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Monday, January 27, 2025

LUIGI SPERANZA -- GRICE ITALO A-Z M ME

 

Luigi Speranza -- Grice e Meriggi – il deutero-esperanto – filosofia italiana – Luigi Speranza (Como). Filosofo italiano. Como, Lombardia. Citato da VAILATI (vedasi), “SCRITTI” – “un appasionato”. Progetto di lingua a priori, il blaia zimondal è elaborato da M., professore dell'istituto tecnico di Como. Il blaia zimondal parte da un principio fono-simbolico. Ciascun *suono* possede un significato naturale (Grice) o *senso* generale corrispondente al suo modo naturale di formazione fisiologico – fisi, NATURA -- luogo e modo di articolazione dei foni. Così ad esempio -- a, vocale aperta, esprime ciò che è grande, alto, forte, bianco, evidente. -- i, vocale ANTERIORE alta, per il fatto che è prodotta serrando quasi completamente la bocca, esprime ciò che è piccolo, basso, leggero, interiore -- u, vocale POSTERIORE alta, esprime ciò che è basso, scuro, pesante, lontano, futuro -- p, consonante occlusiva bi-labiale sorda, suggerisce idee di forza, pressione, pesantezza, caduta, blocco repentino -- k, consonante occlusiva velare sorda, simboleggia l'idea di solidità, di siccità -- l, consonante laterale, esprime le idee di fluidità, di morbidezza, d'elasticità -- r, consonante vibrante, esprime le idee di rotazione, rapidità, rumore. L'udito dei vertebrati si è evoluto principalmente con questo scopo: identificare la natura degl’eventi a partire dal suono che emettono. Solo più tardi l'udito è stato ri-ciclato dalla nostra specie per servire all'apprezzamento di parole o musica. Ma il ri-ciclaggio è stato solo parziale. NOBILE (vedasi), VALLAURI (vedasi), Onomatopea e fono-simbolismo, Roma, Carocci, Bussole. La capacità di associare dei suoni della propria lingua a suoni naturali è, a detta di VALLAURI (vedasi), professore a Roma, propria degl’esseri vertebrati. In sostanza, cioè l'uomo è in grado di produrre suoni che ri-producono avvenimenti della realtà e di associare a questi - più o meno consciamente - determinate idee. Così,malgrado l'alto grado di formalizzazione che i suoni del latino deve possedere per funzionare da supporto del sistema morfo-sintattico e lessicale, esso conserva dunque una prossimità sufficiente ai suoni naturali – nel senso da H. P. Grice, ‘fisiologia razionale’ – natura -- per surrogarne l'originaria funzione biologica di indizi percettivi degl’eventi rumorosi. Sul fenomeno del fono-simbolismo è comunque consigliabile una certa cautela. Ad esempio, sebbene il suono vocalico [i] puo ri-condurre alle idee di piccolo, carino, soave (cfr. it. 'gattino', 'micio'), e il suono vocalico [o] a idee di grandezza, mascolinità, robustezza (cfr. it. 'colosso'), non possiamo ignorare i numerosissimi alegati contro-esempi, sia latini o italiani (cfr. it. 'massiccio') che non (cfr. ing. big 'grande' e small 'piccolo'). «fl» esprime il senso di fluidità e liquidità insieme (cfr. lat. FLUMEN, it. 