Luigi Speranza -- Grice e Mondolfo:
la ragione conversazionale della filosofia romana – antica filosofia italica – la
scuola di Senigallia -- filosofia marchese -- la filosofia italiana – Luigi
Speranza (Senigallia). Filosofo
italiano. Senigallia, Ancona, Marche. Grice: “Mondolfo is one of the few who
have focused on ‘gli eleati’ as involving a locus – pretty much as I do when I
talk of Oxonian dialectic.” Grice: “Mondolfo’s study of the politics of
Risorgimento is good; especially since every Englishman seemed to endorse it!”
-- essential Italian philosopher. Like Grice, Mondolfo believed seriously in
the longitudinal unity of philosophy and made original research on the
historiography of philosophy, especially during the Eleatic, Agrigento, and
later Roman periods. Figlio di Vito
Mondolfo e Gismonda Padovani, una famiglia benestante di commercianti. Aderisce
alle idee marxiste e socialiste. Studia a Firenze. Si laurea con F. Tocco,
discutendo una tesi su Condillac dal titolo: "Contributo alla storia della
teoria dell'associazione", un saggio da cui saranno poi tratti alcuni dei
suoi primi saggi di storia della filosofia. Frequenta un gruppo
socialista. Insegna a Potenza, Ferrara, Mantova, Padova, Torino, e Bologna. Consigliere
comunale nelle file del Partito Socialista. Collabora con la rivista
"Critica Sociale" fino a quando viene soppressa dal regime
fascista. Compone "Saggi per la storia della morale utilitaria"
di Hobbes ed Helvetius”; "Tra il diritto di natura e il comunismo", "Rousseau
nella formazione della coscienza moderna", "Il materialismo storico
in F. Engels" (Formiggimi, La Nuova Italia) "Sulle orme di Marx".
E tra i firmatari del manifesto degli
intellettuali anti-fascisti, redatto da Benedetto Croce. Si dedica alla
filosofia italica antica. Ciò nonostante, pur in questo periodo, grazie alla
politica di Gentile che volle coinvolgere filosofi di diverso orientamento
nell'impresa, collabora con l'Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Compone la
voce Socialismo. In seguito alle leggi razziali fasciste che vietavano agli
ebrei di ricoprire cariche pubbliche, Mondolfo scrisse il proprio curriculum di
benemerenze e vi inserì lo stesso Gentile come testimone il quale ha a propormi
per il Premio Reale di filosofia presso i lincei". Gentile autorizza
Mondolfo a citarlo tra i testimoni e tenta inutilmente di farlo ri-entrare tra
gli esclusi dalle leggi razziali. Costretto a lasciare l'Italia Gentile scrive
ad Alberini e lo aiuta a trovare lavoro in Argentina. Il suo archivio personale
è depositato in parte a Firenze presso la Fondazione di Studi Storici Filippo
Turati ed in parte presso Milano. Altre saggi: Sulle orme di Marx,” –
Grice: “Whitehead used to say that metaphysics has been but footnotes to Plato;
and Strawson used to say that to rob peter to pay paul you must show first that
pragmatics is but footnotes to Grice!” --
Grice: “But of course a footnote is not a footprint – only similar!” –
Grice: “While ‘footprint’ involves Roman pressum, ‘orma’ obviates that!”
-- Cappelli); “L'infinito nel pensiero
dei greci, Felice Le Monnier, La Nuova Italia); “Problemi e metodi di ricerca
nella storia della filosofia” (Zanichelli, La Nuova Italia, Firenze, Milano,
Bompiani, “Gli albori della filosofia in Grecia,” «La Nuova Italia», Editrice
Petite Plaisance, Pistoia,. La comprensione del soggetto umano nella cultura
antica, La Nuova Italia (Milano, Bompiani ). Alle origini della filosofia della
cultura, Il Mulino, “Il pensiero politico nel Risorgimento italiano,” Nuova
accademia, Cesare Beccaria, Nuova Accademia Editrice,. “Moralisti greci: la
coscienza morale da Omero a Epicuro,” Ricciardi, “Da Ardigò a Gramsci,” Nuova
Accademia, “Il concetto dell'uomo in Marx,” Città di Senigallia, “Momenti del
pensiero greco e cristiano,” Morano, “Umanismo di Marx. Studi filosofici,
Einaudi, “Il contributo di Spinoza alla concezione storicistica, Lacaita, Polis,
lavoro e tecnica, Feltrinelli, Educazione e socialismo, Lacaita, “Gli eleati,”
Bompiani,. Note Vedi Paolo Favilli, Dizionario Biografico degli Italiani,
riferimenti in. Fu una delle prime donne
italiane a conseguire la laurea (cfr. Le donne nell'Firenze). Sposò civilmente
a Firenze in Palazzo Vecchio Cesare Battisti. La sorella di Ernesta, Irene,
sposerà Giovanni Battista Trener, per anni collaboratore di Cesare. Amedeo Benedetti, L'Enciclopedia Italiana
Treccani e la sua biblioteca, "Biblioteche Oggi", Milano, Enciclopedia
Treccani, vedi alla voce futuro di Cesare Medail, Corriere della Sera, Archivio
storico. «SOCIALISMO» la voce nella
Enciclopedia Italiana, Volume XXXI, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana; Paolo
Simoncelli41. Paolo Simoncelli42.
Paolo Simoncelli43. Vedi Fabio Frosini, Il contributo italiano
alla storia del PensieroFilosofia, riferimenti in. Archivio, Inventari Stefano Vitali e Piero
Giordanetti. Ministero per i beni culturali e ambientali. Ufficio Centrale per
i beni archivistici. Archivio Rodolfo
Mondolfo. Inventari, Stefano Vitali e Piero Giordanetti, Roma, Ministero per i
beni culturali e ambientali. Ufficio Centrale per i beni archivistici, Paolo
Simoncelli "Non credo neanch'io alla razza" Gentile e i colleghi
ebrei, Le Lettere, Firenze, L. Vernetti,
R. Mondolfo e la filosofia della prassi, Morano, E. Bassi, Rodolfo Mondolfo nella vita e nel
pensiero socialista, Tamari); A. Santucci, Pensiero antico e pensiero moderno
in Mondolfo, Cappelli, Bologna); Bobbio, Umanesimo di Rodolfo Mondolfo, in
Maestri e compagni, Passigli Editore, Firenze 1984. M. Pasquini, Del Vecchio,
il kantismo giuridico e la sua incidenza nell'elaborazione di Rodolfo Mondolfo
(Alfagrafica, Città di Castello); C. Calabrò, Il socialismo mite: tra marxismo
e democrazia, Polistampa, Firenze); E. Amalfitano, Dalla parte dell'essere
umano. Il socialismo di Rodolfo Mondolfo, L'asino d'oro, Roma. TreccaniEnciclopedie
on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Enciclopedia Italiana, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Dizionario biografico degli italiani, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. su siusa.archivi.beniculturali, Sistema Informativo
Unificato per le Soprintendenze Archivistiche.
Opere su openMLOL, Horizons Unlimited srl. Opere Fabio Frosini,
MONDOLFO, Rodolfo, in Il contributo italiano alla storia del Pensiero:
Filosofia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana,. Vita opere e pensiero Diego
Fusaro, sito "filosofico.net". Fondo Rodolfo Mondolfo Università
degli Studi di Milano. Biblioteca di Filosofia. Fondo Rodolfo Mondolfo
Fondazione di Studi Storici Filippo Turati. Italiani emigrati in Argentina – Antica
filosofia italica. La filosofia italica sin dai tempi antichi era cosi deita, e
quel che più monta, dai Greci stessi, e l'autorità non sospetta di un Platone e
di un Aristotele, che non la chiamarono con altro nome, ci sembra dar peso alle
ragioni di quanti la vogliono originaria, contro l'opposta opinione di chi tra
noi la dice portata dalle colonie greche. Comunque sia, certo è che in questa
seconda supposizione, l'Italia non perde tutto il suomerito, perchè la scienza
quisorse più splendida mercè il concorso del genio e il sussidio delle
tradizioni italiane. Le scuole di cui essa può menar vanto sono due, la di
Crotone/Ponto/Taranto e la dei velini. La setta di Crotone e fondata da
Pitagora, di cui si tiene incerta così l'origine come iltempo della nascita;
l'origine, perchè è dubbio s'ei nascesse à Samo della Ionia od a Samo della
Magna Grecia; il tempo, perchè chi lo vuol nato nell'anno 584 av. C.,chi nel
608,e chi ancor prima, ai tempi di Numa, il quale, come ciè noto, mori nel 672,
dopo quarantatrè anni di regno. Tra i filosofi che vi appartennero, chiamati
ancor essi pitagorici, con un ARCHITA di TARANTO (il più celebre di tutti), che
capitana più volte gl’eserciti, e non fu mai sconfitto, si ricordano un FILOLAO,
probabilmente di Crotone, un TIMEO di LOCRI, ed un OCELLO di LUCANIA. Taciamo i
minori o dimen nota dottrina, come LISIDE, CLINIA, EURITE, ZELEUCO, e CARONDA
-- i quali due ullimi, legislatori entrambi, di Locri l'uno, l'altro di CATANIA,
insigni rese l'efficacia che, per loro opera specialmente, ha allora la
filosofia negl’ordini civili, quando, mutata la forma, i governi regi si
convertirono in popolari. La setta di CROTONE ha vita dal bisogno di una
scienza, che, professata da uomini austeri e ornati di grandi virtû, e con
giunta all'operosità civile -- in ciò la consorteria pitagorica, chè tale fu
veramente, distinguesi dalle indiane -- serve di criterio per una riforma
riconosciuta necessaria in mezzo al guasto ognor crescente della religione, dei
costumi e della libertà; lo che ci spiega le persecuzioni a cui andò soggetto.
Scuola pitagorica. -Nuovo affatto è nella scienza il metodo recatovi dai CROTONESI.
Questo metodo -- e lo stesso dicasi del linguaggio -- è il matematico; il quale consiste
nell'applicare le idee di quantità alla natura interna ed esterna, ed al
principio sommo della medesima; metodo che, tutto essendo nel mondo capace di
numero e di misura, non sarebbe forse tanto strano quanto a prima vista appare,
se non fosse che i Crotonesi all'esperienza, che la verità ci rivela
nell'ordine dei contingenti, il più delle volte preferirono il ragionamento a
priori, error palese a chi consideri che dal concetto, per esempio, di circolo,
di triangolo, di pentagono, non si può argomentare che questi tipi si
effettuino in natura, e chi lo fa si espone al pericolo manifesto di costruire
da sè un mondo fantastico, un mondo che non esiste fuori della sua mente. Ma i crotonesi
sono educati allo studio delle matematiche; perciò non è meraviglia cheil metodo
di queste scienze trasportassero nelle regioni della filosofia. Il gran
problema metafisico dei CROTONESI riducesi adunque al seguente: trovare la legge
mentale della quantità effettuate nella realtà, e con queste salire alla prima
cagione. Ed ecco perchè tutto è numero nel loro sistema. I principi delle cose
sono i numeri. Un numero, una unità parziale è ogni cosa. Un numero, una unità
generale il loro complesso, cio è l'universo o mondo, il quale comprendendo in
sè tutti i numeri od unità parziali, à in sè la pienezza d'ogni grado di
entità, epperciò è decade; e la prima cagione, il principio di tutti iprincipi
delle cose, la causa che ad ogni altra causa antecede, è numero essa pure, ma
il numero per antonomasia, e quindi può chiamarsi l'unità, la diade, la triade,
il quadernario (o solido), il settenario e la decade. Ma lasciamo da banda
questo gergo simbolico, e vediamo che di sostanziale si peschi in fondo alla
dottrina dei Crotonesi, e come s'abbia a intendere la sua formula. Ogni cosa è
un numero. Che cosa è il numero per eccellenza, la Monade somma, infinita, il divino
dei Crotonesi? E che sarà l'essere individuo? Che cosa il mondo od universo? Il
divino èl'ente che in sè contiene la propria essenza e quella di tutti gl’esseri,
epperò tutti i contrari, cioè le cose più opposte e disparate (inito ed
infinito, dispari e pari, uno e più, positivo e negativo, quiete e moto, luce e
tenebre, bene e male, ecc.), ed inoltre la moltiplicità loro insieme concilia,
risultandone una suprema unità, un'armonia universale. Il divino, insomma, è
l'unità suprema di tutti icontrari. Le cose particolari, gl’esseri derivati da lei
sono immagini sue, epperò consteranno anch'esse di elementi contrari, a unità
ed armonia ridotti; dunque ogni essere è un numero ed armonia parziale. Poni
assieme tutti questi numeri, tutti gl’esseri finiti, e in modo che i contrary non
cozzino, ma formino un solo numero, una sola unità vastissima, immagine
essa pure della monade divina. Tale il mondo od universo dei crotonesi, il
quale e l'assieme dei contrari, non già nell'unità somma inesistenti, ma in
atto e dal divino ridotti ad armonia. Ora, in qual modo la generalità dei
contrari, cioè la decade, il mondo in esi steva nell'unità per eccellenza, nel
divino? Qui crotenesi tacciono, di modo che nulla di positivo e certo può
rilevarsi dalla loro dottrina. Bensi e'ci apprendono come l'universo o mondo si
venisse formando per ispirazione od aspirazione.La monade universale e suprema,
contenente in sè le unità particolari, da principio e una, continua, indivisa,
ma non indivisibile, e da ogni parte circondata da un vuoto immenso; il quale, aspirato
da essa,come l'aria entra nei polmoni, si introduce fra i contrari,ossia fra le
monadi particolari, e cosi separandoli, individuolli, e produsse la grande
moltiplicità delle cose mondiali. La formola esprimente l'armonia universale
(tuttoènumero) per la scuola pitagorica può dirsi il principio di tutta la filo
sofia, dappoichè essa l'applicò in tutti tre gl’ordini --metafisico, logico e morale.
Che cosa è l'anima umana, la quale, dice Filolao, giace nel corpo come in un
sepolcro? Risponde il crotonesi: un numero, un'armonia, insieme conciliando
essa due contrari, cioè i sensi e la ragione, che sono ilnegativo ed il
positivo, l'irragionevole ed il ragionevole. E la verità, la co gnizione che
cosa è mai ? Un numero, un'armonia, come fuor dell'armonia è l'errore, essendo
che per l'acquisto della medesima cooperano gli stessi contrari, quantunque la
ragione si spinga più oltre dei sensi, i quali non escono dalla sfera dei
contingenti o fenomeni. E che sarà, infine, la virtù? Un numero, un'armonia,
che risulia anch'essa dall'accordo dell'irragionevole col ragionevole, essendo
la virtù riposta nella soggezione dei sensi all'impero della ragione, toltalaquale,
all'armonia sotten traladisarmonia, alla virtû il vizio. Vadasè che la virtù ci
rimena alla monade suprema, all'ordine od armonia universale, che d'ogni essere
è principio e fine. Critica. Bene esaminando la dottrina dei crotonesi, si
scuopre nella medesima un error capitale, che à per sorgente l'abuso del metodo
trascendentale, come quello che li condusse a trasportare nell'ordine delle
realtà le astrazioni della matematica, e a concepir il divino quasi unità
generica o numero per eccellenza, che è come dire quale un'essenza in cui si
contengono e si immedesimano le cose tutte quante. Nè a salvarli dal panteismo
implicito bastano le alte verità frammischiatevi, eladichia Senofane, schernitore
dei politeisti, i qualiammettono più dei, e degli antropomorfisti, che li
fingono a loro immagine e somiglianza, insegna che il divino è potentissimo,
uno ed eterno; potentissimo, perchè egli è l'ente (entità, forza, energia e
potenza per la scuola italica sono termini sinonimi). Uno, perchè, tra più dèi
uguali, nessuno è potentissimo per l'uguaglianza, e se inferiori, nessuno è
potentissimo per inforiorità; eterno, perchè l'ente non può non essere, e il
non ente non può divenire. Si fosse egli qui arrestato! ma fra gli altributi divini
ne annovera un quinto, dal quale poi con falsa logica deduce una (1) Colonia
ionica di Elea. (2) Velia ha un'altra scuola, fondatavi da Leucippo e
Democrito, i quali spiegavano la formazione del mondo con ammettere nel vacuo
immenso una infinità di atomi eterni, il cui fortuito accozzamento avrebbe dato
origine a tutte cose (atomismo). Questa scuola,chiamata fisica,non siconfonda
coll'eleaticasemplicemente detta, e denominata anche metafisica per
distinzione. Uno razione di Filolao, Dio essere imperatore e duce sommo, ed
eterno, potentissimo, supremo e diverso dalle altre cose; per chè d'uopo è che
accetti le conseguenze chi non rinunzia al l'erroneità dei principi. E
l’erroneità del principio pitagorico sta appunto nel far di Dio un tutto, un
numero che comprende in sè ogni altro numero. « Il sentimento religioso e
morale, scri ve il dottissimo Bertini (Idea d'una filosofia della vita) induce
va i Pitagorici a collocare Dio molto al dissopra del mondo;ma il fato della
logica li forzava sovente ad immedesimarli in una sola sostanza, e ricacciavali
nel panteismo ». La scuola eleatica ebbe tal nome da quello della città dove
sorse, poco dopo la di Crotone, per opera di Senofane, che, nato a Colofone
della Ionia tardi migra di là per l'invasione della patria,e venuto nella Magna
Grecia, prenfr stanza in Velia, e vi morì nella grave età di oltre a cent'an
ni.- SenofaneebbediscepoloParmenide,eParmenideZenone, buon patriota, che,
condannato a morte da un tiranno, corag giosamente sostenne ilsupplizio.Questi
due,d'Elea entrambi, con Melisso di Samo, il quale capitano gl’Italioti contro
Pericle, continuarono la dottrina del primo, e vi dettero forma più rigorosa,
se non incremento. D'altri nomi più famosi non la menzione la storia della
filosofia eleatica. Una dottrina si ripugnante al senso comune non poteva
menarsi per buona; perciò si levarono a impugnarla e combat terla gli
empiristi, o fautori del metodo a posteriori, sostenendo contro gli Eleati
el'esistenza reale di sostanze finite, e la loro contingenza e varietà, e la mutabilità
loro, attestata dall'evidenza dei fatti. Zenone, quel valente Zenone che
Aristotele riconobbe quale inventore della dialettica -- scienza ed arte di
ragionare e disputare -- come lo fu senza dubbio tra gli Occidentali, a sua
volta non lascia senza difesa la filosofia della sua scuola e del suo maestro, anzi
incalzò gliavversari con molta lena e con buona copia d'argomenti diretti a
dimostrare, per una parte la fallacia dei sensi e l'autonomia della ragione,
per l'altra, e con sofismi ad homincm, che l'empirismo, ilquale all'autorità
della ragione oppone quella dei sensi, contiene in sè contraddizioni ben più
gravi di quelle che si dicevano implicite nella metafisica eleatica. Ed allora,
se la memoria non ci falla, sorse la prima delle po lemiche che, per la loro
importanza, ànno meritato una pagina nella storia della scienza. ~ Famoso
argomento di Zenone deyto l'Achille. strana conseguenza: l'ente è tutto
od intiero, epperò nulla a lui può aggiugnersi; donde segue che nulla può
incominciare ad essere.Qui l'error di illazione, il sofisma del conseguente è
manifesto; quanto viene all'esistenza è forse un che d'aggiunto
all'infinitudine divina? D'altronde, se nulla può nascere o di venire, che
pensare degli esseri contingenti e mutabili, cosi detti perchè nei vari momenti
del tempo sono e non sono, e mutano continuamente ? Senofane se la spicciò
nettamente con negare a dirittura l'esistenza delle sostanze finite, e
sentenziò: « Tali cose non ànno altra vita fuorchè l'apparenza, ed appartengono
all'opinione. O che! sarà dunque menzognera sempre la voce dei sensi ? E ci
ingannerà di continuo l'intimo sentimento ? Che si, rispondono in coro gli
Eleati, quanto ci rilevano i sensi altro non è che illusione; e la ragione è il
mezzo unico per giungere al vero; e il vero è che tutto è uno, e l'uno è tuito.
Critica. Ma l’arte dei Zenoni, che con sofismi strani pro pugnano la falsità
del vero, e quel che è più, l'incertezza del l'evidente, e, prova non dubbia di
grande acume, perfin riesco no a dimostrare, contro la possibilità del moto,
che nella più rapida sua corsa il più celere cavallo non raggiungerà mai una
tartaruga,quantochè tardissima, la quale anche di poco la preceda, tutta l'arte
dialettica, ripeto, non sarà mai da tanto che possa collocare sopra una base
solida isistemi della scuola Filosofia presso i Greci antichi.
Principio, mezzo e fine; infanzia,virilità e decrepitezza, o decadimento, ecco
i tre stadi o periodi, le tre età dell'antica fi losofia greca. Tra il
principio e la fine corrono ben sette secoli, all'incirca; ma noi li
percorreremo in minor tempo, se non ci manchi lena. da l'alete a Socrate. La
prima età della filosofia greca antica incomincia con Talete, e termina al
comparire della filosofia socratica. Talete, già è delio, nacque 600 anni av.
C. e Socrate nel 170 ; qui dunque abbiamo press'a poco un periodo di centotrenť
anni, durante i quali sorsero due scuole, la ionica e la sofistica; le quali,
aggiunte alla pitagorica ed all'eleatica, ci dànno in com plesso l'antica
filosofia designata col nome di italo-greca. Scuola ionica. Fondata in Mileto
della Ionia, sua patria, da Talete,primo tra i filosofi greci conosciuti, ma
forse non tale veramente, que sta scuola è, come vedremo, la men filosofica di
tutte le pre cedenti. Nè la ragione è difficile a comprendersi da chi sappia
che la scienza ebbe allor contrari i voluttuosi costumi e la ser vitù di quelle
cit tà, soggette ai Lidi ed ai Persiani, e che, a giudicarnedalsilenzioe dai pochi
cenni della storia, coloroi quali la professavano erano ben lontani dalle virtù
che adorna vano i pitagorici; virtù che col venir meno a poco a poco,
pois cleatica; e sono tre: l'idealismo logico, perchè si nega l'au torità
dei sensi, per riconoscere soltanto quella della ragione; l'idealismo
metafisico, perchè si esclude la materialità, ilmolte plice ed ogni mutamento;
e, conseguenza di ciò, ilpanteismo, che ammette la sola esistenza dell'ente
immutabile ed eterno, e cosi rimuove ogni concetto di creazione. Il primo
nacque colla scuola pitagorica,mada Senofane fu recatoasistema ;ilsecon do
venne accolto dagli Eleati per evitare le contraddizioni della medesima, che
nell'uno identificava le cose più opposte; il terzo sidirebbe comune alle due
scuole,se non fosse che nell'eleatica si lasciò da banda la parte corporea e
mutabile, e così si riusci a un panteismo parziale, al panteismo idealistico. Grice:
You have to love Mondolfo. As a Jew he was into Sartre’s existentialism, and
the rest of it – when Gentile inhibited Jews from teaching Italians, M. had to
stream his energy into the study of ‘antica filosofia italica’! for our glory!”
