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Wednesday, January 8, 2025

GRICE ITALO A-Z C CAR

 

Grice e Carmando – Roma – filosofia italiana (Roma). Charmander -- According to Seneca, Carmando wrote a book on comets.

 

Grice e Caro: la ragione conversazionale e l’implicatura conversazionale dell’interpretare -- interpretante, interpretato – scuola di Roma – filosofia romana – filosofia lazia -- filosofia italiana – Luigi Speranza, pel Gruppo di Gioco di H. P. Grice, The Swimming-Pool Library (Roma). Filosofo romano. Filosofo lazio. Filosofo italiano. Roma, Lazio. Grice: “Caro likes ‘interpretant,’ I spent various tutorials going through Aquino’s Commentarium’ on the ‘peri hermeneias’ – my tutees were fascinated by the fact that while the Grecian hermeneias is figurative – after Hermes, some say – ‘inter-pretatio’ is not!” -- “I love Caro – he has philosophised on Davidson’s philosophising, notably Davidson’s idea of the interpretant, an idea Davidson borrowed – but never returned – from Peirce!” Insegna a Roma.  Si occupa di filosofia morale, di libero arbitrio, teoria dell'azione e storia della scienza. Ha difeso la teoria detta " naturalismo liberale", già oggetto di discussione nelle letteratura specialistica sull’argomento. È membro dei comitati scientifici delle riviste Rivista di Estetica  e Filosofia e questioni pubbliche. Collabora con Il Sole 24 Ore, e ha scritto per The Times, La Repubblica, La Stampa e il manifesto. Presidente della Società Italiana di Filosofia Analitica (SIFA) dal  al. È vicepresidente della Consulta Nazionale di Filosofia. Ha condotto ZettelFilosofia in movimento, programma televisivo RAI dedicato alla filosofia.  L'asteroide 5329 Decaro è chiamato così in suo onore; “Dal punto di vista dell'interprete. La filosofia di Davidson, Roma, Carocci); Il libero arbitrio, Roma-Bari, Laterza); Azione, Bologna, Il Mulino); La logica della libertà, Roma, Meltemi); Normatività, Fatti, Valori” (Macerata, Quodlibet); Scetticismo. Storia di una vicenda filosofica” (Roma, Carocci). Siamo davvero liberi? Le neuroscienze e il mistero del libero arbitrio (Torino, Codice). La filosofia analitica e le altre tradizioni (Roma, Carocci).  Bentornata Realtà: Il nuovo realismo (Torino, Einaudi,. Quanto siamo responsabili? Filosofia, neuroscienze e società” (Torino, Codice,. Biografie convergenti: venti ircocervi filosofici, disegni di Guido Scarabottolo, Milano-Udine, Mimesis).  Cos’è il nuovo realismo [“What is the new realism”], Mimesis, Milano)  Azione [“Action”], Il Mulino, Bologna,  Il libero arbitrio. Un ’  introduzione [ “ Free Will. An Introduction ” ], Laterza, Roma-Bari); Dal punto di vista de ll’int  erprete. Il pensiero di Donald Davidson [ “ From theInterpreter’s  Point of View. Donald Davidson  s Thoug ht”],  Carocci, Roma  Interpretazioni e cause [“Interpretations and Causes”], Doctoral dissertation, Università diRoma. Editor (with M. Mori - E. Spinelli) of  La libertà umana: storia di un’id  ea, Carocci,Roma, forthcoming.2)   Editor (with Lavazza  –  Sartori) of Quanto siamo responsabili? Filosofia,neuroscienze e società,  Codice, Torino Marraffa) of  La filosofia di Martino, special issue of  Paradigmi, Editor (with L. Illetterati) of a special issue of Verifiche  on “ Classical German Philosophy. New Research Perspectives between Analytic Philosophy and the Pragmatist Tradition”)   Editor (with S. Gozzano) of a special issue of  Rivista di filosofia   on “The philosophy ofconsciousness, ”  Editor (with M. Ferraris) of  Bentornata realtà. Il nuovo realismo in discussione, Einaudi,Torino)   Editor (with Poggi),  La filosofia analitica e le altre tradizioni, Carocci, Roma)  Naturalismo, special issu Rivista di Estetica, (with Barbero and Voltolini) Editor of The Architecture of Reason. Epistemology, Agency, and Science, Carocci,Roma (with Egidi)   Editor of Siamo davvero liberi? Le neuroscienze e il mistero del libero arbitrio,Codice, Torino) (with Lavazza and Sartori). Guest editor ofÈ naturale essere naturalisti?, special issue of  Etica e politica, (with Barbero - Voltolini). Editor of Scetticismo. Storia di una vicenda filosofia, Carocci, Roma  (Spinelli) Editor of  La mente e la natura, Fazi, Roma  (Italian version of  Naturalismin Question ) (with Macarthur)   Editor of the Italian version of H. Putnam, The Fact/Value Dicothomy, Fazi, Roma) Normatività, fatti, valori, Quodlibet, Macerata (essays by Wright, Hornsby, Fogelin, et alii ) (with Rosaria Egidi and Massimo De ll‟ Utri)   Editor of  Logica della libertà [ “ The Logic of Free dom”],  Meltemi, Roma) -- contains the Italian translation of essays by A. Ayer, R. Chisholm, P.F. Strawson, P. vanInwagen, H. Frankfurt)   Guest editor of “ Libertà e Deter  minismo Freedom and Determinism ” ], specialissue of  Paradigmi, Presentazione” del numero speciale di  Paradigmi dedicato a  La filosofia di Martino,  Machiavelli e Lucrezio ”,  postface to A. Brown,  Machiavelli e Lucrezio. Fortuna elibertà nella Firenze del Rinascimento, Carocci, Roma, 2  “Metafisica e naturalism o: una entente cordiale?”, Sistemi intelligenti, “Galileo e il platonismo fisico - matematico”, in R. Chiaradonna,  Il platonismo e le scienze, Carocci, Roma “Introduzione” (with R. Chiaradonna) to R. Chiaradonna,  Il platonismo e le scienze,Carocci, Roma Naturalismo nel mirino: ma quale intendiamo? ”, Vita e pensiero, Autonomia della filosofia e neuroscienze, Rivista di Filosofia, Libero arbitrio e neuroscienze,” in A. Lavazza, G. Sartori (a cura di),  Neuroetica,Il Mulino, Bologna “ Filosofia della mente,”  in  Dizionario della mente Treccani, Istituto dell’EnciclopediaItaliana Italiana, Roma “Ne uro-mania e natura lismo”  (commento, su invito, a ll articolo target di CristianoCastelfranchi e Fabio Paglieri) (con A. Lavazza), Giornale italiano di psicologia, “ Il migliore dei naturalismi possibili  Etica et Politica / Ethics et Politics, (with A. Voltolini). Psicologia, intenzionalità, scopi: un punto di vista filosofic o,”  (invited commentary to atarget article by C. Castelfranchi and F. Paglieri), Giornale italiano di psicologia, “ Libertà e responsabilità mora le,”  in  Enciclopedia del Terzo Millenio, Istitutode ll Enciclopedia Italiana, Roma   “ Le neuroscienze cognitive e l'enigma del libero a rbitrio,”  in M. Di Francesco  M.Marraffa (a cura di),  Il soggetto. Scienze della mente e natura dell  ’  io, Mondadori, Milano “  Neuroetica e libero a rbitrio,”  in Bacin (a cura di),  Etiche antiche e moderne, Il Mulino,Bologna Introduction to the Italian tr. of Dupré,  Human Nature and the Limits ofScience, Laterza, Roma-Bari (with Telmo Pievani). Temi scotistici nella discussione contemporanea sul libero a rbitrio,”   Quaestio “ Gazzaniga, Hauser e la fallacia dei cromosomi mora li,”  Micromega  (Almanacco di scienze) Filosofia, musica e asc olto,” Rivista di storia della filosofia, “ Il ritorno dello scientismo,”  in M. Failla (a cura di) “B ene navigavi ”. Studi in onore di Franco Bianco, Quodlibet, Macerata “ Il naturalismo scientifico contemporaneo: caratteri e pr  oblemi,”  in Costa - F. Michelini(eds.),  Natura senza fine, EDB, Bologna  Causazione mentale e plura lismo,” Iride, (with MassimoMarraffa).Due concetti di libero arbitr  io,”  in R. Calcaterra (ed.),  Le ragioni del conoscere ede ll’agire. Scritti in onore di Rosaria Egidi, Franco Angeli, Milano “ Scienza e libertà: due comuni fraintendimenti, SISSA NEWS,  Quattro tesi su filosofia e scienza,”   Sistemi intelligenti, “ Frankfurt  “ Teoria dell’az ione” Scetticismo moderno e contemporane o”, in  Enciclopedia filosofica di Gallarate, Bompiani, Milano Nozick, Strawson e l’illusione  della libertà,Pellegrino e Salvatore, Nozick .  Identità personale, libertà e realismo morale, LUISS University Press, Roma Questioni metafisiche: Dio e la libertà,”  in Coliva,  Filosofia analitica. Temi e problemi, Carocci, Roma with G. De Anna). Davidson sulla libertà umana,”  Iride, “ L'inscindibilità di fatti e valori in etica, in economia e nelle scienze natura li,” in troductionto  Fatto valore. Fine di una dicotomia (Italian translation of H. Putnam, The Fact/Value Dicothomy ), Fazi, Roma “  Naturalismo e scetticismo: il caso del libero a rbitrio,”  in R. Lanfredini (ed.),  Il problemamente-corpo, Guerini, Milano, “ Responsabilità e sce tticismo” in Egidi - De ll Utri – C., Normatività, fatti, valori, Quodlibet, Macerata “ Olismo e interpretazione radica le,”  in M. De ll Utri (a cura di), Olismo, Quodlibet,Macerata Il naturalismo fisicalistico: un dogma filosofico?,” in P. Parrini (ed.), Conoscenzae cognizione, Guerini, Milano “ Teorie de l’int erpretazione e criteri di correttezza,”  in Montaleone (ed.),  Parole fuorilegge.  L’idiotismo  linguistico tra filosofia e letteratura, Cortina, Milano  “ Libertà,” Paradigmi, Forme dello scetticismo e interpre tazione,” Fenomenologia e società,  “ Contro la centralità delle regole: l’esternalismo di Donald Da vidson,”  in  Atti della Società Italiana di Filosofia del Linguaggio, Novecento, Palermo, Sui presupposti sociali della responsabilità, «Filosofia e questioni pubbliche, “ Per un connessionismo non eliminazionista” Sistemi Intelligenti, “ Varianti dell’olismo. Aspetti della teoria analitica della traduz ione,” Colloquium Philosophicum, “ Libertà metafisica e responsabilità mora le,”    Paradigmi, “ Prese ntazione,” Paradigmi,  “ Determinismo e filosofia della mente contemporanea,”  in M. Cini (ed.), Caso, necessità, libertà, Cuen, Napoli “ Monismo anomalo ed epife nomenismo,”    Il Cannocchiale, “ Il lungo viaggio di Putnam,” Lingua e Stile, XXXI, “ Epistemologia e interpretazione: l esternalismo di Donald Da vidson,”    Rivista di filosofia, “ Il platonismo di Ga lileo,”  Rivista di filosofia, “ La discriminazione tra la scienza e l'arte: un problema per il relativismo epistemico,” Paradigmi, Review of S. Nannini,  Naturalismo cognitivo. Per una teoria materialistica della mente,in  Iride, Review of L. Fonnesu, Storia dell'etica contemporanea. Da Kant alla filosofia analitica,in  Iride, Review of A. Massarenti,  Il lancio del nano e altri esercizi di filosofia minima, in  Bollettino della Società filosofica italiana, Review of M. De ll Utri,  L’inganno  assurdo, in  Epistemologia, Review of Carlo Montaleone,  Don Chisciotte o la logica della follia, in  Bollettino della Società filosofica italiana, Review of Mario Ricciardi - Corrado Del B o (a  cura di),  Pluralismo e libertà fondamentali, in  Iride, Review of Giacomo Marramao,  Minima temporalia,  Iride, in  Iride Review of Donald Davidson, Subjective, Intersubjective, Objective, in  Iride, Review of Massimo Marraffa,  Filosofia e psicologia, in  Epistemologia, Review of Nicla Vassallo, Teoria della conoscenza, in  Epistemologia “ Wittgenstein su mente e linguagg io”  [Review of Egidi, Wittgenstein: Mind and Language ], in  Rivista di filosofia, Review of Mark Pickering (ed.), Science as Practice and Culture, in  Archives Internationale  s d’   Histoire Des Sciences, Review of Marc De Mey, The Cognitive Paradigm. An Integrated Understanding ofScientific Development, in  Archives Internationales d’Histoire Des Sciences, 1Review of M. De ll Utri,  Le vie del realismo. Verità, linguaggio e conoscenza in Hilary Putnam, in  Physis, Review of “ Il naturalismo filosofico di Willard Van Orman Quine ”  [review of: W.V.O.Quine,  La scienza e i dati di senso, Roma  Tempo presente, Review of “ Scienza e relativismo: un ossimoro? ”  [review of: R. Egidi, La svoltarelativistica nell'epistemologia contemporanea, Milano Tempo presente, Review of “ E' ancora possibile una storiografia dell'arte? ”  [review of: H. Belting,  La fine della storia dell'arte o la libertà dell'arte, Torino Tempo presente,: Università della Calabria, Conference of Italian Association of Philosophy ofMind. Commentator of the main speaker, Crane: participant in the debate on “ Semiotics and Phenomenology of the Se lf,” Roma, Società Italiana di Filosofia: University of L’Aquila. Lecture on “ Free Will and Causal Determinism ”. Ravenna Scienza, “  Neurobiology of Free Will: Is Our Will Free? ”.Invited speaker. Paper: “ The Philosophical Mystery of Free Will”.  Roma, Auditorium “ Parco della Musica,”  Festival of Science. Lecture on: “ Gödel Theorems and Free will”  (with Rebecca Goldstein).: Reggio Emilia, Istituto Banfi. Conference “  Nature and Free dom”; invited spekaer for the section “ The naturalization of free dom” (commentators A. Benini eS.F. Magni). Nature and Free dom”.  December 2, 2005: University “ Ca’Foscari,”  Venice. International Conference, “Davidson: Language - Meaning - Mind - Action ”; invited speaker. Paper: “F reedom andInference to the Best Explanation ”.Sassari, Sassari Association of Philosophy and Science. Lecture on “ Freedom and Scien ce”.  Vita  –   Salute “ San Raffae le”  University, Cesano Maderno (Milano),  First Meeting of the Italian Association of Philosophy of Mind ; organizer and chairperson. University of Genoa, International conference, “ Mental Processes ”;relatore invitato per la sezione “ Action and Rationality ”   Hornsby). SISSA, Trieste. Conference “  Neurophysiology and Free W ill”;  invited speaker. Paper: “ Etica e libero arbitrio ”. University of Trento, International Conference, “ Agency and Causation in theHuman Sciences ”. F reedom and the Social Sciences ” ). Vita e Salute - San Raffaele”  University, Milano. International Conference, “ ADay for Freedom? An International Conference on Free W ill”. Discussant di Hughes.May 12, 2005: University of Florence, International Conference “ Philosophy, Neurophysiology and Free will”  On the compatibility of philosophy and scienc e”.Istituto di studi americani, Roma, International Conference, “ Pragmatismand Analytic Philosophy: Differences and Interac tions”  (invited speaker). Paper: “B eyondScientific Natura lism”.  University of Piemonte orientale, Department of HumanisticStudies. Three lectures on  Freedom and Nature.   November 26, 2004: University of Florence - Department of Philosophy. Lecture on TheConcept of Naturalism: University of Pavia  –  Giason del Maino College. Lecture on TheContemporary Debate on Free Will . University "Vita e Salute    San Raffaele,”  Milano. Lecture on  Freedomand Nature. University of Piemonte Orientale, Vercelli, Department ofHumanistic Studies, conference on “ Scientists and Philosophers and the Study ofComplex Sy stems”: Genova, VI International Conference of the Italian Society of Analytic Philosophy (member of the scientific committee). Rome. International Symposium "Questions on Naturalism"  Rome. “ Davidson on Human Free dom”.  Conference on DonaldDavidson, Department of Philosophy, Università Roma Tre (Rome. Discussant of Akeel Bilgrami. Workshop at LUISS University. Florence. Paper: “ Metaphysical Libertarianism ”. Conference on Nozick’s philosophy, Department at the University of Florence (speaker), Sassari. Lecture on “ Logica e retorica ”  [Logic and Rhetoric].Department of Foreign Languages and Literatures, University of Sassari (invited lecturer). May7, 2003, Siena. Paper on “  Naturalism and Free dom”.  Workshop on The Free Will problem. Department of Philosophy, Università di Siena Sassari. Workshop on Skepticism and the Reemergence and the Self,” Department of Philoosophy, Università di Sassari, (discussant).October 12, 2002, Messina. Paper on “  Naturalism and Intentionality ”. Annual Meeting of theItalian Society of Philosophy of Language. Cosenza. Lecture:  Memoria e identità [Memory and Identity].Department of Philosophy, Università di Cosenza, Florence. Paper: “ Freedom and Moral Responsibility: Mysteries orIllusions? ”. Florence Rome. Lecture  La teoria della conoscenza nel Novecento [TheTheory of Knowledge in the Twentieth Century]. Italian Society of Philosophy (invitedspeaker)February 5, 2002, Rome. Paper on  Il fondamento filosofico dei diritti umani [The Philosophical Foundation of Human Rights]. Conference “ The Question of HumanRights Today,”  Università di Roma “ La Sapienza Pavia. Lecture on  Responsabilità e causalità: critiche a Strawson e Frankfurt [ “ Responsability and Causality: Some Criticisms of Strawson and Frankfur  t”]. Department of Philosophy, Università di Pavia (invited speaker). Cosenza. Lecture on “ Ragioni e ca use”  [ “ Reasons and causes ” Calabria ( Padua. Lecture on “  Freedom and Naturalism,”  Department of Philosophy,Università di Padova (invited speaker).May 8, 2001, Milan. Paper on “ Interpretations and Criteria of Correctness ”.Conference:  Interpretation and Correcteness, Università Statale di Milano (Bologna. Causality and Naturalism. Annual Meeting of the ItalianSociety of Analytic Philosophy, Università di Bologna (invited speaker). Rome. Paper on  Forms of Causation. Annual Meeting of the Italian Societyof Philosophy, Università Roma Tre  Siena. What Strawson Hasn’ t Proved . Annual Conference ofthe Italian Society of Analytic Philosophy (Rome. Paper on “ Freedom and the Self  ”. Conference: The Nature of theSelf, between Philosophy and Psychology, Università Roma Tre Rome. Paper on “ Van Inwagen s Consequence Argument ”.Workshop:  Freedom and Necessity, Università Roma Tre Florence. Paper on “ What we should mean with the Word Person”   (with Maffettone). Conference  Le ragioni del corpo [The Reasons of the Body]. Istituto Gramsci Rome. Paper on “ Davidson on the Conceptual Schemes ”.Workshop: Talking with Donald Davidson, Università Roma Tre (organizer and speaker, Rome. Speaker with D. Donald Davidson at the presentation of the book M. De Caro (ed.),  Interpretations and Causes. New Perspectives on Donald Dav idson’s Philosophy, Università Roma Tre Rome. Paper on “ Against an Alleged Refutation of Kripke’s Skeptical Argument ”. Facts and Norms, Conference of the Italian Society of Analitic Philosophy, Università Roma Tre Palermo. Paper on “ Davidson on Following a Rule ”.Conference: The Linguistic Rule. Conference of the Italian Society of Philosophy ofLanguage Rome. Paper on  Is Libertarianism About Free Will Scientifically Acceptable?. Conference:  Determinism and Freedom, Università Roma Tre(organizer and speaker), Bologna. “ The Roots of Epistemic Skepticism ”.Conference: Science, Philosophy, and Common Sense, III National Conference of theItalian Society of Analitic Philosophy, Bologna (Rome. Lecture on  Freedom and Necessity. Seminar of theInterdipartimental Reasearch Center on Scientific Methodology (invited speaker). Rome. Paper on “ G.H. von Wright on the Mind-Body Proble m”.  Conference The Study of Mankind in George Henrik von Wright, Università RomaTre Rome. Paper on “ Davidson on Holism and SemanticExterna lism”. Conference:  Perspectives on Holism, CNR Roma (organizer andspeaker). Rome. Paper on “ Galileo’s method ”. Conference:  Philosophies of Nature from the Renaissance to the Twentieth Century, Università Roma “ LaSapienza ” Rome. Paper on “ Davidson on skepticism”.   Davidson’s   philosophy, Università di Roma “ La Sapienza ” Lucca. Paper on  Logic and Philosophy of Science: Problems and Perspectives. Triennal Meeting of Italian Society of Logic and Philosophy ofScience (speaker). November 30, 1991, Rome. Paper on “ Perspectives of Rea lism”. Lecture at the Departmentof Philosophy, Università di Roma “ La Sapienza ”Rome. Paper on “W ittgenstein and the Philosophy of Mind ”.Conference: Wittgenstein on Mind and Language, Università Roma Tre (speaker). Grice: “When we taught De Interpretation with Austin, a tutee would ask ‘hermeneias’? Austin thought that Heidegger’s attempt to link hermeneia (to interpret) with Hermes was far fetched, so we left it at that!” Mario De Caro. Caro. Keywords: interpretare, Davidson, Putnam, “derivative Old-World philosopher focusing on New-World philosophers like Putnam or Davidson!”, interpretatione, peri hermeneias, Davidson on Grice – Grice on Putnam on Grice ‘too forma’ – Davidson on Grice – ‘a nice derangement of epitaphs’ Grice on Davidson on intending: conversational implicature theory too social to be true: ‘intending’ ENTAILS belief, does not IMPLICATE it! Pears, D. F. Pears. – P. F. Strawson and H. P. Grice on ‘free’ – Actions and Events --.-  Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Caro” – The Swimming-Pool Library.  

