Grice
e Carmando – Roma – filosofia italiana (Roma). Charmander -- According to Seneca, Carmando wrote a book on comets.
Grice e Caro: la ragione
conversazionale e l’implicatura conversazionale dell’interpretare -- interpretante,
interpretato – scuola di Roma – filosofia romana – filosofia lazia -- filosofia
italiana – Luigi Speranza, pel Gruppo di Gioco di H. P. Grice, The
Swimming-Pool Library (Roma). Filosofo
romano. Filosofo lazio. Filosofo italiano. Roma, Lazio. Grice: “Caro likes
‘interpretant,’ I spent various tutorials going through Aquino’s Commentarium’
on the ‘peri hermeneias’ – my tutees were fascinated by the fact that while the
Grecian hermeneias is figurative – after Hermes, some say – ‘inter-pretatio’ is
not!” -- “I love Caro – he has philosophised on Davidson’s philosophising,
notably Davidson’s idea of the interpretant, an idea Davidson borrowed – but
never returned – from Peirce!” Insegna a Roma. Si occupa di filosofia morale, di libero
arbitrio, teoria dell'azione e storia della scienza. Ha difeso la teoria detta
" naturalismo liberale", già oggetto di discussione nelle letteratura
specialistica sull’argomento. È membro dei comitati scientifici delle riviste Rivista
di Estetica e Filosofia e questioni
pubbliche. Collabora con Il Sole 24 Ore, e ha scritto per The Times, La
Repubblica, La Stampa e il manifesto. Presidente della Società Italiana di
Filosofia Analitica (SIFA) dal al. È
vicepresidente della Consulta Nazionale di Filosofia. Ha condotto
ZettelFilosofia in movimento, programma televisivo RAI dedicato alla
filosofia. L'asteroide 5329 Decaro è
chiamato così in suo onore; “Dal punto di vista dell'interprete. La filosofia
di Davidson, Roma, Carocci); Il libero arbitrio, Roma-Bari, Laterza); Azione,
Bologna, Il Mulino); La logica della libertà, Roma, Meltemi); Normatività,
Fatti, Valori” (Macerata, Quodlibet); Scetticismo. Storia di una vicenda filosofica”
(Roma, Carocci). Siamo davvero liberi? Le neuroscienze e il mistero del libero
arbitrio (Torino, Codice). La filosofia analitica e le altre tradizioni (Roma,
Carocci). Bentornata Realtà: Il nuovo
realismo (Torino, Einaudi,. Quanto siamo responsabili? Filosofia, neuroscienze
e società” (Torino, Codice,. Biografie convergenti: venti ircocervi filosofici,
disegni di Guido Scarabottolo, Milano-Udine, Mimesis). Cos’è il nuovo
realismo [“What is the new realism”], Mimesis, Milano) Azione [“Action”],
Il Mulino, Bologna, Il libero arbitrio.
Un ’ introduzione [ “ Free Will. An Introduction ” ], Laterza, Roma-Bari);
Dal punto di vista de ll’int erprete. Il pensiero di
Donald Davidson [ “ From theInterpreter’s Point of View. Donald
Davidson s Thoug ht”], Carocci, Roma
Interpretazioni e cause [“Interpretations and Causes”], Doctoral
dissertation, Università diRoma. Editor (with M. Mori - E. Spinelli)
of La libertà umana: storia di un’id ea, Carocci,Roma,
forthcoming.2) Editor (with Lavazza – Sartori) of
Quanto siamo responsabili? Filosofia,neuroscienze e società, Codice,
Torino Marraffa) of La filosofia di Martino, special issue of
Paradigmi, Editor (with L. Illetterati) of a special issue of Verifiche
on “ Classical German Philosophy. New Research
Perspectives between Analytic Philosophy and the Pragmatist Tradition”)
Editor (with S. Gozzano) of a special issue of Rivista di
filosofia on “The philosophy ofconsciousness, ” Editor
(with M. Ferraris) of Bentornata realtà. Il nuovo realismo
in discussione, Einaudi,Torino) Editor (with Poggi), La
filosofia analitica e le altre tradizioni, Carocci, Roma) Naturalismo,
special issu Rivista di Estetica, (with Barbero and Voltolini) Editor of
The Architecture of Reason. Epistemology, Agency, and Science, Carocci,Roma
(with Egidi) Editor of Siamo davvero liberi? Le neuroscienze e il
mistero del libero arbitrio,Codice, Torino) (with Lavazza and Sartori). Guest
editor ofÈ naturale essere naturalisti?, special issue of Etica e
politica, (with Barbero - Voltolini). Editor of Scetticismo. Storia di una
vicenda filosofia, Carocci, Roma
(Spinelli) Editor of La mente e la natura, Fazi, Roma (Italian version of Naturalismin
Question ) (with Macarthur) Editor of the Italian version of H.
Putnam, The Fact/Value Dicothomy, Fazi, Roma) Normatività, fatti, valori,
Quodlibet, Macerata (essays by Wright, Hornsby, Fogelin, et alii ) (with
Rosaria Egidi and Massimo De ll‟ Utri) Editor of Logica della
libertà [ “ The Logic of Free dom”], Meltemi, Roma) -- contains the
Italian translation of essays by A. Ayer, R. Chisholm, P.F. Strawson, P.
vanInwagen, H. Frankfurt) Guest editor of “ Libertà e Deter
minismo Freedom and Determinism ” ], specialissue of Paradigmi,
Presentazione” del numero speciale di Paradigmi dedicato a La
filosofia di Martino, Machiavelli e Lucrezio ”, postface to A.
Brown, Machiavelli e Lucrezio. Fortuna elibertà nella Firenze del
Rinascimento, Carocci, Roma, 2 “Metafisica e naturalism o: una entente
cordiale?”, Sistemi intelligenti, “Galileo e il platonismo fisico -
matematico”, in R. Chiaradonna, Il platonismo e le scienze, Carocci, Roma
“Introduzione” (with R. Chiaradonna) to R. Chiaradonna, Il platonismo e
le scienze,Carocci, Roma Naturalismo nel mirino: ma quale intendiamo? ”, Vita e
pensiero, Autonomia della filosofia e neuroscienze, Rivista di Filosofia, Libero
arbitrio e neuroscienze,” in A. Lavazza, G. Sartori (a cura di),
Neuroetica,Il Mulino, Bologna “ Filosofia della mente,” in
Dizionario della mente Treccani, Istituto dell’EnciclopediaItaliana Italiana,
Roma “Ne uro-mania e natura lismo” (commento, su invito, a ll
articolo target di CristianoCastelfranchi e Fabio Paglieri) (con A. Lavazza),
Giornale italiano di psicologia, “ Il migliore dei naturalismi possibili
Etica et Politica / Ethics et Politics, (with A. Voltolini). Psicologia,
intenzionalità, scopi: un punto di vista filosofic o,” (invited
commentary to atarget article by C. Castelfranchi and F. Paglieri), Giornale
italiano di psicologia, “ Libertà e responsabilità mora le,” in
Enciclopedia del Terzo Millenio, Istitutode ll Enciclopedia Italiana,
Roma “ Le neuroscienze cognitive e
l'enigma del libero a rbitrio,” in M. Di Francesco M.Marraffa (a
cura di), Il soggetto. Scienze della mente e natura dell ’ io,
Mondadori, Milano “ Neuroetica e libero a rbitrio,” in Bacin (a
cura di), Etiche antiche e moderne, Il Mulino,Bologna Introduction to the
Italian tr. of Dupré, Human Nature and the Limits ofScience, Laterza,
Roma-Bari (with Telmo Pievani). Temi scotistici nella discussione contemporanea
sul libero a rbitrio,” Quaestio “ Gazzaniga, Hauser e la fallacia
dei cromosomi mora li,” Micromega (Almanacco di scienze) Filosofia,
musica e asc olto,” Rivista di storia della filosofia, “ Il ritorno dello
scientismo,” in M. Failla (a cura di) “B ene navigavi ”. Studi in onore
di Franco Bianco, Quodlibet, Macerata “ Il naturalismo scientifico
contemporaneo: caratteri e pr oblemi,” in Costa - F.
Michelini(eds.), Natura senza fine, EDB, Bologna Causazione mentale e plura lismo,” Iride,
(with MassimoMarraffa).Due concetti di libero arbitr io,” in R.
Calcaterra (ed.), Le ragioni del conoscere ede ll’agire. Scritti in onore
di Rosaria Egidi, Franco Angeli, Milano “ Scienza e libertà: due comuni
fraintendimenti, SISSA NEWS, Quattro
tesi su filosofia e scienza,” Sistemi intelligenti, “ Frankfurt
“ Teoria dell’az ione” Scetticismo moderno e contemporane o”, in
Enciclopedia filosofica di Gallarate, Bompiani, Milano Nozick, Strawson e l’illusione
della libertà,Pellegrino e Salvatore, Nozick . Identità personale,
libertà e realismo morale, LUISS University Press, Roma Questioni metafisiche:
Dio e la libertà,” in Coliva, Filosofia analitica. Temi e problemi,
Carocci, Roma with G. De Anna). Davidson sulla libertà umana,” Iride, “
L'inscindibilità di fatti e valori in etica, in economia e nelle scienze natura
li,” in troductionto Fatto valore. Fine di una dicotomia (Italian
translation of H. Putnam, The Fact/Value Dicothomy ), Fazi, Roma “
Naturalismo e scetticismo: il caso del libero a rbitrio,” in R.
Lanfredini (ed.), Il problemamente-corpo, Guerini, Milano, “
Responsabilità e sce tticismo” in Egidi - De ll Utri – C., Normatività, fatti,
valori, Quodlibet, Macerata “ Olismo e interpretazione radica le,” in M.
De ll Utri (a cura di), Olismo, Quodlibet,Macerata Il naturalismo
fisicalistico: un dogma filosofico?,” in P. Parrini (ed.), Conoscenzae
cognizione, Guerini, Milano “ Teorie de l’int erpretazione e criteri di
correttezza,” in Montaleone (ed.), Parole fuorilegge.
L’idiotismo linguistico tra filosofia e letteratura, Cortina, Milano “ Libertà,” Paradigmi, Forme dello
scetticismo e interpre tazione,” Fenomenologia e società, “ Contro la centralità delle regole: l’esternalismo
di Donald Da vidson,” in Atti della Società Italiana di Filosofia
del Linguaggio, Novecento, Palermo, Sui presupposti sociali della
responsabilità, «Filosofia e questioni pubbliche, “ Per un connessionismo non
eliminazionista” Sistemi Intelligenti, “ Varianti dell’olismo. Aspetti
della teoria analitica della traduz ione,” Colloquium Philosophicum, “
Libertà metafisica e responsabilità mora le,” Paradigmi, “ Prese
ntazione,” Paradigmi, “
Determinismo e filosofia della mente contemporanea,” in M. Cini (ed.),
Caso, necessità, libertà, Cuen, Napoli “ Monismo anomalo ed epife
nomenismo,” Il Cannocchiale, “ Il lungo viaggio di Putnam,” Lingua
e Stile, XXXI, “ Epistemologia e interpretazione: l esternalismo di Donald Da
vidson,” Rivista di filosofia, “ Il platonismo di Ga lileo,”
Rivista di filosofia, “ La discriminazione tra la scienza e l'arte: un problema
per il relativismo epistemico,” Paradigmi, Review of S. Nannini,
Naturalismo cognitivo. Per una teoria materialistica della mente,in Iride,
Review of L. Fonnesu, Storia dell'etica contemporanea. Da Kant alla filosofia
analitica,in Iride, Review of A. Massarenti, Il lancio del nano e
altri esercizi di filosofia minima, in Bollettino della Società
filosofica italiana, Review of M. De ll Utri, L’inganno assurdo,
in Epistemologia, Review of Carlo Montaleone, Don Chisciotte o la
logica della follia, in Bollettino della Società filosofica italiana,
Review of Mario Ricciardi - Corrado Del B o (a cura di),
Pluralismo e libertà fondamentali, in Iride, Review of Giacomo
Marramao, Minima temporalia, Iride, in Iride Review of Donald
Davidson, Subjective, Intersubjective, Objective, in Iride, Review of
Massimo Marraffa, Filosofia e psicologia, in Epistemologia, Review
of Nicla Vassallo, Teoria della conoscenza, in Epistemologia “
Wittgenstein su mente e linguagg io” [Review of Egidi, Wittgenstein: Mind
and Language ], in Rivista di filosofia, Review of Mark Pickering (ed.),
Science as Practice and Culture, in Archives Internationale s
d’ Histoire Des Sciences, Review of Marc De Mey, The Cognitive
Paradigm. An Integrated Understanding ofScientific Development, in
Archives Internationales d’Histoire Des Sciences, 1Review of M. De ll
Utri, Le vie del realismo. Verità, linguaggio e conoscenza in Hilary
Putnam, in Physis, Review of “ Il naturalismo filosofico di Willard Van
Orman Quine ” [review of: W.V.O.Quine, La scienza e i dati di senso,
Roma Tempo presente, Review of “ Scienza
e relativismo: un ossimoro? ” [review of: R. Egidi, La
svoltarelativistica nell'epistemologia contemporanea, Milano Tempo presente,
Review of “ E' ancora possibile una storiografia dell'arte? ” [review of:
H. Belting, La fine della storia dell'arte o la libertà dell'arte, Torino
Tempo presente,: Università della Calabria, Conference of Italian Association
of Philosophy ofMind. Commentator of the main speaker, Crane: participant in
the debate on “ Semiotics and Phenomenology of the Se lf,” Roma, Società
Italiana di Filosofia: University of L’Aquila. Lecture on “ Free Will and
Causal Determinism ”. Ravenna Scienza, “ Neurobiology of Free Will: Is
Our Will Free? ”.Invited speaker. Paper: “ The Philosophical Mystery of Free Will”.
Roma, Auditorium “ Parco della Musica,” Festival of Science. Lecture on:
“ Gödel Theorems and Free will” (with Rebecca Goldstein).: Reggio Emilia,
Istituto Banfi. Conference “ Nature and Free dom”; invited spekaer for
the section “ The naturalization of free dom” (commentators A. Benini eS.F.
Magni). Nature and Free dom”. December 2, 2005: University “ Ca’Foscari,”
Venice. International Conference, “Davidson: Language - Meaning - Mind - Action
”; invited speaker. Paper: “F reedom andInference to the Best Explanation ”.Sassari,
Sassari Association of Philosophy and Science. Lecture on “ Freedom and Scien
ce”. Vita – Salute “
San Raffae le” University, Cesano Maderno (Milano), First Meeting
of the Italian Association of Philosophy of Mind ; organizer and
chairperson. University of Genoa, International conference, “ Mental Processes
”;relatore invitato per la sezione “ Action and Rationality ” Hornsby). SISSA, Trieste. Conference “
Neurophysiology and Free W ill”; invited speaker. Paper: “ Etica e libero
arbitrio ”. University of Trento, International Conference, “ Agency and
Causation in theHuman Sciences ”. F reedom and the Social Sciences ” ). Vita e
Salute - San Raffaele” University, Milano. International Conference, “
ADay for Freedom? An International Conference on Free W ill”. Discussant di
Hughes.May 12, 2005: University of Florence, International Conference “
Philosophy, Neurophysiology and Free will” On the compatibility of
philosophy and scienc e”.Istituto di studi americani, Roma, International
Conference, “ Pragmatismand Analytic Philosophy: Differences and Interac
tions” (invited speaker). Paper: “B eyondScientific Natura lism”.
University of Piemonte orientale, Department of HumanisticStudies. Three
lectures on Freedom and Nature. November 26, 2004: University
of Florence - Department of Philosophy. Lecture on TheConcept of Naturalism:
University of Pavia – Giason del Maino College. Lecture on
TheContemporary Debate on Free Will . University "Vita e
Salute San Raffaele,” Milano. Lecture on
Freedomand Nature. University of Piemonte Orientale, Vercelli, Department
ofHumanistic Studies, conference on “ Scientists and Philosophers and the Study
ofComplex Sy stems”: Genova, VI International Conference of the Italian Society
of Analytic Philosophy (member of the scientific committee). Rome.
International Symposium "Questions on Naturalism" Rome. “ Davidson on Human Free dom”.
Conference on DonaldDavidson, Department of Philosophy, Università Roma Tre
(Rome. Discussant of Akeel Bilgrami. Workshop at LUISS University. Florence.
Paper: “ Metaphysical Libertarianism ”. Conference on Nozick’s philosophy,
Department at the University of Florence (speaker), Sassari. Lecture on “
Logica e retorica ” [Logic and Rhetoric].Department of Foreign Languages
and Literatures, University of Sassari (invited lecturer). May7, 2003, Siena.
Paper on “ Naturalism and Free dom”. Workshop on The Free Will
problem. Department of Philosophy, Università di Siena Sassari. Workshop on
Skepticism and the Reemergence and the Self,” Department of Philoosophy,
Università di Sassari, (discussant).October 12, 2002, Messina. Paper on “
Naturalism and Intentionality ”. Annual Meeting of theItalian Society of
Philosophy of Language. Cosenza. Lecture: Memoria e identità [Memory and
Identity].Department of Philosophy, Università di Cosenza, Florence. Paper: “
Freedom and Moral Responsibility: Mysteries orIllusions? ”. Florence Rome.
Lecture La teoria della conoscenza nel Novecento [TheTheory of Knowledge
in the Twentieth Century]. Italian Society of Philosophy
(invitedspeaker)February 5, 2002, Rome. Paper on Il fondamento filosofico
dei diritti umani [The Philosophical Foundation of Human Rights]. Conference “
The Question of HumanRights Today,” Università di Roma “ La Sapienza Pavia.
Lecture on Responsabilità e causalità: critiche a Strawson e Frankfurt [
“ Responsability and Causality: Some Criticisms of Strawson and Frankfur
t”]. Department of Philosophy, Università di Pavia (invited speaker). Cosenza.
Lecture on “ Ragioni e ca use” [ “ Reasons and causes ” Calabria ( Padua.
Lecture on “ Freedom and Naturalism,” Department of
Philosophy,Università di Padova (invited speaker).May 8, 2001, Milan. Paper on
“ Interpretations and Criteria of Correctness ”.Conference:
Interpretation and Correcteness, Università Statale di Milano (Bologna.
