Grice ed Asclepiade: gl’accademici di Roma –
filosofia italiana – Luigi Speranza (Roma). Filosofo
italiano. Based in Rome, he was a member of the Accademia. He wrote a book on
the immortality of the soul based on his interpretation of certain
pronouncements of the oracle of Apollo at Delphi. Asclepiade.
Grice ed Asclepiade: Roma antica -- filosofia
italiana – Luigi Speranza. Filosofo
italiano. Friend of Lactanzio. Wrote a book on Providence. Asclepiade.
Grice ed Asclepiade: Roma antica -- filosofia
italiana – Luigi Speranza (Roma). Filosofo
italiano. He develops a new approach to medicine by introducing ideas on
atomism. Asclepiade.
Grice ed Ascoli – la scuola di Gorizia – filosofia
friulana -- filosofia italiana -- (Gorizia).
Filosofo friulano. Filosofo italiano. Gorizia, Friuli-Venezia Giulia. Considerato
il padre della dialettologia e dell’ideolettologia (H. P. Grice) in Italia, è
uomo e studioso di indiscusso spessore e importanza. A lui si devono alcune
delle più importanti intuizioni e riflessioni in campo filosofico-linguistico.
Fonda e dirige l’Archivio Glottologico Italiano, tra le più importanti riviste di
filosofia linguistica d'Europa. Il primo volume comprende i “saggi ladini,” a
cui è conferito il premio della Fondazione Bopp e il premio della Société pour
l'étude des langues romanes di Montpellier. Vi pubblica il celeberrimo saggio,
“L'Italia dialettale,” la prima classificazione dello spazio linguistico
italiano basato su criteri interni alle varietà linguistiche. È fin da subito
attratto da questioni linguistiche-filosofiche, probabilmente grazie all’amicizia
con lo studioso Filosseno, figlio di Luzzato. La sua città natale gode ai tempi
di una strategica posizione che permette l'approccio a diverse parlate,
italiano, tedesco, sloveno, ma anche FRIULANO e veneto. Dopo aver passato i
primi anni della maturità a dedicarsi allo studio glottologico e alla
riflessione, pubblica il primo fascicolo degli Studi Orientali e linguistici,
dimostrando una predisposizione allo studio dei fenomeni del mutamento
linguistico e una verace curiosità per le teorie della indoeuropeistica. Per
approfondimenti vedasi VILLAR, Gli indoeuropei e le origini dell'Europa. Lingua
e storia, cur. Siviero, Bologna, Mulino. Conosce, per sua stessa ammissione, le
teorie di Bopp, padre della linguisticacomparata e figura a cui si deve la
scoperta delle corrispondenze morfologiche tra lingue imparentate. I contributi fondamentali della
linguistica comparativa, soprattutto nel campo dell'indo-europeistica, sono
quelli di Jones, che individua, seppur in nuce, una serie di corrispondenze
lessicali tra la lingua latina (“ego”) e la greca (“ego”); Schlegel,che in Über
die Sprache und Weisheit der Indier ragiona su di una prima classificazione
delle lingue su base morfologica -- per cui distingue tra lingue flessive,
agglutinanti, ecc. -- e, sulla scia di quanto affermato prima da Jones,
riconferma l'esistenza di una parentela linguistica tra latino (ego) e greco
(ego); Bopp, che nel suo saggio più importante, Über das Conjugationssystem der
Sanskritsprache in Vergleichung mit jenem der lateinischen (ego) und griechischen
(ego) Sprache, individua per primo dei tratti morfologici, e non solo
lessicali, in comune tra le due lingue. È infatti errato confermare l' ipotesi
di discendenza genealogica tra lingue tramite la presa in analisi del solo
lessico simile. Esso infatti, nella scala della vulnerabilità al cambiamento
dei diversi domini linguistici, rappresenta il primo che ad esso è
suscettibile, per via della facilità con cui avvengono fenomeni di prestito o
calco). A Rusk si deve poi l'ulteriore merito di aver individuato tra le lingue
citate una serie di corrispondenze a livello fonetico. Ascoli, che da subito
dimostrò interesse per la linguistica, si avvicinerà ben presto anche a questo mondo. A quei tempi in Germania la filologia
germanica stava compiendo grandi passi in ambito linguistico (si ricordino la
scoperta delle leggi di Grimm e di Verner che regolano il mutamento fonetico
nel passaggio dall'indoeuropeo alle lingue europee, in particolare germaniche)
e proprio, tra gli altri, i suoi lavori sulle lingue semitiche, sul sanscrito,
sull'iranico, e l'aver introdotto in Italia il metodo storico-comparativo
valsero ad Ascoli la nomina di membro della Società Orientale di Lipsia, oggi Società
Orientalistica Tedesca. A. Muore a
Milano. Il progetto pasitelegrafico e i
suoi antecedenti. L'interesse d’A. per il sistema pasi-grafico e il sistema pasi-lalico
comincia quando da alla luce un saggio - che non si premura mai di intitolare-,
pubblicandolo in appendice al Mosaico filologico. Il Mosaico filologico
costituisce una parte dell'opera complessiva Memorie filologiche. Il carattere
delle proposte differisce significativamente nelle parti. Nella prima parte, A.
enuclea alcuni principi e regole di formazione, derivazione e flessione. Nella
seconda parte, con atteggiamento più cauto, annota riflessioni e spunti sulla
costruzione di UNA LINGUA UNIVERSALE, fermandosi sul lessico, sulla morfologia e
anche sull'alfabeto, e motivando le ragioni che lo inducono a compiere questo
tentativo. BONOMI, Idee per un progetto di lingua universale in un inedito d’A.,
Milano, Accademia Scientifico-Letteraria. Studi in onore di Vitale, cur. Barbarisi,
Decleva, Morgana, Milano, Monduzzi. L’intuizione
di comporre una lingua internazionale deriva da molteplici fattori, che
possiamo però considerare tra loro collegati. Da un lato, la sua educazione classica
può aver generato in A. l'utopica idea dell'unità linguistica e, quindi, dei
popoli. Importante poi è sicuramente la convinzione sull'origine mono-genetica
delle lingue. Infine, gioca un ruolo fondamentale il tempo speso per la ricerca
nel campo della linguistica comparativa e dei tratti comuni alle lingue, come
la conoscenza delle teorie dell'indo-europeistica. I sostenitori della teoria
monogenetica credono possibile ricondurre a un unico uomo (o popolo) la
discendenza di tutti gli altri. Come conseguenza di questo fatto, alcuni
linguisti sostengono che in origine sulla terra fosse parlata e intesa una sola
e unica lingua. Almeno fino all'avvento della linguistica scientifica, e
soprattutto per influsso della tradizione religiosa, che vuole la nascita delle
diverse lingue storico-naturali come castigo a seguito dell'erezione della
mitica torre di Babele, nome che qualche studioso accosta a balal, 'confondere'
-- GRANDI, Fondamenti di tipologia linguistica, Roma, Carocci («Bussole»)] -, si crede che la lingua
primordiale è l'ebraico e che da questo sono discese tutte le altre. Così ad
esempio crede anche Isidoro, quando nelle sue Etymologiae scrive: ex linguis
gentes, non ex gentibus linguae exortae sunt. VINEIS, MAIERIÙ, La linguistica
medievale, Storia della linguistica, cur. Lepschy, Bologna, Mulino]. Al di là
delle influenze religiose, la teoria del mono-genismo linguistico trova
sostenitori anche dopo l'avvento della linguistica comparativa (forte delle
prime considerazioni attorno ai tratti comuni a più lingue e alla successiva
ricerca in ambito di tipologia linguistica - il cui merito va a Humboldt, padre
della disciplina e figura a cui A. fa spesso riferimento) e conta tra le sue
file numerosi sostenitori anche al giorno d'oggi. S’evince nel saggio la
primogenita volontà di utilizzare come sistema di comunicazione internazionale
i numeri da 1 a 17, associando a ciascuno una consonante secondo una scala
crescente di difficoltà – al l numero 1 la consonante più semplice - e non
specifica cosa con questa affermazione intenda (H. P. Grice crede ‘d,’ da
‘dada,’ Speranza ‘b’ da ‘baba’ – mio babbino caro – Strawson ‘m’, da ‘mama’ -- per
arrivare fino al 17, stante per la consonante più complicata. La lingua così pensata d’A. - che ignora
completamente i suoni vocalici ed è priva di segni diacritici o di
punteggiatura - si configura più come un sistema crittografico per sola
scrittura in cui a ogni numero è possibile ricondurre un solo suono, che come
una vera e propria lingua – il deutero-Esperanto. Già nel secondo suo saggio però A. abbandona
l'idea di comporre la sua pasi-grafia con i soli numeri arabi, giacché l'uso di
numeri superiori al 9 (composti quindi da doppia cifra) causa grossi fra-intendimenti,
forse risolvibili solamente tramite l'introduzione di spazi o segni di
punteggiatura preposti, a segnarne i confini, opzione che comunque non viene
contemplata. Se, ad esempio, si segue una serie di corrispondenze per cui, come
in latino, 1=”b”, 2=”c”, 3=”d”, [...] 11=r, 12=s, 13=t in mancanza di spazi tra
un numero e l'altro come si puo asserire che “12” = “bc” – la prima e la
seconda -- e non “s” – la XII? Così A. propone un sistema alterno di scrittura
che prevede l'uso di solo IX consonanti, e precisamente solo di quelle che
mancano del tratto +sonoro - cioè le sorde. Per realizzare l'equivalente
consonante *sonora*, A. propone di utilizzare il grafo della consonante sorda
