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Tuesday, January 14, 2025

GRICE ITALO A-Z A AU

 

Grice ed Aulo – Roma – filosofia italiana – Luigi Speranza. Filosofo italiano. Aulo Gellio. under Gellio? Pupil of Lucio Calveno Tauro and Peregrino Proteo. Friend of Erode. Aulo.

 

 

Grice ed Aurano: gl’ortelani di Roma – filosofia italiana – Luigi Speranza (Napoli). Filosofo italiano. He follows the doctrine of the Garden. Gaio Stallio Aurano. Aurano.

 

 

 

Grice ed Aurelj: ragione conversazionale e  implicatura in Deutero-Esperanto – la scuola di Macerata – filosofia marchese – filosofia italiana – Luigi Speranza, pel Gruppo di Gioco di H. P. Grice, The Swimming-Pool Library. (Macerata). Filosofo italiano. Pausula, Macerata, Marche. Direttore dell'istituto tecnico. Un grande appassionato di matematica e tecniche mnemoniche. Nel suo “L'arte di ricordare,” Civitanova, Natalucci, dedicato al fratello Filippo, professore di matematica a Rieti, dopo una veloce disamina delle mnemotecniche inventate da studiosi precedenti, come Lullo, Bruno, ecc., espone le sue personali riflessioni e invenzioni. A. presenta un alfabeto in cui ciascuna lettera corrisponde a una delle  cifre arabe da 0 a 9, secondo criteri come la vicinanza di forma tra la lettera e la cifra (es. 9 = 9, 1=t) e di pronuncia tra lettera e lettera (se 1= t allora 1 è anche uguale ad, consonante che ha lo stesso  modo e luogo di articolazione della t). Il saggio comunque non può configurarsi come una ricerca intorno alla lingua universale, perché espone semplicemente delle tecniche per velocizzare i processi di memorizzazione. Nonostante questo, i suoi studi e interessi per il campo della combinatoria e dei numeri devono essere stati propedeutici alla ricerca sulle lingue ausiliarie che edita con il titolo “Ai più illustri uomini e ai giornali i più riputati per la diffusione della lingua universale scritta,” Roma, Unione Cooperativa. L'idea d’A. è quella di distribuire a tutti i paesi dei vocabolari in cui le parole, tradotte ovviamente in ogni lingua, siano associate a dei numeri - e in questo ricorda vari altri progetti precedenti. Ciascuna parte del discorso possiede un numero di riferimento (così ad esempio un insieme di cifre che inizi con il numero 1 indicha i nomi, il numero 4 gl’aggettivi, ecc.). A queste composizioni di numeri sono da aggiungere poi dei segni (19 in totale) che ne specifichino genere, numero (nomi e aggettivi), grado (aggettivi), persone, tempi, modi (verbi). L’accento indica il genere femminile. Due puntini sovrapposti all'ultimo numero indicano il plurale. Il segno matematico “-“ indica diminuzione, il “+ “ accrescimento, la “x” peggioramento. I due punti indicano che il grado dell'aggettivo è comparativo. Se doppi « :: » indicano grado superlativo. Gl’esponenti sull'ultima cifra indicano la persona, il modo e il tempo (per esempio 123 in esponente significa: prima persona singolare, modo congiuntivo, tempo imperfetto). Si veda ALbani, BuonarROTI. Nuovamente si tratta di linguaggio matematico, così come è già stato immaginato anche da vari altri filosofi, in cui ogni numero aggiunge un'informazione al complesso. Una lingua abassissimo, se non inesistente, ordine di fusione tra i morfemi, lessicali e grammaticali, identificati tramite numeri, e perciò esatti.  DELL’ ARTE DI RICORDARE. LETTERA DELL’AVV. PROF. A. AL SUO FRATELLO FILIPPO DOTTORE IN LEGGE E PROF. DI MATEMATICA E DI SCIENZE NATURALI IN CENTO Camerino Borgarelli T. S'MaMaa©  Questa lettera Primi studii di Mnemotecnia Cento L’ Arte della memoria in Arcevia e documenti A che fine li ho allegati Programma d’insegnamento Il Governo fa buon viso alla Mnemotecnia I miei conti Il Sindaco non vuole Chi era il Sindaco U interazione di un Deputato L’orario della Scuola Normale Gli abusi di potere e la libertà I miei concittadini Un opuscolo prima di un’ opera Gli effetti d’ un reclamo  Questo racconto era d’ uopo farlo Esperienze  fatte ed esperienze impedite Le Autorità scolastiche le han da  conoscere Gli esperimenti e i precetti Ti do ragione Le cose e le idee I rapporti fra le cose e i rapporti  fra le idee Gli antichi L’inventore della Mnemotecnia, e poi IL LIZIO, CICERONE (vedasi) e Quintiliano Lullo e Frate Bartolomeo Bradwardine, PICO (vedasi) e Pubblicio Pietro da RAVENNA (vedasi), PORTA (vedasi), e un racconto del Mureto   Il Rombcrch, GRATAROLI (vedasi),  BRUNO (vedasi), il Maraforti  o Malafioti, lo Schenckel c Mario d’ Assigny Claudio Buffier, il Grey e Salomons Lowe 11 Freyjoo, il Kiistner e il  barone d’Aretin Aimè Paris e i fratelli De Castilho P. I. Fraticelli, e il Garello lodato da Massimo d’ Azeglio Il metodo di Antonio Jazwinski e il Generale Bem Il conte  Mailath, C. Ottone Reventlow ed il Silvin Il Worterbuch,  Francesco Orioli, Niccolò Minola, A. Appollonio d’ Istria, il Kothe,  Vincenzo De Castro e la Mnemotecnia in parecchio scuole d’ Italia Un’ altra volta una storia più lunga Parlerò del mio metodo Le regole di un alfabeto mnemonico Quanta oscuritàl Un alfabeto non mio Esaminiamolo Prima regola Seconda regola 11  mio alfabeto di consonanti È più semplice Difetto comune ai due alfabeti esposti Le vocali si raddoppiano In che modo? Classificazione delle sillabe Le varie sillabe nel linguaggio Un’altra osservazione SEGNI CONVENZIONALI – cf. H. P. Grice on SEGNI NATURALI E SEGNI CONVENZIONALI in ‘Meaning’ -- Nuovo alfabeto di vocali Esempi Bisogna fare degli esercizi Quali? I principii di tutte le arti sono umili ma necessarii A che  servono gli alfabeti? Un’ epoca storica e una forinola Formolo migliori e licenze Formolo in rima Dieci  esempi di licenze Spiegazione Le licenze hanno ad  esser l’ eccezioni e non le regole Uso promiscuo de' duo alfabeti Obbiezione e confutazione Nascita e morte, o  giorno, mese ed anno Analogie foniche I capo-luoghi delle provincie italiane Dizionario mnemonico La seconda parte della Mnemotecnia Ti ricordi come fa Simonide? Atto di fede Tu puoi con  queste parole ricordarne altrettante Associazioni mentali Magnificamente! Parole o frasi è lo stesso I  primi prodigii di memoria non si compiono senza stento Difetti dei punti di ricordo usati in principio Punti di ricordo  associati fra loro Tavola di 99 punti di ricordo Spiegazione di questa tavola Estensione di questa tavola  per lungo e per largo Classificazione delle tavole I verbi in luogo degli aggettivi Un altro esercizio Serie di regnanti Una moltitudine di cifre numeriche Varietà dello applicazioni mnemoniche e il lunario I giuochi di carte [cf. H. P. Grice, AUCTION BRIDGE], il dettar più lettere a un tempo e il parlare all’ improvviso Chi promette troppo suol far fiasco E tutto  questo come c’ entra nella Mnemotecnia? Ancho un ignorante  sa qualche cosa e lo spiritello può farlo parlare Tavola per  improvvisare Perché non la espongo La Mnemotecnia picchia alle porto delle scuole affinchè le siano  aperte Timori e speranze Perchè non ho da trovar  gli uomini ragionevoli? Obbiezioni generali e risposte Oh! ma ci vuol tempo ad  imparare quest’ Arte, eccetera Obbiezioni particolari Argomenti e buone ragioni (Posso illudermi ancho ma. Gli argomenti crescono Concludo Ho finito Carissimo fratello. Ho in animo di farti cosa grata col ragionare  un po di proposito della Mnemotecnia, della quale  sai quanti studii feci negli anni trascorsi, e che  ignori quanto ora mi costi di pene e di lotte, per  1’ impresa a cui mi son messo di farla conoscere e  prevalere in Italia. Però mi accingo a scriverti e  alla buona un letterone, con le principali idee che  su questo subbietto mi si aggirano per la mente: e  quando mi parrà di averle appieno significate, chi  sa che non mi raccomandi ad uno stampatore per  farle correr fra gli amici ed i nemici! Sulla Mnemotecnia, che è 1’ arte di accrescere  la potenza della memoria, mi diede per cortesia due  lezioni, egli è già lunga pezza, il eh. prof. Oswaldo Casali, nostro parente ed amico, e il resto lo imparai  colla lettura del Silvio allora e di pochi altri in  appresso. Le prime esperienzemi riuscirono bene; e  fu male per me, perche credei fatto il fattibile, e  non pensai per molti anni che si sarebbe potuto far  meglio. Quando lo pensai, di tempo ne aveva fatto  trascorrer molto senza frutto; e me ne dolgo, perche altrimenti forse adesso mi troverei salvo iu porlo,  mentre invece sono dal porto lontano, c in un mare  che non è in bonaccia. Mi scuserà il proverbio: Meglio lardi che mai. Dunque tardi mi posi all’ opera di riformare  la Mnemotecnia, lardi ci riuscii, e più tardi ottenni  di poterla pubblicamente insegnare. Allora io dimorava costi, ove tu sei ed ove eravamo ambedue  professori, ove soavi ricordi e la più terribile delle  memorie mi richiamano sovente! Cento, la patria di simpatici e cari cittadini, dei nostri bravi alunni,  di tanti amici dolcissimi, della mia diletta compagna,  la patria e la tomba del mio povero figlio!., lo li  amo sempre i Cenlesi! Grandemente mi dispiacque  di allontanarmi da Loro, quando fui eletto professore di Lettere e nominato precettore di Mnemotecnia  in Areevia. Ma si trattava di mettere alla prova  pubblicamente quest’ arte, c di un Municipio che  1 accoglieva sulla mia parola, dandomi con ciò un  attestato d’ immensa stima, che mi è stato rifiutalo  da qualcuno perfino de’miei più intimi amici e  dopo la prova fatta e riuscita! Colà trovai buona accoglienza c un vile nemico, il quale si diede a perseguitar me e la mia  nuova scuola; ma non sarei generoso a nominarlo  ora che, esecrato da tutti, giace col capo nel fango.  Alle prime lezioni di questo nuovo insegnamento  accorse una folla di persone d’ ogni età e d’ ogni  grado, che s’ andò poco alla volta diradando; ma  gli scolari fissi furono sempre venti e pochi più, «  fra questi un professore e due maestri. Ricorderò sempre con affetto que’ cari miei giovani, che studiarono con tanto impegno alla mia scuola ( e non era mica obbligatoria! ), e contribuirono moltissimo  a procurarmi quella buona nominanza, che senza le  loro fatiche non avrei al certo ottenuta nell’ arte  della memoria. Della quale i primi frulli cominciarono a farsi ogni dì più chiari anche agli occhi di  coloro che ne avevano per lo innanzi dubitato, siccome emerge dalle seguenti parole del Direttore scolastico, che così mi scriveva oflìcialmcnle: c Noi abbiatt mo sentito dei giovani recitare, dopo uri istruii zione di poche settimane, gran copia di avvenitt menti storici, sia progressivamente, sia iuversat » 9 P, b   O s, z, ce, ci   Vediamo in questo alfabeto, una alla volta, le  due suddette regole come furono praticale, ed anche  il loro perchè. Prima regola: la quale ha per fine che siano con facilità ricordate le dette lettere correspettivamente a ciascun numero. Corrisponde alla cifra l  la t perchè senza taglio è un’ asta, e la d per analogia di suono si accompagna colla t : alla cifra 2  la n perchè formata di due aslicciuolc, e lo gn perchè.?: alla cifra 3 la m perchè, come la n di due,  così questa di tre asticciuole si compone: alla cifra  4 la r perchè s’ incontra nelle parole che esprimono questo numero nelle lingue, italiana, latina,  greca, francese, tedesca, inglese, spaguola: alla cifra  S la / perchè L equivale a cinque decine, e lo  gli perchè.?: alla cifra 6 la g dolce perchè è un 6  rovesciato e perchè si pronunzia con dolcezza (!),  c sce sci perchè.?: alla cifra 7 la c aspra perchè  incomincia con essa la parola cassette che poi finisce con sette (!), e tutte le altre per analogia di  suono colla prima: alla cifra S la f perchè, togliendole il taglio e disegnandone più tondi gli occhietti,  se ne* forma un 8, e la » per analogia di suono  colla f : alla cifra 0 la p, perchè a portar 1’ occhio da destra a sinistra, se ne fa un 0, e la b  per analogia di suono colla p: alla cifra o la s  perchè ha in sè due semi-zeri (!), la z per analogia di suono colla s, e ce ci perchè in francese  (!) pronunziansi se si.   