Causality and Naturalism. Annual Meeting of the ItalianSociety of Analytic
Philosophy, Università di Bologna (invited speaker). Rome. Paper on Forms
of Causation. Annual Meeting of the Italian Societyof Philosophy, Università
Roma Tre Siena. What Strawson
Hasn’ t Proved . Annual Conference ofthe Italian Society of Analytic
Philosophy (Rome. Paper on “ Freedom and the Self ”. Conference: The
Nature of theSelf, between Philosophy and Psychology, Università Roma Tre Rome.
Paper on “ Van Inwagen s Consequence Argument ”.Workshop: Freedom and
Necessity, Università Roma Tre Florence. Paper on “ What we should mean with
the Word Person” (with Maffettone). Conference Le ragioni del
corpo [The Reasons of the Body]. Istituto Gramsci Rome. Paper on “ Davidson on
the Conceptual Schemes ”.Workshop: Talking with Donald Davidson, Università
Roma Tre (organizer and speaker, Rome. Speaker with D. Donald Davidson at the
presentation of the book M. De Caro (ed.), Interpretations and Causes.
New Perspectives on Donald Dav idson’s Philosophy, Università Roma Tre Rome.
Paper on “ Against an Alleged Refutation of Kripke’s Skeptical Argument ”.
Facts and Norms, Conference of the Italian Society of Analitic Philosophy,
Università Roma Tre Palermo. Paper on “ Davidson on Following a Rule ”.Conference:
The Linguistic Rule. Conference of the Italian Society of Philosophy ofLanguage
Rome. Paper on Is Libertarianism About Free Will Scientifically
Acceptable?. Conference: Determinism and Freedom, Università Roma
Tre(organizer and speaker), Bologna. “ The Roots of Epistemic Skepticism ”.Conference:
Science, Philosophy, and Common Sense, III National Conference of theItalian
Society of Analitic Philosophy, Bologna (Rome. Lecture on Freedom and
Necessity. Seminar of theInterdipartimental Reasearch Center on Scientific
Methodology (invited speaker). Rome. Paper on “ G.H. von Wright on the
Mind-Body Proble m”. Conference The Study of Mankind in George Henrik von
Wright, Università RomaTre Rome. Paper on “ Davidson on Holism and
SemanticExterna lism”. Conference: Perspectives on Holism, CNR Roma
(organizer andspeaker). Rome. Paper on “ Galileo’s method ”. Conference:
Philosophies of Nature from the Renaissance to the Twentieth Century,
Università Roma “ LaSapienza ” Rome. Paper on “ Davidson
on skepticism”. Davidson’s
philosophy, Università di Roma “ La Sapienza ” Lucca. Paper on Logic and Philosophy of Science: Problems and
Perspectives. Triennal Meeting of Italian Society of Logic and Philosophy
ofScience (speaker). November 30, 1991, Rome. Paper on “ Perspectives of Rea
lism”. Lecture at the Departmentof Philosophy, Università di Roma “ La Sapienza
”Rome. Paper on “W ittgenstein and the Philosophy of Mind ”.Conference:
Wittgenstein on Mind and Language, Università Roma Tre (speaker). Grice: “When
we taught De Interpretation with Austin, a tutee would ask ‘hermeneias’? Austin
thought that Heidegger’s attempt to link hermeneia (to interpret) with Hermes
was far fetched, so we left it at that!” Mario De Caro. Caro. Keywords: interpretare,
Davidson, Putnam, “derivative Old-World philosopher focusing on New-World
philosophers like Putnam or Davidson!”, interpretatione, peri hermeneias,
Davidson on Grice – Grice on Putnam on Grice ‘too forma’ – Davidson on Grice –
‘a nice derangement of epitaphs’ Grice on Davidson on intending: conversational
implicature theory too social to be true: ‘intending’ ENTAILS belief, does not
IMPLICATE it! Pears, D. F. Pears. – P. F. Strawson and H. P. Grice on ‘free’ –
Actions and Events --.- Refs.:
Luigi Speranza, “Grice e Caro” – The Swimming-Pool Library.
Grice
e Caronda: all’isola -- Roma – scuola di Catania – filosofia siciliana -- filosofia
italiana – Luigi Speranza (Catania). Filosofo
italiano. Catania, Sicilia. According to Giamblico di Calcide, a Pythagorean,
one of those who studied with Pythagoras himself. He achieved a repulation as a
legislator. It is said that when he found out he had accidentally broken one of
his own laws, he committed suicide. Whether he was ever a Pythagorean at all is
now widely questioned. Substantial portions of a work on laws attributed to him
survive.
Grice
e Carpanis: implicatura conversazionale e arte combinatoria razionale – scuola
di Napoli – filosofia napoletana – filosofia campanese -- filosofia italiana –
Luigi Speranza (Napoli). Filosofo italiano. Napoli, Campania. Tulius
vero perfectissimus orator in cuius libro Rhetoricorum de hac arte tractavit
licet obscuro et subtili modo in tantum quod nemo ipsum intelligere valuit nisi
per divinam gratiam et doctorem qui doceret ipsam artem qualiter deberet
pratichari. Ad una diversa atmosfera culturale e a temi legati alla “psicologia”
e alla “filosofia” più che alla retorica, ci riportano invece altri saggi nei
quali l'influsso delle impostazioni del LIZIO ed AQUINO (vedasi) è assai più
forte di quello esercitato dalla tradizione della retorica di CICERONE
(vedasi). Si tratta, come è ovvio, solo di una differenza di grado poiché proprio
attraverso Alberto ed AQUINO (vedasi), l’arte di CICERONE (vedasi) della
memoria è entrata a far parte del patrimonio della cultura scolastica e
tuttavia, in qualche caso, si assiste, leggendo questi trattati,
all’interessante tentativo di ricavare direttamente dai testi del LIZIO alcune
regole della memoria artificiale. In questo senso è tipico il “De nutrienda
memoria”, pubblicato a Napoli nel quale C. si propone di presentare le dottrine
svolte dal LIZIO nel De memoria et reminiscentia condite col sale d’AQUINO. Il
sensus communis appare a C. simile a una gigantesca selva – “silva maxima” -- nella quale vengono accumulandosi le immagini
provocate da ciascuno dei cinque sensi. Su questo caos agisce l’intelletto con
una triplice operazione. In primo luogo, l’intelletto dove prendere coscienza
delle immagini. In secondo luogo l’intelletto connette l’immagini secondo un
ordine preciso. Infine, quasi deambulans per pomerium, l’intelletto lega l’una
all’altra le cose simili ri-ponendole in archa memoriæ. Quando di quelle cose
si parli, l'intelletto quasi de armario pomorum cibum sumens, VERBA per dentes
ruminantis intellectus EMITTIT. La MEMORIA, a sua volta, si muove su un duplice
piano: quello del senso – o mera percezione (Grice, “Personal identity and memrory:
“I am hearing a noise” – Someoe, I, is hearing is noise -- e quello
dell’intelletto. La memoria sensitiva (vis quaedam sensitivæ animæ) appare
strettamente congiunta col corpo – Grice: uses of “I” attached with ‘my body’
-- e capace di ritenere corporalia tantum; quella intellettiva – cf. Grice,
pure ego, ‘soul’ --, al contrario, è armarium specierum sempiternarum. Alle
principali tesi del LIZIO C. accosta, quasi sempre, la citazione di passi
tratti dal De triritate di Agostino. Così la dottrina del LIZIO del carattere
corporeo dei CONTENUTI della memoria – “I was hit by a cricket bat” -- sensitiva
viene accostata al passo di Agostino sulla memoria delle pecore che, dopo il
pascolo, tornano all’ovile. Mentre la nota tesi agostiniana della identità tra
memoria intelletto e volontà viene citata a conferma del carattere intellettivo
di una delle due parti nelle quali la memoria si suddivide. Anche la dottrina
degl’aiuti (admincula) della memoria risente da vicino della sua origine in
AQUINO (vedasi). Accanto all’ordine (bonus ordo memoriam facit habilem) e alla
ripetizione (ex frequentibus actis habitus generatur) C. colloca fra gl’aiuti
principali la similitudo e la contrarietas. Senza far ricorso all’arte della
memoria locale [De nutrienda memoria C. regnante serenissimo et illustrissimo odmino
nostro D. Ferdinando dei gratia rege Sicilie, Hierusalem et Hungarie, contenuto
nel cit. Cod. marciano De nutrienda memoria. De nutrienda memoria. C. giunge in
tal modo a fissare alcune regole ricavate, anziché da CICERONE, dalla
psicologia del LIZIO. Contrarietas secundum dicitur adminiculum ubi notandum
est quod quando res diversorum ordinum et qualitatum essent recitandæ in una
oratione vel in una sententia eloquendac, tunc ordo subsequens debet esse contrarius
immediate antecedenti, ut si videlicet memoranda essent libertas servitus
frigus estas divitiæ paupertas pictas crudelitas iustitia impictas, sic ut sunt
hic nominata ordinabis; non autem dices: libertas, frigus servitus estas divitiæ
pietas paupertas crudelitas. Graveretur enim memoria sic inordinate procedens
cuius ratio videtur quia contraria non se compatiuntur ad invicem immo iuxta se
posita nullo medio, motum habent contrarium et operationem ad invicem
contrariam. Sic itaque, sicut motum nullo medio ad invicem habet contrarium,
sic in memorando nullum aliud habendo vei querendo auxilium, movebunt memoriam.
ARS ENIM IMITATVR NATVRAM. Un tentativo dello stesso genere è presente anche
nel De omnibus ingeniis augendae memoriae di CARRARA (si veda) pubblicato a
Bologna. Anche in questo caso le osservazioni del LIZIO sull’ordine, sul
passaggio del simile al simile, sulla contrarietas vengono interpretate come
vere e proprie “regole” dell’ars memorativa. Ma oltre che per queste derivazioni
del LIZIO e per la proposta di un particolare tipo di De nutrienda memoria. Inc.
contenuto, accanto a quelli delle opere di TOMAI e di C., nel cod. marciano -- Eximio
dldodori domino salvatori de peregrinis de mai da magister Dominicus de C. de
Neapoli ordinis minorum. Vom a nobis poftfauerit dominatio tua ut ea uobis exeplaremurjqua;
ab LIZIO tradit litteris credita de
nutrienda memoria disciplina dC fi nobis in £fentiarum multis fludibus
laboratibus onerofujn ee uideat attame il
Ia qua: uincit oia cantafid redit fue uirtute iocudu ipfe igif oia uincens amor^qui ut eius eft jprefto nos
cantati tue red dit obfequi et parere ab
amoris ope et obfequio noftro:oes
inuidie et liuoris apes ac detractdionis aculeos ambigat et expellatjquac du ueritatis mella diffundere
uident corda ta
meaudientiufelleapcrimuntinmdiadu femen difcipline fide ab eorum cordibus mordedo detrudut:His
igitur fur da aure poft terga dimiflis
accipe caritatis noftre dC n5 ali/ cuius
dodrine munufcula qua: Ariftotelis dicut de memo ria dc reminifeentia documenta fandi dodbris
Thome de Aquino (ale codita quoru
uidclicetquom quatuor fint pri
mueitanotadu Capitulum pmiflum fuper documeta Rimo notandu e q> in traditoe cuiuflibet
documeti pmo erit regula documeti
trahes:fecrido poft fe exe pluttertio
aut ueniet ratio* Ita*n*i ubet Ariftoteles in princi/ pio primi de partibus aialiudices eruditi n.e
fecudu jp po/ (itu dC bene pofle
iudicare q> at bene aut no bene redit cam
hazcille qrto uero incides,p fufeipiedo documeto iuuame. Primum documetum^j Ota q> bonus dC clarus intelledus habile
et clara red / dit memoriam* 4 A Exemplum*
Otar ummmide tu r facilior q ignotoru memoria ho/ minum intelligere igitur memoranda conare Ratio ;i
Vonia cu memoria ut idem ariftoteles teftatur nil aliud fit qua firma retentio 3t coferuatio
reru imagi^ nu prius ab aia pceptaru qua
qde coferuatione eloquentiae tbelauru
latinoru oratoru princeps cicero uocat:N5 T nifi g i telledus manum in memoria: arch a funt quarqs
memora/ turus eft conferuada
intelledusmmt cois ethimologia fon^ re
uideturqfi intra memoria: Iedu leges e*i*in reqem das quxfxpeuoluit intelligere Iuuamen, D qua
ratione accipienda fcieau e q? comunis fenfus
nofter quii prima capitis parte fitus eft tanq filua ma xima e in qua omnium rerum imagines per unu
quecj fenfuum percepte relucent ficut in filua oium &arboru et pia/ tarumherbarumc^faciesjperunum quodqj femen
exorte uirent ex hoc igitur chaos maximo
intelledus:quafi germi na prima qux
dicuntur cimx plantarum cultor luis quxqjs
poft eorum cognitioem quae prima intellectus operatio di citur nedit ordinibus: quae fecunda eius
operatio dicitur:& tertio quafi
deambulans per pomerium incoclufione legit
fimilibusfimiliacoaceruans:qua{iin fafciculos ligna : 6c ca lato poma:quia nihil eft in intelledu quin
prius fuerit in fen fm&illa in archa
memoria reponit:de quibus cum loquif
quafi de armario pomorum cibum fumens VERBA perdentes ruminantis
intelledus emittithinc Auguftinusin diaf/
colomficut ingenium inquit diuidendoinueftigatSC inue/ nit ita memoria colligedo cuftodit dC quafi
fos riuulos emittit memoria uerba f Aliud adminiculum. Ropter quid notadum eft
adhuc g? memoria e mul / tiplex
uidelicet memoria fenfitiua et memoria intelle
ctiuateft aut memoria fenfitiua iiisquarda anime fen (itiuecorporaliunitaorganocorporalia* tantum
apprehen dens et retinens &C eodem
pereuntis periens*ad hoc et nunc ipfa fe
habensmnde Auguftinus in fecundo de tnnitate^pof funtinquitpecorafentirepcorporis fenfus&
ea memorie madare«ad affuetuenim prefepe
reuertituraflenfus qii#q-r dem fenfitiua
memoria deftructo organo corporali perit et ipfa q? patet in mtellectiuo homine qui ab
retentis in {enlitiua memoria fpetiebus demu ad intellectiua memoria refle ctitunfignu autem huius da^Auligehus i libro
de noctibus acticisloquens de democrito
philofophout retentas fpecies fenfitiu as melius mtelligeret fe orbante. Emoria
aute intellectiua eft potentia et uis quarda in
tellectiue anime fpecieru fempi ternarum armariu un de LIZIO in tertio de aia^aia inqt locus
fpecieru e no to ta fed intellectus
ideft itellectiua memoria hinc Auguftin9 imxi.de trinitate memoria inqt intelligentia
et uoluntas fut una mens.ha:c nec corpus
e nec in corpore uirtustcorpora lia enim
tatummodo memoraretur ut patet p Ariftotele di
centes multi colore efreoculualioquiiifuo tatumodo colo re colorata uideret:extrah it etia non folum
fpecies a corpo ralibus ut
intelligibilia fiant memoranda ea fibi aftimilado: Sed etiam ab hoc &C nunc quaquam ut
pafliua potentia no femper ipfa
actualiter memoretur:ha?c de memorie diuifio
ne tipice dicta fufficiant. Adminiculumduplexeft,. A ii Rjmu dicitur
attentio Ariftotelcs indude afa addes
adiuoru (ut ipatiete bene difpofito: Ariftotelis at pre ceptor piato intimeo auidi difcipuli et probi
forma deferibes ego iquit ut probu auditore decet fine fermoe fub fcile/ tio metem aurefqj parabo:hinc Hieronimus ad
Paulinum habet inquit nefcioqd latentis
energie uiue uocis adus et in aures
difcipuli de dodoris ore tranffufa fortius fonat fi/ militer 3C deledatio cum admiratoe unde et pueri:&
mob les carne funt boni intellcdus atep
memoria na pueri pri/ mum ifbrme
habentes aiam:& cam oium ignoratestin fcie
tiis delcdant& admirant i cognofeedis ude et magiftroru dcfedut honore dC flatuas afpiciut
admirateffanctoru dC de pidas eoru
hiflorias»Secudi uero tanq impotetes oium ad
miratur dC magnifaciut fcietias:magnain«faciut dodrina et ut iperfedi perfeddem ea acquirere
dcledantunattede igi tur difcedis et memorandis
ut magnifacias ea : Arifloteles enim
dicit quedam femeLfiattente uidentes melius memo ramur qua aha multotiesXno attete et Saluflius
ubi itede/ ris igeniu ualet
Itedeledaretifciedis &mcmoradis 8>C mafgnifica iIIa:Tulli? n bene iquit
memoramur q i pueritia di dicimus et orati?
