincias, quibus Romani imperassent, in transcursu diversarum lectionum obseruauimus. Prætermultas, quaslegimus Romanis anti  Lacus in vr sequar Thermas, cùmeatempestate vulgò vilaquæ libetdiuitumfuas balneas quiores, vtquasprimasin Greciadiximus, in Asia,inSicilia,& apudPersas Hebræorum DarijThermas, quasPlutarchusdescribitditiffimas, & lautiffimas. EtIose Hifpanorum phus Hebrçorum Thermas ad Ascalonem, ad Tripolim, ad Damascum, ad Ptolemaidam. Hispaniaqua calidalauari poftfecundum bellum Punicum à 10 Romanisdidicêre,anteànon consueueruntnisiin frigidalauari, authorIu stinus Historicus. Multæ occurrunt apud authores Thermarum memoriæ,in Germania,in Gallia,in Britannia,aclongè plura ipfarum vestigial visuntur in Italia, in quibus vidi sępius per inscitiam etiam doctos virosobstupescere, alij Theatra, alij Labirinthos, alijmemorandas moles alicuius sepulchri ia ctantes.Quarum tamenritum legimusvenisseadeo communem, vtnonco lonias, & municipia solum,sednemo dignè tùm Romanam militiam profi terivisusesset, quinon haberetsuabalnea,& gymnasia, inquibuscommi litonessuiexercerentur. Quod de CleandroTribuno equitum Commodi Cęs.meminit Herodianus. Indomesticisveròvsibusbalneum eratviainci-20 bum, vtnotauit Arthemidorus. Cuiusreipassimhabentur exempla,quùm ex itinere,labore, acexercitio quopiam balneum primò ingredi consueue rint, & pofteamollia quarumfotu recreatiaccumberent. De aquis vrbanisad vsum Thermarum adductis. Externe. aqua; haud copiaivrbe bequid. Fontes V Ros autem Roma, cùmprætercæteras gratias, quibuseamaltissi musdecorauit, salubritateaëris, situagriadimperium opportuno, zo adportam SanctiLaurentij,quod pofteà C.Marijtrophæisinsignitum, adhuc illius retinet nomen. Porrò fingulis castellis aquaruin erant propositi Trophça suiCastellarij,vtpræclaroquod Romæ legitur epitaphiocostat. D. M. Clemen Aquarum propria commoda. Mirariveròlicet inprimis ipsarum ductuum fabricam, duétuumma dignam planècùm magnitudine operis, tùm certè publicaipsavtilitate, quęgnitudo. Pluribus mundi spectaculis proponenda esse videatur. Molesingens, àdimi dioferèItaliæquædam perducta,partimexcisisac perforatismontibus, par 30timascendens, partim abimis vallibus perimmensosarcussublata, quibus Aufeia, & 20 fue xit. Et anteà lib. 31. cap. 3. Clarissima inquit Aqua ruinomniumintotoorbefri goris, falubritatisquepalmapræconio vrbis Martiaest, inter reliquadeûn damlociscentum & nouempedesaltitudinismensurantur.Vniuersamverò omnium censuram ita habuit Frontinus. Altissimus Anioestnouus, Proxima Claudia, Tertiumlocum tenetIulia,quartum Tepula, dehinc Martia, quæ capiteetiam Claudiæ libramæquat, deinde Appia, omnibus humiliorAllie tina. Primaverò, vtpropinquior, & maximècommoda, Appiaadducta co ftarexTusculano:Cenfore vtfupradiximus APPIO CLAUDIO, annovrbis Appia aqua quæ perportam Capenam,nuncSanctiSebastiani,inocto vr munera vrbitributa.Vocabatur hæc quondam Aufeia.Fons autem ipfePico nia. Oriturinvltimismontibus Pelignorum.TransitMarsos,& Fucinum La piconia tempus addu tiCæsarum N.Seruo CASTELLARIO Aquæ Claudiæ fecit Claudia Saba tis& fibi& fuis. Extat Senatus consultum apud Iul. Frontinum,quoaquam non eratpermissum nisiex castelloadducere,ne autriui, autfiftulæ publicæ lacerarentur. Publicisidcirco Thermis, propria castella videnturfuissecon ftituta: qualia videmus integra ad Diocletianas Thermas,& adTraianas,mul tiplici opere con cameratas.In Priuatisautemprima Censorum, aut Aedi liumeratauthoritas,quorum arbitratupermodulos, digiti, velvncięnomi ne certo annuo solute vectigali concedebatur. Legequecautum codem te fte,ne quispriuatus aliam duceret,quàm quæ exlacuredundaret, quam ca ducam vocabant: & hancipsam non in alium vsum quàm balnearum, aut fullonicarumdari esse solitam. Omnem aquaminpublicosvsuserogari debere. Cæterùm quotnumeroessenthæaquæ, quæ, quonomine, & quo tempore,& vnde adducerentur, breuiter percurrendumest. ScribitPro copiusIustinianiCæs.fcriba,Romæ quatuordecim fuisse aquarum ductus, excocto latere,ealatitudine,acprofunditate, vtferèequesteripsocúequo pereosposseteuadere. Nos Frontinum imitati, qui Nerva imperante pręfuit hisceoperibus curator perpetuus, & fcriptis cuncta sid elitermandauit, octo aut nouem suo emissario per ductas dicimus. Quę fuerunt ex ordine, Appia, Anienisvetus, Martia,Tepula, Claudia, Anienisnouus, Iulia, Allietina, & virgo: etiamsi pofteàduplici, acplurinomine, vtvsueuenit,fuerintcogno minatæ. Nam poft Frontiniætatem, non aliamlegitur, prętereasfuiss ead ductam, nisieasdem àdiuersis Imperatoribus autinstauratas, autseductasad bis Regiones exviginti caftellis distribuebatur. Quadraginta veròannispo- tus. fteà, exmanubijs Pyrrhi Regis Epiri, Spurio Garbilio,L. Papirio Coff.prima Anienisadductafuit, vtetiamcommodavrbi, & altæoriginis supra Tybur.Martiaquę. Tertia fuit adducta Martia, dicente PLINIO. Q. Martius iussusà Se natu Aquarum Appiæ, & Anienistegulaductusreficere, nouamànomine suo appellatam, cuniculispermontes actis intràpræturæ cum, Marü. Anienis ve Oo i 1  Triana. cum, Romam non du biè pet ens. Mox specum er sa in Tiburtina se aperit nouem millibus passuumfornicibusftructis perducta. Primuseam invrbem per ducere auspicatus est Ancus Martius, vnus exregibus. Poftea Q. Martius Rex inprętura, rursus querestituit M. Agrippa. Hæc PLINIO. Hancdemum & Traia namnuncupatam aserit Frontinus, àTraianoin Auentinumvsq; protracta. Quartafuit Tepula, quaabagro Luculli, quéin Tusculan oex VARRONE legimus Tepula,. Gn. Seruilius Cepio, L.CasiusLonginus Collin Capitolium perduxêre, via, quæ PortaMaiorhodie appellatur,claristitulis Cæsarum, Claudij, Claudiaque VespasianiT, iti,& M.Aurelij. Eamquidemdestinaueratprius Caligula,per & Curiadaduxitveró Claudiusabvsque xxxvi. lapide, via Tiburtina, èfontibus Cæ Cerulean ruleo,Curtio,atque Albudino collectam, quibus fæpènominibusscribitur. Adduxithiç & alteram Anienem, cui ductui ad differentiamveteris, Nouus Anio cognomen tumfuitinditum, Frontino authore, qui& ipfumpofteàre Fons Albu ftituit. Concipiturautem per agrum Tyburtinumxx, milliario, operealtili-. Moad Portam Esquilinamadducto. Aquam verò Iuliam admiscuitcum Tepu laM. Agrippa, viaLatina,quæab Aureliano iterurm eftituta, eiuscognomen Julia quęeg assumplit. Ållietinam,quam & Augustam, miratur Frontinus Augustumpro Aureliana, uidentiffimum Principem per ducere curasse nullius gratiæ, imò & parum sa Alietina, lubrem,nisi fortecùm opusNaumachiæ aggredereturtrans Tyberim. Quidam ob hoc eam intervrbanas aquas non numerant. DE AQVA VIRGINE QVAM duxit Agrippa, vt PLINIO, meminitlib.31.c.3.& deinde Claud. Cęs.Pri mum veròauthorêCaium Cęs. Fuisse indicant marmoreæ inscriptiones, quarú 30 vnaineiusaquæductuita legitur. Tit.CLAVDIVS DrusifiliusCesarAug. Nominisra-ductusaquæ Virginis destinatosper Cæs.àfundamétisrefecit, acrestituit.Virginis porrò nomen vt Frontinus scribitnobilis author de aquis vrbanis ad cafum fuithuicaquæ inditum:nam quærentibusa quammilitibus, puellam virgunculam quasdam venas præmonstrasse, ac il as sequutos in gentem aquç moduminueniffe. Aediculaidcirco Virginisfontiapposita.Quod nomen posteavidenturadsciuiffe Dianæ, ac Triuiænuncupaffe, quasi Dianæfonsdi Fons Diane triplex habere dicebatur numen, celebrarisolita, necnon à triplicifonte,qui- 40 bushæcaquaconcipitur. Vel vt quibusdam placet antiquarijs virginisno futurna menindicasseIuturnam,quam Nymphamsic dictam teste VARRONE quòd Nympha. iuuaret, invotisfuisehabitaminfirmis, quiexeaaquabiberent, facramque in via. simulat que puteum, qui extat, dive Mariæ  Virgini fuisse consecratum, vt ran In Triuia. Libetquiseiusnominis interpretationem accipiat, verumtamen eofit magis verisimilisnoftrafententia huncfontemfuisse virginéàDiana,& Triuianun Meuiæ,quæ dinus, Anio nouns 20 vocant Şaloniam, tio. Vel Triuię. & aqua Diançsacra, quę veteribus virgo habitaest, & in Triuijs, vt AQVA autem Virgincquoniamsola hæc ad nostrum hanc ætatem Romam perducitur, altioraliquantosermo habendusest. Eam per cupa Primus aute D thor, ceretur, 10 Latina dextrorsus, longex1, milliapaff. subterraprius, deinde arcuato opere. Quinta, ac fausti nominis fuit aqua Claudia, vtinfrontispiciolegitur Portæ id circo hanc ædemei fuisse constituta masseruntiuxtaipsum fontem,quam Sinct. Mar. posteà Religione introducta, insuperstitionem præteriti seculiabolendam,  JO est Herculaneus riuus, quem refugiens, virginis nomen obtinuit. Hactenus Ductus lon Plinius. Habetautemductus longitudinesàcapiteadipsum Triuijfontem,girudo. spatio a bestàvia Prænestina, dicente Plinio.Marcus Agripa & virginéaddu ” xitaquamaboctauilapidisdiuerticuloduomillia pafsuú Prænestinavia:iuxtà (vt Frontinus dimensus est) milliariorum XIIII.n a m vbi fpecus subit montių, vbicircuitcolles, velvallesæquatarcuatoopere, multos habetflexus. Pro greditur Anienemfuuium, acintersecta Tyburtinavia, & exinde Nomenta na, & proximè Salariavia; tandeminter Collatinam Portamque estsalaria, & Puteus Po. Pincianam sub colle Hortulorú, qui est hodie Sanctæ Trinitatis, ad Trivium litianus vicum exilit fonte. Subitautemeum collempro fundiffimnospecu,cuiusho die puteus altissimus repertus estin medio viridario, quod magnifico, ac con spicuointotāvrbem ædificio ibi constituit Cardinalisamplish. POLITIA. 20NVS, & vtrinqueduæ eiusaquæ marmoreæ inscriptiones.Tı.CLAVDII nomine. Etquo digno tum fuit magnisilis Romanorum Architectis, erita; omni futuro seculo memorabile Camilli Agripæ Architecti inventum, salientemsuaptes ponte facit aqua (impulsam tamen in æreum tubum rotis ræ, primam fanèlaudem promerentur Sanctiffimi D.nostriPivs IIII. & qui - statim ei successit Pivs V. Pont. Max. quivirginem ipsam aquam ad Virginisper pristina mantiquorum formam perducerecurauêre. Quippe lapsu temporum hæcaqua varias subijt mutationes,& quodmirum eft, vsqueà Plinijtem lutem. Pofte àc raffantibus in Italiam,& invrbemipsamtot bellis,acvaria rumgentium incursionibus: plana in historijs monumenta habentur, quæ ductio. Refert Platina, Adrianum patria Romanum Pont. Max.d omitisiamaf. Adrianiin fi&isque Longobardis, anno falutisnoftræcirciter Virginis Stauratio. Aquæductum dirutum, cumalijsvrbisaquæ ductibus restituisse. Donecite rumnonmulto poftdirutus, protantarerum, quæsuccessit calamitate, nuf quam prætdr e a videtur fuisse restitutus. Nam quod in ipso Trivii fonte legi Nicolai. tur, Nicholaumv. annoabh in ccxII. Virginem fontem restituiffe, planevi detur is Pontifex haud vllam antiqui ductus huius aquæ partem instauraffe; sedconfluentesduntaxatè vicinia venascitràpontem Salarium prorefugio vrbis collegiffe, quæeftminimapars; virgoigitur aqua octauo vt diximus est Salonia. Milliario concipitur,vbi nunc locusà Salone dicitur: Quæcunque fuerithu ius nominis significatio apud vulgus, quod,vt consueuit huiusinodi aqua run conceptaculafalasdicere, forsan & hoc obamplitudinem areę Salonem nunc uparit, dicente præsertim Frontino, hunclocum vnde virgo aqua con- Riuusnúad iicitur, palustrem fuiffe, & vt scaturigines contineret, lignin operecom-mititur.  