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Tuesday, January 14, 2025

GRICE ITALO A-Z A AS

 

Grice ed Asclepiade: gl’accademici di Roma – filosofia italiana – Luigi Speranza (Roma). Filosofo italiano. Based in Rome, he was a member of the Accademia. He wrote a book on the immortality of the soul based on his interpretation of certain pronouncements of the oracle of Apollo at Delphi. Asclepiade.

 

Grice ed Asclepiade: Roma antica -- filosofia italiana – Luigi Speranza. Filosofo italiano. Friend of Lactanzio. Wrote a book on Providence. Asclepiade.

 

Grice ed Asclepiade: Roma antica -- filosofia italiana – Luigi Speranza (Roma). Filosofo italiano. He develops a new approach to medicine by introducing ideas on atomism. Asclepiade.

 

Grice ed Ascoli – la scuola di Gorizia – filosofia friulana -- filosofia italiana --  (Gorizia). Filosofo friulano. Filosofo italiano. Gorizia, Friuli-Venezia Giulia. Considerato il padre della dialettologia e dell’ideolettologia (H. P. Grice) in Italia, è uomo e studioso di indiscusso spessore e importanza. A lui si devono alcune delle più importanti intuizioni e riflessioni in campo filosofico-linguistico. Fonda e dirige l’Archivio Glottologico Italiano, tra le più importanti riviste di filosofia linguistica d'Europa. Il primo volume comprende i “saggi ladini,” a cui è conferito il premio della Fondazione Bopp e il premio della Société pour l'étude des langues romanes di Montpellier. Vi pubblica il celeberrimo saggio, “L'Italia dialettale,” la prima classificazione dello spazio linguistico italiano basato su criteri interni alle varietà linguistiche. È fin da subito attratto da questioni linguistiche-filosofiche, probabilmente grazie all’amicizia con lo studioso Filosseno, figlio di Luzzato. La sua città natale gode ai tempi di una strategica posizione che permette l'approccio a diverse parlate, italiano, tedesco, sloveno, ma anche FRIULANO e veneto. Dopo aver passato i primi anni della maturità a dedicarsi allo studio glottologico e alla riflessione, pubblica il primo fascicolo degli Studi Orientali e linguistici, dimostrando una predisposizione allo studio dei fenomeni del mutamento linguistico e una verace curiosità per le teorie della indoeuropeistica. Per approfondimenti vedasi VILLAR, Gli indoeuropei e le origini dell'Europa. Lingua e storia, cur. Siviero, Bologna, Mulino. Conosce, per sua stessa ammissione, le teorie di Bopp, padre della linguisticacomparata e figura a cui si deve la scoperta delle corrispondenze morfologiche tra lingue  imparentate. I contributi fondamentali della linguistica comparativa, soprattutto nel campo dell'indo-europeistica, sono quelli di Jones, che individua, seppur in nuce, una serie di corrispondenze lessicali tra la lingua latina (“ego”) e la greca (“ego”); Schlegel,che in Über die Sprache und Weisheit der Indier ragiona su di una prima classificazione delle lingue su base morfologica -- per cui distingue tra lingue flessive, agglutinanti, ecc. -- e, sulla scia di quanto affermato prima da Jones, riconferma l'esistenza di una parentela linguistica tra latino (ego) e greco (ego); Bopp, che nel suo saggio più importante, Über das Conjugationssystem der Sanskritsprache in Vergleichung mit jenem der lateinischen (ego) und griechischen (ego) Sprache, individua per primo dei tratti morfologici, e non solo lessicali, in comune tra le due lingue. È infatti errato confermare l' ipotesi di discendenza genealogica tra lingue tramite la presa in analisi del solo lessico simile. Esso infatti, nella scala della vulnerabilità al cambiamento dei diversi domini linguistici, rappresenta il primo che ad esso è suscettibile, per via della facilità con cui avvengono fenomeni di prestito o calco). A Rusk si deve poi l'ulteriore merito di aver individuato tra le lingue citate una serie di corrispondenze a livello fonetico. Ascoli, che da subito dimostrò interesse per la linguistica, si avvicinerà  ben presto anche a questo mondo.  A quei tempi in Germania la filologia germanica stava compiendo grandi passi in ambito linguistico (si ricordino la scoperta delle leggi di Grimm e di Verner che regolano il mutamento fonetico nel passaggio dall'indoeuropeo alle lingue europee, in particolare germaniche) e proprio, tra gli altri, i suoi lavori sulle lingue semitiche, sul sanscrito, sull'iranico, e l'aver introdotto in Italia il metodo storico-comparativo valsero ad Ascoli la nomina di membro della Società  Orientale di Lipsia, oggi Società Orientalistica Tedesca.  A. Muore a Milano.  Il progetto pasitelegrafico e i suoi antecedenti. L'interesse d’A. per il sistema pasi-grafico e il sistema pasi-lalico comincia quando da alla luce un saggio - che non si premura mai di intitolare-, pubblicandolo in appendice al Mosaico filologico. Il Mosaico filologico costituisce una parte dell'opera complessiva Memorie filologiche. Il carattere delle proposte differisce significativamente nelle parti. Nella prima parte, A. enuclea alcuni principi e regole di formazione, derivazione e flessione. Nella seconda parte, con atteggiamento più cauto, annota riflessioni e spunti sulla costruzione di UNA LINGUA UNIVERSALE,  fermandosi sul lessico, sulla morfologia e anche sull'alfabeto, e motivando le ragioni che lo inducono a compiere questo tentativo. BONOMI, Idee per un progetto di lingua universale in un inedito d’A., Milano, Accademia Scientifico-Letteraria. Studi in onore di Vitale, cur. Barbarisi, Decleva, Morgana, Milano, Monduzzi.  L’intuizione di comporre una lingua internazionale deriva da molteplici fattori, che possiamo però considerare tra loro collegati. Da un lato, la sua educazione classica può aver generato in A. l'utopica idea dell'unità linguistica e, quindi, dei popoli. Importante poi è sicuramente la convinzione sull'origine mono-genetica delle lingue. Infine, gioca un ruolo fondamentale il tempo speso per la ricerca nel campo della linguistica comparativa e dei tratti comuni alle lingue, come la conoscenza delle teorie dell'indo-europeistica. I sostenitori della teoria monogenetica credono possibile ricondurre a un unico uomo (o popolo) la discendenza di tutti gli altri. Come conseguenza di questo fatto, alcuni linguisti sostengono che in origine sulla terra fosse parlata e intesa una sola e unica lingua. Almeno fino all'avvento della linguistica scientifica, e soprattutto per influsso della tradizione religiosa, che vuole la nascita delle diverse lingue storico-naturali come castigo a seguito dell'erezione della mitica torre di Babele, nome che qualche studioso accosta a balal, 'confondere' -- GRANDI, Fondamenti di tipologia linguistica, Roma, Carocci  («Bussole»)] -, si crede che la lingua primordiale è l'ebraico e che da questo sono discese tutte le altre. Così ad esempio crede anche Isidoro, quando nelle sue Etymologiae scrive: ex linguis gentes, non ex gentibus linguae exortae sunt. VINEIS, MAIERIÙ, La linguistica medievale, Storia della linguistica, cur. Lepschy, Bologna, Mulino]. Al di là delle influenze religiose, la teoria del mono-genismo linguistico trova sostenitori anche dopo l'avvento della linguistica comparativa (forte delle prime considerazioni attorno ai tratti comuni a più lingue e alla successiva ricerca in ambito di tipologia linguistica - il cui merito va a Humboldt, padre della disciplina e figura a cui A. fa spesso riferimento) e conta tra le sue file numerosi sostenitori anche al giorno d'oggi. S’evince nel saggio la primogenita volontà di utilizzare come sistema di comunicazione internazionale i numeri da 1 a 17, associando a ciascuno una consonante secondo una scala crescente di difficoltà – al l numero 1 la consonante più semplice - e non specifica cosa con questa affermazione intenda (H. P. Grice crede ‘d,’ da ‘dada,’ Speranza ‘b’ da ‘baba’ – mio babbino caro – Strawson ‘m’, da ‘mama’ -- per arrivare fino al 17, stante per la consonante più complicata.  La lingua così pensata d’A. - che ignora completamente i suoni vocalici ed è priva di segni diacritici o di punteggiatura - si configura più come un sistema crittografico per sola scrittura in cui a ogni numero è possibile ricondurre un solo suono, che come una vera e propria lingua – il deutero-Esperanto.  Già nel secondo suo saggio però A. abbandona l'idea di comporre la sua pasi-grafia con i soli numeri arabi, giacché l'uso di numeri superiori al 9 (composti quindi da doppia cifra) causa grossi fra-intendimenti, forse risolvibili solamente tramite l'introduzione di spazi o segni di punteggiatura preposti, a segnarne i confini, opzione che comunque non viene contemplata. Se, ad esempio, si segue una serie di corrispondenze per cui, come in latino, 1=”b”, 2=”c”, 3=”d”, [...] 11=r, 12=s, 13=t in mancanza di spazi tra un numero e l'altro come si puo asserire che “12” = “bc” – la prima e la seconda -- e non “s” – la XII? Così A. propone un sistema alterno di scrittura che prevede l'uso di solo IX consonanti, e precisamente solo di quelle che mancano del tratto +sonoro - cioè le sorde. Per realizzare l'equivalente consonante *sonora*, A. propone di utilizzare il grafo della consonante sorda con sovrapposto un piccolo punto (es. plp] e ?