 

Grice e Caronda: all’isola -- Roma – scuola di Catania – filosofia siciliana -- filosofia italiana – Luigi Speranza (Catania). Filosofo italiano. Catania, Sicilia. According to Giamblico di Calcide, a Pythagorean, one of those who studied with Pythagoras himself. He achieved a repulation as a legislator. It is said that when he found out he had accidentally broken one of his own laws, he committed suicide. Whether he was ever a Pythagorean at all is now widely questioned. Substantial portions of a work on laws attributed to him survive.

 

Grice e Carpanis: implicatura conversazionale e arte combinatoria razionale – scuola di Napoli – filosofia napoletana – filosofia campanese -- filosofia italiana – Luigi Speranza (Napoli). Filosofo italiano. Napoli, Campania. Tulius vero perfectissimus orator in cuius libro Rhetoricorum de hac arte tractavit licet obscuro et subtili modo in tantum quod nemo ipsum intelligere valuit nisi per divinam gratiam et doctorem qui doceret ipsam artem qualiter deberet pratichari. Ad una diversa atmosfera culturale e a temi legati alla “psicologia” e alla “filosofia” più che alla retorica, ci riportano invece altri saggi nei quali l'influsso delle impostazioni del LIZIO ed AQUINO (vedasi) è assai più forte di quello esercitato dalla tradizione della retorica di CICERONE (vedasi). Si tratta, come è ovvio, solo di una differenza di grado poiché proprio attraverso Alberto ed AQUINO (vedasi), l’arte di CICERONE (vedasi) della memoria è entrata a far parte del patrimonio della cultura scolastica e tuttavia, in qualche caso, si assiste, leggendo questi trattati, all’interessante tentativo di ricavare direttamente dai testi del LIZIO alcune regole della memoria artificiale. In questo senso è tipico il “De nutrienda memoria”, pubblicato a Napoli nel quale C. si propone di presentare le dottrine svolte dal LIZIO nel De memoria et reminiscentia condite col sale d’AQUINO. Il sensus communis appare a C. simile a una gigantesca selva – “silva maxima” --  nella quale vengono accumulandosi le immagini provocate da ciascuno dei cinque sensi. Su questo caos agisce l’intelletto con una triplice operazione. In primo luogo, l’intelletto dove prendere coscienza delle immagini. In secondo luogo l’intelletto connette l’immagini secondo un ordine preciso. Infine, quasi deambulans per pomerium, l’intelletto lega l’una all’altra le cose simili ri-ponendole in archa memoriæ. Quando di quelle cose si parli, l'intelletto quasi de armario pomorum cibum sumens, VERBA per dentes ruminantis intellectus EMITTIT. La MEMORIA, a sua volta, si muove su un duplice piano: quello del senso – o mera percezione (Grice, “Personal identity and memrory: “I am hearing a noise” – Someoe, I, is hearing is noise -- e quello dell’intelletto. La memoria sensitiva (vis quaedam sensitivæ animæ) appare strettamente congiunta col corpo – Grice: uses of “I” attached with ‘my body’ -- e capace di ritenere corporalia tantum; quella intellettiva – cf. Grice, pure ego, ‘soul’ --, al contrario, è armarium specierum sempiternarum. Alle principali tesi del LIZIO C. accosta, quasi sempre, la citazione di passi tratti dal De triritate di Agostino. Così la dottrina del LIZIO del carattere corporeo dei CONTENUTI della memoria – “I was hit by a cricket bat” -- sensitiva viene accostata al passo di Agostino sulla memoria delle pecore che, dopo il pascolo, tornano all’ovile. Mentre la nota tesi agostiniana della identità tra memoria intelletto e volontà viene citata a conferma del carattere intellettivo di una delle due parti nelle quali la memoria si suddivide. Anche la dottrina degl’aiuti (admincula) della memoria risente da vicino della sua origine in AQUINO (vedasi). Accanto all’ordine (bonus ordo memoriam facit habilem) e alla ripetizione (ex frequentibus actis habitus generatur) C. colloca fra gl’aiuti principali la similitudo e la contrarietas. Senza far ricorso all’arte della memoria locale [De nutrienda memoria C. regnante serenissimo et illustrissimo odmino nostro D. Ferdinando dei gratia rege Sicilie, Hierusalem et Hungarie, contenuto nel cit. Cod. marciano De nutrienda memoria. De nutrienda memoria. C. giunge in tal modo a fissare alcune regole ricavate, anziché da CICERONE, dalla psicologia del LIZIO. Contrarietas secundum dicitur adminiculum ubi notandum est quod quando res diversorum ordinum et qualitatum essent recitandæ in una oratione vel in una sententia eloquendac, tunc ordo subsequens debet esse contrarius immediate antecedenti, ut si videlicet memoranda essent libertas servitus frigus estas divitiæ paupertas pictas crudelitas iustitia impictas, sic ut sunt hic nominata ordinabis; non autem dices: libertas, frigus servitus estas divitiæ pietas paupertas crudelitas. Graveretur enim memoria sic inordinate procedens cuius ratio videtur quia contraria non se compatiuntur ad invicem immo iuxta se posita nullo medio, motum habent contrarium et operationem ad invicem contrariam. Sic itaque, sicut motum nullo medio ad invicem habet contrarium, sic in memorando nullum aliud habendo vei querendo auxilium, movebunt memoriam. ARS ENIM IMITATVR NATVRAM. Un tentativo dello stesso genere è presente anche nel De omnibus ingeniis augendae memoriae di CARRARA (si veda) pubblicato a Bologna. Anche in questo caso le osservazioni del LIZIO sull’ordine, sul passaggio del simile al simile, sulla contrarietas vengono interpretate come vere e proprie “regole” dell’ars memorativa. Ma oltre che per queste derivazioni del LIZIO e per la proposta di un particolare tipo di De nutrienda memoria. Inc. contenuto, accanto a quelli delle opere di TOMAI e di C., nel cod. marciano -- Eximio dldodori domino salvatori de peregrinis de mai da magister Dominicus de C. de Neapoli ordinis minorum. Vom a nobis poftfauerit dominatio tua ut ea uobis exeplaremurjqua; ab LIZIO tradit litteris credita  de nutrienda memoria disciplina dC fi nobis in £fentiarum multis fludibus laboratibus onerofujn ee uideat attame il  Ia qua: uincit oia cantafid redit fue uirtute iocudu ipfe igif  oia uincens amor^qui ut eius eft jprefto nos cantati tue red  dit obfequi et parere ab amoris ope et obfequio noftro:oes  inuidie et liuoris apes ac detractdionis aculeos ambigat et  expellatjquac du ueritatis mella diffundere uident corda ta  meaudientiufelleapcrimuntinmdiadu femen difcipline  fide ab eorum cordibus mordedo detrudut:His igitur fur  da aure poft terga dimiflis accipe caritatis noftre dC n5 ali/  cuius dodrine munufcula qua: Ariftotelis dicut de memo  ria dc reminifeentia documenta fandi dodbris Thome de  Aquino (ale codita quoru uidclicetquom quatuor fint pri  mueitanotadu Capitulum pmiflum fuper documeta  Rimo notandu e q> in traditoe cuiuflibet documeti  pmo erit regula documeti trahes:fecrido poft fe exe  pluttertio aut ueniet ratio* Ita*n*i ubet Ariftoteles in princi/  pio primi de partibus aialiudices eruditi n.e fecudu jp po/  (itu dC bene pofle iudicare q> at bene aut no bene redit cam  hazcille qrto uero incides,p fufeipiedo documeto iuuame.   Primum documetum^j   Ota q> bonus dC clarus intelledus habile et clara red /  dit memoriam* 4 A  Exemplum*   Otar ummmide tu r facilior q ignotoru memoria ho/  minum intelligere igitur memoranda conare  Ratio ;i   Vonia cu memoria ut idem ariftoteles teftatur nil  aliud fit qua firma retentio 3t coferuatio reru imagi^  nu prius ab aia pceptaru qua qde coferuatione eloquentiae  tbelauru latinoru oratoru princeps cicero uocat:N5 T nifi g i  telledus manum in memoria: arch a funt quarqs memora/  turus eft conferuada intelledusmmt cois ethimologia fon^  re uideturqfi intra memoria: Iedu leges e*i*in reqem das  quxfxpeuoluit intelligere Iuuamen, D qua ratione accipienda fcieau e q? comunis fenfus  nofter quii prima capitis parte fitus eft tanq filua ma  xima e in qua omnium rerum imagines per unu quecj fenfuum percepte relucent ficut in filua oium &arboru et pia/  tarumherbarumc^faciesjperunum quodqj femen exorte  uirent ex hoc igitur chaos maximo intelledus:quafi germi  na prima qux dicuntur cimx plantarum cultor luis quxqjs  poft eorum cognitioem quae prima intellectus operatio di  citur nedit ordinibus: quae fecunda eius operatio dicitur:&  tertio quafi deambulans per pomerium incoclufione legit  fimilibusfimiliacoaceruans:qua{iin fafciculos ligna : 6c ca  lato poma:quia nihil eft in intelledu quin prius fuerit in fen  fm&illa in archa memoria reponit:de quibus cum loquif  quafi de armario pomorum cibum fumens VERBA perdentes ruminantis intelledus emittithinc Auguftinusin diaf/  colomficut ingenium inquit diuidendoinueftigatSC inue/  nit ita memoria colligedo cuftodit dC quafi fos riuulos emittit memoria uerba f Aliud adminiculum. Ropter quid notadum eft adhuc g? memoria e mul /  tiplex uidelicet memoria fenfitiua et memoria intelle  ctiuateft aut memoria fenfitiua iiisquarda anime fen  (itiuecorporaliunitaorganocorporalia* tantum apprehen  dens et retinens &C eodem pereuntis periens*ad hoc et nunc  ipfa fe habensmnde Auguftinus in fecundo de tnnitate^pof  funtinquitpecorafentirepcorporis fenfus& ea memorie  madare«ad affuetuenim prefepe reuertituraflenfus qii#q-r  dem fenfitiua memoria deftructo organo corporali perit et  ipfa q? patet in mtellectiuo homine qui ab retentis in {enlitiua memoria fpetiebus demu ad intellectiua memoria refle  ctitunfignu autem huius da^Auligehus i libro de noctibus  acticisloquens de democrito philofophout retentas fpecies fenfitiu as melius mtelligeret fe orbante. Emoria aute intellectiua eft potentia et uis quarda in  tellectiue anime fpecieru fempi ternarum armariu un  de LIZIO in tertio de aia^aia inqt locus fpecieru e no to  ta fed intellectus ideft itellectiua memoria hinc Auguftin9   imxi.de trinitate memoria inqt intelligentia et uoluntas fut  una mens.ha:c nec corpus e nec in corpore uirtustcorpora  lia enim tatummodo memoraretur ut patet p Ariftotele di  centes multi colore efreoculualioquiiifuo tatumodo colo  re colorata uideret:extrah it etia non folum fpecies a corpo  ralibus ut intelligibilia fiant memoranda ea fibi aftimilado:  Sed etiam ab hoc &C nunc quaquam ut pafliua potentia no  femper ipfa actualiter memoretur:ha?c de memorie diuifio  ne tipice dicta fufficiant. Adminiculumduplexeft,. A ii Rjmu dicitur attentio Ariftotelcs indude afa addes  adiuoru (ut ipatiete bene difpofito: Ariftotelis at pre  ceptor piato intimeo auidi difcipuli et probi forma deferibes ego iquit ut probu auditore decet fine fermoe fub fcile/  tio metem aurefqj parabo:hinc Hieronimus ad Paulinum  habet inquit nefcioqd latentis energie uiue uocis adus et  in aures difcipuli de dodoris ore tranffufa fortius fonat fi/  militer 3C deledatio cum admiratoe unde et pueri:& mob  les carne funt boni intellcdus atep memoria na pueri pri/  mum ifbrme habentes aiam:& cam oium ignoratestin fcie  tiis delcdant& admirant i cognofeedis ude et magiftroru  dcfedut honore dC flatuas afpiciut admirateffanctoru dC de  pidas eoru hiflorias»Secudi uero tanq impotetes oium ad  miratur dC magnifaciut fcietias:magnain«faciut dodrina et  ut iperfedi perfeddem ea acquirere dcledantunattede igi  tur difcedis et memorandis ut magnifacias ea : Arifloteles  enim dicit quedam femeLfiattente uidentes melius memo  ramur qua aha multotiesXno attete et Saluflius ubi itede/  ris igeniu ualet Itedeledaretifciedis &mcmoradis 8>C mafgnifica iIIa:Tulli? n bene iquit memoramur q i pueritia di  dicimus et orati? quo femel e ibuta reces f uabit odore Te  ftadiu: &cudeledari:c6tingat cuqb9cofuetudoine(l ipfe  £ git tecum loquere et cum fcientia quafi cum fponfa iocare  multis ornata monilibus. ACCADEMIA enim in academia uilla fer  pentibuscircuncindautdifcipulorum animus infe reclu/  fus proficeret in dodrina legebat hoc etiam communis co  fuetudo uidetur approbare fcolarium qui feneflrasauleftu  dii tela uelant ut aer tantummodo pro afpiciendis litteris 8C  non pro oculorum uagatione illuminetur Secundum adminiculum  Ecnndu adminiculu diciturnioderatio apprchenfo^  rum per intellectu : no enim ualet memoria retinere  qua: intellectus caperc:facilius enim eft ligna lddere&liga  re qua fuppofitis humeris fubtecloportare Ite tectu no eft  capax omniu qua: in iilua funt lignoru noli igitur plura le/  gend.o per intellectufri capere qua qua: ualet memoria reti  nere ne forte ceflante intellectus tympano et pfalterio Jn in  tcllectione illoru ceflet etiam dC illoru poflefiio utilius eni  tiidetur tranfeunti & trafuolantiprouincias&uoluptat'em  in nouitate diuerfaruni reru captanti diutius comorarij \ ali da oculoru tantumodo uolate praefenria delectari:tran(acta  eni imagine tranfit oblectatio primo Secundo uero relicta  eft umgofimul et floru pofTeflio» archa aut pofieffiois (ciS  tie memoria primo vacua fecudo uero remanet plena Secundum documentum Otaq>bonusre&ufq$ ordo memoria faciet bona ha  bilemcj et rectam Exemplum. Aciliusrectiufcjmemoraturus quis conuiuante fa /  miliam totam (i afeendendo a feruis icipiet et grada  tim ad patrem familias cucurrerit reuerhirus ad feruosdon  gius enim erit iter memorie et reminifccntie in reuerfioe et  defcefu ad feruos propter quod lafla et fefifa memoria ipm  relinquet unde Hieronymus ait de euangelifta Matheo cp  ufus fuerit ordine pra:pofteroded neceffario comutato ut  generationis chrifti feries texeretur   jKatio ad memoranda Vom Augiifliniisdecimononode ciuitate dei dicat  q? ordo eft parium difpariucj rerum fua cuiqj loca tribuens   A iii dispositioiu fiet motus mcmoric ad illa memor&U quem  admodu dCordinistquapropter Cicero fenfit q> oratorem  oporteret oia fcire fcilicet lecudii ordinem 'quia ars imitatur  fcmper concito gradu naturam j   Iuuamen Binotandu eft quod ordo eft multiplex cuius 'nobis  diuifio