40 cupatum, quod nomen ipsum ædis Sancta Maria invia, vulgari (vt videtur) vocem utila dicitur,  pro Sancta Maria in Trivia, vbi multa cum devotione Beatæ Mariæ Virginis etiam num ea aqua ab infirmis bibitur. De Fonte ergo ipso quia d huc in Triviæ vico celebris est, non est dubitandum. De origin eau - Origo. tem, Pliniusa pertèdicit concipivia Prenestina. Frontinus autem Collatina ad milliariumoctauum, quæ vtquidam putant,duorumcircitermilliariorü pore(vtipsememinit )cæpithuius aquæ fimulatque Martiæpenuria: Ambitione inquit ac auaritia in vilas,acsuburbanadetorquentibus publicamsa Artificium per Usurpatio.  Herculews ipsam aquam volubilibus, & machinis) quæ eximo puteoads ummam planiciem. paffusexilitfonte, actantavbertate, vt non hortosfolùm,fed & totam quoque subiectam vrbis partem reddat irriguam. Cuiustam frugiope Agrippe. mu 4 OO 111 munitum, quod nunc quoque visitur aliqua parte. Iuxtà estriuus Herculaneus. quemtamen non admittit, tùm quia locus palustris humilisque est, acvligin e totus obsitus; nec aquæ est satis vtilis: tùm qui a  satis fupe r q; adeam formam aquæductus Salonia est. Neceum riuum admisisse antiquos,satis apertè de clarantea Plinij verbaiam allegata. Iuxtàest Herculaneus riuusqué A Salinis refugiens Virginis nomen obtinuit. Nec secusdimittendaeorum sententia aqua. est,qui ad Salinas vocatas à Frontino aquas pro Salonia acceperint: cùm hæ longiusinfluantà Salone, sinistrorsusàvia Præneftina, vcidem Frontinus inquit,passuum septingentorum octogint aquæ vel Appia aqua, vel Appix Appi&origo carestudeat, piètamen & public vtilitati consulens, opus tàm frugiprofequu Vltimaper tusest, aquamqueVirginem, ad eotot seculis desideratam, hocanno, acmen se MDLxx. decimoseptimo Calen.Septembris, cummaximo totiusvrbis applausu, ac gaudio perduxit in totum. Consultistamen prius (vt Sapientissimum decet Principem) Medicis, àquibus & bonitatem aquæ, et vtilitatem, quam præbere posset huic almæ vrbì re latam comprobauit. Qua dere Naturaem hæc mea eft sententia: Sanè magnum argumentum bonitatis huius aquæ hoc Qualitates esseexistimo, quòd hæcaquafueritinvsu, vt nunc quoqueeft, longiffimis seculis. Quippe hæc primas sempermeruit laudes simulcum aqua Martiain tercæteras vrbisaquas. PLINIO Quantum vir gotactu(hocestfrigore)tantumpræstatMartia haustu: alternante hoc bo tactus intfrigidæ, easnonperinde(laudabiles) & haustuesse. Hæcs uccinctè Plin. Hác aquam Martialis cognominatcrudam, ilisuerlibus. Ritussi placeanttibi Laconum, Contentus potesaridovapore 30 te influentium, & tepidarum, & frigidarum aquarum; hanc specialiter vsu Ab experi- balnei comprobat frigore, & profrigida, metri causa dixitcrudam. Velcru mentis. Dam intelligas eum dixisse in comparatione aquæ Martiæ, quæ (vt dictúest) vtilior haultuerat, virgo tactu. In experimentis, tardius hæccoquit legu mina, accibariareliquaque Tyberisaquęlimpidę ,& Cisternales aliquę.nimi rum quia fluuialeseiusmodi, inrespectu fontium, omni exutæsuntcrudita te,ac pluuiales magis aëreæ. Cæterùm hęcaquanullis fontium aquis vide- 40 turmeritò postponenda. Cætera verò quæ leguntur aquarium vrbis nomina, aut variæduntaxatipso nomin e sunt, sicut iam plura ali cuia quę adduximus nomina:a u t externę sunt Crabra. Sabatina Lacus Saba saporem, inter vrbanas non adnumerant. Nec Crabram,quæ erataliaaqua, aquæ, nonvrbanæ. Quomodo quidam Alfietinam, ita vocatam obingratū tis. Amnis Tusculanis, vndeaduehebatur, relicta. NecSabatinam,quamàLacuSa Larus. batis, qui hodie est amnis Larus, nouissima momnium aquarum breuimo. Io ductio. Martialis.  pars per Capenam portam, nunc Sancti Sebastiani ducebatur in vrbem. Tota ergo virgo aqua Saloniaeft, multisvenarum, & riuulorum acquisitionibus vt Frontini verbisvtar obitervsqueinviam Salariamaucta'. Quam Pivs IIII. Pont. Max. vt delectabatur vrbem suam æternis monumentis, publi cisq; idgenus operibus adornare,destinauerat.Pivs verò V. Pont. Max.cũ fanèprimùm orthodoxam fidem noftram à tot seculihuiuserroribusvendi no, vtquæ Cruda Virgine Martia quem ergi. Quo nomine haud quidem cruditatisvitioeāhic Poëta damnare voluit. Sed mirisex tollens laudibus Hetrusci balneum, blandicie præsertim, & varieta dulo  20 qua quanı diversæ à prædictis aquæ. Quod vsu cuenit in eternis id gen us operibus, perpetuams ibiquisque memoriamcomparare.ItaqueprimaTherma structuræ exemplo, nulloque integrèscriptoremandata literis, nisi obiteràmultis, & controuersè. Et quæ obfitaadeo vetustissimis iacetruinis, vt quanquàm peritissimi multi hacętate antiquarij conquisitiffimè studuerint easinali quamlucem reuocare: nonminortamenadhucrelictafit, magnis etiamingenijsconfusio, vtquęsparsim dehisleguntur authoritates scripto rum,cum paucis quæ ipsarumapparentreliquijs concordentur. Inprimis describenda esse tixvoypapíce, basisquetantiedificij, quam noftriadverbú Plan tamrectè appellant: at hæc diuersissima habeturabe aquam tradit Vitruuius, neceadem dispositioin omnibus Thermis.Porrò, præterfpatiaplatearum, mina esse tantum aut instauratorum, aut insigniu meor undem constat, ha ud ac additos lucos, hortosque immensos, ac Lacus, distinguenda effentloca exercitationum àbalneis.Acloca propriacuique exercitij generiassignanda, vbicominus, acbreuicirco, vbi eminusfierent, sub Diuo, subtecto, in Xi stis. Et quæratio fuisset exercitiorum in Palestris, & quali aexercitia.Quis vsus præter e a totaliarum partium: & quæ dispositio, Corycęi Ephebi, El cothefij, Conisterij, Exhedrarum, Spheristerij, Xistorum. Etdebalneis, fi singulæ Thermæ plura habebant balnea, at dubiumnonest,quæ naniratio 30 distinctionis, ancommoditati, an loco, an ordini, vtcunctis legitur fuisse consultum. An omnibus vnum essetcommune hypocaustum:& feu vnum commune omnibus, seu commune vni partitioni, vt verisimile fit, quo loco maximècommodo.Anbinæ& ternæ, quæle guntur lauationes, eodem fie rentbalneo, andiuerso. Etsidiuerso, aneadem pluribusferuiebat,ansin gulisnouaaqua.Velquæ ratiotàmmiriartificij calefaciendivna hora tantam aquæ quantitatem, quæ innumerabili populo sufficeret? Vnde & quo certo ductutantæ aquæ copia? Quæ ratio erat Pensilium Balnearum, quastantocú applause Vrbis, & totius Italiæ quosdamintroduxisselegitur? Quibusadid valibus, aut balneis, aut alueisvtebantur? Etsilabrislapideis vt quidam putant quæ videmus per Vrbem maximis: quæ eorum erant in balneis dispositiones, & quo situ ad aquas accipiendas? Etdebalnearijsrebus, quæ fanis expedirent, & quæęgris. Quiddicam delauandirituperordines; perætates, perleges, peranni tempora, peripsa exercitia; acde innumerisdenique id genuscircunstantijs,quasvelnon scriptasabantiquarijs,velper coniectu ramduntax attentatasà iunioribus, merispotiùserroribus obscuratas, quàm explicatas invenimus? Quare nos dum hec aliqua ex parte revocare in lucem intendimus, & quævsuimaximè medico opportunasunt, exponere,nullam Fos Veneris  1 rum instituta, atquemomenta Aquarum ductuum habemus. is fchnographia Thermarum, &dehisque tractanda funt. Cap.v. Hermas verò per partesliterisinstaurare, haudquaquàm presentis muneris est. Nec facile esset, pro tantæ molis magnitudine,  non vnius dulorestituit  Hadrianus I. Pont. Max.quam & Ciminam interim appellariin uenio, àCiminoipsomonteinFaliscis, fonteVenerisdeducta.Drusaauté, Ciminaaqui Annia, Traiana, Antoniana, Seueriana, Alexandrina, & idgenusaliæ,no. ferè Dubia in Ther. 2 Oov  ferèiuniorum positionem fequemur: sedquátum exrationeillorumrituum,  Spacia Thersimulatque locorum ipsorum diligenti consideratione colligerepotuimus, percurremus. Spatia in primis Thermarum videmus amplissima: atque ad eo vt quasdam vndeciesmilliespedumtotaarea continere constet,authore Baptista Alberto in libris de Architectura. In Diocletianis, quæ inipsaareaappa rentvestigia,præterspatiavndiqueplatearum,& prætermembra,quæinfe riusacsuperius varijsThermarum ministerijsferuiebant, centum continent partitiones, vario ac nobiliffim oordine. Nec mirum, siconsidereturpublici çdificijmagnitudo,inquocommunis fueritratiomaximæciuitatisadexer 10 Magnitudo. citia corporis, ad balneas, ad disciplinas. In  is enim communia er nt  studia, tamanimi quàm corporis, necalia erantartium gymnasia, vndefæpè apud authores Gymnasia legimus pro balneis. Necminus addelicias: Nam ratio Gymnasia acresipsaostendit, nonfolùmvsuiinpartibus Thermarumfuiffe consultum, verumetiamvtiuuentus faciliùsadea studiatraheretur, & delicijsmaximè, & ornamento cunctarum rerum. Propterea Thermæ neque digniores occupa bantvrbis locos, nequeintervilioresfiebantvicos, sed vbilocicapacitas, at Forma Ther marum, ac partitið. Queoperis maiestas requireret.Vitruuijtamenętatenon videturfuissecon suetudinis Italicæ vtipsescribit magnificareadeo palæstrasac Gymnasia in Thermis: vtquibus satisad exercitiafacerenttùm Campus ipfe Martius,tùm Agonalis, totCirci,totplatex,totaliaexercitationumlocapublica, & priuata. Sed per angustas fieri, & paruas quales Agrippæ Thermas meminit Pli nius.Pofteà veroperductoimperiovrbisad luxuriam Principum,non modò Græcorum more constitutæ, sed dilatatæfuêreamplius,distinctaquem e liusloca exercitationum, ac Gynınaliaà balneis. QualesAntonianæ, acDio cletianæde maioribusextant,acmeliusdispositis:quarum sinunc præsumná describere magnitudinem, non tam describere, quàm maiorem partem di gnitatis earum mihi videbor minuere: sedharum maximè, ad notitiam tanti ritus, fequarvestigia. In his edificationis eratvaria forma, ac varia dispositio partium: sedare a amplissima, quæ in quadrum clausa, tribus vel uti perpetuis circuitionibusdiuisaesset. In primovndiq; ambitu, quæ męniorumin ftar lib. s. 6. 11. totum edificium claudebant, errant gymnasia exercitationum, varioordine, quædicemus. In secundo, longèlat eque spatia platearum, Xista, acPlatano nes, ad exercitiasub diuo. In medio,tota ipfa moles Thermarum, quæ sunt membra balnearum, Atria,simul atq; Xifti, & Palęstrarum amplissimæ porti cus,vbi VITRUVIO athletæ perhyberna tempora intectisstadijsexer cerentur, actranfirentstatim ad balneas, vt delineata primùm ipfa rumbasi, distinctèmagissingula explanabimus,  4marum. Thermæ. Ther. Diocl. 1 Oo vj  Hexedra Lalitudopal. 200 choricen Calidaria FOхNAT MC) V R a THERMARVM DIOCLE Longitudo Platego Atriolum Die Scola riú BВ Spheriferti H Tostring 71 Apod TOD  Schola Longitudo ΡΙΑΤΑ Laconica Hexedra Basilica Fngida Topida n u" Agaagiâetlume ORIINS Hexedma Hephebri ATRIVM nPoarttaitciuosnis la карэхэн Spheristerium 200 Hacera Lpatlitudo. 