quo femel e ibuta reces f uabit odore Te
ftadiu: &cudeledari:c6tingat cuqb9cofuetudoine(l ipfe £ git tecum loquere et cum fcientia quafi cum
fponfa iocare multis ornata monilibus. ACCADEMIA
enim in academia uilla fer
pentibuscircuncindautdifcipulorum animus infe reclu/ fus proficeret in dodrina legebat hoc etiam
communis co fuetudo uidetur approbare
fcolarium qui feneflrasauleftu dii tela
uelant ut aer tantummodo pro afpiciendis litteris 8C non pro oculorum uagatione illuminetur Secundum
adminiculum Ecnndu adminiculu
diciturnioderatio apprchenfo^ rum per
intellectu : no enim ualet memoria retinere
qua: intellectus caperc:facilius enim eft ligna lddere&liga re qua fuppofitis humeris fubtecloportare Ite
tectu no eft capax omniu qua: in iilua
funt lignoru noli igitur plura le/
gend.o per intellectufri capere qua qua: ualet memoria reti nere ne forte ceflante intellectus tympano et
pfalterio Jn in tcllectione illoru
ceflet etiam dC illoru poflefiio utilius eni
tiidetur tranfeunti & trafuolantiprouincias&uoluptat'em in nouitate diuerfaruni reru captanti diutius
comorarij \ ali da oculoru tantumodo uolate praefenria delectari:tran(acta eni imagine tranfit oblectatio primo Secundo
uero relicta eft umgofimul et floru
pofTeflio» archa aut pofieffiois (ciS
tie memoria primo vacua fecudo uero remanet plena Secundum documentum Otaq>bonusre&ufq$
ordo memoria faciet bona ha bilemcj et rectam
Exemplum. Aciliusrectiufcjmemoraturus quis conuiuante fa / miliam totam (i afeendendo a feruis icipiet
et grada tim ad patrem familias
cucurrerit reuerhirus ad feruosdon gius
enim erit iter memorie et reminifccntie in reuerfioe et defcefu ad feruos propter quod lafla et fefifa
memoria ipm relinquet unde Hieronymus
ait de euangelifta Matheo cp ufus fuerit
ordine pra:pofteroded neceffario comutato ut
generationis chrifti feries texeretur
jKatio ad memoranda Vom Augiifliniisdecimononode ciuitate dei dicat q? ordo eft parium difpariucj rerum fua cuiqj
loca tribuens A iii dispositioiu fiet
motus mcmoric ad illa memor&U quem
admodu dCordinistquapropter Cicero fenfit q> oratorem oporteret oia fcire fcilicet lecudii ordinem
'quia ars imitatur fcmper concito gradu
naturam j Iuuamen Binotandu eft quod
ordo eft multiplex cuius 'nobis diuifio
trina fufficiat primus ordo dicitur ordo natu
ire duplex exiftens primus dicitur uniuerfalis quod faftum a Boetio dicitur in libro de
philofophicaconfolatione q fe cundu
eunde in dicto libro nil aliud cffqua difpofitio mobi liu reru per qua diuina prouidentia fuis
quarqp nectit ordini bus fic pecudis
femen ad pecude generanda et hominis or
dinatur adhoiem et ut Ouidi? primo methamor.ait, Affra tenent cadefle foliu formeqsdeoru ceUerunt
nitidis habitan de pifcibus unde Terra
feras ca:pit uolucres agitabilis aer#
Ecundusaute particularis dicitur (ecundu que natu ta in uno quoqs parpaiki i naturaliter
producedo or dinateprocedit. Nam in
humano uentre ex fufcepto uiri (e
mineprio embrione coagulat de quoSalon feptio capitulo Sapientie fue ait g fum qmde 6C ego mortalis
ho fimilis horni Ilibus et ex genere
terreno illius qui prior fadus elt dC in ue tre matris figuratus fumcaro.dece
mcnfiu tepore cpagula tasfum in
fanguineex i femine hois ex delectamero fomnii
conuenientis &c#tera,Secundoquafiexquadamaflacoa gulataincipitcarneaaia fcilicetfenfitiuaillu
informans pro pter quod dominus per
lerenna cominatur fuperbo ifraefs populo
quafieoru mhileitateoftendendo dicens quali olla in manu figuli ita 5C uos in manu
dominhTertio in noinbf finioaiaii hole
quafi deficiens natura a domino carleflem di
uina^aiam expectatpropter qd‘ didu e quod genus lpius cilicetdei fumus perfedus tande inefle hois
ho quafi libet et fui dommnsifradns
feris materni carceris in luce perdit#
&m potentia habens cuncta ut Bauitoiafubiecifti&csete ra nnllius tamen perfectus poflefibr lingua
habens et inte! lectum: nec fatur nec
ratiocinatur propter quod illius die fui
ctas infantia nominatunfecunda pueritia*tertia adolefce tia*qtaiuuetus*qntagrauitas*fexta fenecftus*
feptia decrepi tas ultra q nihil
hui^uitae expe&at nifi refolutio ad morte. Dmemoradum igitur totum hoiem 5C
qua; accidut ei fecundum oes aetates fic
facilius monebitur mcmo ria ut eft mota NATVRA
ARS enim praheuntem pfequitur na turam
et eius prora dimiffa ucftigio calcato natura profeq tur puppim et ipfa quafi duce pradieunte
uelocius percurre dam
tranfuolatuiam* Ecundusordo dicitur
rationis ubi notandum eft q'<£ ratio
uas eft omnibus calatu dC floridam uirtutib? ue
lut cadum ftellis*interquasuelutdranaftella refulget puri? Incidiufq3 iuftida ronalis em puer indignatur
bolum accipe- re apparete a quo no ut
decuit uultu ironicu afpexit* Ite con
uiuantibus uel in ecclefia conuenientibus uiris adultis ipfe non alta fed humilia elligit fibi loca unde
proportio iufticie uidetur lucere in
talibus*hinc et enim e qcf pnm^chori loc?
dat pape*fecudus cardinali terti9archiepo qurt9epo*qntus Sacerdoti dignitate pradido/extuspriuato
facerdoti*fepti
musdiacono*o&auusfubdiacono*non9acolito decim9 fer uieti i ecclefia* Ite prio lgator poft que
rex e cui fuccedit dux que feqtur
marchio trahens poft fuos humeros comitem
cuius terga refpicies procedit eques cuius talis fequens gra ditur armiger poft quem prsefto eft equi
agitator illius *lte primus menfe locus
datur patri familias « Q^uinto ex uno latere fecudusprimo genito tertiustfecudo
genito ex aliola tereprimus
matrifamilias fecudus*prime nataru tert&fecfi de«nataru*qrtus*£uo &C atfcille feqnti:
nofces igitur ordine
huc&gradiensper ilifi ficiufto&redogradufactledinda memorabit pg qdJ dicif q? gradatim
rememoratesoes fci£ tias fm earu ordine
uel £m ordinem q ipfas gcepcrut feu ac
quiliuerut facile memoratur eudaru unde et re khoare ob litu in recitado peipitur puer unde
Ariftoteles poft primi inquit motum natus eft fubfequi fecundus* Ertiusdicit artis ordo duos habes fontes
uidelicet in tellediuu fpeculatiuu et intellediuu
pradicu q oge et inquifitione unus cu
fit multiplex nominat* Rimus fons omnes
fcietiasbC partes earum ordinat unde
prima fcie ntiarum dicitur gramaticaifundame
tihmeft aliam fcientiarum poftq eft fecunda polimita rhe/ torica dc hacfequif dialetica et ut huic
fuccedit pBica*Ite prima partes ordinat
na primo e fpeculatiua gramatica et pofitiua lecudo dnogrophia tertio ethimologia
qrto dia/ fintaftica* 1 teprimo uol uit
recognofcere nome fecudo uer. bumJte
primo philofophia phificoru librum ponit* fecun / do iibrum de generatione et corruptione
Ecundus fons cotinet oes mecanicas artes 8>C pradiV eas ordinationes ut eft medicinatars
militaris dc architeduraJtearchitedOr primu fundametufcdoaula*iii* cdclaue ordinati tedu fuppmu in quolibet igr
illoru me/ moradoru fit memorati
cognitio ordinis Ariftotelis q bene iqt
iuice ordiata ft bfi fut remifcibilia q uero malegrauiter Primum adminiculum
Imilitudo igitur primum dicitur adminiculum quas erit fecudu ordines et qualitates ut fi
iudicis memora rico tingat Moyfen populi ifraeliticiiudicem praeoculis ha bebisritem lufci dC caeci fuiphonizantem et fi
ducis homin€ aureo clipeo uel argenteo
capite circucintum ide Auerois
comehtator Ariffotelis aitcp memorari conringit propter fuum fimile cuius Tignum apparet in
reminifcentibus alicu tus
prateritipropter pnrfens fimile occurrens unde aiunt modo uide cuius re minifcar propter
finnlitudine auditi uer bi uel uife rei
uel modo uide cuius me facias remimfci»
Secundum adminiculum»
Ontrarietas fecundum dicitur adminiculum ubi no/ tandum eftq? quando res diuerforum ordinu et qua litatum effent recitande in una oratione uel
in una fententia eloqnende tunc ordo
fubfequens debet ede cotrarius ime diate
antecedenti ut fi uidelicet memoranda edent libertas feruitus frigus edas diuitie paupertas pietas
crudelitas iufti cia impietas fic ut
funt hic nominata ordinabis non aute di
ces libertas frigus feruitus cftas diuitie pietas paupertas cru delitas:grauaretur enim memoria fic
inordinate procedes cuius ratio uidetur
quia cum Boetius in libro de plpica coii
folatione dicat q? contraria non le copatiuntur adinuicem imo iuxtafepofitanullomediomotum habet
contrarium 8Coperatione ad inuice
contrariam ficitaqp ficutmotu nui lo
medio ad inuice habet contrariu fic in memorado nullfi aliud habendo uel querendo auxiliu mouebunt
memoria: ars enim imitatur naturam Tertium
documentum Ota q? bona et ordinata ad unum principium memo randorum reductio ad percurrendum illa
memoria faciet expeditam Exemptum B i
notandu tn cfl g> eft aliud principium dicit gene ralifllmu dC aliud q dicit umuerfaleu^comune
fed no ita ut primum dc aliud qp dicitur
fub principium dc particula ’ re hic
(eruadus eft ordo ut traditu eft in capFode ordine igr memoraturus totu et exercitu uel regalem
gerarthia uel fa • cerdotaledefcendedo
ab imperatore uel rege uel papa inci
piam dc ad pncipes militia? duces dC cardinales principia co' munia mediata quaprimu deucnia a quibus quafi
reicipies defeendaad particularia
principiamidelicetcenturiones ba rones
dC epos:afcendedo uero ecotra faciedu eftdicuu facili us memorabor oes intermedios inter papa dc
eardinales dC hos dc epos 6C eos q lub
ipfis iuntjcogmtis horum dignitate
ordine 5C numero N oratione aut recitada fit terna qfi imperator dc
pn/ cipiumgeneraliftimu diuifioprima
qfidux SCprinci/
piucoe:fubdiuifiouero’quaGdux dC principiu particulare fi aut ( p fe eet recitada plixior trifaria
di uideda eft SC ad pri/ cipia
diuifionis recurrcdu eft uidelicet fi eet principiu orationis omne hoium genus
&c*mediu at cognito o ciues egre gii
dominiohui? et regno reru exterioru confumatio uero orationis fermonis 8C profie:quom ois fpledor
ornatus non fi t ab h iis qua: terrena
nubila paret fed ab hiis q a \ucx ai& p
deunt:ad lpfam refulgurateuirtute dC ad ipfam aiam inter / noru acie ueftroru extollite oculoru:igitur r
pprincipio me morare omne r p fecudo
uero cognito dC r p tertio:quom ofs dC
cetera unde dC poetice did:um eft:fcire ii uis hanc rem to ta fit fepata minuti :& alibi ut qbufda
placet tria diuifio fiat Ratio Vom aut ut ! teftatur Ariftoteles oe agens in
telledlua le intedat fmem defideratum in
quo adipifcedo fpes coftituitur quo
adepto gaudifi operlti acqritur i uxta illud
fpesq differtur affiigitaiam:Iignu uit^defiderium ueniens luncigit lecius pcedet memoria ad fine
memoradoru quu &ciarius 6i < ppinqus&faciliusfibi
illu uidcrit acquirendu hoc aut fiet in
affecutione primoru principiorum* Gregori
us n inquitq?cognitio futurorum eft exibitio pteritorum apprehenfio*n*finis ultimi uon fiet nifi
meliis finibus comp henfis:ubi nota
q> ad unum fmem ultimum multi interme
dii fines ordinanf ut ad fanitate pocula et medulla et ad ue/ neranda caniciem pueritia atq$
iuuetus:exilaraca igitur memoria percurrit ufcp ad ultimum fine:poft primorum
adep . tionc:& {pes fibi oritur de
ultimo fine adtpifcedo primis ade ptis
8<quafi{blitafuturaetfitde fine ultimo acquirendo fi< bi uidtoria casterisaliistnuphatis.ite
paufadoi finib? fterme diis a quolibet
furges i fequete eudo ualidi? ad curreda uia
fuccincla confurget. Primum adminiculum Rimum igitur adminicula
caufalitasdicir«eftm*ip{a
recitandimfoluendi globi orationis initium et caput fonfq* habens ad oes riuulos uiam quafi
caufain uirtute co/ tiiiens oes effectus
ca ante qua: in fe eft una folet efte pluriu
effectuum et quom fitbreuior numero facilius eft memoy rice retinenda cix aut multae funtpqbus
cognofcedis Ari fto.& j>cli
legeda ft opa et fefti do&orisa argumetatoib? ue" ro ut petit dilatio tua a nob illi fieri
claru ca e medi? termini qi
priaargumedpponefuit uii Aruth^picoruuiidargume
tatoib? iqtroportet ppoes memorabili* (cire:fi at cupit duar tio tua fcire iuetoe medii termini r p
argrmetatoe uide q de ea feripf t fetus
do&or Thomasde aqno,pauca*n*6cbreuia
cu lint faciliter memoria: coni mendabun tur* Secundum adminiculum* f Ecundum
adminiculumdicimrprincipiorum deter'
natioubifciedue q? fi plura nomina eflent recitanda utputa centum uel plura edent illa ad
paricularia principia reducenda quinaria
huius ratio ex tam dictis tradita uidet quom»n»perinteIlec3:us manum reponant
in archa tnemo riacreminifirendaficut
natura qua ars imitatur quinq* digi tos
manui tribuit itaurcp fafciculuqqe Itelledus manus me moria: tradit conuenienter fieri dicamus
quinarium IV documentum Otaq?potiffimumeftquartum& ultimum docume tum quidem dicitnr fepiflfima memoratio unde
Ari/ ftotcles meditationes inquit
memoriam (eruant» Exemplum» Am pueri poftq didicerin t ledionem
recitanda mag ftroadhuc multoties illa
rememorant pp qd Seneca dixit memoria
nihil perdit nifi quod fepe non refpicit»
Ratio Vom fit comunis fententiaphilofophantiumoium ex frequentatis adtibus habitu generari :
habitus aut ut Ariftoteles teftatur
intellectuales &i fcientia: fint dediffi
cili mobiles no gdit memoria q fepe uideritad (e conuerfa Primum
adminiculum Dmimculum primum premium dicitur laboriofus eni aJioru documetorut e quom fit ergo ho
finis ulti / mus horu oiutn maximu
etprimu expe&at fuoru laboru»
oes»n.ita(etiut:q7oislaborpmiuoptet:q>e diuer(u fecudu magnitudine et prauitateaioru
memoratiu:rci»f»pmii ueri tatem:&
uanitatemobferuantiumnam homunculi cxterio
rum bonorum mercedem expedantnfii femetipfos in con temptionem:obiiciut: pluris enim illa
quamuitam fuam hciut 5C tamen illa
futpuitahois et n 5 hofs uita $ itfis: It€
luxuriofi corporalia bona rcfpicunt casci ifti apparet :domi nu*n*uitc mortalium duceqpaium fubdiderut
corporis fer uituti quom p aiam corpus
&nop corp^aia uiua fit, Ifti inp
nofcendis cantilenis et in memoradis gemetis amoris terre ni (ingultibus ut carnalem mente moueat et ad
carnalia de (lderia ftudet quid
ftolidius iftis qnrp futuris lachiymis pre
fentes emittunt 8C,p futuro luctu gemitus nunc dare cogu/ tur hos quidem (equitur acies tertia
magorudentis ifti oes funtafpiciedi
palpebris ut qui ad fe ipfos nunq propriu con
uerterut internu necafpectum alioru ad fe trahere ualeant etiam externum* Agtianimi ucro eternam fuorum laborum
ppofuere mercede inter quos difteminata
eft zinzania ut aliqui ipforu ppria
apparete mercede cupietes gloriam ip(a pdat
alii uero inquarreda gloria ignominia detineat ppetuam iu xta illud fi ego gloria itiea quxro gloria
mea nihil eft. Sed eft pater meus qui
glorificat me:quapropter apoftolus ad/
monet dices omnia in gloria dei faeitc:& iteru regi (eculo rum immortali et inuifibili foli deo honor et
gloria in fecu la feculoruame*ipfe
gloria eft uirtutu*& dominus nec cui
uir tutis gratiam dederit abfcj gloria fcilicet effectu gratia: uagari tandem permittet inglorium in quo cum
fumma confiftat felicitas cu illi
preditus uirtute apparueris te ipm puta
felicem fit igitur beatitudoobiectum tuum quam ap petut^qua omnes Iaborat:& fic lemper et promptus
eris ad memorandu et memorando
felix* Secundum adminiculum* Bftractio a meditatione rerum impertinentiu
fecun dum dicitur adminiculum pluribus
SC enim intetus BfiSofcft ac! fiiiguTa
fenflis S^anrtoteleiJiiquit tp fenfusad
plura intentus ad minima fninimus efthaxigitur uir huma tiiffimede nutrienda atep iuueda memoria ut
uoluimus ex preallegatoru
doctorufcriptis legentes in dilectionis tue ca
lato a dominatione tua intrudenda cotulimus iocunda igi tur oblata manu caritas tua fufeipiat pro
quibus offeredis concito ea atq? letanti
percuretes gradu ad calce dedimus
Annodbmini*Nl»cccclxxvi,indicti6eu'iiuDie uero*xvxY decembris Regnate SeremHlmo 8c liluftriflmio
domino noftro»D*Ferdmado Dei gratia rege
Sicilie Hierufalem et hungarie 6C cetera
Regiorum uero cius Anno«xviii.Foelici
ter amem Valeperitufqg in multis in iftis etiam fufeipe uires ame i V
ARMY MEDICAL LIBRARY Cleveland. De
nutrienda memoria. Carpanis. Keywords: chiave universale. Refs.: Luigi
Speranza, “Grice e Carpanis” – Carpanis.