con sovrapposto un piccolo punto (es. plp] e ?[b]). Cf. H. P. Grice, “Phoneme
and distincive features”. Per quanto riguarda il lessico, A. vi riserva la
parte più consistente d’entrambe le due parti del suo saggio. Nella prima, A. propone un
sistema di glossopoiesi che define come “graduale,” in cui i nomi primitivi -- di
cui disfortunatamente non fornisce una definizione, ma si limita piuttosto a
dare una sommaria lista -- posseggono obbligatoriamente la vocale «a» e ai
quali, mediante l'aggiunta di altri prefissi vocalici, è possibile MODIFICARE
IL SIGNIFICATO secondo una scala privativa. Un'E (seconda vocale) pre-posta al
nome primitivo ne scema d'un grado la forza. Un O (la quarta vocale) pre-posto
al nome primitivo ne scema di DUE gradi la forza. Un I (la terza vocale) preposto
al nome primitivo ci dà il senso OPPOSTO, es. A = “il divino”; E-A, “angelo” –
animato incorporale --, oa, “anima” (=animale, uomo, ma essere vivente in gnere
--, ia “demonio” – il non-divino – cf. Satana, l’angelo caduto. BONOMI. Non
sfugge poi che la lingua del Deutero-Esperanto d’A. Puo rimandare per alcuni
versi alla pan-glottia fantasiosa di Comenio che, oltre a sfruttare il
procedimento fono-simbolico, prevede una serie di morfi che ha il ruolo di MODULARE
GRADUALMENTE il significato – in sensu latu, il SENSO -- delle parole così
ottenute. Una ulteriore “A-“ vale allora, come in greco, "privazione"
– cf. Grice, “Negation and privation” --,
', una E "eliminazione", una U "accrescimento" ', ecc. Quindi, se “lus” significa
"luce", “a-lus” significa "buio" -- cf. VELIA, a-peiron.’ E “u-lus” significa
"luce splendente" [SIMONE]. CHIUSAROLI, «La Pasi-tele-grafia d’Ascoli
(cf. Grice, tele-mentationalism) nella riflessione linguistica europea, tra
paradigma universalista e scritture veloci, La cultura linguistica italiana,
Roma, Bulzoni. Nella seconda parter,
A. propone invece di proseguire mediante un lavoro di tipo comparativo tra le
varie lingue al fine di individuare le radici comuni mono-sillabiche, a cui
successivamente è possibile modificare il significato in un derivato. Per A.,
fondamentale importanza nella creazione del lessico deve poi ricoprire la
componente onomatopeica, di modo che i suoni che compongono le nuove parole
siano quanto più possibile motivati (“ouch” – theory, groan – Grice), icon. A. crede
che è onomatopeicamente motivato un nesso bi-tri-sillabici, da cui l'idea di
adottare lo stesso principio anche nella sua pasigrafia. In questo è evidente
anche l'influenza di Humboldt, al quale A. riporta la teorizzazione di una
lingua madre (lingua matrix) che, costruita nella ricerca d’elementi comuni
alle lingue "figlie" attraverso l'apporto fondamentale dell'elemento
significativo ARBITRARIO (‘ad placitum’) e di quello onomatopeico (motivato e
dunque non arbitrario), consenta la comunicazione universale, come nell’antico
ario, “il riferimento privilegiao della mia ricerca.” Quando tratta della
componente morfologica della sua lingua, propone, come tanti filosofi fanno
prima e di lui – dall’Accademia e poi --, una semplificazione delle
coniugazioni e delle declinazioni. Questa sostanzialmente è la prima - semplice
- proposta (o, se vogliamo, le prime due) che A. fa di lingua, ma non è
l'ultima e nemmeno la più importante. Infatti, a seguito della notizia della
stampa di un'opera analoga a Vienna, A. si decide di stendere per iscritto, e
nel più breve tempo possibile («pure m'impegno di cominciare in pubblici fogli,
entro dieci giorni al più tardi»), la sua personale, rivista e definitiva
proposta di lingua del Deutero-Esperanto. Così come promete, pubblica dunque il
suo progetto integrale di pasigrafia - che nomina Pasitelegrafia - il cui scopo
dichiarato è quello di facilitare la comunicazione tramite telegrafo tra
differenti parlanti. Dimostra di conoscere i progetti e gl’intenti di Gesner,
Bacon, Becker, Kircher, Wilkins, Descartes, Comenio, Leibniz, Dalgarno e altri,
così come prima di lui confessano i nostri SOAVE (si veda) e MATRAJA (si veda).
A. accenna allo stesso SOAVE (si veda), ma ne critica i risultati asserendo che
proponendo SOAVE (si veda) stesso una scrittura universale cade nel sistema
figurativo che trascina al labirinto minoico, ed ammisera lo scopo della lingua
universale del Deutero-Esperanto, supponendola particolarmente un veicolo
letterario, e perciò ostinatamente INUTILE quando si ha il latino di Cicerone e
d’Orazio. Come sottolinea Chiusaroli nel
suo saggio su A.l'Autore recupera dunque nomi e temi della teoresi
universalista, di cui ri-propone (per superarli, d in parte riproducendoli) la
tassonomia combinatoria per l'edificazione di una ‘biblioteca universalis’ dei
saperi (Gesner), l'analisi misterica e simbolica delle scritture figurate e
crittografiche (Kircher), la propedeutica operazione dell'astrazione delle
forme rispetto alle lingue storiche (Bacone), la dominanza attribuita al
significato nell'elaborazione del sistema dei primitivi (Comenio), la correlata
dimensione logica annessa al presupposto della grammatica generale (Cartesio),
il metodo della riduzione alle unità lucreziane minime concettuali (Wilkins) e
l'idea della scrittura come strumento di comunicazione globale e l'autonomia
del significante pasigrafico (Bacone, Wilkins e Maimieux), l'assunzione del
modello matematico per la rappresentazione meta-linguistica del reale
(Leibniz), la semplificazione morfologica come indice della perfezione
strutturale (Faiguet, GIGLI (si veda)), la redazione del vocabolario di base
e/o universale poli-glotta con corrispondenze
numeriche (Hourwitz). La lingua d’Ascoli è allora volta alla
comunicazione di tipo tecnico-scientifico, tra nazioni che vogliano lo scambio
facile e veloce di informazione, e non alla stesura di opere letterarie. A. cita
il lavoro di GIGLI (si veda), la cui lingua la forma egli pure da mutilazioni
galliche. Di nuovo, il filosofo goriziano non riserva parole gentili per il
collega italiano. La sua idea di lingua Deutero-Eperanto è diversa e scavalca
gl’impedimenti grafici legati ai singoli alfabeti, scegliendo di esprimersi per
cifre, ciascuna delle quali passibile di trasmutazione in simbolo telegrafico
e, quindi, in idea o concetto, comunicabile in tutta l’Italia – “da Gorizia
alla Catania, o almeno al di la del stretto di Messina. Il telegrafo è infatti
secondo A. lo strumento che rende la ricerca e l'adozione della lingua
internazionale o universale del Deutero-Esperanto possibile al suo tempo. La
scelta ricade allora su un sistema crittografico, di cui fornisce la chiave, a
cui ad ogni idea fondamentale corrisponde un gruppo di cifre e simboli che sono
successivamente trasponibili in codice utilizzabile tramite telegrafo. La
lingua pasitelegrafica deve essere astratta da ogni lingua – il gallico incluso
-- e da ogni grammatica. L’unica cosa che chi ad essa si approccia deve
conoscere è l'alfabeto LATINO, il sistema numerico romano – I, V, X, L, C, M --,
e la propria lingua madre: il toscano,
non il friulano! Segni pasitelegrafici I
segni utilizzati sono gli stessi che già venivano usati normalmente durante le
comunicazioni tramite telegrafo, ovvero la linea, -, e il punto, ., del codice di
Morse. La virgola è indicata «..- - » e
il punto fermo «— —». Le otto
categorie A. divide poi le aree
semantiche in OTTO macro-categorie - che molto si avvicinano alla struttura
ontologica delle lingue filosofiche a priori - che nomina: Indizi di persona;
relazione e moto del discorso; congiunture di moto, tempo e luogo; II. Religione, universo, la terra; III: Uomo fisico e morale e gli altri
animali; IV: Commercio, nazioni, paesi,
città; V: diplomazia, cancelleria,
guerra, giurisdizione; VI: scienze,
arti, mestieri, loro prodotti e strumenti; VII: tempo, luogo e qualità; e finalmente, VIII: nomi proprie (“Ascoli,”
“Grice,” “Speranza”) -- distingue ciascuna categoria numerandola con i numeri romai
da I a VIII. e i cui simboli telegrafici
sono: 2. .. 3. ...
4. -. 5. .- 6. -
7. -.- 8. E per completezza
informa che il numero IX sarebbe rappresentato dalla sequenza « ..-» e lo
zero «—.». Ad ogni idea rappresentata
sottopone tutte quelle che vi soggiacciono, numerando anche queste, ma pur
sempre senza rigore sistematico, ovvero non a mo' di vocabolario o
grammatica. Accanto ad ogni idea vi sono
poi due numeri sovrapposti l'uno all'altro e separati da una linea trasversale,
il primo dei quali indica a quale categoria appartiene l'idea che accompagna, e
il secondo al numero che nella numerazione progressiva della categoria, spetta
a tale idea. A seguire A. fornisce le tabelle, dette numeratori
pasitelegrafici, delle OTTO categorie, di cui si fornisce un esempio. Nell'immagine
sottostante si riporta a titolo di esempio la tabella immaginata d’A. per la
categoria III. ¾ “uomo,” creatura
umana) ⅜ uomo (“vir”) ⅜ trisavolo ¾ bisavo %. antenato ⅗ avo ⅗ “padre” ⅜ “figlio” ⅜ zio ¾o fratello ¾1 cugino, Categoria III: L'
uomo fisico e morale e gl’altri animali.