'fiume'. L'associazione di significati – SEGNATI -- a singoli fonemi e nessi consonantici è un tema ricorrente nella filosofia a partire dal Cratilo di Platone, che riconosce ad esempio alla lettera greca lábda |! un valore di scivolamento, come dimostrano le parole greche léia 'cose lisce', olisthánein 'scivolare' o liparón 'unto'. Anche il matematico e crittografo inglese Wallis nel De etymologia sostiene che il nesso consonantico [sl] veicola l'idea di scivolamento -- cfr. ing. slide, slip, slime, slow. Ne discorre ampiamente, in tempi più vicini al filosofo, anche Brosses nel suo Traité de la formation mécanique des langues et des principes PHYSIQUES [fisi: natura] de l'étymologie, in cui sostiene che il nesso [fl] evochi l'idea di fluidità - cfr. lat. fluere 'fluire', fr. souffler 'soffio', ing. to fly 'volare') e l'italiano CESAROTTI (vedasi) nel suo Saggio sulla filosofia delle lingue nel quale, trændo proprio da Brosses la maggior parte degli esempi, riporta proprio il caso del nesso [fl] della parola latina FLUMEN come espressione di liquidità -- Per approfondimenti sull'ideologia linguistica di CESAROTTI (vedasi) vedasi BAGLIONI, L'etimologia nel pensiero linguistico di Cesarotti, in Cesarotti. Linguistica e antropologia nell'età dei Lumi, cur. Roggia, Bari, Carocci] «bl» esprime il senso della parola; «kr» ricorda le armi e le macchine;  e così di seguito, con l'abbinamento di ogni suono a una determinata capacità espressiva. Se il singolo suono contiene gia da sé un significato [NATURALE, o megliore, FISICO, O FISIOLOGICO], combinando i suoni a due a due è possibile costruire dei significati più complessi, risultati dalla somma dei singoli significati. A questo modo :«pr» la pressione rumorosa. Con questi elementi è possibile formare delle radici monosillabiche corrispondenti a delle idee precise. Ad esempio congiungendo le sillabe «kl» (composizione delle idee di solidità e fluidità insieme che corrisponde praticamente all'idea della costruzione, artificiale e naturale -- e «am», che esprime l'idea dell'amore. La sequenza «klam» INDICA il concetto di 'casa'. Ma «klim», che rende l'idea del piccolo e della costruzione, significa 'stanza da bagno'. È evidente che tutte le radici di sensi vicini si formano tramite la combinazione e la variazione delle vocali e delle  consonanti. Sebbene si tratti di una lingua a priori, cioè non derivata da altre lingue storico naturali, vi è un caso in questi due sistemi linguistici si incontrano, ed è, ovviamente, nelle onomatopee. Essendo il blaia zimondal una lingua di tipo filosofico – alla J. L. Austin, “Sound Symbolism,” Bodlein, consultato da H. P. Grice -- che vuole dimostrare la vicinanza dei suoni della lingua ai REFERENTI extra-linguistici, le espressioni linguistiche di suoni già presenti in NATURA non possono che essere modellate su questi stessi. Così ad esempio si ha «uul» per 'ululare', «meua»  per 'miagolare, ecc.  Non mancano comunque casi di somiglianze con altre lingue realmente parlate, e in particolare con le lingue romanze e germaniche, forse retaggio della provenienza linguistica e della formazione dell'autore: «bank» per 'banca', «ordo» per 'ordine’. Cesare Meriggi. Meriggi. Keywords: deutero-esperanto. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Meriggi”.