Seconda regola: non tutte le lettere dovevano  essere a quest’ uso adoperate. Infatti le vocali ne  sono escluse: e perchè? Perchè ad es. nella parola  Tito, e medesimamente in tutte le altre, si cambiano nelle rispettive cifre numeriche tutte le lettere,  eccettuate le vocali, e Tito diventa il: e allo inverso tutti i numeri si convertono in parole nel seguente modo. Proviamo nel 12: la cifra 1 è eguale  ad una delle due consonanti t ovvero d, 1’ altra  cifra 3 alla n od allo gn. Per trasformare il 13  in una parola, fra le lettere corrispondenti alle sue  cifre interporrò vocali a piacere ( le quali non hanno  valore numerico ), ma sì che un vocabolo di qualche  significato ne risulti, come tuono, tana, dono, degno, e simili.  E tutto questo a che prò?.. Te lo  spiegherò più avanti; che nè tutto si può esprimere  nè tutto si può intender in un istante.   Ricorda le due regole che ho premesse e precisamente la prima. Ti par che sia stata puntualmente osservata nello esposto alfabeto? A me pare  di no, perchè le analogie tra le lettere e i numeri  mancano tal Gaia, tal altra sono imperfettissime, e  nel caso dello zero e forse in altri sono dipendenti  dalle regole della pronuncia francese. Per ciò 1’ ho  io modificato e ridotto come appresso: 1 t, d 3 IL  3 ILI   4 • • •    1 • • • •    • •( • )    s ...    t • • j ZK      e i>, p      7 ...    ... r . . . .    • •( ? )    8 ..    ... i*, V    • • ( /)    9 ...    • >'  alla m   o” => qualunque consonante dalla n alla 35 Finalmente eccoti il mio nuovo alfabeto detto  di vocali, per contrapposto all’ altro pur mio detto  di consonanti :   1 c’n- cac.   2 c’e - eoe.   3 c’ i - oit%   4 o’ o - eoo. ^   3 c’ 11 - 0110 - v.   6 c a - ao - ooac - ccoac.   7 c”o - 00 - ocoo - coooo.   8 e” i - io - coio - cooio.   9 0 0 - 00 - 0000 - 00000. ^ ^   O O li - no - cono - CCCÌIC - oov-cocv.  Da questo chiaro apparisce che le sillabe cv  sono state divise in due metà, una per la prima  serie, per la seconda 1’ altra; e che nella parola  ca-sa, la prima n, è l, la seconda » è 6.  Inoltre alla prima serie appartengono tutte le sillabe evo, sicché nella parola Par-ma le due  a sono due 1, e tutta la parola è il.   Le sillabe -ve, cove, coevo, appartengono alla seconda serie; dunque at-to-re è 007,  gran-de 02, ri-strot-lo 870.   Al et si sono date in sussidio le sillabe v,  cioè tutte le vocali isolate, ed allo o le sillabe  ccv o cccv; dunque mì-e-i è 355,  sti 120, dis-tra-e 305.   Ti dirè poi come ho trovata la maniera di servirmi de’ due alfabeti di vocali e di consonanti indifferentemente, sicché s’abbiano a moltiplicar sempre  più le combinazioni possibili nella traduzione di un  numero in parole equivalenti: della qual cosa non  ti ho ancora potuto mostrare l’ importanza. — Ora  è necessario eh’ io ti preghi a fare alcuni esercizi  pratici per renderti familiari i due alfabeti. Sono  quattro per ciaschedun alfabeto, e graduali ; e non  dovrai passare al secondo, finché non sarai certo  di eseguire prontamente il primo! Così non dovrai  trascorrere agli esercizi ( che sono i medesimi )  pel secondo alfabeto di vocali, prima di aver compiuti quelli pel primo alfabeto di consonanti. I detti esercizi graduali sono: Traduzione  delle parole nei numeri corrispondenti leggendole: La stessa traduzione a mente:Traduzione dei numeri, prima di due cifre, poi di tre, poi anche  di quattro, nel maggiore possibil numero di parole  colla penna: 4° La stessa traduzione a mente.   Non isdegnare, fratello mio, questi umili esercizi. I prineipii di tutte le arti si assomigliano in  questo, che sono umili ma necessarii; e senza di  essi non c è continuazione possibile, e non si arriva al fine. Chi volesse dire il contrario mostrerebbe di non avere imparato mai nulla.   Adesso viene a proposito la domanda: A che  bell’ uso sono destinati questi alfabeti? i quali ho  inventati non senza grande fatica e luogo tempo,  Filippo mio, che nessuno immagina in cose fatte e  finite il quanto di quella e di questo!  L' uso,  a cui sono destinali, c la base di tutta 1’ arte: ma  la prima applicazione di essi, che è fondamentale,  risguarda la ricordanza delle epoche storiche, delle  cifre geografiche, statistiche, astronomiche, matematiche ec.   Un’ epoca storica è un numero: questo numero  pub esser tradotto in una o più parole: queste parole rappresentano diverse idee: fra queste idee se  ne pub sceglier una, che abbia rapporto col fatto,  a cui 1’ epoca stessa si riferisce: il detto rapporto  si pub esprimere con parole: questa espressione dicesi formola mnemonica. Esempio: Gli specchi  ustori d’Archimede, secondo il Levi-Alvares, furono  conosciuti 220 anni av. Cristo. V epoca 220 è un  numero: questo numero pub tradursi nelle parole,  tergeste, le gesta, le ceche, celeste,  perdesti, le leste ec. ec: varie idee sono da queste parole rappresentate: l’ idea di cosa celeste panni che abbia uno stretto rapporto col  fuoco prodotto dagli specchi ustorii, perchè la luce  da quelli concentrata è un fuoco che vieu dal cielo,  e la prescelgo: esprimo con brevi parole questo  rapporto:   an. av. C .   Gli specchi ustorii di Archimede 220   Incendiavano con un fuoco veramente . celeste   Questa è una forinola mnemonica; nella quale ho  curato di metter in fine la parola corrispondente  all’ epoca e di scriverla con carattere diverso dal  resto della formola. Ora che tra specchi ustori! e celeste il rapporto s’ è trovato, le due  idee sono nella nostra mente associate-, se associale, 1’ una deve richiamar 1’ altra; dunque 1’ idea  di specchi ustorii risveglia quella di fuoco celeste; ma celeste è 220; quindi il 220 è unito  agli specchi ustorii di tal maniera che, ricordando  questi, ci verrà fatto di ricordare facilmente anche  quello.   Questo processo dicesi mnemonizzazione di  un’ epoca, ed è sempre il medesimo per tutte le  epoche possibili: se non che nei varii casi pratici  lo mnemonico può per varii mezzi render migliori  le formole, o prendersi qualche licenza nell’ uso  della parola corrispondente al numero.   Può renderle migliori, componendole in uno o  più versi, valendosi delle rime ec.  Giusta 1’ Arte  di verificare le date, ottimo libro di cronologia, il     Digitized by Google     49   Diluvio universale sarebbe avvenuto 3308 anni  avanti Cristo. Forinola:   a. C.   Diluvio universale 3308 e furori quasi tutti   Spaventati da prima e al fin distrutti   Se la parola alfìn non potesse dividersi in due,  un esempio di licenza, che mi sarei presa in questa formolo, sarebbe stalo nella detta parola, di cui  una sola parte, disgiunta dall’ altra, si troverebbe  nel finale corrispondente al numero. Un’ altra licenza è la sottrazione del millesimo nelle epoche  dopo Cristo, che non fa danno, perchè nella storia  un errore di mille anni è impossibile.  Varii  esempi di altre licenze sono espressi nelle seguenti  formole:   a. C.   1. La birra inventata dagli Egizi . . 1996   Se è cavata dalla fermentazione del r orso, perchè non dir . la orzosa?   2. Invenzione dei caratteri della scrittura attribuita ai Sidonii 1860   Inventarono la scrittura   0 6   3. Fenicio figlio di Agenore inventa   1’ arte di tingere in porpora  1519   Porporato   Fa rima e poi s accorda con . . caudato   4   4. Jagnide di Frigia inventa il flauto . . . 1506  Il flato è cosa naturale, ma è brutta   5. Fondazione di Cartagine  860   Per fondarla, o Didone, da Tiro lungi ti tirasti   6. Talete di Mileto ( Jonia ) uno dei sette savi della Grecia  6 XX  Talote   2 7   7. Ciro 53X   .... è Oiro  9   8. Ritirata del popolo romano sul   Monte Sacro 484 Su quel monte si ritirò di Roma il bopolo   è     9. Coriolano  48X   Corio  5     10. Simonide inventore della Mnemotecnfa . 480   Fu di prodigiosa me moria 5   Nel primo esempio si è usata una parola nuova, orzo^a, ma molto davvicino collegata colla birra che si ottiene dalla fermentazione dell’ orzo:  nel secondo, se si altera di qualche anno 1’ epoca,  che in realtà non può esser precisa perchè un’ invenzione di quella natura non può essere stata fatta  in un solo anno nè si sa bene quando, si guadagna d’ altronde per grande sicurezza di memoria,  nella quale non si può la scrittura disgiungere dalla invenzione della medesima: nel terzo, dalla  idea di porpora si passa subito a quella di porporato, alla quale per la rima e per 1* idea trovasi  bene unita 1’ altra di caudato: nel quarto, di  flauto si fa flato per immediata analogia di  suono, e col flato la parola equivalente all’epoca  si collega evidentemente: nel quinto, il giuoco di  parole che unisce Tiro a tirasti giustifica la  forinola: nel sesto, non nuocciono 27 anni in più  od in meno, ma giova che Talete faccia ricordare 1’ epoca di Talete: nel settimo è quasi lo stesso: nell’ ottavo, quella stranezza di bopolo  ne facilita grandemente la ricordanza, perchè le  strane cose meglio delle comuni si tengono a mente:  nel nono, altro esempio del come si possano utilmente adoperare i nomi e le loro parti nelle forinole: nel decimo è il medesimo che nel nono, colla  differenza che in vece del nome di un uomo si ha  il nome di una cosa, alla quale peraltro si riferisce r epoca immediatamente; oltre di che, della parola - per il finale - s’ è presa una parte.   Questi esempi valgano ad autorizzarne ( parola un po’ vanitosa ! ) altri simili o poco dissimili,  bene inteso che abbiano ad esser le eccezioni e  non le regole. Ecco il momento di esporre come promiscuamente, e senza pericolo di confusione, possano usarsi e 1’alfabeto di vocali e anche quello di consonanti in queste mnemonizzazioni. Al quale proposito vo’ raccontartene una curiosa.  Io non aveva  per molle ricerche e per mollo tempo potuto inventare il modo di questa combinazione; e sì, che era  importantissima, perchè da un’ associazione più o  meno giusta ed immediata dell’ epoca al fatilo dipende la più facile e la più duratura ricordanza  della medesima. Or tu vedi chiaro quanto valga a  questo fine il poter tradurre 1’ epoca in un grande  numero di svariate parole, per isceglier tra molte  quella che più dappresso, per l’ idea significata, al  fatto si riferisce. Se la sostituzione dell’ alfabeto di  vocali a quello di consonanti mi aveva tanto bene  a questo scopo servito, quanto meglio avrei fatto  coll’ evitare senza pericolo di errori la detta sostituzione e col cavare da un numero, non le sole  parole dovute all’ alfabeto di vocali, ma anche quelle  provenienti dall’ alfabeto di consonanti ! In breve,  se 1’ ultimo di questi alfabeti può dar 5 e 1’ altro  15, col sostituir questo a quello io aveva guadagnato 10: ma coll’ unirli avrei ottenuto 20 tondo  tondo ! Ebbene, quello che non avevo potuto cavare  dallo studio, dal tempo e dal mio cervello, venne  fuori da un’ espressione di un mio scolaro in Arcevia, la quale pareva che non dovesse aver nemmeno la più piccola relazione col mio proposito, e  che pure valse a farmi risolvere su due piedi il  problema, e, quel che più monta, in un modo sera  plicissimo.  Eccoli la soluzione. Se la parola, corrispondente alle cifre numeriche dell’epoca, s’ incominci con una vocale significante lo zero, o da  questa vocale sia stata preceduta, quel zero sarà  indizio che si è usato 1’ alfabeto di consonanti, e  che dunque le susseguenti consonanti, e non le'  vocali, s’ avranno a tradurre.  Nel mnemonizzare è lo stesso. Quando si vuole usare 1’ alfabeto  di consonanti, alla parola estrema della formola si  premette lo zero, od essa stessa collo zero s’ incomincia. — Quante sono le cose semplici che non  si possono semplicemente esprimere ! Questa è una.  Ma non importa: esempio: d • d « C    Guerra di Roma contro Giugurta,  113   Egli disse a Roma: poiché ti ^  vendi, non ì) 6 1 tCCO • • • • eh© t;©IH£l;     Il eli© è uno zero: dunque si è fatto uso del1' alfabeto di consonanti : dunque nel tradurre in  numeri il ti tema considero t-t-m e non già  i-©-a.  