⅜1 coraggio ⅜a salvezza ⅔a baldanza
⅜4 timidezza ⅜5 “speranza” ⅜& rassegnazione ⅜7 fedeltà
⅜s pazienza ¾9 giustizia ¾o onestà
¾1 pietà (compassione)Se si volesse esprimere il concetto di 'uomo'
inteso come essere umano di genere maschile (nella tabella al secondo posto)
basterebbe tradurre i numeri, detti cifra pasitelegrafica, in simboli
telegrafici (sapendo che la linea trasversale è indicata con « ... ») di modo
che esca la trascrizione « ....-.-...».
Ciascuna lingua naturale, come il friulano, la sua ‘lingua matrix,’ dove a tal
scopo avere il proprio numeratore pasi-telegrafico in cui ogni idea è ben
definita – chiara e distinta – cf. Grice, “Descartes on clear and distinct
perception” -- o da un vocabolo solo o, nel caso in cui sia necessario, da una
ristretta peri-frasi (“bachelor,” unmarried male – Grice/Strawson, In defense
of a dogma; in questo modo il lavoro di traduzione deve essere fatto una volta
solamente (così nel numeratore francese 3/2 sarebbe “homme” e in quello tedesco
Mann, ma la trascrizione pasitelegrafica è sempre la stessa e corrisponderebbe
tanto a quella italiana quanto a quella friulana, latina, siciliana,
ecc.). Ciascun paese o popolo (Grice on
C. A. B. Peacocke – ‘population utterance meaning”) dove poi procedere alla
compilazione di vocabolari nei quali, oltre al significato o SENSO delle
parole, è indicato anche il segno telegrafico. E così ogni popolo – e idioletto
per gl’individui -- per comprendere i messaggi che arrivano dagli altri paesi
non avrebbe che da usare un vocabolario pasitelegrafia-lingua nazionale e, per
inviare i messaggi, lingua nazionale-pasitelegrafia. Il risparmio nell'uso di questo sistema
sarebbe, a detta dell'autore, doppio, giacché per comporre i simboli
pasitelegrafici sono sufficienti un numero minore di caratteri/segni rispetto
al codice Morse (come ad esempio nel caso di 'splendore', nel numeratore
italiano indicato da 2/29 e in pasigrafia «.........-“. Ma nel codice Morse
« ......・・・_・
--..») e quindi per riprodurlo si
impiega sia meno tempo che meno spazio. Ogni cifra pasitelegrafica può inoltre
prevedere ulteriori modificazioni indicate da PIU simboli: - un punto sovrapposto, che nel telegrafo si
indica con una linea che la precede con breve spazio, denota un ENTE che COMPIE
l'azione o uno STATO in cui questo continua l'azione indicata dalla cifra – cf.
H. P. Grice on von Wright, “Action and Events”. Ad esempio 4/1 significa
'commercio' (cf. amazione, o amore) ma
se sottoposto ad un punto ⅛ significa “commerciante”
“amante,” non “amato” (tel.«--.--»). Un accento circonflesso sovrapposto
esprime la natura non-maschile dell'ente o dell'idea rappresentata dalla cifra
(es. 3/7 significa 'padre', ma sottoposto ad un circonflesso % ‘l’altro
genitore,’ i. e., 'madre'). Di nuovo quindi, come visto in altri sistemi di filosofi
precedenti, è sufficiente avere l'idea SOLO MASCHILE – “such artless sexism!” –
H. P. Grice -- di ciò che si vuole esprimere e aggiungere ad essa un simbolo,
un qualcosa che ne indichi l'essere femminile. Nel telegrafo il femminile è
indicato con una linea che segue la cifra pasitelegrafica («....-.-.-.--»). Una
parentesi tonda che precede esprime pluralità: ad esempio significa
'commercianti'. Nel telegrafo è indicato da doppio tratto a seguito
della cifra (tel. «—-. .-. .—»); un tratto sovrapposto alla cifra indica che
l'azione è conclusa o che il soggetto subisce
l'azione e nel telegrafo lo si indica con doppio tratto che precede la
cifra (es. significa 'la donna amata',
tel. «— ....--»);un apostrofo anteposto alla cifra (telegraficamente «.—. »)
indica che la condizione o l'azione è espressa al tempo presente. Ad esempio la
cifra ½*/ significa tu adesso sei commerciante' o più semplicemente 'tu
commerci' (tel. «.-...-.-.-.--.--..»);
una barra verticale anteposta alla cifra (telegraficamente « .—. »)
indica che la condizione o l'azione è espressa al tempo PASSATO – Grice,
“Socrates whatted – drank hemlock”. Ad esempio la cifra ½8 1%8 significa, per
dare l’esempio di Colorni-Leibniz, 'Paride
FU amante o più semplicemente 'PARIDE amò Elena’ – Nel caso di Patroclo ed
Achille, si presuppone che Achille è AMATO da ma non AMANTE di Patroclo (cf.
Eurialo ama Niso. Due barre verticali anteposte alla cifra (telegraficamente
«—. ») indicano che la condizione o l'azione è espressa al tempo FUTURO
CONTINGENTE (“Avra una battaglia navale”.. Ad esempio la cifra ½8. !|⅜8
significa 'Patroclo sarà amante d’Achille’ o ‘Eurialo SARÀ amant di Niso', 'Egli
amera'; tre barre verticali
anteposte alla cifra (telegraficamente « ...-») esprimono imposizione, o modo
imperativo dell'azione (“!Enjoy” – Holdcroft on Vendler – H. P. Grice, “Modes”,
“Aspects of reason”. Ad esempio ⅓ Il significa 'sii commerciante'. Una t
rovesciata anteposta alla cifra (telegraficamente « -... ») esprime desiderio,
supposizione o credenza (come il modo condizionale italiano, o l’ottativo
latino – H. P. Grice, “I wish we had it!” --. Ad esempio ¼ 1⅓ significa
'commerceresti' o 'SE fossi commerciante!'. Un grande cerchio anteposto alla
cifra (di cui non viene data difortunatamente la trascrizione telegrafica)
indica che due o più azioni si svolgono CONTEMPORANEAMENTE (“Patroclo took off his
leff and right shoe” (H. P. Grice on J. O. Urmson – “Philosophical Analysis
between the two wars”. Ad esempio % 0% 1%% significa Patroclo, mentre era
soldato, amò Achille'; una f rovesciata anteposta alla cifra (di
cui nuovamente non si conosce difortunatamente la trascrizione telegrafica)
esprime l'ente descritto dalla cifra AL MODO INDEFINITO o infinito. Ad esempio
J/18 significa 'amare'. Una c rovesciata anteposta alla cifra (telegraficamente
« ..-. ») indica che quella è una caratteristica dell'ente rappresentato dalla
cifra (ovvero un aggettivo), “amoroso”. Ad esempio • % significa 'europeo', o
goriziano, laddove senza la c indicherebbe solamente Europa, o Gorizia. Questo
carattere può essere anche duplicato e donare il significato o SENSO di
'maggioranza' (telegraficamente « ..... »). Triplicato e donare il significato
di 'assoluto' (telegraficamente « ......
»), come nell’ablativo latino. Ad esempio
8¾ ¾ significa 'DIVINISSIMO uomo'
– ma MORTALE. Una linea che segue la cifra ne indica la natura di AVVERBIO
(telegraficamente «.-.»). Ad esempio ⅝o
1⅝ ¾- significa 'Luigi agì DIVINAMENTE'.
Le parentesi quadre che precedono e seguono la cifra indicano un ente che crea
o produce l'idea da questa espressa (telegraficamente «.-.. » che precede la
cifra). Ad esempio coraggioso
l'esercito'. ⅝ [∞ ⅜1]% significa il vittorioso condottiero che rende.
Ordine e distanza tra le cifre . L'ordine delle cifre può variare, ma rimane
comunque simile a quello del latino e l’italiano, se non del friulano. Per non
confondere agente (Patroclo, Eurialo) e paziente (Niso, Achile), questi sono
quanto più separati e in questa sequenza. La distanza tra cifre deve essere
simile a quella che normalmente si lascia tra le parole. Ma le cifre che
concorrono insieme a definire una sola idea devono essere più vicine tra loro
delle altre. Nomi propri. A. associa ad ogni lettera dell'alfabeto latino un
numero e ne specifica, per quasi tutti, il suono. Per scrivere un nome proprio
non compreso nella categoria VIII, come può essere un cognome (“Grice,”
literalmente “pig”), basta scrivere in fila i numeri associati a ciascuna
lettera. I numeri pasi-telegrafici che devono servire per lettere sono
preceduti e seguiti dai segni «—.-». 1
[a] [b][ [d] ABCDEFGGH1 [e]/[&], non specificato 23456789 [f] [d3] (gl [h] 10 [1] 11 non specificato 12
[k] 13 14
(m] 15 [n]
16 [o]/[o], non specificato 17
[p] 18 [kw]
19 [r] 20
[s]/[z], non specificato 21 5
22 [t] 23
(u] 24 [v]
25 W non specificato 26 Y non specificato 27
non specificato 28 Z
[dz]/[ts], non specificato
numeri I numeri si indicano con
numeri romani preceduti e seguiti da due v (telegraficamente «-.—»). In questo
modo v 99% v I numeri ordinali come primo (universita:
Bologna), secondo – seconda universita: Oxford, terzo – terza universita:
Parigi o Sorboan -- si ottengono aggiungendo alla cifra tre tratti posposti, e
così anche telegraficamente (ad esempio 20 ——— significa 'ventesimo',
telegraficamente « .... -»): Napoli, la ventesima uiversita. I numeri
che esprimono ripetizione (una volta, once, due volte, twice, tre volte, thrice)
si ottengono aggiungendo alla cifra tre tratti e un punto posposti, e così
anche telegraficamente (ad esempio 3--
significa 'tre volte', o ‘thrice’, telegraficamente «... —.») Sistemi
crittografici di questo tipo hanno grande fortuna. Ma ovviamente in ragione
dello scopo contrario a quello qui perseguito d’A., il rendere illeggibile un
testo non possedendone la chiave di lettura. Più sistemi di questo tipo sono ad
esempio creati dal padre gesuita, e allievo di Kircher stesso, Francesco Lana
conte de’ TERZI (si veda) nella suo saggio “Prodromo, overo saggio di alcune
inventioni nuove premesso all'Arte Maestra pubblicato a Brescia nel 1670.10 Vedasi FRANCESCO LANA CONTE DE' TERZI,
Prodromo, overo saggio di alcune inventioni nuove premesso all'Arte
Maestra, opera che prepara il P.