 

Luigi Speranza -- Grice e Merker: la ragione conversazionale e l’implicatura conversazionale – il filo d’Arianna – Arianna abbandonata a Nasso – la scuola di Trento -- filosofia italiana – Luigi Speranza (Trento). Filosofo italiano. Trento, Trentino. Grice: “My favourite of his books is ‘storia della filosofia ai fumetti.” -- Grice: “The fact that he found Italian words for all that Kant says in “Metafisica dei costume” is admirable!” -- Grice: “I love Merker, and for many reasons; he has philosophised on what makes me an Englishman: my blood, or the fact that I was born in Harrborne?” Grice: “I love Merker: he uses metaphors aptly like ‘il filo d’Arianna’ to refer to what I pompously call ‘the general theory of context.’ --Si laurea a Messina. Trascorse un periodo di ricerche in Germania. Allievo di VOLPE, insegna a Messina e Roma. Cura edizioni italiane di classici dell'età della Riforma, dell'Illuminismo e dell'idealismo, nonché di Marx, Engels e del marxismo. Dopo essersi occupato dei problemi lasciati aperti dalla Seconda guerra mondiale, si occupa dell'idea di nazione, dell'ideologia colonialista e infine del fenomeno populista. Da ricordare la sua opera di divulgazione della storia della filosofia. Inoltre egli ha scritto ben trenta voci per l'enciclopedia filosofica della Bompiani, fra cui le più importanti sono su Heine, Mann, Zweig. Altri saggi: Le origini della logica, Milano, Feltrinelli; L'illuminismo, (Bari, Laterza – la metafora della luce della ragione ;  Lessing e il suo tempo, Cremona, Convegno; Marxismo e storia delle idee, Roma, Riuniti,  Storia della filosofia, La filosofia moderna. Il Settecento, Milano, Vallardi, Alle origini dell'ideologia. Rivoluzione e utopia nel giacobinismo” (Roma, Laterza); Storia della filosofia, Roma, Riuniti); STORIA DELLA FILOSOFIA: L’ETA ANTICA -- Storia delle filosofie, Firenze, Giunti Marzocco; Marx, Roma, Riuniti; Erhard, in L'albero della Rivoluzione. Le interpretazioni della rivoluzione francese, Torino, Einaudi; La Germania. Storia di una cultura da Lutero a Weimar, Roma, Riuniti; Lessing, Roma, Laterza; Il socialismo vietato. Miraggi e delusioni da Kautsky ai marxisti” (Roma, Laterza); Storia della filosofia moderna e contemporanea, Roma, Riuniti, “Il sangue e la terra. Due secoli di idee sulla nazione, Roma, Riuniti, -- sangue lombarda – piccolo vedetta lombarda – sangue romagnola -- Atlante storico della filosofia, Roma, Riuniti,  Europa oltre i mari. Il mito della missione di civiltà, Roma, Editori, Filosofie del populismo, Roma, Laterza,  Marx. Vita e opere, Roma, Laterza,. Il nazionalsocialismo. Storia di un'ideologia, Roma, Carocci,.La guerra di Dio. Religione e nazionalismo nella Grande Guerra, Roma, Carocci, La Germania. Storia di una cultura da Lutero a Weimar, Roma, Riuniti, Hegel, Estetica, Milano, Feltrinelli, Torino, Einaudi,  Kant, La metafisica dei costume (Grice: “My favourite Kant, by far!”), Bari, Laterza, Hegel, Rapporto dello scetticismo con la filosofia, Bari, Laterza, Paracelso, Scritti etico-politici, Bari, Laterza,.Lukács, Scritti politici Bari, Laterza,  Herder, James Burnett, Lord Monboddo, Linguaggio e società, Bari, Laterza, Lessing, Religione, storia e società, Messina, La Libra, Kant, Lo Stato di diritto, Roma, Riuniti,Forster, Rivoluzione borghese ed emancipazione umana, Roma, Riuniti, Humboldt, Stato, società e storia, Roma, Riuniti, Marx, Engels, Opere, Roma, Riuniti, Roma, Scritti economici di Marx. Roma, Editori Riuniti, Fichte, Lo stato di tutto il popolo, Roma, Riuniti, Hegel, Il dominio della politica, Roma, Riuniti, La scimmia e le stelle, Roma, Riuniti,  Maj, Il mestiere dell'intellettuale, Roma, Riuniti, Kant, Stato di diritto e società civile, Roma, Riuniti, Fichte, La missione del dotto, Roma, Riuniti, Marx, un