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Tuesday, November 26, 2024

GRICE E CAPPELLETTI

 

Grice e Cappelletti: la ragione conversazionale e l’implicatura conversazionale dell’entellechia – izzing and hazzing -- all’origine della filosofia antropologica – scuola di Roma – filosofia romana – filosofia lazia -- filosofia italiana – Luigi Speranza, pel Gruppo di Gioco di H. P. Grice, The Swimming-Pool Library (Roma). Filosofo romano. Filosofo lazio. Filosofo italiano. Roma, Lazio. Grice: “I like Cappelletti – and so does he! He is into what he calls, in Latin, to show off, ‘philosophia anthropologica,’ which is MY thing – I mean, one can explore the philosophy of ‘life’ (bios) per se, and Aristotle on the ‘entelechia’ of a vegetable, but vegetable implicatures are boring (to us); the idea of ‘psychology’ features large, and also ‘vita.’ When Cicero dealt with Aristotle’s philosophy of life (zoe, bios, psyche) he found himself in trouble: vita, anima – And then came Ficino and Pico! Cappelletti knows it all, and it shows!” --  Vincenzo Cappelletti (Roma ), filosofo.  Dopo gli studi liceali classici, si laurea prima in medicina poi in filosofia. Consegue la libera docenza in storia della scienza che insegna, per incarico, all'Perugia, quindi, all'Roma La Sapienza dove consegue l'ordinariato; ha successivamente insegnato la stessa disciplina all'Università Roma Tre fino a quando è andato in quiescenza. Collabora con l'Istituto dell'Enciclopedia Italiana di Roma, fino a diventarne vicedirettore generale, quindi, l'anno successivo, direttore generale. Questo periodo, vedrà una progressiva affermazione sia in campo nazionale che internazionale dell'Istituto, con un forte incremento nella produzione delle opere nonché l'apertura di nuovi ed innovativi progetti editoriali. Vicepresidente e direttore scientifico dell'Enciclopedia Italiana, carica rivestita negli anni trenta da Giovanni Gentile, poi da Gaetano De Sanctis, quindi da Aldo Ferrabino di cui C. sarà appunto collaboratore. Già condirettore della rivista di storia della scienza Physis e degli Archives Internationales d'Histoire des Sciences, dirige Il Veltro. Rivista della civiltà italiana (da lui fondata assieme a Ferrabino), nonché presiede la casa editrice Studium. È anche socio storico dei "Martedì Letterari". Presidente della Domus Galilaeana di Pisa e dell'Académie Internationale d'Histoire des Sciences. Presidente della Società Italiana di Storia della Scienza (presidente onorario dal ) e dell'Istituto Accademico di Roma. Inoltre, commissario straordinario dell'Istituto Italiano di Studi Germanici, quindi presidente, promuovendone il passaggio da istituzione culturale a ente di ricerca. Presiede inoltre la Società Europea di Cultura,il Centro Italiano di Sessuologia, la Fondazione Nazionale "C. Collodi", il Consorzio BAICR-Sistema Cultura (Biblioteche e Archivi Istituti Culturali di Roma), la Fondazione FUCI. Dottore honoris causa dell'El Salvador e di Moron-Buenos Aires, è stato socio straniero dell’Accademia delle Scienze di Bucarest. Riceve il Premio internazionale Montaigne per le scienze umane. Medaglia d'oro al merito accademico, è insignito della medaglia Koiré dell'Académie Internationale d'Histoire des Sciences e, per due volte, della medaglia d'oro al merito della cultura italiana, sia per gli sviluppi dell'Enciclopedia Italiana che per la promozione degli studi di storia della scienza.  La sua attività scientifica ha riguardato inizialmente la storia e l'epistemologia delle scienze biologiche nella Germania dell'Ottocento, quindi le teorie psicoanalitiche, in particolare la psicoanalisi freudiana e la psicologia analitica, nei loro rapporti con le altre discipline socio-umanistiche, fra cui l'antropologia, la politica e la filosofia. Ha anche curato collectanee su aspetti del pensiero nonché le opere di alcuni scienziati del Settecento e dell'Ottocento, fra cui Morgagni, Emil Du Bois-Reymond, Virchow, Helmholtz. Quindi, dopo aver ulteriormente approfondito gli aspetti storiografici e metodologici delle scienze esatte e naturali, i suoi interessi di ricerca si sono rivolti verso la filosofia e la sociologia delle scienze, analizzando, sia dal punto di vista storiografico che epistemologico, i rapporti storico-dialettici fra scienza e società, con particolare riguardo alle scienze umane. Emil Du Bois-ReymondI sette enigmi del