2  Hemicyclus Condste platego Porucus Tres Stadiate Theatric SET VN M M HT NONES Hexedra A triolum sperifleriâ Laconicü Coniste Hephebell Hexedra pal. Kesedara LongituPdloa. odyterium Hypocau Dico Engda Hexedra 'Jių rium Porticus Staduatę Aquagiấetlume pal. OCCIDENS OS Tres salo ирэхэн ATIOTES TIANARVM ICON. ATRIVM n Paotrattiicounsis Spenfterum IOOO. Basilica Tepida Frigidai Calidariú Tõstrina A 5oC Hemicjclus sefala ridium PTENTRIO Scola 1 Departibus Thermarum, acexercitationum locis. N PRIMA ergo facie, quæestadmeridiem, tertiam ferè partem mediamoc cupabat Theatridium. Quæparseratprincipalis,& tang caputtotiushuius ædificij: vndeduplicem vt quibusdam videtur habebatvsum;alterum extrinsecus, alterum intrinsecus. Ambitum enim exterioré ponunt fuisse arcuato opere distinctum,& apertum,quo exéplo patet, circūcolumnium poftbafilicam Posticã. ecclesiæ Lateranen.Vnde. f.ingrederenturquafiper Posticum, fiuedextrâverte rentur, fiuefiniftrâ per porticus, apertèvenirentinampliffimam plateam,ac exindè quò vellent, fiue in palæstras, fiue in balneas. In conspectu verò interiori ergaplateas, eratTheatrispeciedistinctumcũsedibus, vbi.f.populus,& maximè nobiles subvmbrameridiei sederetadludorū spectacula, quiinplateisexercitij causa fierent. Partes verò quæ vt rinqueà Theatri dio plures sunt, aliqui balnea putant. Ná quod rotunda forma est vt rinque inversuris vnum,pinguntessecali darium, & consequenterponunt vnú Tepidarium,vnum Frigidarium,& vnum lib.5.c.1 Apodyterium. Nec equidem nega uerim debuisse quæ d ã balnea seorfum, & quali extra palestras constitui: partimmulieribus,partim artificibus, &hisquivenien tesàciuitate,statimintrarent, & quasiextràcon spectumpopularemlauarétur, & abirent. Verütamen hæcnonfuifle balnea, hauddubièvidetur:nam iuxtàeá ria Sacella. appictionem,nullus hicvidetur Hypocaufti locus: quoddebuite ffeinmedio, & commune vtriqueordini balnearum, tefte Vitruuio, atinmediohiceft Thea tridiummaximum. Nec eratconsentaneum, vtmébraspectaculieffentStuphæ. Deest & laconicum,nisifortasse hæc opinio confundat laconicum cũ calidario. Saterat& vnum Apodyterium comune, vtpotevnum vestibulum balnearum: hicduo ponuntur. EtprætereaTepidariaduo,cùm tamenidemfitTepidarium, quodApodyterium. Melius ergomihi videtur dicendū, hæc fuiffepartimipfius Theatridij membra, & partimlocaadvsum Athletarum.i.eorum, quiexercendi essentcoram Theatridio, vtpote Conisteria, Elçotesia, & quædam apertè in pla team, forsane quorum carceres. Duo pofthæc Peristiliaquadracaoblonga, hinc (vt scribit Plin. Lunior de villa sua) exercitationú generibus.Vel Sacella, vt nota turperædiculasæquisvndiquespatiisstaruarum. hæceratprimæfacieipartitio. Porròinaltera facie, quæabaquiloneeodem comensuhuic refpondet, videntur Gymna fuiffe maiori ex parte Gymnasia, FILOSOFI dicata, ac Rhetoribus, reliquisq; q studiis literarum de dissent operam.Vtpot epars magis remota àftrepituAthle tarum,& litucômodiffimo, tùm propteramenitatévnibrarum erant.n.inhac plarea Platanones, vt dicemus tùm proptergratafontium murmuria, inNataa tionéipsamcadentiū. Quaproptervisum est pluribus antiquariis, inmediohoc Vestibulu. Spatioå Septétrione fuifleprincipale vestibule totius huiusæ dificij. Ex quo per40 Hexedre medios Platanones patebat aditus ad Natationem, & hinc, & hinc in porticus, in & Hemi-basilicas, Diętas, & atria, quæ pofteà dicemus. Primùm verò àd extra vestibuli, cycli. & àsinistraerant Ex hedræ plures clausæ ante plateam, &cusedibus Hemicycli forma, vt disputantes, & tam loquentes, quàm audientes sese omnes afpicerent: & aliquæpatentes, cellscholænoftræad leuiora studia. Maioremverò citer  10 Peristilia fia. atq; hinc vnum àTheatridiq, quasipalestræbreues,veldeābulationes.Acinver Spheriste surisvtrinque,vnum Sphærifterium, quod diximus rotunda forma,cum plurib. 30 Schola. exercitationum. Gymnasticarum continebant partem duæ vtrinque facies laterales, hinc, atquehinchabebantpartitiones.Ac fuisseeasadexerci quæ conformes tiadicatas videtur: tùmquia platexhælateraleserant liberæ,& amplæmillecir,  citer pedum spatio. Tùm quia membr a ipsa partim erant Hemicycli aperti cũ sedibus,acvarioornamento,quod apparet,lignorum,acpicturarum:& partim conisteria, Elæothesia,aliaquemembra advsumAthletarum oppor tuna. Totam hanc autem primam circunferentiam circundabant continua porticus,ducentiscolumnisvnostylo. Subinde erantPlatex,amplæ,&.Nam siædificiorum perfectio proportionibushumani corporis responderedebet,vtVitruuiustradit,perfectisfimèresponder in Thermis Diocletianis, ac melius quàm constituat ex Græcis VITRUVIO eniminhis Theatridium, vbieratvestibulum, tanquàmcaput: Apodyteriū, pectus: Hyppocaustum, Stomachus: vmbilicus, maxima, acregalisbasili-Diocletiana cainmedio: venter, Natatio. Membrorum veròvtrinque, quæfuntbalnea, rummirifica atria, palæstræ, porticus, Diętæ, basilicæ; æquaratio, ac mensura eft, vt braars et de chiorum, acfæmorum. itavtquæ exvnatr ad etur parte,cadem ex alterapa basilicaameniffima, vbiconuenirentomnes, quivelin palæstras venturi Basilica. essent, velinbalneas. Idcircosatisampla,ornatuplastices,acpicturis adhucnitet antiquiflimis. Hinc rectâ in Diętam, quæ erat eadem capacitate, fed latiortamen basilica, duplici columnarum stylotripartita: nam media par teceuatriolum, erat ad itusinatriummaximum, & inpalestras: capitaverò hincatquehinc deunebantinhemicyclis, vbifortasseAthletarum ferrentur iudicia Circuncolí - liberæ, vt dixi, t à m q uæ antè Theatr idium Stadium, nia.,erant xistum, Platanones, & autem, quæeratante Natationem enim Xista (authoreVi maximè estiuas idonea. Fiebant adexercitationes Platani, virentes queidgenusXista,&Syl )interduasporticusSylux,quæerant caperentre-ua. truuio situantè Natationem, vndeaquarum arboresconfitæ, aptissimo autemStadium,itafiguratum, inquit Vitruuius, vtpof frigeria. PoftXiftum, Athletarum cursus, variaque alia sent hominum copiæ fine impedimento hæ omnes errant partitionesquoquo latere,&  gym: spectarecertamina.Atque veròoperismaiestas,erattotamolesinme Stadium nasiorum, & platearum. Summa,acmultimodisearúmē dio,quæ communes habebatpalæstrascum balneis bris, acmiriartificij, quàm vtræquelaterales. Inea Porticus riterintelligendafit. Incipiemusautem àNatatione, quæ patentiffima pars aspiciebatAquilonem: & exeaàlatereperbasilicas,acdiệtasveniemusin atria, exindein palæstras interiores, acmaximam bafilicam,& demum ad balnearum membra. Erat in quam Natatio in recessum e dio ab aquilone, lon Natatio. Gitudinedu centorum pedum, latitudinedimidiominus, ponte, acarcubus bipartite ad interiores aditus, vbinunc facta estmaiorisaltaris basilica. Habe batautemàcastelloproximo Aquæ Martiæ emiffarium, quod per occultos tubos ferebatad Natationem ipfam aquas.Habebat& supernèadlongitudi-Emissarium nem fontesvaria specie, ac Musxa,quæ teftePlinio,expumicibus, acero-aqua Mar fisvetustatefaxis extructa vt hodie quoque Romæ sunt in vsu specusima-tię. ginem referebant, ac fiftulis modò apertis, modò clausis, vario, blandisli moque salientium aquarumlusu, recentessemperaquasinnatationéipfam Fontes,ac fundebant. Miris circùm ad hibitis ornamentis, quorum etiamnumapparetMufaa ædiculæfignorum,& statuarum, fontiumque vestigia, & columnarum bases. A Natatione plura, ac nobilissimamembra: primùm ab vt roquecapiteerant Porticusna amplissimæ porticus conformes, nimirùm & adspectaculaNatationum,& tationis. Ad refrigeria constitutæ. Etaliæadaltiorem prospectumporticuspensiles,mi noristylo. Exeuntibus veròàporticu, tamdextrâ,quam sinistra,eratprimùm fcriptio. 30 Platanones. Dięta.  iudicia. I n Atriis era nt Peristilia, hoc est circü columnia, quæ faciebant atrium oblongum trecentis pedibus, latitudine dimidiominus. vbiin Porticu, orie simacum sedibus, quæ tertiaitem parte longior quàm lata, eratad exercitia Corticum. iuuenumdicata. Sub dextra Ephebei erat Corticeum, seu Coryceum à Co. Coryceum. ryco, quod videtur pilæ genus in Galeno 11. de San. tuenda. Seu Choriceum Choriceum dictum, Choreisnimirùm, ac saltationibus locus proprius. Proximè Frigidarium, locus ventis per flatus, feneftris amplis. Ab eoqueiterin Spheristeriú ro oblongum, & fimplex, ad pilæ ludum aptissimum. Adsinistram Elçothesium, Spherifleritquæeratad vnctiones faciendascellaolearia. SubhocConisterium, vbificcó Elçothelium.puluere, velharenaluctaturiseseconspergerent. Ab eoqueiterinPropni. Conisteriú. geum, vbi erat in ver  u r a porticus Laconicum, quod referemus suo loco p o Propnigeú. iteà. A Peristilioautem, atrioqueintrantibus ad interiores Palæstras, erant Talastre in Porticus tres stadiatæ,quas hodie occupat longitudo ecclesiæ.Ex quibus m e teriores. diaparsamplissima, centumpedumlatitudine, superingentescolumnas,al Porticusftatissima prominettestudine, cæterùmitafactasecundum Vitruuium, vtilate Frigidariit. diate. Xistus. ra, quæ suntvtrinqueadcolumnasmargineshaberent,& qualeshabethodie via ab Hadriani mole ad Vaticanumsemitas, nonminuspedum denûm,re liquaqueplaniciesoctogintapedúm. Ita qui vestiti ambularent circùm inmar 20 ginibus, non impediebanturàcunctisfeexercentibus. Hæc autemPorticus ziso'sapud Gręcos vocitatur,in quo Athletæ in tectis stadijs exercerentur. Quę quoniamexacteeratinmedio,& velutiincorde totius edificij, vbimaximè conuenire solebat nobilitas ad exercitia hyberna, ad ambulationes, & adspe ctacula; cæterasmeritò exceditpartes, tùm magnitudine, tùmregalimaie stateoperis, altiffimis fuperbiffimis que prominens columnis, & patentissima vndiqueinperistilia, inbalneas,in Hypocaustum,in Natationein, acfuper nè feneftris illustrator latissimis. præualereassuesceret: deinde ad sanitatemtuendam,quiduofuerant fines præcipui:& demum ad delicias. In quibus omnibus mutua Balnearum,atq; Exercitationum errant beneficia. Nam quantum conferebant balnea lassatis rumque similiter coniunctaeratvtilitas, acmutuaerantinuicembe Thermarumneficia. Nempe Thermarum ratioduos, imòtreshabebat fines: primum ad instituta,  ac disciplinam iuuentutis, quæfic viribus corporis, honestis que vitæ conatibus fines et Exercita exercitatione, aclabore corporibus ad robur virium reparandum, & admuntionum muditiam. Tantundem rependebant vtilitatis exercitia, fine quibus balnea non tuo beneficia possuntesse vtilia, maximèsanis. Itaque Galenusinlibrisdetuenda San.mo Non pila, non sollis, non t e paganica Thermis Prz.  tali parte, eranthæcmembra,situaliquantifperdiuerfoabeo,quem assignat €phębeum Vitruuius. Primò Ephæbeum, in medio, hoc autem erat Hexædraamplif Balnearum 1 Bal. Recurel Atria. De exercitatio num generibus, ac preparationibus ad balnea. Cap. vir. CONSTAT ergo hactenus,balnearum locain Thermis, at que Exer citationumfuisseconiuncta. Idqueoptimaratione, quoniam vtro dobalnea Recuratoria virium esse dixit; modò Exercitia Præparatoriaadbal toria. Exerci nea.Quod frequenter inalijs authoribuslegimus, & succinctèeoEpigram tatio,Prapa ratoria. mate colligiturMartialis vnde dieta existimat D. Augustinusin confessionibus, quòd Bénestaisdivíes,idestquòdan xietatestollat. Ergo vtpro veteriinstituto generosæ Ciuitatis, quam diximus in laboribusnatam& educatam, magnaeratomniuminThermiscelebritas; itapro tempore, & pro conditionibus personarum,Exercitationeserantva- Exercitatio riæ,& invarijslocis. Quippealiæin Palestris fiebant, aliæinXistis, aliæinnumloca. Hexedris, subdioalię,instadio,& platearumlibero fpatio; alięin pluribus fiebantlocis. Necsecus quædam eran tcommunes exercitationes,pueris, senibus,& iuuenibus, vteo carminenotaturà Martiale. tereolusuum genera,quorum (vt cætera rumrerum viciffitudincs sunt) vix nomi. Iuuenum  De fatu.  