Grice
e Carrara: implicatura conversazioale e arte combinatoria razionale -- filosofia
italiana – Luigi Speranza (Bergamo). Filosofo italiano. De omnibus
ingentis augendae memoriæ ad prestantissimum virum Aloisium Manentem incliti
Venetorum Senatus Secretarium. Impressum Bononiæ per me Platonem de Benedictis
civem bononiensem, regnante inclito principe domino Iohanne Bentivolio, secundo
anno incarnationis, dominicc die XXIHI Januarii. Al testo di C. attinge
largamente, senza citare l’autore, GRATAROLI nei suoi Opuscula dedicati alla
memoria, Basilea. Su C. cfr. TIRABOSCHI (vedasi), Storia della letteratura. De
omnibus ingentis. Primum est ordo et reminiscibilium consequentia. Cum cam
didicimus ex ordine cum connectione et dependentia si aliquo eorum erimus
obliti, facile, repetito ordine, reminisci poterimus. Alterum est ut et uno
simili in suum simile pro- memoria locale -- fondato sulla suddivisione in V parti
del corpo degli animali," il saggio di C. è filosoficamente e storicamente
importante perché mostra la stretta connessione che venne a stabilirsi,
all’interno di una certa tradizione aristotelica del LIZIO, fra arte della memoria
e medicina. Richiamandosi a Galeno e ad Avicenna C. affronta, in primo luogo,
il problema di una localizzazione della memoria. Passa poi a discutere delle
principali malattie che ostacolano l’uso della memoria. Si sofferma ad esporre
una serie di regole concernenti l’uso di cibi e bevande, il sonno e il moto. Giunge
finalmente alla formulazione di un vero e proprio ricettario. All’idea di una
terapeutica della memoria, già presente nel Regimen aphoristicum di Arnaldo da
Villanova, e diffusa nella medicina medievale, si richiama, accanto a C., anche
Matteolo da PERUGIA (si veda) che pubblica un opuscolo di medicina mnemonica. In
entrambi i saggi è non a caso assai frequente il ricorso ad Avicenna. La tesi
sostenuta da C. che l’umdità è di ostacolo alla memoria è per esempio già
presente nei testi del medico arabo -- qui autem habent locum dominatum
humiditate non rememorant, quia formæ non finguntur in humido -- ma il saggio di
C. a differenza di quello di Matteolo e degl’altri già presi in esame, appare
fondato su numerosissime letture. Oltre ai già noti classici della memoria,
comparivano qui i nomi di Galeno, BOEZIO (si veda), Ugo da San Vittore,
Giovanni Scoto e Averroè. vehamur: ut si Herodoti obliviscamur de LIVIO
(vedasi) recordati latinæ historiæ patre, in Grecæ historia patrem Herodotum
producemur. Tertium est ut contraria recogitemus ut memores Hectoris,
reminiscimur Achillis. De omnibus ingentis. Il passo può esser
letto nella trascrizione che ne ha dato TOCCA. Si veda per esempio: Tractatus
clarissimi philosophi et medici Matheoli perusini de memoria et reminiscentia
ac modo studendi tractatus feliciter. L'opera insiste sul regime da seguire in
vista della buona memoria. Sull’autore cfr. TiraBoschi, Storta della
letteratura. Averrois Cordubensis, Compendia librorum Aristotelis qui parva naturalia
vocantur, in Corpus Comm. Av. in Arist., Cambridge (Mss.). Alberti carrariensis de
omnibus Jobannis Ingeniis augende memorie: ad prestatissimu virum Alouisium
Manentem Inclyti Venetorum Senatus Segretarium libellus foeliciter incipit. IM
I tibi debeo : respicias Clarissime Alo que uisi ; nullius profecto momenti
erunt possillons manuscula nostra : ei enim : cui cúcta debeam : nulla merces
digna rependi potest : Verum siqualia ea sint inspexeris : si quo animo data sint
libeat intue / ri : hoc negocium tuo patronatu non indignum iudicabis : Scripsi
mus enim de nutrienda memoria breuem tractatulum : necessaria quidem (ni fallor)
continentem : precipuaqs subsidia: que ppagare alii scriptores noluere conscripsimus:
hunc ad te quidem mitto: cui tamen et memoria: et ratio: et integritas abunde suppetit.
Sed tua gratia hec ceteris imptio: Neq3 gg Veneri senatus secreta tra ctes:
hunc secreto tenendum: sed prius corrigendum: mox propa gandum ceteris. Bene
Vale: et tui Michaelis Carrariésis memor esto: qui omnium memor esse foles. Libri
Vnici de memoria Incipit Cap.primum BIBLIOTHECA Emoria inter diuina humane
nature commoda Teste meo seneca: primum sibi locum usurpa 10 REGIA uit: Nam
multa legere ftudiofis facile: multa MONAMENTS quoq itelligere bono: atqs
exercitato igenio no difficile eft: Verum ea congerere: et in fcrinie memorie
conferuare ita: ut non effluant neceffa rium: ac precipuum eft humane uite
bonum: ut teftatur PLINIO (vedasi). Quis enim non admil retur: quod Cicero
dicit fecundo ad herenium: quarüqs: aut legeri mus: aut audiuerimus ipfo ordine
reddere: ut propemodum nihil noftra interfit a mediotan a calce: an ab exordio
icipiamus: aut qs non admiretur Carneadem grecum: bibliotece qui uolumina mel
moriter legentis more reprefentauit.at ne huic noftre etati inuide amus
Francifcus fofcari dux Venetiarum inclitus tanta memol ría fuit: ut quecüqs
toto fui regni tempore egerit dixeritq: ca cum effet opportunum repetat:
hominum q3nomina: et tempora quibus ea gerebantur fine difcrimine
comemoraret: eiufdé quoq; fenatus Senator clariffimus Dominicus Georgio
tenaciffima memoria fapientie uberrime copulauit, In porandis enim caufis: et
multos audire aduerfarios: et eis ipfo rerum ordine feruato refpondere fo let. Cyrus omnes fuos milites nominatim appellabat. mitridates
duarum et uiginti gentium rex totidem linguis abfqs interprete: et audiebat; et
alloquebatur. Cyrum igitur Frácifco: Mitridatem Dominico comparemus: et
inueniemus habere tpa noftra: quo fu Igitur iis quibus perbiant nibile prifcis
fe inferiora putent. non eft tam precipua memoria laborare opportet ut cá
affequatur fine qua uix in uirum excellentem quifq emergit: fieri enim folet ut
qtum quifq; memoria emineat: tantum eniteat et fapientia: nifi fit fomnolentus
atqp ociofus. Poete enim nó abre fapientiam mel morte filiam finxerunt: et
rectiffime Affranius de gignenda comp andap fapientia fcripfit hiis uerfibus.
Vfus me genuit: mater peperit memoria. Sophiam me uocant greci: Vos Sapientia.
Quo igitur Ingenio ca acquiri: augeriq; poffit hoc noftri opis loco di feramus
Placuiffe conftat Ciceroni memoria habere quidda artificii: et non omnem a
natura pficifci: Sicigitur et nos prius de artificiofa memoria: que locis:
imaginibus conftat agamus. poftea doceamus quo medicamine et acquiri ac
folidari poffit: et breuia quidem fed clara: et expertiffima ponemus. Locale
memoriam primus omnium inueniffe traditur Simonides medi cus: Verum inuentam
multo diligentius excoluiffe Metiodorus. Sunt autem: ut Ariftotili placet duo
actus memorationis: memot ria.f. et reminifcentia: qq reminifcentia refpiciat
ea qbus fumus obliti: fitqs extimatiue uirtutis officium: non principaliter me
! moratiue: ut Auerois: et Albertus in fuis tractaculis uoluere: bec autem fine
prefentia obiecti in homine folo cft. Nam cum obiecti
prefentia etiam reperitur in brutis: ut dicit Arifto.et in ca ne uenatico fatis
patet. Memoria eft retétio ymaginum prius ab anima perceptarum: que tamen neq3
atilis eft: nifi et omnes re tineat: et co ordine quo eas concepit reddat.hec
uero nec prefent tium neq futurorum eft. fed ut dicit Ariftotiles preteritorum
tátů Igitur fi philofophorum fententias interius perfcrutemur ad me morandum
quattuor motus concurrunt, C Primum eft motus fpirituum qui a cogitatiua
ad memoratiua m figuras tranfportat Alterum eft pictura fixioq figurarum in
ipfa memoratiua. Tertium eft reportatio earum a fpiritibus
a memoratiua ad co gitatiuam. CQuartum illa eft actio qua cas cogitatiua
recogno fcit: que proprie eft memorari.ad cuiuflibet harum quattuor rerú
defectum neceffe eft deficere et memoratióem: Quapp Ifaac Sal lamonis filius
bene memoriam diffiniuit: Quod fit apprehéfio in anima exiftentium rerum cum
indagatione et inquifitione: Veri de ca copiofius bic agemus ubi de
medicinalibus auxiliis fiet mél tio. Nunc: artificio prius memoria inftituentes:
que opporteat de fe preftare uolentem memorari prefcribemus: Sunt enim
precepta.xx. Primum eft: ut quecunq3 fequuturi fumus ftu dia ca preftantiffima
pulcherimaq diiudicemus: in hocq3 nos feli ces iudicemus: fi eam difciplinam
abunde fuerimus confequuti: neq3 omnem audiemus preceptorem: fed excelentem
dumtaxat qualem non modo laudare: sed etiam cogamur admirari: In qua re
profundiffime fapientie confiliun fuit Philippi Macedonis: qui prima etiam
rudimenta litterarum uoluit Alexandrum ab Ariftol tile doceri: fic enim fieri
folet: ut cum preceptorem difcipulus qua fi animiatqs ingenii patrem ueneratur;
dum eius graues miratur fentétias Errigatur in animo appetitus fitisq;
difcendi: qui gene rofi inuidia appellari folet: q plurimum ad perfici édú
habet iuua menti.Recte ergo CICERONE (vedasi) scripsit secundo ad Hereniu que
in pue ricia fufcipiuntur recte reminifci: quia nulla nifi re noua et admil
rabilli commouetur animus: quod fcripfit: et Commentator his uerbis.homo
memoratur multoriens quod fecit in puericia bona rememoratióe: quia illa eras
multú amat formas et figuras et mul tum cis delectatur: figuntur igitur in eis
bene et propterea difficile dimittuntur: hác ob rem omnium fapientum dux
optimus LIZIO fcientiam de anima bonum honorabile in principio fermóis
nuncupauit: ut excitaret ingenium: q ea bona precipue defiderari foleant. Caueant igitur parentes: ne illis filios dédant ftu diis:
que ingrata illis effe cognouerint. Alterum eft ut eam fcientiam difficilem
perpaucis q3 bene cognitam exiftiment. Sed illituiffe fententias ambiguas: quas
extricare per pauci homines norint cofurgere oportet ingeniu: opportebitqs
ut in eas penetret: hec uerò animi erectio memorie perutilis eft. CTertium
eft; ut fiue audiat; fiue legat tota id faciat attentione: omnes cp animi uires
cógreget: nec cas fparfim errare patiatur: que enim attétius didicerimus ea nó
facile dilabétur: hic enim fit: ut Ariftotiles dicit: ut in loco: que femel
atterite audita funt lógius in memoria permaneant: q que cum negligentia funt
multotiens audita.Recte itaq ACCADEMIA in principio thymei probum auditorem fub
filentio fcripfit: mentem; atqs aures comparare. Ille enim tefte tuo CICERONE
eft docilis auditor: qui attéte paratus eft audire: quafi actus actiuorum in
difpofito patiente effe conueniat. Attentio
enim mentem ad doctrinam bene difponit. Cóferuari nequeut nifi que preintellecta funt:
Nam et a Gorgia fapiéter eft dictum: et a meo TERENZIO fapientius repetitum:
Vbi intenderis ingenium ualet. Quartum eft: ut que multa collecturi fumus: qtum
fieri poteft ad paucitatem: breuitatemqs reducamus. Nam ut patet fi to pichorum
uniuerfales propofitiones in memoria habuerimus: fal cile erit ex eis ad
particulares materias argumenta formare. Vgo names in didafchalione dixit:
aliter adifcentem pcedere: aliter me moraturum. Ille enim qui difcit: genus
feccat in fpecies: et eas rurfus in alias: ufqp ad fpecialiffima. memorantem
auté opportet multitudinem colligere in unum; aut falté in pauca. Habet.n. ois
oratio fuper quam fondetur bafim.eam decet notare: et conclu fióem quá ex ea
deduxit modú aut deductióis facile qs in memoria reuocabit; fi bafim ipfá:
cóclufióemqs tenebit; na et Gallienus primo tegni Cap.primo: facile inquit
omnia memorabilia funt ex termini diffolutione. Quintum eft; ut rerum ordo ante
omnia diligat ut fi tertium uerbi gratia canonem collecturi fumus: fciamus duas
er. xx, fen.cffe: earuq ordinem ab ipfo corpore heis re ceptum. Primam fen in
tractatus fectam comprehédemus.Primú deinceps tractatú in capitula: capitula in
ciclufiones feccabimus: et fic earú ordiné cóftruemus: ret ipfe doctrine ordo
dabit ordiné: quía prior in alteram ordinatur. Sextum eft: quod a Ciceróe
et.M.fabio. Quintiliano eft traditum; ut fingula fepe repetantur: ucluti: ut in
priore exemplo uerfemur: cum poft primum capitulu alterum didicerimus: et primi:
et fecundum animo repetamus: cú didicerimus tertiu; et primum; et alterú cum
tertio nihilominus repetemus: atq3 ita deinceps: donec totum tractatum teneamus.
CSeptimú eft; ut cum multa complecti uolumus; ea membratim feccemus. Nam
dicit in rethoricis MARZIANO. ne confufa multitudo ebetet memoriam id fieri
decere. Octauú quod BOEZIO (vedasi) docuit in fuo de fcolaftica difciplina:
Erit fréqués ac diuturna de cadem re cogitatio: atqs difputatio. Nam fi
differendo aut capias aduerfarium: aut capiaris ita ut aut laudem affequaris:
aut uitupe rium.infcribetur id ipfum demum ita in animo: ut nequeas etiam fi
uolueris oblitterare.que precipue cum obbrobio: et erubefcen ! tia difcuntur
fixiora funt; eamqs ob caufam mens tenaciffima eft iniuriarum. Mira igitur laus
fuit Cesaris: qui nullarü rerum nifi iniuriarum immemor fuit. proderit igitur
uerfari cum hominibus confimilium ftudiorum: et de eis affidue difputare.
Nihil.n.met moria perdit: nifi ad quod fepe non refpexit; ut ait Seneca quarto
de beneficiis. Et Vgo principium in lectione fcribit effe confidera tionem et
confirmationem in meditatione. Verbum etiam Arifto. eft. meditationes memoriam
faluare.eft aut meditari aliquid mul totiens fpeculari; non ut ipfum eft: fed
ut ymago alicuius: et apud Ptolomeum in principio almagefti.meditatio ueritatis
eft clauis. Nonum eft: quod Beatus Thomas imperat in epiftola ad fratrem
ftudentem: ut per ea: que non intelligimus nó uolitemus; fed ca prius
intelligamus: q curramus i pofteriora: neq3 ita curandu eft: ut multa legamus:
qut multa intelligamus. CDecimü eft: quod Quintilianus auctoritate Platonis
fcripfit libro xi.de inftit tutione oratoris.ut.f.non obfint memorie littere:
ne que fcriptis repofcimus uelut cuftodita definamus: et litterarum fecuritate
di mittamus. Vndecimum quod idemptidem Quintiliani eft: ut ciborum bona
digeftio procuretur: ut que obfunt memorie fugiaf mus: que ei conferunt in ufu
fint: de quibus fuo loco ( qtum fatis eft ) tractabimus. Duodecimum eft: ut
animum ab aliis cogita tionibus: qtum fieri poteft liberemus. folent enim ea
precipue gra tia bene memorari religiofi; ut Gordonio placuit: quia pofiti in
fo litudine minus uariis cogitationibus diftrahútur. C Tertiumdel cimum eft: ut
fi fieri poteft ea non folu audiamus: fed et uideamus que in memoria habenda
funt.dicit enim Ariftotiles: quod femel uidentes magis memorantur: q eafdem
multotiens audiétes. pro pterea confulebat Guido pater meus: ut fimplicia: que
legédo dif fceremus etiam oculis fi fieri poffet afpiceremus: fic enim fieri fo
let ut non facile effluerent. Quartumdecimum eft: ut de rebus fingulis
interrogati non confeftim: et abfq3 meditatione refpódca mus; fed prius
queramus per arculam memorie noftre: qd: quali terep fit refpondédum: quia
damafcenus particula fecunda aphorifmo quarto dicit. Siinterogatus femp
uelociter refpódeas dubi tandus es, in cuius comento dicit Remigius: quia
refponfionem fubitam inconfideratam effe opportet. Nemo auté abfqp confider
ratione poteft effe precipuus. Qiutum decimum eft ut quia tefte
Quintiliano libro primo.non poteft abnegari differentia inge niorum. Alterüc
altero plus poffe nemo dubitat: metiatur unus quifqs uires fuas: et ut dicit
Paulus apoftolus probet fe ipfum: ta tumq ingerat memorie fae: qtum ea capere:
et tenere poteft.ucluti ftomachum inutile eft fupra eius uires onerare: fed
tantum con uenit accipere: qtum poteft concoquere: et propter hoc non impin
guatur corpus gulofi: quia quod comeditur non nutrit: nifi diges ratur. Ita qd
difcitur; nifi retineatur paru prodeft: cum de huis: q legimus: aut uidimus id
folum fcire uideamur: quod memoriter fcimus.adduci poffet illud Oratii carmen.
Summite materiam uc ftris: qui fcribitis equam Viribus; uerfate diu: quid ferre
recufet Quid ualeant humeri.quod fi altero peccádum eft: me cófultore: tutius
eft minus: q nimis accipere, Vert ut in ftomaci fimiliradie uerfemur, fi quis
qtum opportet retinere non ualeat: numerú mul tiplicet: et continuam imminuat
quitatem. Decimumfextum eft: ut høre certe ftudio decernátur. Ille precipue:
qbus et uacuus eft ftomacus: et ingenium uaporibus non obtenebratum; eroia
tenet filentiu. Igit cóticinia: et matutini galli catus eligatur: cure musq: ne
temporum rationem fortunae motus infrigát: quomi nus: quas decreuimus ftudio
horas in co non abfoluamus. Nam fi Cefar Auguftus in bello Mutinenfi legere
quotidie: et feribere folebat.fi Iulius Cefar: que die gefferat.cum orbem
pacauit: ca noctu furtiuis lucubrationibus fcribebat et precipue tanta cu eler
gantia: ut a Quintiliano libro decimo cap.primo Mire laudetur: Quid obfecro
poterit: quid ing poterit urbano ocio internenire: quod nos a ftudio abducat
litterarum. Decimumfeptimumi é: ut lucra quottidiana unufqfqs recenfeat:
quottidieqs cogitet: quid didicerit noui: quid ue lucratus fit: proderit.n.
plurimum ad pfici endum. Sapiens cenfurinus CATONE (vedasi) qcquid die feciffet:
et legiffet: dixiffetqs ucfperi commemorabat. Socrates etiam id rpis
perdidif fe fe putabat: quo fibi: aut aliis nó profuiffet. Recenfceamus
igit et nos diurnos labores noftros: ut nobis demum; et pofteritati pro deffe
ualeamus. Decimumoctauum eft: ut incipiamus adbuc paruuli memoriam exercere:
hec.n.ueluti gladius; nifi exerceatur rubigine confumitur: Erit igitur hec
parentum: et preceptorú dili gétia: ut prima etas exerceatur. Nam quo fuerit
imbuta recens feruabit odorem: Tefta diu: et ueluti de cibo prediximus Ita puu
lis pauca didiciffe fat erit: cüqs adolefcent: et difcédorú copia crefcat: neq
tamé: ut placuit Quintillano: flagellis: aut uerberibus cogantur: fed
preponantur premia: laudes q3 pro meritis: in loco ét fupra merita afferantur.