mondo, Firenze, Tip. L'impronta,; Atomi e vita, Bologna, Cappelli; Entelechìa. Saggi sulle dottrine biologiche; Firenze, G.C. Sansoni; Opere di Helmholtz, Torino, POMBA; Virchow Vecchio e nuovo vitalismo, Roma-Bari, Editori Laterza; L'interpretazione dei fenomeni della vita, Bologna, Società editrice il Mulino; Emil Du Bois-ReymondI confini della conoscenza della natura, Milano, Giangiacomo Feltrinelli; Freud. Struttura della metapsicologia, Roma-Bari, Editori Laterza; Epistemologia, metodologia clinica e storia della scienza medica, curati da C. e Antiseri; Roma, Arti grafiche E. Cossidente; La scienza tra storia e società, Roma, Edizioni Studium; Saggi di storia del pensiero scientifico dedicati a Valerio Tonini, Roma, Casa Editrice Jouvence; Antropologia dei valori e critica del marxismo, Roma, PWPA-Edizioni dell'Accademia; Alle origini della "philosophia anthropologica", Napoli, Guida; De sedibus, et causis. Morgagni nel centenario (curato assieme a Federico Di Trocchio), Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana; L'Enciclopedia Italiana per l'Europa: le nuove opere Treccani, Roma, Quaderni de Il Veltro; Le scienze umane nella cultura e nella società odierne, Edizioni Studium; Etnia e Stato, localismo e universalismo, Roma, Edizioni Studium; Introduzione a Freud, Roma, Laterza; Filosofia come scienza rigorosa. Edmund Husserl a centocinquant'anni dalla nascita (con Renato Cristin), Soveria Mannelli (CZ), Rubbettino, L'Università e la sua riforma (curato assieme a Giuseppe Bertagna), Roma, Edizioni Studium,. Natura e pensiero. Percorsi storico-filosofici, Roma, Aracne Editrice,. Onorificenze Medaglia d'oro ai benemeriti della cultura e dell'artenastrino per uniforme ordinaria Medaglia d'oro ai benemeriti della cultura e dell'arte, Roma; Notizie bio-bibliografiche sull'autore si trovano in C., Natura e pensiero. Percorsi storico-filosofici, Aracne Editrice, Roma,, Introduzione di G. Cimino; Appendice; Cfr. C. "Attualità della storiografia scientifica", in:  La storiografia della scienza: metodi e prospettive, Quaderni di storia e critica della scienza, Domus Galilaeana (Pisa), CLUEB, Bologna. La maggior parte delle notizie biografiche qui riportate, sono tratte dalla biografia dell'autore scritta da Cimino per l'Enciclopedia Italiana; Istituto Italiano di Studi germaniciHome page  Società europea di Cultura; Cimino, C., Enciclopedia Italiana, Appendice, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. C., Treccani Enciclopedie, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.   italiana di Vincenzo Cappelletti, su Catalogo Vegetti della letteratura fantastica, Fantascienza  Registrazioni di Vincenzo Cappelletti, su RadioRadicale, Radio Radicale. C. La nascita della Psicoanalisi. Aforismi, storia del termine inconscio, documento video, Rai Scuola. Filosofia Filosofo Storici della scienza italiani  Roma Roma.  Il termine entelechia (entelechìa, dal greco ἐντελέχεια) è stato coniato da Aristotele per designare la sua particolare concezione filosofica di una realtà che ha iscritta in se stessa la meta finale verso cui tende ad evolversi. La crescita di una pianta, con cui essa tende a realizzare la propria entelechia. È infatti composto dai vocaboli en + telos, che in greco significano «dentro» e «scopo», a significare una sorta di «finalità interiore».  Aristotele parla di entelechia in contrapposizione alla teoria platonica delle idee, per sostenere come ogni ente si sviluppi a partire da una causa finale interna ad esso, e non da ragioni ideali esterne come affermava invece Platone che le situava nel cielo iperuranio. Entelechia è quindi la tensione di un organismo a realizzare se stesso secondo leggi proprie, passando dalla potenza all'atto. È noto infatti come, secondo Aristotele, il divenire si possa considerare pienamente spiegato quando se ne individuino le sue quattro cause: Causa Materiale, Causa Formale, Causa Efficiente e Causa Finale. Per designare il compimento del fine Aristotele usò appunto il termine entelechia che indica lo stato di perfezione, di qualcosa che ha raggiunto il suo fine. I neoplatonici si avvicinarono in parte alla concezione aristotelica secondo cui la forma di un corpo doveva essere anche immanente ad esso e non solo platonicamente trascendente, tuttavia trovarono riduttiva l'identificazione dell'anima con l'entelechia, essendo l'anima per costoro qualcosa di anteriore al corpo e comunque autonomo rispetto ad esso. Una sintesi tra la concezione aristotelica e quella neoplatonica si trova in Campanella, per il quale la natura è un complesso di realtà viventi, ognuna animata e tendente al proprio fine, ma d'altra parte tutte unificate e armoniosamente dirette verso una meta comune da una stessa universale Anima del mondo.  