Præparat, aut nudis tipitisictushebes. Vara nec iniecto ceromate brachia tendis, Folle decet pueros ludere, follesenes. Quædam propriæ. Iunioresautlucta, autcursu, autfaltu, autpilaludicriss; Personarum 20 idgenus exercitij scepissentaf suescerein Ephebęis. Quemplanèmoremre exercitatio- presentauit Plautusin Bacchidibus, vbi in personam seuerisenis indicat pue-nes. Rosprimis vigintianniscum Pedagogo in Palestramantè Solem exorientem veniffefolitos, d. Βαλανέα Romanorum Puerorum Non harpaftamanu puluerulentarapis. Vidiffes igiturtum frequentem civitatem,nonfecusatq; hodienossolemus Vite ratio facrasEcclefiasfestissolennibus, frequentare Thermas. Alios quidem adho nestos, quos primo instituto proposuimus vitæ conatus.Alios ad sanitatem Ther. tuendam. Et alios ad oblectamenta tam animi,quàm corporis capienda, pro celebritate illa populi, pro variarum rerum, ac ludorum spectaculis. Et denique pro amænitate loci deliciosissimi: vnde barevéesidcirco dictas græca voce Ibi cursu, luctando, hasta, disco, pugilatu, pila, Saliendo se exercebant, magis quam scorto, aut fauijs. Fortiori autemiuuentaiis dem quidemexercebantur, velacrioribusetiáple runqueludis,halteribus,harpafto,& aliquandocęstu.Velarmorum varijs generibus in Palestris. Vel in Hippodromis cursu equì, vel agitatu. Athle - Caftus. tæ vel stadium spectante populo de cusrrissent, vela c ri pugilatu dimicassent,  Halteres. cum cęstibusplumbeis,acbaltheis implicatismanibus,quo grauiùs percu terent. Alijsaltusimul et halteribus, item plumbeis globulis. Alijinsphę risterijslusifsent pila, vel foliinplateis, vel Harpasto, pilamaxima. Senio-Harpastum. resquidam, quorum erat ad sanitatem præcipuastudia, vtrecensuit Galenus, ambulatione duntaxatantè balneumcontentierant. Alijclaralectione, vel Senumexer disputatione in Hemicyclis, velde clamatione oratoria, vel cantumusico. Alijcitationes. modòvnovtebantur, modò alio per occasionem, exercitij genere. Id circos. Defa. tu. nec mirum septies quosdam aliquadielauari solitos, quod apud Plinium le gitur. Alexander Seuerus, vt  meminit Lampridiuspostlectionemoperam Palęftræ, aut Sphæristerio, aut cursui,aut luctaminibus mollioribus dabat, m o x venieba t in balneum. Aliis supplebant diurni operris labores, quia d r e Operari j. creandum lassatum viriumr oburvsuriessent balneo. Cæterùm lenis exercitationis modus erat ambulatio,quam Senes, & Virigraues, & imbecilles potiffimùmobibant. Dignior adl audem, acdisciplinam,eratexercitatioin Palestris & armiseorum, quirobustisess entviribus. Etquam oriquazíar, hoc 2. Desa.cu. est vmbra til empugnam, vt interpretatur GELLIO Græci appellant, divodepce Teu Tirl, ob salubritatem a gymnasticis dictam, Galeno teste. Innumera præ Рp  nomina ad posteras ætates transiêre. Nec nostræ professionis est exercitatio Nostrisecunum singulosmodos,aut genera: quibusiliveteresvterentur, recensê. livita dif ferensaban tiquis. re, quam partemà Hieronymo Mercuriali, Medico atque Philosopho scientissimo elucubratam, propediem in luce meditam videbimus.Verùm exco rum exercitiorum censu, quem fecimus, hanc præcipuam habebimus vtili tatem, considerantes quàm longè differathic præsens nostri seculi viuendi modus,& maximèPrincipum,necopportuno pofteros destituemusconfi lio. Sanèvbiillorumtemporum vitaaffiduisdeditaeratexercitijs,vtpote 10 quæ & fanitatem conseruarent,& promptiores redderentviresad singula, tàm animi, quam corporis munera o b e unda; è contra hodie in continuo ocio degitur. Età Principibus maximè, quiob decorum, ac ampliffimi ordinis maiestatem, semotam à communi consuetudine degentes vitam;aut curis animi grauibus iugiter tenentur. Aut siad ludicra aliqui tranfire foleant, ea Exercitianoinertiasunt, tabellæ, alex, vel Trochinouus modus hàc illuc supermensam stritemporisagitati: in quo vitæ generet andem ob defidia in, & anxietatem,totam breui inertia, cursu vitædeficiant. Quapropter generalisfimum hoc ac saluberrimum sibi Exercitijnequisqueproponeredebet institutum, exercitium necessarium esse ad susten cesitas ad vitationem vitæ: inquire omnes sapientes, variorum quenationum ritussum moconsensu conueniunt. Verùin quoniam hoc tempore non solùm pluri maveterum exercitiorum generanon funtinvsu,  imòvelipsorum nomina (ut diximus) sunt obscura; necadeoilisvtiessetpoffibile, quinec Palestras habemus,  nec Thermas, proptereàingratiamnoftrorun Principum,aliquot particularium exercitation numgenera proponemus ex Galeno,  atq; alijsan tiquisauthoribus,  quarum multas si non in campis et plateisobire poterit; licebitfaltem et incameris et inatrijs, acviridarijsfuis, seruataetiainperso nægrauitate,  percommodèexerceri. Exercitationum inquit Galenus com Exercitatio-pluresdifferentiæinueniuntur. Aliærobustæsunt,  & violentę,  fiuevehemen num dife-tes; aliæ mediocres,  &lenes. Aliæ singulares,  aliæcumalio fiunt. Etaliæ rētiæex Gavni uersas simul corporis exercent partes,  aliæ vnam magis, & aliæalteram. le.2.desan. Vehemens exercitatiodicitur, quę& robusta, & celerissit: atque hæc multer graue quod uistelum iaculari,  & continuatisia & tibusoneremaximo subla  tame,  pervertere temperaturam coguntur. Vnde non mirum est,  qui præ properam accelerant senectam,  incurrantque facile autin morbos renales,  autinpoda gram, autin Hemicraniam,  alios queidgenus affectus, medioquevelutiin fum tuen to,  tash abet differentias. Quædam enim fiuntocylimèagitatis,  quædamrobore,  acnixu,  quædamfinehis,  quædam cum roborepariter & celeritate,  & quæ Exercitatio damlente. Fodererobustaest, & singularis exercitatio,  remigare, discum nugenera. mittere,  mouericeleriter,  saltare; idquefineintermissionemaximè. Simili et ac clivis ambulare. Grauiarmaturatectumceleriteragitari.Continua tusdiucursus.Et iterfacere.Perfunem manibus apprehensum scandere,  modo in Palestris quo solitum erat puerosexerceri.Velèfune,  velperticama nuapprehensa sublimenpendere,  acdiutenere. Manibusinpugnum redu: &tis,  iisdemqueprolatis,  velinaltumsublatis. Halteribus,  feuglobisplus minusgrauibusleorsumpositis,  vtraquese inflectensmanu attollere. Quæ robustior erit exercitatio,  si qui ad sinistram manum fuerit dextrâ coneturat tollere,  & sinistrà qui ad dexteram. Diuq;,  acsępiusidentidem facere. Potest & foliscruribuserectusacvno lococõsistensceleriter exerceri,  modò retrora suminsiliens,  modóinanterioravicifsim crurumvtrunquereferens. Solus fimiliterexerceriest,  summis pedibus ingredi,  tensasqueinsublimemanus,  hancantrorsum,  illamretrorsum celerrimèmouere. Sehumi celeritercir cumuoluere,  velsolum, velcumalijs.Cum alijsverò& citràrobur,  & violen tiammultæ exercitationes peraguntur. Vtcursus admetam constitutam.Vel vibratilisar morum meditatio. Summisinuicem manibusconcertare.Cones cú alijs. ryco,  & paruapilaludere. Stare,  nec finereseloco dimoueri;quo exercitij genereMilo Crotoniates celebratur. Velseerectum,  & circumactum 10astantemmutare. Complecti quempiam manibus,  digitisquepectinatimiun ctis, isque diuellere seadnitens. Medium appræhendere, ac sublatum ceù magnumonus protendere, &reducere. Luctaytrius queluctatorisrobur maximèvtipoterunt Seniores, & quiadmotum suntimbecilles. Ambula.Vltimò Fri &tiones suppleant. His omnibus ex ercitationum generibus, imòinfinitis alijs vt Galenusinquit docebant Pædotribæ exercendumesse:& velinPa læstris,  velextrà,  velinaltopuluere,  velconculcato,  & firmosolo,  & omni noantèbalneum. Quibus & nosiuxtàpræsentemviuendi modum,  siuepro præparatione,  fiquis velit ad balneum,  feusinebalneo,  vt pleriquehodiefa tecdicere,  quæ situborealifrigidas, acpurasstatimàfontibusadmittebat aquas.EratenimNatatio (vtidiximus) separataà partibus balnearum: citationes,  le  cimus,  percommodè vtipoterimus. Sed de exercitationum emolumentis 40 alio loco occurretdicere: nunc ad describendas balnearum partesin Thermis redibimụs,  acaliaineisrequisitaexplicabimus. De Natatione. Ne i principes autemThermarum partes,  primùm de Natatione opor Cap. vii. Рp ij nimi. Exercitatio. prope rium mem brorum.exercet. Luctaricum roboreest,  ambobus cruribus alter alteriu scrus com plecti,  minibus intersesecollatis,  & collo. Manua lteratanquamfunecol loalteriusiniecta, ipsumqueretrorsumtrahere,  acreuellere.Pectoribusex aduers oinnixi,  magn o se conat uin uicem retrudere. Ad singulares porrò universalis,  attinet electionem,  qua parte corporis quis vtivelit,  aut indigeat exerci- particula tatione. Aliæ enim vniuersas simul exercent corporis partes;quo nomine ludusparuæpilæà Galeno prætercæteracommendatur. Aliæ vnam magis,  aliæalteram exercentpartem,  lumbos,  crura, brachia,  spinam,pulmonē, Deparuepi thoracem. Itatio, cursusquecrurum exercitationes sunt. Acrocorisini, hoclxludo. Est festiuæs altationes & Sciamachiæ, crurum, brachiorum,& manuum pro pria. Lumborum autem, affiduèse inclinare,autpondusaliquod àterra tollere,autassiduèmanibus sustinere, Spinam transuersim exercet, atollere vt dictum est alternatimhalteres. Thoracis vero et pulmonis suntpro priæ, maximæ Respirationes. Cor. Celsus inter exercitationes imbecillisto lib.2. c.8. macho conferentes,claramcommendatlectionem. Maximaverò voxvocis quoque instrumentaomniapermouet, dilatatque:naturalemexcitatcalo-Clarale&tio. rem, & quo magis fitafsidua, eomagisvniuersis corporis partibus communicatur, vtinnostris concionatoribus experimur et in libro de voceà Gale noestproditum. Hoc genere exercitationum per vocem, quælenessunt, Lenesexer Lufta. Etio,& amo tioneetiam quimagis validi. Velequitationessufficiantur, gestationesquebulatio. seucurru, seuproægrotantibusin Scimpodio,& Sellaportatili Nimirùmquia singularis eiuserat, acpropriusvsus, non tàm quidemadlaua Varzac efttionem,quàm ad exercitium. Eftenim Natare laboriosum, quòd itaiacta quoddam e rerectè Aristoteles in Probleumatibus, Natationem, oblaborem, cursuico parat, aquarum periculaexercerentur. Et Galenus testator de suo tempore, pue 1, Defa.tu,rosin aquis qumasina's Feudasfacere consueuiffe,idest, quòd prima fiebantin of Pifcina, Piscina Pu aquis pueritiæ rudimenta. Itaque præter Tyberis commoditatem,propria adhuncritum locaconstituta fuisseinvrbediximus,quæ diuersisexplicata nominibusinuenimus, Natationes, Piscinas, Stagna, atque etiam naumachias, Piscinædi&tæ, quòd & pisces hauddubiècontinerent, nontamenad vsum piscium, nam ad hoc propriaerantviuaria,sed ad munditiam seruanda aquarum,& amoenitatem. Videturautem exercitatio numhuiusmodi causa, primùm constituta fuiffe Piscina publica dieta sub cliuo Capitolino, ad veniebat populus. Exca& piscinæaliquandofuntdictæparticularesNata tiones,& labra lapidea, qualia Romæ videmus maxima, nec non portatilia, ac lignea advsum etiam calidarum aquarum. Quod authoritate constatM. 