Ci siam capiti eh?. Pare impossibile che si diano al mondo antipatie contro persone o cose sconosciute, eppure  è così: contro le persone poi !... ma di persone il  meglio è non parlare. Alcuni di quelli ohe non  conoscono la Mncmotecnia, e che appena appena  han sentito parlare di queste formole, dagli e  dàgli a perseguitarla con tutta 1’ avversione, e ad  esclamare: Bel tornaconto ci si trova a mnemonizzare le epoche ! Mentre si compone la formo la per una, quante più se ne imparerebbero colla memoria naturale!... eccetera!  Ho tre argomenti per la confutazione. Uno mnemonico esercitato e valente ( e senza esercizio non si diviene  valenti nemmeno a fare i chiodi ) non ha bisogno  ' di scrivere le formolo, quantunque sia bene che se  le noti anch’ egli, e le immagina appena conosciuto  il fatto e visto il numero. 2° L’opera di chi volesse  mnemonizzare tutta la cronologia, o una parte, non  varrebbe solo per lui, ma per tutti gli altri se la  pubblicasse; e questo, quando la Mnemotecnia fosse  divenuta comune, s’ avrebbe a fare e si farebbe, di  lavorare un per tutti: e di epoche mnemonizzate  se ne imparano anche cento all' ora; e perciò mille  in dieci ore, e di questo passo la cronologia in un  mese ! 3° Quanto alla durala della ricordanza, nessuno in pieno senno ha forse dubitato mai che debba essere immensamente più lunga quella delle idee  associate di quella delle idee sconnesse: ma se pure  un qualche infelice fosse innamorato dell’ opinione  contraria  oh per me che se la sposi pure! Non tutte le epoche sono semplici come quelle,  sulle quali abbiamo studiato. Potrebbero anche volersi ricordare le epoche della nascita e della morte  di molti uomini illustri. La formola in questo caso  debbe contenere una parola per la nascita, che si  collocherò la prima, e un’altra per la morte che si  collocherò in fine; coll’ avvertenza che la prima o  le prime due cifre dell’ anno della nascita non vale  a nulla ripeterle per 1’ anno della morte.  Inoltre,  di certi avvenimenti è il giorno, è il mese, che si  vogliono ricordare coll’ anno. Il giorno è un numero, ed anche il mese, perchè Gennaio 1, Febbraio 2,  Marzo 3, ecc; e insieme si mnemonizzano in due  parole da esser le prime della forinola, come 1’ ultima sarà la parola dell’ anno. Spesso il mese e il  giorno si possono chiudere in una sola parola,  quando cioè non ne derivino errori. Il 13 del 4°  mese per esempio, si pub senza confusione far diventare 134, perchè il mese 34° non c è: e similmente il 2 del 5° mese si converte in 25, e il 10  del IO, 0 che porta a quattro cifre, in 1010 chè  per necessità due al giorno e due al mese dovranno  attribuirsene.   Come è detto delle epoche storiche, così è ' a  dirsi delle cifre geografiche, astronomiche e statistiche: rispetto alle matematiche usus te plura docebit, nè questo è il luogo di trattarne, chè bisognerebbe esporre tutta la scienza per applicarle  tutta F arte. In tutte le dette cifre però, cade un’ osservazione importante, ed è che non si prestano  molto facilmente ad associazioni logiche e sicure.  Infatti a voler mnemonizzare le popolazioni, s’ ha  un bel dire, ma, se si riferiscono a città, i più non  hanno di ciascuna di queste così distinta idea da  non confonderle spesso fra loro: e sai che la Mnemotecnia, non bau da utilizzarla solo i maestri, ma  anche gli scolari! Per ciò si ricorre alle analogie  foniche, le quali sono parole per il loro suono analoghe, giacche parliamo di città dirò, analoghe  al nome della città di cui si mnemonizza la popolazione. Con queste parole si associa la parola  della cifra. Non crederai senza prova, che con questo metodo s’ imparino più facilmente, e più  fermamente si tengano a memoria le formolel —  Per fartene certo, eccoti le popolazioni dei capoluoghi delle provincie italiane, mnemonizzate dai  miei scolari di Arcevia, che in 30 o 40 minuti ti  riuscirà facilmente di mandare a memoria.  Ciò  che ho detto delle analogie foniche per le città, vale  egualmente per le altre cifre geografiche, per le  astronomiche e per le statistiche, e può valere an   che per la cronologia.   abitanti   1. Chieti ( Abruzzo Citeriore ) . . 20. 000   Quieti son gli abitanti nei dì di lesta.   2. Teramo ( Abruzzo Ulteriore I ) 16. 000   Questa città t* era molto . . . cara   3. Aquila ( Abruzzo Ulteriore II) 12. 000   V attuila dalle somme altezze si   precipita nella valle   4. Alessandria 54. 00   Il Papa Alessandro i nemici fug-ò   5. Ancona 40. 000   Ancóra tu sei fondata sull’ adriaca costa   6. Arezzo 36. 000   In Toscana si rizza   7. Ascoli 17. 000   Se ! acqua non s\ scoli non va al mare      ab.   8. Potenza ( Basilicata ) 13. 000   Chi ha gran potenza può far grandi mali     9. Belluno 13. 000   J3ell’ uno non è dei talli   10. Benevento 19. 000   y iene bene il vento quando ci   porta da lontano il canto   11. Bergamo . 35. 000   Perchè amo l idolo . . mio"?   12. Bologna 97. 000   Bologna la dotta la base   ìlla scienza legale pose   13. Brescia 35. 000   10 non ho prescia di pagare il . . fio   14. Cagliari 31. 000   11 cagliare serve a chi di cacio si cil>a 15. Cosenza ( Calabria Citeriore ) . 16. 000   L’ Italia è nazione con o senza Malta   16. Reggio ( Calabria Ulteriore I ) 30, 000   Il Calabrese era regio suddito   dei Borboni nella _ lista      ab.   17. Catanzaro ( Calabria Ulteriore II ) 16. 000   A che f alzarono gli amici nella )?am?   18. Caltanisetta 18.000   Canta, Lisetta; perchè oggi non canti?   19. Foggia ( Capitanata ) ... 25. 000   A loggia, di semicircolo il tuo fondaior ti fea   20. Catania 62. 000   Il cacciatore porta catana ed . armo   21. Como 21. 000   Come è Lolla!   22. Cremona 28. 000   Il cremore bevi   23. Cuneo 22. 000   Mettendo il ciuieo nella spaccatura, il legno si fende   24. Ferrara 68. 000   Il ferro ara il tcrreno r perchè dia pani   25. Firenze 129. 000   Fiorente io ero, e poi diseccato cadevo   26. Forlì 37. 000   Far li le cagioni della  lite      ab.   27. Genova 120. 000   Genova, dall' allo, ov eri, . cadesti   28. Girgenti 17. 000 Vedo gir genti per il ... mare   29. Grosseto 4. 000   Sono grossetto, son piccoletio,   e capo luogo son   30. Livorno 91. 000   Livor uofl mi roda   31. Lucca 65. 000   Tu, o San Luca, l' evangelio . . sai   32. Macerata 20. 000   Canapa macerata per tempesta   Al possidente toglie di far . . . . lesta   33. Mantova 29. 000   Contro il manto va il ... vento   34. ® Massa 15. 000   Da Carrara non ti disgiungi  mai   34. b Carrara 14. 000   Cara e rara è la tua cava di marmo 35. Messina 94. 000   Sotto la covatrice messi, na scono   gli uccelli al volo   #      ab.   36. Milano 219. 000   Mi lag-no, perchè invano . cercavo   37. Modena 32. 000   Le mode nascono a mille a . . mille   38. Campobasso ( Molise ) ... 12. 000   Il campo basso sta nella . . valle   39 Napoli 417. 000   TVei poli della terra I uomo  non può v . toccare   40. Novara 27. 000   Con nuova ara si misurano le terre   o   41. Padova 34. 000   Il pardo va lontano dal . . fumo   42. Palermo 186. 000   Par 1’ ermo lontan dalla . marina   43. Parma 46. 000   Farmi d' aver perduta la . . borsa   44. Pavia 23. 000   Far via la virtù per arrivare gli I>ei   43. Pesaro ( e Urbino ) .... 20. 000  La pesarono colla cesta      ab.   46. Piacenza  30. 000   La compiacenza è sempre al   sacrificio mista?   47. Pisa 49. 000   Pesa il campanile dalla parte dov ' è torto   48. Porloraaurizio 6. 000   Porta Maurizio se stesso : dove va?   49. Salerno ( Principato Citeriore ) 81. 000   Halirono nell ” albero per prendere una mela   50. Avellino ( Principato Ulteriore ) 19. 000   Area il lino in un ... campo   51. Ravenna 54. 000   [Rivenne di lontano /’ eco eh’ io . odo   52. Reggio ( Emilia ) 18. 000   La flavo sm « « •   53. Rovigo 10. 000   Rovigo non è nelle  Marche   54. Sassari 24. 000.   / sassi ricadono, ma io non . . cedo   55. Siena 23. 000   Sulla scena primeggiano le Opere del "Verdi   ab.   56. Siracusa 20. 000   Si ricusa il codardo alle gloriose guerriere gesta   57. Sondrio 5. 000   S* ode un rio che corre verso il . sud   58. Bari ( Terra di Bari ) ... 31. 000   Fari al cane nessuna bestia è . fida   59. Caserta ( Terra di Lavoro ) . 30. 000   Il muro di una casa erta di   pietre e di cemento è misto   60. Lecce ( Terra d’ Otranto )  19. 000   Lecca il piatto, perchè ghiotto   come un gatto   61. Torino 180. 000   Per paura d' un torino voi . partiste   62. Trapani 28. 000   / trapani sono ferri   63. Treviso 23. 000   Con tre visi un mascherone  feci   64. Udine . 24. 000   Sopra V incudine colle tanaglie   il ferro tengo        ab.   65. Perugia ( Umbria ) .... 43. 000   Nel Perù gl ano a .... torme   66. Venezia 120. 000   Venne zia quando tu cadesti   67. Verona 59. 000   Il vero nascondesi, ed il falso   si trova per tutto   68. Vicenza 34. 000   Vincenza, non volete il ... filo? Quanto sarebbe utile un dizionario mnemonico !  Hai veduto che 1’ han fatto in Francia e che n’ han  spacciata sin la 6. a edizione! Ma quello non serve  a noi Italiani, e molto meno coi miei alfabeti. Se  riuscirò a far conoscere e convenevolmente apprezzare la Mnemotecnia in Italia, chi sa che a qualcuno non venga la buona volontà di compilarlo!  Allora il mnemonizzare sarebbe facilissimo, e chi  sa pure quanti libri mnemonizzati si stamperebbero!  e con quanto grande vantaggio della pubblica istruzione ed economia di tempo negli studii, ognuno il  comprende. Ognuno il comprende? Questo è un  errore madornale. Mi contenterei bene se il comprendessero tutti i pochissimi, che non avran gettato il mio libercolo prima di giungere a questa  paginal La speranza di un così gran bene, s’ eglino  fossero per nudrirla, basterebbe a muoverli in fa    vore della causa, che in questo momento da solo  difendo, e basterebbe a vincerla! Passo alla seconda parte della Mnemotecnia.  Questa risguarda la ricordanza ordinata delle parole,  delle frasi, dei periodi, dei paragrafi di un intero  e grosso volume, e di tutte queste cose abbenchè  non fossero punto associate fra loro, e ancorché  s’ avessero a ripetere incominciando dall’ ultima  verso la prima.   Ti ricordi come faceva Simonide? Così faremo  noi; se non che in luogo dei suoi luoghi metteremo  parole, cioè idee di cose ordinate secondo un certo  metodo convenzionale, e colle quali associeremo poi  parole, frasi, periodi, paragrafi ec. Quando avrai  letto e riletto ciò che son per dirne, avrai capito.  Ora ti basti di seguirmi con attenzione, e con un  pochino di buona fede, e passo passo per la nuova  via che disegnerò.  Nota bene: ti è duopo ricordare 1’ alfabeto di consonanti, e lasciar 1’ altro  per ora in non cale.   DIO - EXE.I - UOMOJ- ALA - USO - APE  » ORO « UOVO - AGO - DUCA - TEOIO - TUONO  • TOMO - DOLO - DOSE - TOPO • ODORE • TITO   - toga - anca... sono parole. Bella novità! Ma  bada bene; sono parole che corrispondono ai numeri - 1 - 2 - 3... sino al - 20 -, e per conseguenza tali, da potertele stampare nella memoria in  minor tempo, di quello che ci sarà voluto per istamparle su questo pezzo di carta.  Or dunque tu le  hai in memoria, e puoi... Ma ora domando da te un  alto di fede per quello che puoi e non sai di potere. il quale atto ha da durare sino alla fine della prova. Nella scuola che ho fatta ho imparato a premunire di  questo avvertimento gli alunni, perchè molti, pel  timore di non riuscire, non volevano nemmeno  provare.   Tu puoi, con queste parole a memoria, ricordarne altrettante che io alla rinfusa verrò scegliendo,  e ricordarle appena appena lette, e senza rileggerle.  E come? Ecco il come. Scelgo amore. Tu mentalmente e rapidamente associa 1’ idea di amore con quella di  mo ( parola n.° 1), pensando per esempio: «dio  è il sommo amore». Appena formato questo giudizio, il pnmo che t’ è ricorso alla mente, abbandonalo come cosa da dimenticare: e attendi ad  associare con enea (n.