-- o ABBAHU di Cesarea Rabbi Abraham educazione, in Filone) Achei
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DEMOCRITEO-ARISTOTELICA stinzione di Demoni del cristianesimo 401.
DEMOSTENE Deonna W., vedi De Ridder A. Derenne De Ridder A. e Deonna
Derketo Ruggiero Descartes, vedi Destino De Strycker Deucalione Dewey
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tradizione EBRAISMo, ebrei EBRAICA religione EBRAICHE suggestioni ed
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Jacob Jsaac?) ISAIA Isdoso scolastico Isis isiaco culto ISOcRATE, pseudo Issione
Jaeger Jago Jacob ascetismo e perfezione, in Filone Janet Jardé Jehova Jeat Kaibel Kant Kêr, Kêres Kern
Kierkegaard Kirk Kitto Kleingünther Klimke
Kock Kranz Krokiewicz Kronos Laas Laberthonnière Labriola Lachesi
Lachete Laconia Laio Lamennais Lamenti Laminette auree Lana Langerbeck Latini
Lattanzio Latzarus Laurent Lavagnini Leibniz Leonardo da Vinci Leone Ebreo
Leonte di Salamina Leonzio Leroux Lesky LeuCIPPO Levi Levi Lévy-Bruhl Licurgo
Lidia, Lidi Liénard E. IONICO-EOLICA
LISIA Locke Lodge LOGICA ANTICA Logos divino Loisy Losacco Lotte Lovejoy LUCIANO
Lucido Lucifero Lucilio LUCREZIO Lugdunum (Lione) Luria Lusitania Lutero
Maddalena Magalhães Vilhena Y. De Magia Maieutica Maier Malcovati Mancini
Manetti MANICHEISMO Marbach Marchesi Marchesini MARCO AURELIO Mario Vittorino
Marouzeau Marsia Martin Martinazzoli Marx MASSIMO TIRIO Mazziotti M., vedi
Enriques F. Meautis MEDICI EMPIRICI O METODICI IPPOCRATICI mediche
scuole Medievale gnoseologia, scienza, filosofia, teologia — coscienza Medio
Evo MECARICA teoria MECARICI Meineke MELIsso di Samo MENANDRO Menelao Menzel
MENONE Mercier Messaggio evangelico, ellenizza- zione del METRODoRo di
Chio Milesi Mill Milton Minucio MISTICA, MISTICA soggettività,
MI-CORRENTI, CRECO (medievale)
MITOLOGIA ANTROPOMORFICA CRECA, mitologiche rappresentazioni OMERICO-ESIODEA
Mitre Modernismo Moderni, moderno spirito, pen- cultura, hlosofia,
sia, etc. Ix, Moeller Moira Momigliano Mondo classico cristiano
greco precristiano ionico arcaico orientale, greco, romano, germanico M. A. M. vedi
Zel-Monoteismo cristiano e greco MORALISTI GRECI Morrison MOSCHIONE Mose
Mullach Murray MUSoNIo RUFo 5Nardi Natorp NATURALISMO PRESOCRATICO, NATURALISTI
PRESOCRATICI Nauck Nausicaa Neikos Nekyia omerica Nenci NEOACCADEMICI
Neohegeliani NEOPITAGORICI NEOPLATONICI, NEOPLATONISMO, NEOPLATONICA teoria,
etc. Nestle Nestore Newmann Nicia di Atene Nietzsche Noè (- giustizia, in Filone) Norden NUMENIO
Nuovo Testamento Occhio di Zeus Occhio vendicatore degli dei Oceanidi
OCCETTIVISMO ANTICO Olimpica religione Olimpo, olimpici dei Olimpo Olivieri
OMERO OMERICHE concezioni Ontologica prova ontologico argomento ORACOLO
DELFICO, lemma dell', vedi DELFico precetto. Oratorio ORAZIO Oreste
Orfeo ORFICI, ORFICO misticismo, religione, etc oRFISMO Oriente,
orientali Origene Otium Otto OVIDIO Pacioli PAGANESIMO, PAGANI FILOSOFI,
etc. Palamede Pan PANEZIO Paolo Paratore Parche Paride PARMENIDE DISCEPOLI
di parmenideo ente mondo parmenidea Pascal Pascal Pasquali Patristica
patristica eredità Pearson Peipers Pelagio, pelagianismo Pelasgo
Pelope Penía Pericle PERIPATETICI, PERIPATETICA teo-ria, etc. Пері téXvNS
Perrotta Perse Persiani Pesce Petelia Petersen Petrarca Pettazzoni Philippson
Piat Pico della Mirandola Pieper Pilade
PINDARO Piriflegetonte PIRRONE PITAGORA PITAGORICI, PITACORISMO, etc.
Pittura greca etrusca PLATONE PLATONICO mito PLATONISMO PLAUTO Pleiadi PLINIO
PLOTINO PLUTARCO POETI COMICI TEOCONICI TRAGICI Pohlenz PoLIBIO Policleto
POLICRATE Polignoto di Taso Polinice POLITEISMO PoLo Poppe PORFIRIO Puech Póros
Porzig Posidone PoSIDONIO POSTARISTOTELICA epoca, filosofia, etc.,
POSTARISTOTELICI FILOSOFI Praechter K.,
vedi Ueberweg Pragmatismo, pragmatisti Predestinaziani 424. Positivismo,
positivisti 29, 578. PRESOCRATICI FILOSOFI, NATURALI-STI, etc.,
PRESOCRATICA filosofia Priamo PRIMI FILOSOFI Primitivi popoli PROCLO
PRODICO Prometeo PROTAGORA PROTAGORISMO Protestanti, protestantesimo
protestante storiografia Provvidenza PSICOLOGIA « behaviourista», del
comportamento platonica Radamanto Radermacher RAFFINATI del Teeteto Ragione divina
Regenbogen Regnum hominis Reinach Reinhardt Reminiscenza platonica
ReyRinascimento rinascimentale distinzione rivoluzione
rinascimentali celebrazioni — innovatori scrittori Ritter
Rivelazione Rivaud Robin Rohde Roma Romanticismo Rosmini Ross Rossi Rosei
Rostagni Rousseau Rudberg Ruvo Saffo Saglio E., vedi Daremberg Ch. Saitta
SALLUSTIO SALOMONE Satana Saturnia età Saturno SCETTICI, SCETTICISMO SCETTICA
critica Schaerer Schiller Schleiermacher Schmid Schuhl Sciacca Scilla Seiti
Scolastica, etc. Scrittura, Scritture Sacre Segni indicativi, teoria dei, Segni
memorativi, utilizzazione dei SENECA SENOFANE SENOFONTE Senso comune
aristotelico Senso interiore agostiniano Serse Sertillanges SESTIO,
SESTIL, scuola dei EMPIRICO Sette savi Shakespeare Shorey Sibari
Sibilla SIMONIDE di Ceo SIMPLICIO SINESIO Siri Sisifo Snell SOCRATE SOCRATICA
esigenza esperienza
predica
SOCRATICI, SOCRATISMO Sofferenze 86. SOFISTI, SOFISTICA SOFOCLE
Sofronisco Soggettivismo cristiano-moderno Sogni Solari Soliman SOLONE Sorley
Sparta Spencer Spengel Spengler SPEUSIPPO Spinoza Spirito classico antico cristiano moderno
greco classico Spiritualisti cristiani, spiritualismo cristiano Stefanini
TEOCONIE, TEOGONICI POETI Teologi di Oxford Teone Stein Stenzel Stige STILPONE
SToBEo STOICI, STOICISMO, etc. Sroic, HOMAN Storicismo, storicistica concezione
Stragi STRATONE di Lampsaco Strycker TALETE Tannery Tantalo Tarozzi Tartaro
tartareo abisso Tatto interno Taylor Tebe Teeteto Teggart Temesa TEMISTIO Tempo
Tenebre TEODETTE TeodoretoTeodoro di Beza TEOFRASTO TEOGNIDE TERENZIO Тевео Thamus
Thaumante Theiler Thespesio Theuth Thurii Tieste Tifeo Tifone Tilgher TIMEO
TIMONE TIMOTEO Tindaro Tiresia Tiro TISIA Titani Titano Tizio Tommaso Tomismo,
etc. Traci TRADIZIONE DEMOCRITEO-EPICUREA Traducianismo TRAGEDIA TRAGICI
POETI TRASIMACO Traversari Treves Trieber Troia, troiani Tuchulca TUCIDIDE Türk
Tylor Tzetzes Uccisioni Ueberweg Ulisse 4Uno Untersteiner Usener Uxkull Vaihinger
Weil Wendland Wilamowitz Windelband Wundt Wycliffe algimigli Vangelo Vangelo
Vaso arcaico di Palermo Vespasiano Vico Vidari Vlastos Walzer Wehrli
Zafiropulo ZALEUCO ZARATHUSTRA ZENONE
ZENONE Zeller. L'eredità in T. Tasso, in «Archivio di psichiatria, scienze
penali ed antropologia criminale», Torino, Memoria e associazione nella scuola
cartesiana (Cartesio, Malebranche, Spinoza), con appendice per la storia
dell'inconscio, M. Ricci, Firenze. Per le relazioni fra genialità e degenerazione:
Guerrazzi, in «Archivio di psichiatria, scienze penali ed antropologia
criminale», Torino, Spazio e tempo nella psicologia di Condillac, in «Rivista
filosofica», Pavia, Scienza e opinioni di B. Varisco, in «Scienza
sociale», Palermo, Uno psicologo associazionista: E. B. de Condillac, R.
Sandron, Palermo. In esso viene riportato anche lo scritto sullo spazio e
il tempo in Condillac precedentemente citato Il concetto di bene e la
psicologia dei sentimenti in Hobbes, in «Rivista di filosofia e scienze
affini», Bologna, L'educazione secondo il Romagnosi, in «Rivista filosofica»,
Pavia, Ora anche in Tra teoria sociale e filosofia politica. Rodolfo Mondolfo
interprete della coscienza moderna. Scritti a cura di R. Medici, CLUEB,
Bologna Ancora a proposito di refezione scolastica: il pensiero di Romagnosi,
in «Critica Sociale», Milano, Saggi per la storia morale utilitaria: I - La morale
di Hobbes, Drucker, Padova Saggi per la storia morale utilitaria: II - Le
teorie morali e politiche di Helvétius, Drucker, Padova La politica degli
insegnanti, in «Critica Sociale», Milano, Il dubbio metodico e la storia della
filosofia, Prolusione a un corso di storia della filosofia nell'Università di
Padova, con appendice storico-critica, Drucker, Padova. Per una filosofia naturale, in «Rivista
di filosofia e scienze affini», Bologna, Recensione a G. Marchesini, La
funzione dell'anima, Laterza, Bari 1905, in «Critica Sociale», Milano,
L'insegnamento liceale della filosofia. Considerazioni pratiche, in «Rivista di
filosofia e scienze affini», Bologna L'insegnamento della filosofia nei licei e la riforma
della scuola media al congresso di Milano, in «Rivista di filosofia e scienze
affini», Bologna, Per la riforma della scuola media: la scuola unica, in
«Critica Sociale», Milano, Anche in Educazione e socialismo. Scritti sulla
riforma scolastica (dagli inizi del 900 alla Riforma Gentile), a cura di T.
Pironi, Laicata, Manduria Ancora per la riforma della scuola media: polemica
fra colleghi, in «Critica Sociale», Milano, Di alcuni problemi della pedagogia
contemporanea, in «Rivista di filosofia e scienze affini», Bologna, Anche in
Educazione e socialismo. Scritti sulla riforma scolastica (dagli inizi del '900
alla Riforma Gentile), Dalla dichiarazione dei diritti al Manifesto dei
comunisti, in «Critica Sociale», Milano, Con alcune variazioni è stato inserito
da Mondolfo anche nella raccolta Tra il diritto di natura e il comunismo: studi
di storia = •archive.org INTERNET ARCHIVE e filosofia,
parte I, Tip. degli operai, Mantova Tra teoria sociale e filosofia politica.
Rodolfo Mondolfo interprete della coscienza moderna. Scritti Intorno al
convegno filosofico di Milano, in «Rivista di filosofia e scienze affini»,
Bologna Politica scolastica: per la riforma della scuola media, in «Critica
sociale», Milano, Questioni varie: il problema della laicità nella scuola
media, in «Rivista di filosofia e scienze affini», Bologna Educazione e
socialismo. Scritti sulla riforma scolastica (dagli inizi del '900 alla Riforma
Gentile), Ancora Mazzini e il socialismo, in «La fiaccola», Senigallia Altre
obiezioni alle idee di Salvemini sugli esami, in «Nuovi doveri», Palermo Il
contratto sociale e la tendenza comunista in J. J. Rousseau, in «Rivista di
filosofia e scienze affini», Bologna, Tra il diritto di natura e il comunismo:
studi di storia e filosofia, parte II, Tip. degli operai, Mantova Il pensiero
di Ardigo, Mondovì, Mantova. La dottrina della proprietà del Montesquieu, in
«Rivista filosofica», Pavia Tra il diritto di natura e il comunismo: studi di
storia e filosofia, parte II, cit. 30. La filosofia della proprietà alla
Costituente e alla Legislativa nella rivoluzione francese, in «Rivista di
filosofia e di scienze affini», Bologna, Pubblicato anche in Tra il
diritto di natura e il comunismo: studi di storia e filosofia, parte II,
cit. Sulla laicità della scuola, in «Critica sociale»,
Milano Educazione e socialismo. Scritti sulla riforma scolastica (dagli inizi
del '900 alla Riforma Gentile), Religione, fanciulli, educazione, in «Nuovi
doveri», Palermo, Educazione e socialismo. Scritti sulla riforma scolastica
(dagli inizi del '900 alla Riforma Gentile), La fine del marxismo?, in
«Critica sociale», Milano, Umanismo di Marx. Studi filosofici a cura di N.
Bobbio, Einaudi, Torino Roberto Ardigò nelle scuole di Mantova. Notizie e
documenti, Tip. Operai, Mantova. Studi sui tipi rappresentativi. Ricerche
sull'importanza dei movimenti dell'immaginazione, nelle funzioni del
linguaggio, nelle pseudoalluci-nazioni e nella localizzazione delle immagini,
in «Rivista di filosofia», Roma, I, 2, marzo-aprile, pp. 38-92. Tra
il diritto di natura e il comunismo: studi di storia e filosofia, parte I, Tip.
Operai, Mantova. La filosofia di Feuerbach e le critiche del Marx, in
«La Cultura filosofica», Firenze Accolto in Sulle orme di Marx. Studi di
marxismo e di socialismo a partire dalla prima edizione (Cappelli, Bologna con
il titolo Feuerbach e Marx. È stato poi successivamente integrato di due
capitoli, precisamente il sesto e il settimo, nella terza edizione (Cappelli,
Bologna Ora anche disponibile, sempre con il titolo Feuerbach e Marx, in
Umanismo di Marx. Studi filosofici La filosofia della storia di Ferdinando
Lassalle (Per nozze Mondolfo-Sacerdote), Pirola, Milano. Poi nelle prime due
edizioni de Sulle orme di Marx: Cappelli, Bologna Cappelli, Bologna
Recensione a G. Vidari, L'individualismo nelle dottrine morali del secolo XIX,
in «Cultura Filosofica», La riforma della scuola media: fra la Commissione
Reale e il congresso della federazione, in «Critica sociale», Milano, Politica
scolastica: il dovere presente della federazione degli insegnanti, in «Critica
sociale», Milano La vitalità della filosofia nella caducità dei sistemi,
Prolusione all'Università di Torino Cultura filosofica», Firenze Rovistando in
soffitta, in «Critica sociale», Milano, Pubblicato anche in Umanismo di Marx.
Studi filosofici Fra l'ideale e l'azione: per l'unità di teoria e praxis, in
«Critica sociale», Milano Umanismo di Marx. Studi filosofici La
filosofia di Bruno e l'interpretazione di Felice Tocco, in «La Cultura
filosofica», Firenze, V, n. 5-6, aprile, pp. 450-482. Pubblicato poi a sé: La
filosofia di Giordano Bruno e l'interpretazione di Felice Tocco, Tip. Collini e
Cencetti, Firenze Sul concetto di plus-valore, in «Critica sociale», Milano La
pretesa antieticità del materialismo storico - il sopravalore e il passaggio
dalla necessità alla libertà) de Il materialismo storico in Federico Engels,
Formiggini, Genova Nell'edizione del (La Nuova Italia) Il concetto di
necessità nel materialismo storico, in «Rivista di filosofia II fatalismo
materialistico o dialettico e il concetto di necessità storica) de Il
materialismo storico in Federico Engels La Nuova Italia, Firenze Umanismo di
Marx. Studi filosofici Il materialismo storico in Federico Engels,
Formiggini, Genova. I ginnasi magistrali, in «Unità», Firenze, Partiti
politici e generi letterali, in «Unità», Firenze Intorno alla filosofia di
Marx, in «Critica sociale», Milano, Presente anche in Umanismo di Marx. Studi
filosofici La crisi magistrale, in «Unità», Firenze, La
preparazione dei maestri elementari, in «Unità», Firenze, Intorno alla morale
sessuale, in «Critica sociale», Milano, Ancora la morale sessuale, in «Critica sociale»,
Milano, Rousseau nella formazione della coscienza moderna, in «Rivista
pedagogica», Roma Saggio che Mondolfo ripropone nel volume Per il centenario di
Rousseau (Formiggini, Genova) e poi con alcune modifiche nell'Introduzione alle
opere di Rousseau (Discorsi e il Contratto sociale, a cura di R. Mondolfo,
Cappelli, Bologna Rousseau e la coscienza moderna (La Nuova Italia, Firenze, di
cui si ha una precedente edizione in lingua spagnola (Rousseau y la consciencia
moderna, Imán, Buenos Aires Tra teoria sociale e filosofia politica.
Rodolfo Mondolfo interprete della coscienza moderna. Scritti Socialismo
e filosofia: I. La crisi e la necessità di un orientamento filosofico; II.
Materialismo, realismo storico e lotta di classe; III. La necessità della
filosofia della praxis, in «Unità», Firenze, Ristampato nelle prime due
edizioni di Sulle orme di Marx, Cappelli, Bologna Nella terza edizione in due
volumi (Cappelli, Bologna) fu pubblicato privato della prima parte (La crisi e
la necessità di un orientamento filosofico) e con qualche aggiunta. Anche in La
cultura italiana del '900 attraverso le riviste, a cura di Golzio e Guerra,
Einaudi, Torino Umanismo di Marx. Studi filosofici Personalità e responsabilità
nella democrazia, in «La Cultura filosofica», Firenze Per l'amore della
moralità e per la moralità dell'amore, in «Critica sociale», Milano La
preparazione degli insegnanti, in «Unità», Firenze, La crisi della scuola media e il compito
delle Università, in «Nuova Antologia», Roma, Ripubblicato da Mon-dolfo, con
alcune modifiche, in Libertà della scuola, esame di stato e problemi di scuola
e di cultura, Cappelli, Bologna Discutendo di materialismo storico, in «Rivista di
filosofia neoscolastica», Milano, Università Cattolica del Sacro Cuore, Zur
soziologie der Geschlechtsmoral, in «Archiv für Sozialwis-senschaft und
Sozialpolitik», Tübingen, Mohr, Per la biografia di Bruno, Rivista d'Italia»,
Roma, Appunti di Storia della filosofia La filosofia di Giordano Bruno, R.
Università di Torino, Facoltà di Lettere e filosofia, Torino Acri e il suo
pensiero, Discorso tenuto nella R. Università di Bologna, Zanichelli, Bologna. Il
pluralismo nell'etica, in «Rivista d'Italia», Roma Acri, in «Rivista
pedagogica», Roma La filosofia in Belgio, «Rivista di filosofia»,
Genova La crisi del socialismo e l'ora presente, in «Unità», Firenze La cultura
italiana del '900 attraverso le riviste, vol. V, a cura di Golzio e Guerra,
Einaudi, Torino Revolutionärer Geist und historischer Sinn, in «Archiv für die
Geschichte des Sozialismus und der Arbeiterbewegung», her-ausgegeben von Prof.
Carl Grünberg Hischfeld Verlag, Leipzig. Successivamente in italiano: Spirito
rivoluzionario e senso storico, in «Nuova Rivista Storica Roma, Le
matérialisme historique chez F. Engels, Trad. de l'Italien par S.
Jankelevitch, Giard et Brière, Paris. 72. Chiarimenti sulla dialettica
engelsiana Rivista di filosofia Genova Sulle orme di Marx con il titolo La
dialettica di Engeis (Cappelli, Bologna Cappelli, Bologna Il materialismo
storico in Federico Engels. Ristampato anche in Tra teoria sociale e filosofia
politica. Mondolfo interprete della coscienza moderna. Scritti Spirito
rivoluzionario e senso storico, in «Nuova rivista storica», Roma, Revolutionärer
Geist und historischer Sinn, in «Archiv für die Geschichte des Sozialismus und
der Arbeiterbewegung, herausgegeben von Prof. Carl Grünberg, Hischfeld Verlag,
Leipzig. Nella versione italiana è apparso anche nella prima edizione di Sulle
orme di Marx (Cappelli, Bologna e nelle successive. Presente anche in Umanismo
di Marx. Studi filosofici Dai sogni d'egemonia alla rinuncia della libertà.