08 Tullij CICERONE ad Q.Fratrem desuisbalneis, Latiorem inquit piscinamvoluissem, vbiiactatabrachianon offenderentur. Hasà Galeno, acalijs Græcisautho xanu puso 'n ga ribus, modò xodua krízsas, mod ò Bari i su poe edicta s legimus. Parva autem Solia, Capesupulco peluesquequercus; quam differentiam planamfaciuot Galeni verba lib.7. Mé πυελοι. Stagna. thodi, vbi ad ventriculis iccitatem curandam, quæ Hecticamminetur, nata tioneminbalneo factam consulitivteīsno numerisus, id eft in piscinis natandocó stitutis, quàmivtotspixpsīsavenoīs. Memorantur porrò & Neronis Stagna, vbi Amphitheatrum à Martiale poniturinprimis Epigrammatis d. Hic, vbiconspicui venerabilis Amphitheatri Erigitur moles Stagna Neronis erant. Quod tamen stagnumnon plane constatanad natationis usum, anpro Nau stagno circumpofuit, conseuiffe. Stagnihuiusin Vaticano Naumachiæno Navale Sta minememinit Egelippus Græcus author, in D. Petri & Pauli martyrologijs. Cæterùm NaumachiapostNatationes& balneas, altiorisfuitinstit utiquàm Naumachia adnatationem,nec, nifipoftimperiaprincipuminuenta. Nempe inqua nautici certaminis fieret spectaculum, vel ad disciplinam militarem, quò faci of Finis duplex liùsmilites pericula Aluminum, vel naualis belli, cùın opus fuisset, possent Naumachię euadere. Sic Polybius refert Romanos primo bello Punico, quod aduersus Chartaginienses gesturierant, militessuosinnaualidisciplina exercuisse. Et SuetoniusAugustumcúm effetcótrà Pompeiumiturus, inportuIulioapud Baias milites in nauali exercitatione tota vna hieme detinuiffe. Vel erat N a u jucundunfpe Etaculum. Machiævsusad delectationem populi, vt cætera spectacula. Pluraenimerãt quæ præberent animo delectationem:primò aluei magnitudo, ac Cyrcicu  1 vivarium. blica. Quam (ut Festus Pompeius est author) & natatum et exercitationis caussas duo. rat, gnum. xercitium, tismanibus, accruribusaffiduè, vniuerfæcorporis exercentur partes.Qua Et Oribasiuseaminteraliaexercitationum generaadnumerat. Imò Natationis in vrbe fuitprimus,acantiquissimus vsus ante balnea:quando scilicet conftitutæ fuerunt exercitationes in Campo Martio,vbiiuuenes (te ste Vegetio)  puluerem, sudoremque detergerent, simulatque ad obennda machiafuerità Nerone constitutum.Vsumtamen vtrunquepræftarepote Neronis no- sicut& de altero eius nominis meminit Tacitus,claufifle Neronem in mine stagna valle Vaticani spatium, in quo equos regeret, apud quenemus, quod navali iusdam OZ jusdamamplissimiforma, editaadcommoditatem tantiludi,inconspectu maximæciuitatis. Deinde classisineam, et iam magnarum nauium introdu Etio, & ludusipsecertaminis. Etdemum populicelebritas, & velipsaaqua r u m copia, atque amænitas, maris instar tranquillissimi. Et quæ apertis eu ripistantamvimaquarun vnohaustureciperet,laxaretquefinitospectaculo.Martialis inquo mouet admirationem aduenæ Martialis,dum sicadulatur Domitiano.locus. Cui lux primas acrimunerisipsafuit. Ne tedecipiatratibus naualis Enyo (Paruamora est) dices, hicmodò Pontuserat. Ex quo plane authoritate colligitur, in Cyrcotammarisquàm terræcelebra In Cyrco rispectaculadebuisse: vbimodòterra (inquit) modòPontuserat. Quod Naumachia. Cyrci Maximisitus confirmatinter Auentinnm montem,& Palatinum de pressus, inquem Gabiusæaquæriuus,quemMarianam posteridixerunt,per Gabiusaa petuòinfluit na. na aqua,vtFrontinuseftauthor, quæ fapore,& crafficiemari namaquam Augusti Na æmulabatur, in q u a faciliùs natat r, t efte quo que Aristotele in Problemati - u m achia: sub colle Hortulorum, ademiffarium aquæ Virginis. Authore Sueto Domitiani. nio,quiasseritDomitianum circunstructoiuxtà Tyberinilacu (inter Cain pum Martium scilicet& ipsum collem Hortulorum, vbi nunc iuxtà Sanctito pluresessentqui exercerentur et quifrequentarent Thermas adca,quă Bal spectaculaquàm quilauarentur. Eteodemtemporemagnahominum co-nearum. piaexercebatur, &quivno,& quialioexercitiigenere. Atadbalneasin trantiumcontinuaficbatsuccessio, nam cùm priores occupassentloca, reli qui (vt scribit Vitruuius) circunstabant, dum lauarentur. Pleriquesani,ac robusti, poftquàm in exercitijs incaluissent, nullisferè alijsvtebantur bal neis vtinfràmonftrabitur nisinatatione. Quæ parsidcircoeratamplissi ma, & exercitationibustamsubdialibus; quàm interniscommodissima. Vel Balnearum transiffentdunt axat ad balneas calidas, atque illico egrelliinsili ebantin frigisitus. dam. Summa ergo artificijin balneishæc fuissevidetur, vt in locoessentquả commodo omnibus seseexercentibus; acmirandiplanè artificijministerijs totaquarum,calidarum simul,& tepidarum, quæ continụèexse funderen turin balneas. Pro commoditate, ac ratione lauationum, erant omnes ad Рpij meri  Et parvndafreti, hic modò terrafuit. Non credis?spectes dum laxent æquora Martem. ropriè verò ad vsum naualis certaminis, duæ fuerunt certiffiqua Mariainæ Naumachiæ. Priina Augustitrans Tyberim, adductâobidineam Alfieti Sylueftriædes apparentvestigia naualespugnasineo, penè iustarum Claf fiume didisse. Luxuosissimus Heliogabalus, euripis vino plenis, naumachia Heliogabali. exhibuisse. Tradit Lampridius. Sed nuncad partes balnearum proprias acMilanius. De partibus balnearum, esde Milliariis vafisin Hyppocausto. BÀLNEARVM veròin Thermisnoneam videmuscopiam, quamde BВ exercitationum locis iam diximus. Ex quo planè videtur, quod mulnum pluralo Exercitatio Siquisades longis serus spectatoraboris, bus. Alteraverò et magis celebris, fuit naumachia, quam Domitianidixi. mus Apodyteriú seu Tepidarium. meridiem, vnde folissemperi llustrarentur, acfouerenturaspectu. Nam tó: taeafaciesanteriorerat distincta in duos ordines balnearum, vnusàdextris Hypocausti, &alteràfiniftris. Etvterqueordo distinguebaturinquatuor Cameras, conformes vtrinque, ac ita collocatas, vt ex una in aliam Etuplatearum àsitumeridionali proposuimus, progressuferèad media pla eratceù vestibulum regaleApodyterium, seu Tepidarium. Quem lo mirabilem, meritò alterum noftræ ætatis Trimegistum dixerim. Hinc fini Hypocaustús tror sumn modicus introitus in Hypocaustum. Sive vt meliusdicam super Hypocaustilocum, quirotundaforma, cumopportunishincatquehincmē Cryptoportibris, nuncprimis Nouæ Ecclesiæ facelis dicatuseft. Totaeniminfràmoles res. Aftuaria. darum, aliæ frigidarum aquarum ductus, alię calorum æstuaria, aliægrandes tores vt vocabulo vtar Iure consulti curam succédendi ignem habebant in Thermis. Eratautem vnicum, teste etiam Vitruuio: collocatum tamenin medio, vt communis eiusesset vsus vtrisque caldarijs, exvnaparte virilibus, exaltera muliebribus. Id que per opportune æstuaria, quierantmeatus ab Hypocausto perpetui, vndecalores occulti in cameras caldariorumipsorum penetrabant. Quod tetigit in primo Syluarum Papinius Statiusd. Vbi languidus ignisinerrat dioplacet æneatamenpatinasubiecta. Quorum idemeratnomencum ca meris prædictis,vnum caldarium, alterum tepidarium, tertium frigidarių. Legitur item Milliaria, a magna fortasse capacitate, quali plus millelibrarú aquæ caperent. Quippeidgenusvasa, teste Vitruuio, maximi aheni inftar, actestudinataadcircinum, itaerantcollocata, utex tepidarioin caldarium quantum quæ calidæ exisset, infueret, de frigidario in tepidarium adeundem modum. Atque hinc planum artificium est, in quotant opere laborauimus, quomodo ad communeinvsumtantaaquarum copia exvafisfuppedi tareturinbalneas. Quod restituo in lucem ex Seneca, quidum ad Lucillum mira deliciaruminuentasui temporisdetrectat, hocafferitobiter. Construiteam, huiusædificij, concameratainuenitur, acdistinctaaddiuerfosvsus. Aliæ Fornacato. Criptoporticus erant patentes ad refrigeria in magnis caloribus. Aliä сali  IO CUS.  cum laxum, & hilaremdescribit PliniusadApollinarem, hocest, amænum, acmollisteporis, tùm solaribusradijsàmeridie illustratum;tùm proximi Hypocausti vapore laxum:vbi nimirùm ingressuri ad balneas exuebát vestes. Qux quoniamprimaerat, acnobiliffima Thermarum pars, nobilissimietiá numapparetartificij. Figura inquadrumoblonga, achemicyclis quaquefa ciedistinctum,cum aditis vndiqueinter columniorum, columnisque super nætestudinis altissimis, quætàm authoris, quàmoperissummam maiestate ostendunt. Vnde sapienter hæc pars, proposita est pro prima porticu Ecclesiæà Michaele Angelo Bonaroto, quem pictura, sculptura et rchitectura cloacæ vnde lauationes exonerarentur, & aliadenique Hypocaustum,atq; Lib.s.c.10 Hypocaustimembra.EratergoHypocaustum fornaxinferior, vbifornaca Aedibus,& tenuem voluunt hypocausta vaporem. Vasariatria Super Hypocaustotriaerant compositavasariaænea, velplumbea (ut Palla Mincepice Græcis hæc Mirsapíe, Latinis vt apud CATONE, Senecam, atque Palladium folitum aditus.Inmedio quidemerat Hypocaustum, vtrinqueveròinversuris La conicum, deinde consequenter Calidarium,Frigidarium,& tepidarium,vt planèsingula explicabimus. Principio contram Theatridium, quodinprospe pateret solitumin ipsis milliarijs dracones, quæerant fistulatavasatubæ instarære tenui, perdecliuemilliariocircundata,vtaquadum ados draconis con lis canales occultos, quorum aliquæ visæ sunt reliquię in eruendis ad nouam ecclesiam m a c e r ijs: atque ex hinc aquas de duci solitas in Natationes, in Fonsicis organis non absimiles. Quia d firmitatem quidem, ac robur faciebant Tubi etepi ipsis valibus: simulatque artificio ferès i miliquonos hodie Romæ nymph eiss tomia. acviridarijsdamus velarcemusaquas, habebantfiftulasinfra parietes occul tas, quæ in cameras balnearum,vbi opportunis locis essent epistomia, infundebant aquas. Quod ex eodem Seneca non est dubium, dum nimiæ la uti ti æ adscribit, quod continue aqua calida ex sefunderetur in balneas,acrecens semper, veluti ex calido fonte per cameras transcurreret. Et ex Galeno, vë iam decamerarum dispositionibus dicemus. De Laconico, esde Solis Balnearum. RDINES quidembalnearumin Thermisduosdiximus,vtrinque scilicetabhypocausto vnum teste Vitruuio, alterumvirilium,alte Balnea viri. rum muliebrium. Nam