Francesco Lana bresciano della Compagnia di Giesu per mostrare li piu reconditi
principij della Naturale Filosofia, riconosciuti con accurata Teorica nelle piu
segnalate inventioni, ed isperienze fin'hora ritrovate da gli scrittori di
questa materia et altre nuove dell'autore medesimo, Brescia, presso Rizzardi.
Lana nacque a Brescia e vi muore.
Studia filosofia presso l'ordine dei gesuiti a Roma, dove conosce anche Kircher
che lo introduce alla fisica e al poker.
È insegnante di matematica e filosofia.
A., così come è già stato fatto da altri dotti, come per esempio da
Kircher nella sua Polygraphia nova et universalis, reinventa allora un codice
linguistico nato per CELARE informazioni – cf. J. L. Austin, D-DAY -- di modo
che diventi anzi il sistema prediletto per lo scambio di informazione
internazionale. Ascoli. Keywords: Deutero-Esperanto. Refs.: Luigi Speranza,
“Grice ed Ascoli,” pel Gruppo di Gioco di H. P. Grice, The Swimming-Pool
Library. Ascoli.
Grice ed Assarotti: la ragione conversazionale e
l’implicatura conversazionale – la scuola di Genova – filosofia genovese –
filosofia ligure -- filosofia italiana – Luigi Speranza, pel Gruupo di Gioco di
H. P. Grice, The Swimming-Pool Libray (Genova). Filosofo genovese. Filosofo ligure. Filosofo
italiano. Genova, Liguria. Dizionario biografico degl’italiani. Nato da
Giuseppe. Entra nell'ordine delle scuole pie. Fatta la professione solenne,
insegna nella casa dell'Ordine a Voghera. Inizia gli studi filosofici ad
Albenga, e li continua a Genova sotto la direzione d’AGENO (si veda) e GIACOMONE
(si veda). Insegna grammatica superiore nella casa professa di Genova, fino a
quando divenne insegnante di fisica ad Albenga. Insegna logica a Savona, e
logica e fisica a Genova. Insegna teologia a Savona e a Genova.
All'insegnamento di filosofia e di teologia d’A. si formarono esponenti del
movimento giansenista quali Degola, Buccelli, Capurro, Carosio, e Casella.
A., però, finisce per abbandonare l'insegnamento di quelle discipline per
dedicarsi quasi totalmente all'opera di ri-educazione dei sordomuti, “il suo
maggior titolo di rilievo filosofico,” nelle parole di H. P. Grice. In Francia,
Epée è il primo a richiamare l'attenzione sulla gravità del problema della ri-educazione
dei sordomuti e pone a base del suo metodo di insegnamento la mimica griceiana.
Interessato a questi esperimenti, che sono continuati da Sicard, A. inizia la
ri-educazione di alcuni ragazzi. Incoraggiato dal successo ottenuto, volle
allargare il numero dei suoi allievi, ciò che gli è possibile fare quando
ottenne da BUONAPARTE (si veda) un finanziamento, la garanzia di alcune borse
di studio per sordomuti indigenti, oltre che l'autorizzazione a installarsi in
un locale appartenente a corporazioni religiose soppresse. A. pone la sede del
suo istituto dei sordo-muti in un convento delle monache brigidine. Finito il
dominio di BUONAPARTE (si veda), l'istituto attravese un periodo di crisi, fino
a che non prende a cuore le sue sorti, dopo l'annessione della Liguria al regno
della Sardegna, il re Vittorio Emanuele, per l'aiuto del quale esso conosce un
notevole ampliamento. Ben presto la sua fama si estende all'Italia e anche
all'estero. Numerosi illustri personaggi, da Mayer a Cuvier e Staël, lo
visitano. Esso è preso a modello da molti altri analoghi istituti fondati a
Torino, Milano, Livorno, Roma, Napoli, ecc. Lo stesso Aporti, che lo visita, ne
utilizza le esperienze per i suoi asili infantili. All'abdicazione del re
Vittorio Emanuele, l'istituzione è presa sotto la protezione del nuovo re Carlo
Felice. Il metodo d’A., MIMICO (alla Grice) ed essenzialmente pratico ed
empirico, utilizza l'alfabeto dattilogico, la scrittura e I GESTIi, e si
propone d'insegnare ai sordo-muti, oltre che a leggere e a scrivere, cognizioni
diverse riguardanti le varie lingue e i vari campi dello scibile, la filosofia
inclusa. Il limite di questo metodo è forse quello di dare soverchia importanza
al numero delle cognizioni da impartire, col rischio di fornire un'eccessiva e
inutile erudizione agli allievi. (Grice: “Do they NEED to *know* Heidegger?”). A.
concive il progetto, che non puo però seguire, d’estendere l'istruzione a tutti
i sordomuti dello stato sardo. Esegue la sua missione di educatore
nonostante le numerose difficoltà economiche e l'ostilità dei gesuiti e del
clero retrivo, con una fede porto-realistica. Allievo di Molinelli., legato
all'ala più religiosa e mistica del giansenismo ligure, quella di Vignoli, di
Degola, al quale è molto vicino, non prende parte alla lotta politica in cui
altri suoi amici giansenisti s'impegnano. Neppure partecipa molto alle dispute
teologiche. In questo campo pubblica, in collaborazione con Molinelli, De homine ante et post lapsum et
de Ecclesia militante in terris. Propositiones theologicae publice propugnandae,
Genova, mentre non ottenneno l'imprimatur ecclesiastico alcune sue tesi
intitolate De fructibus divinae Incarnationis,accusate di giansenismo,
baianismo e quesnellismo. Gl’è ancora negato, a Genova e a Torino, il permesso
di stampare cinquantadue profezie della Bibbia sulla conversione degl’ebrei.
Tutta la fede e le energie d’A. si riversarono così nella ri-educazione dei
sordo-muti, attività in cui è co-adiuvato dagl’amici Degola, che dell'Istituto è
il cappellano, Scalzi, Carrega, Boselli, che gli succede alla direzione dell'istituto.
Ai sordo-muti A. dedica pure numerosissimi saggi, fra cui si ricordano, “Esercizi
di pietà ad uso de’sordo-muti istruiti e di chiunque altro desideri praticarli,
Genova, e, Ristretto delle dottrine cristiane ad uso de’sordo-muti istruiti nel
R. Istituto di Genova, Genova, e Punti di religione ad uso de’sordo-muti
istruiti nel R. Istituto di Genova, Genova. A. è anche chiamato a insegnare
all'Istituto nazionale di Genova (nel periodo di BUONAPARTE denominato
Accademia imperiale), istituto di studi superiori soppresso dalla restaurazione.
Muore a Genova. Refs.: Storia della Università di Genova, di Isnardi,
continuata da Celesia, Genova; Mayer, Frammenti di un viaggio Pedagogico, Firenze;
Monaci, Storia del R. istituto nazionale dei sordo-muti in Genova, Genova (con
bibl.); Donaver, A., Rass. naz.; Codignola, Pedagogisti ed educatori, Milano;
Picanyol, Il primo apostolo dei sordo-muti in Italia: A., Rass. di storia e
bibl. scolopica; Codignola, Carteggi di giansenisti liguri, Firenze, con il carteggio
d’A.); Illuministi, giansenisti e giacobini nell'Italia, Firenze. Ottavio Assarotti. Assarotti.
Keywords: love. Refs.: Luigi Speranza, “Grice ed Assarotti,” pel Gruppo di
Gioco di H. P. Grice, The Swimming-Pool Library. Assarotti.
Grice ed Assiopisto: la setta di Locri –- Roma – filosofia
italiana – Luigi Speranza (Locri). Filosofo italiano. Epicarmo. Assiopisto.
Grice ed Assunto: all’isola -- la ragione
conversazionale e l’implicatura conversazionale dei nazareni – la scuola di
Caltaissetta – filosofia siciliana -- filosofia italiana – Luigi Speranza, pel
Gruppo di Gioco di H. P. Grice, The Swimming-Pool Library (Caltanissetta). Filosofo siciliano. Filosofo italiano. Caltanissetta, Sicilia. Grice: “I
like Assunto; of course in Italy they take aesthetics seriously; my wife would
say that they ONLY take aesthetics seriously! And I would correct her, ‘You
mean that they take only aesthetics seriously,’ and she would re-correct me,
‘Whatever, dear.’” – “Anyhow, Assunto is best known in Italy as a historian,
but he fails to see that when at Clifton we speak of the classics we mean the
timeless – my timeless meaning was meant as a Cliftonianism! So Assunto is
lacking background when he equates classicism, or worse, neo-classicism of the
Canova type popular in London, as dealing with ‘l’antichita’ – that would have
offend Canova: his statues were meant to represent Platonic timeless ideas or
ideals!” Grice: “Gilbert and Leighton are very explicit about this in ‘The
Artist’s Model’!” “Then Assunto thinks he can play with a fictiotious dichotomy
between ‘l’antico’ and ‘il non-antico.’” Grice: “I treasure Millais’s slogan
that at the Royal Academy, he had to do only TWO things: draw naked men ‘from
nature’ – or draw naked men ‘dall’antico’!” – Grice: “As Millais suddently
realised: ‘We found out that there were no English types that would represent
the ‘antico’, or timeless ideal, so we had to deal with Italian models!” -- L'uomo
che contempla il giardino vivendo il giardino [...] solleva se stesso al di
sopra della propria caducità di mero vivente.» -- Ontologia e teleologia del giardino). Ha compiuto i
suoi studi secondari presso il Liceo Classico di Caltanissetta nella sua città
natale. Laureato in Giurisprudenza è stato avviato alla filosofia da Pantaleo
Carabellese professore di filosofia teoretica presso l'Roma. È stato
docente di Estetica a Urbino dal 1956 e titolare dal 1981 della cattedra di
Storia della filosofia italiana presso la Facoltà di Magistero a Roma.