Discorso letto per la solenne inaugurazione degli studi nell'Università di
Bologna il 5 novembre 1917, Zanichelli, Bologna. Confluito con una nota
introduttiva e con il titolo La teoria della egemonia tedesca in Filosofi
tedeschi: saggi critici, trad. di L. Bassi, Cappelli, Bologna Mondolfo e la
guerra delle idee. Scritti a cura di G. Ferrandi, Museo storico del Trentino e
Società aperta di Trento, Trento Imperialismo e libertà, in «Unità Il primo assertore della missione germanica: Herder, Rivista
delle nazioni latine Mondolfo e la
guerra delle idee - Scritti Tra il primato d'un popolo e la missione universale
delle nazioni, in «Nuova rivista storica», Milano, Mondolfo e la guerra delle
idee - Scritti Leninismo e marxismo, in «Critica sociale», Milano,Poi in Sulle
orme di Marx, a partire dalla seconda edizione (Cappelli, Bologna Studi sulla
rivoluzione russa, a cura del Centro Studi di Critica Sociale, Morano, Napoli
Umanismo di Marx. Studi filosofici Leninismo e socialismo, in «Critica
sociale», Milano Sulle orme di Marx, Ristampato anche in Studi sulla
rivoluzione russa Il socialismo e il momento storico presente, in
«Energie Nove», Torino, Poi inserito nelle prime due edizioni di Sulle orme di
Marx: Cappelli, Bologna Cappelli, Bologna Il socialismo dopo la guerra):
Cappelli, Bologna Recentemente anche in M. e la guerra delle idee -
Scritti L'insegnamento di Marx, in «Critica sociale», Milano, Saggio
apparso anche come Prefazione alla prima edizione di Sulle orme di Marx. Studi
di marxismo e di socialismo, Cappelli, Bologna Sulle orme di Marx. Studi
di marxismo e di socialismo, Cappelli, Bologna. Per una coscienza realistica della storia
e della rivoluzione sociale, in «Critica sociale», Milano Sulle orme di Marx,
Cappelli, Bologna Visioni realistiche e utopie rivoluzionarie. Presente anche
in Umanismo di Marx. Studi filosofici Problemi concreti: la scuola: I. L'azione
«pro schola» e la difesa della coscienza laica, in «Critica sociale», Milano,
Campane d'allarme, in «Il Progresso», Bologna Problemi concreti: II. Il proletariato e
la scuola media. La difesa dellafunzione sociale della finalità educativa della
scuola di Stato, in «Critica sociale», Milano Educazione e socialismo. Scritti
sulla riforma scolastica (dagli inizi del '900 alla Riforma Gentile Problemi
concreti: III. Linee di un programma d'azione scolastica: Premesse generali; il
concetto di servizio pubblico e la scuola, in «Critica sociale», Milano Problemi
concreti:L'amministrazione della scuola, in «Critica sociale», Milano Problemi
concreti: d) La partecipazione del proletariato alla cultura, in «Critica
sociale», Milano, Riportato anche in Libertà della scuola, esame di stato e
problemi di scuola e di cultura, Gli adulatori del proletariato, in «Cultura
popolare», Milano Libertà della scuola, esame di stato e problemi di scuola e
di cultura Intorno al progetto Rignano, in «Critica sociale»,
Milano, Recensione a E. di Carlo, Ferdinando Lassalle, in «Critica sociale»,
Milano, Ardigò, in «Critica sociale», Milano, Bevilaqua, C'è uno spettro in
Italia, Modernissima, Milano Critica sociale», Milano Ardigò, in «Il Tempo Socialismo
e lezioni della realtà, intervista con Rodolfo Mondolfo, in «Il piccolo della
sera», Trieste, 24 settembre. Il marxismo e la crisi europea, in «Scientia Il
problema sociale contemporaneo, relazione al IV congresso italianodi filosofia,
in «Rivista di filosofia», Bologna, Sulle orme di Marx, Cappelli, Bologna Parte
di questo articolo apparve con il titolo Le condizioni della rivoluzione, in
«Critica sociale», Milano, Anche in Umanismo di Marx. Studi filosofici Le
condizioni della rivoluzione, in «Critica sociale Sulle orme di Marx, 2ª
edizione accresciuta di nuovi saggi, Cappelli, Bologna. La rivoluzione e il blocco, in «La
Giustizia», Reggio Emilia, 11 dicembre, p. 1. Per la realtà del socialismo, in «La
Giustizia», Reggio Emilia Le condizioni della rivoluzione, in «La Giustizia»,
Reggio Emilia, 1 gennaio, p.1. Martoff contro Zinovieff e l'antitesi fra
socialismo e bolscevismo, in «Critica sociale», Milano Sulle orme di Marx,
Cappelli, Bologna Studi sulla rivoluzione russa Introduzione a F. Turati, Le vie maestre
del socialismo, Cappelli, Bologna. Forza e violenza nella storia, Introduzione a S.
Panunzio, Diritto, forza e violenza. Lineamenti di una teoria della violenza,
n. III della «Biblioteca di Studi sociali diretta da R. Mondolfo», Cappelli,
Bologna. Pubblicata con l'aggiunta di alcune note in Sulle orme di Marx, II
vol., Cappelli, Bologna Umanismo di Marx. Studi filosofici 1 corsi
di esercitazione nelle Università, in «Educazione nazionale», Roma funzione
sociale della finalità educativa della scuola di Stato, in «Critica sociale»,
Milano, Più recentemente in Educazione e socialismo. Scritti sulla riforma
scolastica (dagli inizi del '900 alla Riforma Gentile Problemi concreti:
III. Linee di un programma d'azione scolastica: a) Premesse generali; b) il
concetto di servizio pubblico e la scuola, in «Critica sociale», Milano,
Problemi concreti: c) L'amministrazione della scuola, in «Critica sociale»,
Milano Problemi concreti: La partecipazione del proletariato
alla cultura, in «Critica sociale», Milano, Riportato anche in Libertà della
scuola, esame di stato e problemi di scuola e di cultura, Gli adulatori del
proletariato, in «Cultura popolare», Milano Libertà della scuola, esame di
stato e problemi di scuola e di cultura, Intorno al progetto Rignano, in
«Critica sociale», Milano, Recensione a E. di Carlo, Ferdinando Lassalle, in
«Critica sociale», Milano, Ardigò, in «Critica sociale», Milano, Recensione a
G. Bevilaqua, C'è uno spettro in Italia, Modernissima, Milano Critica sociale»,
Milano,Ardigò, in «Il Tempo», 16 settembre. Socialismo e lezioni della realtà,
intervista con Rodolfo Mondolfo, in «Il piccolo della sera», Trieste, 24
settembre. Il marxismo e la crisi europea, in «Scientia Il
problema sociale contemporaneo, relazione al IV congresso italiano= • archive.
di filosofia, in «Rivista di filosofia», Bologna Sulle orme di Marx, Cappelli,
Bologna Parte di questo articolo apparve con il titolo Le condizioni della
rivoluzione, in «Critica sociale», Milano Umanismo di Marx. Studi
filosofici Le condizioni della rivoluzione, in «Critica sociale Sulle orme di
Marx, 2ª edizione accresciuta di nuovi saggi, Cappelli, Bologna. La
rivoluzione e il blocco, in «La Giustizia», Reggio Emilia, Per
la realtà del socialismo, in «La Giustizia», Reggio Emilia, Le condizioni della
rivoluzione, in «La Giustizia», Reggio Emilia, 1 gennaio, p.1. Martoff
contro Zinovieff e l'antitesi fra socialismo e bolscevismo, in «Critica
sociale», Milano Sulle orme di Marx, Cappelli, Bologna Studi sulla rivoluzione
russa, cit., pp. 55-63. Introduzione a F. Turati, Le vie maestre del
socialismo, Cappelli, Bologna. Forza e violenza nella storia, Introduzione a S.
Panunzio, Diritto, forza e violenza. Lineamenti di una teoria della violenza,
n. III della «Biblioteca di Studi sociali diretta da R. Mondolfo», Cappelli,
Bologna. Pubblicata con l'aggiunta di alcune note in Sulle orme di Marx, II
vol., Cappelli, Bologna Umanismo di Marx. Studi filosofici 1 corsi di
esercitazione nelle Università, in «Educazione nazionale», Roma Il proletariato
e la scuola, in «La squilla Educazione e socialismo. Scritti sulla riforma
scolastica (dagli inizi del '900 alla Riforma Gentile La scuola e i partiti, in
«Il Progresso», Bologna, marzo. I discorsi di F. Turati ai Congressi Socialisti, in
«Critica sociale», Milano, Il saggio
corrisponde ad alcuni paragrafi tratti dalla prefazione di R. Mondolfo a F.
Turati, Le vie maestre del socialismo, Cappelli, Bologna Collaborazione e lotta
di classe, in «Critica sociale», Milano Sulle orme di Marx, Cappelli, Bologna Per
la comprensione storica del fascismo, in «Critica sociale», Milano, Il saggio
corrisponde ad alcuni paragrafi (in particolare il IV e parte del V) dell'
introduzione alla raccolta Il fascismo e i partiti politici italiani, I volume,
Cappelli, Bologna Significato e insegnamento della rivoluzione russa, in
«Critica sociale», Milano, La contraddizione iniziale; La conquista compiuta;
La nuova contraddizione risultante e la progressiva consapevolezza del
problema. Ristampati con alcune modifiche e aggiunte in Studi sulla rivoluzione
russa, cit., pp. 67 ss. Estratto poi in edizione Benporad, Firenze Significato
e insegnamento della rivoluzione russa, in «Critica sociale», Milano, La
rivincita della realtà; L'inevitabile soluzione: dal libero commercio al
capitalismo; La lotta e l'immediato rapporto delle forze L'anello e la
catena; Le nuove condizioni del proletariato e la sua scissione in gruppi
concorrenti; I nuovi problemi del Governo: la rivalutazione della moneta; Gli
insegnamenti: a) non il dissolvimento ma lo sviluppo è condizionato dalla
rivoluzione; on ne détruit que ce qu'on substitue; Le condizioni di un regime
socialista: produzione e distribuzione; I limiti dell'azione politica:
forza ed economia. Ristampato con alcune modifiche in Studi sulla rivoluzione
russa, La libertà della scuola, in «Critica sociale», Milano, Riportato in
Libertà della scuola, esame di stato e problemi di scuola e di cultura, cit.,
pp. 9-23. Recentemente in Educazione e socialismo. Scritti sulla riforma
scolastica (dagli inizi del '900 alla Riforma Gentile Scuola e Stato.
Lettera a Luigi Miranda, in «Il Tempo», Roma Libertà della scuola, esame di
stato e problemi di scuola e di cultura, La libertà e la scuola, in «Il Tempo», Roma, 16
giugno, p. 3. L'esame di Stato, in «Critica sociale», Milano, Libertà
della scuola, esame di stato e problemi di scuola e di cultura, La
formazione storica delle arti e dello spirito umano in Vitruvio, in «L'Arduo»,
Bologna Tra teoria sociale e filosofia politica. Rodolfo Mondolfo interprete
della coscienza moderna. Scritti Sempre nuove opposizioni al progetto su
l'esame di Stato, in «L'istru-zione media», Perugia-Bologna-Firenze, Lettera
a Gobetti, in «La Rivoluzione liberale», Torino Ricostruire, in «La Giustizia Per
la comprensione storica del fascismo, introduzione alla raccolta Il fascismo e
i partiti politici italiani, I volume, Cappelli, Bologna. Per la difesa della libertà, in «Critica
sociale», Milano, Il problema della cultura popolare, in «Critica sociale»,
Milano Il comunismo è la negazione del marxismo, in «La
Giustizia», Milano, 1 ottobre. Libertà della scuola, esame di Stato e problemi di
scuola e di cultura, Cappelli, Bologna Prefazione a S. Diambrini Palazzi, Il
pensiero filosofico di Antonio Labriola, Zanichelli, Bologna. Educazione
e rinnovamento sociale in Mazzini e in Marx, in «Rivista di filosofia Con
alcune modifiche anche in Sulle orme di Marx, Cappelli, Bologna Tra teoria
sociale e filosofia politica. Rodolfo Mondolfo interprete della coscienza
moderna. Scritti Mazzini e Marx, in «Critica sociale», Milano, Poi confluito in
Sulle orme di Marx, Cappelli, Bologna, Il monito delle tradizioni del Risorgimento
nazionale, in «Istruzione media Scuola, patria e libertà, in «La Giustizia»,
quotidiano del Partito Socialista Unitario, Milano, n. 52, 2 marzo 1923, p. 2.
Più recentemente anche in Educazione e socialismo. Scritti sulla riforma
scolastica (dagli inizi del 900 alla Riforma Gentile Scuola, patria e libertà,
in «La Giustizia», quotidiano del Partito Socialista Unitario, Milano, Il
materialismo storico: conferenza all'Università Proletaria di Milano, in
«L'Avanti!», Milano, 13 marzo. Volontà e necessità nella storia, scambio di lettere con
Longobardi L'Avanti!», Il materialismo storico, in «La Rivoluzione liberale»,
Torino Umanismo di Marx. Studi filosofici Mentre la riforma si compie, in «L'istruzione
media», I punti oscuri, in «L'istruzione media La riforma
della scuola, in «Critica sociale», Milano Educazione e socialismo. Scritti
sulla riforma scolastica (dagli inizi del '900 alla Riforma Gentile Il
problema sociale in Mazzini e Marx, in «Critica sociale», Milano, Con alcune
modifiche confluito in Sulle orme di Marx, Cappelli, Bologna Scuola
e libertà (Note polemiche), in «Critica sociale», Milano,196. Risposta
all'inchiesta tra scrittori italiani: Dove va il mondo?, Libreria politica
moderna, Roma. Aspetti della crisi contemporanea, in «Studi politici
La riforma universitaria, in «Critica sociale», Milano Libertà e funzione
sociale della scuola nella riforma Gentile, in «Cultura popolare Educazione e
socialismo. Scritti sulla riforma scolastica (dagli inizi del 900 alla Riforma
Gentile Si chiedono dati statistici, in «L'istruzione media L'esperimento
russo, in «La Rivoluzione liberale», Torino, Verso la scuola confessionale?, in
«L'istruzione media Si chiedono dati statistici, in «L'istruzione media La
lotta di classe in Russia, in «La Rivoluzione liberale», Torino Le attività del
bilancio, in «Critica sociale», Milano Umanismo di Marx. Studi filosofici
Contadini e proletariato nella Rivoluzione russa, in «Nuova rivista storica»,
Milano Sulle orme di Marx, 3ª edizione in due volumi, Cappelli, Bologna: vol. 1
Studi sui tempi nostri, vol. Il Lineamenti di teoria e di storia critica del
marxismo. La filosofia e l'insegnamento di Francesco Acri
(commemorazione nel decennale della sua morte), in «Rivista di filosofia Significato
e insegnamenti della rivoluzione russa, con prefazione di C. Treves, Bemporad,
Firenze Contributo a un chiarimento di idee, in «Critica sociale», Milano Umanismo
di Marx. Studi filosofici Il rispetto dei diritti acquisiti e l'interesse della
nazione, in «L'istruzione media Marxismo e revisionismo, in «Libertà»,
quindicinale della gioventù socialista, Milano La filosofia politica in Italia
Raccolta sulla Storia d'Italia a cura dell'Istituto superiore di
perfezionamento pergli studi politico sociali e commerciali in Brescia,
Litotipo editrice, Padova Dal naturalismo di Feuerbach allo storicismo di Marx,
in «Rivista di psicologia», Bologna Estratto da Feurbach e Marx Sulle orme di
Marx. Si trova anche in Tra teoria sociale e filosofia politica. Rodolfo
Mondolfo interprete della coscienza moderna. Scritti Ricordando Antonio Labriola, in «Critica
sociale», Milano Umanismo di Marx. Studi filosofici L'esame di Stato
professionale, in «L'istruzione media Rousseau, Discorsi e Contratto sociale, cur.
M., Cappelli, Bologna. L'idealismo di Jaurés e la funzione storica delle
ideologie, in «Cri-tica sociale», Milano, Ristampato in Tra teoria sociale e
filosofia politica. Rodolfo Mondolfo interprete della coscienza moderna.
Scritti Dopo il primo esperimento, in «Istruzione media Le cose più grandi di
lui (i programmi degli esami di Stato), in «Istruzione media Momigliano, in
«Rivista di filosofia», Torino Prefazione a F. Dal Monte, Filosofia e mistica
in Bonaventura da Bagnorea, Libreria di scienze e lettere, Roma. Sintomi
premonitori in Russia. Nuove forze politiche in vista, in«Critica sociale»,
Milano, Studi sulla rivoluzione russa, Opere scelte di Beccaria, con introduzione
e note a cura di Mondolfo, Cappelli, Bologna La questione istituzionale,
in «La Rivoluzione liberale», Torino Fiorentino, in «Nuova rivista storica»,
Milano, Da Ardigò a Gramsci, Nuova Accademia, Milano Discussioni marxiste, in
«La Rivoluzione Liberale», Torino Umanismo di Marx. Studi filosofici Intorno
ai nuovi concorsi, in «L'Istruzione media I punti del problema: per definire la
discussione marxista, in «La Rivoluzione Liberale», Torino Umanismo di Marx.
Studi filosofici Liberalismo della vecchia destra, in «Critica sociale»,
Milano, L'opera di Ferdinande Lassalle, in «Critica sociale», Milano, Il
problema delle classi medie, in «Critica Sociale», Milano, Uscito anche come
opuscolo con un preambolo di Filippo Turati nell'edizione La Giustizia, Milano
1925. Il pensiero di Engels e la prassi storica della
classe lavoratrice, in «Critica sociale», Milano Proletariato e ceti
intellettuali, in «La Giustizia Beccaria e Kant, in «Rivista Internazionale di
Filosofia del Di-ritto», Genova Tra teoria sociale e filosofia politica.
Rodolfo Mondolfo interprete della coscienza moderna. Scritti La negazione della
realtà dello spazio in Zenone di Elea, in «Rendiconti dell'Istituto Marchigiano
di scienze, lettere ed arti Problemi del pensiero antico, Zanichelli, Bologna
Per la serietà dell'esame di Stato, in «Istruzione Media», Parma Critiche
esagerate?, in «L'istruzione media», Parma Veritas filia temporis in
Aristotele, in Scritti filosofici per le onoranze nazionali di Bernardino
Varisco, Vallecchi, Firenze, pp. 235-253. Presente anche in Momenti del
pensiero greco, Morano, Napoli 1964, pp. 1-20. 185. Das Problem der
Mittelklassen in seiner Bedeutung für den Sozialismus in Italien, in
«Archiv für die Geschichte des Sozialismus und der Arbeiterbewegung»,
herausgegeben von Carl Grünberg, XII, p. 1 ss. 186. Beccaria
filosofo, in «Rivista di filosofia», Torino, XVI, n. 1, dicembre, pp. 1-11 ss.
Tratto dall' introduzione a Opere scelte di Cesare Beccaria, Cappelli, Bologna
Risposta a un'inchiesta sull'idealismo, in «Il Baretti», Torino, Un cervello
maschile, un cuore materno. In memoria di Anna Kuliscioff, in «Critica
Sociale», Milano Moto e vuoto, in «Il Baretti», Torino, a. 3, n. 2, febbraio,
p. 76. Il problema etico e culturale del socialismo nei
rapporti col movimento socialista, in «Critica sociale Materialismo, idealismo,
realismo critico-pratico, in «Il Quarto Stato», Milano Umanismo di Marx. Studi
filosofici Per la revisione del bilancio idealistico, in «Il Quarto Stato»,
Milano Umanismo di Marx. Studi filosofici Primum intelligere..., in «Il Quarto
Stato», Milano Umanismo di Marx. Studi filosofici Dall'esperienza agricola
russa al problema contadino occidentale, in «Critica sociale», Milano Studi
sulla rivoluzione russa Diderot, D'Alambert e il Trattato delle sensazioni, in
«L'idealismo realistico», Roma Condillac contro Condillac. Critica della prima
parte del Trattato delle sensazioni, in «Rivista di Psicologia», n. 1. Sulla
nozione di progresso, sintesi di una comunicazione al Congresso della Società
per il progresso delle Scienza (sezione scienze filosofiche), in Atti del
Congresso di Bologna. Il trattato delle sensazioni di Condillac, con
introduzione su L'Opera di Condillac, Cappelli, Bologna. Spinoza e la nozione del progresso umano,
in «Rivista di filosofia», XVIII, n. 3, luglio-settembre, pp. 262-266. Anche in
Tra teoria sociale e filosofia politica. Rodolfo Mondolo interprete della
coscienza moderna. Scritti La polemica di Zenone di VELIA contro il movimento,
Rivista di Filologia e d'istruzione classica», Torino, Confluito poi con alcune
aggiunte in R. Mondolfo, Problemi del pensiero antico, Der Faschismus in Italien (sotto lo
pseudonimo di «Rerum italicarum scriptor»), in Internationaler Faschismus,
herausgegeben von C. Landauer und H. Honegger, Karlsruhe. La polemica di Zenone di VELIA contro il
movimento, parte II, in «Rivista di Filologia e d'istruzione classica Problemi
del pensiero antico, Zanichelli, Bologna Fichte, in «Dizionario di scienze pedagogiche
Vallardi, Milano, Confluito poi nella raccolta Filosofi tedeschi: saggi
critici, trad. di L. Bassi, Cappelli, Bologna Il realismo di Roberto Ardigò, in
«Rivista di filosofia Tra teoria sociale e filosofia politica. Rodolfo Mondolfo
interprete della coscienza moderna. Scritti Nel primo centenario di Roberto
Ardigò, in «Rivista internazionale di filosofia del diritto», Roma Romagnosi,
in «Dizionario di scienze pedagogiche», vol. II, Vallardi, Milano, Il pensiero
antico. Storia della filosofia greco-romana, esposta con tesi scelti dalle
fonti, Società Editrice Dante Alighieri, Roma-Genova-Milano-Napoli. Sintesi
storica del pensiero antico, Società Editrice Dante Alighieri, Roma-Genova. Rassegne
di storia della filosofia: I. Filosofia del Rinascimento, in «Rivista di
filosofia», XX, Torino L'antinomia fondamentale nella visione della vita e
della storia di F. Nietzsche, in «L'idealismo realistico Die Anfänge der
Arbeiterbewegung in Italien bis 1872 und der Konflikt zwischen Mazzini
und Bakunin, in «Archiv für die Geschichte des Sozialismus und der
Arbeiterbewegung», herausgegeben von Prof. Carl Grünberg, Hischfeld
Verlag, XIV, heft 3, Leipzig Il superamento dell'utilitarismo e la coscienza
morale nella dottrina epicurea, in «Rendiconto delle sessioni della R.
Accademia delle scienze dell'Istituto di Bologna», vol. 3, Azzoguidi,
Bologna. Confluito poi in Problemi del pensiero antico, c Responsabilità
e sanzione nel più antico pensiero greco, in «Civiltà moderna», Firenze Problemi
del pensiero greco Razionalità e irrazionalità della Storia: per una visione
realistica del problema del progresso, in «Nuova Rivista Storica», Milano Collaborazione
alla «Encyclopedia of the Social Sciences» della Columbia University di New
York; voci: T. Campanella, A. Costa. I primordi del movimento operaio in Italia avanti il
1872 e il conflitto tra Mazzini e Bakunin, in «Nuova Rivista Storica Die
Anfänge der Arbeiterbewegung in Italien bis 1872 un Konflikt zwischen Mazzini
und Bakunin Riproposto poi da Mondolfo in una rivista argentina Nella versione
italiana, anche in Tra teoria sociale e filosofia politica. Rodolfo Mondolfo
interprete della coscienza moderna. Scritti Collaborazione alla «Enciclopedia
Italiana» (Istituto Treccani); voce: Giordano Bruno, vita ed opere, religione e
filosofia, dio e l'universo: il monismo, l'etica Nella sua versione rielaborata
Mondolfo ripropone questo articolo in Figure e idee del Rinascimento, trad. di
L. Bassi, La Nuova Italia, Firenze Tarozzi, L'esistenza e l'anima, in «Nuova
Rivista Storica Enciclopedia Italiana» (Istituto Treccani); voci: Comunismo
(esposizione critica della dottrina e della storia Filone di Alessandria,
Helvétius Collaborazione alla «Encyclopedia of the social Sciences» della
Columbia University di New York; voci: Epicure and epicureanism, Giuseppe
Ferrari, Gaetano Filangeri, Pasquale Galluppi, Melchiorre Gioia, Gian Vincenzo
Gravina, Theodor Karl Grün, Peter Alexeyevitch, Antonio Labriola. Collaborazione
a «Pedagogia» (Enciclopedia delle Enciclopedie, Formiggini, Roma); voci:
Didattica della filosofia Libertà e Laicità della scuola Entrambi riportati in
Educazione e cultura come problemi sociali, Cappelli, Bologna Comunicazione
al Congresso della Società Italiana per il progresso delle scienze su Criteri
di studio del problema riguardante le origini della filosofia greca. Germi
in Bruno, Bacone e Spinoza del concetto marxistico della storia, in «Civiltà
moderna», Firenze Germania nel 1932 (cfr. n. 228) e, successivamente, nel sulla
rivista argentina «Dialéctica Tra teoria sociale e filosofia politica. Rodolfo
Mondolfo interprete della coscienza moderna. Scritti Un educatore scomparso:
Marchesini, in «La Cultura popolare Rapporti tra la speculazione religiosa e la
filosofia nella Grecia antica, I, in «La Nuova Italia», Firenze, II, dicembre,
pp. 463-468. Intorno al contenuto dell'antica teogonia orfica, in
«Rivista di Filologia e d'istruzione classica Rapporti tra la speculazione
religiosa e la filosofia della Grecia antica, II, in «La Nuova Italia», Firenze
Il concetto della «umwälzende Praxis» e i suoi germi in Bruno e Spinoza, in
«Grünbergs Fetschrift», C. L. Hirschfeld, Leipzig, pp. 365-376. I
Discorsi e il Contratto sociale di Rousseau, trad. con introduzione e commento,
2ª edizione, Cappelli, Bologna. Collaborazione alla «Enciclopedia Italiana» (Istituto
Treccani); voci: Labriola Internazionale e Internazionalismo Il Giansenismo in
Italia di Jemolo, in «Rivista di Filosofia», Torino. Discutendo il problema dei caratteri
differenziali tra filosofia antica e moderna, in «Rivista di filosofia», Milano
Nota sul genio ellenico, inserita nell'edizione italiana di E.