vtscribit Gelliuslib.io.cap.3.authoritateVar ronis 2. de Analogia, Pudornon patiebaturvtrunquesexum simullauari,sed do liadoMu aquarкт epis tomijs, fundebantur. Vbi nota harum ductuum in Balneas alterum arti 30fícium. Eranttubięne ierecti, tresàdextera et tresàsinistra milliarijs, mu glomerati specie plurieseundem ignemambiret, pertantumfueretspatij, vasis. quantum acquirendo calorisatisesset. Quare triplex semper aqua invalis, acinfinitæcopiæ, calida, tepida, frigida, nam successiuas vasexvase Caldarium piebataquas.primum quidem,quod caldarium dicebatur,superprimavas. Hypocaustistratura collocatum, tanquam omnium vasorumvalis, calfa tes, Dracones i 10 са. Etasperdraconisinuo lucra fundebat aquas. Secundumsuperhoc erat tepidarium, quod a primi vasis vaporibus modicè incalescebat. Tertium Fri- Frigidariú. gidarium: vtpotequod frigidass tatimab emissario aquas capiebat et quan tum subiecta vasa vacuabantur, tantum hoc nouarum aquarum infunde- batfinefine. Emissarij verò huius obscura quoque ratio est. Nam vide-Emisariaa mus quidemad Thermas ipsas propria aquarum Castella constituta: qualequarum· extatin Diocletianis poft palestras orientali parte. Etin Antonianisàt ergo Theatridij admeridiein. Horum tamen altitude nullibi excedit planiciem bal nearum. Nec vllus est modus, neque artificij vllius vestigium, insummis Thermarum testudinibus, vndetam altè deduci potuissent aquæ.Videturita que mihià proximis iliscaftellis cóstructosfuiffeinf ràpauimentatotiusm o Tepidarium lib.io.administris balnearijs veletiam iumento alligato, subleuatæ aquæinsu ipsihypocausto piscinam infundebantur, quæs ponteposteàinsubie pernamn rursusin Tepidarium, et conse ĉtumFrigidariumcaderent,et exFrigidario, quenterinCaldarium,velutidiximus. Vnde plenas emper vasa suis aquis imumcalida, medium temperata, supremum frigida, quæ per fistulasencas hinc atque hinc in quolibet vase compactas, versis ad vnum quenque actum Tympana Fistulę aqua ac alias piscinas. Hinc, tanquam a communi fonte, per rotas ac tymparo teacna, ac id genus alias machinas aquæ hau storias, quas describit Vitruuius commoditas coniungi desiderabat. Quanquam in hisque post Varronis et post Vitruvi j ętátem f a ett æ sunt, hæc distinctio non sit mihi ve risimili. Qanrum. liebria.  do auctoritu exercitationum,ac lautitia inThermis,vix publicas potuisse virorum frequentiæ sufficere videtur.Itaquepromiscuas potius ex eo tempo refuissereor, achonestis mulieribussatisfecissepriuatas,velquasprincipes Matronas constituisse iam scripsimus, Agrippinæ Neronis matris balneas, terke inbal Olympiadis,atquealias. Cameræ in quoque ordine quaternæ, Laconicum, Calidarium, Frigidarium et Tepidarium. Velternæ adminus:hoc enim non videturdubitandum,non fuisseThermas vno stylo vbique,nequevno ordinepartium et tam in publicis quam in priuatis. Et hinc in authoribus Celsus. Tanta earum inuenitur varietas. Quaternas point Celsus lib. 1. cap. 4. dum scribit, Sub veste primùm paululumin Tepidario sudare folitos: tùmtranfi- Galenus. re ad Calidarium, vbi sudabatur largiùs, quod ponitpro Laconico: tumque aut in calidamd efcendere,autinTepidam;deinde in Frigidam. Easdem C.i72ero qua λουτρόν Pyriateriit. Hypocaustü point Galenus lib.10..Methodi, a Laconico incipiens: Primùm enim inquit ingredientis inaë reversantur calido:hinc secundò in aquam Calidam defcé dunt,quod propriè aoutcovait appellari. Ab hac mox in tertiam Frigida ibár: et tandem in quarta sudoren detergebant, quod erat tepidarium, seu Apo dyterium græce dictum. Inquoet Celsusdicit,fenouissimèquiselauissent abstergere,et vngereconsueuisse. Quem planèordinem et inhis Thermis, quarum videmus vestigia, seruatum inuenimus. Extat Laconicum adsuda tiones in quoque primæfacieiangulo vnum, idquenonadeomagnum, hu- iusenim partis noneratvsus communis, nequeadeo necessaries omnibus, vtquibus fatis ad sudandum exercitiafeciffent. Sed imbecillis proprius et quiminus validiadexercitia, sudoreshocloco excitabant:subindeintrabát adcæterasbalneas. Nomen autemdeduxità Laconibus: quos huncritum rium, Laconicum veròc ommuniter omnibus, et Ciceroni quodam loco ad Sphærifte- Atticum. Suetoniusin Vespasiani Cæs. Vita Sphærifterium hanc partemap- 30 rium. pellat à figuræ rotunditate. Locus quippe concameratus ac rotunda fpecie, Lib.5.c.10.habens,authore Vitruuio, inhemisphæriolumen,exeoqueclypeumæneú cathenispendens,percuiusreductiones,acdemissiones perficeretur Suda Clypeus Lationum temperatura, vaporibusnimirùm ficretentis,veldifflatis. Erat autem huius institutiratio, vtfcribit Dion in Annalibus, vtfus è intrantesinhac par vfus: t e sudaret et sub i n d e unctione ad hibita, statim descenderent in frigida. Quod planè clarius ex Galeno fiet pofteà, ac à Martiali obiter tangitur in Hetrusci Thermis, ad Oppianuin tribus versibus. tepidum tamen aquarum vaporem potuisse suscipere. Proinde Celsusineo, affus dixit sudationes lib.z. cap.27. alibi exiccari dixit corpora: Seneca exani tos  .primò instituise, Plutarchusin Alcybiadis Lacedemonijvitaeftteftis. Græ Calidarium. cialiquando Ilupice Supo's,et nonnullisuTorw50sdictum,ob igneum ineova Sudatorium. porem: Latinis modo Calidarium,inodò Cella calidaria,Senecæ Sudato Laconici coni, ncis. mari, ritus si placeant tibi Laconum Contentus potes arido vapore CrudaVirgine, Martiaquemergi. Vaporíqua Virginem dixit, et Martiaminhisbalneis Romanasaquas, blandissimifrigo litas in Laco ris. Videtur autem Laconici aërem,siccum quidem fuisse, atque igneum, Bico. Galenus et alijmediciinterdum elixari, Oribafius planè aëreferuidu dixit, ac præhumidum in Laconico. Quod rationi consonum sit. Nam ex æstuarijs, partim quidem siccis, ex quibusiaindiximusab hypocaustooccul  10 su  tenui calore, diceba t Galenus x. Methodi, reservatis vniquem eatibus, liquatisque per totum corpus superfluis,sudores, vtilesquemadores clicere, quæ inęqualias untęquare, cutimlaxare et multa quæsubhac detenta erant, vacuare. Ex Laconico patet aditus i n Calidarium, quod proprie Calidum So aoutpór, hocestlauacruindicitur, eodemteste,et calidum Solium. Patetau-lium. tem hæc pars,duplex magnitudine ad cęteras cameras:vt cuius in balreis maior erat necessitas, longior in e o f i ebat mora, ac usus frequentior, præsertim minusvalidis ac imbecillis. Vbi meminisse oportetex Celli verbis, quæ pau Halat et immodicosexta Nerone calet. Mox tertiolocoerat Frigidarium,seuFrigidumSoliuminquo aquaexquisi. acviresdensatacutifirmarentur. Qui enim, subdit, hoc modo àcalidislaua- Vlus. tionibus, sudationibus que laconicis ftatim in frigidam non descendissent, Paulo post transpirato immoderatius calido innato,totum corpus frigidius euafiffe sentiebant. Quodfanè frigidælauatiofieri prohibebat,totum semel corpusconftringendo, etconstipando,nonsecusatqueaccideresoletcalen tiferro, quod quùm infrigidammittitur, et refrigeratur,et induratur. Atque huius rei causa potissimum constatinuenta fuisse balna, pro imbecilliu vm i delicet corporum robore: hoc eft vtimbecilla corporapræcalfacerent, itaque ad frigidum Soliumpræpararent. Adeoquepræualuit semper frigidarũvsus, Frigidarum vt vixquidam alijsbalneis vterentur. Carmis Maffiliensis Medicus, etate Neronis prerogativa, scribit PLINIO damnatis prioribus Medicis, ac balneis, frigidalauarihybernis etiam algoribus persuasit. Merficęgrosin Lacus.Vide bamussenes consularesin ostentationem vsquerigentes. Ex frigido tandem Solio erat exitus in Tepidarium, tepidiscilicetaëris,q uod diximus apodyterium, sive spoliatorium. Etcratfinisinbalnco.Ancè Tepidarium tamen Cella olearia in Diocletianis commodè est ut videtur Cella Olearia, eademque Tonstrinæ na.  tôs penetrare ignes in cameras, partim aqueis per suostubos ac spiracula, v a pores misti ad hemisperium Laconicipetentes,sub curuatura magni clypei intenuiffimas conuertebanturaspergines, quæimbrium modò super capita Facultates. corum,qui morabantur in Laconico depluebant. Potest autem hæc prima pars lo ante retulimus,vel in calidam fieridescensum, vel in tepidam, et quali ad uno, tenore vtentis arbitrium potuisse temperari. Et Galenus in 3. de  an, tuend a idem videtur asserere, nimirùmquòd in Calido Solioaqua, exvafisquæ diximus Miliariorum calidis, tepidis,ac frigidis, poteratadvsum trifariam tèfrigida, ad hunc videlicet vsu minquit Galenusx.Methodi;vtquæ fuerantFrigidum.So fòexcalfacta fiue'in lium., anterioribus Solijs, fiucin exercitijs, hicrefrigerarentur, An balnea calida. fieri, tepidam, aciusto calidiorem. Quam tamenva ri, nempè temperatam lauationibus, sed in priuatis,vel non videopotuissefieriinpublicis rietatem, parabatur à Balneatore aqua advsum pu adpriuatosvsus. Nam in Thermis compara LO Aeftiuo serues vbi piscem tempore quæris. fortas selocus,vbinimirùmoleaseruarentur,atquevnguenta do Tonstri,aliique odo blicum,vnotenorecalidaomnibus. Quod declarant authoritates scripto-frigidæ, alia rum, quialias Thermas appellant frigidas, alias blandas, alias fervidas. Vei frigidas significauit Martialisinprimo Epigrammatum. In Thermisferua Cecilianetuis. Idem inx. Neronianas indicat fuisse calidiffimas, eo epigrammate. Temperat hæc Termas nimios priorhoravapores res cal d a Therme alię  resad opportunosvsus,et quivellentbarbæ,et capillorum cultuivacarent. Unetiones in Eratautem hæc pars vn ade necessarijs, acessentialibus ut ita loquuntur in Thermis, toto ritu Thermarum, quando hiçmoserat communissimus, vtquisque lo tus,simplicis faltem oleivnctionevteretur, tùmvtsudoresinhiberet,tùm vt feabextrinsecùs ambientis iniuriavendicarepofset. Hunc enim tenorem in omnibus ferè,quę hùc sparsim adductæ sunt,authoritatibus obseruabis: primùmlegiturexercitium, deindebalneum, vbifrictiofiebat,et detersio, inoxstatim frigidæ lauatio, pofteavnctio,posteacibuset potus,vltimòso mnus. Proinderecolome legissepluriesinvitis Principum, ficuti ntermu..10 Oleimunus nerapublica erat Congiarium,erat Recta, erat Sportula,itaoleum aliquan publicum. do publicè donatum, quoin communi velutigaudio,quisque frueretur in balneis.Nimirùm vel Thermis cùmprimùmdicatis,velfaftualiquo Principis.vnctionum verò, quasquis quesibi priuatim deferebatadbalneum, luxus legiturinestimabilis. Quidelicatèviuerent, velimbecilles, odoratisvnguen Balnea contis refouebant spiritus. Quosdam legimus iuffisse spargi parietes unguento. spersa vn-Vtfimul equidem puto et lauarentur, proiectisinalueositaimbutosaquis ipfis, et vngerentur, fic penetrante exactiùs vnguento, et odorem, virtu temquesuam diutiusseruante in corpore. At queita Caium Principemsoli tum lauari, testisest Suetonius. Scribit Lampridius Heliogabalum nunquá inPiscinislauarisolitum, nisiillæcroco, aliisúepreciosisvnguentisperfusæ fuissent. Velplanè conspersiseo modoadluxum parietibus vtebantur,vedu