trina fufficiat primus ordo dicitur ordo natu  ire duplex exiftens primus dicitur uniuerfalis quod faftum  a Boetio dicitur in libro de philofophicaconfolatione q fe  cundu eunde in dicto libro nil aliud cffqua difpofitio mobi  liu reru per qua diuina prouidentia fuis quarqp nectit ordini  bus fic pecudis femen ad pecude generanda et hominis or  dinatur adhoiem et ut Ouidi? primo methamor.ait, Affra  tenent cadefle foliu formeqsdeoru ceUerunt nitidis habitan  de pifcibus unde Terra feras ca:pit uolucres agitabilis aer#  Ecundusaute particularis dicitur (ecundu que natu  ta in uno quoqs parpaiki i naturaliter producedo or  dinateprocedit. Nam in humano uentre ex fufcepto uiri (e  mineprio embrione coagulat de quoSalon feptio capitulo  Sapientie fue ait g fum qmde 6C ego mortalis ho fimilis horni  Ilibus et ex genere terreno illius qui prior fadus elt dC in ue tre matris figuratus fumcaro.dece mcnfiu tepore cpagula  tasfum in fanguineex i femine hois ex delectamero fomnii  conuenientis &c#tera,Secundoquafiexquadamaflacoa  gulataincipitcarneaaia fcilicetfenfitiuaillu informans pro  pter quod dominus per lerenna cominatur fuperbo ifraefs  populo quafieoru mhileitateoftendendo dicens quali olla  in manu figuli ita 5C uos in manu dominhTertio in noinbf  finioaiaii hole quafi deficiens natura a domino carleflem di  uina^aiam expectatpropter qd‘ didu e quod genus lpius    cilicetdei fumus perfedus tande inefle hois ho quafi libet  et fui dommnsifradns feris materni carceris in luce perdit#  &m potentia habens cuncta ut Bauitoiafubiecifti&csete  ra nnllius tamen perfectus poflefibr lingua habens et inte!  lectum: nec fatur nec ratiocinatur propter quod illius die  fui ctas infantia nominatunfecunda pueritia*tertia adolefce  tia*qtaiuuetus*qntagrauitas*fexta fenecftus* feptia decrepi  tas ultra q nihil hui^uitae expe&at nifi refolutio ad morte. Dmemoradum igitur totum hoiem 5C qua; accidut  ei fecundum oes aetates fic facilius monebitur mcmo  ria ut eft mota NATVRA ARS enim praheuntem pfequitur na  turam et eius prora dimiffa ucftigio calcato natura profeq  tur puppim et ipfa quafi duce pradieunte uelocius percurre  dam tranfuolatuiam*   Ecundusordo dicitur rationis ubi notandum eft q'<£  ratio uas eft omnibus calatu dC floridam uirtutib? ue  lut cadum ftellis*interquasuelutdranaftella refulget puri?  Incidiufq3 iuftida ronalis em puer indignatur bolum accipe-  re apparete a quo no ut decuit uultu ironicu afpexit* Ite con  uiuantibus uel in ecclefia conuenientibus uiris adultis ipfe  non alta fed humilia elligit fibi loca unde proportio iufticie  uidetur lucere in talibus*hinc et enim e qcf pnm^chori loc?  dat pape*fecudus cardinali terti9archiepo qurt9epo*qntus  Sacerdoti dignitate pradido/extuspriuato facerdoti*fepti  musdiacono*o&auusfubdiacono*non9acolito decim9 fer  uieti i ecclefia* Ite prio lgator poft que rex e cui fuccedit dux  que feqtur marchio trahens poft fuos humeros comitem  cuius terga refpicies procedit eques cuius talis fequens gra  ditur armiger poft quem prsefto eft equi agitator illius *lte  primus menfe locus datur patri familias « Q^uinto ex uno latere fecudusprimo genito tertiustfecudo genito ex aliola  tereprimus matrifamilias fecudus*prime nataru tert&fecfi  de«nataru*qrtus*£uo &C atfcille feqnti: nofces igitur ordine   huc&gradiensper ilifi ficiufto&redogradufactledinda  memorabit pg qdJ dicif q? gradatim rememoratesoes fci£  tias fm earu ordine uel £m ordinem q ipfas gcepcrut feu ac  quiliuerut facile memoratur eudaru unde et re khoare ob  litu in recitado peipitur puer unde Ariftoteles poft primi inquit motum natus eft fubfequi fecundus*   Ertiusdicit artis ordo duos habes fontes uidelicet in  tellediuu fpeculatiuu et intellediuu pradicu q oge  et inquifitione unus cu fit multiplex nominat*   Rimus fons omnes fcietiasbC partes earum ordinat  unde prima fcie ntiarum dicitur gramaticaifundame  tihmeft aliam fcientiarum poftq eft fecunda polimita rhe/  torica dc hacfequif dialetica et ut huic fuccedit pBica*Ite  prima partes ordinat na primo e fpeculatiua gramatica et  pofitiua lecudo dnogrophia tertio ethimologia qrto dia/  fintaftica* 1 teprimo uol uit recognofcere nome fecudo uer.  bumJte primo philofophia phificoru librum ponit* fecun /  do iibrum de generatione et corruptione Ecundus fons cotinet oes mecanicas artes 8>C pradiV  eas ordinationes ut eft medicinatars militaris dc architeduraJtearchitedOr primu fundametufcdoaula*iii*  cdclaue ordinati tedu fuppmu in quolibet igr illoru me/  moradoru fit memorati cognitio ordinis Ariftotelis q bene  iqt iuice ordiata ft bfi fut remifcibilia q uero malegrauiter Primum adminiculum Imilitudo igitur primum dicitur adminiculum quas  erit fecudu ordines et qualitates ut fi iudicis memora rico tingat Moyfen populi ifraeliticiiudicem praeoculis ha  bebisritem lufci dC caeci fuiphonizantem et fi ducis homin€  aureo clipeo uel argenteo capite circucintum ide Auerois  comehtator Ariffotelis aitcp memorari conringit propter  fuum fimile cuius Tignum apparet in reminifcentibus alicu  tus prateritipropter pnrfens fimile occurrens unde aiunt  modo uide cuius re minifcar propter finnlitudine auditi uer  bi uel uife rei uel modo uide cuius me facias remimfci»  Secundum adminiculum»   Ontrarietas fecundum dicitur adminiculum ubi no/  tandum eftq? quando res diuerforum ordinu et qua  litatum effent recitande in una oratione uel in una fententia  eloqnende tunc ordo fubfequens debet ede cotrarius ime  diate antecedenti ut fi uidelicet memoranda edent libertas  feruitus frigus edas diuitie paupertas pietas crudelitas iufti  cia impietas fic ut funt hic nominata ordinabis non aute di  ces libertas frigus feruitus cftas diuitie pietas paupertas cru  delitas:grauaretur enim memoria fic inordinate procedes  cuius ratio uidetur quia cum Boetius in libro de plpica coii  folatione dicat q? contraria non le copatiuntur adinuicem  imo iuxtafepofitanullomediomotum habet contrarium  8Coperatione ad inuice contrariam ficitaqp ficutmotu nui  lo medio ad inuice habet contrariu fic in memorado nullfi  aliud habendo uel querendo auxiliu mouebunt memoria:  ars enim imitatur naturam Tertium documentum Ota q? bona et ordinata ad unum principium memo  randorum reductio ad percurrendum illa memoria  faciet expeditam Exemptum B i notandu tn cfl g> eft aliud principium dicit gene  ralifllmu dC aliud q dicit umuerfaleu^comune fed no  ita ut primum dc aliud qp dicitur fub principium dc particula  ’ re hic (eruadus eft ordo ut traditu eft in capFode ordine igr  memoraturus totu et exercitu uel regalem gerarthia uel fa  • cerdotaledefcendedo ab imperatore uel rege uel papa inci  piam dc ad pncipes militia? duces dC cardinales principia co'  munia mediata quaprimu deucnia a quibus quafi reicipies  defeendaad particularia principiamidelicetcenturiones ba  rones dC epos:afcendedo uero ecotra faciedu eftdicuu facili  us memorabor oes intermedios inter papa dc eardinales dC  hos dc epos 6C eos q lub ipfis iuntjcogmtis horum dignitate  ordine 5C numero N oratione aut recitada fit terna qfi imperator dc pn/  cipiumgeneraliftimu diuifioprima qfidux SCprinci/  piucoe:fubdiuifiouero’quaGdux dC principiu particulare  fi aut ( p fe eet recitada plixior trifaria di uideda eft SC ad pri/  cipia diuifionis recurrcdu eft uidelicet fi eet principiu orationis omne hoium genus &c*mediu at cognito o ciues egre  gii dominiohui? et regno reru exterioru confumatio uero  orationis fermonis 8C profie:quom ois fpledor ornatus non  fi t ab h iis qua: terrena nubila paret fed ab hiis q a \ucx ai& p  deunt:ad lpfam refulgurateuirtute dC ad ipfam aiam inter /  noru acie ueftroru extollite oculoru:igitur r pprincipio me  morare omne r p fecudo uero cognito dC r p tertio:quom ofs  dC cetera unde dC poetice did:um eft:fcire ii uis hanc rem to  ta fit fepata minuti :& alibi ut qbufda placet tria diuifio fiat Ratio Vom aut ut ! teftatur Ariftoteles oe agens in telledlua  le intedat fmem defideratum in quo adipifcedo fpes    coftituitur quo adepto gaudifi operlti acqritur i uxta illud  fpesq differtur affiigitaiam:Iignu uit^defiderium ueniens  luncigit lecius pcedet memoria ad fine memoradoru quu  &ciarius 6i < ppinqus&faciliusfibi illu uidcrit acquirendu  hoc aut fiet in affecutione primoru principiorum* Gregori  us n inquitq?cognitio futurorum eft exibitio pteritorum  apprehenfio*n*finis ultimi uon fiet nifi meliis finibus comp  henfis:ubi nota q> ad unum fmem ultimum multi interme  dii fines ordinanf ut ad fanitate pocula et medulla et ad ue/  neranda caniciem pueritia atq$ iuuetus:exilaraca igitur memoria percurrit ufcp ad ultimum fine:poft primorum adep  . tionc:& {pes fibi oritur de ultimo fine adtpifcedo primis ade  ptis 8<quafi{blitafuturaetfitde fine ultimo acquirendo fi<  bi uidtoria casterisaliistnuphatis.ite paufadoi finib? fterme  diis a quolibet furges i fequete eudo ualidi? ad curreda uia  fuccincla confurget. Primum adminiculum Rimum igitur adminicula caufalitasdicir«eftm*ip{a  recitandimfoluendi globi orationis initium et caput  fonfq* habens ad oes riuulos uiam quafi caufain uirtute co/  tiiiens oes effectus ca ante qua: in fe eft una folet efte pluriu  effectuum et quom fitbreuior numero facilius eft memoy  rice retinenda cix aut multae funtpqbus cognofcedis Ari  fto.& j>cli legeda ft opa et fefti do&orisa argumetatoib? ue"  ro ut petit dilatio tua a nob illi fieri claru ca e medi? termini  qi priaargumedpponefuit uii Aruth^picoruuiidargume  tatoib? iqtroportet ppoes memorabili* (cire:fi at cupit duar  tio tua fcire iuetoe medii termini r p argrmetatoe uide q de  ea feripf t fetus do&or Thomasde aqno,pauca*n*6cbreuia  cu lint faciliter memoria: coni mendabun tur*   Secundum adminiculum* f Ecundum adminiculumdicimrprincipiorum deter'  natioubifciedue q? fi plura nomina eflent recitanda  utputa centum uel plura edent illa ad paricularia principia  reducenda quinaria huius ratio ex tam dictis tradita uidet quom»n»perinteIlec3:us manum reponant in archa tnemo  riacreminifirendaficut natura qua ars imitatur quinq* digi  tos manui tribuit itaurcp fafciculuqqe Itelledus manus me  moria: tradit conuenienter fieri dicamus quinarium IV documentum Otaq?potiffimumeftquartum& ultimum docume  tum quidem dicitnr fepiflfima memoratio unde Ari/  ftotcles meditationes inquit memoriam (eruant»  Exemplum»   Am pueri poftq didicerin t ledionem recitanda mag  ftroadhuc multoties illa rememorant pp qd Seneca  dixit memoria nihil perdit nifi quod fepe non refpicit»  Ratio Vom fit comunis fententiaphilofophantiumoium  ex frequentatis adtibus habitu generari : habitus aut  ut Ariftoteles teftatur intellectuales &i fcientia: fint dediffi  cili mobiles no gdit memoria q fepe uideritad (e conuerfa Primum adminiculum Dmimculum primum premium dicitur laboriofus  eni aJioru documetorut e quom fit ergo ho finis ulti /  mus horu oiutn maximu etprimu expe&at fuoru laboru»  oes»n.ita(etiut:q7oislaborpmiuoptet:q>e diuer(u fecudu  magnitudine et prauitateaioru memoratiu:rci»f»pmii ueri  tatem:& uanitatemobferuantiumnam homunculi cxterio  rum bonorum mercedem expedantnfii femetipfos in con  temptionem:obiiciut: pluris enim illa quamuitam fuam    hciut 5C tamen illa futpuitahois et n 5 hofs uita $ itfis: It€  luxuriofi corporalia bona rcfpicunt casci ifti apparet :domi  nu*n*uitc mortalium duceqpaium fubdiderut corporis fer  uituti quom p aiam corpus &nop corp^aia uiua fit, Ifti inp  nofcendis cantilenis et in memoradis gemetis amoris terre  ni (ingultibus ut carnalem mente moueat et ad carnalia de  (lderia ftudet quid ftolidius iftis qnrp futuris lachiymis pre  fentes emittunt 8C,p futuro luctu gemitus nunc dare cogu/  tur hos quidem (equitur acies tertia magorudentis ifti oes  funtafpiciedi palpebris ut qui ad fe ipfos nunq propriu con  uerterut internu necafpectum alioru ad fe trahere ualeant  etiam externum*   Agtianimi ucro eternam fuorum laborum ppofuere  mercede inter quos difteminata eft zinzania ut aliqui  ipforu ppria apparete mercede cupietes gloriam ip(a pdat  alii uero inquarreda gloria ignominia detineat ppetuam iu  xta illud fi ego gloria itiea quxro gloria mea nihil eft. Sed  eft pater meus qui glorificat me:quapropter apoftolus ad/  monet dices omnia in gloria dei faeitc:& iteru regi (eculo  rum immortali et inuifibili foli deo honor et gloria in fecu  la feculoruame*ipfe gloria eft uirtutu*& dominus nec cui  uir tutis gratiam dederit abfcj gloria fcilicet effectu gratia:  uagari tandem permittet inglorium in quo cum fumma  confiftat felicitas cu illi preditus uirtute apparueris te ipm  puta felicem fit igitur beatitudoobiectum tuum quam ap  petut^qua omnes Iaborat:& fic lemper et promptus eris  ad memorandu et memorando felix*   Secundum adminiculum*   Bftractio a meditatione rerum impertinentiu fecun  dum dicitur adminiculum pluribus SC enim intetus    BfiSofcft ac! fiiiguTa fenflis S^anrtoteleiJiiquit tp fenfusad  plura intentus ad minima fninimus efthaxigitur uir huma  tiiffimede nutrienda atep iuueda memoria ut uoluimus ex  preallegatoru doctorufcriptis legentes in dilectionis tue ca  lato a dominatione tua intrudenda cotulimus iocunda igi  tur oblata manu caritas tua fufeipiat pro quibus offeredis  concito ea atq? letanti percuretes gradu ad calce dedimus   Annodbmini*Nl»cccclxxvi,indicti6eu'iiuDie uero*xvxY  decembris Regnate SeremHlmo 8c liluftriflmio domino  noftro»D*Ferdmado Dei gratia rege Sicilie Hierufalem et  hungarie 6C cetera Regiorum uero cius Anno«xviii.Foelici  ter amem Valeperitufqg in multis in iftis etiam fufeipe uires ame i V ARMY MEDICAL LIBRARY   Cleveland. De nutrienda memoria. Carpanis. Keywords: chiave universale. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Carpanis” – Carpanis.