[b]). Cf. H. P. Grice, “Phoneme and distincive features”. Per quanto riguarda il lessico, A. vi riserva la parte più consistente d’entrambe le due parti del  suo saggio. Nella prima, A. propone un sistema di glossopoiesi che define come “graduale,” in cui i nomi primitivi -- di cui disfortunatamente non fornisce una definizione, ma si limita piuttosto a dare una sommaria lista -- posseggono obbligatoriamente la vocale «a» e ai quali, mediante l'aggiunta di altri prefissi vocalici, è possibile MODIFICARE IL SIGNIFICATO secondo una scala privativa. Un'E (seconda vocale) pre-posta al nome primitivo ne scema d'un grado la forza. Un O (la quarta vocale) pre-posto al nome primitivo ne scema di DUE gradi la forza. Un I (la terza vocale) preposto al nome primitivo ci dà il senso OPPOSTO, es. A = “il divino”; E-A, “angelo” – animato incorporale --, oa, “anima” (=animale, uomo, ma essere vivente in gnere --, ia “demonio” – il non-divino – cf. Satana, l’angelo caduto. BONOMI. Non sfugge poi che la lingua del Deutero-Esperanto d’A. Puo rimandare per alcuni versi alla pan-glottia fantasiosa di Comenio che, oltre a sfruttare il procedimento fono-simbolico, prevede una serie di morfi che ha il ruolo di MODULARE GRADUALMENTE il significato – in sensu latu, il SENSO -- delle parole così ottenute. Una ulteriore “A-“ vale allora, come in greco, "privazione" – cf. Grice, “Negation and privation” --,  ', una E "eliminazione", una U "accrescimento"  ', ecc. Quindi, se “lus” significa "luce",  “a-lus” significa  "buio"  -- cf. VELIA, a-peiron.’ E “u-lus” significa "luce splendente" [SIMONE]. CHIUSAROLI, «La Pasi-tele-grafia d’Ascoli (cf. Grice, tele-mentationalism) nella riflessione linguistica europea, tra paradigma universalista e scritture veloci, La cultura linguistica italiana, Roma, Bulzoni. Nella seconda parter, A. propone invece di proseguire mediante un lavoro di tipo comparativo tra le varie lingue al fine di individuare le radici comuni mono-sillabiche, a cui successivamente è possibile modificare il significato in un derivato. Per A., fondamentale importanza nella creazione del lessico deve poi ricoprire la componente onomatopeica, di modo che i suoni che compongono le nuove parole siano quanto più possibile motivati (“ouch” – theory, groan – Grice), icon. A. crede che è onomatopeicamente motivato un nesso bi-tri-sillabici, da cui l'idea di adottare lo stesso principio anche nella sua pasigrafia. In questo è evidente anche l'influenza di Humboldt, al quale A. riporta la teorizzazione di una lingua madre (lingua matrix) che, costruita nella ricerca d’elementi comuni alle lingue "figlie" attraverso l'apporto fondamentale dell'elemento significativo ARBITRARIO (‘ad placitum’) e di quello onomatopeico (motivato e dunque non arbitrario), consenta la comunicazione universale, come nell’antico ario, “il riferimento privilegiao della mia ricerca.” Quando tratta della componente morfologica della sua lingua, propone, come tanti filosofi fanno prima e di lui – dall’Accademia e poi --, una semplificazione delle coniugazioni e delle declinazioni. Questa sostanzialmente è la prima - semplice - proposta (o, se vogliamo, le prime due) che A. fa di lingua, ma non è l'ultima e nemmeno la più importante. Infatti, a seguito della notizia della stampa di un'opera analoga a Vienna, A. si decide di stendere per iscritto, e nel più breve tempo possibile («pure m'impegno di cominciare in pubblici fogli, entro dieci giorni al più tardi»), la sua personale, rivista e definitiva proposta di lingua del Deutero-Esperanto. Così come promete, pubblica dunque il suo progetto integrale di pasigrafia - che nomina Pasitelegrafia - il cui scopo dichiarato è quello di facilitare la comunicazione tramite telegrafo tra differenti parlanti. Dimostra di conoscere i progetti e gl’intenti di Gesner, Bacon, Becker, Kircher, Wilkins, Descartes, Comenio, Leibniz, Dalgarno e altri, così come prima di lui confessano i nostri SOAVE (si veda) e MATRAJA (si veda). A. accenna allo stesso SOAVE (si veda), ma ne critica i risultati asserendo che proponendo SOAVE (si veda) stesso una scrittura universale cade nel sistema figurativo che trascina al labirinto minoico, ed ammisera lo scopo della lingua universale del Deutero-Esperanto, supponendola particolarmente un veicolo letterario, e perciò ostinatamente INUTILE quando si ha il latino di Cicerone e d’Orazio. Come sottolinea Chiusaroli  nel suo saggio su A.l'Autore recupera dunque nomi e temi della teoresi universalista, di cui ri-propone (per superarli, d in parte riproducendoli) la tassonomia combinatoria per l'edificazione di una ‘biblioteca universalis’ dei saperi (Gesner), l'analisi misterica e simbolica delle scritture figurate e crittografiche (Kircher), la propedeutica operazione dell'astrazione delle forme rispetto alle lingue storiche (Bacone), la dominanza attribuita al significato nell'elaborazione del sistema dei primitivi (Comenio), la correlata dimensione logica annessa al presupposto della grammatica generale (Cartesio), il metodo della riduzione alle unità lucreziane minime concettuali (Wilkins) e l'idea della scrittura come strumento di comunicazione globale e l'autonomia del significante pasigrafico (Bacone, Wilkins e Maimieux), l'assunzione del modello matematico per la rappresentazione meta-linguistica del reale (Leibniz), la semplificazione morfologica come indice della perfezione strutturale (Faiguet, GIGLI (si veda)), la redazione del vocabolario di base e/o universale poli-glotta con corrispondenze  numeriche (Hourwitz). La lingua d’Ascoli è allora volta alla comunicazione di tipo tecnico-scientifico, tra nazioni che vogliano lo scambio facile e veloce di informazione, e non alla stesura di opere letterarie. A. cita il lavoro di GIGLI (si veda), la cui lingua la forma egli pure da mutilazioni galliche. Di nuovo, il filosofo goriziano non riserva parole gentili per il collega italiano. La sua idea di lingua Deutero-Eperanto è diversa e scavalca gl’impedimenti grafici legati ai singoli alfabeti, scegliendo di esprimersi per cifre, ciascuna delle quali passibile di trasmutazione in simbolo telegrafico e, quindi, in idea o concetto, comunicabile in tutta l’Italia – “da Gorizia alla Catania, o almeno al di la del stretto di Messina. Il telegrafo è infatti secondo A. lo strumento che rende la ricerca e l'adozione della lingua internazionale o universale del Deutero-Esperanto possibile al suo tempo. La scelta ricade allora su un sistema crittografico, di cui fornisce la chiave, a cui ad ogni idea fondamentale corrisponde un gruppo di cifre e simboli che sono successivamente trasponibili in codice utilizzabile tramite telegrafo. La lingua pasitelegrafica deve essere astratta da ogni lingua – il gallico incluso -- e da ogni grammatica. L’unica cosa che chi ad essa si approccia deve conoscere è l'alfabeto LATINO, il sistema numerico romano – I, V, X, L, C, M --, e la  propria lingua madre: il toscano, non il friulano! Segni pasitelegrafici  I segni utilizzati sono gli stessi che già venivano usati normalmente durante le comunicazioni tramite telegrafo, ovvero la linea, -, e il punto, ., del codice di Morse. La virgola è indicata «..-  - » e il punto fermo «—  —». Le otto categorie    A. divide poi le aree semantiche in OTTO macro-categorie - che molto si avvicinano alla struttura ontologica delle lingue filosofiche a priori - che nomina: Indizi di persona; relazione e moto del discorso; congiunture di moto, tempo e luogo;  II. Religione, universo, la terra;  III: Uomo fisico e morale e gli altri animali;  IV: Commercio, nazioni, paesi, città;  V: diplomazia, cancelleria, guerra, giurisdizione;  VI: scienze, arti, mestieri, loro prodotti e strumenti; VII: tempo, luogo e qualità;  e finalmente, VIII: nomi proprie (“Ascoli,” “Grice,” “Speranza”) -- distingue ciascuna categoria numerandola con i numeri romai da I a VIII. e i cui simboli telegrafici  sono:  2. ..  3. ...  4. -.  5. .-  6. -  7. -.-  8. E per completezza informa che il numero IX sarebbe rappresentato dalla sequenza « ..-» e lo zero  «—.». Ad ogni idea rappresentata sottopone tutte quelle che vi soggiacciono, numerando anche queste, ma pur sempre senza rigore sistematico, ovvero non a mo' di vocabolario o grammatica.  Accanto ad ogni idea vi sono poi due numeri sovrapposti l'uno all'altro e separati da una linea trasversale, il primo dei quali indica a quale categoria appartiene l'idea che accompagna, e il secondo al numero che nella numerazione progressiva della categoria, spetta a tale idea. A seguire A. fornisce le tabelle, dette numeratori pasitelegrafici, delle OTTO categorie, di cui si  fornisce un esempio. Nell'immagine sottostante si riporta a titolo di esempio la tabella immaginata d’A. per la categoria III.    ¾ “uomo,” creatura umana) ⅜ uomo (“vir”) ⅜ trisavolo ¾ bisavo %. antenato ⅗ avo ⅗ “padre” ⅜ “figlio”  ⅜ zio ¾o fratello ¾1 cugino, Categoria III: L' uomo fisico e morale e gl’altri animali.  ⅜1 coraggio  ⅜a salvezza  ⅔a baldanza  ⅜4 timidezza  ⅜5 “speranza”  ⅜& rassegnazione  ⅜7 fedeltà  ⅜s pazienza  ¾9 giustizia  ¾o onestà  ¾1 pietà (compassione)Se si volesse esprimere il concetto di 'uomo' inteso come essere umano di genere maschile (nella tabella al secondo posto) basterebbe tradurre i numeri, detti cifra pasitelegrafica, in simboli telegrafici (sapendo che la linea trasversale è indicata con « ... ») di modo che esca la  trascrizione « ....-.