Decimünonum eft: ut fi laxadus fit animus: quo poftea integrior: fortiores
confurgat.non in ob fcenis rebus uerfet: fed mutato id fiat ftudio.
Remittere.n.animu q amittere melius eft: ut fcribit AUSONIO aut ergo ad
litteralia alia ftudia tranfeundum eft: aut ad muficalia exercitia: que; utauctor
eft Emilius probus grecis in magno honore erant: apd nos quoq3 non cótemptui
habentur. Sed funt: qui ludere malint: quod pati et poffem: fi honeftas fit
lufus.fi fine fraude, fi fine iureiura do.fi breuis.fi premia: aut nulla: aut
exigua proponantur. ad fym bolú magis: q ad ditandum accómodata: neq3 taxilli
interueniat: aut alius buiufcemodi lufus: in quo plus iuris fortua habeat: q in
genium, Exercent.n.et ludi memoriam. SCEVOLA (vedasi) aliquando ludo
xii.fcruporum lufit: cüq3 prior calculum pmouiffet; effetq; uictus dum rus
tendit repetito totius certaminis ordine quo loco erraffet recordatus ad eum
reddiit: qui conluferat. I fqs ita factum effe có feffus eft.faciät idem et
noftri interdum adolefcentes: Verü neq3 diuturna: neq3 frequens fit ea
exercitatio: neq ca hora: que ftudiis debetur: moxq confirmato ingenio reuolét
ad ftudia. Vigeffi mum eft: ut nó anteq deceat a preceptoribus diftrahantur.
Ait.n. Hyeronimus fe credere p multos in uiros claros euadere potuift fe: nifi
prius difcipulos effe puduiffet: q fapere cepiffent. Tam diu igitar preceptorem
audiemus: q diu co preceptore nos pficere in telligemus. Itaqs eum: ut ingenii
patrem uenerabimur: lateri ad i heremus: ut et CICERONE (vedasi) dicit.quoad
fieri poterit: et licebit ab eius latere nunq difcedemus: quippe: ut fiamus
eius prefétia doctiores nullus q fit.tam durus baculus: qui nos ab eo reppellat.
proderit tamen uiciffim: que didicerimus alios docere; proderit et
dictare et declarare: et interrogare et refpódere. Dubitareqs de fingulis:
dum id fine ratione non fiat non erit inutile: et optare: ut quotti 1 die aligd
excudamus: quod fit ppetuo noftrú: neq3 id Plinii in epiftolis nos lateat: q
alia omnia alium atq3 alium patronum poft nos habitura funt. Caftigariq non
modo nó egre ferat: fed amerz etuiciffim caftigare affuefcat: Verum in
caftigatione modus habé dus é.ne.f.cú uituperatióe: aut caftigati infamia fiat:
fed mitius honeftius: clariusq3: qfieri poffit. Intelligat magna te eius pie 1
tate ductum: ut errata caftiges.Hec funt quidem: ni fallor; prece pta difcendi:
que fi diligenter obferuabuntur pdeffe plurimú adol lefcentibus omnibus poterút:
obeffe nullis. Nunc de artificio fa agamus memoria: quod faciemus ubi precepta
reminifcentie ab Ariftotelle collecta prius fcripferim ?. Sunt at quinqs. I est
ordo: et reminifcibilium confequentia.cum eam didicer rimus ex ordine cum
conexione: et dependentia fi aliquo eorum erimus obliti facile repetito ordine
reminifci poterimus. Scito enim atecedéte facile fciemus et cófequs: et depditú
inueníemus: Recte igitur dicit philofophus. Quebene inuicem ordinata func bene
reminifcibilia: que uero male grauiter: Ná quo ordine pri us ref apprehéfe für:
et cófiderate ab aia co ordine fe habét motus hoc é impreffióes facte ab anima.
Motuum autem ordo: et cófequé tia că é reminifcédi ex primo.n.motu reminifcimur
fecúdi:, hoc aut patet in pueris primo adifcétibus alphabetum: qui ipfo littera
ru ordie reddere interdum fciút: ordine uero cómutato nó fciüt: unde ét
precipere folemus: ut repetat principia; et p ea defeédát Alterú eft: ut et uno
fimili in fuú fimile prouehamur.ut fi her rodoti obliuifcamur de Tito liuio
recordati latie hyftorie patre: in grece hyftorie patrem herodotum pducemur.
Tertiú eft: ut con traria recogitemus.pea.n.in loco docemurea: quorú obliti fum
" cótraria: ut memores hectoris reminifcimur achilis. CQuartú é: ut loci
ubi res tractata é: tpis q reminifcamur.fic et pfóe et câe pp qua ea fecimus
reminifci cótigit: Vnde beatus Augu.fua peccata recogitare uoléti hec recéfere
pcipit. locus.n.apd arift.pncipiú é reminifcedi. Quitů pceptú é: uta ppetare
res repetat ut fi fagi nati memoria habere uelimus: d dionifio fyracufão
recogitemus qut auctor é Iuftin'pre fagina uifü pdidit. fi caballi equ recéfea
mus: aut doloris capitis; quo fepe propter ebrietaté affligitur;
aut alicuius rei fimilis: ex qua facile reminifcétia nafcetur. Verum cú de figuris erit oratio: plura: que adhanc rem
pertinent afferemus. Iam de memoria incohemus. Artificiofa memoria; ut Cicero
dicit fecúdo ad hereniu: ex locis: ueluti ex cera; aut tabella: et ima ginibus:
ueluti figuris litterarum conftat: Sic enim fieri poteft: ut que accepimus
quafi legentes reddamus: neq multum interfit an a uertice an a calce incipiamus:
locos ipfos ordinatos effe oportet: Nam fi in eis confufio fit confundatur
omnia neceffe eft, multos etiam eos effe decet: ut multa locari cadem
exercitatione poffint. Cicero cétum cos fatis effe iudicauit. Beatus Thomas
plures habendos confuluit.hos multi uariis artibus quefiere: Metiodorus in
fignis duodecim: p que fol meat: tercenos: et fexagenos inuéit locos. tot
gradibus apud aftrologos obliquus ille circulus fecca ri foleat, Verum auctore
Quintiliano. Vanitas fuit iftius philofol phi: atq3 iactatio in fua memoria
potius arte q natura gloriantis Marcus CICERONE (vedasi) familiarem domum
effinxit: locis difcretam mul ! tis: placuite uiro illuftri; ut inter locorü
fingula quinaria; uel ma num auream: uel aliud quid difcrimen fingeremus: quo
alter ab al tero fecernatur; in eis q3 immobilem ordinem haberi; ut femp dex
tra et ingrediamur et egrediamur: fingi enim figure poterút: neq erit difficile;
ut fuis locis figantur. Guido pater meus ex animal libus cepit locos fuos: et
eorú ordiné ex alphabeto latino deduxit: ut a fingula littera unius animalis
nomen incoharetur: perinde ac finoia hec fint. A
asinus. B basiliscus C canis D draco E Elephas F Faunus G Griph H Hyrcus I Iuuéca
L Leo M Mulus N Noctua O Ouis P Panthera Q Qualea R Rynecheron S Simia T Taurus
vel Tigris V Vrsus X xiftus. Philofophus Y Yena Z Zacheus. hec fingula in
quinque locos diuidebat in capur: in anteriores pedes; in uétrem: in posteriores
pe des, et in caudam. Nam hunc ordinem ipfa
natura porrexit: neqs confundi in eis enumerandis ingenium poteft.fic itaq3
centum et qndecim locos nactus; in eis rerú memorabilium ymagines ( cul pebat:
ac ét in loquentis facie multa ingenio fcribi precipiebat: in capillis in frote:
in oculis: ficq feorfum ad pedes defcendi: mibi uero facilimum uidetur: non
modo centum fed propemodum infi nitos locos effingere: cu neminé lateat fitus
ciuitatis originalis: Igitur cú p portá mens ingreditur: dum feccans fe ad
diuerfas regiones: uias confiderat: due amicorum domos: edes deorú: pre toria
publica repetit miram locorum qtitatem affequetur, Accedet ad hoc poteftas
atria effingendi in quibus qrum libeat numerum locorum faciet: ut infcribi
quecunq; uoluerit poffint.de locis igi ! tur fatis hec fint. Nunc de figuris
differamus Earum quoq3 exercitatio preceptis feptem abfoluetur. Primum eft: ut
aut rifum moueat figura; aut mifericordiam aut admiratióem.hec.n. facit etiam
puellas recordari ut inquit Auicena fexto naturalium particula quarta. facile
enim inuenitur quefita figura que affectu anime cómouerit: exemplum hoc eft.in
ore afini rabidi caput An tonii conftitua morfibus fere offa cófringi. cruorem
effluere illu auxilia petere.et paffis palmis uociferare.fieri non poterit. ut
cum uoluero non uideam bunc oculis mentis mee: et reddere Antoniu nefcia
repetéti. Alterú é.ut aut fimile p fimile aut p cótrariù fi gurem aut p,
pprietaté. pmi exéplú eft: ut fi nomé Auicéne fim lo caturus. Alicuius
illuftris medici nomen fcribá: cuius aut par fit aut paulo debilior auctoritas.
fecüdi exemplum eft. fi idem per in docti medici nomen cum irrifioe
cófcripfero.fi Terfitem p Achillem bonum per malum.informem per formofu
annotauero. Exé plum tertii eft.fi Ouidium per magnum nafum Platonem per hu
merum amplitudinem. Crifpum per anulatos capillos. Cicerone
per Gelafinu fculpfero.quin ipfa nominis origo. ipfa declinatio facere ad
tenendum aliquid poteft. Tertium eft ut a tenellis unguiculis affuefcamus
locare: et cum quotidiana exercitatione crefcamus.qq etiam adultis prodeffe
folet ifta doctrina.efficacior quoq3 fiet habitus fi quecus aut dictari aut
facturi funt: ficlocent quecúqs etiam inter confabulandum audiunt fic pingant.
mores geftus temporaq3 fculpant. fcio enim breui tempore fient exercita fiffimi,
ludere etiam prodeft alterum cum altero: illum uincere qui plura clarius
ordinatius uelociusq; retulerit Quartum eft ut omni quinario rerum fignadarum
repetamus a principio ea qnq fignata: folet enim repetitio ad memoriam ualde
conferre. V eft, ut que non funt fimplicià ea per componentium fimilitudines
ftatuamus uerbi caufa.qui memorari uoluerit hu ius enunciationis. CICERONE
(vedasi) cum ortenfio difputauit. Cicer lel gumen in orto fingam quod de orti
fterilitate coqueratur.fic.n. et Cicer. CICERONE (vedasi) et ortus ortenfium:
et querella difputationé reprefentat: Sic enim feruari folent: et capita legum:
ut fi locanda illa lex fit publicati femel teftaméti fides.effingemus dică
teftame talé patenté: cui quifpia cenum iniecerit: ut eius ftdes aboleretur.
ecce. publicati femel teftamenti fides relegi poterit. Veru hec faci líus fiét
fi affit doctrina et plena rerú memoradaru cognitio.neq defit confumpta.et
inueterata exercitatio.nam et medicus medicil nalibus et iureconfultus
plebefitis facilius recordabitur. CSex tum eft ut Silogifmos reddituri medium
termínum precipue col prehendamus.co cognito modus figuraque sylogismi ipsum
ordinem propriorum uerborum apportabit.neqs quicq facilius capit aut tenetur:
quia quo tempore aduerfarius propofitionem affumptionem et conclufionem facit;
dumq3 cas approbat daturum ad fi gurandum ydeam medii termini longius fpaciu:
quo noto fi mal teriam non ignores: fi quo ferratur argumétum intellexeris: fi
lo ! gicos canones non nefcias: errare nullo modo in reddendo potes CSeptimum
eft ut cum ignota barbaraq nomina fumus ferual turi: ea aut per quid fimile aut
per ipfas fillabas fcribamus. Fiet hic locus clarior exemplo fi feruandus fit
hic fermo. Cimergot aender.primum confiderare cóuenit utrum hii termini in
lingua nobís cognita quid fignificent id fi contingant facilius fcribentur
Ferunt enim Címergot aput germanos deú fignificare fi id non contingat alio
fingemus ingenio lingua uernacula fummitates ar borum cimme nuncupantur. Got
apud illuftres uenetos ciatum reprefentat: fingito igitur, Cimmam unam mergi in
ciato. Ciatú q3 ad undas illidi et fluitare: et ne ultima perdatur terminatio:
et litteram et undarum conflictú audiemus: fic Cimergot aender re legi
facilimum eft: hec funt quidem nó inutilia memorandi: Veru ego profecto
fubdubito: quod et Quintilianus fcripfit: ut. f. hec omnia id ipfum conferant
fi nomina eodem ordine quo funt accel pta reddenda funt: hoc fecit Simonides in
conuiuiis quos cadens atrium atriuerat: conferre etiam in, reddendis fylogifmis.
Nam et nos id fecimus. et alios uidimus factitantes. Verum hec minus prodeffe
poterunt in eis edifcendis que funt perpetue orationis: Nam et fenfus non
eandem ymaginem quam res habent et diffi cile uerboru ordo feruari queat: qs
preterea tot locos: tot ymagies ne dicam habere: fed ne fperare qdem
poteft: ut quings contra no nem fecunde actionis libros notare et reddere
cófidat: qq illuftris orator. Dominicus Georgio fingulis rebus proprias figuras
haberi poffe confirmet: ut coniunctiue: condictionali: rationali: reli quisq3
particulis orationis proprii characteres affingantur. quin accentus etiam poffe
fignare conftantiffime affirmat: Quam effe poffibilem non abnegauerim: apud
Auicena: poffibilitas eft res ampla: et ipfe fortaffis precipuus orator.
Dominicum dico, id fal cit: qui reddere lecta: atq3 audita ipfo ét ordine
fillabaru folet.mibi certe nondum id exercitium contigit: multumq3 ego iam
dubito paucos effe homines: qui emergere in id culmen ualeant: etiam fi omnibns
uiribus enitantur: Alii feccadam effe orationem in par ticulas cenfuere: eas
poftea prefigi. Verum aut fingula locanda funt aerba; aut in eorum ordine
reddendo errandum eft. Quapp fi iudicio bene ualeo oporter excogitare alia
ratióem memorandi: qua poffumus pdeffe pluribus: caqs tua gratia fcribere: et
publice docere: que philofophi antiqui cellare maluerunt.id nos ingenue
faciemus: medicamina confcribentes: neq; tamen negabimus: que funt hactenus
fcripta plurimum ad memoria cóferre: folent enim nonnulli eis artibus multis
notariis fimul dictare: notare in qua claufula fiftant: cum ad alterum itur: ut
reuerti fciant et fine poftul latione fequi. fuit Iulius Cefar in hoc genere
oftentationis dicta re et audire folebat epiftolas rerum tantarum: quaternas
pariter li brarís dictare: et fi nihil ipfe fcriberet: feptenas: quam rem non
fi guris fed naturali ingenii bonitate faciebat.hác igitur arte queri temus:
nam ftultum eft non optima queque fibi ad imitádum pre ponere: ut fi eo
pertingere non ualeamus: at ppius: q fieri poteft accedamus: Ad tam perfectă
memoriam: et difpofitione naturali optima: et arte exquifitiffima opus eft:
neqp poteft ars illam profil cere: quam natura ualde mancham genuiffet:
proderit illi tamé: red detqs meliorem. Iam igitur rem incipiamus. Capitulum
fecundum de medicinalibus auxiliis Emoria Iohanne Scotto auctore fecundo
fentétiarú diftin ctione xxii: Pars eft fecunde portióis anime. due funt enim
eius portiones. ut per alteram deus cognofcatur: per altera p ximus
diligatur.huius ptes tris funt: Memoria; Intelectus et Vo luntas. Fuit
autem inter philofophos non parua controuerfia: in qua parte cerebri locarer.
Na Ariftotiles fecüdo de animalibus co furgere bonam memoriam cenfuit ex bono
totius cerebri tempera mento: Verum Auicéna et ferme doctiffimus quifqs arabs
in ante riori cerebri uentriculo fenfum cómunem: extimatiua in media:
memoratiuam in poftrema cellula pofuere.fic cóuenit: utplurima inter medicos.