 

Grice e Carrara: implicatura conversazioale e arte combinatoria razionale -- filosofia italiana – Luigi Speranza (Bergamo). Filosofo italiano. De omnibus ingentis augendae memoriæ ad prestantissimum virum Aloisium Manentem incliti Venetorum Senatus Secretarium. Impressum Bononiæ per me Platonem de Benedictis civem bononiensem, regnante inclito principe domino Iohanne Bentivolio, secundo anno incarnationis, dominicc die XXIHI Januarii. Al testo di C. attinge largamente, senza citare l’autore, GRATAROLI nei suoi Opuscula dedicati alla memoria, Basilea. Su C. cfr. TIRABOSCHI (vedasi), Storia della letteratura. De omnibus ingentis. Primum est ordo et reminiscibilium consequentia. Cum cam didicimus ex ordine cum connectione et dependentia si aliquo eorum erimus obliti, facile, repetito ordine, reminisci poterimus. Alterum est ut et uno simili in suum simile pro- memoria locale -- fondato sulla suddivisione in V parti del corpo degli animali," il saggio di C. è filosoficamente e storicamente importante perché mostra la stretta connessione che venne a stabilirsi, all’interno di una certa tradizione aristotelica del LIZIO, fra arte della memoria e medicina. Richiamandosi a Galeno e ad Avicenna C. affronta, in primo luogo, il problema di una localizzazione della memoria. Passa poi a discutere delle principali malattie che ostacolano l’uso della memoria. Si sofferma ad esporre una serie di regole concernenti l’uso di cibi e bevande, il sonno e il moto. Giunge finalmente alla formulazione di un vero e proprio ricettario. All’idea di una terapeutica della memoria, già presente nel Regimen aphoristicum di Arnaldo da Villanova, e diffusa nella medicina medievale, si richiama, accanto a C., anche Matteolo da PERUGIA (si veda) che pubblica un opuscolo di medicina mnemonica. In entrambi i saggi è non a caso assai frequente il ricorso ad Avicenna. La tesi sostenuta da C. che l’umdità è di ostacolo alla memoria è per esempio già presente nei testi del medico arabo -- qui autem habent locum dominatum humiditate non rememorant, quia formæ non finguntur in humido -- ma il saggio di C. a differenza di quello di Matteolo e degl’altri già presi in esame, appare fondato su numerosissime letture. Oltre ai già noti classici della memoria, comparivano qui i nomi di Galeno, BOEZIO (si veda), Ugo da San Vittore, Giovanni Scoto e Averroè. vehamur: ut si Herodoti obliviscamur de LIVIO (vedasi) recordati latinæ historiæ patre, in Grecæ historia patrem Herodotum producemur. Tertium est ut contraria recogitemus ut memores Hectoris, reminiscimur Achillis. De omnibus ingentis. Il passo può esser letto nella trascrizione che ne ha dato TOCCA. Si veda per esempio: Tractatus clarissimi philosophi et medici Matheoli perusini de memoria et reminiscentia ac modo studendi tractatus feliciter. L'opera insiste sul regime da seguire in vista della buona memoria. Sull’autore cfr. TiraBoschi, Storta della letteratura. Averrois Cordubensis, Compendia librorum Aristotelis qui parva naturalia vocantur, in Corpus Comm. Av. in Arist., Cambridge (Mss.). Alberti carrariensis de omnibus Jobannis Ingeniis augende memorie: ad prestatissimu virum Alouisium Manentem Inclyti Venetorum Senatus Segretarium libellus foeliciter incipit. IM I tibi debeo : respicias Clarissime Alo que uisi ; nullius profecto momenti erunt possillons manuscula nostra : ei enim : cui cúcta debeam : nulla merces digna rependi potest : Verum siqualia ea sint inspexeris : si quo animo data sint libeat intue / ri : hoc negocium tuo patronatu non indignum iudicabis : Scripsi mus enim de nutrienda memoria breuem tractatulum : necessaria quidem (ni fallor) continentem : precipuaqs subsidia: que ppagare alii scriptores noluere conscripsimus: hunc ad te quidem mitto: cui tamen et memoria: et ratio: et integritas abunde suppetit. Sed tua gratia hec ceteris imptio: Neq3 gg Veneri senatus secreta tra ctes: hunc secreto tenendum: sed prius corrigendum: mox propa gandum ceteris. Bene Vale: et tui Michaelis Carrariésis memor esto: qui omnium memor esse foles. Libri Vnici de memoria Incipit Cap.primum BIBLIOTHECA Emoria inter diuina humane nature commoda Teste meo seneca: primum sibi locum usurpa 10 REGIA uit: Nam multa legere ftudiofis facile: multa MONAMENTS quoq itelligere bono: atqs exercitato igenio no difficile eft: Verum ea congerere: et in fcrinie memorie conferuare ita: ut non effluant neceffa rium: ac precipuum eft humane uite bonum: ut teftatur PLINIO (vedasi). Quis enim non admil retur: quod Cicero dicit fecundo ad herenium: quarüqs: aut legeri mus: aut audiuerimus ipfo ordine reddere: ut propemodum nihil noftra interfit a mediotan a calce: an ab exordio icipiamus: aut qs non admiretur Carneadem grecum: bibliotece qui uolumina mel moriter legentis more reprefentauit.at ne huic noftre etati inuide amus Francifcus fofcari dux Venetiarum inclitus tanta memol ría fuit: ut quecüqs toto fui regni tempore egerit dixeritq: ca cum effet opportunum repetat: hominum q3nomina: et tempora quibus ea gerebantur fine difcrimine comemoraret: eiufdé quoq; fenatus Senator clariffimus Dominicus Georgio tenaciffima memoria fapientie uberrime copulauit, In porandis enim caufis: et multos audire aduerfarios: et eis ipfo rerum ordine feruato refpondere fo let. Cyrus omnes fuos milites nominatim appellabat. mitridates duarum et uiginti gentium rex totidem linguis abfqs interprete: et audiebat; et alloquebatur. Cyrum igitur Frácifco: Mitridatem Dominico comparemus: et inueniemus habere tpa noftra: quo fu Igitur iis quibus perbiant nibile prifcis fe inferiora putent. non eft tam precipua memoria laborare opportet ut cá affequatur fine qua uix in uirum excellentem quifq emergit: fieri enim folet ut qtum quifq; memoria emineat: tantum eniteat et fapientia: nifi fit fomnolentus atqp ociofus. Poete enim nó abre fapientiam mel morte filiam finxerunt: et rectiffime Affranius de gignenda comp andap fapientia fcripfit hiis uerfibus. Vfus me genuit: mater peperit memoria. Sophiam me uocant greci: Vos Sapientia. Quo igitur Ingenio ca acquiri: augeriq; poffit hoc noftri opis loco di feramus Placuiffe conftat Ciceroni memoria habere quidda artificii: et non omnem a natura pficifci: Sicigitur et nos prius de artificiofa memoria: que locis: imaginibus conftat agamus. poftea doceamus quo medicamine et acquiri ac folidari poffit: et breuia quidem fed clara: et expertiffima ponemus. Locale memoriam primus omnium inueniffe traditur Simonides medi cus: Verum inuentam multo diligentius excoluiffe Metiodorus. Sunt autem: ut Ariftotili placet duo actus memorationis: memot ria.f. et reminifcentia: qq reminifcentia refpiciat ea qbus fumus obliti: fitqs extimatiue uirtutis officium: non principaliter me ! moratiue: ut Auerois: et Albertus in fuis tractaculis uoluere: bec autem fine prefentia obiecti in homine folo cft. Nam cum obiecti prefentia etiam reperitur in brutis: ut dicit Arifto.et in ca ne uenatico fatis patet. Memoria eft retétio ymaginum prius ab anima perceptarum: que tamen neq3 atilis eft: nifi et omnes re tineat: et co ordine quo eas concepit reddat.hec uero nec prefent tium neq futurorum eft. fed ut dicit Ariftotiles preteritorum tátů Igitur fi philofophorum fententias interius perfcrutemur ad me morandum quattuor motus concurrunt, C Primum eft motus fpirituum qui a cogitatiua ad memoratiua m figuras tranfportat Alterum eft pictura fixioq figurarum in ipfa memoratiua. Tertium eft reportatio earum a fpiritibus a memoratiua ad co gitatiuam. CQuartum illa eft actio qua cas cogitatiua recogno fcit: que proprie eft memorari.ad cuiuflibet harum quattuor rerú defectum neceffe eft deficere et memoratióem: Quapp Ifaac Sal lamonis filius bene memoriam diffiniuit: Quod fit apprehéfio in anima exiftentium rerum cum indagatione et inquifitione: Veri de ca copiofius bic agemus ubi de medicinalibus auxiliis fiet mél tio. Nunc: artificio prius memoria inftituentes: que opporteat de fe preftare uolentem memorari prefcribemus: Sunt enim precepta.xx. Primum eft: ut quecunq3 fequuturi fumus ftu dia ca preftantiffima pulcherimaq diiudicemus: in hocq3 nos feli ces iudicemus: fi eam difciplinam abunde fuerimus confequuti: neq3 omnem audiemus preceptorem: fed excelentem dumtaxat qualem non modo laudare: sed etiam cogamur admirari: In qua re profundiffime fapientie confiliun fuit Philippi Macedonis: qui prima etiam rudimenta litterarum uoluit Alexandrum ab Ariftol tile doceri: fic enim fieri folet: ut cum preceptorem difcipulus qua fi animiatqs ingenii patrem ueneratur; dum eius graues miratur fentétias Errigatur in animo appetitus fitisq; difcendi: qui gene rofi inuidia appellari folet: q plurimum ad perfici édú habet iuua menti.Recte ergo CICERONE (vedasi) scripsit secundo ad Hereniu que in pue ricia fufcipiuntur recte reminifci: quia nulla nifi re noua et admil rabilli commouetur animus: quod fcripfit: et Commentator his uerbis.homo memoratur multoriens quod fecit in puericia bona rememoratióe: quia illa eras multú amat formas et figuras et mul tum cis delectatur: figuntur igitur in eis bene et propterea difficile dimittuntur: hác ob rem omnium fapientum dux optimus LIZIO fcientiam de anima bonum honorabile in principio fermóis nuncupauit: ut excitaret ingenium: q ea bona precipue defiderari foleant. Caueant igitur parentes: ne illis filios dédant ftu diis: que ingrata illis effe cognouerint. Alterum eft ut eam fcientiam difficilem perpaucis q3 bene cognitam exiftiment. Sed illituiffe fententias ambiguas: quas extricare per pauci homines norint cofurgere oportet ingeniu: opportebitqs ut in eas penetret: hec uerò animi erectio memorie perutilis eft. CTertium eft; ut fiue audiat; fiue legat tota id faciat attentione: omnes cp animi uires cógreget: nec cas fparfim errare patiatur: que enim attétius didicerimus ea nó facile dilabétur: hic enim fit: ut Ariftotiles dicit: ut in loco: que femel atterite audita funt lógius in memoria permaneant: q que cum negligentia funt multotiens audita.Recte itaq ACCADEMIA in principio thymei probum auditorem fub filentio fcripfit: mentem; atqs aures comparare. Ille enim tefte tuo CICERONE eft docilis auditor: qui attéte paratus eft audire: quafi actus actiuorum in difpofito patiente effe conueniat.  Attentio enim mentem ad doctrinam bene difponit.  Cóferuari nequeut nifi que preintellecta funt: Nam et a Gorgia fapiéter eft dictum: et a meo TERENZIO fapientius repetitum: Vbi intenderis ingenium ualet. Quartum eft: ut que multa collecturi fumus: qtum fieri poteft ad paucitatem: breuitatemqs reducamus. Nam ut patet fi to pichorum uniuerfales propofitiones in memoria habuerimus: fal cile erit ex eis ad particulares materias argumenta formare. Vgo names in didafchalione dixit: aliter adifcentem pcedere: aliter me moraturum. Ille enim qui difcit: genus feccat in fpecies: et eas rurfus in alias: ufqp ad fpecialiffima. memorantem auté opportet multitudinem colligere in unum; aut falté in pauca. Habet.n. ois oratio fuper quam fondetur bafim.eam decet notare: et conclu fióem quá ex ea deduxit modú aut deductióis facile qs in memoria reuocabit; fi bafim ipfá: cóclufióemqs tenebit; na et Gallienus primo tegni Cap.primo: facile inquit omnia memorabilia funt ex termini diffolutione. Quintum eft; ut rerum ordo ante omnia diligat ut fi tertium uerbi gratia canonem collecturi fumus: fciamus duas er. xx, fen.cffe: earuq ordinem ab ipfo corpore heis re ceptum. Primam fen in tractatus fectam comprehédemus.Primú deinceps tractatú in capitula: capitula in ciclufiones feccabimus: et fic earú ordiné cóftruemus: ret ipfe doctrine ordo dabit ordiné: quía prior in alteram ordinatur. Sextum eft: quod a Ciceróe et.M.fabio. Quintiliano eft traditum; ut fingula fepe repetantur: ucluti: ut in priore exemplo uerfemur: cum poft primum capitulu alterum didicerimus: et primi: et fecundum animo repetamus: cú didicerimus tertiu; et primum; et alterú cum tertio nihilominus repetemus: atq3 ita deinceps: donec totum tractatum teneamus. CSeptimú eft; ut cum multa complecti uolumus; ea membratim feccemus. Nam dicit in rethoricis MARZIANO. ne confufa multitudo ebetet memoriam id fieri decere. Octauú quod BOEZIO (vedasi) docuit in fuo de fcolaftica difciplina: Erit fréqués ac diuturna de cadem re cogitatio: atqs difputatio. Nam fi differendo aut capias aduerfarium: aut capiaris ita ut aut laudem affequaris: aut uitupe rium.infcribetur id ipfum demum ita in animo: ut nequeas etiam fi uolueris oblitterare.que precipue cum obbrobio: et erubefcen ! tia difcuntur fixiora funt; eamqs ob caufam mens tenaciffima eft iniuriarum. Mira igitur laus fuit Cesaris: qui nullarü rerum nifi iniuriarum immemor fuit. proderit igitur uerfari cum hominibus confimilium ftudiorum: et de eis affidue difputare. Nihil.n.met moria perdit: nifi ad quod fepe non refpexit; ut ait Seneca quarto de beneficiis. Et Vgo principium in lectione fcribit effe confidera tionem et confirmationem in meditatione. Verbum etiam Arifto. eft. meditationes memoriam faluare.eft aut meditari aliquid mul totiens fpeculari; non ut ipfum eft: fed ut ymago alicuius: et apud Ptolomeum in principio almagefti.meditatio ueritatis eft clauis. Nonum eft: quod Beatus Thomas imperat in epiftola ad fratrem ftudentem: ut per ea: que non intelligimus nó uolitemus; fed ca prius intelligamus: q curramus i pofteriora: neq3 ita curandu eft: ut multa legamus: qut multa intelligamus. CDecimü eft: quod Quintilianus auctoritate Platonis fcripfit libro xi.de inftit tutione oratoris.ut.f.non obfint memorie littere: ne que fcriptis repofcimus uelut cuftodita definamus: et litterarum fecuritate di mittamus. Vndecimum quod idemptidem Quintiliani eft: ut ciborum bona digeftio procuretur: ut que obfunt memorie fugiaf mus: que ei conferunt in ufu fint: de quibus fuo loco ( qtum fatis eft ) tractabimus. Duodecimum eft: ut animum ab aliis cogita tionibus: qtum fieri poteft liberemus. folent enim ea precipue gra tia bene memorari religiofi; ut Gordonio placuit: quia pofiti in fo litudine minus uariis cogitationibus diftrahútur. C Tertiumdel cimum eft: ut fi fieri poteft ea non folu audiamus: fed et uideamus que in memoria habenda funt.dicit enim Ariftotiles: quod femel uidentes magis memorantur: q eafdem multotiens audiétes. pro pterea confulebat Guido pater meus: ut fimplicia: que legédo dif fceremus etiam oculis fi fieri poffet afpiceremus: fic enim fieri fo let ut non facile effluerent. Quartumdecimum eft: ut de rebus fingulis interrogati non confeftim: et abfq3 meditatione refpódca mus; fed prius queramus per arculam memorie noftre: qd: quali terep fit refpondédum: quia damafcenus particula fecunda aphorifmo quarto dicit. Siinterogatus femp uelociter refpódeas dubi