-...». Ciascuna lingua naturale, come il friulano, la sua ‘lingua matrix,’ dove a tal scopo avere il proprio numeratore pasi-telegrafico in cui ogni idea è ben definita – chiara e distinta – cf. Grice, “Descartes on clear and distinct perception” -- o da un vocabolo solo o, nel caso in cui sia necessario, da una ristretta peri-frasi (“bachelor,” unmarried male – Grice/Strawson, In defense of a dogma; in questo modo il lavoro di traduzione deve essere fatto una volta solamente (così nel numeratore francese 3/2 sarebbe “homme” e in quello tedesco Mann, ma la trascrizione pasitelegrafica è sempre la stessa e corrisponderebbe tanto a quella italiana quanto a quella friulana, latina, siciliana, ecc.).  Ciascun paese o popolo (Grice on C. A. B. Peacocke – ‘population utterance meaning”) dove poi procedere alla compilazione di vocabolari nei quali, oltre al significato o SENSO delle parole, è indicato anche il segno telegrafico. E così ogni popolo – e idioletto per gl’individui -- per comprendere i messaggi che arrivano dagli altri paesi non avrebbe che da usare un vocabolario pasitelegrafia-lingua nazionale e, per inviare i messaggi, lingua nazionale-pasitelegrafia.  Il risparmio nell'uso di questo sistema sarebbe, a detta dell'autore, doppio, giacché per comporre i simboli pasitelegrafici sono sufficienti un numero minore di caratteri/segni rispetto al codice Morse (come ad esempio nel caso di 'splendore', nel numeratore italiano indicato da 2/29 e in pasigrafia «.........-“. Ma nel codice Morse «  ......・・・_  --..») e quindi per riprodurlo  si impiega sia meno tempo che meno spazio. Ogni cifra pasitelegrafica può inoltre prevedere ulteriori modificazioni indicate da PIU simboli:  - un punto sovrapposto, che nel telegrafo si indica con una linea che la precede con breve spazio, denota un ENTE che COMPIE l'azione o uno STATO in cui questo continua l'azione indicata dalla cifra – cf. H. P. Grice on von Wright, “Action and Events”. Ad esempio 4/1 significa 'commercio'  (cf. amazione, o amore) ma se sottoposto ad un punto  ⅛ significa “commerciante” “amante,” non “amato” (tel.«--.--»). Un accento circonflesso sovrapposto esprime la natura non-maschile dell'ente o dell'idea rappresentata dalla cifra (es. 3/7 significa 'padre', ma sottoposto ad un circonflesso % ‘l’altro genitore,’ i. e., 'madre'). Di nuovo quindi, come visto in altri sistemi di filosofi precedenti, è sufficiente avere l'idea SOLO MASCHILE – “such artless sexism!” – H. P. Grice -- di ciò che si vuole esprimere e aggiungere ad essa un simbolo, un qualcosa che ne indichi l'essere femminile. Nel telegrafo il femminile è indicato con una linea che segue la cifra pasitelegrafica («....-.-.-.--»). Una parentesi tonda che precede esprime pluralità: ad esempio  significa  'commercianti'. Nel telegrafo è indicato da doppio tratto a seguito della cifra (tel. «—-.  .-. .—»);  un tratto sovrapposto alla cifra indica che l'azione è conclusa o che il soggetto subisce  l'azione e nel telegrafo lo si indica con doppio tratto che precede la cifra (es.  significa 'la donna amata', tel. «— ....--»);un apostrofo anteposto alla cifra (telegraficamente «.—. ») indica che la condizione o l'azione è espressa al tempo presente. Ad esempio la cifra ½*/ significa tu adesso sei commerciante' o più semplicemente 'tu commerci' (tel. «.-...-.-.-.--.--..»);  una barra verticale anteposta alla cifra (telegraficamente « .—. ») indica che la condizione o l'azione è espressa al tempo PASSATO – Grice, “Socrates whatted – drank hemlock”. Ad esempio la cifra ½8 1%8 significa, per dare l’esempio di Colorni-Leibniz,  'Paride FU amante o più semplicemente 'PARIDE amò Elena’ – Nel caso di Patroclo ed Achille, si presuppone che Achille è AMATO da ma non AMANTE di Patroclo (cf. Eurialo ama Niso. Due barre verticali anteposte alla cifra (telegraficamente «—. ») indicano che la condizione o l'azione è espressa al tempo FUTURO CONTINGENTE (“Avra una battaglia navale”.. Ad esempio la cifra ½8. !|⅜8 significa 'Patroclo sarà amante d’Achille’ o ‘Eurialo SARÀ amant di Niso', 'Egli amera';  tre barre verticali anteposte alla cifra (telegraficamente « ...-») esprimono imposizione, o modo imperativo dell'azione (“!Enjoy” – Holdcroft on Vendler – H. P. Grice, “Modes”, “Aspects of reason”. Ad esempio ⅓ Il significa 'sii commerciante'. Una t rovesciata anteposta alla cifra (telegraficamente « -... ») esprime desiderio, supposizione o credenza (come il modo condizionale italiano, o l’ottativo latino – H. P. Grice, “I wish we had it!” --. Ad esempio ¼ 1⅓ significa 'commerceresti' o 'SE fossi commerciante!'. Un grande cerchio anteposto alla cifra (di cui non viene data difortunatamente la trascrizione telegrafica) indica che due o più azioni si svolgono CONTEMPORANEAMENTE (“Patroclo took off his leff and right shoe” (H. P. Grice on J. O. Urmson – “Philosophical Analysis between the two wars”. Ad esempio % 0% 1%% significa Patroclo, mentre era soldato, amò Achille'; una f rovesciata anteposta alla cifra (di cui nuovamente non si conosce difortunatamente la trascrizione telegrafica) esprime l'ente descritto dalla cifra AL MODO INDEFINITO o infinito. Ad esempio J/18 significa 'amare'. Una c rovesciata anteposta alla cifra (telegraficamente « ..-. ») indica che quella è una caratteristica dell'ente rappresentato dalla cifra (ovvero un aggettivo), “amoroso”. Ad esempio • % significa 'europeo', o goriziano, laddove senza la c indicherebbe solamente Europa, o Gorizia. Questo carattere può essere anche duplicato e donare il significato o SENSO di 'maggioranza' (telegraficamente « ..... »). Triplicato e donare il significato di 'assoluto'  (telegraficamente « ...... »), come nell’ablativo latino. Ad esempio  8¾ ¾  significa 'DIVINISSIMO uomo' – ma MORTALE. Una linea che segue la cifra ne indica la natura di AVVERBIO (telegraficamente «.-.»). Ad  esempio ⅝o 1⅝ ¾-  significa 'Luigi agì DIVINAMENTE'. Le parentesi quadre che precedono e seguono la cifra indicano un ente che crea o produce l'idea da questa espressa (telegraficamente «.-.. » che precede la cifra). Ad esempio  coraggioso l'esercito'.  ⅝ [∞ ⅜1]%  significa il vittorioso condottiero che rende. Ordine e distanza tra le cifre . L'ordine delle cifre può variare, ma rimane comunque simile a quello del latino e l’italiano, se non del friulano. Per non confondere agente (Patroclo, Eurialo) e paziente (Niso, Achile), questi sono quanto più separati e in questa sequenza. La distanza tra cifre deve essere simile a quella che normalmente si lascia tra le parole. Ma le cifre che concorrono insieme a definire una sola idea devono essere più vicine tra loro delle altre. Nomi propri. A. associa ad ogni lettera dell'alfabeto latino un numero e ne specifica, per quasi tutti, il suono. Per scrivere un nome proprio non compreso nella categoria VIII, come può essere un cognome (“Grice,” literalmente “pig”), basta scrivere in fila i numeri associati a ciascuna lettera. I numeri pasi-telegrafici che devono servire per lettere sono preceduti e seguiti dai segni «—.-».  1 [a] [b]  [d] ABCDEFGGH1  [e]/[&], non specificato  23456789 [f] [d3] (gl [h]  10 [1] 11 non specificato  12    [k]  13      14    (m]  15    [n]  16    [o]/[o], non specificato  17    [p]  18    [kw]  19    [r]  20    [s]/[z], non specificato  21    5  22    [t]  23    (u]  24    [v]  25  W  non specificato  26  Y  non specificato  27    non specificato  28  Z  [dz]/[ts], non specificato    numeri  I numeri si indicano con numeri romani preceduti e seguiti da due v (telegraficamente «-.—»). In questo modo  v 99% v  I numeri ordinali come primo (universita: Bologna), secondo – seconda universita: Oxford, terzo – terza universita: Parigi o Sorboan -- si ottengono aggiungendo alla cifra tre tratti posposti, e così anche telegraficamente (ad esempio 20 ——— significa 'ventesimo', telegraficamente «  ....  -»): Napoli, la ventesima uiversita. I numeri che esprimono ripetizione (una volta, once, due volte, twice, tre volte, thrice) si ottengono aggiungendo alla cifra tre tratti e un punto posposti, e così anche telegraficamente (ad esempio 3--  significa 'tre volte', o ‘thrice’, telegraficamente «... —.») Sistemi crittografici di questo tipo hanno grande fortuna. Ma ovviamente in ragione dello scopo contrario a quello qui perseguito d’A., il rendere illeggibile un testo non possedendone la chiave di lettura. Più sistemi di questo tipo sono ad esempio creati dal padre gesuita, e allievo di Kircher stesso, Francesco Lana conte de’ TERZI (si veda) nella suo saggio “Prodromo, overo saggio di alcune inventioni nuove premesso all'Arte Maestra pubblicato a  Brescia nel 1670.10    Vedasi FRANCESCO LANA CONTE DE' TERZI, Prodromo, overo saggio di alcune inventioni nuove premesso all'Arte Maestra,    opera che prepara il P. Francesco Lana bresciano della Compagnia di Giesu per mostrare li piu reconditi principij della Naturale Filosofia, riconosciuti con accurata Teorica nelle piu segnalate inventioni, ed isperienze fin'hora ritrovate da gli scrittori di questa materia et altre nuove dell'autore medesimo, Brescia, presso Rizzardi. Lana nacque a Brescia e vi    muore. Studia filosofia presso l'ordine dei gesuiti a Roma, dove conosce anche Kircher che lo  introduce alla fisica e al poker. È insegnante di matematica e filosofia.   A., così come è già stato fatto da altri dotti, come per esempio da Kircher nella sua Polygraphia nova et universalis, reinventa allora un codice linguistico nato per CELARE informazioni – cf. J. L. Austin, D-DAY -- di modo che diventi anzi il sistema prediletto per lo scambio di informazione internazionale. Ascoli. Keywords: Deutero-Esperanto. Refs.: Luigi Speranza, “Grice ed Ascoli,” pel Gruppo di Gioco di H. P. Grice, The Swimming-Pool Library. Ascoli.