Zeller-R.Mondolfo, La filosofia dei Greci nel suo sviluppo storico, I
Presocratici; vol. 1: Origini, caratteri e periodi della filosofia greca, La
Nuova Italia, Firenze Arte e religione in Grecia secondo gli schemi del
neoumanesimo, in «Civiltà moderna», Firenze Tratto da M., Nota sul genio
ellenico in E. Zeller-R. Mondolfo, La filosofia dei Greci nel suo sviluppo
storico, Parte I: 1 Presocratici, vol. I: Origini, caratteri e periodi della
filosofia greca, Nota sulla divisione in periodi della filosofia, in «Archivio
di storia della filosofia Zeller-R. Mondolfo, La filosofia dei Greci nel suo
sviluppo storico, 1 presocratici, Origini, caratteri e periodi della filosofia
greca, La Nuova Italia, Firenze La filosofia dei Greci nel suo sviluppo
storico, Parte I: I presocratici, vol. II: lonici e Pitagorici, La Nuova
Italia, Firene Encyclopedia of the Social Sciences» della Columbia University
di New York; voci: Lucretius, Karl Geory Winkelblech (Karl Marlo). E.
Zeller-R. Mondolfo, La filosofia dei Greci nel suo sviluppo storico, Parte I: 1
Presocratici, vol. I: Origini, caratteri e periodi della filosofia greca,
traduzione e aggiornamenti, La Nuova Italia, Firenze. Studi sopra l'infinito nel pensiero dei
Greci, in «Memoria della R. Accademia delle Scienze dell'Istituto di Bologna,
classe di scienze morali», serie 3, tomo 6, Gamberini e Parmeggiani, Bologna
Azzoguidi, Bologna Eternità e infinità del tempo in Aristotele, in «Giornale
Critico della Filosofia Italiana», Firenze Il contributo di Zenone di VELIA alla
scoperta dell'infinitesimale, in «Archivio di storia della filosofia La
preparazione dei greci alla comprensione dell'infinito, in «Civiltà moderna»,
Firenze La concezione dell'Empireo in Platone, in «La Nuova Italia», Firenze,
marzo. 242. Il passaggio dal teleologismo al determinismo nella dottrina
peripatetica dell'eternità del mondo, in «Rivista di filosofia», Milano L'infinito
nel pensiero dei Greci, Le Monnier, Firenze L'infinità divina nelle
teogonie greche presocratiche, in «Studi e materiali di storia delle
religioni», Roma L'infinito nel pensiero dei greci, Le Monnier, Firenze
L'infinità della potenza divina in Aristotele (Dal concetto negativo al
concetto positivo dell'infinito), in «Ricerche religiose», Roma L'infinito nel
pensiero dei greci, Le Monnier, Firenze 1934. L'infinità dell'essere in Melisso di Samo
(contributi a un processo di riabilitazione), in «Sophia», Padova L'infinità
divina da Filone ai neoplatonici e ai suoi precedenti, in «Atene e Roma»,
Firenze, Le Monnier L'Infinito nel pensiero dei greci, Le Monnier, Firenze L'infinità
del numero dai Pitagorici a Platone e ad Archimede, in «Archivio di filosofia»,
Roma Prassi che rovescia» o «Prassi che si rovescia»?, in «Rivista
internazionale di filosofia del diritto», Roma, XIII, fasc. VI, pp. 743 ss.
Scritto che viene successivamente inserito da Mondolfo in Il materialismo
storico in Federico Engels Collaborazione alla «Enciclopedia italiana»; voce:
Materialismo storico Il contratto di lavoro nella voce Il lavoro Encyclopedia
of the Social Sciences» della Columbia University di New York; voce: Paruta. Lezioni
di storia della filosofia svolte da M., a cura di Bortolotti e Wittig, Bologna,
Facoltà di filosofia, Bologna La genesi storica della filosofia presocratica,
in «La Nuova Italia», Firenze, 20 marzo, pp. 82-94. Prefazione al libro di G. Fontanesi, Il
problema filosofico dell'amore nell'opera di Leone ebreo, Libreria Emiliana,
Venezia, pp. I-XIII. Problema umano e problema cosmico nella formazione
della filosofia greca, Memoria presentata all'Accademia delle Scienze di
Bologna nella sessione del 17 marzo, Azzoguidi, Bologna Problemi del pensiero
antico Note sull'eleatismo di VELIA: a proposito degli Studi sull'eleatismo di
G. Calogero, in «Rivista di filologia e d'istruzione classica», Torino Problemi
del pensiero antico, Zanichelli, Bologna I problemi dell'infinità numerica e
dell'infinitesimo in Aristotele, in «Rivista di filosofia», Milano L'infinito
nel pensiero dei greci, Le Monnier, Firenze 1934. Caratteri
e sviluppi della filosofia presocratica, in «Sophia», Roma, luglio-settembre,
pp. 274-288. La giustizia cosmica secondo Anassimandro ed
Eraclito, in «Civiltà moderna», Firenze L'infinito nel pensiero dei Greci, Le
Monnier, nella Collezione di «Studi filosofici» diretta da G. Gentile, Firenze.
Recensioni in «Pan»: A. Rosemberg Storia del
bolscevismo da Marx ai giorni nostri, Sansoni, Firenze, in «Rivista
internazionale di filosofia del diritto»; N. Festa, I frammenti degli stoici
antichi, vol. I, Laterza, Bari 1932; G. Della Valle, Tito Lucrezio Caro e
l'epicureismo campano, Accademia Pontaniana, Napoli 1933; Id., Dove nacque T.
Lucrezio Caro?, Stab. industrie editoriali meridionali, Napoli 1933, in
«Sophia»; G. Pasquali, Pagine stravaganti di un filologo, Carabba, Lanciano
1933; Conte di Gobineau, Il rinascimento, trad. di F. Gentile Tarozzi,
Cappelli, Bologna Civiltà moderna»; G. Mayer, Friederich Engels: Eine
Biographie, M. Nijhoff, Haag 1934; Marx-Engels, Historische, Kritische,
Gesamtausgabe Werke Schriften, Briefe, Berlin, in «Rivista di filosofia»; C.
Ottaviano, Joachimi abbatis liber contra Lombardorum, Reale Accademia d'Italia,
Roma 1934. 261. Collaborazione alla «Enciclopedia italiana»; voce:
Movimento Operaio Fiorentino e il positivismo, in AA.VV, Onoranze a
F. Fiorentino nel cinquantenario della sua morte, Morano, Napoli Infinità
dell'istante e infinità soggettiva nel pensiero degli antichi, in «Giornale
critico della filosofia italiana», Firenze Problemi del pensiero antico L'infinito
nel pensiero dell'antichità classica, cit. 264. La genesi e i
problemi della cosmogonia di Talete, in «Rivista di filologia e d'istruzione
classica», Torino Physis e theion: intorno al carattere e al concetto centrale
della filosofia presocratica, in «Atene e Roma», Firenze, Le Monnier Il
principio universale di Anassimandro, in «Civiltà moderna», Firenze Questioni
di storia della scienza greca, in «Rivista di filosofia», Torino L'infinito e
le antinomie logiche nel pensiero greco, relazione al «Congresso della Società
italiana per il progresso delle scienze», tenutosi a Palermo il 12-18 ottobre,
Società italiana per il progresso delle scienze, Roma. Confluito poi in R.
Mondolfo, I problemi del pensiero antico, Zanichelli Enciclopedia italiana: Sindacalismo,
Socialismo Scienza (classificazione delle scienze e storia della scienza Problemi
del pensiero antico, Zanichelli, Bologna 1935. Lezioni di storia della filosofia, a cura
di Zambrini, Università di Bologna, Facoltà di lettere e filosofia, Bologna. Lezioni
di filosofia moderna: Benedetto Spinoza, tenute dal Chiar.mo Prof M., a cura di
Cavalli, GUF G. Venezian, Bologna Gli albori della filosofia in Grecia, in «La
Nuova Italia», Firenze, gennaio. Feuerbach y Marx. La dialéctica
y el concepto de la historia, trad. di M. P. Alberti, Claridad, Buenos Aires.
Su una presunta affermazione antica della sfericità
terrestre e degli antipodi, in «Archeion Anaximenea, in «Rivista di Filologia e
d'istruzione classica», Torino Gérmenes en Bruno, Bacon y Espinoza de la
concepción marxista de la historia, in «Dialéctica», Buenos Aires, abril. Per
Diogene d'Apollonia, in «Rivista di filosofia», Torino Gli atomisti antichi, in
«Il Lavoro Formes et tendences actuelles du mouvement philosophique en Italie
(in collaborazione con il Prof. Limentani della R. Università di Firenze), in
«Revue de Synthèse L'utopia di Platone, in «Il Lavoro», 17 novembre, p.3. Aristotele
ed Epicuro, in «La Nuova Italia», Firenze Echi del centenario di Romagnosi, in
«Il Lavoro La vitalità di Aristotele, in «Il Lavoro». La filosofia antica in terra d'Africa e
le tendenze del soggettivismo. Estratto da Atti della XXV Riunione della SIPS a
Tripoli, Raduno coloniale della scienza italiana, 1-7 novembre 1936.
Relazione Congresso della Società per il progresso delle scienze (Tripoli).
Problemi della cosmologia di Anassimandro, in
«Logos», Napoli Nota sulla cosmologia e la metafisica di Anassimandro
introdotta come aggiornamento nel Il vol. dell'edizione italiana de E.Zeller-R.
Mondolfo, La filosofia dei Greci nel suo sviluppo storico, Parte I: I
Presocratici, Il vol.: lonici e Pitagorici, La Nuova Italia, Firenze, 1938, pp.
190 ss. Ancora sull'infinito e gli antichi, in «Sophia La
prima affermazione della sfericità della terra. Nota dell'accademico effettivo
prof M., comunicata il 12 dicembre, in «Rendiconti delle sessioni della R.
Accademia delle scienze dell'Istituto di Bologna. Classe di scienze morali Bologna,
Tip. Azzoguidi, p. 18. Trad. it con l'aggiunta di una postilla in Momenti del
pensiero greco e cristiano Enciclopedia italiana; voci: Unità, Universo (nella
storia della filosofia) Per l'interpretazione di F. Fiorentino, in «Archivio di
storia della filosofia italiana Sui frammenti di Filolao (contributo a una
revisione del processo di falsità), in «Rivista di Filologia e d'istruzione
classica Platone e la storia del pitagorismo, in «Atene e
Roma», Firenze, Le Monnier Nota sulle fonti della nostra conoscenza e
ricostruzione storica del Pitagorismo, in E. Zeller-R. Mondolfo, La filosofia
dei Greci nel suo sviluppo storico, pp. 313 ss. Forme e tendenze attuali del movimento
filosofico in Italia, (in collaborazione con il Prof. Limentani della R.
Università di Firenze), in «Logos», Napoli L'origine dell'ideale filosofico
della vita. Comunicazione, Rendiconti delle sessioni della R. Academia delle
scienze dell'Istituto di Bologna. Classe di scienze morali», serie V, I,
Azzoguidi, Bologna Zeller-M., La filosofia dei Greci nel suo sviluppo storico,
Parte I: 1 Presocratici, vol. Il: lonici e Pitagorici, La Nuova Italia,
Firenze. Intorno ad Epicarmo, in «Civiltà moderna», Firenze L'unità
del pitagorismo, in «La Nuova Italia», Firenze, giugno. 1940 Origen y sentido del
concepto de cultura humanista, para la inauguración de cursos del Istituto de
Humanidades de la Universidad Nacional de Córdoba, El Sol, La Plata Historia y filosofia, in «Sustancia», Tucumán, Trad. it.
in Alle origini della filosofia della cultura, trad. di L. Bassi, Il Mulino, Bologna El materialismo histórico
en Federico Engels, version castellana de A. Mantica, Libreria y
Editorial Ciencia, Rosario, Descartes, Discorso sul metodo, a cura di M. e
Garin, Sansoni, Firenze La traduzione e le note di M. vennero pubblicate
anonime in questa prima edizione, mentre ricompaiono nelle ristampe successive
Descartes, Principi di filosofia, a cura di M. e E. Garin, Sansoni, Firenze,
pp. XXXIII-82. La traduzione e le note di Rodolfo Mondolfo vengono
pubblicate anonime in questa prima edizione, mentre ricompaiono nelle ristampe
successive Sócrates, edición de la Universidad Nacional de Córdoba, Córdoba. Anche in Moralistas griegos. La
conciencia moral de Homero a Epicuro, Imán, Buenos Aires 1941. Sugestiones
de la técnica en las concepciones de los naturalistas presocráticos, in
«Archeion» de la Universidad Nacional del Litoral Trad. it di L. Bassi:
Suggestioni della tecnica nelle concezioni dei naturalisti presocratici, in
Alle origini della filosofia della cultura, introduzione di R. Treves, Il
Mulino, Bologna Moralistas griegos. La conciencia moral de Homero a Epicuro, Imán, Buenos
Aires. Trad. it. accresciuta a cura di V. E.
Alfieri, Moralisti greci. La coscienza morale da Omero a Epicuro, Ricciardi,
Napoli-Milano Espíritu revolucionario y conciencia histórica, in «Revista
Mexicana de Sociología», Universidad Nacional Autónoma de México El pensamiento
antiguo, historia de la filosofia greco-romana, 2 vol., Losanda, Buenos Aires. El problema del conocimiento desde los presocráticos
hasta Aristóteles, Publicaciónes del Instituto de Humanidades de la Universidad
Nacional de Córdoba, n. 19, Córdoba. La teoría del sentido interior
en San Agustín y sus antecedentes griegos, in «Insula», Buenos Aires. Trad. it.
in Momenti del pensiero greco e cristiano Espíritu revolucionario y conciencia
histórica, in «Revista mexicana de Sociología» e nel «Boletín del Instituto de
Sociología de Bueons Aires La antinomia del espíritu innovador, in «Sustancia»,
n. 9, Tucumán, pp. 12- La filosofia política de Italia
en el siglo XIX, Imán, Buenos Aires. En los orígenes de la filosofía
de la cultura, Imán, Buenos Aires. En el centenario de Galileo, in
«Sur La crítica escéptica de la causalidad, in El problema de la causalidad,
Publicaciones del Instituto de Humanidades de Córdoba. El genio helénico y
los caracteres de sus creaciones espirituales, Cuadernos de la Facultad de
Filosofía y Letras de Tucumán, Tucumán. Roberto Ardigó y el positivismo
italiano, in «Sustancia», Tucumán Naturaléza y cultura en la formación de la
filosofía griega, Publicaciones del Instituto de Humanidades Córdoba. Rousseau y la consciencia moderna, Imán, Buenos Aires. Campanella y Descartes, in «Estudios de Filosofía»,
Universidad Nacional de Córdoba. La filosofía de la historia de
Fernando Lassalle, in «Revista mexicana de Sociología», Universidad Nacional
Autónoma de México Traducción de Carmelo di Bruno del original italiano. E.
Zeller-R. Mondolfo, La filosofia dei Greci nel suo sviluppo storico, 1
Presocratici, vol. I: Origini, caratteri e periodi della filosofia greca, 2ª
edizione, La Nuova Italia, Firenze. 1944 323. El pensamiento de Galileo y sus
relaciones con la filosofía y la ciencia antiguas, Publicaciones del Instituto
de Humanidades, n. 33, Córdoba La filosofía de Giordano Bruno,
trad. Ricardo Resta, in «Minerva», Buenos Aires, a. 1, vol. 1, mayo-junio. La ética antigua y la noción de conciencia morale,
Imprenta de la Universidad Nacional de Córdoba, Publicaciónes del Instituto de
Humanidades, n. 41, Córdoba, pp. 31. Misión de la cultura humanista,
in «Papales», Buenos Aires. Determinismo contra volontarismo
en la filosofia de Nietzsche, in «Minerva», Buenos Aires, II, n. 4. Anche Ensayos críticos sobre filósofos alemanes,
Imán, Buenos Aires Determinismo contro volontarismo nella filosofia di F.
Nietzsche, in Filosofi tedeschi: saggi critici, trad. di L. Bassi, Cappelli,
Bologna La politica y la utopía de Campanella. La Ciudad del Sol, in «Revista
mexicana de Sociología», Universidad Nacional Autónoma de México Origen del
ideal filosófico de la vida, in «Revista de estudios clásicos de la Universidad
de Cuyo», Mendoza Inserito successivamente in M., En los orígenes de la
filosofía del la cultura, Libreria Hachette, Buenos Aires La trascendencia
extratemporal divina y la infinitud temporal en el período religioso de la
filosofía griega, in «Philosophia», Mendoza, Universidad de Cuyo Eternidad e
infinitud del tiempo en Aristóteles, Publicaciones del Instituto de Filosofía y
Humanidades, n. 44. Pubblicato nella «Revista de la Universidad Nacional de
Córdoba El infinito y las antinomias lógicas de la filosofia antigua,
«Publicaciones del Instituto de Humanidades Córdoba. El primer fragmento
de Heráclito: texto, traduccion y comentario, in «Revista de la Universidad de
Buenos Aires El pensamento antiguo, Losada, Buenos Aires. Sobre la pena de
muerte (Kant contra Beccaria), in «Bebel», Santiago del Chile Bruno, in
«Philosophia», Mendoza, Univer- sidad de Cuyo La infinitud del espiritu en la
filosofia antigua, Universidad Nacional de Córdoba, Publicaciones del Instituto
de Filosofía y Humanidades, Córdoba Qué es el materialismo histórico, in
«Babel», Santiago del Chile, Heidel, La edad heroica de la ciencia, Espasa
Calpe, Buenos Aires. Cesar Beccaria y su obra, Depalma, Buenos Aires Trad.
it con ampliamenti ed aggiunte: Cesare Beccaria, La Nuova Accademia, Milano
Descartes, Discorso sul metodo, a cura di E. Garin e R. Mondolfo, Sansoni,
Firenze, 2ª edizione. R. Descartes, Principi di filosofia, a cura di E.
Garin e R. Mondolfo, Sansoni, Firenze, 2ª edizione. Il problema del male in Agostino e
nell'agostinismo, conferenza tenuta nell'aula magna dell'Università di
Montevideo il 31 agosto. Confluita in Momenti del pensiero greco e cristiano Ensayos
críticos sobre filósofos alemanes, Imán, Buenos Aires. Trad. it a cura di L. Bassi, Filosofi tedeschi: saggi
critici, Cappelli, Bologna 1958. La idea de progreso
humano en G. Bruno, in «Babel», Santiago del Chile, n. 39, pp. 97 ss. Tres filósofos de Rinascimiento: Bruno, Galileo,
Campanella, Losanda, Buenos Aires. Poi rifuso in Figuras e ideas de la
Filosofía del Rinacimento, Losada, Buenos Aires San Augustín y el problema del
mal en el neoplatonismo cristiano, in «Revista de la Facultad de Humanidades y
Ciencias de Montevide Interpretaciones de Heráclito en el último medio siglo,
prólogo a O. Spengler, Heráclito, Espasa-Calpe, Buenos Aires. Interpretaciones italianas del materialismo histórico, in
«Cultura italiana», Buenos Aires. Trad. it: Il materialismo storico nelle
interpre-tazioni italiane, in «Critica sociale», Milano Voluntarismo y
pedagogia de la acción en Mazzini y en Marx, in «Babel», Santiago del Chile La
idea de cultura en el Rinacimiento italiano, in «Jornadas de centro de cultura
italiana», Tucumán, Universidad Nacional Figure e idee del Rinascimento, La
Nuova Italia, Firenze, Die Klassische Philosophie in Latein-Amerika,
Universitas, Stuttgart. Problemas y métodos de la
investigación en historia de la filosofia, Cuadernos de Instituto de
Universidad Nacional de Tucumán, Tucumán. Sulle orme di Marx, 4ª edizione,
Cappelli, Bologna. Le sujet humain dans la philosophie antique, in AA.
VV., Proceedingof the Tenth International Congress of Philosophy, North-Holland
Publishing Co., Amsterdam Voluntad y conocimiento en Heráclito, in «Notas y
estudios de filosofía», Tucumán, Spinoza y la noción de progreso humano, in
«Bebel», Santiago de Chile Descartes, Discorso sul metodo, a cura di E. Garin e
R. Mondolfo, 3ª edizione, Sansoni, Firenze. Descartes, Principi di filosofia, a cura
di Garin e M., 3ª edizione, Sansoni, Firenze. El hombre como
sujeto espiritual en la filosofía antigua, in Actas de primer Congreso Nacional
de Filosofía, tomo III, Mendoza, Universidad Nacional de Cuyo L'utopia di
Campanella, Studi in onore di Gino Luzzatto», Giuffrè, Milano. Rousseau,
Discorsi e Contratto sociale, a cur. M., 3ª edizione, Cappelli, Bologna. Il
pensiero antico. Storia della filosofía greco-romana, esposta con testi scelti
dalle fonti, 2ª edizione, La Nuova Italia, Firenze. Il metodo di Galileo e la teoria della
conoscenza, in «Rivista di filo-sofia», Torino Figure e idee del Rinascimento,
La Nuova Italia, Firenze Ensayos sobre el Renacimiento italiano, Universidad
Nacional de Tucumán, Instituto de filosofía, Tucumán. El método de Galileo
y la teoría del conocimiento, in Actas de la Academia de Ciencias Culturales y
Artes de la Universidad Nacional de Tucumán, Tucumán Trabajo manual y trabajo
intelectual desde la antigüedad hasta el Renacimiento, in «Revista de historia
de las ideas de la Universidad Nacional de Tucumán», Tucumán Lavoro manuale e
lavoro intellettuale dall'antichità al Rinascimento, in «Critica sociale»,
Milano, Ristampato in Alle origini della filosofia della cultura, a cura di R.