tandus es, in cuius comento dicit Remigius: quia refponfionem fubitam inconfideratam effe opportet. Nemo auté abfqp confider ratione poteft effe precipuus. Qiutum decimum eft ut quia tefte Quintiliano libro primo.non poteft abnegari differentia inge niorum. Alterüc altero plus poffe nemo dubitat: metiatur unus quifqs uires fuas: et ut dicit Paulus apoftolus probet fe ipfum: ta tumq ingerat memorie fae: qtum ea capere: et tenere poteft.ucluti ftomachum inutile eft fupra eius uires onerare: fed tantum con uenit accipere: qtum poteft concoquere: et propter hoc non impin guatur corpus gulofi: quia quod comeditur non nutrit: nifi diges ratur. Ita qd difcitur; nifi retineatur paru prodeft: cum de huis: q legimus: aut uidimus id folum fcire uideamur: quod memoriter fcimus.adduci poffet illud Oratii carmen. Summite materiam uc ftris: qui fcribitis equam Viribus; uerfate diu: quid ferre recufet Quid ualeant humeri.quod fi altero peccádum eft: me cófultore: tutius eft minus: q nimis accipere, Vert ut in ftomaci fimiliradie uerfemur, fi quis qtum opportet retinere non ualeat: numerú mul tiplicet: et continuam imminuat quitatem. Decimumfextum eft: ut høre certe ftudio decernátur. Ille precipue: qbus et uacuus eft ftomacus: et ingenium uaporibus non obtenebratum; eroia tenet filentiu. Igit cóticinia: et matutini galli catus eligatur: cure musq: ne temporum rationem fortunae motus infrigát: quomi nus: quas decreuimus ftudio horas in co non abfoluamus. Nam fi Cefar Auguftus in bello Mutinenfi legere quotidie: et feribere folebat.fi Iulius Cefar: que die gefferat.cum orbem pacauit: ca noctu furtiuis lucubrationibus fcribebat et precipue tanta cu eler gantia: ut a Quintiliano libro decimo cap.primo Mire laudetur: Quid obfecro poterit: quid ing poterit urbano ocio internenire: quod nos a ftudio abducat litterarum. Decimumfeptimumi é: ut lucra quottidiana unufqfqs recenfeat: quottidieqs cogitet: quid didicerit noui: quid ue lucratus fit: proderit.n. plurimum ad pfici endum. Sapiens cenfurinus CATONE (vedasi) qcquid die feciffet: et legiffet: dixiffetqs ucfperi commemorabat. Socrates etiam id rpis perdidif fe fe putabat: quo fibi: aut aliis nó profuiffet. Recenfceamus igit et nos diurnos labores noftros: ut nobis demum; et pofteritati pro deffe ualeamus. Decimumoctauum eft: ut incipiamus adbuc paruuli memoriam exercere: hec.n.ueluti gladius; nifi exerceatur rubigine confumitur: Erit igitur hec parentum: et preceptorú dili gétia: ut prima etas exerceatur. Nam quo fuerit imbuta recens feruabit odorem: Tefta diu: et ueluti de cibo prediximus Ita puu lis pauca didiciffe fat erit: cüqs adolefcent: et difcédorú copia crefcat: neq tamé: ut placuit Quintillano: flagellis: aut uerberibus cogantur: fed preponantur premia: laudes q3 pro meritis: in loco ét fupra merita afferantur. Decimünonum eft: ut fi laxadus fit animus: quo poftea integrior: fortiores confurgat.non in ob fcenis rebus uerfet: fed mutato id fiat ftudio. Remittere.n.animu q amittere melius eft: ut fcribit AUSONIO aut ergo ad litteralia alia ftudia tranfeundum eft: aut ad muficalia exercitia: que; utauctor eft Emilius probus grecis in magno honore erant: apd nos quoq3 non cótemptui habentur. Sed funt: qui ludere malint: quod pati et poffem: fi honeftas fit lufus.fi fine fraude, fi fine iureiura do.fi breuis.fi premia: aut nulla: aut exigua proponantur. ad fym bolú magis: q ad ditandum accómodata: neq3 taxilli interueniat: aut alius buiufcemodi lufus: in quo plus iuris fortua habeat: q in genium, Exercent.n.et ludi memoriam. SCEVOLA (vedasi) aliquando ludo xii.fcruporum lufit: cüq3 prior calculum pmouiffet; effetq; uictus dum rus tendit repetito totius certaminis ordine quo loco erraffet recordatus ad eum reddiit: qui conluferat. I fqs ita factum effe có feffus eft.faciät idem et noftri interdum adolefcentes: Verü neq3 diuturna: neq3 frequens fit ea exercitatio: neq ca hora: que ftudiis debetur: moxq confirmato ingenio reuolét ad ftudia. Vigeffi mum eft: ut nó anteq deceat a preceptoribus diftrahantur. Ait.n. Hyeronimus fe credere p multos in uiros claros euadere potuift fe: nifi prius difcipulos effe puduiffet: q fapere cepiffent. Tam diu igitar preceptorem audiemus: q diu co preceptore nos pficere in telligemus. Itaqs eum: ut ingenii patrem uenerabimur: lateri ad i heremus: ut et CICERONE (vedasi) dicit.quoad fieri poterit: et licebit ab eius latere nunq difcedemus: quippe: ut fiamus eius prefétia doctiores nullus q fit.tam durus baculus: qui nos ab eo reppellat. proderit tamen uiciffim: que didicerimus alios docere; proderit et dictare et declarare: et interrogare et refpódere. Dubitareqs de fingulis: dum id fine ratione non fiat non erit inutile: et optare: ut quotti 1 die aligd excudamus: quod fit ppetuo noftrú: neq3 id Plinii in epiftolis nos lateat: q alia omnia alium atq3 alium patronum poft nos habitura funt. Caftigariq non modo nó egre ferat: fed amerz etuiciffim caftigare affuefcat: Verum in caftigatione modus habé dus é.ne.f.cú uituperatióe: aut caftigati infamia fiat: fed mitius honeftius: clariusq3: qfieri poffit. Intelligat magna te eius pie 1 tate ductum: ut errata caftiges.Hec funt quidem: ni fallor; prece pta difcendi: que fi diligenter obferuabuntur pdeffe plurimú adol lefcentibus omnibus poterút: obeffe nullis. Nunc de artificio fa agamus memoria: quod faciemus ubi precepta reminifcentie ab Ariftotelle collecta prius fcripferim ?. Sunt at quinqs. I est ordo: et reminifcibilium confequentia.cum eam didicer rimus ex ordine cum conexione: et dependentia fi aliquo eorum erimus obliti facile repetito ordine reminifci poterimus. Scito enim atecedéte facile fciemus et cófequs: et depditú inueníemus: Recte igitur dicit philofophus. Quebene inuicem ordinata func bene reminifcibilia: que uero male grauiter: Ná quo ordine pri us ref apprehéfe für: et cófiderate ab aia co ordine fe habét motus hoc é impreffióes facte ab anima. Motuum autem ordo: et cófequé tia că é reminifcédi ex primo.n.motu reminifcimur fecúdi:, hoc aut patet in pueris primo adifcétibus alphabetum: qui ipfo littera ru ordie reddere interdum fciút: ordine uero cómutato nó fciüt: unde ét precipere folemus: ut repetat principia; et p ea defeédát Alterú eft: ut et uno fimili in fuú fimile prouehamur.ut fi her rodoti obliuifcamur de Tito liuio recordati latie hyftorie patre: in grece hyftorie patrem herodotum pducemur. Tertiú eft: ut con traria recogitemus.pea.n.in loco docemurea: quorú obliti fum " cótraria: ut memores hectoris reminifcimur achilis. CQuartú é: ut loci ubi res tractata é: tpis q reminifcamur.fic et pfóe et câe pp qua ea fecimus reminifci cótigit: Vnde beatus Augu.fua peccata recogitare uoléti hec recéfere pcipit. locus.n.apd arift.pncipiú é reminifcedi. Quitů pceptú é: uta ppetare res repetat ut fi fagi nati memoria habere uelimus: d dionifio fyracufão recogitemus qut auctor é Iuftin'pre fagina uifü pdidit. fi caballi equ recéfea mus: aut doloris capitis; quo fepe propter ebrietaté affligitur; aut alicuius rei fimilis: ex qua facile reminifcétia nafcetur. Verum cú de figuris erit oratio: plura: que adhanc rem pertinent afferemus. Iam de memoria incohemus. Artificiofa memoria; ut Cicero dicit fecúdo ad hereniu: ex locis: ueluti ex cera; aut tabella: et ima ginibus: ueluti figuris litterarum conftat: Sic enim fieri poteft: ut que accepimus quafi legentes reddamus: neq multum interfit an a uertice an a calce incipiamus: locos ipfos ordinatos effe oportet: Nam fi in eis confufio fit confundatur omnia neceffe eft, multos etiam eos effe decet: ut multa locari cadem exercitatione poffint. Cicero cétum cos fatis effe iudicauit. Beatus Thomas plures habendos confuluit.hos multi uariis artibus quefiere: Metiodorus in fignis duodecim: p que fol meat: tercenos: et fexagenos inuéit locos. tot gradibus apud aftrologos obliquus ille circulus fecca ri foleat, Verum auctore Quintiliano. Vanitas fuit iftius philofol phi: atq3 iactatio in fua memoria potius arte q natura gloriantis Marcus CICERONE (vedasi) familiarem domum effinxit: locis difcretam mul ! tis: placuite uiro illuftri; ut inter locorü fingula quinaria; uel ma num auream: uel aliud quid difcrimen fingeremus: quo alter ab al tero fecernatur; in eis q3 immobilem ordinem haberi; ut femp dex tra et ingrediamur et egrediamur: fingi enim figure poterút: neq erit difficile; ut fuis locis figantur. Guido pater meus ex animal libus cepit locos fuos: et eorú ordiné ex alphabeto latino deduxit: ut a fingula littera unius animalis nomen incoharetur: perinde ac finoia hec fint. A asinus. B basiliscus C canis D draco E Elephas F Faunus G Griph H Hyrcus I Iuuéca L Leo M Mulus N Noctua O Ouis P Panthera Q Qualea R Rynecheron S Simia T Taurus vel Tigris V Vrsus X xiftus. Philofophus Y Yena Z Zacheus. hec fingula in quinque locos diuidebat in capur: in anteriores pedes; in uétrem: in posteriores pe des, et in caudam. Nam hunc ordinem ipfa natura porrexit: neqs confundi in eis enumerandis ingenium poteft.fic itaq3 centum et qndecim locos nactus; in eis rerú memorabilium ymagines ( cul pebat: ac ét in loquentis facie multa ingenio fcribi precipiebat: in capillis in frote: in oculis: ficq feorfum ad pedes defcendi: mibi uero facilimum uidetur: non modo centum fed propemodum infi nitos locos effingere: cu neminé lateat fitus ciuitatis originalis: Igitur cú p portá mens ingreditur: dum feccans fe ad diuerfas regiones: uias confiderat: due amicorum domos: edes deorú: pre toria publica repetit miram locorum qtitatem affequetur, Accedet ad hoc poteftas atria effingendi in quibus qrum libeat numerum locorum faciet: ut infcribi quecunq; uoluerit poffint.de locis igi ! tur fatis hec fint. Nunc de figuris differamus Earum quoq3 exercitatio preceptis feptem abfoluetur. Primum eft: ut aut rifum moueat figura; aut mifericordiam aut admiratióem.hec.n. facit etiam puellas recordari ut inquit Auicena fexto naturalium particula quarta. facile enim inuenitur quefita figura que affectu anime cómouerit: exemplum hoc eft.in ore afini rabidi caput An tonii conftitua morfibus fere offa cófringi. cruorem effluere illu auxilia petere.et paffis palmis uociferare.fieri non poterit. ut cum uoluero non uideam bunc oculis mentis mee: et reddere Antoniu nefcia repetéti. Alterú é.ut aut fimile p fimile aut p cótrariù fi gurem aut p, pprietaté. pmi exéplú eft: ut fi nomé Auicéne fim lo caturus. Alicuius illuftris medici nomen fcribá: cuius aut par fit aut paulo debilior auctoritas. fecüdi exemplum eft. fi idem per in docti medici nomen cum irrifioe cófcripfero.fi Terfitem p Achillem bonum per malum.informem per formofu annotauero. Exé plum tertii eft.fi Ouidium per magnum nafum Platonem per hu merum amplitudinem. Crifpum per anulatos capillos. Cicerone per Gelafinu fculpfero.quin ipfa nominis origo. ipfa declinatio facere ad tenendum aliquid poteft. Tertium eft ut a tenellis unguiculis affuefcamus locare: et cum quotidiana exercitatione crefcamus.qq etiam adultis prodeffe folet ifta doctrina.efficacior quoq3 fiet habitus fi quecus aut dictari aut facturi funt: ficlocent quecúqs etiam inter confabulandum audiunt fic pingant. mores geftus temporaq3 fculpant. fcio enim breui tempore fient exercita fiffimi, ludere etiam prodeft alterum cum altero: illum uincere qui plura clarius ordinatius uelociusq; retulerit Quartum eft ut omni quinario rerum fignadarum repetamus a principio ea qnq fignata: folet enim repetitio ad memoriam ualde conferre. V eft, ut que non funt fimplicià ea per componentium fimilitudines ftatuamus uerbi caufa.qui memorari uoluerit hu ius enunciationis. CICERONE (vedasi) cum ortenfio difputauit. Cicer lel gumen in orto fingam quod de orti fterilitate coqueratur.fic.n. et Cicer. CICERONE (vedasi) et ortus ortenfium: et querella difputationé reprefentat: Sic enim feruari folent: et capita legum: ut fi locanda illa lex fit publicati femel teftaméti fides.effingemus dică teftame talé patenté: cui quifpia cenum iniecerit: ut eius ftdes aboleretur. ecce. publicati femel teftamenti fides relegi poterit. Veru hec faci líus fiét fi affit doctrina et plena rerú memoradaru cognitio.neq defit confumpta.et inueterata exercitatio.nam et medicus medicil nalibus et iureconfultus plebefitis facilius recordabitur. CSex tum eft ut Silogifmos reddituri medium termínum precipue col prehendamus.co cognito modus figuraque sylogismi ipsum ordinem propriorum uerborum apportabit.neqs quicq facilius capit aut tenetur: quia quo tempore aduerfarius propofitionem affumptionem et conclufionem facit; dumq3 cas approbat daturum ad fi gurandum ydeam medii termini longius fpaciu: quo noto fi mal teriam non ignores: fi quo ferratur argumétum intellexeris: fi lo ! gicos canones non nefcias: errare nullo modo in reddendo potes CSeptimum eft ut cum ignota barbaraq nomina fumus ferual turi: ea aut per quid fimile aut per ipfas fillabas fcribamus. Fiet hic locus clarior exemplo fi feruandus fit hic fermo. Cimergot aender.primum confiderare cóuenit utrum hii termini in lingua nobís cognita quid fignificent id fi contingant facilius fcribentur Ferunt enim Címergot aput germanos deú fignificare fi id non contingat alio fingemus ingenio lingua uernacula fummitates ar borum cimme nuncupantur. Got apud illuftres uenetos ciatum reprefentat: fingito igitur, Cimmam unam mergi in ciato. Ciatú q3 ad undas illidi et fluitare: et ne ultima perdatur terminatio: et litteram et undarum conflictú audiemus: fic Cimergot aender re legi facilimum eft: hec funt quidem nó inutilia memorandi: Veru ego profecto fubdubito: quod et Quintilianus fcripfit: ut. f. hec omnia id ipfum conferant fi nomina eodem ordine quo funt accel pta reddenda funt: hoc fecit Simonides in conuiuiis quos cadens atrium atriuerat: conferre etiam in, reddendis fylogifmis. Nam et nos id fecimus. et alios uidimus factitantes. Verum hec minus prodeffe poterunt in eis edifcendis que funt perpetue orationis: Nam et fenfus non eandem ymaginem quam res habent et diffi cile uerboru ordo feruari queat: qs preterea tot locos: tot ymagies ne dicam habere: fed ne fperare qdem poteft: ut quings contra no nem fecunde actionis libros notare et reddere cófidat: qq illuftris orator. Dominicus Georgio fingulis rebus proprias figuras haberi poffe confirmet: ut coniunctiue: condictionali: rationali: reli quisq3 particulis orationis proprii characteres affingantur. quin accentus etiam poffe fignare conftantiffime affirmat: Quam effe poffibilem non abnegauerim: apud Auicena: poffibilitas eft res ampla: et ipfe fortaffis precipuus orator. Dominicum dico, id fal cit: qui reddere lecta: atq3 audita ipfo ét ordine fillabaru folet.mibi certe nondum id exercitium contigit: multumq3 ego iam dubito paucos effe homines: qui emergere in id culmen ualeant: etiam fi omnibns uiribus enitantur: Alii feccadam effe orationem in par ticulas cenfuere: eas poftea prefigi. Verum aut fingula locanda funt aerba; aut in eorum ordine reddendo errandum eft. Quapp fi iudicio bene ualeo oporter excogitare alia ratióem memorandi: qua poffumus pdeffe pluribus: caqs tua gratia fcribere: et publice docere: que philofophi antiqui cellare maluerunt.id nos ingenue faciemus: medicamina confcribentes: neq; tamen negabimus: que funt hactenus fcripta plurimum ad memoria cóferre: folent enim nonnulli eis artibus multis notariis fimul dictare: notare in qua claufula fiftant: cum ad alterum itur: ut reuerti fciant et fine poftul latione fequi. fuit Iulius Cefar in hoc genere oftentationis dicta re et audire folebat epiftolas rerum tantarum: quaternas pariter li brarís dictare: et fi nihil ipfe fcriberet: feptenas: quam rem non fi guris fed naturali ingenii bonitate faciebat.hác igitur arte queri temus: nam ftultum eft non optima queque fibi ad imitádum pre ponere: ut fi eo pertingere non ualeamus: at ppius: q fieri poteft accedamus: Ad tam perfectă memoriam: et difpofitione naturali optima: et arte exquifitiffima opus eft: neqp poteft ars illam profil cere: quam natura ualde mancham genuiffet: proderit illi tamé: red detqs meliorem. Iam igitur rem incipiamus. Capitulum fecundum de medicinalibus auxiliis Emoria Iohanne Scotto auctore fecundo fentétiarú diftin ctione xxii: Pars eft fecunde portióis anime. due funt enim eius portiones. ut per alteram deus cognofcatur: per altera p ximus diligatur.huius ptes tris funt: Memoria; Intelectus et Vo luntas. Fuit autem inter philofophos non parua controuerfia: in qua parte cerebri locarer. Na Ariftotiles fecüdo de animalibus co furgere bonam memoriam cenfuit ex bono totius cerebri tempera mento: Verum Auicéna et ferme doctiffimus quifqs arabs in ante riori cerebri uentriculo fenfum cómunem: extimatiua in media: memoratiuam in poftrema cellula pofuere.fic cóuenit: utplurima inter medicos. Verum tamen Gallienus fecundo tegni: cum figna complexionis cerebri ponit p operationes fenfuum interiorum. facilitas inquit difcendi fignum eft fluétis: hoc eft humidi cerebri. et bona memoria fignum eft permanentis: hoc eft ficci.ipfe igitur figna pofiturus non anterioris tantum: aut medie: aut pofterioris celle cerebri: fed totius complexionem expreffit: ac fi memoratius in toto cerebro effet. Sic Ariftotiles facilif difcétes raro boná hal bere memoria céfet, q fi in poftrema cella memoria; in anteri ! ori cómunem fenfum ftatuiffet id quidem fepe poffet contingere: ut anterior humidus fit: poftremus uero ficcus: cum inter utrunqs unus uentriculus intercipiatur.Trufianus et ipfe communem fé fum non in priori tantum cella: fed in toto pofuit cerebro. I gitur et de aliis potentiis confimiliter fenferat.non ergo cóuenit: in qua parte fit cerebri; fed in poftrema exiftere comunes philofophi rati Tunt. Solent et morbi memoriam interdum auferre.interdum corrumpere. Interdum imminuere. Nam Boetius in predicamen torum commentariis cap. de qualitate: fertur inquit quidam fuafif fimus orator egritudine febrili decoctus omnium litterarum amil fiffe doctrinam; in aliis uero rebus fanus et fibi conftans. Scribit et Plinius libro feptimo cap.xxiiii.hec uerba: nec aliud eft eque fragile in homine morborum et cafus iniurias atqs etiam motus fentiens: aliquando particulatim: interdum uniuerfa: Nam ictus lapide oblitus eft litteras tätum: et ex prealto tecto lapfus matris et et affinium ppinquorúqs cepit obliuioem. Alius egrotus feruorů fai ét nois Meffalla coruinus orator oblitus eft. Itaq3 fepe deficit: tétat: meditatur: uel quieto corpore: et ualido fóno quoq3 ferpente amputatur: ut inanis mens querat ubi fit loci: Sed et Auicéna pri ma tertii tractatu primo cap.vi. Gallieni auctoritate commemorats propter cadauera in Ethyopia cepiffe aliquando peftilentiam: que afes ad Grecorum repferit terras, fi qui ex ea fanaretur: cos cium rerum obliuionem cepiffe, Conftabit igitur memoriam poffe me dicinali artificio feruari: et augeri: cum conftet cam morbo: et imminui: et aufferri; ac ueluti infantem ftolidum reddere: vt ait Auil cena prima tertii: quia fantafmatum copiam aufert. Sic qp cogital tiae actus; et difcurfus: ratiocinatioqs non commode fieri poffunt: ficutilét non bene fit in infantibus: in quibus ymagines pre humi ditate nimia abolétur. Dupliciter.n.cogitatiua uirtus ledi pót. aut.n.medius uétriculus; in quo cogitatiua exiftit: frigiditate: bu miditateqs confunditur: aut ei defunt fantafmata: que in memorati ua feruari debeant. Contra hoc tamen effe uidetur: quod Auicena vi. naturalium particula quarta fentit dicens.memoratiua eft ma gis immaterialis: fed magis econtra huic dicitur; uirtutem memot ratíuam duo continere: Nam et quas a cogitatiua ymagines recit pit conferuat: et hoc fat materiale eft cum materiali iuuetur inftru mento.f.ficco proportionato et recognofcit feruata: nifi enim re cognofceret non magis ea redderet: que ab ea repetuntur; et hee uis eft immaterialis. Veru Gentilis hanc uim idem effe uoluit qd cogitatiua recognofcens: licet memoria nuncupetur. Eft igitur: ut breui rem abfoluamus partim magis materialis q cogitatiua: ptim minus materialis. C Accidit aut memorie: ut imminuat: Accidit ut auferatur: accidit ut corrumpatur: et alterum pro altero report tet; Verum corruptio melancolie fpecies eft: ca ppter Truffianus fecundo tegni quando ponuntur figna egritudinis cerebri: duo tantum nocumenta memorauit imminutionem scilicet; et ablatio nem: Igitur quia corruptio a calido: et ficco fit: nó crit de ea hoc lo co difputatio: fed de ablatione tantum: et imminutione: neq puta mus ingratum quid facturi legentibus: fi huic de fimplicibus opu fculo curam inferam: prefertim cum nulla fit futuro fapienti necef farior: nullaq cognita minus: Verum ego precipua et experta affe ram. Due funt caufe precipue que memorie officiunt. Altera frigiditas: Altera bumiditas eft: Verum Auicenna Gallienuse uoluere plus frigiditatem: q humiditatem officere: quia omnis na turalis operatio calore naturali fit: frigiditas aurem confundit na 1 turam: neqs cius opus ingreditur nifi tang fubdominans inftru mentum ut patet fecundo colliget: et prima et fecunda primi: et a óciliatore differétia fexagefimapma ido fecúdo cáticorú cóméte xcv.uocat eum calorem elementorum hoc eft qui eft ficut elementum nature; et tractatu tertio commento.clv. Eius igitur contrariú quod eft frigiditas obeft plurimum: Verum obeft mediacius: bumiditas uero immediacius: quia cum memoria confortetur ficco proportionato: cuius eft retinere: ut tertio de aia: ergo confundit humido tang difproportionato. frigiditas quoq3 omnibus opatio nibus uniuerfaliter obeft: humiditas autem magis proprie uider obeffe retentiue.hec cum ita fint poteft tamen ficcitas fupflua impedire ne forme infigilentur: ficqs obeffe uidetur retentioni: cum tamen proprie obfit captioni: fed confequtive retentiói: quia quod captum non eft teneri non potuit. Verum frigiditas quia motum fpirituú impedit: cum eius fit quietare: ficut calidi mouere: ut inquit Auicena: inquit et Ariftotiles.xiii. partícula problematu textu fecundo. I gitur hunc motum neceffarium ad memorãdum im pedit frigiditas: fed retentionem impedit bumiditas; ficqs ceffare poffunt ambiguitates utrum frigiditas plus obfit cu cius filia fit obliuio; ut dicit Paulus cap.xxviiii.an humiditas: qd apd multos dubitatum eft. CQuia autem apud Gallienum in libello de rigo re, calor naturalis nó eft purus calor: fed compofitus in quo eft p portio omnis equalitatis: ideo non omnis caliditas bonam memo ! riam facit: aut non omnis ficcitas: fed certa et pportionata: ornnis uero difcrafia immoderata deicit actum proprie uirtutis. Verum fi fupflua frigiditas immoderate iugatur ficcitati cófurgere opor tet peffimam memoriam; et in capiendo indifpofitam: et in recogit tando hebetem: Si autem coniungatur caliditas ficcitati uelox qui dem erit fpirituum motus: fed difficilis fiet infcriptio. Erit igitur captio difficilis: fed rememoratio fat facilis: Verú hec oia uaria cal liditatis ficcitatis q3 pportio uariabit gradualiter: fic et in aliis dif crafiarum lapfibus fentiendum eft. Signa igitur breuibus exi plicemus: fi ficcitas dominetur: uigilie aderunt: capitis leuitas: et nó abundabunt ille fupfluitates: que nafo palato atq3 oculis expell lunt: fed multum erit auriu cerumé qd ad memoriam pertinet: pre fentia difficile infcribuntur. Infcripta difficile amouétur, hinc fit: ut que dudum gefta funt ea melius teneat, melius q3 reddát: q que ex proximo gerútur: Videmus hoc in feribus: q cas res pulchre memorant: quas in adolefcétia gefferüt: cas quas codem gefferint anno non retinent. C.Vbijuero dominatnr humiditas: adeft fomnus grauis; et profundus.hebetes funt in ompibus motibus: prefentium bene recordantur; dudum uero geftarum rerum: aut nequaquam: aut difficile.humiditas enim et facile admittit: et amittit facile impreffionem.frigiditas ftupidam mentem efficit. in fert uertiginem.tardam rememorationem: caliditas uelocitaté im portat motuum: et recordationis: et capur tactu calide.fi itaq due qualitates combinentur: complicari conuenit et figna carum táta proportione: qta uariabuntur qualitates: aut intendentur: que net quaq difficile crit ex predictis intelligere.poffunt quoq3 hec difcra fie: aut effe qualitates tantum; et non habere coniunctam materiam quantitatis notabilis: aut coniugi humoribus multis qualita tum confimilium. Ineffe autem materiá ex fuis fignis facile cognofces: que a doctoribus fuis locis ponuntur; et a me fatis copio le collecta funt in commentariis aphorifmorum Ypocratis fecundo aphorifmorú cómento.xxii.in digreffóe magna. Eft ét né ignorandum has caufas loco interdum differre. aut.n. caufa not cés eft in fubftantia cerebri pofteriore: in qua parte eft memoria iuxta opininionem Auicéne. aut eft in fenfu ipfo: qui in uentre continetur: aut in uafe hoc eft in fuperficie uentriculi pofterioris fic.n.exponit Gentilis uerba Auicéne: qq poteft etiam intelligt aut in paniculis: aut comiffuris fubftantie cerebri: in qbus fpirit cótinet: aut in uafe hoc é in cranco. Ná quis dicat Gallienus in decimo interiorum cap.tertio in cranco non poffe effe paffionem que tollat memoriam: fi tamé hec paffio fit magna ualde; potimminuere: fi non tollere; ut Gentili placet: ymo materia: et omne no cumentum in temporibus cómunicari poteft memorie: et obeffe: é qibi locus materie capax: eft et uarius mufculus fenfibilis: et craneum ibi eft tenue; ut innuit Haliabas nono theorice cap.de eais obliuionis. Sic poffent et alia multa in aliis membris nocu ! méta et cómunicare et ledere: que breuibus enumerari nó poffür. Preterea materie ipfe aut apoftema faciút: ut in litargia cótingit aut non faciunt. Quod autem attinet ad pronofticum. obliuio a natiuitate reportata difficile tollitur. Causa calida et ficca fixa non facile quoco remouetur.fi corpus fanum in ceteris rebus ap f parcat: nifi quod preter confuetudinem fit diminuta memoria; ei nifi fuccuratur male egritudines timende funt.lytargia.f.epilepfia ap poplefia paralefis expectádeqs reliq huiufmodi: q ex materia flegma tica in cerebro multiplicata in cerebro poffüt conffari. fic fentit Aui cenna.fic et Rafis primo continentis: Que ex humiditate aut ex fit giditate facilius abolerur: quod plerunqs quidé dominis fcolaribus folet euenire: nam facilius eft efficare et tutus: fic et calefacere: qer contra: prefertim in cerebro: quod eft principale membrum: et eft fri gidum et humidum: fimilis igitur lapfus adeo non eft formidandus: ut diffimilis: audentius q3 procedimus calefaciédo: q infrigidando. membra enim principalia timemus magis infrigidare: q calefacere. Curationem poftremum inchoaturi fic exordiamur. Si caufa ha bet materiam apoftemantem; cura apoftematis ei adhibeatur: uelu ti fapientes medici fuis locis tradidere: Si autem materiam habeat: fed non apoftemantem ea digeratur: foluaturqs åteq applicare re media quis audeat.nifi. n. expellatur materia,: hec obeffe fepe possunt: prodeffe autem nuq: neq; uero per digerentia; aut foluentia di latabor: copiofi enim in hiis funt libri: et mediocribus etiam medicis cogniti: Verum ubi euacuata fuerit materia; hec que dicturi fumus obferuentur..bgCIn caufa frigida et humida tres funt intentio nes curandi. prima eft: ut euacuato corpore: etiam caput particulari ter cuacuetur: et hec habet modos fex. Primus ut pillule exhibea tur in fero: quales funt apud Mefue yera Gallient confortata cu ca ftorco: et colloquintida: fortiores erunt fi yera magna exhibeatur cu nuce mufcata: aut theodoricon: Verum ego in appropriatis pyllulas meas fcribam: quarü receptio eft. Recipe thuris mafculi mirre electe: zizibis an.3.i.fe.pulueris capitis apupe.3.ii.accori yere ma toris.3.ii.caftorci colloquintide an..fe.confice cam terbétina: et fi at pafta: et dentur pillule pauce fed groffe fupra leuem cenam in lel ctum defcendenti: poffunt etiam aufferri ca: que foluunt et dari nó fo lutiue. Secundus modus eft mafticare in mane zinziber; ut fali ua multa expellatur: pdeft et accorus: et nux mufcata: et piper: et cul bebbe cu maftice: in omnibus.n.eligenda funt que et intentioni cól ferant: et a proprictate confortant. Tertius modus eft caput obtar mico alleulare qd poteft taliter cófici. Recipe fucci maiorane. 