Verum tamen Gallienus fecundo tegni: cum figna complexionis cerebri ponit p
operationes fenfuum interiorum. facilitas inquit difcendi fignum eft fluétis:
hoc eft humidi cerebri. et bona memoria fignum eft permanentis: hoc eft
ficci.ipfe igitur figna pofiturus non anterioris tantum: aut medie: aut
pofterioris celle cerebri: fed totius complexionem expreffit: ac fi memoratius
in toto cerebro effet. Sic Ariftotiles facilif difcétes raro boná hal bere
memoria céfet, q fi in poftrema cella memoria; in anteri ! ori cómunem fenfum
ftatuiffet id quidem fepe poffet contingere: ut anterior humidus fit: poftremus
uero ficcus: cum inter utrunqs unus uentriculus intercipiatur.Trufianus et ipfe
communem fé fum non in priori tantum cella: fed in toto pofuit cerebro. I gitur
et de aliis potentiis confimiliter fenferat.non ergo cóuenit: in qua parte fit
cerebri; fed in poftrema exiftere comunes philofophi rati Tunt. Solent et morbi
memoriam interdum auferre.interdum corrumpere. Interdum imminuere. Nam Boetius
in predicamen torum commentariis cap. de qualitate: fertur inquit quidam fuafif
fimus orator egritudine febrili decoctus omnium litterarum amil fiffe doctrinam;
in aliis uero rebus fanus et fibi conftans. Scribit et Plinius libro feptimo
cap.xxiiii.hec uerba: nec aliud eft eque fragile in homine morborum et cafus
iniurias atqs etiam motus fentiens: aliquando particulatim: interdum uniuerfa:
Nam ictus lapide oblitus eft litteras tätum: et ex prealto tecto lapfus matris
et et affinium ppinquorúqs cepit obliuioem. Alius egrotus feruorů fai ét nois Meffalla coruinus
orator oblitus eft. Itaq3 fepe deficit: tétat: meditatur: uel quieto corpore:
et ualido fóno quoq3 ferpente amputatur: ut inanis mens querat ubi fit loci:
Sed et Auicéna pri ma tertii tractatu primo cap.vi. Gallieni auctoritate
commemorats propter cadauera in Ethyopia cepiffe aliquando peftilentiam: que
afes ad Grecorum repferit terras, fi qui ex ea fanaretur: cos cium rerum
obliuionem cepiffe, Conftabit igitur memoriam poffe me dicinali artificio
feruari: et augeri: cum conftet cam morbo: et imminui: et aufferri; ac ueluti
infantem ftolidum reddere: vt ait Auil cena prima tertii: quia fantafmatum
copiam aufert. Sic qp cogital tiae actus; et difcurfus: ratiocinatioqs non
commode fieri poffunt: ficutilét non bene fit in infantibus: in quibus ymagines
pre humi ditate nimia abolétur. Dupliciter.n.cogitatiua uirtus ledi pót.
aut.n.medius uétriculus; in quo cogitatiua exiftit: frigiditate: bu miditateqs
confunditur: aut ei defunt fantafmata: que in memorati ua feruari debeant.
Contra hoc tamen effe uidetur: quod Auicena vi. naturalium particula quarta
fentit dicens.memoratiua eft ma gis immaterialis: fed magis econtra huic
dicitur; uirtutem memot ratíuam duo continere: Nam et quas a cogitatiua
ymagines recit pit conferuat: et hoc fat materiale eft cum materiali iuuetur
inftru mento.f.ficco proportionato et recognofcit feruata: nifi enim re
cognofceret non magis ea redderet: que ab ea repetuntur; et hee uis eft
immaterialis. Veru Gentilis hanc uim idem effe uoluit qd cogitatiua
recognofcens: licet memoria nuncupetur. Eft igitur: ut breui rem abfoluamus
partim magis materialis q cogitatiua: ptim minus materialis. C Accidit aut
memorie: ut imminuat: Accidit ut auferatur: accidit ut corrumpatur: et alterum
pro altero report tet; Verum corruptio melancolie fpecies eft: ca ppter
Truffianus fecundo tegni quando ponuntur figna egritudinis cerebri: duo tantum
nocumenta memorauit imminutionem scilicet; et ablatio nem: Igitur quia
corruptio a calido: et ficco fit: nó crit de ea hoc lo co difputatio: fed de
ablatione tantum: et imminutione: neq puta mus ingratum quid facturi legentibus:
fi huic de fimplicibus opu fculo curam inferam: prefertim cum nulla fit futuro
fapienti necef farior: nullaq cognita minus: Verum ego precipua et experta affe
ram. Due funt caufe precipue que memorie officiunt. Altera frigiditas: Altera
bumiditas eft: Verum Auicenna Gallienuse uoluere plus frigiditatem: q
humiditatem officere: quia omnis na turalis operatio calore naturali fit:
frigiditas aurem confundit na 1 turam: neqs cius opus ingreditur nifi tang
fubdominans inftru mentum ut patet fecundo colliget: et prima et fecunda primi:
et a óciliatore differétia fexagefimapma ido fecúdo cáticorú
cóméte xcv.uocat eum calorem elementorum hoc eft qui eft ficut elementum
nature; et tractatu tertio commento.clv. Eius igitur contrariú quod eft
frigiditas obeft plurimum: Verum obeft mediacius: bumiditas uero immediacius:
quia cum memoria confortetur ficco proportionato: cuius eft retinere: ut tertio
de aia: ergo confundit humido tang difproportionato. frigiditas quoq3 omnibus
opatio nibus uniuerfaliter obeft: humiditas autem magis proprie uider obeffe
retentiue.hec cum ita fint poteft tamen ficcitas fupflua impedire ne forme
infigilentur: ficqs obeffe uidetur retentioni: cum tamen proprie obfit captioni:
fed confequtive retentiói: quia quod captum non eft teneri non potuit. Verum
frigiditas quia motum fpirituú impedit: cum eius fit quietare: ficut calidi
mouere: ut inquit Auicena: inquit et Ariftotiles.xiii. partícula problematu textu
fecundo. I gitur hunc motum neceffarium ad memorãdum im pedit frigiditas: fed
retentionem impedit bumiditas; ficqs ceffare poffunt ambiguitates utrum
frigiditas plus obfit cu cius filia fit obliuio; ut dicit Paulus cap.xxviiii.an
humiditas: qd apd multos dubitatum eft. CQuia autem apud Gallienum in libello
de rigo re, calor naturalis nó eft purus calor: fed compofitus in quo eft p
portio omnis equalitatis: ideo non omnis caliditas bonam memo ! riam facit: aut
non omnis ficcitas: fed certa et pportionata: ornnis uero difcrafia immoderata
deicit actum proprie uirtutis. Verum fi fupflua frigiditas immoderate iugatur
ficcitati cófurgere opor tet peffimam memoriam; et in capiendo indifpofitam: et
in recogit tando hebetem: Si autem coniungatur caliditas ficcitati uelox qui
dem erit fpirituum motus: fed difficilis fiet infcriptio. Erit igitur captio
difficilis: fed rememoratio fat facilis: Verú hec oia uaria cal liditatis
ficcitatis q3 pportio uariabit gradualiter: fic et in aliis dif crafiarum
lapfibus fentiendum eft. Signa igitur breuibus exi plicemus: fi ficcitas
dominetur: uigilie aderunt: capitis leuitas: et nó abundabunt ille fupfluitates:
que nafo palato atq3 oculis expell lunt: fed multum erit auriu cerumé qd ad
memoriam pertinet: pre fentia difficile infcribuntur. Infcripta difficile
amouétur, hinc fit: ut que dudum gefta funt ea melius teneat, melius q3 reddát:
q que ex proximo gerútur: Videmus hoc in feribus: q cas res pulchre memorant:
quas in adolefcétia gefferüt: cas quas codem gefferint anno non retinent.
C.Vbijuero dominatnr humiditas: adeft fomnus grauis; et profundus.hebetes funt
in ompibus motibus: prefentium bene recordantur; dudum uero geftarum rerum: aut
nequaquam: aut difficile.humiditas enim et facile admittit: et amittit facile
impreffionem.frigiditas ftupidam mentem efficit. in fert uertiginem.tardam
rememorationem: caliditas uelocitaté im portat motuum: et recordationis: et
capur tactu calide.fi itaq due qualitates combinentur: complicari conuenit et
figna carum táta proportione: qta uariabuntur qualitates: aut intendentur: que
net quaq difficile crit ex predictis intelligere.poffunt quoq3 hec difcra fie:
aut effe qualitates tantum; et non habere coniunctam materiam quantitatis
notabilis: aut coniugi humoribus multis qualita tum confimilium. Ineffe autem
materiá ex fuis fignis facile cognofces: que a doctoribus fuis locis ponuntur;
et a me fatis copio le collecta funt in commentariis aphorifmorum Ypocratis
fecundo aphorifmorú cómento.xxii.in digreffóe magna. Eft ét né ignorandum has
caufas loco interdum differre. aut.n. caufa not cés eft in fubftantia cerebri
pofteriore: in qua parte eft memoria iuxta opininionem Auicéne. aut eft in
fenfu ipfo: qui in uentre continetur: aut in uafe hoc eft in fuperficie
uentriculi pofterioris fic.n.exponit Gentilis uerba Auicéne: qq poteft etiam
intelligt aut in paniculis: aut comiffuris fubftantie cerebri: in qbus fpirit
cótinet: aut in uafe hoc é in cranco. Ná quis dicat Gallienus in decimo
interiorum cap.tertio in cranco non poffe effe paffionem que tollat memoriam:
fi tamé hec paffio fit magna ualde; potimminuere: fi non tollere; ut Gentili
placet: ymo materia: et omne no cumentum in temporibus cómunicari poteft
memorie: et obeffe: é qibi locus materie capax: eft et uarius mufculus
fenfibilis: et craneum ibi eft tenue; ut innuit Haliabas nono theorice cap.de
eais obliuionis. Sic poffent et alia multa in aliis membris nocu ! méta et
cómunicare et ledere: que breuibus enumerari nó poffür. Preterea materie ipfe
aut apoftema faciút: ut in litargia cótingit aut non faciunt. Quod
autem attinet ad pronofticum. obliuio a natiuitate reportata difficile tollitur.
Causa calida et ficca fixa non facile quoco remouetur.fi corpus fanum in
ceteris rebus ap f parcat: nifi quod preter confuetudinem fit diminuta memoria;
ei nifi fuccuratur male egritudines timende funt.lytargia.f.epilepfia ap
poplefia paralefis expectádeqs reliq huiufmodi: q ex materia flegma tica in
cerebro multiplicata in cerebro poffüt conffari. fic fentit Aui cenna.fic et
Rafis primo continentis: Que ex humiditate aut ex fit giditate facilius
abolerur: quod plerunqs quidé dominis fcolaribus folet euenire: nam facilius
eft efficare et tutus: fic et calefacere: qer contra: prefertim in cerebro:
quod eft principale membrum: et eft fri gidum et humidum: fimilis igitur lapfus
adeo non eft formidandus: ut diffimilis: audentius q3 procedimus calefaciédo: q
infrigidando. membra enim principalia timemus magis infrigidare: q calefacere.
Curationem poftremum inchoaturi fic exordiamur. Si caufa ha bet materiam
apoftemantem; cura apoftematis ei adhibeatur: uelu ti fapientes medici fuis
locis tradidere: Si autem materiam habeat: fed non apoftemantem ea digeratur:
foluaturqs åteq applicare re media quis audeat.nifi. n. expellatur materia,:
hec obeffe fepe possunt: prodeffe autem nuq: neq; uero per digerentia; aut
foluentia di latabor: copiofi enim in hiis funt libri: et mediocribus etiam
medicis cogniti: Verum ubi euacuata fuerit materia; hec que dicturi fumus
obferuentur..bgCIn caufa frigida et humida tres funt intentio nes curandi.
prima eft: ut euacuato corpore: etiam caput particulari ter cuacuetur: et hec
habet modos fex. Primus ut pillule exhibea tur in fero: quales funt apud Mefue
yera Gallient confortata cu ca ftorco: et colloquintida: fortiores erunt fi
yera magna exhibeatur cu nuce mufcata: aut theodoricon: Verum ego in
appropriatis pyllulas meas fcribam: quarü receptio eft. Recipe thuris mafculi
mirre electe: zizibis an.3.i.fe.pulueris capitis apupe.3.ii.accori yere ma
toris.3.ii.caftorci colloquintide an..fe.confice cam terbétina: et fi at pafta:
et dentur pillule pauce fed groffe fupra leuem cenam in lel ctum defcendenti:
poffunt etiam aufferri ca: que foluunt et dari nó fo lutiue. Secundus modus eft
mafticare in mane zinziber; ut fali ua multa expellatur: pdeft et accorus: et
nux mufcata: et piper: et cul bebbe cu maftice: in omnibus.n.eligenda funt que
et intentioni cól ferant: et a proprictate confortant. Tertius modus eft caput
obtar mico alleulare qd poteft taliter cófici. Recipe fucci maiorane. 2.ii.fuc
ci accori.2.i.nucis mufcate.3.i.fe.mufci grana duo: Inde per nafú in mane
tepidu trahatur ante cibu ore pleno aqua frigida: que poftea expellatur: Nafus
quoqs fepiffime emugatur: et fepe expuamus nam generari catarrú ét in co qfatis
canones feruet: hac etate noftra oper tet: quem utilius eft expuere: q
inglutire; ne aut in ftomacú cat: aut in pectus. Quartus eft gargarifma deponens flegma: et confortans
caput: poteftas fieri fic. Recipe accori.2.fe.origani pullegii an.3.ii. buliát
in aqua cómuni: et tadé collétur: et in. 2.x.collature pone oxit mellis
fquilitici.2.i.fe.mellis ro.2.ii.mifce: et tepidú gargarizet in mane. Quintus
eft frictio totius corporis primo: deinde capitis: hoc.n.cofert capiti: ut
Cornelius CELSO libro primo cap.xiit. deber aut a tibiis incipi frictio: poftea
paulatim fuperiora femp fricet: ut de orfü uertatur materia: quapp id ne
cótingat in pleno cachochimog corpore fieri nequaq debent: eiufdem generis eft
et capitis pectinatio fic.n.et Cornelius Celsus: et LIZIO ad Alexandrum
imparunt. Sextus eft cliftere pro materia forte.nó tamé acutu.hoc, n.ab in
ferioribus euacuat a fupiorib ? diuertit: ut dicit Auicéna quarta pmi.
CIntentio fecunda eft diera conueniens: ait.n. Gall.pmo de pno l ftico et
pnofticóe cap.ix.hoc cóe peccatú a medicis fieri: materias q dé peccates
euacuat: quomó aút altera fimilis generer negligut puidere. Nos igitur nó id
negligamus: ymo diligétiffime puideamus: qd ingenue fiet: fi
canones.xii.feruabutur circa cibú et potú.CPri mus eft: ut fugiat rerú
quarúlibet nimia repletio: apd.n.rabi Moyfe concordati funt antiqui: qd plus
nocet nimiú de bonis cibis comedel req parú de malis.Secüdus eft: ut no edant
nifi co tpe quo fames urgeat. Tertius eft; ut oia euaporatia: replétiaq caput
dimittatur ut legumina: fructus: et brafice.funt.n.de maxie cuaporatibus ad ca
put: ut.xiii.tertii. cócedi tamé poft cibú folét píra cocta: aut citonia tofta:
et in calido ét grana dulcis: aut muzzi granati: quorum et nul clei
comafticétur.Quartus eft: ut brodialia iufcula: oiaqs nimis humida effugiatur:
quia addüt in humiditate: cuius cura intendimus. CQuintus eft: ut qa pprietate
nocét memorie dimittatur. Nam cel pe hoc facit: cum habeat humiditaté groffa:
habeat et cóiuctam calidi tatem: que humiditatem fert furfum: et facit
penetrare in loca: in que nó penetraret: oia quoq3 acrumina fuge: ut
cepas.allea: porros. Effet hoc loco futura lógiffima difputatio: Verú fat p hoc
opus fuis capitul lis diximus. In illis igitur requiratur: neq3.n.oia repetere
confilium eft: ois mala mafticatio praua eft. Sextus eft: ut cruda relinquatur
ét fi cum aceto comedantur.Septimus eft: ut leuis femp fit cena. COctauus eft:
ut ois cibus in coriandris finiatur: aut iuniperis: aut crufta panis fupra qua
nó bibát. Nonus ut uinú uinofu effugiar nam nimis uaporofú eft: fertas ad
caput indigefta materia: et ad alia membra: et licet fit calidum frigidos tamen
generat morbos: ut fecú do de accidenti Galenus teftificatur: licet fit caufa
bone digeftionis magis fitim quietans q aqua: ut Ariftotiles fecunda problematu
tex. quarto. fuffocat tamé uirtutem precipue fi immoderate bibatur.mp Decimus
acetum fit accutiffimum et calidum in ufu exiguo cum cinamomo et ponatur in
uafculo accorus: et pullegium: de qbus fuis capitulis diximus in hoc libro.
