Grice e Cappelletti: la ragione
conversazionale e l’implicatura conversazionale dell’entellechia – izzing and
hazzing -- all’origine della filosofia antropologica – scuola di Roma –
filosofia romana – filosofia lazia -- filosofia italiana – Luigi Speranza, pel
Gruppo di Gioco di H. P. Grice, The Swimming-Pool Library (Roma). Filosofo romano. Filosofo lazio. Filosofo italiano. Roma,
Lazio. Grice: “I like Cappelletti – and so does he! He is into what he calls, in Latin, to show off, ‘philosophia
anthropologica,’ which is MY thing – I mean, one can explore the philosophy of
‘life’ (bios) per se, and Aristotle on the ‘entelechia’ of a vegetable, but
vegetable implicatures are boring (to us); the idea of ‘psychology’ features
large, and also ‘vita.’ When Cicero dealt with Aristotle’s philosophy of life
(zoe, bios, psyche) he found himself in trouble: vita, anima – And then came
Ficino and Pico! Cappelletti knows it all, and it shows!” -- Vincenzo Cappelletti (Roma ), filosofo. Dopo gli studi liceali classici, si laurea
prima in medicina poi in filosofia. Consegue la libera docenza in storia della
scienza che insegna, per incarico, all'Perugia, quindi, all'Roma La Sapienza
dove consegue l'ordinariato; ha successivamente insegnato la stessa disciplina
all'Università Roma Tre fino a quando è andato in quiescenza. Collabora con
l'Istituto dell'Enciclopedia Italiana di Roma, fino a diventarne vicedirettore
generale, quindi, l'anno successivo, direttore generale. Questo periodo, vedrà
una progressiva affermazione sia in campo nazionale che internazionale
dell'Istituto, con un forte incremento nella produzione delle opere nonché
l'apertura di nuovi ed innovativi progetti editoriali. Vicepresidente e
direttore scientifico dell'Enciclopedia Italiana, carica rivestita negli anni
trenta da Giovanni Gentile, poi da Gaetano De Sanctis, quindi da Aldo Ferrabino
di cui C. sarà appunto collaboratore. Già condirettore della rivista di storia
della scienza Physis e degli Archives Internationales d'Histoire des Sciences,
dirige Il Veltro. Rivista della civiltà italiana (da lui fondata assieme a
Ferrabino), nonché presiede la casa editrice Studium. È anche socio storico dei
"Martedì Letterari". Presidente della Domus Galilaeana di Pisa e dell'Académie
Internationale d'Histoire des Sciences. Presidente della Società Italiana di
Storia della Scienza (presidente onorario dal ) e dell'Istituto Accademico di
Roma. Inoltre, commissario straordinario dell'Istituto Italiano di Studi
Germanici, quindi presidente, promuovendone il passaggio da istituzione
culturale a ente di ricerca. Presiede inoltre la Società Europea di Cultura,il
Centro Italiano di Sessuologia, la Fondazione Nazionale "C. Collodi",
il Consorzio BAICR-Sistema Cultura (Biblioteche e Archivi Istituti Culturali di
Roma), la Fondazione FUCI. Dottore honoris causa dell'El Salvador e di
Moron-Buenos Aires, è stato socio straniero dell’Accademia delle Scienze di
Bucarest. Riceve il Premio internazionale Montaigne per le scienze umane.
Medaglia d'oro al merito accademico, è insignito della medaglia Koiré
dell'Académie Internationale d'Histoire des Sciences e, per due volte, della
medaglia d'oro al merito della cultura italiana, sia per gli sviluppi
dell'Enciclopedia Italiana che per la promozione degli studi di storia della
scienza. La sua attività scientifica ha
riguardato inizialmente la storia e l'epistemologia delle scienze biologiche
nella Germania dell'Ottocento, quindi le teorie psicoanalitiche, in particolare
la psicoanalisi freudiana e la psicologia analitica, nei loro rapporti con le
altre discipline socio-umanistiche, fra cui l'antropologia, la politica e la
filosofia. Ha anche curato collectanee su aspetti del pensiero nonché le opere
di alcuni scienziati del Settecento e dell'Ottocento, fra cui Morgagni, Emil Du
Bois-Reymond, Virchow, Helmholtz. Quindi, dopo aver ulteriormente approfondito
gli aspetti storiografici e metodologici delle scienze esatte e naturali, i
suoi interessi di ricerca si sono rivolti verso la filosofia e la sociologia
delle scienze, analizzando, sia dal punto di vista storiografico che
epistemologico, i rapporti storico-dialettici fra scienza e società, con
particolare riguardo alle scienze umane. Emil Du Bois-ReymondI sette enigmi del
mondo, Firenze, Tip. L'impronta,; Atomi e vita, Bologna, Cappelli; Entelechìa.