Treves, Il Mulino, Bologna Polis, lavoro e tecnica, introduzione e cur. Ferriolo, Feltrinelli, Milano La filosofia dei Greci
nel suo sviluppo storico, Parte I: I presocratici, vol. Il: Ionici e Pitagorici, 2ª
edizione, La Nuova Italia, Firenze Lo humano y lo subjetivo en el pensamiento
antiguo, in «Notas y estudios de filosofía», Tucumán, Sobre una interpretación reciente de
Anaxagoras y los eleatas, in «Notas y estudios de filosofía», Tucumán,
Preparación profesional e investigación científica, in La universidad del siglo
XX, Universidad Nacional de San Marcos, Lima Trad. it. in Educazione e cultura
come problemi sociali La reminiscencia platónica y la
actividad del espíritu, in «Actas del Congreso de filosofía en Lima» y «Revista
de la Universidad Nacional de S. Agustín de Arequipa». Reseñas en «Notas y estudios de
filosofía», sobre: M. Dal Pra, La storiografia filosófica antica; C. Moeller,
Sagesse grecque etparadoxe chrétien; A. Nogueira, Universo Zeller-M., La
filosofia dei Greci nel suo sviluppo storico, Parte I: I Presocratici, vol. I:
Origini, caratteri e periodi della filosofia greca, 3ª edizione, La Nuova
Italia, Firenze El pensamiento antiguo.Desde los orígines hasta Platón. Tomo II: Desde Aristóteles hasta
neoplatónicos, 3ª edizione, Losada, Buenos Aires El infinito en el pensamiento
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Buenos Aires. La filosofía como problematicidad y el historicismo, in
«Philosophia», Universidad Nacional De Cuyo, Mendoza, Trad. it: La filosofia
come problematicità e lo storicismo, in «Il Dialogo Il materialismo storico in
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historia de la filosofía, in «Notas y estudios de filosofía», Tucumán Intorno
alla gnoseologia di Democrito, «Rivista critica di storia della filosofia»,
Milano La comprensione del soggetto umano nell'antichità classica, trad. di L.
Bassi, La Nuova Italia, Firenze Problemi e metodi di ricerca nella storia della
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platonico, «Rivista di filosofia», Torino La comprensione del soggetto umano
nell'età classica Il valore del lavoro nel riconoscimento di Senofonte,
Platone ed Aristotele, in «Critica sociale», Milano, Trabajo y conocimiento
según Aristóteles, in «Imago mundi», Buenos Aires L'unité du sujet dans la gnoséologie
d'Aristóte, in «Revue philosophique», Paris Platón y el concepto unitario de
cultura humana, in «Humanitas», Universidad Nacional de Tucumán, a. 1, n. 1,
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dell'arte e della scienza, in «II Ponte», Firenze Campanella y su utopía,
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Grecia antigua hasta Sócrates, in «Revista de economía», Córdoba, The Greek
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moderna, Imán, Buenos Aires 1944. Cultura e libertà nel pensiero
di Croce, in «Critica sociale», Milano, Educazione e cultura come problemi
sociali Cultura y libertad en el pensamiento de B. Croce, in AA.VV, Homenaje a
Benedetto Croce en el primer aniversario de su fallecimiento, de la Facultad de
Filosofía y Letras de Buenos Aires Seneca e l'infinità del
progresso spirituale, in «Critica sociale», Milano, aprile. La
divisione del lavoro e il compito sociale dell'educazione, in «Critica
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Torre», de la Universidad de Puerto Rico, n. 5, pp. 63-74. Il
problema di Cratilo e l'interpretazione ai Eraclito, in «Rivista critica di
storia della filosofía», Milano, IX, n. 3, pp. 221-231. La conciencia moral
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de La Plata, n. 34, Seccíon Filosofía Figuras e ideas de la filosofía del
Renacimiento, Losada, Buenos Aires. Trad. it. a cura di L. Bassi: Figure
e idee della filosofia del Rinascimento, La Nuova Italia, Firenze El problema
de Cratilo y la interpretación de Heráclito, in «Anales de Filología Clásica»,
Buenos Aires, Universidad de Buenos Aires Rousseau, Discorsi e Contratto
sociale, a cura di R. Mondolfo, 4ª edizione, Cappelli, Bologna. Educazione
e democrazia nel pensiero socialista, in «Critica sociale», Milano Historia de
la filosofía e historia de la cultura, in «Imago mundi», Buenos Aires, marzo.
Trad it. Storia della filosofia e storia della cultura, in Educazione cultura
come problemi sociali Intorno a Gramsci e alla filosofia della prassi, in
«Critica sociale», Milano Critica sociale», Milano 1955, con prefazione di
E. Bassi. Successivamente compreso nel volume Da Ardigò a Gramsci, Nuova
Academia, Milano Umanismo di Marx. Studi filosofici Antologia di Aristotele, La
Nuova Italia, Firenze. La comprensión del sujeto humano en la cultura
antigua, Imán, Buenos Aires. Trad. it. a cura di L. Bassi, La comprensione del
soggetto umano nell'antichità classica, La Nuova Italia, Firenze 1958. Giuseppe Mazzini y los orígenes del movimiento obrero en
Italia hasta 1872. El conflicto entre Mazzini y Bakunin, in «Cuadernos de la
cultura de Italia», Buenos Aires, Sócrates, Colección filósofos y sistemas,
Losange, Buenos Aires. Edizione ampliata de Sócrates, edición de la
Universidad Nacional de Córdoba, Cordoba I moralisti greci. La coscienza morale da Omero a Epicuro, Ricciardi,
Milano-Napoli Lavoro e conoscenza nelle concezioni dell'antichità classica,
«Sag-giatore», Torino. Poi in Educazione e cultura come problemi sociali,
Successivamente anche in Polis, lavoro e tecnica, a cura di M. V. Ferriolo Espíritu
revolucionario y conciencia histórica, Ediciones Populares Argentinas, Buenos
Aires. Evolución del socialismo,
Ediciones Populares Argentinas, Buenos Aires. Historia de la
Universidad de Bologna, in «La Torre», Puerto Rico, Universidad de Puerto Rico,
3, 12, ottobre-dicembre, pp. 45 ss. Trad. it. Storia dell' università di
Bologna, in «La vita italiana», nel volume Estudios italianos en la Argentina,
publicado dal Centro di studi italiani, Buenos Aires Cultura y libertad en el
pensamiento de B. Croce, in Homenaje a Croce en el primer aniversario de su
fallecimiento, Facultad de Filosofía y Letras de Buenos Aires. Trabajo y
conocimiento en las concepciones de la antigüedad clásica, in «Cuadernos
Americanos», México, Universidad Nacional Autónoma de México, Titolo originale:
Lavoro e conoscenza nelle concezioni dell'antichità classica, in «Saggiatore»
Torino. Storia dell'università di Bologna, in «La vita
italiana», nel volume Estudios italianos en la Argentina, publicado dal Centro
di studi italiani, Buenos Aires Educazione e cultura come problemi sociali,
L'infinito nel pensiero dell'antichità classica, La Nuova Italia,
Firenze. El genio helénico: formación y
caracteres, Editorial Columba, Buenos Aires. La ciencia de la
lógica de Hegel, trad. de Augusta y M., prólogo de M. Hachette, Buenos Aires. La división del trabajo y la tarea de la educación, en
«Estudios sociológicos» (IV congreso de sociologia), México, y en «La Nación»,
Buenos Aires, abril. El materialismo histórico en
Engels y otros ensayos, nueva traduccion de la 2ª edicion italiana con
agregados, Editorial Raigal, Buenos Aires. Alle origini della filosofia della
cultura, trad. it di L. Bassi e con introduzione di R. Treves, I Mulino,
Bologna. Bolscevismo e dittatura (la conseguenza del sistema),
in «Critica sociale», Milano Studi sulla rivoluzione russa, cit., L'esigenza
del nesso fra storia della filosofia e storia della cultura, in AA. VV., Verità
e storia: un dibattito sul metodo della storia della filosofia, Società
filosofica romana, Arethusa, Asti Aristotele. Antologia, 1ª ristampa, La Nuova
Italia, Firenze.1957 La coscienza morale e la legge interiore in Plutarco,
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studi socialisti: in onore di U. G. Mondolfo, La Nuova Italia, Firenze, pArte,
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Hachette, Buenos Aires. Trad. it Educazione e cultura come problemi sociali,
Cappelli, Bologna 1957: Prólogo a Lamanna, Historia de la Filosofía, I: El
pensamento antiguo, trad. de Caletti, Hachette, Buenos Aires. Educazione
e cultura come problemi sociali, Cappelli, Bologna. Edizione spagnola:
Problemas de cultura y education, Hachette, Buenos Aires. La historia de
la filosofía y la historia integral, in «Revista de la Universidad de Buenos
Aires», Buenos Aires, Note intorno alla storia della filosofía, in «Rivista
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Dialogo», Bologna, Evidence of Plato and Aristotele relating to the
ekpyrosis in Heraclitus, trad. D. J. Allan, in «Phronesis», Intorno
al problema storico di Hilferding, in «Critica sociale», Milano, Ristampato in
R. Mondolfo, Umanismo di Marx. Studi filosofici, Filosofi tedeschi: saggi
critici, trad. di L. Bassi, Cappelli, Bologna. Il pensiero stoico ed
epicureo. Antologia di testi, a cura di R. Mondolfo e D. Pesce, La Nuova
Italia, Firenze. Determinismo contro volontarismo in Nietzsche, in «Il
Dialogo», Bologna, nTitolo originale: Determinismo contra volontarismo en la
filosofia de Nietzsche, in «Minerva», Buenos Aires. Nella sua traduzione
italiana il saggio si trova anche in Id. Filosofi tedeschi: saggi
critici, trad. di L. Bassi, Cappelli, Bologna Prospettive filosofiche: la
filosofia come problematicità e lo storicismo, con bibliografia degli scritti
di R. Mondolfo, in «Il Dialogo», Bologna, Titolo originale: La filosofía como
problematicidad y el historicismo, in «Philosophia», Universidad Nacional De
Cuyo, Mendoza, Rispetto all'originale spagnolo del 1949, Mondolfo inserisce una
breve postilla di aggiornamento. La comprensione del soggetto umano nell'antichità
classica, trad. it. L. Bassi, La Nuova Italia, Firenze. Titolo originale: La
comprensión del sujeto humano en la cultura antigua, Imán Buenos Aires
Prefazione a L. Conti, L' assistenza e la previdenza sociale. Storia e
problemi, Feltrinelli, Milano. Aristotele. Antologia, La Nuova Italia,
Firenze Eraclito e Anassimandro, La Nuova Italia, Firenze. Eraclito
e Anassimandro (Dalle note di aggiornamento Zeller-Mondolfo, vol. III: Capitoli
su Eraclito), in «Filosofia», Torino, I frammenti del fiume e il flusso universale in
Eraclito, in «Rivista critica di storia della filosofía», Milano El flujo
universal de Heráclito y el símbolo del río, in «Cultura Universitaria» Anche
in E. Zeller e R. Mondolfo, La filosofia dei Greci nel suo sviluppo storico,
Parte I: 1 Presocratici, Eraclito, La Nuova Italia, Firenze, Il pensiero
politico del Risorgimento italiano, La Nuova Accademia, Milano. Titolo originale: La filosofia
política de Italia en el siglo XIX, Imán, Buenos Aires. Rispetto all'edizione castigliana quella italiana
presenta aggiornamenti e arricchimenti. El pensamiento antiguo. Historia de la filosofia
greco-romana, vol. I-IL, 4ª edición, Losada, Buenos Aires. Sócrates, Editorial Universitaria, Buenos Aires. El sol y las Erinias, según Heráclito, in «Universidad»,
Universidad Nacional del Litoral, Santa Fe, La idea de una
misión del filósofo, en el pasado y en nuestros días, in «La Nación», Buenos
Aires, octubre. El flujo universal de Heráclito
y el símbolo del río, in «Cultura Universitaria», Caracas, Direccion de
Cultura. Departamento de Publicaciones, Nota sobre los Antecedentes en la
historia de la filosofía, in «Philosophia», Mendoza, Universidad Nacional de
Cuyo, Facultad de Filosofía y Letras, Instituto de Filosofía, La conflagración
universal en Heráclito, in «Philosophia», Mendoza, Revista del Instituto de
Filosofía, Universidad Nacional de Cuyo, Facultad de Filosofía y Letras, Los seminarios de investigación
filosofíca, in «Revista de Educación», La Plata, La missione della filosofia
nell'epoca attuale, in «Critica sociale», Milano, Anche in Prospettive storiche
e problemi attuali dell'educazione. Studi in onore di Ernesto Codignola, La
Nuova Italia, Firenze Guía bibliográfica de la
filosofía antigua, Losada, Buenos Aires. Cesare Beccaria, La Nuova
Academia, Milano. Edizione italiana, con complementi ed
aggiunte de Cesare Beccaria, Editorial Depalma, Buenos Aires Moralisti greci.
La coscienza morale da Omero a Epicuro, trad. a cura di V. E. Alfieri,
Ricciardi, Napoli-Milano. Titolo originale: Moralistas griegos. La conciencia
moral de Homero a Epicuro, Imán, Buenos Aires Rispetto all'originale edizione
spagnola, quella italiana si presenta accresciuta. O genio helénico, en
V. de Magalhães Vilhena, Panorama do pensamiento filosófico, Cosmos, Lisboa. En los orígenes de la filosofía de la cultura, 2ª edición
ampliada, Hachette, Buenos Aires. La Universidad latino-americana
como creadora de cultura, Cultura universitaria de Caracas Universidad de la
República, Montevideo; Universidades (Unión de Universidades de América
latina), Buenos Aires, IMarx y marxismo, Estudios histórico-críticos, Trad.
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Aires. Socrates, 3ª edición, Eudeba, Buenos Aires Bibliografía
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stoico ed epicureo. Antologia di
testi, introduzione critica e commento a cura di D. Pesce, La Nuova Italia,
Firenze. Presentazione a AA.VV, Senigallia, a cura di S.
Anselmi, Libreria Editrice Sapere, Senigallia. Socialismo e
cristianesimo, in «Critica sociale», Milano, El genio helénico y
Arte, religión y filosofía de los griegos,
Editorial Columba, Buenos Aires. Notas heraclíteas. La identidad
de los caminos opuestos (B 59 y B 60), in «Philosophia», Mendoza, Universidad
Nacional de Cuyo, Facultad de Filosofía y Letras, Instituto de Filosofía,
Heráclito y Parménides, in «Cuadernos filosóficos», Universidad Nacional del
Litoral, Rosario, De las notas de actualización de Zeller-Mondolfo, La
filosofia dei Greci nel suo sviluppo storico. Problemas y métodos
de la investigación en la historia de la filosofia, 2ª edición ampliada, Edit. Universitaria, Buenos Aires. Il pensiero neoplatonico. Antologia di
testi, scelta, traduzione e note introduttive di M., introduzione critica e
commento di D. Pesce, La Nuova Italia, Firenze. Il pensiero antico. Storia della
filosofia greco-romana esposta con testi scelti dalle fonti, 3ª edizione
aggiornata, La Nuova Italia, Firenze. E. Zeller-R. Mondolfo, La filosofia dei Greci nel suo
sviluppo storico, I Parte: 1 Presocratici, vol. IV: Eraclito, La Nuova Italia,
Firenze. E. Zeller-R. Mondolfo, La filosofia dei Greci nel suo
sviluppo storico La filosofia post-aristotelica, vol. VI: Giamblico e la Scuola
di Atene, trad. di E. Pocar, a cura di G. Martano, La Nuova Italia, Firenze.
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italiani dell'Istituto italiano di cultura», Buenos Aires. Arte, religion y filosofia de los Griegos, Columba,
Buenos Aires. Veritas filia temporis en Aristóteles, in «Revista de
la Universidad Nacional de Córdoba», Personalità e responsabilità nella
democrazia, I parte, in «Critica sociale», Milano, Il movimento operaio fino al 1860, in
«Critica sociale», Milano, S. Anselmi, Incontro con Rodolfo Mondolfo. In
appendice: M., Sul concetto di lavoro, Libreria editrice Sapere,
Senigallia. 1962 Personalità e responsabilità nella democrazia, Il
parte, in «Critica Sociale», Milano, Il concetto dell'uomo in Marx, in «Il
dialogo», Bologna, e a cura del Comune di Senigallia. Si tratta di una
conferenza tenuta all'Università di Montevideo per i corsi del Consejo
Interuniversitario Regional di Argentina, Cile e Uruguay, nel febbraio del
1962. Successivamente pubblicata in spagnolo (trad. a cura di O. Caletti) nel
testo Humanismo de Marx, Fundo de la cultura económica, México Ora in Umanismo
di Marx. Studi filosofici Personalidad
y responsabilidad en la democracia, in «Buenos Aires. Revista de Humanidades»,
Buenos Aires, La conciencia moral de Homero a Demócrito y Epicuro,
Eudeba, Buenos Aires Materialismo histórico. Bolschevismo y dictadura,
Ediciones nuevas, Buenos Aires. Le opere complete di
Antonio Labriola, in «Critica sociale», Milano, in numero di ripubblicazione
dell Tesi di Critica Sociale, Rousseau y la conciencia moderna, Eudeba, Buenos
Aires. Homenaje a M., Universidad
Nacional de Córdoba. Da Ardigò a Gramsci, La Nuova
Accademia, Milano. Testimonianze su Eraclito anteriori a Platone, in
«Rivista critica di Storia della filosofia», Milano, Fratelli Bocca Eraclito,
Testimonianze e imitazioni, a cura di M. e L. Tarán, La Nuova Italia, Firenze
Breve historia del pensamiento antiguo, Losada, Buenos Aires. Siete
opiniones sobra la significación del humanismo en el mundo contemporáneo, in
«Revista de la Universidad de Buenos Aires», Buenos Aires Un precorrimento di Vico in Filone
alessandrino, in AA. VV., Miscel-lanea di studi alessandrini in onore di A.
Rostagni, Bottega d'Erasmo, Torino, Successivamente in R. Mondolfo, Momenti del
pensiero greco e cristiano, Morano, Napoli Morale e libertà in Labriola,
recensione a Dal Pane, Ricerche sul problema della libertà e altri scritti di
filosofia e pedagogia Critica sociale», Milano, L'uomo greco secondo Pohlenz, in «Il
Ponte», Firenze, La Nuova Italia, Poi in Momenti del pensiero greco e
cristiano, Morano, Napoli, Fromm y la interpretación de Marx, in «La Nación»,
Buenos Aires, julio. La Universidad y sus
antecedentes, in «La Gaceta», del Fondo de Cultura Económica, Mexíco. Personalidad y responsabilidad en la democrazia, Buenos
Aires. Sócrates, Mestre Jou, São Paulo.
Sócrates, 4ª edición, Eudeba,
Buenos Aires. En torno a la contemporaneidad
de la historia, in «La Torre», Puerto Rico, Universidad de Puerto Rico, Trad.
it. Intorno alla contemporaneità della storia, in «Critica sociale», Milano, La
obra de Condillac, prólogo a Condillac, Tratado de las sensaciones,
Eudeba, Buenos Aires. Problemas y métodos de la
investigación en la historia de la filosofía, Eudeba, Buenos Aires. Fromm
e il concetto dell'uomo in Marx, in «Critica sociale», Anche in R. Mondolfo,
Umanismo di Marx. Studi filosofici, Figure e idee della filosofia del
Rinascimento, La Nuova Italia, Firenze. Trad. it. Figuras e ideas de la filosofía del
Rinacimento, Losanda, Buenos Aires. La fondazione del materialismo storico (A
proposito di recenti studi), in «Il Dialogo», Bologna, Ristampato in Umanismo
di Marx. Studi filosofici, Nuovi studi su Feuerbach e Marx, a cura di M. e A.
Testa, in «Il Dialogo», Bologna, Marxismo e libertà, in «Il Ponte», Firenze,
Anche in Umanismo di Marx. Studi filosofici, Le antinomie di Gramsci, in
«Critica sociale»,Decartes, Discorso sul metodo, a cura di M. ed E.
Garin, Sansoni, Firenze. Galileo e
la scienza, in «Critica sociale», Milano, Ripubblicazione del saggio (cap II:
Il pensiero di Galileo e i suoi rapporti con l'antichità e con il Rinascimento)
apparso nella raccolta Figure e idee del Rinascimento, La Nuova Italia, Firenze
In memoria di Gino Luzzatto, in «Critica sociale», Galileo y el método experimental, in «La
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Napoli. A quarant'anni della prima edizione de «La
Rivoluzione Liberale», M. a Piero Gobetti, Centro Studi Gobetti, Quaderno
Torino. El humanismo de Marx, trad de O.
Galetti, Fondo de la Cultura Económica, México-Buenos Aires. Origen y desarrollo histórico de la universidad, in
«Revista de la Universidad de Córdoba», Córdoba. O pensamento
antiguo, 2 tomos, Maestre You, São Paulo. Momentos de
pensamiento griego y cristiano, versión castellana de O. Caletti, Paidós,
Buenos Aires Materialismo histórico como humanismo realista, in «La Gaceta»,
del Fondo de la Cultura Económica, México, septiembre. Si tratta di una conferenza tenuta all'Università di
Montevideo per i corsi del Consejo Interuniversitario Regional di Argentina,
Cile e Uruguay, nel febbraio del 1962. Pubblicata anche nel testo Humanismo de
Marx, Fundo de la cultura económica, México. La versione italiana (I
materialismo storico come umanismo realistico) si trova in «Il Dialogo»,
Bologna, e in M., Umanismo di Marx.
Studi filosofici, Discussioni su un testo di Parmenide (Die Fragm. d. Vorsokr. --
Rivista critica di storia della filosofia», Milano, Sul valore storico delle
testimonianze di Platone, in «Filosofia», XV, ottobre, pp. 583-601. Anche in
Eraclito, Testimonianze e imitazioni, a cura di M. e L. Tarán, La Nuova Italia,
Firenze, Platón y la interpretación de Jenófanes, in «Revista de la Universidad
Nacional de Cordoba». La filosofia dei Greci nel suo sviluppo storico,
Parte I: I presocratici, vol. Il: Ionici e Pitagorici, La Nuova Italia,
Firenze. K. Marx, Crítica de la filosofia del derecho de
Hegel, trad. del alemán, con notas aclaratorias de R. Mondolfo, Ed. Nuevas,
Buenos Aires La lotta di classe secondo Juan B. Justo, in «Critica sociale»,
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Cappelli, Bologna 1965; e con il titolo Conclusioni sul marxismo, in «П
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pensamento antiguo, trad. del italiano por S. A. Tri, tomo I-II, 5ª edición,
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Anche in Heraclitus, Testimonianze e imitazioni, cura di R. Mondolfo e L.