° 2) 1' altra parola che  sarà fortuna. « enea fu un esempio dei giuochi  della fortuna ». Similmente opera in queste altre  parole: dominio, leggerezza, abito,  dolore, desiderio, struzzo, lavoro,  nobiltà, ozio, pioggia, celebrità, tribunale, arsenico, magazzino, rosa,  spavento, avvocato, appoggio. A’ uomo ha il dominio della terra. A’ala ha il pregio della leggerezza. A uso  consuma l abito. La puntura dell’ ape  produce dolore. A’ ORO è nel desiderio di quasi lutti. Il più grand’ uovo  è quello dello struzzo. A’ acjo serve al  lavoro delle donne. Duca è titolo di  nobiltà. Il tedio può esser prodotto dall’ ozio » . « Il tuoio predice la pioggia » . « Un bel tomo può condurre al tempio della oolobrità » . « Del dolo giudica  il tribunale » . « Secondo la DOME medica  od uccide /’ arsenico )) . « Il topo vive nel  magazzino » . cA   .c  ... J .* H- *. t.l-I* 1 4 ‘     '   WR^mrTfft         *T i \ . \ .   |   5* nuHLv y -r r .    11 tuo affezionatissimo fratello DELLA  EDUCAZIONE  DISCORSO LETTO  DALL'AVV. A. PROF. DI   A.     «IP   DELLA EDUCAZIONE   DISCORSO LETTO   DELL' AW. TITO AtffiELJ   PROF. Dt LETTERE ITALIANE   il ^tOtUO ik- HKltlO iSjO  [ELLA ^OLEKNE piSTRIBUzrONE J}E1 j^REMI   AGLI ALUNNI .   DELLE SCUOLE MUNICIPALI  DI TRIiJi   CAMERINO  Tipografia d.i G. Bors&rclli.   1870      Al NOBILI ED ILLUSTRI SIGNORI     CAV. GIUSEPPE E FELICITA BORSELLI Se auJiieo Acttvete i fcoto oRaowu tu jioule  a cjuwto Roveto Acuito, e Aofo j^et autoussatlo et  jtuét facete. GoAi potuti uu piatito |ate opta  tlitj-tict bei £oto autittt e jr-ttn potztoual et ut òeutiuteutt L>t oju-eff ajjeHuoia ami cista die pei uie A e  joHa vtièo ci fcoto «ho ce jmu cau e bofci  Ihùo^ih bef cuote.     |.«to o££l.mo òetuo eo aiuico  A. U„:   a voi studiosi giovanetti, miai piccoli  ojjgi la bella sorte di parlare la prima volta pubblicameli t a in un,  giorno di grande solennità e mentre si loda e si premili il merito  de' migliori alunni di queste civiche scuole, i quali preparansi  per tal modo alla vita di uomini ooori-ti e degni dì ae, delle famiglie loro, della patria comune. A ragione dunque mi stimo  fortunatissimo dell'essere stato in simile circostanza! prescelto al  nobile e grato oflizio di Oratore: so non che m' increato ohe pari  a questa dignità ed agli ardui doveri che no' derivano io non abbia le forze e 1' ingegno. Pur mi rassicuro pensando alla gentilezza vostra ed ai rentimcnti dai quali sono inspirato, non indegni per certo uè di me né di Voi.,a famiglia, di ciascuni  rtinente é al pubblico  i giustamente le alte !  le debbe toccare i cuoi     rciù solo di non dovervi riuscire discaro: no I poiché a  Voi, dei figli vostri, dei figli de J vostri figli! Che 1' educazione sia la scienza dell' umano perfezionamento  non È d' uopo ohe io a Voi lo dichiari; e per ciò aolo possiamo  scusarci, se non sappiamo educare. Kè vai ch'io spieghi ora il  mio proposito: nessuno di- Voi puù supporre ch'io circoscriva questo vastissimo ramo del sapere entro i limiti delle frasi imparate  a memoria, degli inchini obbligati, e di certe sociali frivolezze,  che, mentre offendono 1' umana dignità, imbestialì scodo i 'cuori e  snervano i cervelli.   Ma la scienza dell' umano perfezionamento [ 1' avete pensato f )  non pub spiegarsi in un discorso accademica. -È vero: io però posso  per sommi capì riassumerla e fermarmi là dove il male più grave reclama più pronto ed efficace il rimedio: e il tenterò.   Rivolgiamo indietro il pensiero ai secoli trascorsi e alle diverse  età dell' umao genere, e fermiamoci sulle vergini terre ovr i primi  uomini vissero. Le piante d'ogni famiglia ingombrano il suolo  inospitale, e gli animali d' ogni genere lo dominano. L'uomo inerme  incomincia le sue prime lotte colla natura intorno a lui aspra e  selvaggia: lotte tremende, o signori I Le belve infieriscono, gli  uragani fischiano ed ululano, le acque straripano, la terra trema,  — e 1' uomo cpmbatte per non morire. Là, dentro la caverna, partorisce la donna i suoi figli, là dentro li educa allo più orrende  delle battaglie: ed essi crescono spietatamente feroci. Appena appena nelle loro stupide menti penetra una falsa e languida inv-  magino del Dio delle tempesto, sanguinario e spaventevole, cui  temono più che non rispettino. Eglino sentono la libidine e non  V amore; la paura d'un essere fantastico più potente di loro, ma  non il culto; la cosoienza della forza, ma non dell' azione. — Seno  uomini educati come i figli della tigre, ma uomini.   Culla umanità che si moltiplica e cresce avanziamoci d'un  tratto, lo veggo pascoli, greggio e pastori, e la terra seminata   panne, ascolto i primi accenti musicaci uscir dagli instrumenti in-  ventati, a quel che si dice, da J uba), e dalle conquiste sulla terra  miro nascente e scapigliata la gelosia, che accmde 1 odio eie guerre  tra i popoli vicini. Una religione v' è: il settimo giorno è santificato, le oblazioni sono istituite, ed ogni uomo è un sacerdote  perchè ognuno 6 sacrificatore. — Un' educazione h data ai figliuoli,  che hanno ad esser pastori, agricoltori, 'combattenti e devoti.   Innanzi, o Signori. Lo terre dell' alto Egitto sono coltivate:  gli Etiopi vi accorrono, e vi fondano alcuni piccoli stati, di Tebe,  d' Elefantina, di This, d' Eraclea: il basso Egitto impara dall' alto  e ha Menfi, Mendes, Xois, Taris, Buhaste. Quo' popoli si dividono  in caste superai ed inferiori; in quelle sono i sacerdoti e i guerrieri, in queste si comprendono tutti gì' indigeni: è il diritto del  più forte, il diritto del vincitore sul vinto. Al dominio de 1 sacerdoti è sostituito il potere dei re: ai molti stati e ai re loro col  tempo 1' impero d' Egitto e Menete, che ò Misr&ìm figlio di Cam.  — A questo punto abbiamo tanta educazioni quanto caste, e spìe   cano quelle dal padrone oppressore e dello schiavo oppresso: Agar  è scacciata e Giuseppe è venduto.   Altri luoghi, altri tempi. Altri grandi imperi si fondano, e  traversano la Bcena Sesostri, Belo, Nino e Semiramide. Idhco Insci»  P Egitto e si ferma in Grecia: Foraneo, suo figlio, vi fonda Foronica: Argo, suo pronipote, sbattezza Foronica o la chiama Argo:  EEra, sua sorella, fonda Corinto: fc'egeo, suo figlio, edifica Fege  nell'Arcadia: i'elasjro, suo nipote,) 1883 a. C. |, fonda il regno  d'Arcadia, ed insegna a' suoi sudditi il vestir pelli di cinghiali,  il costruir capanne, il mangiar ghiande e non foglie: Sparto fonda  Sparta, Miceneo Micene, Licaono Licosura. — L' educazione è qui  operosità e movimento, mentre i Caldei, i Sidonii e gli Egizi sono  già astronomi, navigatori, filosofi e sapienti, che istruiscono gli  Ebrei. Infra i quali sorge il più grand 1 uomo di quell' epoca, Mosè,  il rii:;i]e sai vii i suoi iViifclli dal dispotismo d un Faraone, e li  educa all'obbedienza della legge, al rispetto dell'autorità, ai  pericoli de' viaggi e delle battaglie, all'adorazione del Dio unico,  del Dio de' Padri loro.   Altrove Urano, Saturno, Giova ed nitri furono onorati dell'apoteosi, e gli uomini si abituarono a divinizzare i loro simili. In  appresso, parendo ciò stranezza, si sostituirono agli umani Dei gli  eroi, e fra questi ottennero venerata nominanza Deucalione, Pelope,  Danao, Teseo, Giasone ed Ercole, fatti immortali dalla potenza  della pittura, della scultura e della poesia. — La gloria delle difficili imprese educò allora gli uomini all' esercizio della forza e  della destrezza: e, vivendo essi o morendo fra i più grandi pericoli, inspirarono generalmente un coraggio, che trasformavasi di   □elle donne e nti fanciulli. Per la qual cosa 1' educazione materiale  dei corpi prevalse, e di fortificò ingenerando il desiderio del sacrificio, che spontaneo si compì della roba e doli' esistenza; «, gloriosa la tomba dell' eroe, fu maledetta la vita del codardo.   Il Genio della poesia a' accese allora del sacro fuoco delle  muse, e Omero cantò, prima   del Pelide Achille   L' ira funesta che infiniti addusse  Lutti agli Achei   .... quell' uom di moltifonne ingegno  Che molto errò ....  Egli, il « Signor dell' altissimo canto, Che sopra gli altri com' aquìla vola » compose i due i primi, i due più grandiosi poemi  del mondo. — Omero non racconta, ma dipinge; non diletta, ma trasporta; e se dorme talvolta, sì risveglia poi come Giove per iscagliare il suo fulmine. Ei non rapproseDta solo P Arte, ma un' intera  civiltà. La pittura, la poesia, la scultura, la fede furono modellate  dalla contemporanea e dalle successive generazioni sugli eterni suoi  canti. I Rapsodi, percorrendo città e nazioni, li ricantarono alle     8     genti, e i popolani ne ripeterono i Tersi a memoria. Popoli e principi s'educarono a quella splendida scuola di morale e di legislazione, di domestiche o di sociali virtù, d' eroismo e dì religiose credenze; ma Omero, 1' educatore di tanti secoli, era già  morto cieco e mendico 1 . . . .   Sino a quest' epoca 1' educazione fu data senza leggi prescritte. Ma ora assistiamo al sorgere dì quattro grandi legislatori, di  Lieurgo in Sparta, di Numa io Homi, di Solone in Atene, di Confucio  nella China. Il più antico di essi, Licurgo, ordino - ii morti non  s'innalzino ricchi monumenti, e la sola tomba di chi muore per la  patria suleampo avrà un'iscrizione: non si può pi ungere in pubblico.  Gli Spartani abbiano desco in comune; i lor figli appartengano  alla repubblica. 1 fanciulli si educhino all' amore dulia patriu, al  desiderio della guerra, al disprezzo della morte, alla virtù del sacrificio; e perciò debbono camminare a piedi nudi, cibarsi raramente  e semplicemente, c guai agli intemperanti ! A ciascuno si concede  un solo abito per un anno. Imparino a parlare con chiarezza e  brevità e a cantare inni patri i.   Dracono, uomo virtuoso, ma d' una severità eccessiva, stabilì in Atene leggi tremendo; l'ozioso vi era condannato alla morto I  Sicché fu dotto che le avesse scritte col sangue. Solone, uno de 1  sette sapienti della Grecia, le cancello e ripostiti!! la repubblica,  statuendo; che il povera votasse nelle pubbliche assemblee, diritto  che si fè poi onnipotente; che 1' Areopago avesse un' autorità suprema; che gli affari fossero deferiti ai membri del Pritaneo prima e poi demandati all'assemblea del popolo, lasciandone ai saggi  la deliberazione e la decisione uglì stolti, giusta il detto di Anacarsi; che i dissipatori, i vili, gli ingrati verso i genitori fossero dannati alla infamia. Gli fu chiesto perchè non avesse fatta alcuna legge contro i parricidi, ed ei rispose: Perchè non credo che  ve no possano essere.   Nume, che avrei dovuto collocare cronologicamente fra Licurgo e Solono, se mi fosso piaciuto di farvi passeggiare dalla  Greeia a Roma per ricondurvi poi dn Roma alla Grecia, compilo  il suo codice su quello del legislatore spartano, ma divinizzò ogni  cosa. — Per temperare e addolcire i barbari e feroci spiriti dei  Romani, institui una moltitudine di cerimonie religiose, eresse  un tempio a Vesta, cu! accese un fuoco sacro, mantenuto sempre  vivo da uno stuolo di Vergini a questa Dea per indissolubil voto  consacrate, stabili otto collegi di sacerdoti, prescrisse il culto a  Giaco, e si fece credere inspirato dalla Ninfa Egeria, colla quale     Confucio, famosissimo filosofo e legislatore della China, divisa  la sua dottrina in quattro parti e i suoi tremila discepoli io quattro classi. Alla prima classe insegnava la virtù, alla seconda l'eloquenza, alla terza la legislazione, alla quarta la scienza dei costumi.   Questa educazione legislativa coti Licurgo fece dunque ia    trepidi, forti, invincìbili gli Spartani; con Solone morali e virtuosi  gli Ateniesi; con Numa religiosi i Romani; con Confucio filosofi i  Cliinesi. Quindi la gloria delle armi e quella del genio tocco presso  ì Greci all' ultimo apogeo, e Ciro respingendo in Europa le colonie, che ne erano uscite e che vi si ricondussero colla piena conoscenza delle arti, fece penetrar queste nella Grecia, la quale,  come il sole, sfavillò di sovrano splendore e lo irradiò nello epazio e nel tempo.   