Vndecimus omnia cibaria: que diu in ftomaco morantur effugiantur: ut cafeus et
omnia fupffue pin guia: et pifces quia chimum flegmaticum generant: et
paftamentalia. Duodecimus oés nucleofi fructus folent obeffe: ut nuces; et auel
lane: et caftance: et amigdale. Aer hét canones quinq3.primus ut clarus fit: et
luminofus.alter ut fit ficcus gtum fieri pot. Tertius ut non fit uentofus fed
proprie fugiat auftrum: et boream: ut difputaui mus.tertia aphorifmorú commento
fexto. Quartus ut aer camere de puret ne ullo modo fetidus fit: apperiantur
feneftre: et redolétiú rerú fafficulli cóburatur: ut iuniperi; lauri: faluie:
origani: et cetera: Quin tus: ut fuffumigetur cum thure: aut cu mirra: et in
magnis uiris cum belzoi. CSónus habet canones fex.primus ut fit equalis uigilie
no in tempore.fed in effectu: ut.f. tantum uigilia refoluat qtú fomnus humectat:
et parum plus. Alter ut meridie non fiat: quia ut dicit Auicéna tertia primi
generat egritudines humectantes: et reumatif mos. Tertius
non fiat cito poft cena: fed faltem medient bore due: fed non fupra renes: quia
materiam fluere facit in pofteriorem cellá cere bri. Quartas ut capite bene
eleuato et bene cohopto fiat.nó tamé fu pflue: quia tefte Bernardo gordonio
nimia tectura caput debilitat re foluendo: fic dicit et Gerardus in glofa
uiatici. Quintus ut non fub radiis lunae: nec in loco uentofo. Sextus ut prius
fupra latus dextru fiat poftea fup finiftrum: poftea iterum fuper dextrü: et
pderit in ore tenere fruftrum nucis mufcate. Motus babet canones fex.primus ut
ante cibum fiat.fecundus: ut fit longus: et pro corporis robore la boriofus: ut
bene refoluat.tertius ut p loca amena et ficca.quartus ut poft cibum nó
laboret.quintus ut omnes corporis pticule fimul exer ceantur: ut Galienus
fcribit ad ephigené, fimul ergo difputet.ambu let.manus moueat.fextus ut motus
fit longus et quottidie fiat. Re pletio habet canones duos. primus ut nung
repleatur.fecundus ut omnem fupfluitatem fuis expellat tpibus; aut per fe ipfum;
aut cum auxilio. I ta qp ab omni corpis pre unde fupfluitates mitti folét
emit tatur. Coitus habet canones noué.primus ut fit rarus: et non nifi cú
natura fponte id pofcit.fecundus ut non fiat tpe plenitudinis ftomaci. tertius
ut non fiat tpe famis. quartus ut fiat in fine digeftióis. quintus: ut tam
expulfe fint fupfluitates.fextus ut fiat cu dilecta: nó cú feda: aut cum
muliere quam non ames.feptimus: ut poft ipfü dor mias paululu.octauus: ut fi
tibi coitu grauior facius uidearis ab co abftineas.nonus: ut nó fit in ultimis
diebus lune ppe cöiunctionem C Accidentia animi tres canones continet.primus:
ut triftitia oio ef fugiatur.alter: ut cura rei familiaris: qtum fieri poteft
amoueatur: ut apud Claudianu. pectora noftra duas nó admittétia curas.tertius:
ut cogitatioe et meditatióe fcientiarum oblectetur. Nam apud Ariftotil
lem.delectatio perficit opus. Intétio tertia eft cófortatio: que fit par tim cu
extra appofitis: ptim cu hiis que intus ponútur. Extra appo nit capitis lotio:
q fuis tpibus fiat; et hét canones.4.pmus ut raro fi at. puta oib ? octo
dieb.fecúd'ut fiat in mane ftomaco uacuo.tertius ut in aere calido et ficco no
uentofo.quartus ut fiat cum hoc lexiuio. Fiat cinis cum lauro et origano et
edera et iuniperis et quercu: cum hoc fiat lixiuiú cú aqua in qua prius bec
bulierit..accori.M.i.fe. foliorum lauri.M.1.poftea fiat lixiuiu: et eo facto
impone florum ca momille.M.1.quia concoctionem nó fabftinet: et lauetur: et cu
hoc fa pone cófricetur: Recipe fapóis gallici feu folidi libr.ii.accori.3.iii.
affodillorú maiorane an.3.i.nucis mufcate.3.iii. pifta oia fubtiliter et
cribella: poftea malaxa cum fapone et fiant magdaleones: melius tamen eft ut
feces aque: quá fcribam in fapone ponantur et bene ma laxentur.in fine poftea
bene exficcetur caput cu panis cófricando: non ut caput opponat igni: quia
trabit uapores in cerebri. Ap ponitur extra et odoratoriu.cóueniet igitur pomú
ambre defcriptioe comuni. qd tamen ex calidionbus fiet in hyeme: ex minus
calidis in eftate: et effugiat omnem fetorem. Apponitur extra: et ueficatorium:
quod fi poft aures fiat cum lacte titimaloru aut cátaridibus: et diu ap tum
teneatur expurgat caput a multa humiditate. Ab extra ét fterna tamenta
applicantur. Ab extra fuffumigia: que fi in camera fiät erüt utilia. Ab itra át
cóferüt hec.fticados.maiorana.nuxmufcata gari ofili.buglofa pulcherime confert
ideo in uafe Vini poni debent cias fafficuli. Zinziber eft nobile fiue códitu
bis in ebdomoda aut ter ie iuno ftomaco accipiat: et horis quatuor ieiunet poft
ipfü: fiueét nó có ditú mafticet: et igluciar.thus mafculú albu deuoratú itegre
pcipuu eft. Ita ut fi zfnziberis thuris an.3.i.deuores: et fupra ipfu dor
! mias plurimum confert. Mirabulani quoc chebuli conditi fi om ! ni ebdomoda
unius pulpá edas ieiuno ftomacho: et horis quattuor poft ipfum iciunes.
Sifimbrium etiam cófert.et eft herba orti fcla rea; et ortina: et filueftris:
que dicitur gallitricum. gami edere: et pulegium: et accorus: qui eft de
precipuis. Turtur auis mire cô fert; et mirius caput upupe. Solent etiá fieri
unguenta ad illi ! niendum multa: Verum hoc eft precipuum. R. radicum buglofe
et fumiterrs an.2.iiii.radicum ruthe 2.ii.in umbra prius ficcata fubtiliffime
terrätur, fucci gallitrici.fucci eufragie, fucci berbene an.2.iiii.medulle
anacardı.2.i.tefticulorú caftrati biénalisz.i.li gue auts.3.it.piguedinis urfi:
et medulle fpatule dextre ei ' aut fal té offis illius fpatule exficcati. mifce
oia in fartagine: et fiat angu entú: quo pofterior pars et capitis pulfus ter
in anno inungant uere.f.byeme: et aurúno.alid pcipuu. Recipe gumi edere.2.i.ter
bentine lote in uino decoctionis accori libras duas: florü anthos et faluie et
betonice.an.2.ii.fe. florú edere.2.ii.falifgéme.3.iili. pinguedinis urfi
antiquate libr.fe.maiorane camomille.an.2.ii. omnia mixta diftilentur: et quod
diftilatum eft in uafe uitrea bene obturer: et cum mufco aromatizetur: et fiat
ut de priore liniméto Guido pater meus fic defcripfit Recipe oleí philosophoru
mel fue libr.iii.olei antiquiffimi oliuarum: aut fi non habetur fit fubli matum:
olei de alchanna an.libr.ii.piuguedinis talpe et muftelle eturfi
an.2.ii.caftorei.3.iii.fucci accori libr.tili. fuccci anthos: fucci betonice
an.libr.fe. fucci gallitrici et ciperi an. 2.iiii.malua tici libr.if.aque uite
libr.mediam.buliant omnia lento igne ufe ad aliquá cófumptióem: poftea impone
hec. Recipe laudani.3.1. fe. nncifmucate. 2.fe.macis gariofilorú: cuforbii:
omnium pipú an.3.ii.et pifta omnia et impone et repóc omnia fimul in uafe be ne
claufo per dies.xxx. poftea at impone in alembico et diftiles: et uidetur: quia
quod ultimo exit eft fortius; et callidius: hoc un guentum profecto eft efficax:
quo tépora: et pofterior pars cerebri perangitur: Verum prefupponit bonam
euacuationem et regimé bonú in hyeme fieri poteft femel in ebdomoda: quádo mane
uis caput lauare.in eftate fufficit femel in menfe. Inueni autem: qp fel
leopardi mirabile eft, Verum experiri non potui; quia nó potui
ha bere. Per os auté conuenit inter phlilofophos cófectio anacar
dina: q confert obliuioni et caniciei ante horam: et morphee et ba ras: Rafis
libro diuifionum duas ponit defcriptiones; Verum Me fue in fumma tertia rubrica
de imminutione memorie defcribit fic Mirabulanorum: chebulorum: indorum:
belliricorum; emblicoru an.2.iii.piperis: macropiperis: ollibani: zinziberis:
ifopi ficces accori: fpice; ciperi: mellis anacardi.an.3.v.mellis apum qtum
fufficit: dofis apud rafim eft ficut iuiuba: et Mefue in antidotario
diftinctione prima multum uariat eam. Addit.n.beduft.3.11.cofti anacardi
zuchari tabarzet.burungi.baccaru lauri an.3.vi.ciperi.3.iiii.et dofar.3.ii.cum
aqua feniculi et apii: et dat poft fex men fes. fed caueat fummens a labore.ira
et ebrietate. fimilem defcril ptionem omnino ponit Auicena. quinto canone fumma
prima tra ctatu tertio capi.xxv.et ferapio ponit aliam tranflatá ut dicit a Sal
lomone: ponit aliam: et Rafis nono almauforis. Verum fcriba rem magis tutam: et
ad memoria maioris efficacie: precedentibus rebus prefcriptis obferuatis
canonibus et eft placida ufui. Recipe nucis mufcate: gariofilorü: zinziberis:
oium piperú an. 3.ii.fc. Juniperorum.2.fe.ipericonts: corticum citri: florum
anthos: bafi liconis maiorane: mente: pullegii: bacharum lauri: calamenti: fpil
ce: xiloaloes: cubebarum cardamomi calami aromatici: fticados: an.3.i.thuris
mafculi.2.i.camedreos: camepitheos: melegete: ma cis.an.3.i.fe,
accori.M.i.fe.origani: ifopi ficce: ruthe gartofilate ariftologie utriufq3:
peonie: cubebarum: caffie lignee: pollipodii t fquinanti: celidonie: agrimonie:
pimpinelle.diptami: tormentilles fcabiofe: maratri: anifi: cimint: fifellcos:
nafturcii: an.. i. tiriace antique.2.i.aque uite glorificate fecundu artem: quá
cap.de aqua fuite fcripfimus; aut faltem fit ex bono uino: et quater diftillata:
Recipe eius libr.viii: et impone omnia predicta bene piftata: et cri brata:
poneq; in uas uitreum claufum: et fine per dies.xl. fermen tari: poftea autem
in alembico uitreo infundatur.nafus qe bene lu tetur cum recipiente ne odor
euaporet: et quater diftilletur: cam femper remittendo fuper feces fuas: nifi
qp in quarta diftillatione addatur omnium mirabolanorum anacardorum an.3.i.fc.
pift V.holidariur hingeol bene; et mifce: et fine: ut per dies fex
quiefcant: poftea diftiletar primo lento igne: poftea paulatim fortiore:
uidebis autem ter colo rem cómutare: primo.n.erit ut aqua: poftea fubcitrina:
poftremo aucto ualde igne fiet citrina: decet poftea: ut ambra: et mufco aro
matizetur: aqua prima crit remiffior fecunda: et erit pro mcipientibus et pro
eftate; fecunda etiam remiffior a tertia: Modus ac cipiédi eft: ut bis in
feptimana accipiatur coclear unu in fero fine cena aut mane ftomacho uacuo: et
ieiunetur poft horis fex: fi etia cu ea illinias tempora et cellam memorie
facit mirabilia: et fi.n. Auicenna prima tertii tractatu primo
cap.xxviiii.dixerit non effe fupra illam partem ponenda epithimata propter
priuationem com anffurarum: fed fupra coronalem: tamé de frigidis loquebat: que
non penetrant; et obfunt nuce: calida autem: et tam fubtilia pene trant: et non
obfunt nuce: qq non fit negandum quin etiam col ronali imponi debeant. Solemnis
quoqs eft canon: ut quando fufficiéter cerebrum erit exficcatum ibi fiftamus:
ne in difcrafiâ ficcam precipitemur: que eft infortunatior: q humida: ymo
melius eft infra fubfiftere q cerebrum exquifitiffime exficcare. Caue atqs qui hiis utitur ab ira labore repletione: et
coitu: ac etiam niff prius facta cuacuatione fufficienti. Nemo fupra ipfam
aquam prefumat. eius proprietaté expertam de memoria nullus dubitet habet et
alias: uirtutem regitiuam totius corporis mirabiliter forti ficat et ea propter
uitam prolongat fic: ut quidam ob eius ufum cl. anos incolumis exegerit: bonum
efficit colorem. frigidos op pugnat morbos: puftulam malam necat: et omnes
morbos ex hu morum putredine caufatos fanat: et precipue quartanam: paralifi et
fpafmo confert: fanat nefreticos. Cum hiis tamen iuuamé ! tis habet et
nocumenta: quia calidum epar: et caput habentibus ex hiberi caute debet.foleo
et res uariis membris appropriatas impo nere: et ad corum morbos propinare et
feliciter: Verum in meme ria nutrienda atq3 augenda mira res eft: fed colericis:
exercitatis: et in eftate et regione calida cum fapientia exhibeatur. Ita ut
epar epithimate cotéper: qd tamé ftate plectoria epithimari no debet: us
xiii.tertii; fed et aqua; ut diximus in plectoria exhiberi no
debes CLaudauit Auicena dyambram: alii uero utrüp dyamufcum: dulcem
uidelicet et amarum. Ego aut foleo fic ordinare. Recipe ra dicum accori
incifarum: ut raffanus.libr.ii.omnium piperú zinl ziberis an.3.iii.fe.thurif
mafculi.2.fe. nucif mufcate: gariofilol rum an.3.i.pifta omnia: et cu melle
apum cófice. Accipiat omni fero rotulas duas anteq in lectu uadar. Si tamen
addiicias fpecies dyambre: fi et mufcum apponas non crút inutilia. Hec hactenus
fufficiant de cura eius: que a frigiditate et humiditate procedunt: Illa autem
quam efficit ficcitas digeftione.euacuatione. conforta tione.humectationeq
perficitur: que omnia quidem copiofius a fa pientibus medicis in fuis libris
tradita funt. Neq3 egent: ut hoc loco fcribantur: prefertim cum fint rariffima
; et uix nifi in fene cé perta. Seruentur igitur modi quos diximus: nifi q cu
rebus fiát proportionatis. I aus fit Xpo Iefu deo noftro cius q3 intemerate
matris Maric Libellus de omnibus ingeniis augede memorie foeliciter explicit
Impreffum Bononiae per me Platonem de benedictis ciué Bono nienfem Regnante
Inclyto Principe.d.d.Iohanne Bentiuolo fel aido áno incarnatois dominice De omnibus ingeniis augendae memoriæ, Bologna. Carrara.
Grice e Carravetta: l’implicatura
conversazionale – scuola di Lappano – filosofia cosentina – filosofia calabrese
-- filosofia italiana – Luigi Speranza (Lappano). Filosofo
calabrese. Filosofo italiano. Lappano, Cosenza, Calabria. Moved to the New
World. Note Peter Carravetta, Del
postmoderno., by Alessandro Carrera
iawa-West welcomes Peter Carravetta and Marisa Frasca on Saturday,
February 14, at Sidewalk Cafe NYC IAWA’s Open Reading Series Featuring Peter
Carravetta et Marisa Frasca February 14,
Filosofia Letteratura Letteratura
Filosofo del XX secoloFilosofi italiani del XXI secolo Poeti italiani del XX
secolo Poeti italiani del XXI secoloTraduttori italiani. Grice: “Carravetta has been stealing the Italian voice of Italian
philosophers, or rather silencing it!” -- Pietro Carravetta. Keywords. Refs.:
Luigi Speranza, “Grice e Carravetta” – The Swimming-Pool Library. Tractatus
semeiotico-philosophicus – the opus magnum, almost, of Grice – or Speranza. –
The Swimming-Pool Library. Caravetta.