2.ii.fuc ci accori.2.i.nucis mufcate.3.i.fe.mufci grana duo: Inde per nafú in mane tepidu trahatur ante cibu ore pleno aqua frigida: que poftea expellatur: Nafus quoqs fepiffime emugatur: et fepe expuamus nam generari catarrú ét in co qfatis canones feruet: hac etate noftra oper tet: quem utilius eft expuere: q inglutire; ne aut in ftomacú cat: aut in pectus. Quartus eft gargarifma deponens flegma: et confortans caput: poteftas fieri fic. Recipe accori.2.fe.origani pullegii an.3.ii. buliát in aqua cómuni: et tadé collétur: et in. 2.x.collature pone oxit mellis fquilitici.2.i.fe.mellis ro.2.ii.mifce: et tepidú gargarizet in mane. Quintus eft frictio totius corporis primo: deinde capitis: hoc.n.cofert capiti: ut Cornelius CELSO libro primo cap.xiit. deber aut a tibiis incipi frictio: poftea paulatim fuperiora femp fricet: ut de orfü uertatur materia: quapp id ne cótingat in pleno cachochimog corpore fieri nequaq debent: eiufdem generis eft et capitis pectinatio fic.n.et Cornelius Celsus: et LIZIO ad Alexandrum imparunt. Sextus eft cliftere pro materia forte.nó tamé acutu.hoc, n.ab in ferioribus euacuat a fupiorib ? diuertit: ut dicit Auicéna quarta pmi. CIntentio fecunda eft diera conueniens: ait.n. Gall.pmo de pno l ftico et pnofticóe cap.ix.hoc cóe peccatú a medicis fieri: materias q dé peccates euacuat: quomó aút altera fimilis generer negligut puidere. Nos igitur nó id negligamus: ymo diligétiffime puideamus: qd ingenue fiet: fi canones.xii.feruabutur circa cibú et potú.CPri mus eft: ut fugiat rerú quarúlibet nimia repletio: apd.n.rabi Moyfe concordati funt antiqui: qd plus nocet nimiú de bonis cibis comedel req parú de malis.Secüdus eft: ut no edant nifi co tpe quo fames urgeat. Tertius eft; ut oia euaporatia: replétiaq caput dimittatur ut legumina: fructus: et brafice.funt.n.de maxie cuaporatibus ad ca put: ut.xiii.tertii. cócedi tamé poft cibú folét píra cocta: aut citonia tofta: et in calido ét grana dulcis: aut muzzi granati: quorum et nul clei comafticétur.Quartus eft: ut brodialia iufcula: oiaqs nimis humida effugiatur: quia addüt in humiditate: cuius cura intendimus. CQuintus eft: ut qa pprietate nocét memorie dimittatur. Nam cel pe hoc facit: cum habeat humiditaté groffa: habeat et cóiuctam calidi tatem: que humiditatem fert furfum: et facit penetrare in loca: in que nó penetraret: oia quoq3 acrumina fuge: ut cepas.allea: porros. Effet hoc loco futura lógiffima difputatio: Verú fat p hoc opus fuis capitul lis diximus. In illis igitur requiratur: neq3.n.oia repetere confilium eft: ois mala mafticatio praua eft. Sextus eft: ut cruda relinquatur ét fi cum aceto comedantur.Septimus eft: ut leuis femp fit cena. COctauus eft: ut ois cibus in coriandris finiatur: aut iuniperis: aut crufta panis fupra qua nó bibát. Nonus ut uinú uinofu effugiar nam nimis uaporofú eft: fertas ad caput indigefta materia: et ad alia membra: et licet fit calidum frigidos tamen generat morbos: ut fecú do de accidenti Galenus teftificatur: licet fit caufa bone digeftionis magis fitim quietans q aqua: ut Ariftotiles fecunda problematu tex. quarto. fuffocat tamé uirtutem precipue fi immoderate bibatur.mp Decimus acetum fit accutiffimum et calidum in ufu exiguo cum cinamomo et ponatur in uafculo accorus: et pullegium: de qbus fuis capitulis diximus in hoc libro. Vndecimus omnia cibaria: que diu in ftomaco morantur effugiantur: ut cafeus et omnia fupffue pin guia: et pifces quia chimum flegmaticum generant: et paftamentalia. Duodecimus oés nucleofi fructus folent obeffe: ut nuces; et auel lane: et caftance: et amigdale. Aer hét canones quinq3.primus ut clarus fit: et luminofus.alter ut fit ficcus gtum fieri pot. Tertius ut non fit uentofus fed proprie fugiat auftrum: et boream: ut difputaui mus.tertia aphorifmorú commento fexto. Quartus ut aer camere de puret ne ullo modo fetidus fit: apperiantur feneftre: et redolétiú rerú fafficulli cóburatur: ut iuniperi; lauri: faluie: origani: et cetera: Quin tus: ut fuffumigetur cum thure: aut cu mirra: et in magnis uiris cum belzoi. CSónus habet canones fex.primus ut fit equalis uigilie no in tempore.fed in effectu: ut.f. tantum uigilia refoluat qtú fomnus humectat: et parum plus. Alter ut meridie non fiat: quia ut dicit Auicéna tertia primi generat egritudines humectantes: et reumatif mos. Tertius non fiat cito poft cena: fed faltem medient bore due: fed non fupra renes: quia materiam fluere facit in pofteriorem cellá cere bri. Quartas ut capite bene eleuato et bene cohopto fiat.nó tamé fu pflue: quia tefte Bernardo gordonio nimia tectura caput debilitat re foluendo: fic dicit et Gerardus in glofa uiatici. Quintus ut non fub radiis lunae: nec in loco uentofo. Sextus ut prius fupra latus dextru fiat poftea fup finiftrum: poftea iterum fuper dextrü: et pderit in ore tenere fruftrum nucis mufcate. Motus babet canones fex.primus ut ante cibum fiat.fecundus: ut fit longus: et pro corporis robore la boriofus: ut bene refoluat.tertius ut p loca amena et ficca.quartus ut poft cibum nó laboret.quintus ut omnes corporis pticule fimul exer ceantur: ut Galienus fcribit ad ephigené, fimul ergo difputet.ambu let.manus moueat.fextus ut motus fit longus et quottidie fiat. Re pletio habet canones duos. primus ut nung repleatur.fecundus ut omnem fupfluitatem fuis expellat tpibus; aut per fe ipfum; aut cum auxilio. I ta qp ab omni corpis pre unde fupfluitates mitti folét emit tatur. Coitus habet canones noué.primus ut fit rarus: et non nifi cú natura fponte id pofcit.fecundus ut non fiat tpe plenitudinis ftomaci. tertius ut non fiat tpe famis. quartus ut fiat in fine digeftióis. quintus: ut tam expulfe fint fupfluitates.fextus ut fiat cu dilecta: nó cú feda: aut cum muliere quam non ames.feptimus: ut poft ipfü dor mias paululu.octauus: ut fi tibi coitu grauior facius uidearis ab co abftineas.nonus: ut nó fit in ultimis diebus lune ppe cöiunctionem C Accidentia animi tres canones continet.primus: ut triftitia oio ef fugiatur.alter: ut cura rei familiaris: qtum fieri poteft amoueatur: ut apud Claudianu. pectora noftra duas nó admittétia curas.tertius: ut cogitatioe et meditatióe fcientiarum oblectetur. Nam apud Ariftotil lem.delectatio perficit opus. Intétio tertia eft cófortatio: que fit par tim cu extra appofitis: ptim cu hiis que intus ponútur. Extra appo nit capitis lotio: q fuis tpibus fiat; et hét canones.4.pmus ut raro fi at. puta oib ? octo dieb.fecúd'ut fiat in mane ftomaco uacuo.tertius ut in aere calido et ficco no uentofo.quartus ut fiat cum hoc lexiuio. Fiat cinis cum lauro et origano et edera et iuniperis et quercu: cum hoc fiat lixiuiú cú aqua in qua prius bec bulierit..accori.M.i.fe. foliorum lauri.M.1.poftea fiat lixiuiu: et eo facto impone florum ca momille.M.1.quia concoctionem nó fabftinet: et lauetur: et cu hoc fa pone cófricetur: Recipe fapóis gallici feu folidi libr.ii.accori.3.iii. affodillorú maiorane an.3.i.nucis mufcate.3.iii. pifta oia fubtiliter et cribella: poftea malaxa cum fapone et fiant magdaleones: melius tamen eft ut feces aque: quá fcribam in fapone ponantur et bene ma laxentur.in fine poftea bene exficcetur caput cu panis cófricando: non ut caput opponat igni: quia trabit uapores in cerebri. Ap ponitur extra et odoratoriu.cóueniet igitur pomú ambre defcriptioe comuni. qd tamen ex calidionbus fiet in hyeme: ex minus calidis in eftate: et effugiat omnem fetorem. Apponitur extra: et ueficatorium: quod fi poft aures fiat cum lacte titimaloru aut cátaridibus: et diu ap tum teneatur expurgat caput a multa humiditate. Ab extra ét fterna tamenta applicantur. Ab extra fuffumigia: que fi in camera fiät erüt utilia. Ab itra át cóferüt hec.fticados.maiorana.nuxmufcata gari ofili.buglofa pulcherime confert ideo in uafe Vini poni debent cias fafficuli. Zinziber eft nobile fiue códitu bis in ebdomoda aut ter ie iuno ftomaco accipiat: et horis quatuor ieiunet poft ipfü: fiueét nó có ditú mafticet: et igluciar.thus mafculú albu deuoratú itegre pcipuu eft. Ita ut fi zfnziberis thuris an.3.i.deuores: et fupra ipfu dor ! mias plurimum confert. Mirabulani quoc chebuli conditi fi om ! ni ebdomoda unius pulpá edas ieiuno ftomacho: et horis quattuor poft ipfum iciunes. Sifimbrium etiam cófert.et eft herba orti fcla rea; et ortina: et filueftris: que dicitur gallitricum. gami edere: et pulegium: et accorus: qui eft de precipuis. Turtur auis mire cô fert; et mirius caput upupe. Solent etiá fieri unguenta ad illi ! niendum multa: Verum hoc eft precipuum. R. radicum buglofe et fumiterrs an.2.iiii.radicum ruthe 2.ii.in umbra prius ficcata fubtiliffime terrätur, fucci gallitrici.fucci eufragie, fucci berbene an.2.iiii.medulle anacardı.2.i.tefticulorú caftrati biénalisz.i.li gue auts.3.it.piguedinis urfi: et medulle fpatule dextre ei ' aut fal té offis illius fpatule exficcati. mifce oia in fartagine: et fiat angu entú: quo pofterior pars et capitis pulfus ter in anno inungant uere.f.byeme: et aurúno.alid pcipuu. Recipe gumi edere.2.i.ter bentine lote in uino decoctionis accori libras duas: florü anthos et faluie et betonice.an.2.ii.fe. florú edere.2.ii.falifgéme.3.iili. pinguedinis urfi antiquate libr.fe.maiorane camomille.an.2.ii. omnia mixta diftilentur: et quod diftilatum eft in uafe uitrea bene obturer: et cum mufco aromatizetur: et fiat ut de priore liniméto Guido pater meus fic defcripfit Recipe oleí philosophoru mel fue libr.iii.olei antiquiffimi oliuarum: aut fi non habetur fit fubli matum: olei de alchanna an.libr.ii.piuguedinis talpe et muftelle eturfi an.2.ii.caftorei.3.iii.fucci accori libr.tili. fuccci anthos: fucci betonice an.libr.fe. fucci gallitrici et ciperi an. 2.iiii.malua tici libr.if.aque uite libr.mediam.buliant omnia lento igne ufe ad aliquá cófumptióem: poftea impone hec. Recipe laudani.3.1. fe. nncifmucate. 2.fe.macis gariofilorú: cuforbii: omnium pipú an.3.ii.et pifta omnia et impone et repóc omnia fimul in uafe be ne claufo per dies.xxx. poftea at impone in alembico et diftiles: et uidetur: quia quod ultimo exit eft fortius; et callidius: hoc un guentum profecto eft efficax: quo tépora: et pofterior pars cerebri perangitur: Verum prefupponit bonam euacuationem et regimé bonú in hyeme fieri poteft femel in ebdomoda: quádo mane uis caput lauare.in eftate fufficit femel in menfe. Inueni autem: qp fel leopardi mirabile eft, Verum experiri non potui; quia nó potui ha  bere. Per os auté conuenit inter phlilofophos cófectio anacar dina: q confert obliuioni et caniciei ante horam: et morphee et ba ras: Rafis libro diuifionum duas ponit defcriptiones; Verum Me fue in fumma tertia rubrica de imminutione memorie defcribit fic Mirabulanorum: chebulorum: indorum: belliricorum; emblicoru an.2.iii.piperis: macropiperis: ollibani: zinziberis: ifopi ficces accori: fpice; ciperi: mellis anacardi.an.3.v.mellis apum qtum fufficit: dofis apud rafim eft ficut iuiuba: et Mefue in antidotario diftinctione prima multum uariat eam. Addit.n.beduft.3.11.cofti anacardi zuchari tabarzet.burungi.baccaru lauri an.3.vi.ciperi.3.iiii.et dofar.3.ii.cum aqua feniculi et apii: et dat poft fex men fes. fed caueat fummens a labore.ira et ebrietate. fimilem defcril ptionem omnino ponit Auicena. quinto canone fumma prima tra ctatu tertio capi.xxv.et ferapio ponit aliam tranflatá ut dicit a Sal lomone: ponit aliam: et Rafis nono almauforis. Verum fcriba rem magis tutam: et ad memoria maioris efficacie: precedentibus rebus prefcriptis obferuatis canonibus et eft placida ufui. Recipe nucis mufcate: gariofilorü: zinziberis: oium piperú an. 3.ii.fc. Juniperorum.2.fe.ipericonts: corticum citri: florum anthos: bafi liconis maiorane: mente: pullegii: bacharum lauri: calamenti: fpil ce: xiloaloes: cubebarum cardamomi calami aromatici: fticados: an.3.i.thuris mafculi.2.i.camedreos: camepitheos: melegete: ma cis.an.3.i.fe, accori.M.i.fe.origani: ifopi ficce: ruthe gartofilate ariftologie utriufq3: peonie: cubebarum: caffie lignee: pollipodii t fquinanti: celidonie: agrimonie: pimpinelle.diptami: tormentilles fcabiofe: maratri: anifi: cimint: fifellcos: nafturcii: an.. i. tiriace antique.2.i.aque uite glorificate fecundu artem: quá cap.de aqua fuite fcripfimus; aut faltem fit ex bono uino: et quater diftillata: Recipe eius libr.viii: et impone omnia predicta bene piftata: et cri brata: poneq; in uas uitreum claufum: et fine per dies.xl. fermen tari: poftea autem in alembico uitreo infundatur.nafus qe bene lu tetur cum recipiente ne odor euaporet: et quater diftilletur: cam femper remittendo fuper feces fuas: nifi qp in quarta diftillatione addatur omnium mirabolanorum anacardorum an.3.i.fc. pift V.holidariur hingeol bene; et mifce: et fine: ut per dies fex quiefcant: poftea diftiletar primo lento igne: poftea paulatim fortiore: uidebis autem ter colo rem cómutare: primo.n.erit ut aqua: poftea fubcitrina: poftremo aucto ualde igne fiet citrina: decet poftea: ut ambra: et mufco aro matizetur: aqua prima crit remiffior fecunda: et erit pro mcipientibus et pro eftate; fecunda etiam remiffior a tertia: Modus ac cipiédi eft: ut bis in feptimana accipiatur coclear unu in fero fine cena aut mane ftomacho uacuo: et ieiunetur poft horis fex: fi etia cu ea illinias tempora et cellam memorie facit mirabilia: et fi.n. Auicenna prima tertii tractatu primo cap.xxviiii.dixerit non effe fupra illam partem ponenda epithimata propter priuationem com anffurarum: fed fupra coronalem: tamé de frigidis loquebat: que non penetrant; et obfunt nuce: calida autem: et tam fubtilia pene trant: et non obfunt nuce: qq non fit negandum quin etiam col ronali imponi debeant. Solemnis quoqs eft canon: ut quando fufficiéter cerebrum erit exficcatum ibi fiftamus: ne in difcrafiâ ficcam precipitemur: que eft infortunatior: q humida: ymo melius eft infra fubfiftere q cerebrum exquifitiffime exficcare. Caue atqs qui hiis utitur ab ira labore repletione: et coitu: ac etiam niff prius facta cuacuatione fufficienti. Nemo fupra ipfam aquam prefumat. eius proprietaté expertam de memoria nullus dubitet habet et alias: uirtutem regitiuam totius corporis mirabiliter forti ficat et ea propter uitam prolongat fic: ut quidam ob eius ufum cl. anos incolumis exegerit: bonum efficit colorem. frigidos op pugnat morbos: puftulam malam necat: et omnes morbos ex hu morum putredine caufatos fanat: et precipue quartanam: paralifi et fpafmo confert: fanat nefreticos. Cum hiis tamen iuuamé ! tis habet et nocumenta: quia calidum epar: et caput habentibus ex hiberi caute debet.foleo et res uariis membris appropriatas impo nere: et ad corum morbos propinare et feliciter: Verum in meme ria nutrienda atq3 augenda mira res eft: fed colericis: exercitatis: et in eftate et regione calida cum fapientia exhibeatur. Ita ut epar epithimate cotéper: qd tamé ftate plectoria epithimari no debet: us xiii.tertii; fed et aqua; ut diximus in plectoria exhiberi no debes CLaudauit Auicena dyambram: alii uero utrüp dyamufcum: dulcem uidelicet et amarum. Ego aut foleo fic ordinare. Recipe ra dicum accori incifarum: ut raffanus.libr.ii.omnium piperú zinl ziberis an.3.iii.fe.thurif mafculi.2.fe. nucif mufcate: gariofilol rum an.3.i.pifta omnia: et cu melle apum cófice. Accipiat omni fero rotulas duas anteq in lectu uadar. Si tamen addiicias fpecies dyambre: fi et mufcum apponas non crút inutilia. Hec hactenus fufficiant de cura eius: que a frigiditate et humiditate procedunt: Illa autem quam efficit ficcitas digeftione.euacuatione. conforta tione.humectationeq perficitur: que omnia quidem copiofius a fa pientibus medicis in fuis libris tradita funt. Neq3 egent: ut hoc loco fcribantur: prefertim cum fint rariffima ; et uix nifi in fene cé perta. Seruentur igitur modi quos diximus: nifi q cu rebus fiát proportionatis. I aus fit Xpo Iefu deo noftro cius q3 intemerate matris Maric Libellus de omnibus ingeniis augede memorie foeliciter explicit Impreffum Bononiae per me Platonem de benedictis ciué Bono nienfem Regnante Inclyto Principe.d.d.Iohanne Bentiuolo fel aido áno incarnatois dominice De omnibus ingeniis augendae memoriæ, Bologna. Carrara.