La China fu preste c prima dì molti altri popoli civile, ma  si arrestò.   Roma, la città eterna, s' ingentilì con Kuma, s' agguerrì con  i suoi successori, si fece virtuosa colla repubblica, splendida cogli imperatori. Conquistò prima mezzo mondo, poi si scisse in  fazioni sanguinose con i Gracchi, con Mario e Silla ; eoo Cesare e  Pompeo, poi dominata dall' impero vìnse i barbari e<J ebbe un  Augusto imperatore e pontefice: in fine decadde.   L'educazione nei tempi della conquista fece stimar lecitoli  furto e 1' assassinio, quand' è compiuto armata mano da un esercito e da un capitano, e sancito dai voti d' un senato e d' un popolo: nei tempi delle civili discordie, autorizzò le ire cittadina e  le infiammò: l'odio e le più violente passioni, gli esili), le carceri,  le proscrizioni, lo morti più. crudeli e numerose, atterrirono, sbandarono, infiacchirono un popolo d' eroi, e distrussero colla repubblica la libertà: nei tempi dell' impero fece nascere vili adulatori  e ribelli regicìdi, dimenticare i Fabii e sorgere gli eserciti mercenarii, dispregiare le glorie passato per i vituperi prosentì, accarezzare le libidini dei principi per avere nel popolo il diritto d'imitarle e d' immergersi nelle stesse lordure (lei trono ., ... .1 Signori,  Roma cadde nel fango per la stessa legge, che fa Oddore nef fango le fronti delle bagasce.   Al disfarsi del più meraviglioso impero del mondo,,tre potenti fattori sociali ai trovarono commisti, i quali poi compcnctrandosi dopo lungo tempo di contatto e di movimento costituirono  il carattere dominante dello società moderno in Kuropa. U elemento  romano, 1' elemento barbaro e V elemento cristiano, tennero il carneo in tutto il medio evo, a mano a mano modificandosi a vicenda  e componendosi in uno, finché immedesimati uscirono in una sola  forma, direi jn un individuo, che signoreggiò la moderna storia  B ne fu 1' anima, racchiudendo in se le cagioni, o cagione esso  stesso, degli avvenimenti posteriori. — Il medio evo è una vera  epoca di transizione, dì trasforminone, di organizzazione sociale,  nella quale 1' Oriente e l' Occidente cambiano temperamento, modi  e costumi, e si .travestono: qua sì fondano quasi tutti gli stati  moderni, a' accampa il feudalismo, brilla la cavallerìa, sorgono i  comuni, marciano le crociate, i re si assicurano sui loro troni, i  papi ingemmano la loro tiara, e trasformano la loro verga pastorale in iscettro; là il Corano, con una dottrina composta di virtù  e di vizi, di beni e di mali, di verità e di errori, illustre, l'oscura     Digitized 0/ Google     Arabia, percorri trionfante lo vaste Provincie della Persiti, lo' ritfchfe vTe dell' Asia Minore, la Palestina, 1> Egitto, la' Libia, la MatìrWania é' quasi tutta V Africa, a ad osso a' impone col' ferro e col  fuoco 1, aprendosi l' ingresso in Europa e minaBc'mnda' tutto il no-Stro emisfero: qua s' immortalano- Clodoveó, Carlomagno, il grande  Alfredo, Ottone il grande, Ugo Capete, Goffredo Buglione, Gregorio VHy Filippo Augusto e Rodolfo' il' Asbùr,0; la a' tedia  Maometto, che la ad aspettare i suoi proseliti nel pn^adiso delle  Huri.   Passando per queste svariate fasi, l'educazione .1 '-''■evtf in  se- come specchio le immagini è le riflette, romana <• Romani,  barbara coi bàrbari, cPistinn-t eoi Cristiani in Kuropa, maumettthiià  eoi Maomettarii iu Ksià ed ili Africa; or grande, or rozza, or santa (  or tutte' q-uéste còse insieme appo noi, si fa presso loro carnale  immaginosa, furibonda, or guerriera colla scimitarra alla mano; or  devota nello moschee, or prostituiti fra le schiavo nel chir-so  dell' Harem'.   LS bùssola",- k s'ta'mpa é ti polvere sono invontate. Le navi  sdtéarró ì iftaTÌ più vasti é più' lontani, le scienze si propagano  rapidamente, lo f-uerre si fanno grandiose e Cangiano rhade. Colombo, Luigi XIV,. Pietro il grande, Federico II, Washington e  Nàpbleorfè danno t loro fiomi ai lóro tempi. Due religioni a" affrontano a Lepanto, e la mezza luna b vinta dalla croce. Due civitti a' accapigliano sulla terra, 0 infierisce incessante la lotta dei  gióvani secoli contro i secoli decrepiti. L' America dà il segnale,  itì Frància risponde, é incominciano le grandi rivoluzioni Sodali.  I (jfovóhii assoluti sono sostituiti dai governi rappresentativi. I  popoli reclamano i loro confini naturali, e si stabilisce il principio  dèlie nazionalità. Cóme inviolabile il domicilio della famiglia, vaolsi  inviolabile la patria d' un popolo. Sacra mania e sacri i confini.  L' agricoltór'à, I' industria e il commercio danno ricchezza e benessere, e soD dalla guerra disturbate; dunque s'ama la pace per  la felicita,- ma è necessaria la guerra per il violato diritto di nazionalità. Quando ciascuna sr sarà chiuso in tssa sua, disar- njeremo i nostri eserciti e le nostre armate; prima no I Innanzi che  si finisca la atorià dello battaglie, vi si han da notare col sangae  mólti e molti altri conflitti. I possedimenti stranieri a' bau da  cancellare dalle carte geografiche prima d' inchiodare tutti i cannoni. — Non per ciò s' arresta il carro del progresso ma fa la sua  corsa trionfale, e s' affretta ogni dì più. Noi incanaliamo per  gl'istmi le aeqùé dell'oceano 0 traforiamo lè montagne; faceiam  portare rapidamente dalla forza del vapora per terra e per mare  ilói e le coso nostra; abbiamo telegrafi e furii transatlantiche e il  pan telegrafo; teniamo lo spettroscopio nelle mani e analizziamo  gli astri chimicamente, dopo averli misurati ó pesati; è forae presto navigheremo per 1' aria, dimentichi forse che  lesrus icarias nòmine fecit aquas.   Questi donni, quasi brevi linee che abbozzano la fisonomiB     dell' istoria modem* tfompres* entro qwatfro secorr, eum^m*io»  allo svolgersi della nwovs ediieaziorie, della qnale ffncrw aBbianro  assistito ai diversi sviluppi, e vorrei dire alto varre età decolori',,  é che sì mostra in quest'ultimo periodo più: che altro positiva: e  scientifica, ma imperfetta sempre, studiata poco, raro applicata, pìfr  spesso dipendente dagli avvenimenti e dai tempi di quello chequesti dipetid-mti da essa, aubbielto di profonda meditazione  p.:' filosofi, di -ridicola e inopportuna a rumi raziona per gli ottimisti, di stup v o di scellerato dispregili per i pessimisti, di colpevole 'rannerati" Ber tolti, di lagrime dolorose e di tanto  pentimenti t.-per i padri, per le madri e per gli ari, cria mirano  tìgli e nepi'i nifi troppo comunemente indegni del secolo in cut  viviamo, dei diritti che abbiamo rivendicati, dei d'ovari più gravi  q pi a sacri che ci sono imposti, ile] compito che ha la generazione  presento di preparare la via del progresso alfa civiltà delle generazioni future.   Grandi ammaestra menti possiamo trarrò da questa quantunque rapida escursione attraverso dei secoli; e se .il possiamo, è  nostro dovere il farlo! Noi abbiamo tenuto dietro ali educazione  in tutti i luoghi e in tutti i tempi, e ci lucemmo storici per divenire filosofi. f>oì risvegliammo e interrogammo la polve degli eroi  che furono, ed eaea ravvivata ci rispose. Alla nostra evocazione  accorsero gli estinti più rimoti scoverchiando i marmi delle tombe, e interrogati ci risposero i capitani, i re, i sacerdoti, i legislatori, i popoli, dal primo giorno dell'uomo sino al giorno che  splende !   Eglino c' insegnarono, che il bisogno della difesa permanente  contro il pericolo incesaante fa 1' uomo selvaggio, senza coscienza,  soni» culto e senza amore; educazione brutale: ohe la pastorizia e  1' agricoltura lo temperano a lo fanno devoto, ma lo costringono a  tenera! pronto a combattere per serbare incolume il suo gregge e  i mirti lyiu.ipì; educazione fisica o religiosa; che il diritto del più  forte erea la casta e fa gli schiavi; educazione della forza e della  .violenza: che l'operosità e il movimento sono lo prime cagioni  della civiltà, e che i primi frutti di questa furono l'astronomia,  la navigazione e la filosofia, delle quali piena la mente potè esser  Moeè 1' educatore d' un gran popolo e condurlo a conoscere e ad  adorare il Dio vero; educazione fisica, morale e religiosa: data  dalla intelligenza d' un sapiente- che I' amore della gloria divinizzi»  gli uomini, e creo gli eroi; educazione fisica e mitologica: ohe la  poo'ia d' Omero tu emine ninniti: educatrice u per conseguenza  civilizzatrice; educazione migrale o politila data dalla poesia etto la  legganone educò la Grecia, Koroa o la Uiua, (odo il t'ilaugeri  hen disse: si'er fermare un uouii io preferisco li domestica educazione; per formare un popolo io preferisco la pubblica;» educazione  natca-Ugi slati va: che 1' amore della patria inspirò ai Romani la  grandi virtù, che non anno però da confondersi col furore delle conquiste, cogli orrori delle intostino discordie, eoo i vizi dell' im      pero, imperciocché guelle fossero cagione della loro grandezza e   Suesti della loro rovina; educazione patriottica e guerriera: che l'eucaiione del medio-evo partecipi) delle romane reliquie, della barbarie deirli invasori, e della influenza in ultimo predominante del  cristianesimo, ed oscillando e quasi dibattendosi fra così diversi elementi fu causa ed effetto ud un tempo di quel periodo di sociale  trasformazione; educazione fisica a cavalleresca in uni classe, morale e intellettiva in un'altra: finalmente che la storia moderna, la  cui ragion d' essera rìnvienst nel medio-evo, e i cui precipui caratteri sono il progresso della legislazione e delle scienze, ba avuto  ed ha in sò stessa i mutivi della educazione eminentemente positiva e scientifica, che da quattro secoli si fa ogni di più per ogni  dove predominante; educazione singolarmente intellettiva.   Se mi avete sino a questo punto, come pormi, onorato, o Signori, della vostra intelligente e benevola attenzione, io v' ho fatto indubbiamenle manifesto e Voi avete compreso, che nella storia manca 1' esempio di una educazione completa, data cioè nello  stesso tempo, e ad ogni classe di cittadini la medesima, e di ciascun cittadino al corpo, al cuore, allo spirito; i quali elementi sono  l'uomo e in lui coordinati cosi da costituire in un tutto la composizione, la cooperazione, 1' armonia delle parti.   Se l'educazione ò la scienza dell' umana perfezionamento, a  se 1' uomo nel tempo della sua vita mortale 6 ita* unità indivisibile, quantunque risultante di elementi ebe la scienza può distinguere, non già nel vivente senza morte scomporre, è chiaro  doversi 1' educazione darà a tutto 1' uomo, io va' dire ai suoi organi ed alle sue membra, ai suoi affetti ed alta sua coscienza, alle  facoltà, tutte della sua anima e perciò al suo intelletto: onde avviene che la educazione debbe darsi e debb' essere tisico, morale  e intellettivo.   Or nella storio antica è prevalente l'educazione fisica; nella madia la fisica in una classo, la morale e la intellettiva in un' altra;  nella moderna 1' educazione intellettiva prevale a scapito della  fisica e un po', diciamolo con franchezza, anche della morale educazione.   Dappoiché la grande guida e la grande maestra del filosofo  è la storio, sappiamone trarre gì' insegnamenti e lo regole che à  offre. È chiaro: il nostro supremo dovere fi quello di preparare ai  nostri figli, ai nostri nepotì, e alle generazioni che verranno da loro  un' epoca, il cui carottare, quasi complemento do' secoli trascorsi,  abbia ad essere una educazione compiuta: e pefcié educhiamo e  ad un tempo i muscoli, i sentimenti e le intelligenze. — Di questa  triplice educazione vengo quindi a discorrere, e dello fisica in Questa debbe aver principio, non vogliate meravigliar vene e  stupirne, o Signore, ne II utero materno. Allorché la donna ha concapito, ha tutto comune col frutto delle sue viscere:. il oiho, il sangue, il moto, le infermità e per conseguenza le .passioni, .che so   no i mali del cuore e dello spirito; pensateci, o madri 1 Certi bambini malsani, e per ciò impressionabili, irritabili, e che voi chiamate cattivi, sodo 1' opera vostra!   