 

Grice ed Assarotti: la ragione conversazionale e l’implicatura conversazionale – la scuola di Genova – filosofia genovese – filosofia ligure -- filosofia italiana – Luigi Speranza, pel Gruupo di Gioco di H. P. Grice, The Swimming-Pool Libray  (Genova). Filosofo genovese. Filosofo ligure. Filosofo italiano. Genova, Liguria. Dizionario biografico degl’italiani. Nato da Giuseppe. Entra nell'ordine delle scuole pie. Fatta la professione solenne, insegna nella casa dell'Ordine a Voghera. Inizia gli studi filosofici ad Albenga, e li continua a Genova sotto la direzione d’AGENO (si veda) e GIACOMONE (si veda). Insegna grammatica superiore nella casa professa di Genova, fino a quando divenne insegnante di fisica ad Albenga. Insegna logica a Savona, e logica e fisica a Genova. Insegna teologia a Savona e a Genova. All'insegnamento di filosofia e di teologia d’A. si formarono esponenti del movimento giansenista quali Degola, Buccelli, Capurro, Carosio, e Casella.  A., però, finisce per abbandonare l'insegnamento di quelle discipline per dedicarsi quasi totalmente all'opera di ri-educazione dei sordomuti, “il suo maggior titolo di rilievo filosofico,” nelle parole di H. P. Grice. In Francia, Epée è il primo a richiamare l'attenzione sulla gravità del problema della ri-educazione dei sordomuti e pone a base del suo metodo di insegnamento la mimica griceiana. Interessato a questi esperimenti, che sono continuati da Sicard, A. inizia la ri-educazione di alcuni ragazzi. Incoraggiato dal successo ottenuto, volle allargare il numero dei suoi allievi, ciò che gli è possibile fare quando ottenne da BUONAPARTE (si veda) un finanziamento, la garanzia di alcune borse di studio per sordomuti indigenti, oltre che l'autorizzazione a installarsi in un locale appartenente a corporazioni religiose soppresse. A. pone la sede del suo istituto dei sordo-muti in un convento delle monache brigidine. Finito il dominio di BUONAPARTE (si veda), l'istituto attravese un periodo di crisi, fino a che non prende a cuore le sue sorti, dopo l'annessione della Liguria al regno della Sardegna, il re Vittorio Emanuele, per l'aiuto del quale esso conosce un notevole ampliamento. Ben presto la sua fama si estende all'Italia e anche all'estero. Numerosi illustri personaggi, da Mayer a Cuvier e Staël, lo visitano. Esso è preso a modello da molti altri analoghi istituti fondati a Torino, Milano, Livorno, Roma, Napoli, ecc. Lo stesso Aporti, che lo visita, ne utilizza le esperienze per i suoi asili infantili. All'abdicazione del re Vittorio Emanuele, l'istituzione è presa sotto la protezione del nuovo re Carlo Felice.  Il metodo d’A., MIMICO (alla Grice) ed essenzialmente pratico ed empirico, utilizza l'alfabeto dattilogico, la scrittura e I GESTIi, e si propone d'insegnare ai sordo-muti, oltre che a leggere e a scrivere, cognizioni diverse riguardanti le varie lingue e i vari campi dello scibile, la filosofia inclusa. Il limite di questo metodo è forse quello di dare soverchia importanza al numero delle cognizioni da impartire, col rischio di fornire un'eccessiva e inutile erudizione agli allievi. (Grice: “Do they NEED to *know* Heidegger?”). A. concive il progetto, che non puo però seguire, d’estendere l'istruzione a tutti i sordomuti dello stato sardo. Esegue la sua missione di educatore nonostante le numerose difficoltà economiche e l'ostilità dei gesuiti e del clero retrivo, con una fede porto-realistica. Allievo di Molinelli., legato all'ala più religiosa e mistica del giansenismo ligure, quella di Vignoli, di Degola, al quale è molto vicino, non prende parte alla lotta politica in cui altri suoi amici giansenisti s'impegnano. Neppure partecipa molto alle dispute teologiche. In questo campo pubblica, in collaborazione con  Molinelli, De homine ante et post lapsum et de Ecclesia militante in terris. Propositiones theologicae publice propugnandae, Genova, mentre non ottenneno l'imprimatur ecclesiastico alcune sue tesi intitolate De fructibus divinae Incarnationis,accusate di giansenismo, baianismo e quesnellismo. Gl’è ancora negato, a Genova e a Torino, il permesso di stampare cinquantadue profezie della Bibbia sulla conversione degl’ebrei.  Tutta la fede e le energie d’A. si riversarono così nella ri-educazione dei sordo-muti, attività in cui è co-adiuvato dagl’amici Degola, che dell'Istituto è il cappellano, Scalzi, Carrega, Boselli, che gli succede alla direzione dell'istituto. Ai sordo-muti A. dedica pure numerosissimi saggi, fra cui si ricordano, “Esercizi di pietà ad uso de’sordo-muti istruiti e di chiunque altro desideri praticarli, Genova, e, Ristretto delle dottrine cristiane ad uso de’sordo-muti istruiti nel R. Istituto di Genova, Genova, e Punti di religione ad uso de’sordo-muti istruiti nel R. Istituto di Genova, Genova. A. è anche chiamato a insegnare all'Istituto nazionale di Genova (nel periodo di BUONAPARTE denominato Accademia imperiale), istituto di studi superiori soppresso dalla restaurazione.  Muore a Genova. Refs.: Storia della Università di Genova, di Isnardi, continuata da Celesia, Genova; Mayer, Frammenti di un viaggio Pedagogico, Firenze; Monaci, Storia del R. istituto nazionale dei sordo-muti in Genova, Genova (con bibl.); Donaver, A., Rass. naz.; Codignola, Pedagogisti ed educatori, Milano; Picanyol, Il primo apostolo dei sordo-muti in Italia: A., Rass. di storia e bibl. scolopica; Codignola, Carteggi di giansenisti liguri, Firenze, con il carteggio d’A.); Illuministi, giansenisti e giacobini nell'Italia, Firenze. Ottavio Assarotti. Assarotti. Keywords: love. Refs.: Luigi Speranza, “Grice ed Assarotti,” pel Gruppo di Gioco di H. P. Grice, The Swimming-Pool Library. Assarotti.

 

Grice ed Assiopisto: la setta di Locri –- Roma – filosofia italiana – Luigi Speranza (Locri). Filosofo italiano.  Epicarmo. Assiopisto.