«Il suo insegnamento è anticonformista, fortemente intriso di contraddittorio.
Ma forse proprio per questo motivo, quando arriva il Sessantotto, il filosofo
sceglie la via della controrivolta: quella che passa attraverso l'élite.
Rifiuta di adeguarsi al voto politico, si oppone ai collettivi e agli
insegnamenti assembleari. I suoi allievi non si oppongono al suo rifiuto, anzi
con questo comportamento Assunto riesce ad attirarsi la stima di molti
esponenti del Movimento studentesco. Talmente rivoluzionario da divenire
reazionario, Rosario Assunto dagli anni Settanta in poi avrà un atteggiamento
sempre più schivo...» Un isolamento, il suo, iniziato col Sessantotto, ma
poi sempre più accentuato; infine, si chiuse nei suoi studi e nelle sue
speculazioni dopo la morte della moglie, la storica dell'arte Wanda Gaeta,
molto amata («Sono la fotocopia di lei, che è stata uccisa dal mio stesso
male»). A Roma fu molto amico di Giulio Carlo Argan pur contrastando le
sue idee politiche. Pensiero Rosario Assunto, interessato ai temi
estetici della filosofia da un punto di vista storico e teoretico li ha
trattati non solo come tipici della filosofia dell'arte e del bello ma
considerandoli coincidenti con la filosofia stessa giudicata come pura
estetica. Egli si rifà a Baumgarten, Cartesio, Leibniz, Kant esaminati
soprattutto per la loro concezione dell'uomo e del suo rapporto con la natura.
Una visione tradizionalista della filosofia, proprio nel momento in cui
l'estetica si rivolgeva alla semiotica, che isolò Assunto soprattutto in
Italia, mentre in Germania veniva tradotto e apprezzato. Assunto ha
rappresentato una delle voci più significative all'interno del dibattito
filosofico estetico del Novecento. Vivamente interessato all'estetica dei
giardini anticipa largamente nelle sue opere alcuni rilevanti concetti per la
riflessione più recente, come per esempio quello di "estetica del
paesaggio", che hanno ispirato i temi ambientalisti sulla tutela e
conservazione del paesaggio, naturale o elaborato dall'uomo, che egli definisce
«Spazio limitato, ma aperto; presenza, e non rappresentazione, dell'infinito
nel finito». Altre opere: "Civiltà fascista"; “Il teatro
nell'estetica di Platone, in "Rivista italiana del teatro"; Curatela
di Heinrich von Kleist, Michele Kohlhaas, Torino, Einaudi); “Essere e valore
nella filosofia di C. A. Sacheli, in "Rivista di storia della filosofia";
“L'educazione estetica, Milano, Viola); “Educazione pubblica e privata, Milano,
Viola); “La pedagogia greca, Milano, Viola); “Forma e destino, Milano, Edizioni
di comunità); “L'integrazione estetica. Studi e ricerche, Milano, Edizioni di
comunità); “Teoremi e problemi di estetica contemporanea. Con una premessa
kantiana, Milano, Feltrinelli); “La critica d'arte nel pensiero medioevale,
Milano, Il saggiatore); “Estetica dell'identità. Lettura della Filosofia
dell'arte di Schelling, Urbino, STEU); “Giudizio estetico, critica e censura.
Meditazioni e indagini, Firenze, La nuova Italia); “Stagioni e ragioni
nell'estetica del Settecento, Milano, Mursia); “L'automobile di Mallarmé e
altri ragionamenti intorno alla vocazione odierna delle arti, Roma, Ateneo); “L'estetica
di Immanuel Kant, una antologia dagli scritti a cura di, Torino, Loescher); “Hegel
nostro contemporaneo” (Roma, Unione italiana per il progresso della cultura); “Il
paesaggio e l'estetica I, Natura e storia, Napoli, Giannini); Arte, critica e
filosofia, Napoli, Giannini); “L'antichità come futuro. Studio sull'estetica
del neoclassicismo europeo, Milano, Mursia); “Ipotesi e postille sull'estetica
medioevale. Con alcuni rilievi su Alighieri teorizzatore della poesia, Milano,
Marzorati); “Libertà e fondazione estetica. Quattro studi filosofici, Roma,
Bulzoni); “Intervengono i personaggi (col permesso degli autori), Napoli,
Società editrice napoletana); “Specchio vivente del mondo. Artisti in Roma”
(Roma, De Luca); “Hohenegger. Esploratore del possibile” (Roma, De Luca); “Infinita
contemplazione. Gusto e filosofia dell'Europa barocca, Napoli, Società editrice
napoletana); “Filosofia del giardino e filosofia nel giardino. Saggi di teoria
e storia dell'estetica, Roma, Bulzoni); “La città di Anfione e la città di
Prometeo. Idea e poetiche della città, Milano, Jaca); “La parola anteriore come
parola ulteriore, Bologna, il Mulino); “1. Il parterre e i ghiacciai. Tre saggi
di estetica sul paesaggio del Settecento, Palermo, Novecento); “Verità e
bellezza nelle estetiche e nelle poetiche dell'Italia neoclassica e
primoromantica, Roma, Quasar); “Ontologia e teleologia del giardino, Milano,
Guerini); “Leopardi e la nuova Atlantide, Napoli, Istituto Suor Orsola
Benincasa-Edizioni scientifiche italiane); La natura, le arti, la storia.
Esercizi di estetica, Milano, Guerini studio); “Giardini e rimpatrio. Un
itinerario ricco di fascino attraverso le ville di Roma, in compagnia di
Winckelmann, di Stendhal, dei Nazareni, di D'Annunzio, Roma, Newton Compton); “La
bellezza come assoluto, l'assoluto come bellezza. Tre conversazioni a due o più
voci, Palermo, Novecento); Il sentimento e il tempo, antologia Giuseppe
Brescia, Andria, Grafiche Guglielmi. A. Ontologia e teleologia del giardino,
Guerini; Enciclopedia multimediale delle scienze filosofiche, su emsf.rai.
Nicita, Assunto scandaloso esteta, La Repubblica Cutinelli-Rendina, Emanuele,
Il Sessantotto di Rosario Assunto, Ventunesimo secolo: rivista di studi sulle
transizioni: 22, 2,, Soveria Mannelli: Rubbettino,. Op. cit. ibidem Assunto scrisse contro il progetto politico
della realizzazione del ponte di Messina
Debenedetti, A., filosofo delle forme, Corriere della Sera, Raffestin,
Dalla nostalgia del territorio al desiderio di paesaggio. Elementi per una
teoria del paesaggio, Alinea Editrice, 2005 p.90 Marisa Sedita Migliore, Il giardino: mito
estetico d’A., Società Dante Alighieri, 2000. Teresa Calvano, Viaggio nel
pittoresco: il giardino inglese tra arte e natura, Donzelli; Cassatella, Enrica
Dall'Ara e Maristella Storti, L'opportunità dell'innovazione, Firenze; Caotorta,
All'ombra delle farfalle. Il giardino e le sue storie, Edizioni Mondadori,,
Luciani, Luoghi, forma e vita di giardini e di paesaggi: Premio internazionale
Carlo Scarpa per il giardino, Fondazione Benetton Studi Ricerche Pier Fausto
Bagatti Valsecchi e Andreas Kipar, Il giardino paesaggistico tra Settecento e
Ottocento in Italia e in Germania: Villa Vigoni e l'opera di Giuseppe
Balzaretto, Guerini, Rendina, Il Sessantotto di A. (con un carteggio inedito),
in «Ventunesimo secolo», A. Opere di Rosario Assunto,. Rosario Assunto, su
Goodreads. Filosofia Filosofo Professore Caltanissetta Roma. Rosario Assunto. Assunto. Keywords: i nazareni, massimo, sala
dante, koch, civilta, civilta fascista, theorie des schoenen; D’Annunzio, i
Nazareni, I nazareni, pittori germani a Roma, Casino del marchese Carlo
Massimo, Aligheri, Tasso, Ariosto. D’Annunzio, la preservazione dei Giardini
antichi, villa, giardino di villa, giardino di palazzo, estetica del giardino,
il giardino e il uomo, giardineria, filosofia del giardino, il giardino di
Epicuro a Roma. Horto di Epicuro – il giardino d’Epicuro (non di Epicuro).
Hortus, orto romano, i Scipione e la filosofia a Roma dopo Carneade – filosofia
al giardino – filosofia nell’orto – orto italiano, giardino italiano, orto romano,
simmetria, “teatro, cinematografo, radio” “sono tre simboli ideali” – “Civilta”
– “estetica del teatro in Platone” assunto annunzio i nazareni a roma il giardino d’epicuro “teatro,
cinematografo, radio” teatro nell’estetica platonica schelling il bello intro
alla fondazione della metafisica dei costumi natura ed arte — roma città —
giovanni gentile — -- Refs.: Luigi
Speranza, “Grice ed Assunto” – The Swimming-Pool Library. Assunto.