quis se parieti confricaret (quod aliqui facere folebant, vt apud Spartianum in Hadrianoleginus)sineministris,acetiam proprijsmanibusperungilice Balneton ret. Neroautem profusissimus non folùm calidis balneass pargebatodorib. guentipre-sed et frigidis quoque vnguentislauabatur, fcribit PLINIO. Recensenturau ciosi. tem hoc in generepræciolamulta, quæ Galeno teste Romanorum lauritia Olea, etvn- inueniffevidetur: vt Mendelium, Cyprinum, Narcissinum, Susinum, M e guenta pre- galium factum ex balsamo, Regale apud Reges Parthos primò comparatum. ciofa. Nardinumquoque, quodet Foliatumdicebatur, Plinio:et alterum Spicatú, Quodidem Nardipisticæpræciosivnguentum legiturin Euangelio. Etitem Iasminum oleum,quododoriscaufla vtteftis eft Dioscorides non inbal neissolùm, verumetiaminterepulandum apud Persas, vsurpari consueue. Unguenta in r a t. Dono, equidem opinor, et in Xenijs. Quem morem diu Spartanos, at conuiuijs. Quelonasretin uiffe narrat Valerius quę, Plinio teste, Diapasmata,quasi conspersoria dixeris, Cyprini pulueris instar, quo hodievtimurodoratissimi; dequoebriam,putidamq;Felceniam illuditMartialis in primo Epigrammatum, eo carmine. Quid?quod oletgrauiusmiftumdiapasmatevirus? Apodyterií Vt redeamus ergo ad cameras, Apodyteriumerat principium, et finisinbal gues. Max. vnguenti, coronarumq uein conuiuio dandarum, secundismensis. Eratet Oenanthinuminter præciosa. Quorum similia aliqua apud Paul. Aeginetam legimus vnguenta, atqueolea. Multaquei d genu salia apud PLINIO inalabastrisferuari solita:nunc omnia rarissima, aut que dam subdititi a, vel adulterata, tantæ verò e a tempestate copiæ, vevsuscorum ad vulgares quoquede fuxerit, quodserioarguit Iuuenalis. Moechis Foliataparantur. Diapasmara Ad sudores autem propri  cohibendos, quæda m ficcis constabnt odoribu, neo;  eôdem nimirùm reuertentes, vbiantèbalnearum vestimentacõsignal sent.Idemqueex Galeni verbis plane intelligiturx. Methodi: hicenim dum cunctarentur, actergerentur, corpusadhucpersudorem,innoxiè, accitrà refrigerationem vacuabatur,acinnaturalem redibat mediocritatem. Porrò vana quorundam controuersia est, ponere Auicen.trescasas(itaenim interpretantur) in balneo, easque long è aliter dispositas, quam diximus. Cui bil. cnim dubium non fuisse balneas vnost ylovbiquenequevno ordine? Defijf setamen pariterapud Arabes hunc ritum, testator Auerroes in Canticis, ac Balnearum nonmirùm imperfectastùmeoshabuiffebalneas, Nequein antiquiffimisa nidemsły 10 exemplisea distinction quærendaeft: quando Hippocratisætatenon adeori tè balneaparabantur, quod et ipseinnuit 3. De ratione victus in morbis acutis. Neque in priuatis multo minus, quas Galenus aliquando perinde damnat, acin commodas, Depensilibus balneis, ac balneariis rebus. Uenire potuirationem. Nam si Pensiles balncas intellexeris sublime salueos, Pensile quid et quæ fu per solario locatæessent, idmagnuninoneft: ficut et Hortospensi lesvidemus, atquehorrea, acmaiusopus, Thębas Aegyptias pensiles fcribit Plinius. Audiuiqui id artificiumattribuant Laconico, ècuiussuspensura  lusvbique. ENSILIVM veròbalnearum, celebreduntaxatnomen peruenitad nos, fuis se eas inter maiora illius seculi blandimenta: cæterùm Cap. xi. namearum fuerit ratio, non facilè ex aut horibus colligitur. Ponit Valerius Max,interluxuriæexemplalib.9. CaiumSergium OratamPensiliabal quæ Auicenna neaprimum facereinstituiffe. Idquet radit Plinius lib.9.cap: Pensilibal 54.L. Crafsi Ora- neurum inui torisetate,parum anterempub.occupatam.Queminteraliasvoluptates,et torSergius Ostrearum afferitinueniffe viuaria, nec tamgulæ causaa, quàm auaritiæ, vt Orata. Quiitamangonizatas vendebat villas. Eadem testator Macrobius 3. Saturna lium cap.15. Porrò venisse eas in gratiam popularem planè oftendit PLINIO Asclepiadis Neronis Mediciçtate: vrbe, inquit, imòveròtota Italia imperatrice, tum primùm vsu balnearum pensiliadinfinitumblandien te. Extat et Annei Senecę censura ad Lucillum, dePensilibusbalneis:qua vapores conuersosintenues aspergines, imbriummodo Aqua pensi supercapitacorum, lis. q u i lauabantur, depluere diximu s. Vel quem ad modum Aqua Pensilis dicitur z Fluvius p e n et Auuius Pensilis, ita id balneum Pensile fortasse intelligendum, exquodi-filis. ximus authore Seneca, atque Galeno calidas perpetuò aquas, vel quales quisquevellet et tepidas et frigidas, velut ex calido fonte depluere, actran {currerepercameras. Verùm nihililliusblandimentivideoinhis,quam ob rem populus eascum tanto applausu receperit, et quæ ad authorem adscri: bantur voluptuosiffimum. Pensiles ergo balneę haud publici videntur fuisse vera balnea instituti, sed in priuatis extitiffe. Vtquæ priuatum habuêre authorem, et pri-rum Pensi uatamc aussam,nempèinuentæaddelicias. Necvllumvestigium,nulladeliurnrutio. Hisin Thermis publicis mention habetur, Earumveròrationem, inquatanto. perehesitaui,elicioexeodem Plinio, cuidererumanti quarummemoriapri ma laussupercæteros scriptores, meritòtribuendaest.Pensileenim dicitur rum inqnit suspensura inuentaest, vtnequid deesset adlautitiam. Hæc ha 3 benturde inuentione, atquedelicijs Pensilium, quarum tamen non facilèin P suspensuspenfum,et mobile: qualesipfememinit Tyberij Cesaris hortos Pensilesmiræ voluptatis, quoshaud quaquam ponitsupersolariolocatos, sedsuspensos,et mobiles, quos inquit singulis diebuspromouerentadso lemrotisolitores. Quod idem clarainbalneis authoritate exposuit lib.26. сар.3.dum Cleophantum Medicum commemorat, authore M. Varrone, alia quoque blandimenta ex cogitaffe, iam inquit suspendendo lectulos, quo rum iactatuautmorbosextenuaret,autsomnosalliceret. Iambalneasaui disfima hominum cupiditate instituendo: easdemscilicet,etsuspensas,vtdi xitlectulos.Quam fententiam confirmant quæm oxpaulòsubiunxitverba, quæ allegauimus; Anxiam nimis fuisse Asclepiadis, et quorundam eum sequentium curan,tum primùm Pensili balnearum vsu ad infinitum blandien te. Easdem et balnearum suspensurasdixitSeneca. Et ValeriusMax.impen faleuibusinitijscępta, suspensis calidæaquæ balneis. Vnde fiiam mente co cipiasvidere hominem inbalneo Pensili,velęgritudine debilem,vel volu ptuofævitæ, çuiusdulcitepore,acleniiactaræ, et nęnijs,et dulciconcentu tibiarum,somnoet quietiindulgeretur, iamnihilpoterisexcogitaresuauius. Leftuli non Ex quibus intelligitur, neque lectulorum ritum in publicisextitisse: sed ho erấtin Therrumquoq;, vt Pensilium balnearum, priuataratio effedebuit, maximèegris. mis. Vtensilia in Neque particulariumquorundam vtensilium,quorum in balneis aliquando xandrinus Pedagogij consueuiffe nobilesante ferreadbalneasva sainnumerabilia, aurea,atqueargentea, quorum hęcquidem adlauandum, illa ad vescendum, alia ad propinandum. Quin etiam carbonum craticulas, Syndones. etcathedras. Syndonestergendosudoripræparatas, maximèægris,memi-. nusfitpedesdenos, vt gradus inferior indeauferat ,et puluinus duos pedes. Labrainvr-Hactenus Vitruuius. Quare, vtarbitror, labraistalapidea, quæmultavide bemarmo-muspervrbemmaxima, vicenoset ampliuspedeslongitudine, erantfortaf- se in priuatis balne s. Vel aliqua fort af f e in Thermis ad magnificentiam potius operis, ac ornamentum, quàm advsum. Alioquia d publicum vsum nó videolocum, nequeadeofuiffevidenturcapaciapopulo. Pofteàvitroquæ dam extructafuiffe conftat. Pauimentorumautem, ac Lythoftrotorum, quibus alveos, atque ipsas cameras adornabant, luxus erat inæstimabilis. Quod certe inuentum Agrippæ tefte Plinio lib. 36. cap. 25. In Thermis, inquit, quas Romæ fecit Agrippa, figlinum opus encaustopinxit, in reliquis albarioador  Sufpenfabal nea, Thermis. mentio fit, quæ pueris voquisque domino ad balneum ante ferebant. Ut de strigili, quo sudore in detergebant;meminit Persius eo carmine Ironico. Strigiles Ipuer, et STRIGILES Crispiniadbalneadefer. Inęgristamen prostrigilibus, quierantvelofsei, velferrei, velargentei, spon giavtebantur,Galeno testex.Metho. Idgenuseratet Guttus,quodLe cythum quoquelegitur, inquoferuabanturoleuni,velaliavnguenta præ 20 30 rea, ciosa ad balneum. Hydriæ, pelues, alabastri, aliaqueid genusvasa, exau Vasaaurea.ro,argento, ferro, velinterdum lapidibus quibusdam. Refert Clemens Ale Labra, nit Galenusx. Methodi. Labraautem ex Vitruuio,et vestigijsipsorumal ueorum videntur fuiffe extructa in cameris signino opere, atque albario: sic enimlegitur Labrumsublumine faciendum videtur, nestan tes circumsuisvmbriso bscurentlucem. Scholasautem labrorum itafieri oportetspaciosas, vtcùm prioreso ccupauerintloca, circumspectantes reli quirectèftare poffint. Aluei autem latitude inter parieten et pluteumnemi nauit.  O nauit. Non dubi èvitreas facturus cameras, fipriusi dinuentum fuisset. Visasolimscribit Balineasgemmis, acargentostraras,vtnevitres ca vestigio quidem locus esset. Argento fæminas lauari solitas, argenteis folijs, meræge m Afiaticori sum missem perin delicijs fuisse apud omnes nationes oftenditur, hanc par mirans, hydrias, pelues, vnguentorum odores, & alabastros, cunctaauromaditißimg  lita, ac miro ornamento instructa; ad socios conuersus, & quasi nimiunı il DeritibusantiquisinThermisvrbis. Primis ergoThermarum,ac Palæstrarum institutis,jam partium earum principalium distinctiones,necnon requisitaad earum vsum magis necessaria tetigimus. De Ritibus verò in eis, atque ordine publicaemolumentum, quoniam per hæc oblectamenta, assiduafiebatin gymnasijs frequentia, ac varijs, quasdiximus corporis exercitationibus af suefiebat iuuentusad armorum industriam,vnde faciliùs posset militiæ labo res,quando hæc erantprimaillius feculiftudia, sustinere. Hûc accesserat & alia causa, quoniam qui tepidescere quodammodo ab honeftis conatibus cepiffent,perhas delicias retrahebaturà vitijsanimi, sicqueocium, quod eftomnium malorum fomes, tollebantur, feditionesarcebantur, & omnes populares corruptelæ. Ex quibus triainter communes ritus videnturesse manifesta. Primùm si vetustam illam verecundiam, ac Romanum decusrespicias, summam in Thermishonestatemfuisse feruatam. Simaiestatem populi, omnia ineis fuisse magnifica & splendida, velutidiximus, & quæ nolentes allicerent, atque etiam traherent. Sid enique communem causam. Communem, ac liberum earum vnicuique fuiffe usum. Erat autem hæc balnea- Thermecó. Rum condition communissima, vt singuli balneum ingressuri Quadrantem solmunes. Uerent balneatori. Quod planèali quæpræclaræ declarant authoritates: pri Quadrantis mùm M. Tullii pro Cælio, vbi quadrantariam vocat permutationem balnea em concludam. Asiaticos durante suo imperio luxuofiflimos fuisse, acexeis Thermalu A Fines, etvti &, probrisseruisse. Pauper fibiquisquevide eandeinque materiam & cibis seexercentium,aclauationum,haudmirum est hæc instituta semper maioré mis,acar litatesprin habuisse progressum; siconsideremus non folùm hincvitæ cip.iles Ther seruare consueuiffe, fanitatem elegantiam eos, & roburcorporis;sedquod maius eftinre ز gëtostratę. Baturacsordidus (scribit Seneca ad Lucillum) nisiparietes balnearūmagnis, a c preciocis orbibus refulsissent. Alexandrina marmor a Numidicis crustis distincta, operose vndique, & picturæmodo variataçircunlitio, Vitroconditæ cameræ. Aquainper argenteaeffundebant epistomia, & adhuc (inquit) ple beiasfiftulasloquor. Relinquocum hisstatuasillicęternitatidestinatas, operatectoria, picturas, speculariorumlapidumluxus, quiantècameras præbe bantlumina, & columnarn mingentium numerum, alia quetantioperisor namentasinefine. Atque hocvnotantùm Plutarchiexemplo,quobalneas primùm ad Gręcos, & exindeadRomanos huncmorem balnearumema nafse,apud veterum historiarummonumenta clarum est. Cùm ergo Alexa der Magnusdeuicto Dariorerumtandem Persię, ac imperijeius potitusesset, balneumque, vt sudorem pugnæ leuaret, ingrederetur; aquarum ductusad-Darij Ther ludens luxum, Hoccine (inquit) imperare erat. Torifieri solitam. Indicat & cocarmine Horatius, folutio. 