 

Grice ed Assunto: all’isola -- la ragione conversazionale e l’implicatura conversazionale dei nazareni – la scuola di Caltaissetta – filosofia siciliana -- filosofia italiana – Luigi Speranza, pel Gruppo di Gioco di H. P. Grice, The Swimming-Pool Library  (Caltanissetta). Filosofo siciliano. Filosofo italiano. Caltanissetta, Sicilia. Grice: “I like Assunto; of course in Italy they take aesthetics seriously; my wife would say that they ONLY take aesthetics seriously! And I would correct her, ‘You mean that they take only aesthetics seriously,’ and she would re-correct me, ‘Whatever, dear.’” – “Anyhow, Assunto is best known in Italy as a historian, but he fails to see that when at Clifton we speak of the classics we mean the timeless – my timeless meaning was meant as a Cliftonianism! So Assunto is lacking background when he equates classicism, or worse, neo-classicism of the Canova type popular in London, as dealing with ‘l’antichita’ – that would have offend Canova: his statues were meant to represent Platonic timeless ideas or ideals!” Grice: “Gilbert and Leighton are very explicit about this in ‘The Artist’s Model’!” “Then Assunto thinks he can play with a fictiotious dichotomy between ‘l’antico’ and ‘il non-antico.’” Grice: “I treasure Millais’s slogan that at the Royal Academy, he had to do only TWO things: draw naked men ‘from nature’ – or draw naked men ‘dall’antico’!” – Grice: “As Millais suddently realised: ‘We found out that there were no English types that would represent the ‘antico’, or timeless ideal, so we had to deal with Italian models!” -- L'uomo che contempla il giardino vivendo il giardino [...] solleva se stesso al di sopra della propria caducità di mero vivente.»  -- Ontologia e teleologia del giardino). Ha compiuto i suoi studi secondari presso il Liceo Classico di Caltanissetta nella sua città natale. Laureato in Giurisprudenza è stato avviato alla filosofia da Pantaleo Carabellese professore di filosofia teoretica presso l'Roma.  È stato docente di Estetica a Urbino dal 1956 e titolare dal 1981 della cattedra di Storia della filosofia italiana presso la Facoltà di Magistero a Roma.  «Il suo insegnamento è anticonformista, fortemente intriso di contraddittorio. Ma forse proprio per questo motivo, quando arriva il Sessantotto, il filosofo sceglie la via della controrivolta: quella che passa attraverso l'élite. Rifiuta di adeguarsi al voto politico, si oppone ai collettivi e agli insegnamenti assembleari. I suoi allievi non si oppongono al suo rifiuto, anzi con questo comportamento Assunto riesce ad attirarsi la stima di molti esponenti del Movimento studentesco. Talmente rivoluzionario da divenire reazionario, Rosario Assunto dagli anni Settanta in poi avrà un atteggiamento sempre più schivo...»  Un isolamento, il suo, iniziato col Sessantotto, ma poi sempre più accentuato; infine, si chiuse nei suoi studi e nelle sue speculazioni dopo la morte della moglie, la storica dell'arte Wanda Gaeta, molto amata («Sono la fotocopia di lei, che è stata uccisa dal mio stesso male»).  A Roma fu molto amico di Giulio Carlo Argan pur contrastando le sue idee politiche.  Pensiero Rosario Assunto, interessato ai temi estetici della filosofia da un punto di vista storico e teoretico li ha trattati non solo come tipici della filosofia dell'arte e del bello ma considerandoli coincidenti con la filosofia stessa giudicata come pura estetica. Egli si rifà a Baumgarten, Cartesio, Leibniz, Kant esaminati soprattutto per la loro concezione dell'uomo e del suo rapporto con la natura. Una visione tradizionalista della filosofia, proprio nel momento in cui l'estetica si rivolgeva alla semiotica, che isolò Assunto soprattutto in Italia, mentre in Germania veniva tradotto e apprezzato.  Assunto ha rappresentato una delle voci più significative all'interno del dibattito filosofico estetico del Novecento. Vivamente interessato all'estetica dei giardini anticipa largamente nelle sue opere alcuni rilevanti concetti per la riflessione più recente, come per esempio quello di "estetica del paesaggio", che hanno ispirato i temi ambientalisti sulla tutela e conservazione del paesaggio, naturale o elaborato dall'uomo, che egli definisce «Spazio limitato, ma aperto; presenza, e non rappresentazione, dell'infinito nel finito».  Altre opere: "Civiltà fascista"; “Il teatro nell'estetica di Platone, in "Rivista italiana del teatro"; Curatela di Heinrich von Kleist, Michele Kohlhaas, Torino, Einaudi); “Essere e valore nella filosofia di C. A. Sacheli, in "Rivista di storia della filosofia"; “L'educazione estetica, Milano, Viola); “Educazione pubblica e privata, Milano, Viola); “La pedagogia greca, Milano, Viola); “Forma e destino, Milano, Edizioni di comunità); “L'integrazione estetica. Studi e ricerche, Milano, Edizioni di comunità); “Teoremi e problemi di estetica contemporanea. Con una premessa kantiana, Milano, Feltrinelli); “La critica d'arte nel pensiero medioevale, Milano, Il saggiatore); “Estetica dell'identità. Lettura della Filosofia dell'arte di Schelling, Urbino, STEU); “Giudizio estetico, critica e censura. Meditazioni e indagini, Firenze, La nuova Italia); “Stagioni e ragioni nell'estetica del Settecento, Milano, Mursia); “L'automobile di Mallarmé e altri ragionamenti intorno alla vocazione odierna delle arti, Roma, Ateneo); “L'estetica di Immanuel Kant, una antologia dagli scritti a cura di, Torino, Loescher); “Hegel nostro contemporaneo” (Roma, Unione italiana per il progresso della cultura); “Il paesaggio e l'estetica I, Natura e storia, Napoli, Giannini); Arte, critica e filosofia, Napoli, Giannini); “L'antichità come futuro. Studio sull'estetica del neoclassicismo europeo, Milano, Mursia); “Ipotesi e postille sull'estetica medioevale. Con alcuni rilievi su Alighieri teorizzatore della poesia, Milano, Marzorati); “Libertà e fondazione estetica. Quattro studi filosofici, Roma, Bulzoni); “Intervengono i personaggi (col permesso degli autori), Napoli, Società editrice napoletana); “Specchio vivente del mondo. Artisti in Roma” (Roma, De Luca); “Hohenegger. Esploratore del possibile” (Roma, De Luca); “Infinita contemplazione. Gusto e filosofia dell'Europa barocca, Napoli, Società editrice napoletana); “Filosofia del giardino e filosofia nel giardino. Saggi di teoria e storia dell'estetica, Roma, Bulzoni); “La città di Anfione e la città di Prometeo. Idea e poetiche della città, Milano, Jaca); “La parola anteriore come parola ulteriore, Bologna, il Mulino); “1. Il parterre e i ghiacciai. Tre saggi di estetica sul paesaggio del Settecento, Palermo, Novecento); “Verità e bellezza nelle estetiche e nelle poetiche dell'Italia neoclassica e primoromantica, Roma, Quasar); “Ontologia e teleologia del giardino, Milano, Guerini); “Leopardi e la nuova Atlantide, Napoli, Istituto Suor Orsola Benincasa-Edizioni scientifiche italiane); La natura, le arti, la storia. Esercizi di estetica, Milano, Guerini studio); “Giardini e rimpatrio. Un itinerario ricco di fascino attraverso le ville di Roma, in compagnia di Winckelmann, di Stendhal, dei Nazareni, di D'Annunzio, Roma, Newton Compton); “La bellezza come assoluto, l'assoluto come bellezza. Tre conversazioni a due o più voci, Palermo, Novecento); Il sentimento e il tempo, antologia Giuseppe Brescia, Andria, Grafiche Guglielmi. A. Ontologia e teleologia del giardino, Guerini; Enciclopedia multimediale delle scienze filosofiche, su emsf.rai. Nicita, Assunto scandaloso esteta, La Repubblica Cutinelli-Rendina, Emanuele, Il Sessantotto di Rosario Assunto, Ventunesimo secolo: rivista di studi sulle transizioni: 22, 2,, Soveria Mannelli: Rubbettino,.  Op. cit. ibidem  Assunto scrisse contro il progetto politico della realizzazione del ponte di Messina  Debenedetti, A., filosofo delle forme, Corriere della Sera, Raffestin, Dalla nostalgia del territorio al desiderio di paesaggio. Elementi per una teoria del paesaggio, Alinea Editrice, 2005 p.90  Marisa Sedita Migliore, Il giardino: mito estetico d’A., Società Dante Alighieri, 2000. Teresa Calvano, Viaggio nel pittoresco: il giardino inglese tra arte e natura, Donzelli; Cassatella, Enrica Dall'Ara e Maristella Storti, L'opportunità dell'innovazione, Firenze; Caotorta, All'ombra delle farfalle. Il giardino e le sue storie, Edizioni Mondadori,, Luciani, Luoghi, forma e vita di giardini e di paesaggi: Premio internazionale Carlo Scarpa per il giardino, Fondazione Benetton Studi Ricerche Pier Fausto Bagatti Valsecchi e Andreas Kipar, Il giardino paesaggistico tra Settecento e Ottocento in Italia e in Germania: Villa Vigoni e l'opera di Giuseppe Balzaretto, Guerini, Rendina, Il Sessantotto di A. (con un carteggio inedito), in «Ventunesimo secolo», A. Opere di Rosario Assunto,. Rosario Assunto, su Goodreads. Filosofia Filosofo Professore Caltanissetta Roma. Rosario Assunto.  Assunto. Keywords: i nazareni, massimo, sala dante, koch, civilta, civilta fascista, theorie des schoenen; D’Annunzio, i Nazareni, I nazareni, pittori germani a Roma, Casino del marchese Carlo Massimo, Aligheri, Tasso, Ariosto. D’Annunzio, la preservazione dei Giardini antichi, villa, giardino di villa, giardino di palazzo, estetica del giardino, il giardino e il uomo, giardineria, filosofia del giardino, il giardino di Epicuro a Roma. Horto di Epicuro – il giardino d’Epicuro (non di Epicuro). Hortus, orto romano, i Scipione e la filosofia a Roma dopo Carneade – filosofia al giardino – filosofia nell’orto – orto italiano, giardino italiano, orto romano, simmetria, “teatro, cinematografo, radio” “sono tre simboli ideali” – “Civilta” – “estetica del teatro in Platone” assunto annunzio  i nazareni a roma il giardino d’epicuro “teatro, cinematografo, radio” teatro nell’estetica platonica schelling il bello intro alla fondazione della metafisica dei costumi natura ed arte — roma città — giovanni gentile —  --  Refs.: Luigi Speranza, “Grice ed Assunto” – The Swimming-Pool Library. Assunto.