Grice e Carulli: la ragione
conversazionale e l’implicatura conversazionale di GIANO – scuola di Bari –
filosofia pugliese -- filosofia italiana – Luigi Speranza, pel Gruppo di Gioco
di H. P. Grice, The Swimming-Pool Library (Bari). Filosofo pugliese. Filosofo italiano. Bari, Puglia. Grice: “I like
Carulli – he philosophises on things we do not philosophy at Oxford, such as
menstruation – or piegaturi, as Speranza prefers, since this is plural – ‘delle
mestruazioni’.” Grice: “But Carulli has also philosophised on some
anti-Griceian themes: my ‘fiducia’ becomes his ‘sfiducia;’ my ‘ragione’ becomes
his ‘sragione’! Delightful!” – Grice: “When I philosophised on “Not,” or “Not
I!” alla Beckett – I wouldn’t realise these are negative implicatures –
‘negative implicatures of ‘not’ – Carulli speaks of ‘negative reflections on
unaffirmation’!” “Genius!” – Grice: “Carulli can play with word: ‘il ‘mito’
della inatualitta ‘ di X’ – is this equivalent or, as I prefer, a mere vehicle
for the cancellable implicature: ‘la attualita’ di X’?!” – Grice: “Carulli
knows how to subtitle: his ‘sfiducia e sragione’ is not just that but a
Spinozian double treatise, like Witters’s abhandlung – cfr. Speranza’s
“Tractatus semeiotico-philosophicus”. Studia a Bari, una città
tradizionalmente soggetta allo storiografismo, all'impegno cattolico e al
marxismo. Produce una filosofia aliena ai grandi inganni e refrattaria alla
celebrazione dei suoi miti -- la democrazia, i diritti, la socialità, il debolismo
-- con un'inconsueta attenzione alla forma, seguendo la scuola della cosiddetta
critica della cultura, da Nietzsche in poi, unendo gli epigoni di quello ai
moralisti. Partito da posizioni di anti-storicismo puro, culminato in un
Benjamin schiacciato sulla im-politicità di ritorno della sua filosofia in
“Oggettività dell'impolitico: riflessioni negative a partire da Benjamin”
(Genova, Il Melangolo). Così come da un'analisi eterodossa dell'ultimo
Schelling, De contemptu, Dello Schelling tardo (Genova, Il Melangelo) è giunto
ad esiti originali con “Metafisica delle mestruazioni” (Genova, Il Melangolo),
dove si sottrae il fenomeno femminile alle analisi socio-antropologiche per
riconsegnarlo alla sua radice metafisica. Il discorso sul cristianesimo ritorna
in “Sfiducia e sragione. Trattato teologico-politico” (Napoli, La Scuola di
Pitagora), dove si riprende inoltre la critica della democrazia. Il
cristianesimo è visto come una forma culturale stanca e abitudinaria, ma in
grado di reggere con la sua apatia allo scontro con l'Islam. Si affaccia la
verità ontologica del “ente” in diminuzione che non giungono mai
all'annullamento definitivo; una verità che lo distanzia dall'eternità dell’
“essente” come pure dai cultori dell'annientamento. La sua filosofia, centrata ossessivamente
sugli stessi temi, può essere idealmente divisa secondo un'altra direttrice,
volta alla ri-costruzione critica pionieristica di su amico Sgalambro. In
quest'ambito pubblica “Caro misantropo. Saggi e testimonianze per Sgalambro”
(Napoli, La Scuola di Pitagora); Introduzione a Sgalambro” (Genova, Il
Melangolo), e “La piccola verità. Quattro saggi su Sgalambro” (Milano,
Mimesis). Altre opere:“Lettera in La felicità? Prove didattiche di studenti
“tieffini” in formazione, Gemma, Barletta, Cafagna. Veneziani, Storia, verità e
politica. Perché Benjamin non è un marxista, in Libero, De contemptu, su
alessiocantarella. Davide D'Alessandro, Alighieri, Harry Potter e le
mestruazioni: l'idea bellicosa di editoria di Regazzoni, su il foglio Alessio
Cantarella, Sfiducia e sragione, su alessiocantarella, Alessandro, Ratzinger,
Bergoglio e l'Abitudine al Cristianesimo, su il foglio. Pier Francesco
Corvino, Religio Medici. Andrea
Comincini, Per una interpretazione di Dio e del Contemporaneo, su scena
illustrata.com. alessio cantarella. Sgalambro, un metafisico distruttore, in La Sicilia. Corriere del Mezzogiorno,
Sgalambro, “impiegato di filosofia” contro i luoghi comuni, in Il Mattino,
Sgalambro, filosofo pessimista che sape come godersi la vita, in Libero,
Farruggio, Una preziosa “Introduzione a Sgalambro” Alessandro, Cara “Italian
Theory”, ricordati di Sgalambro, su il foglio, Introduzione a Sgalambro su rai
playradio. Alessio Cantarella, su alessiocantarella. Alessandro, Uno Sgalambro
non isolato, tra Cacciari e Severino, su il foglio, convenzionali.wordpress.com,
Sgalambro e le piccole verità, su lgiornale. Sgalambro, l’esistenza e il peso
di dio, su scena illustrata.com. Sgalambro, il filosofo che ama la canzone, in
La Gazzetta del Mezzogiorno. Giano (latino: Ianus) è il dio degli inizi,
materiali e immateriali, ed è una delle divinità più antiche e più importanti
della religione romana, latina e italica. Solitamente è raffigurato con due
volti (il cosiddetto Giano Bifronte), poiché il dio può guardare il futuro e il
passato. Nel caso del Giano quadrifronte, le quattro facce sono rivolte ai
quattro punti cardinali. Busto di Giano conservato presso i Musei
Vaticani. Caratteristiche della divinità Modifica Etimologia Modifica
Quadrigato romano recante l'effigie di Giano. Circa 220 a.C. Già gli antichi
mettevano il nome del dio in relazione al movimento: Macrobio e Cicerone lo
facevano derivare dal verbo ire "andare", perché secondo Macrobio il
mondo va sempre, muovendosi in cerchio e partendo da sé stesso a sé stesso
ritorna. Gli studiosi moderni hanno confermato questa relazione stabilendo una
derivazione dal termine ianua, "porta"[2], ma è con Dumézil che il
senso si precisa: il nome Ianus deriverebbe dalla radice indoeuropea *ei-,
ampliata in *y-aa- con il significato di "passaggio" che, attraverso
una forma *yaa-tu, ha prodotto anche l'irlandese ath, "guado. In passato
non sono mancate tuttavia ipotesi alternative, come quella che voleva il nome
derivato da una più antica forma *Dianus, da mettere in relazione con la dea
Diana e quindi derivato anch'esso dalla stessa radice del termine latino dies,
"giorno". Dumezil nota anche l'appellativo di 'mattutino' con cui
Orazio si rivolge al dio in modo semiserio (Serm.). Tale appellativo tuttavia
deporrebbe indifferentemente a favore di entrambe le ipotesi etimologiche
esposte. Il suo nome in greco è Ιανός (Ianós). È il primo a portare il
naso con profilo romano (il classico naso a becco d'uccello). La figura
del Dio Giano, come appena accennato, è prettamente romana e la sua origine non
si può far risalire alla mitologia greca. Nella mitologia etrusca la divinità
più prossima a Ianus è Culsans[5], dio delle porte e dei passaggi, anch’esso
bifronte, con un nome simile ("ianua" significa porta in latino, come
"culs" in etrusco) e legato al concetto di passato e futuro, ma con
caratteristiche non del tutto sovrapponibili. Essendo pochissime le
informazioni in nostro possesso sui culti dell'Italia preromana non possiamo
far risalire con certezza Giano a qualche divinità italica. Una
possibilità da tenere in considerazione è che la figura di Giano sia stata
ispirata da quella di Ušmu, un dio sumero a due facce, altrimenti chiamato
Isimud o, in piena età babilonese, Ansar. Epiteti Modifica Asse con
l'effigie di Giano e la prora di una nave. Circa 240-225 a.C. Come tutte le
divinità romane, Giano era chiamato con diversi epiteti, che testimoniano la
sua particolare rilevanza all'interno del pantheon: Divum Deus (Dio degli
Dei) Divum Claviger (Dio Clavigero) Divum Pater (Padre degli Dei) Ianus Bifrons
(Giano bifronte) Ianus Cerus (Giano creatore) Ianus Consivius (Giano
procreatore) Ianus Pater (Giano padre) Pater matutinae (Padre del mattino)
Ianus Vicilinus (Giano Vigilante) Natura del dio Modifica Giano è una divinità
esclusivamente romano-italica, la più antica tra gli Dei nazionali, gli Di
indigetes, invocata spesso insieme a Iuppiter. Fu, insieme a Quirino, l'unico
dio romano a non essere assimilato a divinità ellenistiche. Il suo culto
è probabilmente antichissimo e risale ad un'epoca arcaica, in cui i culti dei
popoli italici erano in gran parte ancora legati ai cicli naturali della
raccolta e della semina. È stato sottolineato da più autori, fin dal secolo XIX
(Vedi Il ramo d'oro), come Giano fosse probabilmente la divinità principale del
pantheon romano in epoca arcaica ed anche Sant'Agostino nel suo De Civitate Dei
(VII, 9) ricorda che “ad Ianum pertinent initia factorum” e come perciò al Dio
competa “omnium initiorum potestatem”. In particolare rimarrebbe traccia di
questo fatto nell'appellativo Ianus Pater che permase anche in epoca
classica. Giano nell'epoca arcaica era semplicemente il dio legato ai
cicli naturali, poi con il passare del tempo il suo mito divenne sempre più
complesso. Nei frammenti superstiti del Carmen Saliare Giano è salutato
con particolare enfasi come padre e dio degli dei stessi: «divum +empta+
cante, divum deo supplicate» (IT) «cantate lui, il padre degli dei,
supplicate il dio degli dei» (fragmentum 1) Tale dato è confermato dal
fatto che per i romani Giano non era figlio di alcun'altra divinità (ad esempio
Giove è figlio di Saturno), ma, proprio per la sua qualità di pater divorum,
egli era sempre stato, immanente, fin dall'origine di ogni cosa. Così è che
Giano, come lo stesso ci racconta per bocca di Ovidione i Fasti (I, 103 e
s.s.), era presente allorché i quattro elementi si separarono tra di loro dando
forma ad ogni cosa. A tal proposito Varrone riporta nel carmen anche
l'epiteto di Cerus cioè "creatore", perché come iniziatore del mondo
Giano è il creatore per eccellenza[8]. Il console e augure Marco Valerio Messalla
Rufo scrive nel libro sugli Auspici che Giano è colui che plasma e governa ogni
cosa e unì, circondandole con il cielo, l'essenza dell'acqua e della terra,
pesante e tendente a scendere in basso, e quella del fuoco e dell'aria, leggera
e tendente a sfuggire verso l'alto, e che fu l'immane forza del cielo a tenere
legate le due forze contrastanti[9]. Settimio Sereno lo chiama "principio
degli dèi e acuto seminatore di cose". Giano presiede infatti a
tutti gli inizi e i passaggi e le soglie, materiali e immateriali, come le
soglie delle case, le porte, i passaggi coperti e quelli sovrastati da un arco,
ma anche l'inizio di una nuova impresa, della vita umana, della vita economica,
del tempo storico e di quello mitico, della religione, degli dèi stessi, del
mondo, dell'umanità (viene infatti chiamato Consivio, cioè propagatore del
genere umano, che viene seminato per opera sua), della civiltà, delle
istituzioni. Nella sua riforma del calendario romano, Numa Pompilio
dedicò a Giano il primo mese successivo al solstizio d'inverno, gennaio, che
con la riforma giulianadel 46 a.C. passò ad essere il primo dell'anno. Una
delle caratteristiche più singolari di Giano sta nella sua rappresentazione
come di un dio bicefalo, da cui l'appellativodi Giano bifronte. Questa
particolarità era connessa all'area di influenza divina che Giano assunse in
maniera specifica in epoca classica, dopo l'ascesa degli dei romani
"canonici": Giano era preposto alle porte (ianuae), ai passaggi
(iani) e ai ponti: ne custodiva l'entrata e l'uscita e portava in mano, come i
portinai, gli ianitores, una chiave e un bastone, mentre le due facce
vegliavano nelle due direzioni, a custodire entrata e uscita. Anche in
quest'epoca, comunque, Giano continuò a rappresentare il custode di ogni forma
di passaggio e mutamento, protettore di tutto ciò che riguardava un inizio ed
una fine. Miti Modifica Paolo Farinati, Giano bifronte con una
ninfa, 1590 circa, affresco, Villa Nichesola-Conforti, Ponton di Sant'Ambrogio
di Valpolicella (Verona). Nel mito Giano avrebbe regnato come primo Re del
Latium, fondando una città sul monte Gianicolo e donando la civiltà agli
Aborigeni, suoi originari abitanti. Con la ninfa Camese avrebbe generato
inoltre numerosi figli, tra i quali il dio Tiberino, signore del Tevere. È lui
ad accogliere il dio dell'agricolturaSaturno, spodestato dal figlio Giove,
condividendo con lui la regalità e consentendogli di portare l'età dell'oro.
Per l'ospitalità ricevuta, Giano ricevette dal dio Saturno il dono di vedere
sia il passato che il futuro, all'origine della sua rappresentazione
bifronte. Numerose sono le ninfe indicate come mogli o compagne di
Giano: Camese, dalla quale il dio ebbe tre figli: Tiberino, il dio del
Tevere; Camasena, Clistene; Venilia, citata da Ovidio, dalla quale avrebbe generato:
Canente; Carna, dalla quale avrebbe ricevuto il potere sulle porte; Giuturna,
dalla quale sarebbe nato: Fons, dio delle sorgenti, venerato ai piedi del
Gianicolo. Culto Modifica Al culto di Giano, a differenza delle altre divinità
maggiori, non era preposto uno specifico flamen. Le cerimonie a lui dedicate
venivano invece amministrate dallo stesso Rex e, in età repubblicana dal
particolare sacerdote che suppliva alle antiche prerogative regie, il Rex
Sacrorum. Egli apriva dunque per primo le processioni e le cerimonie religiose,
antecedendo anche lo stesso flamen Dialis, sacerdote di Giove. Nel suo
tempio si sacrificava spesso per avere vaticinisulla riuscita delle imprese
militari. Santuari Modifica Arco di Giano o Ianus Quadrifrons. A
Roma i principali luoghi consacrati a Giano erano: lo Ianus geminus, un
passaggio coperto consacrato secondo la tradizione da Numa Pompilio nel Foro e
precisamente nella parte più bassa dell'Argileto secondo Tito Livio, o ai piedi
del Viminale secondo Macrobio, e che veniva aperto in occasione di guerre e
chiuso in tempo di pace; lo Ianus quadrifrons, un arco a quattro aperture
situato nel Foro Boario; il Tempio di Giano situato nel Foro Olitorio e
consacrato da Gaio Duilio nel 260 a.C. dopo la vittoria di Milazzo. Giano come
simbolo di città Modifica Scultura lignea di Giano ad Avezzano Secondo la
leggenda, Giano fondò la città di Gianicola, e fu proprio lui ad accogliere
Saturno nel Lazio. Esisteva una frazione della città di Roma denominata
Gianicolo e secondo alcuni mitologi Giano sarebbe il fondatore di uno dei
villaggi di Roma. Da notare che il Gianicolo affaccia su un lato del Tevere ove
è presente un guado naturale, quindi un passaggio. Giano viene assunto
dal Medioevo a simbolo di Genova, in relazione al suo nome antico di Ianua.
Come tale viene spesso accostato al Grifone, altro simbolo di questa città.
Troviamo effigi di Giano bifronte nel pozzo sacro di piazza Sarzano
(l'ermabifronte sulla cupoletta, proveniente da una fontana cinquecentesca
opera della bottega in Genova di Giacomo e Guglielmo della Porta);
rappresentazioni dei grifoni come ornamento dei pinnacoli delle volte vetrate
di Galleria Mazzini e nei lampadari ottocenteschi della stessa. Una
rappresentazione indubbiamente più moderna ed essenziale la troviamo nel
palazzo azzurro sito in Fiumara. Bisogna considerare Giano come dio adatto a
sostituire i riti celtici dediti alla venerazione del torrente, considerato
come luogo ove convergono le acque da affluenti che stanno a destra e a
sinistra dello stesso corso d'acqua, in quanto Giano aveva due facce ed era il
dio dei passaggi, oltre ad avere rapporti con le divinità delle acque.
Oltre a Genova, Giano è il simbolo di Tiggiano(provincia di Lecce), Subbiano
(provincia di Arezzo), Selvazzano Dentro (provincia di Padova) e Centro Giano
(provincia di Roma), San Giovanni Rotondo(Provincia di Foggia). L'immagine di
Giano è presente nel gonfalone di Tiggiano (provincia di Lecce)[13]perché
secondo un'etimologia popolare il nome del paese potrebbe derivare dal nome del
dio Giano (in realtà il toponimo è un prediale costruito sul gentilizioromano
Tidius.). In Basilicata, presso Muro Lucano (PZ) è presente il toponimo
Capo di Giano e Varaggiano, mentre presso Melfi c'è Foggiano. A Pescopagano, in
una nicchia sotto l'arco di Porta Sibilla vi è una statuetta raffigurante Giano
bifronte. L'immagine di Giano è presente nel gonfalone di Subbiano
(provincia di Arezzo)[16] perché secondo un'etimologia popolare il nome del
paese deriverebbe dal latino Sub Janum condita ("fondata sotto [il segno
di] Giano"), ma in realtà il toponimo è un predialecostruito sul
gentilizio romano Sevius. Il nome della città di Avezzano in Abruzzo
stando ad un'ipotesi giudicata inverosimile da storici ed archeologi
deriverebbe da "Ave Jane", un'invocazione posta sul portale di un
tempio consacrato al dio Giano. Secondo la leggenda attorno al tempio ebbe
origine la borgata formata dai primi agricoltori stanziati nell'area che
originariamente circondava il lago del Fucino. Il monte Giano
nell'Appennino centrale è situato nel comune di Antrodoco, in provincia di
Rieti. Il toponimo di Selvazzano Dentro di origine romana parrebbe
riportare alla presenza di un boschetto sacro al dio Giano (selva di Giano),
l'attuale stemma comunale riporta infatti un altare dedicato al dio.
Secondo delle supposizioni i toponimi di Vezzano, come Vezzano Ligure in provincia
della Spezia, deriverebbero dalla divinità romana. Il nome del dio è
invece all'origine dei due toponimi Giano dell'Umbria e Giano Vetusto, non
direttamente ma attraverso un nome di persona latino Ianus (al quale sarà
originariamente appartenuto il fondo sul quale è sorto il centro
abitato). A Reggio Emilia c'è un Giano su uno spigolo di Palazzo Magnani
in Corso Garibaldi. Nel comune di Maddaloni, in Provincia di Caserta,
esattamente dinanzi l'ospedale cittadino, sono ancora visibili i resti di un
tempio con l'iscrizione "Iano Pacifero". A Trieste vi è una
fontana con il volto bifronte del dio, posta all'inizio del Viale XX Settembre.
In quanto alla scelta del sito, va notato che nei primi anni dell'Ottocento in
quel punto si trovava un recinto con cancello, che segnava l'uscita dalla
città. Il toponimo di Camposano, in provincia di Napoli, tra le tante
interpretazioni, parrebbe derivare da un tempio dedicato al dio Giano
denominato Campus Iani. Nel pesarese, a pochi chilometri dalla città di
Fano, vi è la frazione di Monte Giano. Nei pressi del comune di Montieri,
tra Siena e Volterra, Alta Maremma, si trova una località chiamata Prategiano,
tradizionalmente legata alla divinità. Qui oggi si trova un prato collinare,
circondato da boschi. Vi ha sede un centro ippico di rilievo, dal quale partono
escursioni per numerose località naturali e storiche. La zona è ricca di
vestigia, tra le quali la Rotonda di Montesiepi, con la Spada nella Roccia, ivi
conficcata dal misterioso San Galgano nel XII secolo, oggi ancora visibile
sotto la cupola della rotonda. Note Modifica ^ Macrobio, Saturnalia, I,
9, 11 ^ ad esempio Herbert Jennings Rose in Dizionario di antichità classiche,
s.v. Giano. Milano, Edizioni San Paolo, Dumézil, La religione romana arcaica, Milano, Rizzoli, Ferrari, Dizionario di
mitologia greca e latina, s.v. Giano. Torino, UTET, Simon "Culsu, Culsans
e Ianus" in: Atti Secondo congresso internazionale - Tomo III - 1985 1271-81.
^ de Grummond, N.T. et Simon, E. (eds.) (2006). The
Religion of the Etruscans. University of Texas, Austin.. ^ Daniele
F.Maras, Monografie - La Religione Etrusca p.22, in Archeo Monografie, 27
ottobre/novembre 2018. ^ Marco Terenzio Varrone, Della lingua latina, VII,
26-27 ^ Macrobio, Saturnalia, I, 9, 14 ^ Macrobio, Saturnalia, I, 9, 16 ^ Tito
Livio, Storia di Roma, I, 19, 2 ^ Teofilo Ossian De Negri. Storia di Genova.
Firenze, Giunti, 2Stemma Comune di Tiggiano, su comuni-italiani.it. Notizie generali
sul Comune di Tiggiano, su japigia.com. URL consultato Marcato. Tiggiano, in
AA. VV. Dizionario di toponomastica. Torino, UTET, Subbiano (Tuscany, Italy),
su crwflags Subbiano in breve, su comune.subbiano.Marcato. Subbiano, Dizionario
di toponomastica. ^ Giovanni Pagani, Il nome Avezzano, su
avezzano.terremarsicane.it, Terre Marsicane. Marcato. Giano dell'Umbria e Giano
Vetusto, in AA. VV. Dizionario di toponomastica. ^ In Viale una fontana con due
mascheroni - Cronaca - Il Piccolo, in Il Piccolo, 19 novembre Enciclopedia
Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc. Portale Mitologia: accedi alle voci
di Wikipedia che trattano di mitologia. Falacer Saturno (divinità) divinità
romanaell'agricoltura Carna Wikipedia Il contenutoAntonio Carulli. Keywords:
Giano, critica della cultura, Nietzsche, De Contemptu, Schelling, impolitico,
Benjamin, menstruazione, Aligheri sulla mestruazione, ente, essente. Giano, e
la religione, paganesimo. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Carulli” – The
Swimming-Pool Library. Carulli.
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