secolo, Roma, Riuniti,Kant, Per la pace perpetua. Un progetto filosofico Roma, Riuniti, Hegel, Detti di un filosofo, Roma, Riuniti,  Marx, Engels, La sacra famiglia, Roma, Riuniti, Marx,  Engels, La concezione materialistica della storia, Roma, Riuniti, Kant, Che cos'è l'illuminismo?, Roma, Riuniti, Lessing, La religione dell'umanità, Roma, Laterza,, Forster, Viaggio intorno al mondo, Roma, Laterza,  Engels, Viandante socialista, Soveria Mannelli, Rubbettino, Hegel, Dizionario delle idee, Roma, Riuniti, Osborne, Storia della filosofia a fumetti, Roma, Riuniti, Bauer, La questione nazionale, Roma, Riuniti.  La discreta classe delle idee. E’ Merker, asul sito di Rifondazione Comunista  Il contesto è il filo d'Arianna. Studi in onore di  M., S. Gensini, Raffaella Petrilli, L. Punzo, Pisa, ETS, T. Valentini, “Ideologia della nazione” e “populismo etnico”. Le riflessioni storico-filosofiche di Merker, in R. Chiarelli, Il populismo tra storia, politica e diritto, Rubbettino, Soveria Mannelli, Curriculum vitae, su uniurb. Curriculum vitae. Nato nel circondario di  la scuola materna e le  elementari, nonché al Wilhelms-Gymnasium la prima classe ginnasiale. Trasferitosi a  Trento, continua ivi la scuola media e il ginnasio-liceo  fino alla maturità classica conseguita al Liceo "Prati" di Trento.  Iscritto alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell'università di Messina, si laurea ivi  con 110 e lode in filosofia e una tesi su "Hegel e lo scetticismo". Con una borsa di studio è a Napoli all'Istituto italiano per gli studi storici ("Istituto Croce"), e poi in Germania un periodo di ricerche.  Alla Facoltà di Magistero di Messina è presso la cattedra del filosofo Galvano della Volpe assistente volontario, poi straordinario, incaricato e infine ordinario. Nella medesima Facoltà, conseguita la libera docenza in Storia della filosofia, è stato professore incaricato di Storia delle dottrine politiche,  temporaneamente anche di Estetica, e, a concorso vinto, professore straordinario di Storia della Filosofia. Vi ha diretto l'Istituto di filosofia e per incarico temporaneo anche quello di Letteratura francese.  Chiamato alla cattedra di Storia della filosofia moderna e contemporanea della Facoltà di Lettcre e Filosofia dell'università di Roma  "La Sapienza", vi ha conseguito l'ordinariato ed ha poi continuato la sua attività  Facoltà di Filosofia di quell'ateneo  seguito per  l'insegnamento di Storia della filosofia moderna. Uscito dai ruoli, è professore emerito dell'università "La Sapienza" con decreto ministeriale.  Nella Facoltà di Lettere e Filosofia ha presieduto per un paio di anni la  Commissione di Facoltà per l'ammissione degli studenti stranieri, nella Facoltà di Filosofia è stato per un lungo periodo presidente della Commissione scientifica del  "Centro di servizi interdipartimentali Biblioteca di Filosofia". Nella Facoltà di Filosofia ha fätto parte di un collegio di Dottorato. E stato più volte in commissioni universitarie di concorso per docenti universitari di prima e seconda fascia, nonché in vari atenei per concorsi di ricercatore. Ha partecipato con relazioni a congressi internazionali di filosofia e storia delle idee, a iniziative culturali di università europee (Innsbruck, Zagabria), all'attività didattica di vari Dottorati in Filosofia, a conferenze e dibattiti con studenti dei licei. Ha tenuto un seminario di lezioni presso l'Istituto italiano per gli studi filosofici di Napoli.  Per formazione e storia personale è bilingue (italiano e tedesco) riguardo a lettura, scrittura ed espressione orale. Ha buona lettura dell'inglese, francese e spagnolo,  familiarità con il francese e inglese orale. Adopera il computer per uso personale di lavoro, non ha capacità e competenze artistiche.  