Saggi sulle dottrine biologiche; Firenze, G.C. Sansoni; Opere di Helmholtz,
Torino, POMBA; Virchow Vecchio e nuovo vitalismo, Roma-Bari, Editori Laterza; L'interpretazione
dei fenomeni della vita, Bologna, Società editrice il Mulino; Emil Du
Bois-ReymondI confini della conoscenza della natura, Milano, Giangiacomo
Feltrinelli; Freud. Struttura della metapsicologia, Roma-Bari, Editori Laterza;
Epistemologia, metodologia clinica e storia della scienza medica, curati da C. e
Antiseri; Roma, Arti grafiche E. Cossidente; La scienza tra storia e società,
Roma, Edizioni Studium; Saggi di storia del pensiero scientifico dedicati a
Valerio Tonini, Roma, Casa Editrice Jouvence; Antropologia dei valori e critica
del marxismo, Roma, PWPA-Edizioni dell'Accademia; Alle origini della
"philosophia anthropologica", Napoli, Guida; De sedibus, et causis.
Morgagni nel centenario (curato assieme a Federico Di Trocchio), Roma, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana; L'Enciclopedia Italiana per l'Europa: le nuove
opere Treccani, Roma, Quaderni de Il Veltro; Le scienze umane nella cultura e
nella società odierne, Edizioni Studium; Etnia e Stato, localismo e
universalismo, Roma, Edizioni Studium; Introduzione a Freud, Roma, Laterza; Filosofia
come scienza rigorosa. Edmund Husserl a centocinquant'anni dalla nascita (con
Renato Cristin), Soveria Mannelli (CZ), Rubbettino, L'Università e la sua
riforma (curato assieme a Giuseppe Bertagna), Roma, Edizioni Studium,. Natura e
pensiero. Percorsi storico-filosofici, Roma, Aracne Editrice,. Onorificenze
Medaglia d'oro ai benemeriti della cultura e dell'artenastrino per uniforme
ordinaria Medaglia d'oro ai benemeriti della cultura e dell'arte, Roma; Notizie
bio-bibliografiche sull'autore si trovano in C., Natura e pensiero. Percorsi
storico-filosofici, Aracne Editrice, Roma,, Introduzione di G. Cimino; Appendice;
Cfr. C. "Attualità della storiografia scientifica", in: La storiografia della scienza: metodi e
prospettive, Quaderni di storia e critica della scienza, Domus Galilaeana
(Pisa), CLUEB, Bologna. La maggior parte delle notizie biografiche qui
riportate, sono tratte dalla biografia dell'autore scritta da Cimino per
l'Enciclopedia Italiana; Istituto Italiano di Studi germaniciHome page Società europea di Cultura; Cimino, C.,
Enciclopedia Italiana, Appendice, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
C., Treccani Enciclopedie, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. italiana di Vincenzo Cappelletti, su
Catalogo Vegetti della letteratura fantastica, Fantascienza Registrazioni di Vincenzo Cappelletti, su
RadioRadicale, Radio Radicale. C. La nascita della Psicoanalisi. Aforismi,
storia del termine inconscio, documento video, Rai Scuola. Filosofia Filosofo
Storici della scienza italiani Roma Roma.
Il termine entelechia (entelechìa, dal greco ἐντελέχεια) è stato coniato
da Aristotele per designare la sua particolare concezione filosofica di una
realtà che ha iscritta in se stessa la meta finale verso cui tende ad
evolversi. La crescita di una pianta, con cui essa tende a realizzare la
propria entelechia. È infatti composto dai vocaboli en + telos, che in greco
significano «dentro» e «scopo», a significare una sorta di «finalità
interiore». Aristotele parla di entelechia in contrapposizione alla
teoria platonica delle idee, per sostenere come ogni ente si sviluppi a partire
da una causa finale interna ad esso, e non da ragioni ideali esterne come
affermava invece Platone che le situava nel cielo iperuranio. Entelechia è
quindi la tensione di un organismo a realizzare se stesso secondo leggi
proprie, passando dalla potenza all'atto. È noto infatti come, secondo
Aristotele, il divenire si possa considerare pienamente spiegato quando se ne
individuino le sue quattro cause: Causa Materiale, Causa Formale, Causa
Efficiente e Causa Finale. Per designare il compimento del fine Aristotele usò
appunto il termine entelechia che indica lo stato di perfezione, di qualcosa
che ha raggiunto il suo fine. I neoplatonici si avvicinarono in parte alla
concezione aristotelica secondo cui la forma di un corpo doveva essere anche
immanente ad esso e non solo platonicamente trascendente, tuttavia trovarono
riduttiva l'identificazione dell'anima con l'entelechia, essendo l'anima per
costoro qualcosa di anteriore al corpo e comunque autonomo rispetto ad esso.