Grice ed Astea: la diaspora di Crotone -- Roma – filosofia italiana –
Luigi Speranza (Taranto). Filosofo
italiano. Pytthagorean according to Giamblico di Calcide (“Vita di Pitagora”). Astea
Grice ed Astilo: la diaspora di Crotone -- Roma – filosofia italiana –
Luigi Speranza (Metaponto). Filosofo
italiano. Pythagorean according to Giamblico di Calcide (“Vita di Pitagora”).
Astilo.
Grice ed Astone: la setta di Crotone -- Roma – filosofia italiana –
Luigi Speranza (Crotone). Filosofo italiano. A Pythagorean.
According to Diogene Laerzio, there is a view that he is the true author of some works attributed to
Pythagoras. Astone.
Grice ed Astorini: la ragione conversazionale e
l’implicatura conversazionale – la scuola d’Albido – filosofia cosentina –
filosofia calabrese -- filosofia italiana – Luigi Speranza, pel Gruppo di Gioco
di H. P. Grice, The Swimming-Pool Library (Albidona). Filosofo
calabrese. Filosofo italiano. Albidona, Cosenza, Calabria. Grice: “I like
Astorini, but more so does Sir Peter, vide his section on ‘Space’ in
“Individuals: an essay in descriptive metaphysics”: ‘Surely we wouldn’t have
space as we know it if it were not for Astorini.” La vivacità del suo ingegno, e il desiderio di apprendere
cose nuove, lo induce a spogliarsi de' pregiudizi del secolo, e a studiare
attentamente i filosofi, conosciuta la forza delle loro ragioni, ardì
dichiararsi nemico del peripato del LIZIO; al che avendo congiunto lo studio
delle lingue ebraica e siriaca, ei cadde presso alcuni in sospetto di novatore,
e per poco non si attribuì ad arte magica ciò che era frutto del raro suo
ingegno e del suo instancabile studio.” Alcuni considerano i paesi di Cirò o di
Cerenzia la sua patria. Si ritieneno deboli gl’argomenti esposti da un
ingegnoso filosofo di Cirò il quale volle onorare la sua patria della sua
nascita. Molti filosofi presero a difendere l'autorità del romano pontefice e a
sostenere la chiesa romana contro i nimici della medesima. Uno solo, A., ne accennera
per amore di brevità, con tanto maggior vigore si accinse a difenderla, quanto
più avea per sua sventura potuto comprendere la debolezza dell'armi con cui
essa era oppugnata. Vari luoghi della Calabria Citeriore han preteso all'onore
di aver dato i natali a questo insigne filosofo, ma noi crediamo rimuovere ogni
dubbio intorno al luogo di lui natìo, seguendo in questo punto l'opinione di Zavarrone,
il quale afferma esser egli nato nella città di Cirò, detta anticamente
Cremissa, luogo non ignobile del paese de' Bruzi, dove questa famiglia vive
ancor oggi onorevolmente. «Molti scrittori di materie ecclesiastiche rilussero
in questo secolo, e fra i più celebri si annoverano: primo, A.. Studia con il
padre Diego, medico in loco, la grammatica, la retorica e la lingua greca. Si
trasfere a Cosenza per completare gli studi e poi a Napoli per apprendere gli
studi di FILOSOFIA, e di teologia a Roma, dove è insignito dalla corte papale
del compito di scrivere alcuni annali. In questo periodo pubblica “De vitali aeconomia
foetus in utero”. Pubblica alcuni saggi di matematica e geometria, come gli “Elementa
Euclidis ad usum nova methodo et compendiare olim demonstrate” e un “Decamerone
pitagorico”. Dopo alcuni anni lascia l'Italia per raggiungere la Svizzera e la
Germania, ma in quei territori, come la città di Groninga, riscontra una
notevole influenza religiosa protestante e poiché il conversar co' i filosofi
protestanti gli fece conoscere chiaramente che fuor dalla chiesa di Roma non
v'e unità di fede, decide di tornare in patria -- Terranova, feudo del paese di
Tarsia. Gimma, Elogi accademici della società degli spensierati di Rossano,
Troise. Si tratta di Zavarrone (Montalto Uffugo, Roma), religioso dell'ordine
dei Minimi e teologo al servizio di illustri politici, come Augusto III re di
Polonia e pontefici. È lettore del collegio urbano Propaganda Fide e consultore
del tribunale dell'inquisizione. Tiraboschi, Storia della letteratura italiana,
Notizie e opere d’A., Firenze: Molini,
Landi, Pietro Napoli-Signorelli, Vicende della coltura nelle II sicilie o sia
storia ragionata, Morelli di Gregorio, Panvini (Martuscelli), Biografia degl’uomini
illustri del regno di Napoli, ornata de loro rispettivi ritratti, Gervasi. Falcone,
Biblioteca storica topografica delle Calabrie. A., Dizionario degl’italiani,
Istituto dell'Enciclopedia. Opere di A.,
su open MLOL, Horizons Unlimited srl. Filosofi
italiani Matematici italiani Professore Albidona Terranova da Sibari Carmelitani.
Altre saggi: "De Vitali Oeconomia foetus in utero" (Groninch);
"Elementa Euclidis ad usum novæ Academiæ Nobilium Senensum, nova methodo
et compendiariè demonstrata", Sienna e Napoli, Mosca); "Prodromus apologeticus";
"De potestate sanctæ sedis apostolicæ"; "De vera ecclesia Jesu
Christi, contrà Lutheranos et Calvinianos libri III”, Napoli, Bono; “Apollonij
Pergæi Conica integritati suæ ordini atque nitoripri stino restituta,” Napoli;
"De recto regimine catholicæ hierarchiæ; “Ars magna pythagorica";
"PHILOSOPHIA SYMBOLICA”; "Archimedes restitutus";
"Decameron Pitagorico"; "Il consenso, e dissenso delle III Gramatiche
Ebraica, Arabica, e Siriaca e'l modo facilissimo per apprenderle ciascheduno da
se stesso in breve tempo"; "Commentaria ad Scientiam GALILEI (si
vedda) de Triplici Motu". La movimentata vicenda biografica di A.
aonda le radici in una formazione cosmopolita e interdisciplinare, iniziata in
Calabria sotto la guida del padre e proseguita accanto allo zio Tommaso
Cornelio, esponente del fronte de inovatores nella Napoli. È per lui naturale
ripudiare la filosofia scolastica e aderire alle teorie dei moderni, da GALILEI
(si veda) a Cartesio, Hobbes e Gassendi, teorie che diuse a Cosenza e tra i
filosofi nobili in varie località del vice-regno e che gli recarono grande
notorietà. Al termine di un lungo viaggio in Svizzera, Germania e i paesi bassi
durante il quale si fa apprezzare per le non comuni capacità didattiche, vive
alcuni anni tra Firenze e Siena dove frequenta i principali esponenti della
cultura umanistica e scientifica toscana, da Magliabechi a Redi e Viviani.
Ritornato nel vice-regno per dedicarsi alla pubblicazione di numerosi saggi, si
pone sotto la protezione del principe di Tarsia, ed anche d’Orsini, avvezzi
amendue a favoreggiar letterati. Per l’ampiezza dei temi arontati, sua
“PHILOSOPHIA SYMBOLICA” puo giovarsi del ricco patrimonio librario custodito
nella biblioteca di Spinelli. “PHILOSOPHIA SYMBOLICA” è divisa in dialoghi nei
quali sono illustrati tutti i sistemi filosofici, colle dimostrazioni e
osservazioni fatte in varie sette, ed erudizioni prese da' FILOSOFI ROMANI. Sebbene
varii luoghi della Calabria si contendano la patria d’A., pure l’opinione più
comune de’ suoi biografie che egli è nato a Cirò ed è nel battesimo nomato
Tommaso Antonio. È gli padre Diego, professore di medicina reputatissimo in
Albidona, ove da questi il figliuolo apprese la grammatica, la lingua greca e
la rettorica. Studia quindi in Napoli e Roma la FILOSOFIA aristotelica del
LIZIO, in che acquista tale riputazione, che gli venne permesso di scrivere a
fronte delle sue conclusioni il motto: de/‘elndet ipse solus. Morto il genitore
ripatrio per assestare i suoi domestici affari, e iotè frai libri e fra le
conversazioni dei suoi concittadini, dopo non lievi meditazioni, darsi tutto
alle dottrine filosofiche del TELESIO (si veda), ed alla libera maniera di
ragionare. Era cosi istrutto nella lingua latina che ne compose una GRAMMATICA
FILOSOFICA. E si dice, secondo l’andazzo de’tempi, e è accusato lotto per
magia; ma ei pote discolparsi dalla bassa calunnia, e percorrere per ben tre
volte l’ltalia, ovunque acquistandosi e fama ed amicizia. Nominato a reggente
di filosofia a Cosenza, è da qui il propagatore della filosofia per le
calabrie; come lo fu altresi della città di Penne per gli Abruzzi. Invitato in
Roma, vero o supposto che vi sfinfermasse, egli invece dimora per qualche tempo
in Albano. Ritenuto a Bari da alcuni nobili filosofi, che lo vollero a maestro,
ha a cominciare in quella Chiesa di S. Nicolo il suo annuale di prediche. Ma le
convinzioni libere che egli spacciava, gli mossero fiera persecuzione. Sicclie
passa in Zurigo, ed indi in Basilea, ove non dimore che un solo aniie. Pescia
recessi nel Palatinato, donde si trasferì nell’Assia, dove è costituito maggiore
-- ossia vice-prefetto -- dell'universita di Marburgo con la facoltà d’
insegnar FILOSOFIA. In stabile sempre si conduce dappoi in Groninga e da quella
Repubblica ha l'incarico di insegnar filosofia e quivi a spese del Senato e
dottorato, nel quale anno pubblico il suo saggio, "De vitali oeeonomia
foetus in utero", in cui sostenne la opinione, non per ance in quell’era
divulgate, della generazione dell'uomo. Scorgendo intanto, che iteo legi della
Chiesa riformata. fra le mille contese religiose si laceravano, penso
ritornarsene fra’cattolici in ltalia; e d’Amburgo chiese il condono d’ogni
apostasia; il che ottenuto dal S. Uffizio, recatosi presso il Vescovo di
lilunster fece solenne abiura, e si porta in Roma, onorevolmente accolto, ed
inviato in Pisa come predicatore generale. Dopo un anno da Pisa si traduce in
Firenze, ove si acquista il favore del Granduca, e si concilia l’amistà