 

Grice ed Astea: la diaspora di Crotone -- Roma – filosofia italiana – Luigi Speranza (Taranto). Filosofo italiano. Pytthagorean according to Giamblico di Calcide (“Vita di Pitagora”). Astea

 

Grice ed Astilo: la diaspora di Crotone -- Roma – filosofia italiana – Luigi Speranza (Metaponto). Filosofo italiano. Pythagorean according to Giamblico di Calcide (“Vita di Pitagora”). Astilo.

 

Grice ed Astone: la setta di Crotone -- Roma – filosofia italiana – Luigi Speranza (Crotone). Filosofo italiano. A Pythagorean. According to Diogene Laerzio, there is a view that he is  the true author of some works attributed to Pythagoras. Astone.

 

Grice ed Astorini: la ragione conversazionale e l’implicatura conversazionale – la scuola d’Albido – filosofia cosentina – filosofia calabrese -- filosofia italiana – Luigi Speranza, pel Gruppo di Gioco di H. P. Grice, The Swimming-Pool Library  (Albidona). Filosofo calabrese. Filosofo italiano. Albidona, Cosenza, Calabria. Grice: “I like Astorini, but more so does Sir Peter, vide his section on ‘Space’ in “Individuals: an essay in descriptive metaphysics”: ‘Surely we wouldn’t have space as we know it if it were not for Astorini.” La vivacità del suo ingegno, e il desiderio di apprendere cose nuove, lo induce a spogliarsi de' pregiudizi del secolo, e a studiare attentamente i filosofi, conosciuta la forza delle loro ragioni, ardì dichiararsi nemico del peripato del LIZIO; al che avendo congiunto lo studio delle lingue ebraica e siriaca, ei cadde presso alcuni in sospetto di novatore, e per poco non si attribuì ad arte magica ciò che era frutto del raro suo ingegno e del suo instancabile studio.” Alcuni considerano i paesi di Cirò o di Cerenzia la sua patria. Si ritieneno deboli gl’argomenti esposti da un ingegnoso filosofo di Cirò il quale volle onorare la sua patria della sua nascita. Molti filosofi presero a difendere l'autorità del romano pontefice e a sostenere la chiesa romana contro i nimici della medesima. Uno solo, A., ne accennera per amore di brevità, con tanto maggior vigore si accinse a difenderla, quanto più avea per sua sventura potuto comprendere la debolezza dell'armi con cui essa era oppugnata. Vari luoghi della Calabria Citeriore han preteso all'onore di aver dato i natali a questo insigne filosofo, ma noi crediamo rimuovere ogni dubbio intorno al luogo di lui natìo, seguendo in questo punto l'opinione di Zavarrone, il quale afferma esser egli nato nella città di Cirò, detta anticamente Cremissa, luogo non ignobile del paese de' Bruzi, dove questa famiglia vive ancor oggi onorevolmente. «Molti scrittori di materie ecclesiastiche rilussero in questo secolo, e fra i più celebri si annoverano: primo, A.. Studia con il padre Diego, medico in loco, la grammatica, la retorica e la lingua greca. Si trasfere a Cosenza per completare gli studi e poi a Napoli per apprendere gli studi di FILOSOFIA, e di teologia a Roma, dove è insignito dalla corte papale del compito di scrivere alcuni annali. In questo periodo pubblica “De vitali aeconomia foetus in utero”. Pubblica alcuni saggi di matematica e geometria, come gli “Elementa Euclidis ad usum nova methodo et compendiare olim demonstrate” e un “Decamerone pitagorico”. Dopo alcuni anni lascia l'Italia per raggiungere la Svizzera e la Germania, ma in quei territori, come la città di Groninga, riscontra una notevole influenza religiosa protestante e poiché il conversar co' i filosofi protestanti gli fece conoscere chiaramente che fuor dalla chiesa di Roma non v'e unità di fede, decide di tornare in patria -- Terranova, feudo del paese di Tarsia. Gimma, Elogi accademici della società degli spensierati di Rossano, Troise. Si tratta di Zavarrone (Montalto Uffugo, Roma), religioso dell'ordine dei Minimi e teologo al servizio di illustri politici, come Augusto III re di Polonia e pontefici. È lettore del collegio urbano Propaganda Fide e consultore del tribunale dell'inquisizione. Tiraboschi, Storia della letteratura italiana,  Notizie e opere d’A., Firenze: Molini, Landi, Pietro Napoli-Signorelli, Vicende della coltura nelle II sicilie o sia storia ragionata, Morelli di Gregorio, Panvini (Martuscelli), Biografia degl’uomini illustri del regno di Napoli, ornata de loro rispettivi ritratti, Gervasi. Falcone, Biblioteca storica topografica delle Calabrie. A., Dizionario degl’italiani, Istituto dell'Enciclopedia.  Opere di A., su open MLOL, Horizons Unlimited srl.  Filosofi italiani Matematici italiani Professore Albidona Terranova da Sibari Carmelitani. Altre saggi: "De Vitali Oeconomia foetus in utero" (Groninch); "Elementa Euclidis ad usum novæ Academiæ Nobilium Senensum, nova methodo et compendiariè demonstrata", Sienna e Napoli, Mosca); "Prodromus apologeticus"; "De potestate sanctæ sedis apostolicæ"; "De vera ecclesia Jesu Christi, contrà Lutheranos et Calvinianos libri III”, Napoli, Bono; “Apollonij Pergæi Conica integritati suæ ordini atque nitoripri stino restituta,” Napoli; "De recto regimine catholicæ hierarchiæ; “Ars magna pythagorica"; "PHILOSOPHIA SYMBOLICA”; "Archimedes restitutus"; "Decameron Pitagorico"; "Il consenso, e dissenso delle III Gramatiche Ebraica, Arabica, e Siriaca e'l modo facilissimo per apprenderle ciascheduno da se stesso in breve tempo"; "Commentaria ad Scientiam GALILEI (si vedda) de Triplici Motu". La movimentata vicenda biografica di A. aonda le radici in una formazione cosmopolita e interdisciplinare, iniziata in Calabria sotto la guida del padre e proseguita accanto allo zio Tommaso Cornelio, esponente del fronte de inovatores nella Napoli. È per lui naturale ripudiare la filosofia scolastica e aderire alle teorie dei moderni, da GALILEI (si veda) a Cartesio, Hobbes e Gassendi, teorie che diuse a Cosenza e tra i filosofi nobili in varie località del vice-regno e che gli recarono grande notorietà. Al termine di un lungo viaggio in Svizzera, Germania e i paesi bassi durante il quale si fa apprezzare per le non comuni capacità didattiche, vive alcuni anni tra Firenze e Siena dove frequenta i principali esponenti della cultura umanistica e scientifica toscana, da Magliabechi a Redi e Viviani. Ritornato nel vice-regno per dedicarsi alla pubblicazione di numerosi saggi, si pone sotto la protezione del principe di Tarsia, ed anche d’Orsini, avvezzi amendue a favoreggiar letterati. Per l’ampiezza dei temi arontati, sua “PHILOSOPHIA SYMBOLICA” puo giovarsi del ricco patrimonio librario custodito nella biblioteca di Spinelli. “PHILOSOPHIA SYMBOLICA” è divisa in dialoghi nei quali sono illustrati tutti i sistemi filosofici, colle dimostrazioni e osservazioni fatte in varie sette, ed erudizioni prese da' FILOSOFI ROMANI. Sebbene varii luoghi della Calabria si contendano la patria d’A., pure l’opinione più comune de’ suoi biografie che egli è nato a Cirò ed è nel battesimo nomato Tommaso Antonio. È gli padre Diego, professore di medicina reputatissimo in Albidona, ove da questi il figliuolo apprese la grammatica, la lingua greca e la rettorica. Studia quindi in Napoli e Roma la FILOSOFIA aristotelica del LIZIO, in che acquista tale riputazione, che gli venne permesso di scrivere a fronte delle sue conclusioni il motto: de/‘elndet ipse solus. Morto il genitore ripatrio per assestare i suoi domestici affari, e iotè frai libri e fra le conversazioni dei suoi concittadini, dopo non lievi meditazioni, darsi tutto alle dottrine filosofiche del TELESIO (si veda), ed alla libera maniera di ragionare. Era cosi istrutto nella lingua latina che ne compose una GRAMMATICA FILOSOFICA. E si dice, secondo l’andazzo de’tempi, e è accusato lotto per magia; ma ei pote discolparsi dalla bassa calunnia, e percorrere per ben tre volte l’ltalia, ovunque acquistandosi e fama ed amicizia. Nominato a reggente di filosofia a Cosenza, è da qui il propagatore della filosofia per le calabrie; come lo fu altresi della città di Penne per gli Abruzzi. Invitato in Roma, vero o supposto che vi sfinfermasse, egli invece dimora per qualche tempo in Albano. Ritenuto a Bari da alcuni nobili filosofi, che lo vollero a maestro, ha a cominciare in quella Chiesa di S. Nicolo il suo annuale di prediche. Ma le convinzioni libere che egli spacciava, gli mossero fiera persecuzione. Sicclie passa in Zurigo, ed indi in Basilea, ove non dimore che un solo aniie. Pescia recessi nel Palatinato, donde si trasferì nell’Assia, dove è costituito maggiore -- ossia vice-prefetto -- dell'universita di Marburgo con la facoltà d’ insegnar FILOSOFIA. In stabile sempre si conduce dappoi in Groninga e da quella Repubblica ha l'incarico di insegnar filosofia e quivi a spese del Senato e dottorato, nel quale anno pubblico il suo saggio, "De vitali oeeonomia foetus in utero", in cui sostenne la opinione, non per ance in quell’era divulgate, della generazione dell'uomo. Scorgendo intanto, che iteo legi della Chiesa riformata. fra le mille contese religiose si laceravano, penso ritornarsene