Una sintesi tra la concezione aristotelica e quella neoplatonica si trova in
Campanella, per il quale la natura è un complesso di realtà viventi, ognuna
animata e tendente al proprio fine, ma d'altra parte tutte unificate e
armoniosamente dirette verso una meta comune da una stessa universale Anima del
mondo. Anche Leibniz conciliò l'entelechia aristotelica con la visione
neoplatonica, facendone una proprietà essenziale della monade, cioè di ogni
"centro di energia", capace di svilupparsi autonomamente verso la
propria meta o destino: ogni monade non riceve alcun impulso dall'esterno, ma
tutte insieme formano un complesso unitario, retto al suo interno da un'armonia
prestabilita da Dio, Monade suprema. Esse sono infatti coordinate al pari di
tanti orologi, funzionanti per conto proprio ma sincronizzati tra di
loro. Goethe in seguito designò come entelechia l'archetipo della pianta,
cioè il modello ideale di ogni tipo vegetale che si estrinseca in maniera
tangibile nelle sue fasi di sviluppo esteriore, adattandosi di volta in volta
alle differenti condizioni ambientali in cui si imbatte. Nel Novecento il
termine entelechia è stato riproposto dal filosofo e biologo Hans Driesch per
designare la forza vitale da lui ritenuta immanente agli embrioni e
responsabile del loro sviluppo, in opposizione alle teorie meccaniciste che li
consideravano alla stregua di «macchine». Aristotele ne parlava infatti come di
qualcosa che ha la «vita in potenza» (De Anima); Così Plotino in Enneadi; Goethe,
La metamorfosi delle piante; Sul concetto di entelechia in Goethe, cfr. il
saggio di Giorgio Dolfini, L'entelechia di Faust, Olschki; Dizionario di
filosofia Treccani. Voci correlate Aristotele Monade Entelechia, Enciclopedia
Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc. Entelechia, in Catholic Encyclopedia,
Robert Appleton Company.Filosofia Portale Filosofia: filosofia Categorie:
AristoteleConcetti filosofici greciNeoplatonismoStoria della scienza. entelechia
Termine usato da Aristotele in contrapposto a potenza (δύναμις), per designare
la realtà che ha raggiunto il pieno grado del suo sviluppo. Il termine fu
ripreso da Leibniz per indicare la monade, in quanto ha in sé il perfetto fine
organico del suo sviluppo. Nel campo delle scienze biologiche il termine
è stato usato per definire il principio dirigente dello sviluppo di ogni
organismo. In questa accezione il termine e. fu ripreso da Driesch, che nella
sua dottrina neovitalistica ammise l’esistenza di un principio organico
individuale avente in sé l’idea della realtà perfetta, cioè dell’organismo
completamente sviluppato. Energeia and Entelecheia. Entelecheia possible to
transfer this meaning to the opposite extreme, so something can be “completely
ruined” or destroyed: “even death is by a transference of meaning called
an end, because both are extremes, and the end for the sake of which
something is is an extreme” (Met.). Thus, telos is not
determined by its being opposed to something. It is not logically or
ontologically dependent on its opposite. Rather, the opposite is borrows its
meaning from the telos. It is not defined as the end-point of a sequence. Rather,
the sequence is derived from it by positing an opposite. Aristotle argues for
the primacy of an ongoing condition of telos over telos as
endpoint in his discussion of happiness in a complete life (Eth. Nich.). The
primacy of the completion-related use of “telos” (fine, end) over its sequence-related
usage is reinforced by Aristotle’s use of telos to
mean source (archē). The completion-related use is evident in
the phrase, “hoi en telei,” which refers to a governor or magistrate. Telos thus
suggests “origin (archē)”, a source of action, events, or being that
directs or structures what arises from it. Aristotle argues for the
identification of telos with archē in Met. To be
a telos is primarily to be that for the sake of which, which is
different from (though not exclusive of) being an end-point of change
(Met.). When we speak of teleology, we may not necessarily mean
Aristotle’s concept of telos. We seem to mean the Scholastic idea of
teleology, that is, an assimilation of the Aristotelian idea to the historical
concept of divine providence (il fatum). It thus takes on the usage, for us, of
a kind of goal set for a creature in advance, external to it, and toward which