Studi e ricerche  Iniziali attenzioni per la logica e dialettica di Hegel si sono concretate nella monografia Le origini della logica di Hegel. Hegel a Jena. Successivi interessi per periodi fondamentali della cultura in Germania, - dall'epoca della Riforma (ad es. con un'edizione italiana di testi politici di Paracelso) fino al secolo illuministico - hanno condotto alle monografie L'illuminismo tedesco. Età di Lessing e Introduzione a Lessing. Un percorso parallelo e ulteriore  - intramezzato in  Dialettica e storia da un tentativo di bilancio dei problemi - ha collocato via via le vicende della filosofia dentro un più ampio quadro di storia della cultura nel quale assumono particolare rilievo le idee e dottrine politiche dell'età moderna. Ne è un esempio la monografia La Germania. Storia di una cultura da Lutero a Weimar.  Studi specifici sono stati dedicati al pensiero politico liberale di Kant, Fichte e Humboldt, poi ai giacobini tedeschi in edizioni di testi e nella monografia Alle origini dell'ideologia tedesca. Rivoluzione e utopia nel giacobinismo.  Con un'appendice di  testi e documenti. La linea d'indagine di storia delle idee si è estesa verso Marx e il marxismo, con i libri Marxismo e storia delle idee, Marx e Il socialismo vietato. Miraggi e delusioni da Kautsky agli austromarxisti, nonché con la cura di parecchie edizioni italiane di opere di Marx ed Engels.  L'interesse per i problemi rimasti aperti nell'epoca della Seconda Internazionale ha poi stimolato ricerche sull'idea di nazione, sulle ideologie del colonialismo e sul fenomeno politico-culturale del populismo (con, rispettivamente, le monografie Il sangue e la terra. Due sécoli di idee sulla nazione; Europa oltre i mari. Il mito della missione di civiltà; Filosofie del populismo. Vi si è aggiunta una ricostruzione storico-critica della vita e delle opere di Marx e delle sue incidenze (Karl Marx. Vita e opere. Monografia Il nazionalsocialismo. Storia di un'ideologia che ha collegamenti con le ricerche precedenti sul populismo.  L'analisi delle tendenze e dei nessi che emergono dalla storia delle idee si è accompagnata anche a riflessioni sul metodo della storiografia filosofica e a tentativi di renderla fruibile per la didattica. Di questo filone hanno fatto parte un manuale di Storia della filosofia e più volte riedito, e un Atlante storico della filosofia. Bibliografia  Complessivamente le pubblicazioni  - tra monografie, articoli vari, saggi,  recensioni, voci di enciclopedie, relazioni a convegni, testi in opere collettive -  ammontano finora a molti.  Di cui sono monografie:  Il nazionalsocialismo, Storia di un'ideologia, Roma; Karl Marx. Vita e opere, Roma; Filosofie del populismo, Roma 2009; Europa oltre i mari. Il mito della missione di civiltà, Roma; Atlante storico della filosofia (Roma; Il sangue e la terra. Due secoli di idee sulla nazione, Roma; Il socialismo vietato.  Miraggi e delusioni da Kautsky agli austromarxisti, Roma; Introduzione a Lessing, Roma; La Germania. Storia di una cultura da Lutero a Weimar, Roma; L'illuminismo in Germania. L'età di Lessing, ediz. rinnovata e accresciuta, Roma; Marx, Roma; Alle origini dell'ideologia tedesca.  Rivoluzione e utopia nel giacobinismo. Con un'appendice di testi e documenti, Roma-Bari, Marxismo e storia delle idee, Roma; Dialettica e storia, Messina; L'illuminismo tedesco. L'età di Lessing, Roma; Le origini della logica hegeliana. Hegel a Jena, Milano. Nicolao Merker. Keywords: storia della filosofia – l’eta antica --. il filo d’Arianna, Teseo e il minotauro – omo-sociale – Teseo – Arianna abandonata, giacobinismo, populismo etnico – etnico ennico etnicita ennicita – etnos, Greek ethnos, Latin ethnos -- -- Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Merker” – The Swimming-Pool Library.

