Grice ed Ateiniano – Roma – filosofia italiana – Luigi Speranza (Nizza). Filosofo italiano. Marco Ateinaiano.
Ateinaiano.
Grice ed Atenodoro: il portico a Roma -- il tutore del principe -- Roma – filosofia italiana – Luigi Speranza. (Roma). Filosofo italiano. Maestro
d’Ottaviano. Atenodoro Cananita. Atenodoro di Tarso Atenodoro di Tarso, o
Atenodoro Cananita o Atenodoro Calvo (Cana), è
uno filosofo italiano. Nacque a Cana presso Tarso da un uomo di nome
Sandone. Studente di Posidonio di Rodi e maestro dell'imperatore romano
Ottaviano Augusto a Apollonia e, in seguito, di diversi esponenti della
famiglia imperiale. Pare che segue Ottaviano a Roma. Ottaviano, proprio per i
natali dati a maestro di filosofia, allevia la tassazione della città di Tarso.
In seguito fa ritorno a Tarso dove aiuta ad eliminare il governo di Boeto e
abbozza una nuova costituzione che da vita ad un'oligarchia pro-romana. Dopo la
sua morte in suo onore fu tenuto un festival ed un sacrificio annuale a Tarso. Plinio
il giovane racconta un episodio secondo il quale Atenodoro prende in affitto
una casa a basso prezzo poiché era infestata da un fantasma. Mentre scrive di
filosofia a tarda notte, un fantasma incatenato gli apparve e lo invita a
seguirlo fino in cortile ove spare. Il giorno successivo, con il permesso dei
magistrati della città, Atenodoro fa scavare nel punto in cui il fantasma e
scomparso e trova uno scheletro incatenato. Dopo che allo scheletro venne data
una degna sepoltura il fantasma non infesta più la casa. Gli vengono
attribuite le seguenti opera: un'opera contro le Categorie aristoteliche
(sebbene venga talvolta attribuita a Atenodoro Cordilione), una storia di Tarso,
un'opera di qualche tipo dedicata a Ottaviano, un'opera intitolata περί
σπουδη̃ς και παιδείας ("Sul fervore e la giovinezza"), un'opera
intitolata περίπατοι. Nessuna di queste opere ci è pervenuta. Aiuta anche
Cicerone nella scrittura del “De Officiis” ed è stato suggerito che la
filosofia di Atonodoro possano aver influenzato Seneca e Paolo di
Tarso. Note ^ Plutarco: Vita di Publicola 17; Strabone, Geografia,
Pseudo-Luciano, Macrobii, 21. ^ Strabone, Geografia, Pseudo-Luciano, Macrobii,
21, secondo il quale Atenodoro morì a 82 anni. ^ Plinio il giovane, Lettere,
libro VII, lettera 27. A Sura Griffin, p. 201. ^ Griffin, p. 201; sempre
Griffin, pp. 206-208, ritiene possibile che l'autore di questo trattato sia
l'Atenodoro logico stoico menzionato da Diogene Laerzio in Vite dei filosofi,
Plutarco: Vita di Publicola; Griffin, Which 'Athenodorus' commented on
Aristotle's Categories?, in Classical Quarterly. Atenodoro di Tarso, figlio di
Sandone, in Dizionario di filosofia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana,
Athenodorus Cananites, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica Stoicismo
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Grice ed Atenodoto: il portico a Roma – filosofia italiana – Luigi
Speranza. Filosofo italiano. Porch.
Pupil of Musonio Rufo, and a teacher of FRONTONE (si veda). Atenodoto.
Grice ed Attico – Roma – filosofia italiana – Luigi Speranza. FIlosofo italiano. best under Pomponio. Tito
Pomponio detto l’“Attico”.
Grice ed Attalo: il portico a Roma – filosofia italiana – Luigi Speranza. Filosofo italiano. Vive a Roma. Maestro di
Seneca che lo stima molto e lo cita spesso come nelle Lettere morali a Lucilio
quando scrive. Come soleva dire il nostro A. 'il ricordo degli amici estinti è
gradevole come certi frutti sono soavemente aspri.” -- o ancora a proposito
dell'avidità dell'uomo che gode senza discernimento dei beni della fortuna come
fa il cane che inghiotte voracemente i pezzetti di carne lanciati dal padrone.
Così rifacendosi a A., Seneca afferma che una vita senza affanni e senza nessun
attacco dalla Fortuna non è tranquillità è bonaccia. “A. lo stoico soleva dire
'Preferiamo che la fortuna mi abbia nel suo accampamento piuttosto che tra le
mollezze. Subisco la tortura, ma coraggiosamente. Questo è vero bene'” e che
procurarsi un amico è più piacevole che averlo poiché, dice Attalo, avviene che
«come per un artista è più piacevole dipingere che aver dipinto.” Ed infine da
A. Seneca reca il supremo insegnamento riferito principalmente all'ingrato che
si tormenta e odia il bene ricevuto perché dovrà ri-cambiarlo, ne sminuisce i
valore e accresce l'importanza delle offese ricevute. “La malvagità stessa beve
la più grande porzione del suo veleno.” Una massima che Attalo ha modo di
vedere applicata quando messo al bando da Roma, Lucio Elio Seiano, amico
estremamente influente di Tiberio, e infine da questo stesso fatto giustiziare.
Seneca, Lettere morali a Lucilio, Edizioni Mondadori. Seneca. Seneca. Seneca. Seneca.
Pierre Matthieu, Historie delle prosperità infelici di Elio Seiano, Grillo,
1620 p.48 Portale Biografie Portale Filosofia
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