Appena nati, i fanciulli respirano. L' aria, questo elemento  vitale degli organismi, ò il veicolo della forza o della .debolezza:  fa vivere quando abbonda pura e salutare, fa morire quando è  poca o malsana. L' aria campestre, lasciatemelo dire, è più nobile  dell' aria cittadina: è più ricca di ossigeno, meno pregna di evaporazioni putrida, nudrita dalle piante e purificata dai venti. Sepotete, o balie, andato in campagna.   Dopo che ha respirato, il bambino vuol due mammelle. Madri, se siete sane, dategli le vostre: se no, cercatevi la più robusta balia, figlia di robusti genitori, e, ae è possibile, nepote di nonni  robusti aneli' essi, e che sia una eontadinotta lieta e tranquilla;  se allegra, tanto meglio. Avvenuto lo slattamento, cibi sani   Dopo i primi passi sicuri, moto sempre e all' aperto. Camminare, correre, saltara; portar pesi, lanciar pietre, colpire il  bersaglio; inerpicarsi sugli albm e sullu corde e discenderne;  schrnua di spada e di bastone a una a a due muli; cavallerizza,  caccia, punca « nuoto: ecco gli esercizi dell' uomo sin j a venti anni.  In ultimo per obi '1 putì, viaggi per terra e per mare.   Il marmalo lia o;:bi d' aqjila; esercitiamo la vista sul più loncota orizzonte. Baerai tiam ola pjre al gusto del bello collo studio del  diiwgno sulle copie o sul vero. Nella scuula u nella casa ordina a  pnlii^zza, quadri e statue. Chi non arriva oggi a potersi comprare  fotografie scelte e statue di scagliola? l'nuia queste, poi la pipa;  il vino per ultimo, e poco o punto.   Cui non diletta !a ruusicu Y Anche l' orecchio ha il suo diritto  di essere educato. Ma che rosa è In musica? l'o risponderò :l più  simpatico italiano dei tempi nostri, il ll'Azugliu, «Di tutte lu opere dell' uomo, di.^s nei suoi Iti cordi, la più meravigliosa ed  insieme la sola, per me inesplicabile, è la musica. - Capisco la  poesia, ciucco ia r-ii'-ura. la sculture, le orti d' imitatone insomma. Il loro nomo uo svela I' origine. V era un modello, 1' umanità c' impiego- s?c"li par giungere ed imitarlo; é finalmente Io  imitò. — Capine» lo scituze. Dutu il raziocinio, non trovo dificiltà  a comprendere che, profittando ogni età delle riflessioni dell' età  antecedenti, e, per dir cosf, oaleudo sulle sue spalle, I' umanità ni  sia innalzata al punto al quale oggi si trova.  Ma dove diamine  siamo andati a prender la'musieaY questo e quello che non capisco. La musica i un mistero Credo che bisogna dirne quello che  si dice delle lingue. Kppure la musica cV, e nella noi-tra natura.  (Non in tutte, e vnro.j Mi ricordo che ad un concert'». Citòden mi s'inchinò all' orecchio, e mi disse: « Non ho mai capito che cosa significhi quello strepito che chiamano musica. » Le esperienze sul monocordo o_ sul prisma, la relazione che esisto fra le distanze delle  note e dei colori, mostrano ohe consonanze e dissonanze non Bono     14   un fatto arbitrario nè una convenzione acustica. Ma con questi  dati che cosa spiego ? Lei dirà eh' io vo nelle nuvole e nelle nebbie,  ma voglio pur parlare. — Non ha mai provato talvolta, a corte  melodie, sentirsi umidi gli occhi come ad una cara voce, come ad  una dolce memoria sopita cho si ridesta ? e tal altra, sentirai diventar migliore, più franco, trovarsi 1' ari ini a nobilitata ad un  tratto ? il cuore reso più generoso ? la volontà più onesta ? Come si spiega l' influenza della melodia e dell' armonìa sul senso  morale? f!he cosa vi dissero quelle note, quali ragioni vi esposero  per ispirarvi libello, il buono, il grande? — Non sarebbe la musica una lingua perduta? della quale abbiamo dimenticato il senso, e serbata soltanto 1' armonìa ? non sarebbe una reminiscenza?  la lingua dì prima? e forse anche la lingua dì dono? .... » E se  la musica è tutto ciò, vorremo privare delle sue delizie, dei suoi  conforti i nostri figliuoli? — Ora b il Montesquieu che parla.  « — 11 savio Polibio ci dice, cho la musica ora necessaria per addolcire i costumi degli Arcadi, oha un paese abitavano d' aria rea  e fredda: che quei di Cinete, che la musica trascurarono, vinsero  in crudeltà ì Greci tutti, e che non vi ha cittì, in cui siensi veduti tanti delitti, quanti in quella.  Platone non tome d’affermare, che non può farsi 'cambi amento nella musica, sema farlo di  pari nella costituzione dello stato. — Aristotile, il quale sembra  che per altro non iscrivesse la sua politica che per opporre a quei  di Platone i suoi sentimenti, s'accorda però con esso rispetto alla  forza che ha la musica sopra i costumi. — Teofrasto, Plutarco,  Strabone, gli antichi tutti opinarono nel modo stesso. — Non È  questa un' opinione buttata senza riflessione; ma bensì uno dei  principi della loro politica. »   Gli altri sensi si perfezionano col non abusarne. — Passo alla  educazione morale.   Se delle tro ora ben distinte specie di educazione se ne dovesse dare una sola, questa sarebbe dessa. La forza e la sapienza  sono armi pericoloso nelle mani d' un uomo immorale. Senza moralità un individuo e un popolo sono vili egualmente. Io preferirei d'aver discepoli ignoranti ma onesti, e figli asini, infermi  ma virtuosi, piuttostocliè dovermi vergognare delle cattive azioni  degli uni e degli altri, fossero anche i primi genii dell' universo.   La proprietà È un furto, disse Proudhon. Questa massima antisociale e sovversiva nudra il malcontento degli oziosi e le rivolte  di ohi, non avendo nulla da perdere, vuol la confusione per pescarvi dentro. La proprietà è un diritto naturale consacrato dal  lavoro, dico io, ed è la ragione e l'effetto di quasi tutta 1' umana  operosità; in somma è stimolo e premio. Disogna abituare i giovanetti a comprenderne tutto il valore, insegnando loro il rispetto  della roba altrui e l'economia della propria. Lo spilorcio è un vizioso, il prodigo nn pano, e chi ha il vischio nelle mani e un ladro.   Si fa questione sul diritto della pena di morte, ma si menano  giù coltellato a occhi chiusi: oramai si languisce di umanitarismo,      ma s'ammette la vendita della carne umana virente, e ne n'aprono  spacci dappertutto: si 6 proposta di portar le donne al ministero  ma son desse tuttavia le nostre schiave. Cotalì contraddizioni bastano e dimostrare quanto siano grandi le lacune nel senso comune. E d'uopo rimediare: ma come? Gridando alto e sempre  in tutti ì tempi e in tutti ì luoghi; 11 corpo umano 6 Baerò ed  inviolabile più o almono quanto la persona <S' un Ke. Si, parche  ciascuno ò un re, Enctie non «fonile il suo simile.   Quanto al cuore, chi n' ha troppo e chi troppo poco. Un» vin  di mezzo, signori '. Apriamo asili infamili, scuole ver gli ignoranti,  ospizi per i poveri, ospedali per gì' infermi a roan.comii per i  matti; ma se un truffatore va in carcere, un assassino in galera  e un parricida sulla forca, oh i.nn ci facciamo prendere dagli sveuimeuti' — Curiamo i nostri bambini malati, procuriamo che non  gì ammalino, baciamoli, accarezziamoli, scherziamo, giochiamolo  loro, siano i nostri piccoli amici, i nostri conforti, la nostre gioje  piti sublimi e pili sante, ma educhiamoli alla vita a per la vita;  u perciò conduciamoli e sovente, se uz a avvezzarli a un ridicolo e  daonoio eenti montai temo, a visitare i tuguri più miseri dov« si  laogue per freddo e per fame, le prigioni ove si espiano i delitti, i letti dove giacciono gì' inferni! e quelli ove agonizzano i  muri "ti, finalmente anche i cadaveri, ai, anche i cadaveri ! Cui  vuol familiarizzarsi colla vita deve conoscere- audio la morte! Noi, educati altrimenti, siamo usciti dalla famiglia a quindici o  veni' anni ed entrati d'uu salto nel mondo. E che n é avvenuto? Tutti  lo sappiamo: disinganni erudirli, straiiac'.i 1 Non più carezze, roa  urti; non pili lodi, ma disprezzo; non più amore, ma odio; non  più compassione, ma crude!;»; non più genitori affettuosi, ma giudici i-eitri; uor. ;:iù fruttili, ruu uc.iii.';; uir. p j nr.rcllr, mi sgualdrine; e il nostro paradiso terrestre? la nostra felicità ideale? lo  nostra più liete, più care, più caldo speranze ì Tutto a' è disperso  come per incanto, tutto 6 finito come sogno al destarsi 1  Quasi tutti siamo gli scolari della nostra esperienza, o Signori, e beato chi pu5 contraddirmi! — Montesquieu ha scritto; a A' giorni  « nostri noi riceviamo tre educazioni diversa e contrarie; quella  « do'noslri padri, quella decori maestri, e quella del mondo. Ciò  « che ci vico detto nel!' ultima, rovescia le idee tutto delle prime ».  Pur troppo ! aggiungo io.   Avete udito mai quei padri che strilla no i figli, perchè vanno, secondo essi, con t compagni cittiv: v V.\:U-m. rnd.le . Le abbiano torto? Niente affatto. Oh badate di non prendermi oggi  per un predicatore quaresimale! lo, Signori, sono un uomo libero     ielle plebee, mi soli perfino trovati in mezzo a  ) amico, proprio amico, di qualche valente e j  iquistato il diritto di parlare por esperiunza, c     un viaggio, di dire a chi 1' imprende: Bada che là c' è una palude miasmatica; passa di giorno, col sole ardente, e galoppa ! E  i cattivi compagni, Signori miei, sono miasmatici, e posso assicurarvene. Quattro chiacchiere con loro sembrano cose da ridere, e  sono cosa serie: è come a farle con un coleroso; forse non contrarrete il male, ma potete contrarlo; anzi avete per contrarlo almeno  ottanta probabilità su cento ! — E non ho capita mai porche il  male abbia da esser più contagioso del bene, ma è cosi, e cosi  non fosse !..   Io ricordo tre governi, quello del papa governo assoluto, quello  della repubblica governo di popolo, e questo in cui il popolo e il Re  fanno le leggi, di concerto. Ho sentito maledirli t un' e tre. Ma  che si vuole dunque 1 Le prove per coutentare gì' incontentabili  sono oramai esaurite: eppure 1' autorità e la legga non sì rispettarono e non si rispettano I E sapete perchè ? Perchè abbiamo perduto il rispetto par tutte le cose rispettabili. E sapete dove e come? Nel seno delle famiglie, ove incomincia la ribellione all' au-"  ferità paterna, perchù o troppo rilasciata o troppo severa, e d'ondo  esce per espandersi o propagarsi nella società politica, dalla quale  vien rientrando in casa spesso o volontiori: circolo vizioso I I genitori se la leghino al dito !   Io sono stato sempre nemico del duello per quella vieta ragione, .che la forza e la destrezza non possono risolvere una questione. Ma in certi oasi sono stato 11 11 per battermi davvero. C'è  al mondo una maledetta genia che si fa giuoco dell' amor proprio e anche dell' onore altrui j segno evidente che con ne conosce  il prezzo .o peggio ), e, per es. vi mette in ballo delle storielle  ignominiose sul conto vostro o di quelli o di quelle che maggiormente amate e giustamente rispettate. La legge tace; e s' ha a  star colle mani alla cintola? 0 se la legge provvede, eccole pubblicità, gli scandali, e la malignità che v' attacca molto bene il  dento ! Infami tutti i maldicenti ! Ma imparino gli uomini  sin da fanciulli che dopo il culto a Dio, il più sacro è il eulto  all' onore dei loro simili !   La Chiesa ha collocato V invidia fra i peccati mortali, e par  che P abbia fatto a posta per mandar molta gente all' inferno,  imperciocché pochi vadano esenti da questa   di superbia figlia,   D' ogni vizio radice,   Nemica di se stessa, invidia rea,   Che gli animi consuma   Como ruggine il ferro;   Che 1' edera somiglia,   Distruggendo i sostegni a cui s' appiglia.  