 

Grice e Carravetta: l’implicatura conversazionale – scuola di Lappano – filosofia cosentina – filosofia calabrese -- filosofia italiana – Luigi Speranza (Lappano). Filosofo calabrese. Filosofo italiano. Lappano, Cosenza, Calabria. Moved to the New World. Note  Peter Carravetta, Del postmoderno., by Alessandro Carrera  iawa-West welcomes Peter Carravetta and Marisa Frasca on Saturday, February 14,  at Sidewalk Cafe NYC  IAWA’s Open Reading Series Featuring Peter Carravetta et Marisa Frasca February 14,  Filosofia Letteratura  Letteratura Filosofo del XX secoloFilosofi italiani del XXI secolo Poeti italiani del XX secolo Poeti italiani del XXI secoloTraduttori italiani. Grice: “Carravetta has been stealing the Italian voice of Italian philosophers, or rather silencing it!” -- Pietro Carravetta. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Carravetta” – The Swimming-Pool Library. Tractatus semeiotico-philosophicus – the opus magnum, almost, of Grice – or Speranza. – The Swimming-Pool Library. Caravetta.

 

Grice e Carulli: la ragione conversazionale e l’implicatura conversazionale di GIANO – scuola di Bari – filosofia pugliese -- filosofia italiana – Luigi Speranza, pel Gruppo di Gioco di H. P. Grice, The Swimming-Pool Library (Bari). Filosofo pugliese. Filosofo italiano. Bari, Puglia. Grice: “I like Carulli – he philosophises on things we do not philosophy at Oxford, such as menstruation – or piegaturi, as Speranza prefers, since this is plural – ‘delle mestruazioni’.” Grice: “But Carulli has also philosophised on some anti-Griceian themes: my ‘fiducia’ becomes his ‘sfiducia;’ my ‘ragione’ becomes his ‘sragione’! Delightful!” – Grice: “When I philosophised on “Not,” or “Not I!” alla Beckett – I wouldn’t realise these are negative implicatures – ‘negative implicatures of ‘not’ – Carulli speaks of ‘negative reflections on unaffirmation’!” “Genius!” – Grice: “Carulli can play with word: ‘il ‘mito’ della inatualitta ‘ di X’ – is this equivalent or, as I prefer, a mere vehicle for the cancellable implicature: ‘la attualita’ di X’?!” – Grice: “Carulli knows how to subtitle: his ‘sfiducia e sragione’ is not just that but a Spinozian double treatise, like Witters’s abhandlung – cfr. Speranza’s “Tractatus semeiotico-philosophicus”. Studia a Bari, una città tradizionalmente soggetta allo storiografismo, all'impegno cattolico e al marxismo. Produce una filosofia aliena ai grandi inganni e refrattaria alla celebrazione dei suoi miti -- la democrazia, i diritti, la socialità, il debolismo -- con un'inconsueta attenzione alla forma, seguendo la scuola della cosiddetta critica della cultura, da Nietzsche in poi, unendo gli epigoni di quello ai moralisti. Partito da posizioni di anti-storicismo puro, culminato in un Benjamin schiacciato sulla im-politicità di ritorno della sua filosofia in “Oggettività dell'impolitico: riflessioni negative a partire da Benjamin” (Genova, Il Melangolo). Così come da un'analisi eterodossa dell'ultimo Schelling, De contemptu, Dello Schelling tardo (Genova, Il Melangelo) è giunto ad esiti originali con “Metafisica delle mestruazioni” (Genova, Il Melangolo), dove si sottrae il fenomeno femminile alle analisi socio-antropologiche per riconsegnarlo alla sua radice metafisica. Il discorso sul cristianesimo ritorna in “Sfiducia e sragione. Trattato teologico-politico” (Napoli, La Scuola di Pitagora), dove si riprende inoltre la critica della democrazia. Il cristianesimo è visto come una forma culturale stanca e abitudinaria, ma in grado di reggere con la sua apatia allo scontro con l'Islam. Si affaccia la verità ontologica del “ente” in diminuzione che non giungono mai all'annullamento definitivo; una verità che lo distanzia dall'eternità dell’ “essente” come pure dai cultori dell'annientamento.  La sua filosofia, centrata ossessivamente sugli stessi temi, può essere idealmente divisa secondo un'altra direttrice, volta alla ri-costruzione critica pionieristica di su amico Sgalambro. In quest'ambito pubblica “Caro misantropo. Saggi e testimonianze per Sgalambro” (Napoli, La Scuola di Pitagora); Introduzione a Sgalambro” (Genova, Il Melangolo), e “La piccola verità. Quattro saggi su Sgalambro” (Milano, Mimesis). Altre opere:“Lettera in La felicità? Prove didattiche di studenti “tieffini” in formazione, Gemma, Barletta, Cafagna. Veneziani, Storia, verità e politica. Perché Benjamin non è un marxista, in Libero, De contemptu, su alessiocantarella. Davide D'Alessandro, Alighieri, Harry Potter e le mestruazioni: l'idea bellicosa di editoria di Regazzoni, su il foglio Alessio Cantarella, Sfiducia e sragione, su alessiocantarella, Alessandro, Ratzinger, Bergoglio e l'Abitudine al Cristianesimo, su il foglio. Pier Francesco Corvino,  Religio Medici. Andrea Comincini, Per una interpretazione di Dio e del Contemporaneo, su scena illustrata.com. alessio cantarella. Sgalambro, un metafisico distruttore,  in La Sicilia. Corriere del Mezzogiorno, Sgalambro, “impiegato di filosofia” contro i luoghi comuni, in Il Mattino, Sgalambro, filosofo pessimista che sape come godersi la vita, in Libero, Farruggio, Una preziosa “Introduzione a Sgalambro” Alessandro, Cara “Italian Theory”, ricordati di Sgalambro, su il foglio, Introduzione a Sgalambro su rai playradio. Alessio Cantarella, su alessiocantarella. Alessandro, Uno Sgalambro non isolato, tra Cacciari e Severino, su il foglio, convenzionali.wordpress.com, Sgalambro e le piccole verità, su lgiornale. Sgalambro, l’esistenza e il peso di dio, su scena illustrata.com. Sgalambro, il filosofo che ama la canzone, in La Gazzetta del Mezzogiorno.  Giano (latino: Ianus) è il dio degli inizi, materiali e immateriali, ed è una delle divinità più antiche e più importanti della religione romana, latina e italica. Solitamente è raffigurato con due volti (il cosiddetto Giano Bifronte), poiché il dio può guardare il futuro e il passato. Nel caso del Giano quadrifronte, le quattro facce sono rivolte ai quattro punti cardinali. Busto di Giano conservato presso i Musei Vaticani. Caratteristiche della divinità Modifica Etimologia Modifica  Quadrigato romano recante l'effigie di Giano. Circa 220 a.C. Già gli antichi mettevano il nome del dio in relazione al movimento: Macrobio e Cicerone lo facevano derivare dal verbo ire "andare", perché secondo Macrobio il mondo va sempre, muovendosi in cerchio e partendo da sé stesso a sé stesso ritorna. Gli studiosi moderni hanno confermato questa relazione stabilendo una derivazione dal termine ianua, "porta"[2], ma è con Dumézil che il senso si precisa: il nome Ianus deriverebbe dalla radice indoeuropea *ei-, ampliata in *y-aa- con il significato di "passaggio" che, attraverso una forma *yaa-tu, ha prodotto anche l'irlandese ath, "guado. In passato non sono mancate tuttavia ipotesi alternative, come quella che voleva il nome derivato da una più antica forma *Dianus, da mettere in relazione con la dea Diana e quindi derivato anch'esso dalla stessa radice del termine latino dies, "giorno". Dumezil nota anche l'appellativo di 'mattutino' con cui Orazio si rivolge al dio in modo semiserio (Serm.). Tale appellativo tuttavia deporrebbe indifferentemente a favore di entrambe le ipotesi etimologiche esposte. Il suo nome in greco è Ιανός (Ianós).  È il primo a portare il naso con profilo romano (il classico naso a becco d'uccello). La figura del Dio Giano, come appena accennato, è prettamente romana e la sua origine non si può far risalire alla mitologia greca. Nella mitologia etrusca la divinità più prossima a Ianus è Culsans[5], dio delle porte e dei passaggi, anch’esso bifronte, con un nome simile ("ianua" significa porta in latino, come "culs" in etrusco) e legato al concetto di passato e futuro, ma con caratteristiche non del tutto sovrapponibili. Essendo pochissime le informazioni in nostro possesso sui culti dell'Italia preromana non possiamo far risalire con certezza Giano a qualche divinità italica.  Una possibilità da tenere in considerazione è che la figura di Giano sia stata ispirata da quella di Ušmu, un dio sumero a due facce, altrimenti chiamato Isimud o, in piena età babilonese, Ansar.  Epiteti Modifica  Asse con l'effigie di Giano e la prora di una nave. Circa 240-225 a.C. Come tutte le divinità romane, Giano era chiamato con diversi epiteti, che testimoniano la sua particolare rilevanza all'interno del pantheon:  Divum Deus (Dio degli Dei) Divum Claviger (Dio Clavigero) Divum Pater (Padre degli Dei) Ianus Bifrons (Giano bifronte) Ianus Cerus (Giano creatore) Ianus Consivius (Giano procreatore) Ianus Pater (Giano padre) Pater matutinae (Padre del mattino) Ianus Vicilinus (Giano Vigilante) Natura del dio Modifica Giano è una divinità esclusivamente romano-italica, la più antica tra gli Dei nazionali, gli Di indigetes, invocata spesso insieme a Iuppiter. Fu, insieme a Quirino, l'unico dio romano a non essere assimilato a divinità ellenistiche.  Il suo culto è probabilmente antichissimo e risale ad un'epoca arcaica, in cui i culti dei popoli italici erano in gran parte ancora legati ai cicli naturali della raccolta e della semina. È stato sottolineato da più autori, fin dal secolo XIX (Vedi Il ramo d'oro), come Giano fosse probabilmente la divinità principale del pantheon romano in epoca arcaica ed anche Sant'Agostino nel suo De Civitate Dei (VII, 9) ricorda che “ad Ianum pertinent initia factorum” e come perciò al Dio competa “omnium initiorum potestatem”. In particolare rimarrebbe traccia di questo fatto nell'appellativo Ianus Pater che permase anche in epoca classica.  Giano nell'epoca arcaica era semplicemente il dio legato ai cicli naturali, poi con il passare del tempo il suo mito divenne sempre più complesso.  Nei frammenti superstiti del Carmen Saliare Giano è salutato con particolare enfasi come padre e dio degli dei stessi:  «divum +empta+ cante, divum deo supplicate»  (IT)  «cantate lui, il padre degli dei, supplicate il dio degli dei»  (fragmentum 1) Tale dato è confermato dal fatto che per i romani Giano non era figlio di alcun'altra divinità (ad esempio Giove è figlio di Saturno), ma, proprio per la sua qualità di pater divorum, egli era sempre stato, immanente, fin dall'origine di ogni cosa. Così è che Giano, come lo stesso ci racconta per bocca di Ovidione i Fasti (I, 103 e s.s.), era presente allorché i quattro elementi si separarono tra di loro dando forma ad ogni cosa.  A tal proposito Varrone riporta nel carmen anche l'epiteto di Cerus cioè "creatore", perché come iniziatore del mondo Giano è il creatore per eccellenza[8]. Il console e augure Marco Valerio Messalla Rufo scrive nel libro sugli Auspici che Giano è colui che plasma e governa ogni cosa e unì, circondandole con il cielo, l'essenza dell'acqua e della terra, pesante e tendente a scendere in basso, e quella del fuoco e dell'aria, leggera e tendente a sfuggire verso l'alto, e che fu l'immane forza del cielo a tenere legate le due forze contrastanti[9]. Settimio Sereno lo chiama "principio degli dèi e acuto seminatore di cose".  Giano presiede infatti a tutti gli inizi e i passaggi e le soglie, materiali e immateriali, come le soglie delle case, le porte, i passaggi coperti e quelli sovrastati da un arco, ma anche l'inizio di una nuova impresa, della vita umana, della vita economica, del tempo storico e di quello mitico, della religione, degli dèi stessi, del mondo, dell'umanità (viene infatti chiamato Consivio, cioè propagatore del genere umano, che viene seminato per opera sua), della civiltà, delle istituzioni.  Nella sua riforma del calendario romano, Numa Pompilio dedicò a Giano il primo mese successivo al solstizio d'inverno, gennaio, che con la riforma giulianadel 46 a.C. passò ad essere il primo dell'anno. Una delle caratteristiche più singolari di Giano sta nella sua rappresentazione come di un dio bicefalo, da cui l'appellativodi Giano bifronte. Questa particolarità era connessa all'area di influenza divina che Giano assunse in maniera specifica in epoca classica, dopo l'ascesa degli dei romani "canonici": Giano era preposto alle porte (ianuae), ai passaggi (iani) e ai ponti: ne custodiva l'entrata e l'uscita e portava in mano, come i portinai, gli ianitores, una chiave e un bastone, mentre le due facce vegliavano nelle due direzioni, a custodire entrata e uscita.  Anche in quest'epoca, comunque, Giano continuò a rappresentare il custode di ogni forma di passaggio e mutamento, protettore di tutto ciò che riguardava un inizio ed una fine.  Miti Modifica  Paolo Farinati, Giano bifronte con una ninfa, 1590 circa, affresco, Villa Nichesola-Conforti, Ponton di Sant'Ambrogio di Valpolicella (Verona). Nel mito Giano avrebbe regnato come primo Re del Latium, fondando una città sul monte Gianicolo e donando la civiltà agli Aborigeni, suoi originari abitanti. Con la ninfa Camese avrebbe generato inoltre numerosi figli, tra i quali il dio Tiberino, signore del Tevere. È lui ad accogliere il dio dell'agricolturaSaturno, spodestato dal figlio Giove, condividendo con lui la regalità e consentendogli di portare l'età dell'oro. Per l'ospitalità ricevuta, Giano ricevette dal dio Saturno il dono di vedere sia il passato che il futuro, all'origine della sua rappresentazione bifronte.  Numerose sono le ninfe indicate come mogli o compagne di Giano:  Camese, dalla quale il dio ebbe tre figli: Tiberino, il dio del Tevere; Camasena, Clistene; Venilia, citata da Ovidio, dalla quale avrebbe generato: Canente; Carna, dalla quale avrebbe ricevuto il potere sulle porte; Giuturna, dalla quale sarebbe nato: Fons, dio delle sorgenti, venerato ai piedi del Gianicolo. Culto Modifica Al culto di Giano, a differenza delle altre divinità maggiori, non era preposto uno specifico flamen. Le cerimonie a lui dedicate venivano invece amministrate dallo stesso Rex e, in età repubblicana dal particolare sacerdote che suppliva alle antiche prerogative regie, il Rex Sacrorum. Egli apriva dunque per primo le processioni e le cerimonie religiose, antecedendo anche lo stesso flamen Dialis, sacerdote di Giove.  Nel suo tempio si sacrificava spesso per avere vaticinisulla riuscita delle imprese militari.  Santuari Modifica  Arco di Giano o Ianus Quadrifrons. A Roma i principali luoghi consacrati a Giano erano:  lo Ianus geminus, un passaggio coperto consacrato secondo la tradizione da Numa Pompilio nel Foro e precisamente nella parte più bassa dell'Argileto secondo Tito Livio, o ai piedi del Viminale secondo Macrobio, e che veniva aperto in occasione di guerre e chiuso in tempo di pace; lo Ianus quadrifrons, un arco a quattro aperture situato nel Foro Boario; il Tempio di Giano situato nel Foro Olitorio e consacrato da Gaio Duilio nel 260 a.C. dopo la vittoria di Milazzo. Giano come simbolo di città Modifica  Scultura lignea di Giano ad Avezzano Secondo la leggenda, Giano fondò la città di Gianicola, e fu proprio lui ad accogliere Saturno nel Lazio. Esisteva una frazione della città di Roma denominata Gianicolo e secondo alcuni mitologi Giano sarebbe il fondatore di uno dei villaggi di Roma. Da notare che il Gianicolo affaccia su un lato del Tevere ove è presente un guado naturale, quindi un passaggio.  Giano viene assunto dal Medioevo a simbolo di Genova, in relazione al suo nome antico di Ianua. Come tale viene spesso accostato al Grifone, altro simbolo di questa città. Troviamo effigi di Giano bifronte nel pozzo sacro di piazza Sarzano (l'ermabifronte sulla cupoletta, proveniente da una fontana cinquecentesca opera della bottega in Genova di Giacomo e Guglielmo della Porta); rappresentazioni dei grifoni come ornamento dei pinnacoli delle volte vetrate di Galleria Mazzini e nei lampadari ottocenteschi della stessa. Una rappresentazione indubbiamente più moderna ed essenziale la troviamo nel palazzo azzurro sito in Fiumara. Bisogna considerare Giano come dio adatto a sostituire i riti celtici dediti alla venerazione del torrente, considerato come luogo ove convergono le acque da affluenti che stanno a destra e a sinistra dello stesso corso d'acqua, in quanto Giano aveva due facce ed era il dio dei passaggi, oltre ad avere rapporti con le divinità delle acque.  Oltre a Genova, Giano è il simbolo di Tiggiano(provincia di Lecce), Subbiano (provincia di Arezzo), Selvazzano Dentro (provincia di Padova) e Centro Giano (provincia di Roma), San Giovanni Rotondo(Provincia di Foggia). L'immagine di Giano è presente nel gonfalone di Tiggiano (provincia di Lecce)[13]perché secondo un'etimologia popolare il nome del paese potrebbe derivare dal nome del dio Giano (in realtà il toponimo è un prediale costruito sul gentilizioromano Tidius.).  In Basilicata, presso Muro Lucano (PZ) è presente il toponimo Capo di Giano e Varaggiano, mentre presso Melfi c'è Foggiano. A Pescopagano, in una nicchia sotto l'arco di Porta Sibilla vi è una statuetta raffigurante Giano bifronte.  L'immagine di Giano è presente nel gonfalone di Subbiano (provincia di Arezzo)[16] perché secondo un'etimologia popolare il nome del paese deriverebbe dal latino Sub Janum condita ("fondata sotto [il segno di] Giano"), ma in realtà il toponimo è un predialecostruito sul gentilizio romano Sevius.  Il nome della città di Avezzano in Abruzzo stando ad un'ipotesi giudicata inverosimile da storici ed archeologi deriverebbe da "Ave Jane", un'invocazione posta sul portale di un tempio consacrato al dio Giano. Secondo la leggenda attorno al tempio ebbe origine la borgata formata dai primi agricoltori stanziati nell'area che originariamente circondava il lago del Fucino.  Il monte Giano nell'Appennino centrale è situato nel comune di Antrodoco, in provincia di Rieti.  Il toponimo di Selvazzano Dentro di origine romana parrebbe riportare alla presenza di un boschetto sacro al dio Giano (selva di Giano), l'attuale stemma comunale riporta infatti un altare dedicato al dio.  Secondo delle supposizioni i toponimi di Vezzano, come Vezzano Ligure in provincia della Spezia, deriverebbero dalla divinità romana.  Il nome del dio è invece all'origine dei due toponimi Giano dell'Umbria e Giano Vetusto, non direttamente ma attraverso un nome di persona latino Ianus (al quale sarà originariamente appartenuto il fondo sul quale è sorto il centro abitato).  A Reggio Emilia c'è un Giano su uno spigolo di Palazzo Magnani in Corso Garibaldi. Nel comune di Maddaloni, in Provincia di Caserta, esattamente dinanzi l'ospedale cittadino, sono ancora visibili i resti di un tempio con l'iscrizione "Iano Pacifero".  A Trieste vi è una fontana con il volto bifronte del dio, posta all'inizio del Viale XX Settembre. In quanto alla scelta del sito, va notato che nei primi anni dell'Ottocento in quel punto si trovava un recinto con cancello, che segnava l'uscita dalla città.  Il toponimo di Camposano, in provincia di Napoli, tra le tante interpretazioni, parrebbe derivare da un tempio dedicato al dio Giano denominato Campus Iani.  Nel pesarese, a pochi chilometri dalla città di Fano, vi è la frazione di Monte Giano.  Nei pressi del comune di Montieri, tra Siena e Volterra, Alta Maremma, si trova una località chiamata Prategiano, tradizionalmente legata alla divinità. Qui oggi si trova un prato collinare, circondato da boschi. Vi ha sede un centro ippico di rilievo, dal quale partono escursioni per numerose località naturali e storiche. La zona è ricca di vestigia, tra le quali la Rotonda di Montesiepi, con la Spada nella Roccia, ivi conficcata dal misterioso San Galgano nel XII secolo, oggi ancora visibile sotto la cupola della rotonda.  Note Modifica ^ Macrobio, Saturnalia, I, 9, 11 ^ ad esempio Herbert Jennings Rose in Dizionario di antichità classiche, s.v. Giano. Milano, Edizioni San Paolo, Dumézil, La religione romana arcaica,  Milano, Rizzoli, Ferrari, Dizionario di mitologia greca e latina, s.v. Giano. Torino, UTET, Simon "Culsu, Culsans e Ianus" in: Atti Secondo congresso internazionale - Tomo III - 1985 1271-81. ^ de Grummond, N.T. et Simon, E. (eds.) (2006). The Religion of the Etruscans. University of Texas, Austin.. ^ Daniele F.Maras, Monografie - La Religione Etrusca p.22, in Archeo Monografie, 27 ottobre/novembre 2018. ^ Marco Terenzio Varrone, Della lingua latina, VII, 26-27 ^ Macrobio, Saturnalia, I, 9, 14 ^ Macrobio, Saturnalia, I, 9, 16 ^ Tito Livio, Storia di Roma, I, 19, 2 ^ Teofilo Ossian De Negri. Storia di Genova. Firenze, Giunti, 2Stemma Comune di Tiggiano, su comuni-italiani.it. Notizie generali sul Comune di Tiggiano, su japigia.com. URL consultato Marcato. Tiggiano, in AA. VV. Dizionario di toponomastica. Torino, UTET, Subbiano (Tuscany, Italy), su crwflags Subbiano in breve, su comune.subbiano.Marcato. Subbiano, Dizionario di toponomastica. ^ Giovanni Pagani, Il nome Avezzano, su avezzano.terremarsicane.it, Terre Marsicane. Marcato. Giano dell'Umbria e Giano Vetusto, in AA. VV. Dizionario di toponomastica. ^ In Viale una fontana con due mascheroni - Cronaca - Il Piccolo, in Il Piccolo, 19 novembre Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc. Portale Mitologia: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di mitologia. Falacer Saturno (divinità) divinità romanaell'agricoltura  Carna Wikipedia Il contenutoAntonio Carulli. Keywords: Giano, critica della cultura, Nietzsche, De Contemptu, Schelling, impolitico, Benjamin, menstruazione, Aligheri sulla mestruazione, ente, essente. Giano, e la religione, paganesimo. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Carulli” – The Swimming-Pool Library. Carulli.

 

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