it is confined to strive. By contrast, at minimum, telos in Aristotle
means the inherent completeness or wholeness of a thing, a
completeness that may coincide with, and be the thing itself. “
Telos ,” for Aristotle, does not primarily
mean “ended,” or “ finished .” It means
“complete,” “fully there ,”whole,” “entire ;” and here it
means “having its complete sense.” Its finality is akin to what makes us
say “at last ,” as in “at last we find water.” Echein. The
word echein means “to have” or “to hold on” to something. The
“grip” of having, as it were, is “being in charge of, keeping,” or even
“holding in guard, keeping safe,” and in a related sense, “holding fast,
supporting, sustaining, or staying.” The infinitive can mean “to be able.” When
a location is specified, it can mean “to dwell” there. The relationship
of telos to being is the reason the word echei ,
“have,” is im portant to entelecheia. Aristotle uses
echein to say: “Those things are said to be complete [ teleia ]
for which a good telos initiates activity from within [
huparchei ], since it is by having the telos that they are complete
” (Met.). A thing is complete (teleia) by having or holding onto
telos . “Having,” then, stands in for the term “initiate from within”
(huparchei ), a word often translated as “belong to” or “be present.”
Echein, then, is another way to express the inherence of the telos
. The most revelatory sense of echein for our current context,
perhaps, is that in ordinary Greek the verb can substitute for “be”: in
response to a greeting, kalōs echei means “it is well.”
29 Now3: Energeia and Entelecheia Energeia and Entelecheia in the Proof
of Change 10 “having,” “holding on,” and “sustaining” are ongoing conditions
or activities. Using echein as a synonym for being, then suggests
that being is not static or passive, but a continual accomplishment. Based
on these considerations, it seems clear that the standard practice, which
translates both energeia and entelecheia with the
word “actuality,” should be abandoned. Energeia should be
rendered “being-at-work” or “activity,” but could also be translated “being
insofar as it works.” Entelecheia can only be rendered by a range
of nearly-equivalent renderings. “en-“ literally makes the word
mean ‘being in the telos,’ ‘telos’ is not conceived
horizontally as “at the end of a sequence” or “finished off,” but vertically,
as fulfillment, completion, or accomplishment, while echein means
ongoing activity, but also is a word for being. In
general, entelecheia should be rendered by
“being-complete,” with the word “being” a translation of “having” (echein), and
understood as an ongoing accomplishment. Less versatile translations are
“staying-fulfilled,” “holding o nto completion,” “holding itself in
completion,” “holding its completion in itself,” “in active completion,” and
other such formulae. Energeia and
Entelecheia in the Proof of Change Now that we have examined the
words energeia and entelecheia themselves in general,
we need to see how they are used in Aristotle’s account of change, and to
resolve an apparent self -contradiction in the use of being-complete
(entelecheia) to define incomplete motion. I shall argue
that energeia applies to individuals,
while entelecheia applies to composites, a broader class of things
that includes individuals. In the proof for the existence of
change, energeia and entelecheia are used differently:
being- built (oikodomeitai) is the being-at-work (energeia) of what is
built (oikodomēton ), while building (oikodomēsis) is change (kinēsis) and the
being-in-completion (entelecheia) of what is built as built:
being-complete (entelecheia) change building being-at-work (
energeia ) of agent being-at-work ( energeia ) of what is worked-on
builder / agent ( oikodomikon ) buildable / patient ( oikodomēton ) requires
buildable requires builder Energeia as being-built ( oikodomeitai )
means theVincenzo Cappelletti. Keywords: alle origini della filosofia
antropologica, entelechia – vita – filosofia della vita – Grice, “Philosophy of
Life” – Aristotle on entelechia – storia della scienza – storia dela psicologia
filosofica --. Il concetto di entelechia. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e
Cappelletti” – The Swimming-Pool Library. Cappelletti.
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