 

Luigi Speranza -- Grice e Messalla: la ragione conversazionale e l’orto romano – Roma – filosofia italiana – Luigi Speranza (Roma). Filosofo italiano. Garden. Friend of Orazio. They study philosophy together. He opposea GIULIO (si veda) Cesare but eventually makes his peace with Ottaviano. He writes philosophical treatises. Allow me to address briefly the L’ORTO philosophy within the context of the difficult tines covering the years which witness the downfall of the republic and the birth of the principate. In  'L’ORTO in Revolt' (J.R.S.) Momigliano takes as a starting point the conversion to L’ORTO of CASSIO who rapidly comes to the conclusion that GIULIO Caesar has to be eliminated because of what appear to be his tyrannical tendencies. The author emphasises that during this crucial period the adherents of the L’ORTO philosophy did not maintain a passive political aloofness. While some followers of L’ORTO actively support GIULIO in a noderate way, a mumber oppose him, among whom are I. Manlio Torquato, Trebiano, L. Papirio Paeto, M. Fadio Gallo, and, as the evidence suggests, L. Saufeio and Statilio. Monigliano concludes with the statement that on the whole, the events prove that Cassio is not an exceptional case among the contemporary L’ORTO. The majority stand for the Republic against Caosarisa." Horace seens to have felt an antipathy tovarda Mbullus and his patron M. which may be explained to sone extent by political factors, in particular the strong republican sympathies which the latter still professs under the principate. Of M., Monigliano notes that ORAZIO writes of him, 'quanquan Socraticis madet sermonibus', a dubious expression, but the Ciris (whatever its date and author) shows him well acquainted with the L’ORTO circle, and his leader is, as he proudly proolaimed, Cassio (Tac.Ann.; Dio; Plut,Brut.). I suspect then that he is a definite member of L’ORTO. It is, then, I think possible that M.'s political persuasions are coloured by his philosophical thinking and that his intellectual interest in L’ORTO is not nerely of an ethical nature. Monigliano, arguing along the lines of Diels, maintains that in a passage of his treatise on the gods FILODEMO of L’ORTO is expressing a political viev: "the words reflect the indignation of a man who sees the defenders of the Republic play into the hands of the tyrant. Similarly in his treatise on death the same philosopher recoends that sen should be ready to face death in the event of political persecution. Followers of L’ORTO are capable of reacting decisively to political circumstances, this being a major point advanced by Monigliano who maintains for instance that the sane Saufeio is not outside politics absorbed in the 'interrundia' but that he mingles philosophy and political action which probably acoount for his being exiled and falliag riotin to the proscriptione, and that Cicerone’s friendship with a number of L’ORTO is based on the faot that adherents of the philosophy possessed political feelings with which he sympathised. Both democracy and the non-tyrannical state find approval in the L’ORTO theory of the social contract, though the adherent of the philosophy is generally advised to renain outside politios. When ve consider M.’s resignation fron the office of 'praefectara urbis' on the grounds that the pover with which he vas invested was unconstitutional (incivilis; see Putnam, C.A.H) I suspect that republican scruples combine with his adherence to a philosophical mode of thought which preached political aloofness, affected hio decision. His is a detached involvement" comments Putnam on M.'s republican sympathies and resignation from office, and suggests political as vell as stylistic sympathy between M. and Tibullus. The philosophical overtones in Mbullus' work in uy opinion reflect this sympathy and remind us that both poet and patron have reservations about contributing wholeheartedly to the advancement of the new regime and its ideals. In the programme elegy it is a detachment from the sort of life which would contribute to the welfare and strength of the state which the poet manifests. Disambiguazione – Se stai cercando l'omonimo, si veda M. console. Console