Anche Leibniz conciliò l'entelechia aristotelica con la visione neoplatonica, facendone una proprietà essenziale della monade, cioè di ogni "centro di energia", capace di svilupparsi autonomamente verso la propria meta o destino: ogni monade non riceve alcun impulso dall'esterno, ma tutte insieme formano un complesso unitario, retto al suo interno da un'armonia prestabilita da Dio, Monade suprema. Esse sono infatti coordinate al pari di tanti orologi, funzionanti per conto proprio ma sincronizzati tra di loro.  Goethe in seguito designò come entelechia l'archetipo della pianta, cioè il modello ideale di ogni tipo vegetale che si estrinseca in maniera tangibile nelle sue fasi di sviluppo esteriore, adattandosi di volta in volta alle differenti condizioni ambientali in cui si imbatte. Nel Novecento il termine entelechia è stato riproposto dal filosofo e biologo Hans Driesch per designare la forza vitale da lui ritenuta immanente agli embrioni e responsabile del loro sviluppo, in opposizione alle teorie meccaniciste che li consideravano alla stregua di «macchine». Aristotele ne parlava infatti come di qualcosa che ha la «vita in potenza» (De Anima); Così Plotino in Enneadi; Goethe, La metamorfosi delle piante; Sul concetto di entelechia in Goethe, cfr. il saggio di Giorgio Dolfini, L'entelechia di Faust, Olschki; Dizionario di filosofia Treccani. Voci correlate Aristotele Monade Entelechia, Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc. Entelechia, in Catholic Encyclopedia, Robert Appleton Company.Filosofia Portale Filosofia: filosofia Categorie: AristoteleConcetti filosofici greciNeoplatonismoStoria della scienza. entelechia Termine usato da Aristotele in contrapposto a potenza (δύναμις), per designare la realtà che ha raggiunto il pieno grado del suo sviluppo. Il termine fu ripreso da Leibniz per indicare la monade, in quanto ha in sé il perfetto fine organico del suo sviluppo.  Nel campo delle scienze biologiche il termine è stato usato per definire il principio dirigente dello sviluppo di ogni organismo. In questa accezione il termine e. fu ripreso da Driesch, che nella sua dottrina neovitalistica ammise l’esistenza di un principio organico individuale avente in sé l’idea della realtà perfetta, cioè dell’organismo completamente sviluppato. Energeia and Entelecheia. Entelecheia possible to transfer this meaning to the opposite extreme, so something can be “completely ruined”  or destroyed: “even death is by a transference of meaning called an end, because both are extremes, and the end for the sake of which something is is an extreme” (Met.). Thus,  telos  is not determined by its being opposed to something. It is not logically or ontologically dependent on its opposite. Rather, the opposite is borrows its meaning from the telos. It is not defined as the end-point of a sequence. Rather, the sequence is derived from it by positing an opposite. Aristotle argues for the primacy of an ongoing condition of  telos over telos as endpoint in his discussion of happiness in a complete life (Eth. Nich.). The primacy of the completion-related use of “telos” (fine, end) over its sequence-related usage is reinforced by  Aristotle’s use of telos to mean source (archē). The completion-related use is evident in the phrase, “hoi en telei,” which refers to a governor or magistrate. Telos thus suggests “origin (archē)”, a source of  action, events, or being that directs or structures what arises from it. Aristotle argues for the identification of telos with archē in Met. To be a  telos  is primarily to be that for the sake of which, which is different from (though not exclusive of) being an end-point of change (Met.).  When we speak of teleology, we may not necessarily mean Aristotle’s concept of  telos. We seem to mean the Scholastic idea of teleology, that is, an assimilation of the Aristotelian idea to the historical concept of divine providence (il fatum). It thus takes on the usage, for us, of a kind of goal set for a creature in advance, external to it, and toward which it is confined to strive. By contrast, at minimum, telos in Aristotle means the inherent completeness or wholeness of a thing, a completeness that may coincide with, and be  the thing itself. “ Telos ,”  for Aristotle, does not  primarily mean “ended,” or “ finished .” It means  “complete,” “fully there ,”whole,”   “entire ;” and here it means “having its complete sense.”  