Quasi tutti i vizi portano seco qualche diletto; questo no, che rode  1' animo e consuma la vita di chi n'è preso; e nondimeno 6 cosi  comune e pernicioso, che basta solo a distruggere la felicità di  moltissime famiglie. La sola invidia dei begli abiti, nelle donne,     consuma il povero stipendio di non pochi impiegali, fa -purea e  talGata misera ia mciisn, U^h- a. f..;;ii...U il ;:aiie u I? miteruo i- iis, induco i mariti a commettere oerte Ggure, chn 1* sa Iddio! e  poi t Voluto pi ù ridicolo spettacolo che la gara iosfituitar tra le  povertà o le duviiiu inoltra 1* invidia C la numioa più di chiarata del vero merito, 'quan'.unqui" bassa, vile 'e paurosa passiono. Oh dite ai bambini felle e vero' é'potete 'loro dimostrarlo j  dite ch'èril benessere altrui 6 un patrimonio comune che.ia'sentira  a tutti ì suoi beneficìi. Quando, non. ha' gran tempo; 1' economia  politica vagiva nelle fasce, s'insegnava e ai credeva' Che la ricchezza d' un popolo dovesse essere a danno di quella, da' pnpoli  vicini: ■ errore funesto- clin ;ia mmloi'.i nienti siati in rovina, e ohe  oggi la Dio mercè è confutato dai fatti e dalla scienza. Or pèrche  la scienza non confuterà 1' invidiai flQS è hon solo un ! stìnti mento,  ma anche un errore e dello stesso genero ? Noi siamo per, lo meno imbecilli guando ci adoperiamo a' dlstruc-Erern 1- nostra 'nel-,' altrui felicità! > '   Neil' America civile, ove la. libertà più estosa non si confonde  eolia 'licenza, ovo le virtù repubblicano' ' non sono, velo a 'volgari  passioni o a vergognose mene o ad interessi non degni,' ove la  miseria è una colpa e virtù la ricchezza, .ove la volontà è' -la! po-»  lonza di ciascuno come di tutti,' sorgono tèmpii cattolici a fianco  di quelli riformisti, religioni novelle' accanto alle antiche, 'apostoli  nuovi in mezzo >a sacerdoti di ritio secolare,, e' la' figlia del fanatico entra -sposa' nella essa d' Ira 1 'ateo.' Noi all' 'm contraiamo intolleranti delle persone, delle opinioni e delle credenze: non intolleranti solo, ma V03-IÌ atrio colla ftirza 'attaccar ' la nostra coccarda  sul petto di chi -va tranquillo per la sua tia^ È un birhante'chi  nóii'pensa come noi, è inia spicchi non parla, e ehi parla troppo  Sun brigante.- Ma non-siarmo invece nòi'l brigatati, 'quando rompiamo così spudoratamente le tasche a questo e a quello ? . . . . TI  prìmb caràttere d' Un popolo vcrnmento civile ò la : tolleranza; chi  non tollera ha paura ! Per averè io il diritt» 1 di giudicare colla  testa mia, d'amare col mio cuore, 0 d'intendermela colta .mia coScienza; 'colla baia ndn colla vostra, 1 È d' uòpo chó riconosca A medesimo dritto in altrui. In quest'affare ci vuole il non iati! trend); 0  non 'mica il patto, ma il fatto -, ■ • : :   Colla massima- brevità; ché"si' potesse 'accordare con la  vastità de! tema d con la pazienza vostra Beli' ascoltarmi, ho  della- morale educazione discorse quelle parti, delle quali fa, presso  iioi Italiani, maggiore difetto. Se'ho- parlato .francamente e liberamente, attribuitelo e all' indipendenza- del 'mio carattere, e ai  nostri guaj, .e al dovere che hanno i'^arlatori di svelarli senza  mistero. Vi sono, o Signori, delìfe piaghe sociali, che non si sanano  colle blandizie— E vengo a diro della educazione 'intellettiva.'   Como lo varie membra del corpo 'acquistano in forzo e destrezza per convenienti esercizi,' così le foeoltà dello spirito si migliorano per educazióne ben data. — Io stimo che l'educazione del   18     l' anima debba precedere l' istruzione, e che questo aia ufficiodelie prime scuole.   Un tempo le esercitazioni della memoria erano ■ barbare-. Si  obbligava un fanciullo a ricordare parole e non idee, segni e non  immagini. Ricordo per conto mio d' avere imparato tutto l'Alvaro  senz' averne mai capito il senso. Fu una tortura che duro due anni, e che mi fece odiare la acuoia e il maestro, che Dio gliel perdoni ! Dopo ho avuto sempre avversione alte gsnmm .iìnhi di parole,  alle pedanterie e a tutti ì pedanti: e in qui-sio, il-J di sentire e  d'aver sentilo bene, e me ne vanto. Povera mia memoria, I Echi  m' avesse predetto allora che sarei divenuto un maestro di mnemonica! Nessuna meraviglia: aborrendo dalla ricordanza materiale,  ho studiato l'associazione delle idee. Sulla quale è d'uopo fondare le  prime e tutte Io esercita/ioni della memoria, che bisogna abituare  alle impressioni ripetute e profonde, affinchè sia tenace nella ritentiva, ycauta e logica. Poi s' arricchisce d'idee, chiaro- e sode,  e non di futili cognizioni^ i-n -™4tò, non fresiamo di quegli eruditi che ricordano tutto e non capiscono niente ! Questi sono più  dannosi degli ignoranti. 11 celebre Ranalli, il vostro Deputato, mi  scriveva questo precise parole: « Non credo che il maggior mala  « sia l' ignoranza, che pure ò un gran male. Ma ve n? ha uno  * peggiore che è il falso sapere 1 .... »   Noi italiani abbiamo una buona immaginazione, e lo provano  le nostre gallerie, di quadri e di statue, e ì nostri monumenti architettonici, i nostri sovrani poeti, i nostri divini compositori di  musica. Ma le stramberie straniere cominciano a viziarla. L' arte  d'oggi non è più l'arte dei nostri grandi maestri. Si dipingono  e si scolpiscono, e, quel che è peggio, si scrivono cose, che sembrano delirii: e anche in ciò dalla liberti siamo trascorsi alla licenza. Non si patisce dì languori, ma se ne fa patir gli altri.  L' arditezza s' è convertita in temerità; 1' immaginazione è feconda, ma sgregolata: è pronta, ma 6 febbricitante. — Egli fa d' uopo ricondurla sotto 1' impero dell' intelletto.   Il quale non è presso noi esercitato, quanto pur vuoisi che sia  affinchè regga alle fatiche della meditazione. Lo studio delle grandi  cose lo fa grande, e quello delle molte vasto; ma nei giovani     cide: concepimenti più ristretti, ma sicuri e indubitabili: giovano  a ciù gli esempi, le similitudini e le ripetizioni. Le giovani menti non  debbono spaziare per plaghe sterminate, ma nonno elevarsi e anche, ma raramente, toccare il sublime: elevarsi coi subbietti  concernenti la virtù, o sublimarsi colle idee d' eroismo, di  religione, di patria. Le sottigliezze vanno sbandite, perchè avvezzano alla pedanteria, che è il veleno delle scuole. Profondi concetti ed alti e forti sensi, eoco quanto in Bingolar modo ci abbisogna. Nobiltà di carattere, ordine nello idee, conversazione eoi buoni e coi dotti, uso di scrivere e di parlare, e finiremo d' esser semplicemente facondi per divenire eloquenti. Bi    lu   ci     19   sogna inoltre abituare gì' ingegni alle scoperte ed alle invenzioni:  flooo desso il segreto del progresso. Delle cose vecchie ne abbiamo  abbastanza; cerchiamone delle nuove, se vogliamo arricchire il patrimonio delle scienze e non moltiplicarlo d inutili e non raramente falsate ripetizioni.   Due piri 0 ' ' ■'■» voloni'i. Questa, o Signori, dà o toglie valore a tuti -^Ità inic.lettive, al senso morale e alle ferie fisich iono vane le regole e anche i subbietti  delle r%. non v' ha ne applicazione n& perseveranza, ne l . ..un ;io, e manca il carattere: senza di essa  no" ai sa, ami non si pn/ trarre alcun vantaggio dalle arti, dalle  scienze, dalla murale, c neppure dallo occasioni. Senza volontà sarebbero vissuti inutilmente Newton, Cialileo, Davy, Harvey, Jenner, Herschell, Humboldt, e molti altri simili ad essi. — La fiducia  in ss pud ispirare il sacrificio e pub dare una volontà eostante:  inspiriamola in tutti. Ciascuno ha il suo valore: sviluppiamolo.  Mift ha scritto: « Il valore di ano atatj, è a lun^o -andare, il vaa lore degli individui che lo compongono. »   Eccovi, o Signori, le precipuo regolo della educazione fisica,  morale e intellettiva, desunte dai difetti della storia passata b  della contemporanea. In un discorso io non poteva presentarvi un  trattato. Ho sfiorato le osservazioni e le massime: non avrei potuto governarmi altrimenti.   Un' avvertenza. Dalla definizione che ho data dell' argomento  che ho preso trattare, chiaramente deriva che ho inteso di esporre  precetti riferibili tanto agli uomini, quanto alle donne. Anch' esse  debbono esser forti, morali e intelligenti, anch' esse debbono perfezionarsi. Se i filosofi fi' accapigliano sulla istruzione dovuta alla  parte più graziosa dell' uman genere, 1' educazione rispetto a  questa non può esser posta in dubbio e discussa. — Le nostre madri  e le nostri mogli debbono essere educate come noi e quanto noi.   Se è vero, o Signori, com'è vero indubbiamente, che tanto 1’uomo dagl’animali d’un ordine inferiore si distingue e ai  eleva, quanto è ad essi superiore per la ragione ed j| linguaggio, io non veplo come si debba disconoscere che tanto un uomo sia  all' altr* uomo, e un popolo agli altri popoli superiore, quanto è  maggiore il perfezionamento da loro per una miglioro educatone  conseguito. Quindi non mi vale forza d'intelletto a spiegare che  sia codiata ignavia, codesto abbandono, per cui si chiudono gii  occhi dei padri sulla vjtH dei figli e cosi, che non veggono e, cib  eh' e ancor peggi», noi. curano di vedere la ruina a cui molti di  essi eorrono e non pochi e: slanciano. Sui capelli incanutiti o sulle calve fronti siede poi tarsio h U'.a'.v il pt-t.lixt.-nli>, c curva innanzi tempo il capo del veocnio verso la turra, ohe sta per accoglierlo nel suo umido grembo.   Più dì frequente h incontra chi serba o chi accumula tesori  pe' suoi discendenti, di quello the padri e madri che pensino a  farli crudi e mdivisioMmeule padroni di quel tesoro, che non ha pari, di un' oducazioDC forte, onesta, sapiente, e un carattere  atto a difenderai dalh bufere e dagli urajr^ ita. Le greche madri piangevano al ritorno di:' figli s - vi jjisteaza dal  nemico ferro del vincitore, ed emù lieta e< i\;t<-"s ili poter noverare le ferite sul petto ilei tiglio ur i ■■>■■ ^itraglia, e morto  per la salvezza e per la gloria della jv '*' - Eia, figlia di  beipione l'Africano e mogli*) u.l con?' * / ■•no, a una  matrona romana che, dopo averle ino-: i "hieSta  l'avea de'suoi per ammirarli, presentò ■ . . ir- Vanamente orgogliosi della gloria li i.  cene belli. Wa le virtii loro, la potemo, i!,«•• ■ i --r-->, ia \   costanza, il senno ove sono? li so non sono, a ■> di   ohe? — Eccoci liberi, quasi indinendenti, e si;.'' ■' "' : '' .tostro  ridenti -oootradc 1 mari sono aperti alte «i itr v - ' Ta disposte alla nosii-i cultura, potenze uni: -T"-.la nostra naziona,  e abbiamo porti e fortezze, un es.r!.;it-: un'armata, un parlamento e una legge. Il soldato è citt-mliii'.,,] .ititi ìino è giudico  del fatto nel delitto, la storia del delitto è di ragion pubblica, e  siamo tutti-eguali d'innanzi all'autorità delle leggi; tutti eguali, .  e quando occorra processiamo e condanniamo i nostri senatori ei  nostri ammiragli. So ci paro, noi parliamo e scriviamo contro il"  governo, e ì rapproaentunti del popolo ad ogni pie sospinto rovesciano un Ministero. L' ignoranza ó una nebbia che si dirada un  po' lentamente; ma l' istruzione, che in ■} «cita metafora naturalmenta ò il sole, noa si stanca di ardere e d' irradiare luce o calore.  6Ì paga, ecco il grido ! ma si paga la sicurezza personale all' interno o la nazionale alla frontiere, si pagano i maestri che c' insegnano, i magistrati eho d reggono, le vie per le quali viaggiamo, i mezzi rapidissimi che trasportano le nostre idèe, i coìht* .  merci guarentiti, le industrie incoraggiate, l'agricoltura migliorata,  le arti e. le scienze perfezionate, si pagano le battaglie vinte e quelle  perdute, quando i nostri fratelli o il re stesso e ' figli puoi stavano  coi petti contro i cannoni, e intanto noi giocavimo, o ravamo e ■  poltrivamo, e si paga anche qualcbe cosa per non avere 1' incomodo dì ricevere, venti o trenta austriache legnate ad libitum della  convertita casa d' Asburgo; in somma non si paga, ma sisemina  per raccogliere. Del resto un grande progresso sodalo e' 6, un  gran passo s' è fatto,' anzi un' salto; ma, Signori miei, il progresso  individuale manca, perchè non fummo educati e non sappiamo  educare. Or dunque all' opera. Alle madri, ai padri, ai maestri è  ^affidata la grande missione di compier 1' impresa iniziata dai mar■ : * '•'l'indipendenza itfllìana,da chi per amoro di patria ha sofferto  viti dell' esilio o gli orrori del carcere, o è morto strozzato  •àia. o fucilato senza processo, o decapitato sul palco, o mitraglilo w ! -vopo. ■ ' '■   N  i L\'arte della Memoria - Manuale di mnemonica compilato secondo il sistema A. – vf. IL SISTEMA GRICE-HP di MYRO E SPERANZA SISTEMA A. GIUDICATO DA AUTOREVOLI COMMISSIONI   SISTEMA A. GIUDICATO DA AUTOREVOLI COMMISSIONI    Della facile efficacia del nuovo sistema mnemonico stato concretato dal professore Tito Aurelj, se ne ha una splendida conferma non solo dagli elogi che l'egregio autore ha ricevuto da uomini illustri d'Italia e da moltissimi giornali, ma ancora e    più specialmente da molteplici, famose e prodigiose prove della memoria artificiale date da parecchi suoi alunni in occasione di pubblici esami.    