fraternevele di Redi, Viviani, Marchetti e d’altri molti filosofi. In Siena,
dove recessi come professore di filosofia, coopera efficacemente alla
istituzione dei Fisio-Eritici, e ne e eletto Principe e Censore perpetuo. Qui
pubblica nel medesimo anno “Eiementft Euclidis nova methodo demostraiei”. Ritornato
in Roma è inviato a Cosenza col grado di maestro in filosofia, e di prefetto
degli studii. Ma riaccesigliodii sempre a cagien de’ suoi meriti, si ritira in
Cervinara nel Principato Ulteriore; e da la spesso recandosi in Napoli ha a
cenciliarsi la stima di Spinelli principe di Tarsia, il quale per Paifetto che
porta ad A. e per rimuoverlo dalla tristezza in che è caduto per la morte di
Francesco Mainerio A., lo indusse a recarsi in Terranova, deputandolo custode
della sua scelta biblioteca. È questa l'ultima residenza. Sono del pari suoi
saggi stampat: Apollonii Pergei conica integritati suae ac nitori
restituta" (Nap.); "De potestate S. Sedis apostolicae, Siena;
"De‘nera Ecclesia Christi disciplina, libri III Nap.). Fra i molti altri
saggi che lascia si commendano: PHILOSOPHIA SYMBOLICA IVXTA PROPRIA PRINCIPIA IN
DIALOGHI; Ars magna Pythagorica, una specie di enciclopedia
scientifico-universale; Decamerone Pitagorico, in verso, diviso in X
giornate, e contenente tutta la filosofia naturale pitagorica in forma di
satire in verso sciolto bernesco; Commentario, ad scientiam GALILEI (si veda)
de tripliei motu"; "Archimedes restitutus"; "De reato
reyimine Catholicaelticr archiae; "De vita Christi"; Apologia pro
fitte catltolica, che divisa di dedicare a Filippo di Spagna. Parlano con somma
lode di questo dotto filosofo Cimma, Zavarroni, Amato, Aceti, Mazzucchelli,
(lriglia, liraboschi, Alllitto, Relli, i
dizionarii storici, e per tacer‘ di tanti altri,. il Cantù. A. Nacque -- è incerto se a Cirò, feudo degli Spinelli
principi di Tarsia che lo protessero nelle ultime fortunose vicende della sua
vita (Zavarroni), o ad Umbriatico oppure ad Albidona (Gimma), dove il padre
Diego esercita la professione di medico e dove sicuramente egli trascorse gli
anni dell'adolescenza. Entra fra i carmelitani dell'antica osservanza, mutando
il nome di Tommaso Antonio in quello di Elia. Completa gli studi di FILOSOFIA aristotelica a Napoli nel convento dei Carmine
Maggiore dove appartenne agl’INCAUTI e a Roma quelli di teologia. La morte del
padre lo richiama in Calabria, nell'ambiente familiare. Stando ai suoi
biografi, in questi anni si colloca la
sua prima crisi spirituale che investe il campo delle dottrine filosofiche
acquisite: un radicale atteggiamento anti-peripatetico lo induce a formarsi un sistema eclettico
platonico-pitagorico e meccanicistico-materialistico, quest'ultimo ispirato
dalla lettura delle opere di GALILEI (si veda), Gassendi, Cartesio, Mersenne,
Hobbes. Più prechaniente possiamo dire, sulla base degl’elementi desumibili da
taluni suoi saggi, che egli riprese il pensiero dei suoi conterranei, del
famoso "notomista" SEVERINO, erede delle speculazioni campanelliane e
delle teorie fisiognomiche di Porta; di Musitano, che aveva accolto le
posizioni dei moderni come elaborate dagl’investiganti di Napoli; e soprattutto
di Comelio, del quale A. ama più tardi dichiararsi nipote (cfr. Giornale de,
Letterati). La crisi non gli impede tuttavia di raggiungere il sacerdozio
e di divenire reggente degli studi e lettore di filosofia e teologia nel
convento dei suo ordine a Cosenza. Ma i confratelli della congregazìone della
provincia di Calabria gli si ribellarono apertamente chiedendo al generale la
sua sostituzione. Rivalità locali, come il contrasto tra A. e il provinciale
Puglisi, adombrano l'inquietudine intellettuale del religioso e le resistenze
di metodi tradizionali di studio. Sospeso dall'insegnamento, penitenziato nel
carcere della curia arcivescovile di Cosenza, A. è infine inviato a Roma per un
giudìzio definitivo da parte deì superiori dell'ordine. Dopo un breve ciclo di
predicazìone si ritira ad Albano, non si sa se per punizione inflittagli o per
motivi di salute. Ha comunque ìnizio adesso il momento più ambiguo e per taluni
aspetti più oscuro della sua vita. Passa a Bari, dove stringe amicizia con
Tremigliozzi, seguace del gassendista Bartoli e di Cornelio e uno dei Coraggiosi,
bandìtrice delle nuove dottrine anti-galeniche nel settore delle scienze
mediche. Partecipa alle polemiche di Tremigliozzi in difesa di Musitano e
compose un epitafio alla materia prima per quella nuova staffetta del Parnaso
circa gl’affari della medicina dirizzata agl’illustrissimi spensierati di
Rossano, Francoforte, che ad opera di Tremigliozzi costituì una convinta difesa
del metodo sperimentale degl’investiganti contro la metodologia cartesiana. A
Bari conosce Gimna, che è il suo più diffuso biografo, al quale mostra vari
suoi manoscritti, tra essi un'ars magna trigonometrica. Predica a S. Nicola e
vive nel convento carmelitano barese dal quale poco tempo prima e fuggito,
apostata in Svizzera, il priore Rocco. Se dietro esempio di Rocco o pella sua crisi,
è certo comunque che di lì a poco A., rotto ogni indugio, depone l'abito
religioso e ripara anch'egli oltr'Alpe. Da Zurigo raggiunge Basilea, dove presenzia
a esperimenti. di medicina di Harder (Apiarium observationibus medicis refertum,
Basileae) e dove rimane circa un anno seguendo anche i corsi di Wettstein -- non
si sa se il padre o il figlio succedutogli sulla cattedra. Sosta nel Palatinato
presso il principe elettore Carlo fino alla morte di lui, per trasferirsì poi,
nel suo peregrinare da università ad università, a quella di Marburgo dove
divìene viceprefetto con facoltà di insegnare filosofia -- stando al Gimma, ma
la notizia non trova conferma nel Catalogus professorum Academiae Marburgensis,
a cura di F. Gundlach, Marburg. A Marburgo prosegue con fervore gl’intrapresi
studi di medicina ascoltando le lezioni di Waldschmiedt. Dopo un soggiorno a
Brema, è a Groninga: insegna nel collegio dei nobili cadetti francesi e compone
“De vitali œconomia fœtus in utero” (Groningae), che pare sottendere nello
studio del problema della fecondazione, oggetto allora di discussione tra gl’ovisti
e gl’animalculisti, le preoccupazioni speculative del filosofo, volte sulla
scia di SEVERINO e più di BARTOLI alla ricerca del PRINCIPIO VITALE (zoologico)
e formativo dell'embrione. Durante il soggiorno in Olanda si ha notizia
vaga di una sua partecipazione alle polemiche religiose nell'ambito del
calvinismo. La difesa che A. assume del cattolicesimo pre-annunzia un suo più
meditato ritorno alla fede cattolica. Attaccato pubblicamente dai ministri
calvinisti, si rifugia ad Amburgo. Qui una sua lettera al s. uffizio, con la
richiesta di poter ritornare in Italia, gli procura una benigna risposta da
parte di Brancati di Lauria e un salvacondotto. Assolto dal vescovo di Münster,
è a Roma. Riammesso nell'ordine, predica a Pìsa e Firenze. Conosce allora
Marchetti, cui l’unie l'interesse per la filosofia corpuscolare e che lo
presenta a Magliabechi, Redi -- cui lo lega la comune curiosità per il problema
della generazione -- e Viviani. Là questo,
il periodo culturamente più felice d’A. Per interessamento del
principe Gastone de’ Medici, ottiene la cattedra nella Accademia Nuova dei
nobili senesi. Per l'insegnamento prepara un'edizione degl’Elementa Euclidis ad
usum Novae Academiae Nobilium Senensium nova methodo et succincta demonstrata,
Senis, dedicata al principe protettore. Ma la prefazione è indirizzata a Redi,
e in essa A. chiarisce il proprio metodo. Etiam proportiones ipsas, quarum
nimis longa est series, redigerem. ad acquationes, more Analystarum -- ed
esalta la matematica in funzione dello sviluppo delle scienze naturali,
concludendo con un elogio della scuola scientifica toscana, da BUONAIUTI (si
veda) GALILEI a Redi a ROBERTI Torricelli a Viviani a Marchetti a Bellini a
Malpighi. Redi lo ringrazia (v. lettera, edita in Gimma), promettendo di
intervenire nuovamente presso il Granduca: il che dove procurare ad A. la
cattedra straordinaria di FILOSOFIA NATURALE – cf. Waynflete Meta-Physical
Philosophy -- nell'università di Siena, che resse. Intanto, A., con
Gabrielli e Grifoni, è tra i fondatori dei FISIO-CRITICI e ne diviene principe
(v. lettera di Redi a Gabrielli, in Redi, Opere). Dalle lettere che A. indirizza
in questo tomo di tempo a Maghabechi desumiamo molte preziose notizie circa i
rapporti tra cultura filosofica e scientifica e tradizione sperimentale,
rinnovando A. quell'incontro che per la generazione precedente e stato compiuto
a Pisa dalla scuola iatro-meccanica di Borelli. Il rapporto ideale tra “le due
culture” – al dire di Snow -- è anzi tanto stretto che A. teme per quella
toscana, le ri-percussioni della lotta scoppiata a Napoli contro la filosofia
moderna esperimentale -- processo degli ateisti. In Napoli vi sono di gran
rumori. Mi scrivono che sia stata origine la dottrina del zio CORNELIO e che
già la modernità va sossopra. Mi dispiace per diversi capi, benché io non
dubiti esservi framischiate delle calunnie degl’emoli aristotelici del LIZIO e
galienisti, e molto più mi dispiace per essersi già qui in Siena eretti i
FISICO-MEDICI tutti esperimentali e per esserne io stato eletto principe.