fra’cattolici in ltalia; e d’Amburgo chiese il condono d’ogni apostasia; il che ottenuto dal S. Uffizio, recatosi presso il Vescovo di lilunster fece solenne abiura, e si porta in Roma, onorevolmente accolto, ed inviato in Pisa come predicatore generale. Dopo un anno da Pisa si traduce in Firenze, ove si acquista il favore del Granduca, e si concilia l’amistà fraternevele di Redi,  Viviani,  Marchetti e d’altri molti filosofi. In Siena, dove recessi come professore di filosofia, coopera efficacemente alla istituzione dei Fisio-Eritici, e ne e eletto Principe e Censore perpetuo. Qui pubblica nel medesimo anno “Eiementft Euclidis nova methodo demostraiei”. Ritornato in Roma è inviato a Cosenza col grado di maestro in filosofia, e di prefetto degli studii. Ma riaccesigliodii sempre a cagien de’ suoi meriti, si ritira in Cervinara nel Principato Ulteriore; e da la spesso recandosi in Napoli ha a cenciliarsi la stima di Spinelli principe di Tarsia, il quale per Paifetto che porta ad A. e per rimuoverlo dalla tristezza in che è caduto per la morte di Francesco Mainerio A., lo indusse a recarsi in Terranova, deputandolo custode della sua scelta biblioteca. È questa l'ultima residenza. Sono del pari suoi saggi stampat: Apollonii Pergei conica integritati suae ac nitori restituta" (Nap.); "De potestate S. Sedis apostolicae, Siena; "De‘nera Ecclesia Christi disciplina, libri III Nap.). Fra i molti altri saggi che lascia si commendano: PHILOSOPHIA SYMBOLICA IVXTA PROPRIA PRINCIPIA IN DIALOGHI; Ars magna Pythagorica, una specie di enciclopedia scientifico-universale; Decamerone Pitagorico, in verso,  diviso in X giornate, e contenente tutta la filosofia naturale pitagorica in forma di satire in verso sciolto bernesco; Commentario, ad scientiam GALILEI (si veda) de tripliei motu"; "Archimedes restitutus"; "De reato reyimine Catholicaelticr archiae; "De vita Christi"; Apologia pro fitte catltolica, che divisa di dedicare a Filippo di Spagna. Parlano con somma lode di questo dotto filosofo Cimma, Zavarroni, Amato, Aceti, Mazzucchelli, (lriglia,  liraboschi, Alllitto, Relli, i dizionarii storici, e per tacer‘ di tanti altri,. il Cantù. A. Nacque --  è incerto se a Cirò, feudo degli Spinelli principi di Tarsia che lo protessero nelle ultime fortunose vicende della sua vita (Zavarroni), o ad Umbriatico oppure ad Albidona (Gimma), dove il padre Diego esercita la professione di medico e dove sicuramente egli trascorse gli anni dell'adolescenza. Entra fra i carmelitani dell'antica osservanza, mutando il nome di Tommaso Antonio in quello di Elia. Completa gli studi di FILOSOFIA  aristotelica a Napoli nel convento dei Carmine Maggiore dove appartenne agl’INCAUTI e a Roma quelli di teologia. La morte del padre lo richiama in Calabria, nell'ambiente familiare.  Stando ai suoi biografi, in questi anni  si colloca la sua prima crisi spirituale che investe il campo delle dottrine filosofiche acquisite: un radicale atteggiamento anti-peripatetico lo  induce a formarsi un sistema eclettico platonico-pitagorico e meccanicistico-materialistico, quest'ultimo ispirato dalla lettura delle opere di GALILEI (si veda), Gassendi, Cartesio, Mersenne, Hobbes. Più prechaniente possiamo dire, sulla base degl’elementi desumibili da taluni suoi saggi, che egli riprese il pensiero dei suoi conterranei, del famoso "notomista" SEVERINO, erede delle speculazioni campanelliane e delle teorie fisiognomiche di Porta; di Musitano, che aveva accolto le posizioni dei moderni come elaborate dagl’investiganti di Napoli; e soprattutto di Comelio, del quale A. ama più tardi dichiararsi nipote (cfr. Giornale de, Letterati).  La crisi non gli impede tuttavia di raggiungere il sacerdozio e di divenire reggente degli studi e lettore di filosofia e teologia nel convento dei suo ordine a Cosenza. Ma i confratelli della congregazìone della provincia di Calabria gli si ribellarono apertamente chiedendo al generale la sua sostituzione. Rivalità locali, come il contrasto tra A. e il provinciale Puglisi, adombrano l'inquietudine intellettuale del religioso e le resistenze di metodi tradizionali di studio. Sospeso dall'insegnamento, penitenziato nel carcere della curia arcivescovile di Cosenza, A. è infine inviato a Roma per un giudìzio definitivo da parte deì superiori dell'ordine. Dopo un breve ciclo di predicazìone si ritira ad Albano, non si sa se per punizione inflittagli o per motivi di salute. Ha comunque ìnizio adesso il momento più ambiguo e per taluni aspetti più oscuro della sua vita. Passa a Bari, dove stringe amicizia con Tremigliozzi, seguace del gassendista Bartoli e di Cornelio e uno dei Coraggiosi, bandìtrice delle nuove dottrine anti-galeniche nel settore delle scienze mediche. Partecipa alle polemiche di Tremigliozzi in difesa di Musitano e compose un epitafio alla materia prima per quella nuova staffetta del Parnaso circa gl’affari della medicina dirizzata agl’illustrissimi spensierati di Rossano, Francoforte, che ad opera di Tremigliozzi costituì una convinta difesa del metodo sperimentale degl’investiganti contro la metodologia cartesiana. A Bari conosce Gimna, che è il suo più diffuso biografo, al quale mostra vari suoi manoscritti, tra essi un'ars magna trigonometrica. Predica a S. Nicola e vive nel convento carmelitano barese dal quale poco tempo prima e fuggito, apostata in Svizzera, il priore Rocco. Se dietro esempio di Rocco o pella sua crisi, è certo comunque che di lì a poco A., rotto ogni indugio, depone l'abito religioso e ripara anch'egli oltr'Alpe. Da Zurigo raggiunge Basilea, dove presenzia a esperimenti. di medicina di Harder (Apiarium observationibus medicis refertum, Basileae) e dove rimane circa un anno seguendo anche i corsi di Wettstein -- non si sa se il padre o il figlio succedutogli sulla cattedra. Sosta nel Palatinato presso il principe elettore Carlo fino alla morte di lui, per trasferirsì poi, nel suo peregrinare da università ad università, a quella di Marburgo dove divìene viceprefetto con facoltà di insegnare filosofia -- stando al Gimma, ma la notizia non trova conferma nel Catalogus professorum Academiae Marburgensis, a cura di F. Gundlach, Marburg. A Marburgo prosegue con fervore gl’intrapresi studi di medicina ascoltando le lezioni di Waldschmiedt. Dopo un soggiorno a Brema, è a Groninga: insegna nel collegio dei nobili cadetti francesi e compone “De vitali œconomia fœtus in utero” (Groningae), che pare sottendere nello studio del problema della fecondazione, oggetto allora di discussione tra gl’ovisti e gl’animalculisti, le preoccupazioni speculative del filosofo, volte sulla scia di SEVERINO e più di BARTOLI alla ricerca del PRINCIPIO VITALE (zoologico) e formativo dell'embrione. Durante il soggiorno in Olanda si ha notizia vaga di una sua partecipazione alle polemiche religiose nell'ambito del calvinismo. La difesa che A. assume del cattolicesimo pre-annunzia un suo più meditato ritorno alla fede cattolica. Attaccato pubblicamente dai ministri calvinisti, si rifugia ad Amburgo. Qui una sua lettera al s. uffizio, con la richiesta di poter ritornare in Italia, gli procura una benigna risposta da parte di Brancati di Lauria e un salvacondotto. Assolto dal vescovo di Münster, è a Roma.  Riammesso nell'ordine, predica a Pìsa e Firenze. Conosce allora Marchetti, cui l’unie l'interesse per la filosofia corpuscolare e che lo presenta a Magliabechi, Redi -- cui lo lega la comune curiosità per il problema della generazione -- e Viviani. Là questo,  il periodo culturamente più felice d’A. Per interessamento del principe Gastone de’ Medici, ottiene la cattedra nella Accademia Nuova dei nobili senesi. Per l'insegnamento prepara un'edizione degl’Elementa Euclidis ad usum Novae Academiae Nobilium Senensium nova methodo et succincta demonstrata, Senis, dedicata al principe protettore. Ma la prefazione è indirizzata a Redi, e in essa A. chiarisce il proprio metodo. Etiam proportiones ipsas, quarum nimis longa est series, redigerem. ad acquationes, more Analystarum -- ed esalta la matematica in funzione dello sviluppo delle scienze naturali, concludendo con un elogio della scuola scientifica toscana, da BUONAIUTI (si veda) GALILEI a Redi a ROBERTI Torricelli a Viviani a Marchetti a Bellini a Malpighi. Redi lo ringrazia (v. lettera, edita in Gimma), promettendo di intervenire nuovamente presso il Granduca: il che dove procurare ad A. la cattedra straordinaria di FILOSOFIA NATURALE – cf. Waynflete Meta-Physical Philosophy -- nell'università di Siena, che resse.  