della Repubblica romana Scultura che probabilmente ornava la parte superiore di un piedistallo marmoreo contenente l'urna cineraria di M., rinvenuta nella villa di quest'ultimo ed ora conservata nel Museo del Prado. Figli Marco Valerio M. Messallino. GensValeria PadreMarco Valerio M. Corvino Consolato. Proconsolatoin Gallia Comata. Militare e filosofo romano, patrono della letteratura e delle arti. Membro dell'antica gens Valeria, di ideali repubblicani, nella battaglia di Filippi combatté al fianco di Bruto e Cassio. Passa poi dalla parte di Antonio ed infine entra nelle file di Ottaviano. Trionfo di M. -- rappresentazione sul frontone del Palazzo Krasiński a Varsavia, opera di Schlüter Si trovava nell'Illyricum a combattere gl’Iapidi a fianco di Ottaviano come tribunus militum. Consul suffectus assieme ad Ottaviano, e prese parte alla Battaglia di Azio a fianco di quest'ultimo. In seguito ha il comando di una missione in Asia Minore. Combatté contro il popolo alpino dei Salassi, come proconsole della Gallia, dove soppresse anche una rivolta tra gl’Aquitani. Per queste imprese celebra un trionfo. Tacito riferisce che e nominato praefectus urbi, ma M. rinuncia alla carica dopo pochi giorni adducendo motivazioni legate alla sua incapacità di esercitare l'incarico. In quanto princeps senatus, autorevole esponente dell'aristocrazia romana, avanza la proposta dell'attribuzione a Ottaviano del titolo di pater patriae. M., letterato Alla partecipazione alla vita pubblica, accompagna l'interesse per la filosofia. Influenza considerabilmente la filosofia che incoraggia sull'esempio di Mecenate. Il gruppo che lo circonda e noto come il circolo di M.. Tra gli altri comprende Tibullo e Ligdamo. Amico di ORAZIO (si veda) ed OVIDIO (si veda). Elogiato da Tibullo per le sue vittorie in una elegia nel Corpus Tibullianum e in un poemetto -- il Panegirico di M. Suoi omonimi sono il padre, console, il figlio Valerio Messallino, e un discendente M., console come collega dell'imperatore Nerone. Una sua parente, forse una sorella, sarebbe la Valeria, sposa di Quinto Pedio, console  insieme ad Augusto, che aveva proposto la lex Pedia contro i Cesaricidi.  Syme Wilkes Velleio Patercolo, Tibullo, Tacito, Annales: quasi nescius exercendi. Svetonio, Augustus. Fonti antiche, Appiano di Alessandria, Historia Romana (Ῥωμαϊκά) Dione Cassio, Storia romana. (testo greco  e traduzione inglese). Svetonio, De vita Caesarum libri VIII. (testo latino  e traduzione italiana). Tacito, Annales. (testo latino, traduzione italiana e traduzione inglese). Tibullo, Corpus Tibullianum. Velleio Patercolo, Historiae Romanae ad M. Vinicium consulem libri duo. Fonti storiografiche moderne Cantarella, «M., Ovidio e il circolo dei poeti», Corriere della Sera, Syme, L'aristocrazia augustea, Milano, BUR, Wilkes, Dalmatia, in History of the provinces of the Roman Empire, Londra, Routledge Voci correlate Casal Rotondo. M. Corvino, Marco Valerio, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Olivetti e Lenchantin De Gubernatis -, M., in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, M. Corvino, Marco Valerio, in Dizionario di storia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, M. Corvino, su sapere.it, De Agostini. Marcus Valerius M. Corvinus, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc. Opere di Marco Valerio Messalla Corvino, su PHI Latin Texts, Packard Humanities Institute. Opere di Marco Valerio M. Corvino, su Open Library, Internet Archive. Predecessore Consoli romani Successore Gneo Domizio Enobarbo, Gaio Sosio con Gaio Giulio Cesare Ottaviano III Gaio Giulio Cesare Ottaviano IV, Marco Licinio Crasso. Circolo di M. V D M Guerra civile romana VDM Conquista romana dell'Illirico. Portale Antica Roma   Portale Biografie   Portale Età augustea Categorie: Militari romani Scrittori romaniMilitari del I secolo a.C.Scrittori del I secolo a.C.Romani Consoli repubblicani romaniValeriiGovernatori romani della SiriaAuguriGovernatori romani della Gallia Mecenati romani[altre] Marco Valerio M. Corvino, console. Marco Valerio M. Corvino Console della Repubblica romana Nome originaleMarcus Valerius  Messalla Corvinus FigliMarco Valerio Messalla Corvino GensValeria Pretura Consolato Censura Marco Valerio M.  