1. Saty.3. Qq dum xuofiffima.  Nuditas in Redde pilam, sonatæs Thermarum,luderepergis? Verecundi ase nudum quisque in balneas exhibere,& etiamin exercitationes. Cuiusreiinteraliafidem faciuntstatuæ, præsertimvirotum, inqui bus videtur minuere potuisse corporis gratiam, ac venustatem, si non pudenda etiam fimpliciterenudataessent. Nonnullitameninter exercitationes, autfuccincta fibulaprodiresolebant,autsubligaculis,quæ & subligariavo nihil foluiffe videntur:teste Iuuenali Satir. Nec pueri credunt, nisiquinondum ærelauantur. Quorum tamen priuatafieret lauatio, hora extraordinaria quæerat poftde cimā, ij pluri precio lauabant, quod indicate o carmine Martialis Balneapostdecimanılafo, centumq; petuntur Quadrantes, &c. incommunitamen gaudio, erataliquandohocmunus interalia Principum, ut gratis lavaretur. Antonini Pij exemplo, quem balneum sinemercede prestitisse, meminitIul. Capitolinus. Sive ergo proveter iinstituto, fiueproso Sub ligaculo cabant. Authore CICERONE (si veda) offi.Scenicorum mostantamhabetveterisdi rumvfus. Sciplinæ verecundiam, vtin Scenasinesubligaculo prodeat nemo. Tecta tamen non hac,qua debes partelauaris..promi-Cæterùm cum haclicentiabalnei,videturdiuadmodum perdurassemulie. Eal. Mulierum verecundiam, quænon promiscuècumvirisintrarentinbalneas,nisi perabusum. Hinctotpriuatarum balnearum numerus. Etquædam viden  uerecunda. Subligar. E.. dum tuquadrante lauatum annum, Lauari. Cædere Syluano porcum, & quadrantelauari. Pueri tamen antè Fibula. Bal Rexibis,&c. Vituperanseum Principem, quivtvnusde multisqua drāte lauaretur. Idem Iuuen.authoritate confirmatur in 6.ybi mulieres quas damarguit impudentiæ, quæ communiter cum viris auderent, inquit ips e, lutamercede, hocmanifestumest, commune,acperpetuum fuissein Ther Locai Thermis indultum,vtlocus inbalneo, cuicunque tam primati,quàm plebeio co mis commu munis esset, atque indifferens. Ex quo intelligitur Tertulliani similitudo nia. aduersusMarchionem, QUASI LOCVS IN BALNEIS: quiavidelicetnul li e x merito datur, nectollitur locus in balneis, iam gratuito constitutis, & T intinnabu - ad usum publicum. Erant autem tintinnabula in Thermis summo quo p i a m fasti gi oposita, fære factitio conflata, quorum sonitu populum, sicut i hodie ad facra; conuocari lauandihoraeratsolitum.Tintinnabuluminter Xenias exhibuit Martialis, eo disticho. Virgine visfolalotusabire domum? Facitadeandem licentiam Suetonijauthoritas, D. Titum Cæs. admissaple Secum plebebenonnunquamin Thermissuis lavisse. Et Aelij Spartianialia, Hadrianum Cæs. tamprobatævitæ, publicè frequenterselaui consueuiffecum multis, verecundia etiam priuatis. Inuafiffe enim consuetudo videtur,ex affiduis il lisexercitijs, inbalneis. vndefolutohabitu, acseminudiplerunque homines degebant, vtnonesset Idem affirmatquodamloco Clemens Alexandrinus de athletis et martialis si pudor est, transfer subl igar in faciem. 10 la. Reges lauif. invil. bres. uaret.d. Dum ludit media populospectantepalæstra Delapsa est misero fibula verpus erat. Et lib.3. Chionemnotat verecundiæ, quæmuliebriainbalneis contectala tur  publicæ fuisse muliebres, ut Agrippinæ Augustæ Neronis matris. Olym piadisitem balneæ in Suburra. EtquastransTyberim, quasiextràconspe čtum hominum habuisse Ampelidem,& Priscilianam ex P.Victorerecensui mus. Conqueritur hac de caussa insuis Amatorijs Propertiusnon eam esse tum Romanis virginibusin balneis libertatem, quibuscum more Spartano publice liceretcertare, & lauari, hisversibus. Sed magè virgine itot bona gymnasij. Quòd noninfamesexercet corpore laudes cepsbeneinstitutę Reip.lapsus) totos singulis diebus lauari cepisse. Invniuer 20sum, qui cunquein exercitijsfuis, aut laboribus defatigati effent, vix fanam vitam putassent, nisibalneasstatimintrarent, vbisudoré, fordespulueremq; detergerent,acintotum semolliaquarumfoturecrearent. Quoplanèfit, ve Septiesquos dam lauari. mirumessenondebeat, nequeluxuiadscribendum,quodquidamsepties eadem dietum lauari consueu erint, quod Plinius in primis refert. Ac posteri scriprores Commodum Cęf. et Gordianum idasseruntfactitasse. Sicenim intelle xêrequotienscunqueexercerentur, laffitudini sacrefrictionisvitare pericula, obstructionestollere, cutis afperitateinlenire, faciei,manuum,ac vniuersi corporis decorem conciliare. Erant tamen lauandi horæ constitutæ. Scribit Lauandiho I ul. Capitolinus antem Alexandri Severi tempora numquam Therinasantèau 30 roram apertas fuisse, & semper antè solis occasum claudi consueuiffe. Communiterv erò lauandihora erat a meridie ad vesperum, quando, inquit Vitruvius, maxime calidæ auræ a spirare incipiunt. Cuiomnesaliæ authoritates consentiunt. Hadrianus Cęs. inquit Aelius Spartianus ante horam octauam inpublico neminem, nisiçgrum, lauaripassus est: quod erat duashoras poftmeridiem.Vbi operæ præciumest Horarum apudantiquos Horologiri rationemhabere,quidiemartificialem quolibetanni temporedistinguebanttusapudan horisduodecim, &no&teni per vigilias. Horæergoerantinęquales, maiorestiquos. estate, quialongiorestuncdies; minoreshieme, & proportionecæteristem poribus.Haud tamen intelligendumest cosà prandiovsosbalneis fuise: Prădijetcę Nam communiter vir Romanus impransus, autientaculo tantùm primoma-navfus. nerefectus, bonam dieipartemimpendissetnegocijs: mox àmeridie,àsexta nimirùm ad decimam horam,exercitijs & balneo;à balneo autem, circa vi gesimamscilicet& secundamhoram, cenabatopiparè.Quam dieiatqueho rarum partitionem conquisitèin eo Martialis epigrammate comprehensam habemus. Primasalutantes, atquealteracontinethora, Exercet raucos tertiacausidicos. Martialis  ma 10 CO, Multa tuæ Spartemiramur iura Palæstræ, Inter luctantes n uda puella viros. Refert Plutarc husinterlaudabiles Catonisillius Cenforij mores, hocsum- verecundiă ma:laudiilicefliffe, quodcùmfilionunquàmlauisset. Imò Val. Max. fcribitinterafines. Deinstitutis antiquis, necpatercum filiopubere, necsočercum generis lauabatur. Quia interista fancta Vincula, non magis quàm in aliquo sacra tolo nudare se ne fasesse credebatur. Sed transeamusiamadeosritus, qui com inunivsuretinebanturin Thermis. Perinitia institutihuius, narratSenecaad Lucillum consueuifse veteresquotidiebrachia, & cruralauare, totosnundi nisfolùm. Cæterùm poft Magni Pompei ętatē (cuiusmemoria notatur præra. Qa ij Ad quintam variosextendit Roma labores, Sexta quieslafis,septimafiniserit. Sufficitinnonam nitidisoctaua palæstris, Imperat extructos frangerenonatoros. Hora libellorum decimaest Euphememeorum, Temperat ambrosias cùm tuacuradapes. Octavam verò dieihoram fuisselauationibus propriam,tùm publica,tùm pri M. Tullius CICERONE, uata testantur exempla. M. Tullius scribit ad Atticum de Cesare: Ambulavit inquitinlittore,pofthoram octauamin balneum, vnctusest, accubuit, edit, bibitq;opiparè. Horam & distinctionem temporum aliquamadnotamusex Galenus, Galeno v.de Sa.tuen.d. ANTONINO Imp. cognomento Pius, ad curam corporis promptifsimus, subbrumabreuibus, f.diebus, sole Occidente in palestram ingressus, sub indeole operun & tus lauarierat solitus: in Solstitio autemhora Thermehie-nona, autfummumdecima. Porrò quod legitur apud aliquos authores,Ther males, eteftimasaliquasfuise Hiemales, aliquasAestiuas;hæcnoneratcommunisom niumdistinctio, sedquarundam àcerto coelisitu dispositio. Quales Hiema lesfecissetraditVopiscusAurelianum Cæs.in Transtyberina regione; nimi rum ad meridiem expositæ,apertè solis fouebantur aspectu, itaq; ad hie males exercitationes aptissimæ. A e quaratione A estivas in Gordiano Iunior e meminitIul. Capitolinus, quæ in opaco fit uinter montem Celium & Esqui Bal.vfuspe-lias,gratas estate exercitationibus præftabant vmbras. Alioquî penes anni nesannitem tempora, vix vllaeratlauandidistinctio, sed benèpersonarum. Nam qui cun que lavabantura d exercitium, in differentert am hiem e, quam estate lauissent, quando cunquescilicetexercerentur.Sanitatisverò& mundicieicauf sa: quando cunque opusfuisset,velad priuatamcuique consuetudinem, vt de Telep o Grammaticom emin it Galen. v. de San. t u. qui lauari consueverat hieme bis mense, estate quater,medijs verò temporibus ter. Et de Primigene quodam FILOSOFO, quiquadie non lauisset, febricitabatomnino. Adde liciasautemac voluptates, velme tacente, priuataquoqueratio essedebuit,  & citràvllamaut regulam, autmensuram. Vnde Meridianæ lauaționes le Lychniinguntur, atqueetiam antemeridianę, & vespertinæ. Necnon  Medicine introductio. xi,trimixi,polymixi, idest angulorum & luminum,vnius, duorum,trium, plurium, Devrilitatibus Balnearum es quando primum Dalnceinvfum Medicina venêre. seruatur; nonaliam legimus fuiffe Rome Medicinam sexcenti sannis, quàm balnea. Quod teftatur PLINIO Receptos primùm è Græcia Medicos L. Aemilio,  M. Licinio Coff. vxxxv. Vrbis Romæ anno. Quádoqui dempetrari erant, nisi quiob cæliinclementiam crassarentur morbi. Nam quæ ex malo vitæregimine, ac ex termis causise ueni rep. Andrea Baccius. Andrea Bacci. Keywords: i bagni dei romani, De thermis – thermal baths – philosophy of thermal baths – implicatura ginnastica – le xii pietro pretiose – storia naturale del vino, bacco – terme romane – il vino e la filosofia, bacco ed Apollo, le xii pietre pretiose per ordine di dio I sardio II topatio III smeraldo IV barconchio IV saphhiro VI diaspro VII lingurio VIII agata IX amethisto X berillo XI chrisolito XII onice – tevere, le tibre au louvre, i vini. Thermopolium romanum – illustrazione – incisione terme romanae – natatio – piscina – ginnasio, mercurial, arte ginnastica. -- Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Bacci” – The Swimming-Pool Library

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