L'abbiamo celebrata due volte con l'intervento di tutta la più dotta nobiltà,
ma adesso ci siamo raffredati non sapendo dove vadano a terminare le faccende
-- a Magliabechi, Siena. Sotto la guida d’A. I FISIO-CRITICI possono tuttavia
continuare con tranquillità le riunioni colla metodo de' Progimnasmi -- i
Progymnasmata Physica -- di CORNELIO -- a Magliabechi, Siena. A. spera
contemporaneamente di raggiungere una sistemazione migliore. Ambì al titolo di
maestro e sollecita, tramite Magliabechi, un intervento di Malpighi, per il
momento senza successo. Compone, mettendo a frutto la sua diretta esperienza
del mondo protestante, un Prodromus apologeticus de Potestate sanctae Sedis
Apostolicae, Senis, dedicato a Francesco de' Medici, Roccaberti, Bibliotheca
maxima pontificia, Romae), introduzione a una progettata serie di dissertazioni
controversistiche che però non si distacca dalla consueta letteratura dei tempo.
Dedica tuttavia il meglio della propria attività ancora al settore teorico,
apprestando, tra l'altro, l'edizione delle Coniche di Apollonio, con la quale
per suggerimento di Redi e Viviani intese completare e sistemare l'edizione già
apprestata da Borelli con l'aiuto di Echellense (Firenze), e stendendo uno
scritto di meccanica, Commentaria ad scientiam Galilaei de triplici motu. Ma A.
lascia quasi improvvisamente Siena per le non buone condizioni economiche, dati
gli scarsi proventi che gli venivano dall'insegnamento, e per le sue precarie
condizioni di salute. È a Roma, poi a Cosenza, quale prefetto degli studi e
successivamente commissario generale nel suo convento di un tempo. Si
riaccendono le persecuzioni a suo danno, le vicende sono ancora più oscure, ma
gli procurano la protezione del principe di Tarsia, presso il quale, a
Terranova, dimora, e quella d’Orsini, di Benevento. Chiede il trasferimento
dalla provincia di Calabria a quella di terra di Lavoro nel convento di
Cervinara e, in un secondo momento, in quello di Mongrassano. E però di nuovo
prefetto degli studi a Cosenza, priore del convento di Scala e come tale
partecipa al capitolo provinciale. Eletto priore di Mongrassano, non partecipa
al capitolo per le peggiorate condizioni di salute e rinunzia anche alla
carica. Cura nel frattempo a Napoli la stampa dei De vera Ecclesia Iesu
Christi contra Lutheranos et Calvinianos libri III, degli Apollonii Pergaei Conica e la ristampa
degli Elementa Euclidis, Neapoli. Il nucleo ispiratore dei De vera
Ecclesia libri III, abbozzati in parte a Siena e dedicati al principe di
Tarsia, ha un reale interesse. A., come accenna in una lettera a Magliabechi,
appare preoccupato di confutare la tesi protestante circa i fondamenti aristotelici
della dottrina cattolica e sostenere invece l’identificazione della linea
culturale incentrata sull'umanesimo e sul neoplatonismo con il cattolicesimo (Badaloni).
Sulla linea umanistica viene rivendicata anche la continuità del movimento
scientifico. Ma tali motivi accennati nella prefazione sono sommersi nell'opera,
da un denso argomentare tradizionale in cui tuttavia è messa a frutto d’A. la
conoscenza della dialettica e della filosofia simbolica. Nel chiuso ambiente
conventuale, dopo l'esperienza in terra tedesca e in Toscana -- durante la
quale però sembra che A. e spinto più dall'esigenza di contatti e di fresche
osmosi scientifiche che non da un meditato approfondimento culturale --,
accanto a un crescente disagio che lo rende insofferente della disciplina dell'ordine
e lo induce a frequenti viaggi a Napoli per sorvegliare la stampa delle sue
opere, riaffiorano in A. le preoccupazioni proprie di una formazione e di una
tradizione meno aperta e duttile: il pesante enciclopedismo e il gusto mnemotecnico
prendono il sopravvento sull'inteligenza sperimentale della natura, e A. si dedica
a studi linguistici, condotti con criteri analogico-combinatori, Il consenso e
dissenso della grammatica filosofica latina e la grammatica filosofica del
volgare italiano e ad elaborare o completare questa “Philosophia symbolica,” sorta
di enciclopedia pitagorica di cui fa parte opere che dai biografici sono
indicate con titoli particolari: un'Ars magna pythagorica, un Decamerone
pitagorico, esposizione IN RIME BERNESCHE della filosofia naturale, una LOGICA
PYTHAGORICA seu de natura et essentia rerum -- lo stesso che l'Ars magna.
Degli inediti è conosciuta soltanto l'Ars magna in duas divisa; Dissertationes
Altera De origine rerum altera De ortu et progressu Scientiarum della
Biblioteca Alessandrina di Roma. La copia e effettuata da Zavarroni per la
Raccolta d'opuscoli scientifici e filologici diretta da Calogerà -- cfr.
acclusa allo stesso ms. una lettera di Zavarroni a Calogerà. Probabilmente il
carattere in apparenza bizzarro del saggio dove dissuadere gli editori dal
darlo alle stampe. Esso, almeno nella copia di Zavarroni, pare l'introduzione a
una serie di Dissertationes e non va tout court identificato con l'Ars magna di
cui fa menzione Gimma. Se il De origine rerum, cioè la prima parte del
manoscritto, può in qualche modo connettersi ai studi d’A., a escludere che il
De ortu et progressu Scientiarum sia un saggio esperimentale contribuiscono il
cenno all'edizione dei Progymnasmata del Comelio, il ricordo di Redi e di
Viviani, la notizia degli studi compiuti d’A. sulla scienza galileiana del
triplice moto, la notevole conoscenza che A. dimostra degli studi di anatomia,
elementi tutti che presuppongono appunto la sua esperienza culturale in
Germania e in Toscana. La prima parte dell'opera che vuole essere una
guida ad metam naturalis sapientiae, contiene una critica agli schemi
mnemotecnici di Lullo e Kircher e si
svolge nell'elencazione di triadi platonico-pitagoriche, alla cui base v'è il
presupposto gnoseologico della possibilità di conseguire verità assolute
attraverso l'ordine naturale delle idee, poiché nella natura creata v'è una
triplex virtus: intellectiva, volitiva et effectrix, ad essa corrisponde una
triplex operatio -- interectio, volitio et impetus, ecc. Tale schema conduce
ovviamente alla critica decisa della definitio logica aristotelico-scolastica
che non attingerebbe alla quidditas rei come la definitio metaphysica, vagheggiata
dall'autore. La Parte II è in sostanza una ripartizione delle scienze
ancora su base platonico-pitagorica. Da "Sophia" è esclusa la logica,
di cui sì ribadisce il carattere meramente discorsivo. Ma a "Sophia"
appartengono la metafisica, notevoli i cenni platonizzanti circa il rapporto
microcosmo-macrocosmo; la fisica, per la quale A. si dilunga nella critica
all'aristotelismo e al cartesianesimo e nell'esaltazione della filosofia
atomistico-gassendiana e dello sperimentalismo galileiano, pur richiamandosi
insieme nettamente alla tradizione filosofica da Telesio a Cornelio; la
politica, per la quale egli esalta l'insegnamento di Platone; l'etica, per cui
continuo è il richiamo alla filosofia politica di Hobbes, ecc. A questo
impasto di vecchio e di nuovo, che contrappunta un momento della cultura
italiana e riflette il travaglio di una filosofia A. si dedica alla meditazione
filosofica e la occupazione di biblìotecario presso il principe Spinelli, a
Terranova di Sibari, dove muore. Fonti e Bibl.: Firenze, Bibl. Naz. Centrale,
Magl., A. lettere ad Ant. Magliabechi; Giornale de' Letterati e primo di
Modena, Giornale, Redi, Opere, Milano; Gimma, Elogi accademici della società
degli Spensierati di Rossano, Napoli; Zavarroni, Bibliotheca calabra, Napoli; Mazzuchelli,
Filosofi d'Italia, Brescia, riprende dal Gimma;
Di Cagno-Politi, E. A. filosofo e matematico, Appunti, Roma; Maugain, Etude sur l'évolution intellectuelle
de l'Italie environ, Paris; Grammatico, A., O. Carm., insignis disceptator, in
Analecta Ord. Carm., Badaloni, Introduzione a Vico, Milano, Elia Astorino. Elia
Astorini. Tommaso Antonio Astorini. Astorini. Keywords: dialettica, filosofia
simbolica, metodo discorsivo, grammatica filosofica, triade, triplex virtus:
intellectiva, volitiva et effectrix, ad essa corrisponde una triplex operatio
-- interectio, volitio et impetus. Refs.: Luigi Speranza, “Grice ed Astorini” –
The Swimming-Pool Library. Astorini.
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