Its finality is akin to what makes us say  “at last ,” as  in “at last we find water.” Echein. The word  echein   means “to have” or “to hold on” to something. The “grip” of having, as it were, is “being in charge of, keeping,” or even “holding in guard, keeping safe,” and in a related sense, “holding fast, supporting, sustaining, or staying.” The infinitive can mean “to be able.” When a location is specified, it can mean “to dwell” there.  The relationship of  telos  to being is the reason the word  echei  , “have,” is im portant to  entelecheia.  Aristotle uses  echein  to say: “Those things are said to be complete [ teleia ]   for which a good  telos  initiates activity from within [ huparchei ], since it is by having the  telos  that they are complete ”  (Met.). A thing is complete (teleia) by having or holding onto  telos . “Having,” then, stands in for the term “initiate from within” (huparchei ), a word often translated as “belong to” or “be present.”  Echein,  then, is another way to express the inherence of the  telos . The most revelatory sense of  echein  for our current context, perhaps, is that in ordinary Greek  the verb can substitute for “be”: in response to a greeting,   kalōs echei   means “it is well.” 29  Now3: Energeia and Entelecheia Energeia and Entelecheia in the Proof of Change 10  “having,” “holding on,” and “sustaining” are ongoing conditions or activities. Using  echein  as a synonym for being, then suggests that being is not static or passive, but a continual accomplishment. Based on these considerations, it seems clear that the standard practice, which translates  both  energeia  and  entelecheia  with the word “actuality,” should be abandoned. Energeia  should be  rendered “being-at-work” or “activity,” but could also be translated “being insofar as it works.”  Entelecheia  can only be rendered by a range of nearly-equivalent renderings. “en-“  literally  makes the word mean ‘being in the  telos,’  ‘telos’ is not conceived horizontally as “at the end of a sequence” or “finished off,” but vertically, as fulfillment, completion, or accomplishment, while  echein  means ongoing activity, but also is a word for being. In general, entelecheia  should be rendered   by “being-complete,” with the word “being” a translation of “having” (echein), and understood as an  ongoing accomplishment. Less versatile translations are “staying-fulfilled,” “holding o nto  completion,” “holding itself in completion,” “holding its completion in itself,” “in active completion,” and other such formulae.   Energeia   and  Entelecheia  in the Proof of Change  Now that we have examined the words  energeia  and  entelecheia  themselves in general, we  need to see how they are used in Aristotle’s account of change, and to resolve an apparent self -contradiction in the use of being-complete (entelecheia)  to define incomplete motion. I shall argue that energeia  applies to individuals, while entelecheia applies to composites, a broader class of things that includes individuals. In the proof for the existence of change, energeia and entelecheia  are used differently: being- built (oikodomeitai)  is the being-at-work (energeia) of what is built (oikodomēton ), while building (oikodomēsis) is change (kinēsis) and the being-in-completion (entelecheia) of what is built as built:  being-complete (entelecheia) change  building  being-at-work ( energeia ) of agent being-at-work ( energeia ) of what is worked-on  builder / agent ( oikodomikon ) buildable / patient ( oikodomēton ) requires buildable requires builder  Energeia  as being-built ( oikodomeitai ) means theVincenzo Cappelletti. Keywords: alle origini della filosofia antropologica, entelechia – vita – filosofia della vita – Grice, “Philosophy of Life” – Aristotle on entelechia – storia della scienza – storia dela psicologia filosofica --. Il concetto di entelechia. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Cappelletti” – The Swimming-Pool Library. Cappelletti.

 

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