Tarán, La Nuova Italia, Firenze, Aristotele. Antologia, 4ª edizione, La Nuova
Italia, Firenze. Verum ipsum factum desde la antigüedad hasta Galileo
y Vico, in «La Torre», Puerto Rico. Verum ipsum factum dall'antichità a Galileo e Vico,
in «Il Ponte», Firenze, La prima inchiesta sul fascismo, in «Critica sociale»,
Milano, Il centenario di Filippo Turati e
introduzione e parti di F. Turati, Le vie maestre del socialsimo, Morano,
Napoli. Universidad: pasado y presente,
Eudeba, Buenos Aires. Sócrates, Eudeba. Heráclito, textos y problemas de su interpretacion,
prologo de R. Frondizi, trad. de O. Caletti, Siglo XXI, México, Madrid, Buenos
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Justo, in Concepto humanista de la historia, Libera, Buenos Aires. Chiarimenti
sulla filosofia della prassi, in «Critica sociale», Anche in R. Mondolfo,
Umanismo di Marx. Studi filosofici, Prefazione e saggi: Per la comprensione
storica del fascismo e il fascismo in Italia in AA. VV., Il fascismo e i
partiti politici italiani. Testimonianze, a cura di R. De Felice,
Cappelli, Bologna. 552. Cesare Battisti socialista, in «Critica sociale»,
Milano, Zeller-M., La filosofia dei Greci nel suo sviluppo storico, Parte II:
Da Socrate ad Aristotele, Aristotele e i Peripatetici più antichi, trad. di C.
Cesa, a cura di A. Plebe, La Nuova Italia, Firenze. La testimonianza di
Platone su Eraclito, in «De homine», Roma, Anche in Eraclito, Testimonianze e
imitazioni, a cura di R. Mondolfo e L. Tarán, La Nuova Italia, Firenze Zeller-M.,
La filosofia dei Greci nel suo sviluppo storico, Parte I: 1 Presocratici, vol.
Origini, caratteri e periodi della filosofia greca, testo della 5ª edizione
tedesca con nuovi aggiornamenti, La Nuova Italia, Firenze. Zeller-M.,
La filosofia dei Greci, Parte I: 1 Presocratici, vol. III: Eleati, a cura di G.
Reale, La Nuova Italia, Firenze. Il pensiero antico. Storia della filosofia
greco-romana: esposta con testi scelti dalle fonti, La Nuova Italia, Firenze. Estudios sobre Marx (histórico-críticos), Mestre You, São
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«Critica sociale», Milano, Problemas de cultura e de educaçao, trad. de
Maillet, Mestre You, São Paulo. Rousseau y la conciencia moderna, Eudeba, Buenos
Aires. Capitalismo di stato sovietico, in «Critica sociale»,
Milano. Figuras y idéias de filosofía da Renascença, Mestre
You, São Paulo. L'infinito nel pensiero dell'antichità classica, La
Nuova Italia, Firenze. La comprensione del soggetto umano nell'antichità
classica, La Nuova Italia, Firenze. Il pensiero neoplatonico. Antologia di testi,
introduzione critica e commento di Domenico Pesce, La Nuova Italia, Firenze. Aristotele.
Antologia, La Nuova Italia, Firenze. Alessandro Levi socialista, in «Critica
sociale», Milano, Espiritu revolucionario y conciencia histórica,
Escuela, Buenos Aires. Historia de ideas, Escuela, Buenos Aires. Studi
sulla rivoluzione russa, a cura del Centro Studi di Critica sociale, Morano,
Napoli. Umanismo di Marx. Studi filosofici, a cura diBobbio, Einaudi,
Torino. Bolchevismo y capitalismo de
Estado. (Estudios sobre la revolucion rusa), Trad. E. Rondanina, Libera, Buenos
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antigüidade clássica, trad. L. Darós, 1ª ed. em português, Mestre Jou, São
Paulo. Figuras e ideas de la filosofia
del Renacimiento, 2ª edición, Losanda, Buenos Aires. Il
pensiero storico ed epicureo, La Nuova Italia, Firenze. La conciencia moral de Homero a Demócrito
y Epicuro, 2ª edición, Euseba, Buenos Aires. O homem na cultura
antiga, trad. de L. A. Caruso, Mestre Jou, São Paulo. Sulle orme di Marx, 5ª edizione,
Cappelli, Bologna. La ciencia de la lógica de Hegel, trad. de Augusta y
RodolfoMondolfo, prólogo de M. Solar-Hachette, Buenos Aires. E.
Zeller-R. Mondolfo, La filosofia dei Greci nel suo sviluppo storico, Parte I: 1
Presocratici, vol. IV: Eraclito, La Nuova Italia, Firenze. E.
Zeller-R. Mondolfo, La filosofia dei Greci nel suo sviluppo storico, Parte III:
La filosofia post-aristotelica, Giamblico e la Scuola di Atene, trad. di E.
Pocar, a cura di G. Martano, La Nuova Italia, Firenze. R. Decartes, Discorso sul metodo, a cura
di M. e Garin, G. C. Sansoni, Firenze. Problemas y métodos de
investigación en la historia de la filosofia, 4ª edición, Eudeba, Buenos Aires.
La comprensión del sujeto humano
en la cultura antigua, nueva edicíon, Eudeba, Buenos Aires. Aristotele.
Antologia, La Nuova Italia, Firenze. C.
Cattaneo nel pensiero del Risorgimento, in «Critica sociale», Milano, El
pensamiento antiguo, 6ª edición, Losada, Buenos Aires. Marx y marxismo.
Estudios histórico-críticos, Fondo de Cultura Económica, México. Il
verum factum prima di Vico, 8ª edizione, Guida, Napoli. Breve historia del
pensamiento antiguo, 3ª edición, Losada, Buenos Aires. Il PCI non è disponibile per la
democrazia, in «Critica sociale», Discutendo una critica del revisionismo, in
«Critica sociale», Milano, Noi buoni marxisti del marxismo classico, in «Critica
sociale», Milano, Problemas y métodos de investigação na história de filosofia,
trad. de L. Reale Ferrari, Mestre Jou, São Paulo. Problemi e metodi di ricerca nella storia
della filosofia, ristampa, La Nuova Italia, Firenze. E. Zeller-R. Mondolfo, La filosofia dei
Greci nel suo sviluppo storico, Parte I: I Presocratici, vol. V: Empedocle,
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L'attrattiva della bellezza poetica, con cui Lucrezio adorna la sua esposizione
della teoria del progresso nella filosofia dell’orto intensifica il potere
suggestivo di questa sulla mente dei filosofi romani. Cooperano, a Roma verso
la visione ottimistica del progresso, altri influssi, come quelli del lizio e
del portico che si riconosceno nella celebrazione da Cicerone del divino potere
creatore dell'intelligenza dell’uomo. L'influsso democriteo si ripercuoteva in
Diodoro Siculo attraverso Ecateo di Abdera. Quello dell’Orto agiva non solo sul
grande poema di Lucrezio, ma anche (attraverso questo) sulla filosofia di Virgilio,
Orazio, e Vitruvio. Certo, a Roma ci si mostrano due orientamenti opposti.
Quello ottimistico, assertore ed esaltatore del potere creatore dello spirito
umano e del progresso. Quello pessimistico, ispirato all'idea di una
inferiorità naturale dell'uomo rispetto agl’animali, ovvero di una sua caduta
dalla perfezione e felicità primordiali della mistica età saturnia alle
miserie, alle fatiche e ai conflitti dell'epoca storica. Queste voci tetre
risuonano in Ovidio e Plinio, come già anteriormente in quella di Sallustio
(Catilina). Ovidio, in Metamorph.-, influsso di Cicerone (De natura
deorum), esalta la nascita dell'uomo (« natus est homo »), come dell'animale
piú savio e di maggior capacità mentale tra tutti, dominatore della natura, di
figura simile a quella degli dèi, l'unico che per la sua posizione eretta possa
contemplare il Cielo. Ma Ovidio limita l'epoca beata dell’uomo all'età d’oro,
quando non ancora l'uomo aveva scoperto i metalli, né inventato la navigazione,
né le armi, né le fortificazioni, e neppure l'aratro e iutte le altre creazioni
tecniche che sono per Ovidio fonti di pene e di danni per il loro inventore. La
creatività della mente dell’uomo ha cosí un riconoscimento in Ovidio, ma come
causa lamentevole d'infelicità. “Contra te sollers, hominum natura, fuisti, et
nimium damnis ingeniosa tais Amores). D'altra parte Plinio (Natur. hist.) vuole umiliare
l'orgoglio di coloro che - come Cicerone in De natura deorum, — affermano che
il mondo fu creato *per* l'uomo; e li richiama alla considerazione di tutti gli
elementi d'inferiorità che ha l'uomo rispetto agli altr’animali, e dei motivi
della sua infelicità: un'anticipazione del pessimismo del “De miseria hominis.”
Ma nell'atteggiamento di Ovidio il
riconoscimento (fatto a denti stretti) del potere creatore dell'intelligenza
dell’uomo, rivela la forza con cui, nonostante ogni pessimismo, tale idea
s'imponeva allo spirito dell'epoca. Aiutata certo nella sua diffusione dalla
condizione storica, cioè dall'espansione trionfale del potere di Roma. Ma ispirata nella sua affermazione da
suggestioni teoriche derivanti da filosofi. Dall’orto attraverso l'affascinante
esposizione poetica di Lucrezio, e da Cicerone. Influenze combinate si devono
riconoscere appunto in Cicerone, nella sua celebrazione dell'eccellenza
dell'uomo, del potere creatore dello spirito umano, del lavoro, dell'industria
e della co-operazione tra gl’uomini, come fonti delle grandi conquiste della
civiltà, che troviamo in “De natura deorum”, “De finibus bonorum et malorum”, “De
legibus”, e “De officiis”. L'uomo, dice Cicerone in “De legibus,” questo
animale previdente, sagace, molteplice, acuto, dotato di memoria, pieno di
ragione e di prudenza, ha da dio la sua natura privilegiata, anzi partecipa con
la sua ra- lavor dichiarate alle he Coceo in “De officis”, L, s, dove
ri corda che Panezio ha sviluppato molto ampiamente e con numerosi esempi
ciò che i capitoli 3-5 sintetizzano, specialmente intorno alla co-operazione
tra gli uomini, indispensabile per la creazione di tante arti -- “senza le quali la vita non meriterebbe
d'esser vissuta” . . Modernamente l'influenza di Panezio è sione di
richiamare l'attenzione nel saggio L'infinito nel pen siero dell'antichità
classica, Firenze, La Nuova Italia] gione alla natura e alla comunità divine 7.
Seminato sulla terra, ha ricevuto il dono divino dell'anima e la capacità della
virtú, che è la natura perfezionata in se stessa ed elevata al suo grado
sommo (“in se perfecta et ad summum perducta natura”); e, mediante l'imitazione
della natura maestra, la ragione umana, usando la sua capacità industriosa (“sollerter”),
è pervenuta all'invenzione di un numero infinito di arti (“artes
innumerabiles repertae sunt”). La natura diede all'uomo — mediante
i sensi messaggeri, la rapidità della mente e la luce dell'intelligenza -- i
fondamenti della scienza (“quasi fundamenta quaedam scientiae”), di modo che, per
se stessa, la natura umana sempre piú progredisce ed avanza (“ipsam per se
natu-ram longius progredi”) e, da sé, senza aver bisogno di maestri (“etiam
nullo docente”), arriva a consolidare e a perfezionare la ragione, partendo
dalle cose le cui specie ha conosciuto per mezzo della intelligenza primordiale
ed iniziale (“ex prima et inchoata intelligentia”) 3. In tal modo —
ripete Cicerone alla fine dell'Hortensius (come riferisce Agostino, De
trinit.), con Aristotele, Protrept. fr. c Walzer (Rose), l'intelligenza è forza
visiva e sforzo attivo della mente (“mentis aciem”), animata dal desiderio
attivo dell'investigazione (“ratione et investigandi cupiditate”). E come la
sua attività è rivolta ugualmente e congiuntamente [Eredità di
ARISTOTELE, Protreptico, fr. c Walzer = 61 Rose (che Anoke qul Cierone a
apia al concet aristotelice dele potenza che per se stessa tende
all'atto. La potenza fondamentale dell'intelligenza (“inchoatae intelligentiae”)
considerata qui, è tanto teorica (argumentamur, etc.) quanto pratica
(conficimus), e non è privilegio di pochi eletti, ma possesso di tutti (“communis
omnium”). E Cicerone aggiunge ciò che già diceva Sofocle nel coro dell'Antigone
e tornerà a dire nel rinascimento Pico nel suo “De hominis dignitate”, cioè che
l'uomo ha nella sua natura la doppia possibilità, d'elevarsi verso la sommità
del bene o di sprofondare negli abissi del male alla conquista della scienza e
alla creazione delle arti, cosí — ripete Cicerone, “De finibus”, con lo stesso
Protreptico di Aristotele - si deve riconoscere che l'uomo è nato per una
doppia finalità, mentre ogni animale è nato per un unico compito: il cavallo
per la corsa, il bue per arare, il cane per cercare, ma l'uomo, come un dio
mortale, per due attività creatrici, intendere ed operare (“ut ad cursum equum,
ad arandum bovem, ad investigandum canem, sic hominem ad duas res, ut ait
Aristoteles, ad intelligendum et agendum esse natum, quasi mortalem deum”).
Queste idee hanno piú ampio sviluppo in “De natura deorum”, dove la superiorità
dell'uomo sugli animali è affermata da Cicerone, seguendo le orme di Panezio,
negli aspetti seguenti. La costituzione del suo corpo, la cui posizione eretta
gli permette la contemplazione del cielo e gli dà la possibilità di conoscere
il corso degli astri, di determinare le divisioni del tempo, di prevedere i
fenomeni astronomici per tutto l'avvenire (“in omne posterum tempus”) e di
trarre dall'ordine di essi la nozione della divinità legislatrice e
governatrice del mondo. I sensi che alla percezione associano i giudizi di
distinzione e di valutazione delle impressioni, e si fanno pertanto ispiratori
della creazione di arti rivolte a cogliere e ad usare le sensazioni (“ad quos
sensus ca-piendos et perfruendos, plures etiam quam vellem artes repertae sunt”);
l'intelligenza
che comprende, definisce, connette le cose e crea una scienza di tale potere ed
eccellenza, che neppure in dio c'è qualcosa di superiore (“qua ne in deo quidem
est res ulla prestantior” § 59). E per questa via l'uomo crea anche le arti, le
une per le necessità della vita, le altre per il diletto (secondo la
distinzione tradizionale di Democrito e Aristotele); e a questi risultati
coopera anche il linguaggio che, come mezzo di comunicare le conoscenze e di
influire sul sentimento e la volontà altrui, e il vincolo sociale che trasse
l'umanità fuori della vita ferina primordiale (“haec nos iuris, legum, urbium
societate devinxit: haec a vita immani et fera segregavit”). Ma
nella creazione delle arti Cicerone torna a far notare, con Anassagora, l'opera
della mano, la cui conformazione e agilità permettono all'uomo di operare tanto
nelle arti di diletto (pittura, scultura, musica), quanto in quelle di
necessità (agricoltura, edilizia, tessitura, cucitura, confezione di strumenti
di metallo, etc.). «Per cui si comprende che noi abbiamo conseguito tutto
ciò che concerne le cose scoperte dallo spirito e percepite dai sensi, mediante
l'applicazione delle mani degli operai, per poter essere protetti, vestiti e
salvi, e avere città, difese, domicilii, templi ». Possiamo prendere
l'ali-mento e conservarlo; allevare e utilizzare animali per il trasporto e per
l'agricoltura; estrarre i metalli nascosti dalle profondità della terra e
forgiarli in strumenti e decorazioni; tagliare alberi per riscaldamento,
cottura di alimenti, edificazione di case, costruzione di navi, che a noi —
unici al mondo — permettono di dominare la forza del mare e dei venti. In
conclusione, l'uomo si converte in inventore delle arti e in dominatore della
natura, cioè in creatore di una nuova realtà, quella del mondo della
cultura. «Noi usufriamo dei campi, noi dei monti; nostri sono i fiumi,
nostri i laghi; noi seghiamo le messi, noi tagliamo gli alberi; noi, mediante
l'immissione di acque, diamo fecondità alle terre; noi chiudiamo i fiumi tra
dighe, li inalveiamo, li deviamo; insomma cerchiamo di creare con le nostre
mani una specie d'altra natura nella natura delle cose ». Non seguiremo
Cicerone nella sua dimostrazione successiva della tesi che il mondo fu creato
al servizio dell'uomo, che è la tesi contro cui polemizza Plinio, ma che non
interessa il nostro tema. Ciò che ci importa è la celebrazione menzionata del
potere creatore dell'umanità, che si può considerare un eloquente commento
esplicativo della citazione che il “De finibus” trae dal Protreptico
aristotelico, la quale dichiara che l'uomo è nato per la doppia attività,
conoscitiva e creativa, come un dio mortale. L'uomo contemplato qui da Cicerone
è appunto quello che crea il mondo della cultura e lo sovrappone al mondo della
natura; e Cicerone offre una formula efficace per esprimere tale creazione: «
nostris denique manibus in rerum natura quasi alteram naturam efficere
conamur». Formula che, insieme alla ricordata definizione (“dio mortale”)
tratta da Aristotele, ispira le 'linee memorabili dello Spaccio della bestia
trionfante di Bruno, che sintetizzano il contenuto essenziale della
dimostrazione ciceroniana: « gli dèi avevano donato a l'uomo l'intelletto e le
mani, e l'avevano fatto simile a loro, donandogli facultà sopra gli altri animali;
la qual consiste non solo poter operar, secondo la natura ed ordinario, ma, ed
oltre, fuor le leggi di quella; acciò, formando o possendo formar altre nature,
altri corsi, altri ordini con l'ingegno.... venesse a serbarsi Dio de la terra
» (Gentile, Dialoghi morali, Bari, Laterza). Anche quello che segue nella
pagina bruniana, sulle necessità che acuiscono gli ingegni e fanno inventare le
arti — di modo che « sempre piú e piú.... allontanandosi dall'esser bestiale,
piú altamente s'approssi-mano a l'esser divino › — poteva ispirarsi alle frasi
di Cicerone relative all'uomo che « se segregavit a vita immani et fera »;
frasi che, tuttavia, esprimevano un concetto comune ad altri filosofi antichi,
da Democrito a Lucrezio, i quali insieme a Cicerone influiscono sulle
celebrazioni della dignità dell'uomo e della creatività dello spirito,
rinnovate dagli scrittori rinascimentali, da Manetti a Bruno e Campanella
?. Ma in un particolare caratteristico il luogo citato dello Spaccio
bruniano poté ispirarsi alla I Georgica di Virgilio, vale a dire nel
considerare la mitica età dell'oro come epoca di pigrizia e di stupidità umane,
e nel celebrare invece la dura necessità come causa del risveglio
dell'intelligenza e della creazione delle arti. « Ne l'età de l'oro,” dice
Bruno, “per l'Ocio gl’uomini non eran piú virtuosi, che sin al presente
cultadi, risorte le necessitadi, sono acuiti gl'ingegni, inventate le
industrie, scoperte le arti; e sempre di giorno in giorno, per mezzo de
l'egestade, dalla profundità de l'intelletto umano si eccitano nove e
maravigliose invenzioni. Onde, sempre piú e piú per le sollecite ed urgenti
occupazioni allontanandosi da l'esser bestiale, piú altamente 'approssimano a
l'esser divino » Senza dubbio il mito dell'età aurea o saturnia, pertamente
svalutato qui da Bruno, e motivo di sogni nostalgici per i filosofi dell'epoca
d’Ottaviano, quando Ovidio lo evoca in Metamorph., collegandolo con l'altro
mito esiodeo delle cinque età della degradazione umana, e lo stesso Virgilio
torna a sognare un ritorno del regno di Saturno (« redeunt Saturnia regna »)
nella profezia della Sibilla nell'Egloga IV. Tuttavia questi miti si
trovavano già in Esiodo in conflitto con la celebrazione del lavoro
condizionante la dignità della vita, oltre che ogni acquisizione di beni.
3 Cfr. anche Gentile, «Il concetto dell'uomo nel rinascimento › ne Il pensiero
del rinascimento, Firenze. E il problema torna a porsi per Virgilio, che lo
risolve nella I Georgica in un modo che precorre Bruno. L’abbondanza e la
facilità di vita della mitica età saturnia significano ozio e letargo mentale;
e Giove, che nel detronizzare Saturno introduce le difficoltà, l'indigenza e la
necessità del lavoro, da agli uomini per questa via il dono inestimabile
dell'attività dell'intelligenza, creatrice delle arti e trionfatrice di tutte
le avversità per mezzo del lavoro. «Giove, il padre (pater ipse), volle
che non fosse facile la via della coltivazione, e dapprima fa lavorare i campi
per mezzo dell'arte, e acuí per mezzo delle preoccupazioni gli spiriti dei
mortali, e non permite che il suo regno s'intorpidisse in un pesante letargo »,
come accadeva prima del suo governo, quando nessuno lavora la terra, e questa
concede tutto senz'esser sollecitata dal lavoro umano. Giove cancella
totalmente le facilità e comodità, « affinché la necessità suscitasse le
diverse arti, a poco a poco, mediante la meditazione ». Cosí nasce
l'agricoltura. Si scopre il modo di accendere il fuoco con la pietra focaia. Si
incanalano i fiumi. Si inventa la navigazione, e il navigante impara a
conoscere e nominare le stelle. Si inventano gl’artifici della caccia e della
pesca. Si forgia il ferro e se ne fanno strumenti come l'ascia e la sega.