Intanto, A., con Gabrielli e Grifoni, è tra i fondatori dei FISIO-CRITICI e ne diviene principe (v. lettera di Redi a Gabrielli, in Redi, Opere). Dalle lettere che A. indirizza in questo tomo di tempo a Maghabechi desumiamo molte preziose notizie circa i rapporti tra cultura filosofica e scientifica e tradizione sperimentale, rinnovando A. quell'incontro che per la generazione precedente e stato compiuto a Pisa dalla scuola iatro-meccanica di Borelli. Il rapporto ideale tra “le due culture” – al dire di Snow -- è anzi tanto stretto che A. teme per quella toscana, le ri-percussioni della lotta scoppiata a Napoli contro la filosofia moderna esperimentale -- processo degli ateisti. In Napoli vi sono di gran rumori. Mi scrivono che sia stata origine la dottrina del zio CORNELIO e che già la modernità va sossopra. Mi dispiace per diversi capi, benché io non dubiti esservi framischiate delle calunnie degl’emoli aristotelici del LIZIO e galienisti, e molto più mi dispiace per essersi già qui in Siena eretti i FISICO-MEDICI tutti esperimentali e per esserne io stato eletto principe. L'abbiamo celebrata due volte con l'intervento di tutta la più dotta nobiltà, ma adesso ci siamo raffredati non sapendo dove vadano a terminare le faccende -- a Magliabechi, Siena. Sotto la guida d’A. I FISIO-CRITICI possono tuttavia continuare con tranquillità le riunioni colla metodo de' Progimnasmi -- i Progymnasmata Physica -- di CORNELIO -- a Magliabechi, Siena. A. spera contemporaneamente di raggiungere una sistemazione migliore. Ambì al titolo di maestro e sollecita, tramite Magliabechi, un intervento di Malpighi, per il momento senza successo. Compone, mettendo a frutto la sua diretta esperienza del mondo protestante, un Prodromus apologeticus de Potestate sanctae Sedis Apostolicae, Senis, dedicato a Francesco de' Medici, Roccaberti, Bibliotheca maxima pontificia, Romae), introduzione a una progettata serie di dissertazioni controversistiche che però non si distacca dalla consueta letteratura dei tempo. Dedica tuttavia il meglio della propria attività ancora al settore teorico, apprestando, tra l'altro, l'edizione delle Coniche di Apollonio, con la quale per suggerimento di Redi e Viviani intese completare e sistemare l'edizione già apprestata da Borelli con l'aiuto di Echellense (Firenze), e stendendo uno scritto di meccanica, Commentaria ad scientiam Galilaei de triplici motu. Ma A. lascia quasi improvvisamente Siena per le non buone condizioni economiche, dati gli scarsi proventi che gli venivano dall'insegnamento, e per le sue precarie condizioni di salute. È a Roma, poi a Cosenza, quale prefetto degli studi e successivamente commissario generale nel suo convento di un tempo. Si riaccendono le persecuzioni a suo danno, le vicende sono ancora più oscure, ma gli procurano la protezione del principe di Tarsia, presso il quale, a Terranova, dimora, e quella d’Orsini, di Benevento. Chiede il trasferimento dalla provincia di Calabria a quella di terra di Lavoro nel convento di Cervinara e, in un secondo momento, in quello di Mongrassano. E però di nuovo prefetto degli studi a Cosenza, priore del convento di Scala e come tale partecipa al capitolo provinciale. Eletto priore di Mongrassano, non partecipa al capitolo per le peggiorate condizioni di salute e rinunzia anche alla carica.  Cura nel frattempo a Napoli la stampa dei De vera Ecclesia Iesu Christi contra Lutheranos et Calvinianos libri III,  degli Apollonii Pergaei Conica e la ristampa degli Elementa Euclidis, Neapoli.  Il nucleo ispiratore dei De vera Ecclesia libri III, abbozzati in parte a Siena e dedicati al principe di Tarsia, ha un reale interesse. A., come accenna in una lettera a Magliabechi, appare preoccupato di confutare la tesi protestante circa i fondamenti aristotelici della dottrina cattolica e sostenere invece l’identificazione della linea culturale incentrata sull'umanesimo e sul neoplatonismo con il cattolicesimo (Badaloni). Sulla linea umanistica viene rivendicata anche la continuità del movimento scientifico. Ma tali motivi accennati nella prefazione sono sommersi nell'opera, da un denso argomentare tradizionale in cui tuttavia è messa a frutto d’A. la conoscenza della dialettica e della filosofia simbolica. Nel chiuso ambiente conventuale, dopo l'esperienza in terra tedesca e in Toscana -- durante la quale però sembra che A. e spinto più dall'esigenza di contatti e di fresche osmosi scientifiche che non da un meditato approfondimento culturale --, accanto a un crescente disagio che lo rende insofferente della disciplina dell'ordine e lo induce a frequenti viaggi a Napoli per sorvegliare la stampa delle sue opere, riaffiorano in A. le preoccupazioni proprie di una formazione e di una tradizione meno aperta e duttile: il pesante enciclopedismo e il gusto mnemotecnico prendono il sopravvento sull'inteligenza sperimentale della natura, e A. si dedica a studi linguistici, condotti con criteri analogico-combinatori, Il consenso e dissenso della grammatica filosofica latina e la grammatica filosofica del volgare italiano e ad elaborare o completare questa “Philosophia symbolica,” sorta di enciclopedia pitagorica di cui fa parte opere che dai biografici sono indicate con titoli particolari: un'Ars magna pythagorica, un Decamerone pitagorico, esposizione IN RIME BERNESCHE della filosofia naturale, una LOGICA PYTHAGORICA seu de natura et essentia rerum -- lo stesso che l'Ars magna.  Degli inediti è conosciuta soltanto l'Ars magna in duas divisa; Dissertationes Altera De origine rerum altera De ortu et progressu Scientiarum della Biblioteca Alessandrina di Roma. La copia e effettuata da Zavarroni per la Raccolta d'opuscoli scientifici e filologici diretta da Calogerà -- cfr. acclusa allo stesso ms. una lettera di Zavarroni a Calogerà. Probabilmente il carattere in apparenza bizzarro del saggio dove dissuadere gli editori dal darlo alle stampe. Esso, almeno nella copia di Zavarroni, pare l'introduzione a una serie di Dissertationes e non va tout court identificato con l'Ars magna di cui fa menzione Gimma. Se il De origine rerum, cioè la prima parte del manoscritto, può in qualche modo connettersi ai studi d’A., a escludere che il De ortu et progressu Scientiarum sia un saggio esperimentale contribuiscono il cenno all'edizione dei Progymnasmata del Comelio, il ricordo di Redi e di Viviani, la notizia degli studi compiuti d’A. sulla scienza galileiana del triplice moto, la notevole conoscenza che A. dimostra degli studi di anatomia, elementi tutti che presuppongono appunto la sua esperienza culturale in Germania e in Toscana.  La prima parte dell'opera che vuole essere una guida ad metam naturalis sapientiae, contiene una critica agli schemi mnemotecnici di Lullo e  Kircher e si svolge nell'elencazione di triadi platonico-pitagoriche, alla cui base v'è il presupposto gnoseologico della possibilità di conseguire verità assolute attraverso l'ordine naturale delle idee, poiché nella natura creata v'è una triplex virtus: intellectiva, volitiva et effectrix, ad essa corrisponde una triplex operatio -- interectio, volitio et impetus, ecc. Tale schema conduce ovviamente alla critica decisa della definitio logica aristotelico-scolastica che non attingerebbe alla quidditas rei come la definitio metaphysica, vagheggiata dall'autore. La Parte II è in sostanza una ripartizione delle scienze ancora su base platonico-pitagorica. Da "Sophia" è esclusa la logica, di cui sì ribadisce il carattere meramente discorsivo. Ma a "Sophia" appartengono la metafisica, notevoli i cenni platonizzanti circa il rapporto microcosmo-macrocosmo; la fisica, per la quale A. si dilunga nella critica all'aristotelismo e al cartesianesimo e nell'esaltazione della filosofia atomistico-gassendiana e dello sperimentalismo galileiano, pur richiamandosi insieme nettamente alla tradizione filosofica da Telesio a Cornelio; la politica, per la quale egli esalta l'insegnamento di Platone; l'etica, per cui continuo è il richiamo alla filosofia politica di Hobbes, ecc.  A questo impasto di vecchio e di nuovo, che contrappunta un momento della cultura italiana e riflette il travaglio di una filosofia A. si dedica alla meditazione filosofica e la occupazione di biblìotecario presso il principe Spinelli, a Terranova di Sibari, dove muore. Fonti e Bibl.: Firenze, Bibl. Naz. Centrale, Magl., A. lettere ad Ant. Magliabechi; Giornale de' Letterati e primo di Modena, Giornale, Redi, Opere, Milano; Gimma, Elogi accademici della società degli Spensierati di Rossano, Napoli; Zavarroni, Bibliotheca calabra, Napoli; Mazzuchelli, Filosofi d'Italia, Brescia, riprende dal Gimma;  Di Cagno-Politi, E. A. filosofo e matematico, Appunti, Roma;  Maugain, Etude sur l'évolution intellectuelle de l'Italie environ, Paris; Grammatico, A., O. Carm., insignis disceptator, in Analecta Ord. Carm., Badaloni, Introduzione a Vico, Milano, Elia Astorino. Elia Astorini. Tommaso Antonio Astorini. Astorini. Keywords: dialettica, filosofia simbolica, metodo discorsivo, grammatica filosofica, triade, triplex virtus: intellectiva, volitiva et effectrix, ad essa corrisponde una triplex operatio -- interectio, volitio et impetus. Refs.: Luigi Speranza, “Grice ed Astorini” – The Swimming-Pool Library. Astorini.

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