Un primo saggio della scuola pubblica dell'arte di ricordare, aperta in Roma sotto il patrocinio del Municipio, fu dato il 24 giugno 1874 da uomini e fanciulli, da signore e bambine, innanzi a un pubblico numerosissimo e plaudente. La Commissione esaminatrice composta dagli illustri uomini comm. Cesare Correnti ex ministro della pubblica istruzione, commendatore Marco Tabarrini senatore del Regno e consigliere di Stato, comm. B. Pignetti capo dell' ufficio d'istruzione nel Municipio di Roma, fece, una lunga e ragionata relazione sui grandi risultati di questo saggio dovuti alla prodigiosa efficacia delle regole mnemoniche ideate ed insegnate dal prof. Aurelj, e, riconosciuto come: “agli studi dell'arte di ricordare basti consacrare brevissimo tempo perché se ne raccolga abbondantissimo frutto”, finiva con questa conclusione. L'altra cosa che importa accennare perché questo pubblico saggio non resti senza qualche buon effetto, ne pare questa; che gioverebbe in qualche scuola iniziare alcuni giovanetti di vario ingegno alle regole dell' arte di ricordare, e poi tener dietro ai loro progressi negli studii, e al loro modo di giovarsi delle regole apprese per tesoreggiare le cognizioni, e all' influenza che questa nuova ginnastica intellettuale sarebbe per avere sullo sviluppo dei loro ingegni, imperocchè sarebbe, a c parer nostro, scarso il compenso alle diligentissime fatiche del prof. Aurelj, quando delle innovazioni e dei perfezionamenti da lui recati all'arte mnemonica non si traesse generalmente profitto nelle scuole e nei diversi studii.    Or si vedrà come a questo voto abbia risposto il prof. Aurelj. Il 23 e 24 giugno 1876 ebbe luogo, pure in Roma, un secondo e maggior saggio mnemonico dato dagli alunni della scuola che era stata aperta il 13 marzo dello stesso anno per i maestri e le maestre municipali di Roma, con determinazione del Ministero della pubblica istruzion. A questo saggio vennero assegnati dal Governo dieci premi di cinquanta lire l'uno. La Commissione esaminatrice si componeva come segue. La splendida relazione di questo saggio che predetta Commissione ha estesamente ed accuratamente redatta, merita tutta l'attenzione di coloro che si occupano dell'insegnamento, perché costituisce il più grande documento storico dell'arte di ricordare. Di tale relazione diamo le seguenti testuali conclusioni che la Commissione ha approvato a parere unanime:  I voti espressi dalla Commissione che presiedette al saggio sono stati appieno compiuti e i suoi consigli seguiti. Ad apprendere l'arte di ricordare, quale è dal prof. Aurelj insegnata, basta assai breve tempo  non vi sono difficoltà  non occorrono speciali disposizioni dell'ingegno  non vi sono notabili differenze a fare rispetto all' età, ma i giovanetti l'apprendono più agevolmente degli uomini giunti alla virile età, e questi più agevolmente degli attempati. La memoria artificiale che si acquista con questo studio è immensamente più duratura della memoria naturale, perché fondata sull'associazione delle idee e su associazioni divenute famigliari a chi ha studiato l'arte, facili a farsi, facili a richiamarsi. La utilità dell'arte mnemonica è tanto più grande in quanto per essa si ricordano senza fatica mentale quelle cognizioni che anche alle memorie più poderose, riescono difficili a ritenere perché non legate fra di loro dal vincolo del ragiona• mento, come sono le date e le cifre in genere.  II dubbio di taluni che la memoria artificiale nuoccia all' educazione dell' ingegno, facendo apprendere e ritenere le cognizioni senza che la riflessione vi abbia parte, non ha più ragione di essere quando si consideri: che anzitutto, anche nell'apprendere e nel ritenere per virtù dell'arte si esercita la riflessione, dovendosi trovare un'idea con cui la cognizione da apprendere e da ritenere in qualche modo si leghi: che l'arte mnemonica non pretende di sostituirsi alla memoria naturale, né di ricordare quelle cognizioni che la mente può da sé agevolmente ritenere; essa vuole aggiungersi, non sostituirsi, aiutare, non creare o distruggere: se la memoria naturale e la cognizione che voi avete della geografia patria fanno che voi sappiate ricordare benissimo, senz'aiuto dell'arte, la superficie, la popolazione assoluta e relativa dell'Italia, e la popolazione non di xo ma di zoo città: se voi senza bisogno dell'arte, ricordate la nascita e la morte di Dante, di Colombo, di Galle°, ecc., tanto meglio per voi, ma non disdegnerete l'aiuto dell'arte quando vi occorra di ricordare la nascita e la morte di cent'altri uomini illustri, su ciascuno dei quali la vostra mente non si può tanto fermare come su quei grandissimi. Noi faremo anzi a questo riguardo una chiara distinzione fra quelle date e quelle cifre in genere, le quali rappresentano cognizioni che diremo sostanziali, cardinali, e quelle, pur sempre necessarie od almeno utili, ma di minore rilievo; rispetto alle prime diciamo che la memoria naturale e la intensità della riflessione fattavi sopra debbono bastare a darne la ricordanza, e l'arte non deve altro fare che confermarle, porgere un aiuto a ritenerle più saldamente, più lungamente e più esattamente; alla seconda invece la memoria naturale non basta, e che la riflessione ci si fermi molto non è possibile, né desiderabile; a queste dunque deve provvedere esclusivamente l'arte. Aggiungiamo che ginnastica intellettuale utilissima ai giovani pare a noi quella per cui lo studioso possa tratto tratto porre a riscontro la notizia ritenuta per virtù di memoria naturale e di riflessione, con quella ritenuta per la via dell'arte.  Fatta questa distinzione, per la quale non è possibile stabilire regole generali, dipendendo la maggiore o minore importanza delle nozioni dal grado ch'esse tengono nella scienza di cui sono parte, la Commissione crede che l'arte mnemonica torni utilissima ai docenti ed agl' imparanti, e possa agli uni ed agli altri risparmiare tempo e fatica, se le sue applicazioni siano fatte con ordine e temperanza ed alle sole nozioni più necessarie ed utili.  Mirabile veramente e di non contestabile vantaggio è la facilità che mercè l'arte mnemonica si acquista di ricordare e ripetere in perfetto ordine le parti più rilevanti di un libro di qualsivoglia mole, o di un discorso dei più lunghi.  Perciò la Commissione fa voti che questo utile sussidio all' insegnare, all' apprendere ed al ritenere, venga introdotto nelle scuole italiane e particolarmente nelle primarie e in quelle di medio grado, specialmente per lo studio delle nozioni di storia e geografia, e crede che gioverebbe anzitutto introdurre 1' insegnamento dell'arte mnemonica nelle Scuole normali e dar facoltà ai maestri ed alle maestre già dichiarati idonei, di valersene nelle classi loro affidate, considerando che trattasi per gli alunni non già di una materia di studio che si aggiunga, ma di un sussidio che loro si porge, perché le altre materie più agevolmente apprendano e ricordino. Ad A. si deve riconoscere il merito di avere con uno studio paziente di più che quattro lustri, condotta l'arte mnemonica a tale semplicità e perfezione e fondatala su basi cotanto razionali, da renderla applicabile agli studi della gioventù, ed è giusto che le sue fatiche abbiano premio nella gratitudine dei suoi concittadini, e nell'incarico che dovrebbe commettergli il Ministero della pubblica istruzione d'insegnare l'arte sua nelle pubbliche scuole e di educare i maestri nell'arte sua stessa, alla quale disposizione non dovrebbe fare impedimento il pensiero di aggiungere una materia di più, ma dovrebbe dare coraggio la sicurezza di porgere un aiuto onde più agevolmente si apprendano le altre. Firmati: MAURI. TROMBETTA.PIANCIANI. MARCUCCI. PIGNETTI. DELOGU. Roma. Dopo questo decisivo e solenne giudizio di così autorevole Commissione, non è più possibile mettere in dubbio la immensa efficacia di quest'arte di ricordare, la quale ha ormai acquistato il diritto di prendere un posto distinto fra tutte le altre nobili arti.    E questa verità di Niccolò Tornmaseo: “Insegnisi a tutti stenografia; un'arte è un'arme di più deve essere con più forte ragione applicata all'arte mnemonica, in quanto che è dessa considerata dallo stesso Tommaseo la vera stenografia della mente, oltrechè essere della mente una utile ginnastica. Se la ginnastica fisica è considerata come mezzo principale di una sana e maschia educazione, ed è la vera applicazione del mens sana in corpore sano, la ginnastica intellettiva è a sua volta un potente mezzo per accrescere, rafforzare e sviluppare la memoria, rendendo la mente meglio atta al meditare ed al riflettere, e noi sappiamo che l'abitudine della riflessione è un gran mezzo di studio efficace e quindi giova fare ogni sforzo per acquistarla. Albani e Buonarroti  AGA MAGÉRA DIFÚRA Dizionario delle lingue immaginarie  Zanichelli, Les Belles Lettres I testi evidenziati in grassetto sono, nello specifico campo di ricerca (ad  esempio: lingue filosofiche, lingue immaginarie di tipo letterario, lingue  internazionali ausiliarie, ecc.), opere fondamentali.  Aarsleff, Da Locke a Saussure. Saggi sullo studio del linguaggio e la storia delle idee, Bologna,  Mulino, Abbott, Flatlandia. Racconto fantastico a più dimensioni, Milano, Adelphi, Academia pro Interlingua, Torino, Accame, Il segno poetico. Materiali e riferimenti per una storia della ricerca poetico-  visuale e interdisciplinare, Milano, Edizioni d'Arte Zarathustra - Spirali Edizioni, 1981.  Adams, Richard, La valle dell'orso, Milano, Rizzoli, 1976.  Agamben, Giorgio, "Pascoli e il pensiero della voce", introduzione a: Pascoli, Giovanni, Il fanciullino,  Milano, Feltrinelli, 1982, pp. 7-21.  Agamben, Giorgio, "Un enigma della Basca", in: Delfini, Antonio, "Note di uno sconosciuto. Inediti e  altri scritti", Marka, Airoli, Angelo, Le isole mirabili. 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Appliqué aux langues latine et italienne  suivi d'un précis analytique des langues écrites au moyen duquet on peut les traduire, sans en avoir  aucune connaissance préalable, Florence, Aux frais de l'Auteur, Vetri, Letteratura e caos, Mantova, Edizioni del Verri, Vico, La scienza nuova prima con la polemica contro gli "Atti degli eruditi" di Lipsia,  Bari, Laterza, Villani, Ragionamento dello Academico Aldeano sopra la Poesia Giocosa de'  Latini, e de' Toscani con alcune Poesie piacevoli del medesimo autore, Venezia, Pinelli,  Virmaux, Dictionnaire mondial des mouvements littéraires et artistiques, Monaco, Rocher, Vitale, L'avanguardia russa, Milano, Mondadori, "Oscar"  Mondadori id La seconda nascita (intorno a 'Viaggio in Armenia')", in: Mandel'stam, Osip, Viaggio  in Armenia, Milano, Adelphi, Vòllaro, Tempo libero", Il Caffé, id  "La Chanson de Kaphèis", Il Caffè, Vonnegut, Ghiaccio nove, Milano, Rizzoli, Wahl, Occidental die Weltsprache, Stuttgart, Franckh'sche Verlagshandlung,  Wahltuch, Simbologia psicografica, Roma, Perino, Wainstein, Viaggio in Drimonia, Milano, Feltrinelli, Watson, Il grande anello, Milano, Moizzi, Watson, Ian e Goldmann, "Language", in: Gunn, a cura di, The New Encyclopedia  of Science Fiction, New York, Viking, Watzlawick, La realtà della realtà. 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