«Allora vennero le varie arti; trionfano di tutte le difficoltà il lavoro
instancabile e l'indigenza che assilla [gli uomini] nell'asperità delle
condizioni di esistenza »: Tum variae venere artes; labor omnia vicit
improbus, et duris urguens in rebus egestas. In tal modo, per Virgilio, la
necessità e il lavoro, che Ovidio lamenta come una maledizione per la vita
umana, sono una vera benedizione, perché risvegliano l'intelligenza e
l'attività creatrice dell'uomo, e stimolano quella meravigliosa creazione
delle arti e della cultura, i cui momenti e aspetti Virgilio sintetizza
ispirandosi alla ricostruzione storica tracciata nel V libro di
Lucrezio. Certo, Virgilio s'allontana da Lucrezio nell'accettare il mito
dell'età saturnia, pur valutandolo negativamente rispetto a ciò che è piú
essenziale e nobile nell'umanità, vale a dire, l'intelligenza e la creatività
dello spirito. Ma un'eco piú fedele della concezione lucreziana sulla
condizione primordiale dell'umanità risuona in Orazio (“Satyr.”) con la
descrizione dei primi uomini che, come gl’altri animali, formano un gregge muto
e turpe (mutum et turpe pecus), lottano tra loro con unghie e pugni, poi con
bastoni e piú tardi con altre armi per soddisfare i primordiali bisogni di cibo
e di riparo, finché non creano il linguaggio, desistendo dalle guerre,
edificando città e creando leggi che impediscano i delitti. In una generazione
successiva Giovenale (“Satyr.”, VI e XIII) ripresenta una descrizione analoga
dello stato bestiale dell'umanità primitiva, satirizzando l'idea dell'età
saturnia: anch'egli, probabilmente, influenzato da Lucrezio e dalla concezione
epicurea della storia dell'umanità. Tuttavia, l'eco piú importante,
teoricamente, di tale concezione ci si presenta nell'età d'Ottaviano (come oggi
si torna a riconoscere da parte della critica storica) con Vitruvio, il quale sembra
raccogliere dagli ambienti colti della sua epoca o compiere lui stesso una
fusione delle idee esposte da Lucrezio con altre di varia provenienza, relative
al progresso umano, derivanti da Cicerone, al cui insieme aggiunge l'intuizione
dell'importanza che hanno per il progresso due fattori, apparentemente
contrari, ma connessi da lui in una dipendenza mutua, che sono la divisione del
lavoro e l'unità organica della cultura umana. Vitruvio mette in rilievo,
nella sua concezione del progresso storico dell'umanità e della creazione della
cultura, una molteplicità di fattori cooperanti: la durezza primordiale della
vita; le esperienze fortuite che suggeriscono qualche mezzo per mitigare tale
durezza; le capacità e potenze congenite negli uomini, che sono stimolate al
loro esercizio dai due fattori suddetti, e sono avviate cosí ad uno sviluppo
progressivo e alla produzione di risultati crescenti; la ripercussione che
hanno i fattori citati sulla formazione di raggruppamenti umani permanenti, a
partire da quelli temporanei primordiali, e sulla creazione del linguaggio;
l'effetto prodotto da tali innovazioni, che non solo permettono l'assommarsi
delle capacità individuali, ma provocano il loro acerescimento progressivo,
dovuto sia al mutuo aiuto e all'esperienza dei vantaggi della cooperazione, sia
allo stimolo reciproco derivante dall'attrito degli ingegni; il sussidio
poderoso, che dà a tale processo l'uso di due strumenti meravigliosi, che sono
il linguaggio, generato dalla convivenza sociale, e il possesso della mano,
organo naturale incomparabile per afferrare ed elaborare le cose, la cui
efficacia, già intuita da Anassagora, ha di nuovo posta in rilievo Cicerone; e
infine l'imitazione e trasformazione della natura effettuate dalle arti, dove
il conoscere è un fare e l'esperienza è un esperimento. Questo fare e
sperimentare воло геві possibili precisamente dal possesso e
dall'uso delle mani, che rendono capace l'uomo di tentare i piú vari modi
di combinazione ed elaborazione dei mezzi naturali, di modo che, a partire da
principi minimi, le arti si elevano nel loro sviluppo verso risultati sempre
maggiori e progressivi affinamenti delle loro capacità creative. Tutti
questi elementi sono messi in rilievo da Vitruvio nel cap. I del libro II del
De Architectura: Sulla vita degli uomini primitivi e sugl’inizi e incrementi
della civiltà e dell'architettura.” La prima esperienza che, secondo Vitruvio, ha
una funzione decisiva per togliere gli uomini dalla vita ferina primordiale e
generare la convivenza sociale permanente, fu quella dell'incendio di selve
prodotto da qualche tempesta. L'impressione di terrore iniziale è seguita dalla
curiosità, per la quale gli uomini, dopo esser fuggiti, tornano ad avvicinarsi
e, sentendo il calore del fuoco, intuiscono la sua utilità per la vita.
Attratti dallo spettacolo, gl’uomini si riuniscono, concepiscono la possibilità
di continuare ad alimentare il fuoco. E cosí iniziano la loro convivenza ed una
comunicazione mutua delle loro impressioni mediante voci, che a poco a poco, con
il tempo, si convertono in linguaggio. La posizione eretta e il possesso delle
mani, che permettono il maneggio di qualunque oggetto, portano gl’uomini alla
prima creazione di ripari e di tetti, mediante escavazione di tane o
costruzioni di rami e fango che imitano quelle dei nidi di rondini. Lucrezio
e Cicerone insieme suggerivano a Vitruvio questa concezione delle fasi e
dei fattori del processo. Vitruvio aggiunge l'idea di un'analogia generale di
questo sviluppo storico presso i diversi popoli, allegando i documenti offerti
da resti di costruzioni primitive che si trovavano in paesi civili come sul
Campidoglio di Roma, e dalle edificazioni che continuavano a farsi in paesi
barbari (Gallia, Aquitania, Colchide, Frigia, etc.). Queste osservazioni
comparate, che presentano il passato dei popoli civili come analogo al presente
dei barbari, potevano suggerire l'idea di un futuro progresso dei barbari verso
uno sviluppo analogo al presente dei popoli civili, tanto piúin quanto Vitruvio
rileva l'impulso che danno al progresso le relazioni mutue nell'interno d'ogni
popolo. L'osservazione reciproca (egli nota) desta non solo la capacità
d'imitazione, ma anche l'emulazione, per cui si perfezionano con il tempo i
prodotti e si affinano la stessa intelligenza e la facoltà di giudizio dei
produttori. Allora con l'osservazione delle costruzioni altrui e
l'aggiunta di novità per mezzo delle riflessioni proprie, di giorno in giorno
andavano migliorando il tipo delle costruzioni. Ed essendo gli uomini capaci
d'imitazione e d'istruzione, nel celebrare giornalmente le loro invenzioni, si
mostravano tra di loro i risultati delle loro costruzioni; e in tal modo,
nell'esercitare i loro ingegni in competizioni, di giorno in giorno si facevano
di giudizio piú raffinato ». Quest'ultima frase, “in dies melioribus
iudiciis efficiebantur,” anticipa l'idea di Bruno, che gli uomini acquistano
progressivamente giudizio « piú maturo »; il che si determina, secondo Bruno
per tre fattori: l'accumulazione delle osservazioni, l'attività riflessiva e
inventiva del pensiero, e la varietà delle cose osservate. Ma Vitruvio aggiunge
un altro fattore piú importante: l'esercizio attivo del potere dell'ingegno,
stimolato dalla emulazione (exercentes ingenia certationibus). In ciò Vitruvio
raccoglie la suggestione di Aristotele relativa all'affinamento progressivo del
giudizio per via del suo esercizio costante. Ma in Aristotele tale esercizio
nasce dall'insoddisfazione e dalla critica delle idee altrui. In Vitruvio dallo
sforzo d'emulazione. In entrambi, tuttavia, il processo si realizza tanto nello
spirito individuale quanto in quello collettivo; e Vitruvio riconosce cosí la
formazione storica dello spirito dell'umanità, considerando il vincolo e
l'azione reciproca tra il perfezionamento dei prodotti dell'arte e lo sviluppo
dello spirito produttore.Vitruvio esprime cosí u concetto tipicamente
storicistico, nel riconoscere che lo spirito umano è in sé e per sé storia
e sviluppo; concetto considerato abitualmente « tutto proprio dell'età moderna»,
come lo define Gentile (Il pensiero del rinascimento, cit.), nel trovarlo
espresso da Bruno. Vitruvio riconosce e spiega tale carattere storico dello
spirito in rapporto con la storia dell'architettura, che nel suo sforzo di
perfezionamento progressivo, per rispondere sempre piú alle esigenze umane, si
fa, secondo lui, generatrice di altre arti e discipline, per via dell'esercizio
continuo cui obbliga la mente, che in tal modo si potenzia e sviluppa in se
stessa nuove capacità, madri di arti e scienze nuove. « Come, dunque, con
l'attività costante (quotidie faciendo) avevano [gli uomini] rese piú esperte
ed abili le loro mani per ogni costruzione (tritiores manus ad aedificandum
perfecissent), e mediante l'esercizio instancabile dei loro ingegni (solertia
ingenia exercendo) erano giunti con l'uso incessante alla creazione delle arti,
allora l'attività industriosa aggiunta da essi ai loro spiriti (industria in
animis eorum adiecta) fece sí che quelli che erano piú ben disposti e diligenti
(studiosiores) si convertissero in artefici professionali (fabros se esse
profiterentur) ». Nasce in questo modo, dal progresso delle capacità
intellettuali e pratiche, la divisione del lavoro; ma nasce e si mantiene
legata all'unità organica della cultura, affermata già, con notevole vigore, da
Vitruvio nel I cap. del libro I. Dove si fa notare per l'architettura il
vincolo reciproco dell'attività pratica (fabrica) e di quella teorica
(ratiocinatio), che non permette di raggiungere la perfezione dell'arte né al
puro homo faber né al puro homo sapiens, ma solo a chi riunisce in sé entrambe
le condizioni; e aggiunge Vitruvio che l'architetto ha bisogno di conoscenze di
letteratura, disegno, geometria, storia, filosofia, musica, medicina,
diritto, astronomia, cioè di possedere una cultura organica: « tutte le
discipline hanno tra loro un vincolo ed una comunicazione mutua.... e la [cosí
detta] disciplina enciclica come un corpo unico è costituita di tali
membri ». Certamente, come tecnico e teorico dell'architettura, convinto
e preoccupato dell'importanza preminente della sua arte, Vitruvio nel I cap.
del libro II, che stiamo analizzando, sembra che spieghi l'unità e connessione
reciproche di tutte le arti e discipline come dovute ad un germinare di tutte
dalla radice comune dell'archi-tettura, che per le sue esigenze ed i suoi
sviluppi genererebbe le altre arti e scienze, e ne determinerebbe i progressi.
« Dalla costruzione degli edifici progredendo gradualmente verso le altre arti
e scienze (e fabrica-tione aedificiorum gradatim progressi ad ceteras artes et
disciplinas) e utilizzando le armi del pensiero e la riflessione deliberativa',
con cui la natura rafforzò le loro menti (cum natura cogitationibus et
consiliis arma-visset mentes), essi trassero l'umanità dalla vita ferina e selvaggia
a quella civile (e fera agrestique vita ad mansuetam perduxerunt humanitatem)
». Allora si genera negli uomini la capacità di prepararsi nel loro
spirito, e di guardar lontano per mezzo dei pensieri piú grandi, che nascono
dalla varietà delle arti (tum autem instruentes animo se et prospicientes
maioribus cogitationibus ex varietate artium natis); il che Vitruvio applica,
indubbiamente, ai progressi del-l'architettura, ma è un concetto che s'estende
da sé ad ogni sviluppo culturale. « Poi con le osservazioni degli 1 Se
leggessimo, con qualche edizione, conciliis anziché con siliis, dovremmo
pensare che Vitruvio rilevasse qui non già l'importanza della riflessione
deliberativa (consilia), bensi quella della convivenza e della cooperazione sociale
(concilia). Ma queste ul- time sono per Vitruvio creazione umana e
non dono della natura. studi portarono [le loro opere] dai giudizi
errati ed incerti alle ragioni certe delle simmetrie. Quindi mediante le loro
cure alimentarono e adornarono di piaceri l'eleganza della vita, accresciuta
dalle arti (trac- tando nutriverunt et auctam per artes ornaverunt
vo- luptatibus elegantiam vitae) ». Si presenta pertanto, nella
concezione di Vitruvio, tutto un processo storico nel quale l'uomo, spinto dai
bisogni, guidato dalle esperienze, rafforzato dall'eserci-zio, sviluppa e
traduce progressivamente in atto le sue potenze naturali, creando le arti e le
scienze; ma in questo processo i prodotti reagiscono sul produttore;
l'esercizio intensifica i poteri dello spirito e genera nuove capacità; i
risultati realizzati si convertono in mezzi e impulsi per creazioni ulteriori;
e in questo modo l'umanità progredisce e si sviluppa, creando il mondo della
cultura e creando nello stesso tempo spiritualmente se stessa per mezzo del suo
lavoro, come causa ed effetto insieme dei suoi progressi. La concezione della
creatività dello spirito appare, dunque, raggiunta in pieno da Vitruvio. Lo
scambio d'azione che Vitruvio vedeva effettuarel tra lo spirito produttore e i
suoi prodotti nella creazione e nello sviluppo progressivo delle arti e delle
scienze, significava per se stesso un processo storico di autocreazione e
d'autosviluppo incessanti dello stesso spirito umano, che logicamente doveva
presentarglisi come un processo infinito. Ma Vitruvio non segnalò, e forse non
intuí neppure questa conseguenza della sua conce- ' (Appare in questa
visione un barlume del processo chiamato da Marx il processo della umwälzende
Praxis, cioè dell'attività dell'uomo che si rovescia su se stessa e sull'uomo,
trasformandolo nel trasformare se stessa. zione, cosí come non
l'aveva espressa né vista Aristotele, benché riconoscesse che il potere
intellettuale dell'uomo va aumentando sempre, quantitativamente e
qualitativa- mente, con l'esercizio attivo delle sue capacità di indagine
e di riflessione critiche. La prima affermazione esplicita dell'infinità
del progresso spirituale umano ci appare nell'antichità classica con Seneca,
che tuttavia era stato precorso parzialmente da Filone ebreo, come diremo. Ma
mentre nella concezione di Vitruvio l'infinità potenziale del progresso è in
rapporto con il processo di creazione e sviluppo delle arti, a cui egli
collegava la scoperta delle scienze, Seneca invece nella polemica contro
Posidonio ripudia l'unità e identità tra l'homo faber e l'homo sapiens, che
quello aveva affermato (cfr. Epist.). Contro la celebrazione del
progresso tecnico, inserito da Posidonio nello sviluppo stesso della saggezza,
Seneca nella sua polemica sembrava ripudiare la creazione umana delle arti,
accusandola di complicare e render difficile la vita, e sembrava ritornare, con
l'evocazione di Diogene, all'ideale cinico-stoico della semplicità primordiale
della vita conforme alla natura, che facilmente soddisfa le sue esigenze minime.
«Non fu tanto nemica la natura, da concedere la facilità della vita agli altri
animali e volere che solo l'uomo non potesse vivere senza tante arti.... Siamo
noi che ci rendemmo tutto difficile per la nostra tendenza a stancarci
(fastidio) delle cose facili.... Tutte queste arti, per le quali la città si
eccita e rumoreggia, lavorano per il corpo, a cui prima si imponeva ogni
[sa-crificio] come ad uno schiavo, mentre ora gli si prepara ogni [godimento]
come ad un padrone » (epist. cit.). Tuttavia questa posizione polemica
non rappresenta integralmente l'orientamento spirituale di Seneca. Seneca è ben
lungi dall'identificare la saggezza — nel cui culto vede l'unica
attività che possa render degna la vita umana - con la supposta felicità primordiale
dello stato di natura. « Per quanto egregia e priva di inganni fosse la vita di
quelli (primitivi), essi non furono savi.... non avevano ingegni perfezionati
(consum-mata).... La natura non dà la virtú, e il diventar buono è un'arte....
Quelli erano innocenti per ignoranza; ma c'è una gran differenza tra il non
volere e il non saper peccare (multum interest utrum peccare aliquis no-lit an
nesciat). Mancava loro la giustizia, mancava loro la prudenza, la temperanza,
la fortezza. La loro vita incolta aveva qualcosa di simile a tutte queste
virtú; ma la virtú non è conseguita se non da uno spirito edu-cato, istruito e
portato mediante l'esercizio assiduo fino al vertice. Certo nasciamo per
questo, ma senza que-sto; e anche negli uomini migliori, prima che posseggano l'educazione,
esiste la materia della virtú, ma non la virtú stessa » (ibid.). In tal
modo, la virtú torna a presentarsi connessa alla cultura in questa stessa
Epistola 90, dove la critica a Posidonio sembrava portare ad una rivendicazione
della natura primordiale, simile a quella dei cinici. La virtú, dunque, per
Seneca non è un'ingenuità ignorante, ma deve avere chiara coscienza del male e
del vizio per trionfare di essi. Seneca fa in certo senso presentire il
concetto che ispira in tempi moderni la filosofia della storia di Fichte
(Caratteri fondamentali dell'epoca con- temporanea), secondo cui
l'umanità, dopo di essere uscita dalla sua primitiva rettitudine incosciente,
abbisogna della piú profonda coscienza ed esperienza del peccato, per elevarsi
alla sua cosciente redenzione. Con la rivalutazione della cultura come
condizione e fondamento dell'etica e della filosofia, tornano ad essere
pertanto rivalutate da parte di Seneca anche le arti, ed è riaffermato il
concetto del Protreptico aristotelico, della doppia e indivisibile
funzione che incombe al- Q l'uomo, cioè quella di esercitare tanto
l'attività intellettuale quanto quella pratica. Aristotele aveva affermato,
secondo la testimonianza di Cicerone (De finibus), che l'uomo nacque per due
cose: intendere e operare («ad duas res, ad intelligendum et agendum esse natum
»); e Seneca (De otio) ripete che la natura volle che facessimo le due cose:
operare e coltivare la contemplazione. « Natura autem utrumque fa-cere me
voluit, et agere et contemplationi vacare ». Anzi, aggiunge che egli le fa
entrambe, perché sono insepa-rabili, giacché neppure la contemplazione può
esistere senza azione: « utrumque facio; quoniam ne contem-platio quidem sine
actione est »'. Nessuna virtus è un bene reale, finché non passa all'azione (“in
otium sine actu proiecta”). «Chi potrebbe negare che essa deve comprovare nelle
opere i suoi progressi, e non limitarsi a pensare ciò che si deve fare, bensí
esercitare anche le sue mani e portare a realtà le sue meditazioni? » (* sed
etiam aliquando manum exercere, et ea quae meditata sunt ad verum perducere?
»). Questa rivalutazione dell'attività pratica, a causa del legame che
l'attività teorica ha con essa, doveva portar seco anche un apprezzamento delle
creazioni delle arti, che per questa via tornano ad inserirsi nel processo
creativo della cultura, dove si afferma il potere e il valore dello spirito
umano. Una celebrazione caratte ristica di questa creatività dello spirito,
applicata alle opere della civiltà e delle arti, merita di esser segna- É
evidente la derivazione da Seneca del noto luogo dello Spaccio bruniano
(ed. Gentile): « e per questo ha determinato la providenza, che vegna occupato
ne l'azione per le mani, e contemplazione per l'intelletto; de maniera che non
con-temple senza azione, e non opre senza contemplazione. Ne l'età dunque de
l'oro per l'Ocio gli uomini non erano piú virtuosi, che sin al presente le
bestie son virtuose ». lata nell'Epistola, relativa all'incendio
che in una sola notte aveva distrutto la città di Lione (Lugdunum), che era per
la sua bellezza la gloria della Gallia. Seneca si rende conto che le opere dei
mortali sono. condannate a perire e che noi viviamo tra cose caduche: « omnia
mortalium opera mortalitate damnata sunt. Inter peritura vivimus». Ma questo
carattere mortale delle opere è superato dall'imperitura energia creatrice
del-l'umanità, che ricostruisce sempre ciò che è caduto e lo ricostruisce piú
bello e perfetto, di modo che le distruzioni si convertono in fattore di
progresso. « Multa cecide-runt ut altius surgerent et in maius ». Come Roma
sempre risorse piú bella e potente dalle ceneri degli incendi subiti, cosí
anche a Lione tutti competeranno per ricostruirla in forma piú grande e piú
solida di quella per-duta: « ut maiora certioraque quam amisere restituant. Ciò
che caratterizza l'uomo, dunque, consiste per Seneca nell'esigenza e nello
sforzo costanti di superamento; per il loro mezzo lo spirito immortale
dell'umanità si sovrappone al carattere mortale delle sue creazioni. Sono
mortali - sembra dire Seneca — le creazioni partico-lari; ma è immortale la
creazione progressiva della cul-tura, per essere immortale e inesauribile lo
spirito creatore. In questo sforzo interminabile di superamento,
le attività pratiche delle arti e della tecnica in generale si unificano, per
Seneca, con le attività teoriche della scienza e della filosofia. Possiamo dire
che Seneca precorre Lessing nel considerare che questo sforzo spirituale
costituisce il valore della vita, che pertanto si afferma solo in quanto l'uomo
amplia progressivamente il suo orizzonte e le sue aspirazioni. Se mai l'umanità
potesse giungere ad un possesso pieno della scienza, e non avesse piú davanti a
sé un cammino ulteriore da percorrere e difficoltà nuove da superare, non
avrebbero piúsignificato la vita e il mondo in cui si sviluppa l'attività
umana. È lo sforzo ciò che costituisce il valore della vita; la sua persistenza
inestinguibile e il suo rinnovamento incessante presuppongono l'impossibilità
perenne di raggiungere il fine ultimo; ma questa condizione non significa per
l'uomo una maledizione o condanna ad una tensione vana che non può mai essere
soddisfatta, bensí alimenta e mantiene il valore della vita come milizia ' ed
aspirazione dignificatrice, che sono nello stesso tempo perfezionamento
spirituale progressivo. Quest'idea, dell'infinità dello sforzo e del
progresso umano, derivante dall'impossibilità di conseguire il fine supremo,
era stata intuita ed espressa parzialmente, prima di Seneca, da Filone ebreo.
La posizione degl’uomini in qualsivoglia delle loro attività, dice Filone, sta
sempre nel mezzo tra l'inizio e la fine: « Noi siamo trattenuti nell'intervallo
tra la fine e l'inizio nell'impa-rare, nell'insegnare, nel lavorare la terra,
nell'operare in ciascuna delle altre cose » (Quis rerum divin. heres sit); ma
questa inferiorità che caratterizza la nostra imperfezione costante in
confronto alla perfezione assoluta di Dio, non significa ristagno e immobilità
spi-rituali, bensí movimento e progresso incessanti: « A misura che uno avanza
nelle scienze e si pone stabilmente sul loro terreno, si fa tanto piú incapace
di raggiungere i loro limiti.... La scienza per i piú capaci è una sorgente
sempre in movimento, che produce sempre nuovo afflusso di idee» (De plantat.
Noë). In tal modo per Filone ogni approfondimento della nostra conoscenza
è nello stesso tempo un approfondi- [Cfr. Epist.: Atqui vivere, Lucili,
militare est. Itaque qui iactantur et per operosa atque ardua sursum ac deorsum
eunt, et expeditiones periculosissimas obeunt, fortes viri sunt,
primo- resque castrorum; isti, quos putida quies, aliis laborantibus,
mol- liter habet, turturillae sunt, tuti contumeliae causa. mento
della coscienza della nostra ignoranza: dalla conoscenza acquisita spuntano
sempre problemi nuovi; ma dai problemi nasce il movimento progressivo
dell'intel-ligenza, in un processo che non finisce mai a causa
dell'impossibilità di raggiungere, con il pensiero, il termine ultimo. Questo,
per Filone, si raggiunge certo nel rapimento dell'estasi, che è estinzione di
ogni movimento attivo della mente; ma fuori della soluzione mistica, c'è solo
un processo infinito, conseguenza dell'infinita di- stanza, che ci divide
dall'irraggiungibile oggetto supremo. Vero è che di questi pensieri di
Filone non ebbe alcuna notizia Seneca, il quale giunse per una via parzialmente
analoga all'idea dell'infinito progresso conoscitivo, cou- siderandolo
determinato dall'infinita distanza, che ci separa sempre dal fine supremo delle
nostre aspirazioni e dai nostri sforzi. Ci sono delle realtà — osserva Seneca
in Natur. quaest., a proposito dell'igno-ranza del suo tempo riguardo alle
orbite e alle. leggi di movimenti delle comete:
- che non possono essere colte dai nostri occhi, o perché permangono in
luoghi sottratti alla nostra vista, o perché la loro sottigliezza è
irraggiungibile per la nostra acutezza visiva, o forse anche perché non abbiamo
la capacità di percepirle, nonostante che riempiano i nostri occhi. Tutte
queste realtà sono accessibili unicamente allo spirito (animo) e debbono essere
contemplate con il pensiero (cogitatione). Ma lo stesso pensiero che ci porta
fino all'idea dell'esistenza di Dio, che creò tutto l'universo intorno a sé e
lo governa, ed è la parte mag- derlo nella giore e migliore della
sua opera, non arriva a comprenderlo nella sua essenza. « Non possiamo sapere
che cos'è ciò, senza di cui nulla esiste, e ci stupiamo per non conoscer bene
certi piccoli fuochi (le comete), mentre ci resta celata la parte maggiore
dell'universo, dio. Quid sit hoc, sine quo nihil est, scire non possumus, et miramur si
quos igniculos parum novimus, cum maxima pars mundi, deus, lateat »). Ma da questa situazione nasce in noi uno stimolo
all'indagine, che si intensifica con l'esperienza dei pro-gressi già
realizzati. Ci sono conoscenze che abbiamo acquisito di recente, altre in gran
numero che ancora non abbiamo raggiunto; ma - aggiunge Seneca - verrà un tempo
in cui queste cose, che ora permangono occulte, le porterà alla luce un giorno
futuro ed una indagine assidua di piú lunga durata.... Verrà un tempo in cui i
nostri posteri resteranno stupiti che noi igno-rassimo cose che per essi
saranno tanto evidenti. Multa venientis aevi populus ignota nobis sciet; multa
saeculis tune futuris cum memoria nostri exoleverit reservantur. Pusilla res
mundus est, nisi in illo quod quaerat omnis mundus habeat. Questa
inesauribilità dell'indagine e delle scoperte supera con la sua infinità la
gradualità progressiva. ma limitata, del processo delle iniziazioni ai misteri,
a cui Seneca la paragona. Certo che, come ad Eleusi non si mostrano tutte le
cose sacre al novizio, riservandosi le piú importanti per gli iniziati, cosí si
può dire che la natura non concede in una sola volta ed a chiunque tutti i suoi
sacri segreti, e anche quando ci crediamo iniziati, siamo ancora nel vestibolo
del tempio e gli arcani rimangono chiusi nel sacrario interno. Ma nelle
cerimonie mistiche gli iniziati pervengono, alla fine, a veder tutto; e nella
scienza, invece, il processo di sco-perta non finisce mai. Dei suoi segreti,
alcuni potrà sco-prirli la nostra età, altri le età successive (« aliud haec
aetas, aliud quae post nos subibit aspiciet »); ma ri-marrà sempre campo per le
investigazioni di « tutto il mondo ». E anche nell'ipotesi che gli uomini si
dedi-chino completamente all'indagine e alla comunicazione reciproca delle
conoscenze acquisite, Seneca dice che a mala pena (vix) si giungerebbe a
quel fondo dove è collocata la verità che ora cerchiamo alla superficie e con
leggerezza (ibid., cap. 32); e l'esplorazione di questo fondo, secondo le dichiarazioni
precedenti, esigerebbe sempre uno sforzo investigativo infinito. La
sospensione dello sforzo e del lavoro, dunque, non solo ritarda o impedisce del
tutto le grandi conquiste ulteriori (« tarde magna proveniunt, utique si labor
ces-sat »: cap. 31), e impedisce che si trovi alcunché di ciò che gli antichi
indagarono in modo insufficiente, ma fa perdere anche le stesse scoperte già
realizzate (« adeo nihil invenitur ex his quae parum investigata antiqui
reliquerunt, ut multa quae inventa erant obliterentur »: cap. 32). Donde
la necessità e l'obbligo morale, per cia-scuno, di mantenere attivo lo sforzo
incessante e di cooperare attivamente alla grande opera di conquista collettiva
dell'umanità. Coloro che rimangono soddisfatti delle acquisizioni già
realizzate dagli antecessori, non si rendono conto dell'immenso cammino da
percorrere, che si estende davanti a noi. «Non si troverebbe mai nulla, se
restassimo contenti con ciò che è già stato trovato. Inoltre, chi si limita a
seguire un altro, non trova nulla per conto suo, anzi, non cerca
neppure.... Ma coloro che hanno promosso queste investigazioni sono per
noi guide, non padroni. [Il cammino del]la verità è aperto a tutti, non è
ancora occupato, anzi gran parte di esso resta ancora da percorrere agli uomini
del futuro › (Epist.). Confidiamo pertanto e molto nel giudizio dei grandi
uomini, ma rivendichiamo anche l'uso del giudizio nostro. Forse neppur essi ci
han lasciato scoperte effettuate, ma indagini da compiere » (* Num illi quoque
non inventa, sed quaerenda nobis reliquerunt »: Epist.). «Non mi
sembra che i predecessori si siano impadroniti con la forza (praeripuisse) di
ciò che si poteva dire, ma che ce lo abbiano solamente mostrato
(ape-ruisse). Se non che c'è molta differenza tra l'avvicinarsi ad una materia
esaurita (consumptam) e ad una solamente preparata (subactam): questa va
crescendo giorno per giorno, e le invenzioni effettuate non sono ostacoli per
chi realizzerà invenzioni ulteriori (« crescit in dies, et inventuris inventa
non obstant »: Epist.). Anzi, chi ha qualcosa da insegnare agli altri, deve
spargerlo come semente feconda (« seminis modo spargenda sunt»), la quale, per
quanto piccola, cadendo in terreno adatto sviluppa le sue forze, e dalla sua
piccolezza originaria, crescendo fino alle sue dimensioni massime, si diffonde
(« ex eo minimo in maximos auctus diffunditur»). Gli insegnamenti son come le
sementi: ancorché siano limitati (angusta), possono sviluppare una grande
efficacia, purché una mente idonea li accolga e li raduni in se stessa; e a sua
volta questa mente ne genererà molti altri e ren- derà piú di
quello che ricevette » (Epist. 38). Naturalmente questo processo storico
di accrescimento progressivo della cultura, nella successione delle generazioni
e delle comunicazioni da maestri a disce-poli, esige l'attività vivente degli
spiriti ricettori. Quindici secoli piú tardi G. Bruno dirà che se « di questi
alcuni, che son stati appresso, non siino però stati piú accorti, che quei che
furon prima.... questo accade per ciò che quelli non vissero.... gli anni
altrui, e, quel che è peggio, vissero morti quelli e questi negli anni pro-prii
» (Cena delle Ceneri, ed. Gentile). Una esigenza analoga aveva affermato
Seneca nella Epist. 84, dichiarando che gli insegnamenti devono, come
alimenti digeriti, trasformarsi in forze e sangue di chi li assimila (« in
vires et sanguinem transeunt»). Le conoscenze ingerite non debbon lasciarsi
tali e quali sono (integra), affinché non restino come cose estranee (alie-na):
dobbiamo digerirle (concoquamus), affinché sianonutrimento dell'ingegno e non
peso della memoria. I discepoli o le generazioni successive devono assomigliare
ai loro maestri e padri come figli viventi e attivi, non come immagini morte: «
imago res mortua est »; e nella trasmissione della cultura, invece, occorrono
spiriti viventi che (come dirà Bruno) vivano attivamente gli anni dei
predecessori e non vivano morti gli anni propri, bensí progrediscano sempre
piú. Si deve imprimere la forma della propria personalità a tutti gli elementi
di cultura che si raccolgono, affinché confluiscano in una unità (in unitatem
illa competant) come le voci di un coro. « Tale voglio che sia il nostro
spirito, che abbia in se stesso molte arti, molti precetti, gli esempi di molte
generazioni, ma facendoli confluire tutti in una unità», vivente e attiva (« ut
multae in illo artes, multa praecepta sint, multarum aetatum exempla, sed in
unum conspirata). L'Epistola 84 integra pertanto l'affermazione
del-l'Epistola 80, che lo spirito (animus) non è come il corpo, che abbisogna
dall'esterno di molto alimento, di molta bevanda, di molto olio e di lunghe
cure; lo spirito invece (continua l'Epistola 80) cresce da se stesso, si
alimenta e si esercita da sé, ed abbisogna solo della volontà per il suo
perfezionamento. L'Epistola 84, dunque, riconosce che anche lo spirito
abbisogna del suo alimento, che consiste nella cultura che riceve dalle
generazioni precedenti e dall'ambiente sociale in cui si sviluppa, e che
anch'esso deve, non meno del corpo, assimilare il suo alimento e trasformarlo
in proprio sangue e forza attivi. Certamente egli deve avere in sé
l'energia della volontà richiesta dall'Epistola 80: ossia deve, secondo il
paragone dell'Epistola 39, essere come una fiamma che s'innalza in linea retta
e che non può essere inclinata e oppressa, né tanto meno aver tregua: cosí lo
spirito è in movimento ed è mobile e attivo tanto piú quanto piú è
energico. Ma questa energia, questa attività, questo movimento spirituali non
si esercitano nel vuoto, bensí nel mondo della cultura, che è
creazione dello spirito; nel qual mondo si forma cosí la tradizione vivente e
attiva, che è conservazione e accrescimento in-cessanti. Seneca ha visto
che questo doppio aspetto della tradizione implica un doppio atteggiamento
spirituale: di dipendenza e d'indipendenza rispetto al passato. I diritti del
passato devono essere riconosciuti, ma come condizione e mezzo di salvare e
assicurare i diritti dell'avve-nire, che sono diritti di un progresso infinito.
Venero pertanto — dice l'Epistola 64 - le invenzioni della sapienza e i loro
inventori; bisogna avvicinarsi ad essi come ad una eredità collettiva. A nostro
beneficio sono state effettuate queste acquisizioni e questi lavori. Ma
comportiamoci come buoni padri di famiglia; rendiamo piú ampia l'eredità
ricevuta, cosi che questa passi da noi alla posterità fatta maggiore. Molto
lavoro resta ancora da compiere, e molto ne resterà poi; né a nessuno, anche se
nasca dopo migliaia di secoli, sarà preclusa l'occasione di aggiungere ancora
qualcosa di piú ». Anche nell'ipotesi assurda, che gli antichi avessero
inventato tutto, resterebbero sempre nuove l'utilizzazione, la scienza e la
disposizione delle invenzioni altrui. Ma siamo ben lungi dalla possibilità di
ammettere l'ipotesi citata. Quelli che esistettero prima di noi « multum
ege- runt, sed non peregerunt ». Certamente dobbiamo ammirarli e
onorarli come dei, e professare verso « i precettori del genere umano, da cui
ci vennero i principi di un bene tanto grande, la stessa venerazione che
dobbiamo ai nostri maestri personali ». Tuttavia l'onore migliore, anzi l'unico
onore degno ed efficace che i discepoli possano rendere ai mae-
stri e i figli ai padri, consiste, secondo le affermazioni esplicite di Seneca
già citate, nel far viva e operante la loro eredità, nel proseguire le vie che
essi ci aprirono, cioè nel compiere per ciò che possiamo il progresso della
cultura, la cui infinità esige sempre l'attività creatrice di ogni generazione
nel trascorrere infinito del tempo. In questo senso devono intendersi le
affermazioni della Epistola 102, relative allo spirito: « Lo spirito umano è
una realtà grande e generosa, che non tollera gli si pongano mai limiti che non
gli siano comuni anche con Dio»; cioè afferma la sua esigenza di infinità e
vuole tradurla in atto nel doppio aspetto spaziale e temporale. Lo spirito
pertanto non accetta che gli si attribuisca una patria umile e limitata, come
sarebbe la città natale di ciascuno, e reclama come propria patria tutto l'universo;
e «non permette che gli si assegni un'epoca limitata: tutti gli anni sono miei
(dice); nessun tempo è inaccessibile al pensiero ». Ma questa doppia esigenza
di infinità - che significa coscienza di un potere infinito, e che, quanto al
tempo, si estende ugualmente verso il passato e verso il futuro — vale, secondo
il pensiero espresso di Seneca, tanto per la contemplazione quanto per l'azione
creativa. La contemplazione si realizza per mezzo dell'investigazione e (come
vedemmo) piccola cosa sarebbe il
mondo se in esso non avesse sempre tutto il mondo qualcosa da investigare (Nat. quaest.); ma d'altra parte (come
vedemmo) neppur la contemplazione può darsi senza azione: ne con-
templatio quidem sine actione est › (De otio). Talché lo spirito deve
effettuarle entrambe ad un tempo, nella loro mutua correlazione, e considerare
l'infinita estensione dell'universo in tutte le sue dimensioni, e del tempo
nella sua doppia direzione di passato e futuro, non solo come oggetto di
contemplazione conoscitiva, ma anche come campo d'azione creativa. Per questa
via, nellaconcezione delineata da Seneca, lo spirito riconosce ве stesso
nell'infinita creazione della cultura, opera del suo infinito passato e compito
del suo infinito avvenire 1. m). In tal modo, nell'affermare
esplicitamente e mettere in evidenza sotto vari aspetti l'infinità del processo
storico di creazione della cultura e d'accrescimento dello spirito umano,
Seneca portava la teoria del progresso al suo piú alto grado di compimento
nell'antichità. Dopo di lui, nonostante l'attivismo della gnoseologia e della
pedagogia di Plutarco e di Plotino, il predominio crescente dell'orientamento
mistico nella filosofia non favorí certo nuovi sviluppi della teoria del
progresso; la cui tradizione, tuttavia, lungi dal perdersi, appare conservata —
come abbiamo visto a proposito di Aristotele anche in scrittori tardi come Asclepio e
Giovanni
1 Meritano di essere ricordate alcune altre dichiarazioni signi- Epansa
(Sice rel Eple 65) Eaar dee appreanere ne che a riferisce alle cose
divine e alle umane, alle passate e alle future, alle caduche e alle eterne, al
tempo, etc.»; e qui Seneca cita esempi delle « innumerabiles questiones» che si
pongono per la conoscenza di ogni sfera e di ogni aspetto della realtà
universale. Ma il De otio, mostra che all'infinito numero dei problemi
corrisponde l'infinita curiosità (curiosum ingenium) dell'uo- mo: il
desiderio di conoscere lo sconosciuto (cupiditas ignota no-scendi) ci spinge ai
viaggi ed alla navigazione, alle investigazioni naturali ed agli scavi, alle
ricerche storiche relative all'umanità ad che poe eseri al dd a del come
o aire dacueione dei probiem pelaurs ar ateria dd ale epifio)
relativi alla materia ed allo spirito, etc. Nello stesso capitolo del “De
otio” aggiunge (come abbiamo già ricordato) che la contemplazione non può mai
essere senza azione, e che le cose meditate esigono la loro realizzazione
mediante l'esercizio della mano; di modo che il processo infinito di creazione
della cultura è inteso nell'unità di teoria e pratica. Filopono; e la loro
fonte al riguardo, Aristotele, ci attesta che tale teoria si è trasmessa senza
soluzione di continuità. Ma Plutarco ci fa udire l'eco tanto di idee
provenienti da Archita e Democrito, intorno alla funzione che spetta alla
necessità nel processo storico delle creazioni umane, quanto dell'ordine
cronologico in cui Democrito e Aristotele distribuivano la creazione progressiva
delle arti di necessità, di quelle di abbellimento e delle scienze. E nello
stesso II secolo cui appartiene Aristocle, un documento caratteristico ci
dimostra la diffusione raggiunta dall'idea del progresso umano nella coscienza
pubblica dell'epoca; documento che consiste nell'utilizzazione che fa Luciano (“Erotes”)
di questa idea con fini satirici. L'apologia paradossale dell'amore per gli
efebi, che Luciano fonda sul principio che, essendo creazione piú recente
dell'amore per le donne, deve costituire un progresso rispetto a questo, poteva
avere significato come satira solo in un clima spirituale dove l'idea del
progresso figlio del tempo fosse divenuto generale e dominante. Nella sua
esposizione di questa teoria, Luciano dipende specialmente dalla tradizione
democriteo-epicurea, ma con infiltrazioni della tradizione
platonico-ari-stotelica relativa al rinnovamento ciclico successivo alle
catastrofi, e con derivazioni anche da altre fonti. Da Democrito ad Epicuro
deriva la descrizione della vita ferina primordiale: « i primi uomini nati
dovevano cercare un rimedio per la fame d'ogni giorno, e per il fatto che erano
preda della indigenza presente e che la pe- o chi il ato nuria non
permetteva loro alcuna scelta del migliore, dovevano mangiare le erbe che
trovavano, e le radici tenere che dissotterravano, e soprattutto le ghiande
delle querce. Mentre la loro vita permaneva cosí incolta e non
concedeva loro ancora la comodità per esperimenti giornalieri al fine di
trovare il meglio, essi dovevano accontentarsi di quelle stesse cose
necessarie, poiché il tempo, incalzandoli, non permetteva loro l'invenzione di
un buon regime». Anche per ciò che concerne la necessità di difese, gli uomini
subito, all'inizio della vita, avendo bisogno di coprirsi, 'avvolgevano nelle
pelli delle fiere scorticate ed escogitavano come rifugio contro il freddo le
grotte delle montagne o le cavità disseccate di radici o alberi antichi».
piú che democritea, poiché è scomparsa in essa, come pia wete
Questa descrizione è evidente eredità epicurea ancor tra gli epicurei, la
distinzione introdotta da Democrito tra i momenti successivi della prima fase
di vita del- l'umanità. Manca inoltre in Luciano ogni allusione
all'introduzione della convivenza sociale e del linguaggio e alla scoperta del
fuoco, già considerati dall'epicurei-smo; ma la suggestione epicurea si
riconosce nella spiegazione che dà tanto dell'uscita dallo stato primordiale
mediante l'agricoltura, quanto delle invenzioni della tessitura e dell'edilizia
per via di un'imitazione dei ripari naturali (pelli e caverne) usati
primordialmente. La capacità di un'imitazione dei processi naturali, che
ripro-ducendoli li modifica e li adatta alle proprie esigenze e finalità, era
già per gli epicurei un carattere che differenziava l'uomo dagli altri animali,
incapaci di uscire dalla loro condizione naturale originaria. Tuttavia sembra
che in Luciano si perda la comprensione della funzione attribuita dagli
epicurei alla necessità come forza stimolante dell'intelligenza umana; Luciano
la considera piuttosto un ostacolo alla ricerca del meglio. Solamente (dice) «
dopo che le necessità urgenti ebbero fine, le intelligenze (zoyouo) delle
generazioni successive, liberate dalla necessità, trovarono l'occasione
d'inventarequalche miglioramento, e di lí a poco a poco s'accreb-bero al tempo
stesso le scienze. E questo ci è possibile congetturarlo dalla considerazione
delle arti piú perfezionate ». Può esservi in queste linee un'eco (certo
confusa) della distinzione democriteo-aristotelica dei tre momenti successivi
di creazione progressiva: delle arti di neces-sità, di quelle d'ornamento e delle
scienze disinteressate; certo Luciano -- utilizzando l'esempio dell'arte
tessile, preso dagli epicurei, e quello dell'architettura, derivante forse da
Vitruvio - insiste specialmente sul carattere graduale e quasi insensibile dei
progressi, dicendo che «le arti presero per maestro il tempo » e progredirono «
segretamente». E questa idea di un processo graduale sembra associarsi a quella
di un rinnovamento ciclico, cioè alla teoria platonico-aristotelica della
rinascita progressiva della cultura dopo le catastrofi distruttrici -
idea rievocata nel II secolo da Aristocle - poiché Luciano scrive che «
ciascuna di queste arti e scienze, che giaceva muta e coperta in molto oblio,
come da un lungo tramonto a poco a poco si levò nella sua luce raggiante
». Questa confluenza di elementi di derivazione tanto diversa è un indice
interessante della conservazione di differenti rappresentazioni del progresso
nell'epoca di Luciano, che le mescola senza preoccuparsi molto dei loro
eventuali contrasti. E cosí, nonostante la sua apparente accettazione della
teoria ciclica platonico-aristote-lica, Luciano delinea un processo di sviluppo
della cul-tura, che per se stesso gli si presenta infinito, cosí come era
apparso a Seneca. « Poiché ciascuno che faceva qualche scoperta la trasmetteva
alla posterità; e quindi la successione di quelli che ricevevano l'eredità,
facendo aggiunte a ciò che avevano appreso, continuò a riempire le lacune
esistenti ». E cosí ‹ le scienze varie... mediante sforzi (uoris)
si preparano per arrivare (EUENOV 7ÇELV) alla loro chiara manifestazione,
spinte dal tempo infinito (úò To aiovos), che non lascia niente senza indagare.
Ma ciò che agisce attivamente sugli uomini attraverso il corso del tempo è (per
dichiarazione esplicita di Lu-ciano) « l'intelligenza (ppóvnois), che si
accompagna alla scienza e trae dal frequente sperimentare la possibilità di
scegliere l'ottimo ». Pertanto « dobbiamo considerare necessario lo studio
dell'antico, ma onorare come migliore ciò che la vita seppe trovare poi, dopo
aver raggiunto la possibilità di dedicarsi alla riflessione razionale
(поугомоїс) ». Torna cosí in Luciano il concetto della tradizione
vivente, che non è conservazione cristallizzata, bensí creazione progressiva
continua realizzata dalla vita; torna l'idea dell'infinità di questo processo,
che si estende dal passato e dal presente verso l'avvenire. Riassumendo,
possiamo dire che per tutti gli assertori antichi dell'idea del progresso umano
la natura offra il punto di partenza allo sviluppo dell'attività creatrice
dell'intelligenza dell'uomo; quindi le conquiste compiute da ogni generazione
offrono alle successive i mezzi e gli stimoli per nuovi incessanti esperimenti
e nuove acqui-sizioni; e in tal modo la creazione della cultura progredisce
insieme con l'intelligenza creatrice. L'antichità dichiara con Cicerone ciò che
tornerà a dichiarare il rinascimento con Bruno; cioè che l'umanità è
caratterizzata dal suo sforzo incessante di creare, mediante l'opera della sua
intelligenza e delle sue mani, un'altra natura, altri corsi e altri ordini al
di sopra di quelli che le furono dati naturalmente; e per questa creatività del
suo spirito l'uomo merita d'esser considerato «come un dio mortale» o «
dio della terra. Dai presocratici e dai poeti tragici fino a Seneca
innegabilmente l'idea della creatività dello spirito si afferma e si sviluppa
nell'antichità, e si ripercuote poi sugli ultimi secoli della cultura classica,
da Luciano ed Aristocle ad Asclepio e Giovanni Filopono. Per negare agl’antichi
il raggiungimento di tale intuizione, occorre chiudere gli occhi alla realtà
storica e cancellare l'ampia documentazione che conferma la sua esistenza. Rodolfo
Mondolfo. Mondolfo. Keywords: antica filosofia italica. Refs.: Luigi Speranza, "Grice, Mondolfo, e la filosofia
greco-romana," per il Club Anglo-Italiano, The Swimming-Pool Library,
Villa Grice, Liguria, Italia. Mondolfo
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