Corvino (in latino Marcus Valerius M. Corvinus o anche Marcus Valerius  M. Niger; ... filosofo romano. Pretore quando Cicerone e console e, console quando Publio Clodio viola i misteri della Bona Dea. Censore assieme a Vatia Isaurico, e sempre in carica, tentarono di regolare lo straripamento del Tevere. Non tennero il lustrum. Smith, Dictionary of Greek and Roman Biography and Mythology, Boston: Little, Brown and Company, Robert S. Broughton, The magistrates of the Roman Republic, II, New York, Predecessore Console romano Successore Decimo Giunio Silano e Lucio Licinio Murena con Marco Pupio Pisone Frugi Calpurniano Lucio Afranio e Quinto Cecilio Metello Celere Portale Antica Roma Portale Biografie Categorie: Politiciromani Consolirepubblicani romani Valerii [altre] Consul. Roman Senator who lived in the Roman Empire. He might have been the brother of empress Messalina.  A member of the Republican gens Valeria. The namesake of the Senator and Augustan literary patron. He may have been a son of the Senator and consul Marco Aurelio Cotta Massimo Messalino, who was a son of M. or possibly the son of the consul Marco Valerio Messalla Barbato, thus making him the brother of Valeria Messalina, the third wife of the emperor Claudio. A member of the Arval Brethren. Served as an ordinary consul with the emperor Nerone and then as a suffect consul with Gaio Fonteo Agrippa. Starting with his consulship, he is granted an annual half a million sesterces to maintain his senatorial qualifications. Biographischer Index der Antike, Lucan, Civil War  Paterculus, The Roman History, Lucan, Civil War  Shotter, Nero  Der Neue Pauly, Stuttgart, Tacitus, Annales, Tacitus, Annals of Imperial Rome D. Shotter, Nero, Routledge, Lucan, Civil War, Penguin, Velleius Paterculus, Yardley e Barrett, The Roman History, Hackett Publishing, Biographischer Index der Antike, Gruyter, Political offices Preceded by Nero II, and Lucius Caesius Martialis as Suffect consulsConsul of the Roman Empire with Nero III, followed by Gaius Fonteius Agrippa. Succeeded by Aulus Petronius Lurco, and Aulus Paconius Sabinus as Suffect consuls Categories: Valerii MessallaeAncient Roman patricians1st-century Roman consuls1st-century clergy Marcus Valerius Messalla Corvinus  Article Talk Read Edit View history. Not to be confused with Marcus Valerius M. Corvinus, consul. Marcus Valerius M. Corvinus. A  Roman general, author, and patron of literature and art. The triumph of Corvinus in the pediment of the Krasiński Palace in Warsaw  Print of the Roman General, made by Hendrick Goltzius. Corvinus was the son of a consul, Marcus Valerius M. Niger, and his wife, Palla. Some dispute his parentage and claim another descendant of Marcus Valerius Corvus to be his father. Valeria, one of his sisters, married Quintus Pedius, a maternal cousin to the Roman emperor Augustus. His great-grandnephew from this marriage is the deaf painter Quintus Pedius. Another sister, also named Valeria married Servius Sulpicius Rufus, a moneyer.  Corvinus marries twice. His first wife is Calpurnia, the daughter of Marco Calpurnio Bibulo. Corvino had two children with Calpurnia: a daughter, Valeria Messalina, who married Titus Statilius Taurus; and a son called Marcus Valerius M. Messallinus, consul. His second son was Marco Aurelio Cotta Massimo Messalino, consul, who is believed to have been born to a second unknown wife on the basis of the 22-year gap between the consulship of the elder son and the consulship of the second son. The writings of the poet OVIDIO (Ex Ponto) reveal that the second wife of Corvino is a woman called Aurelia Cotta. Another fact supporting the theory that Aurelia Cotta is the mother of Marcus Aurelius Cotta Massimo Messalino is that he was later adopted into the Aurelii Cottae. Corvino is educated partly at Athens, together with ORAZIO and CICERONE. He becomes attached to republican principles, which he never abandones, although he avoids offending GIULIO Cesare or OTTAVIANO by not mentioning them too openly.  He is proscribed, but manages to escape to the camp of BRUTO il giovane and CASSIO. After the Battle of Philippi, he goes over to MARC’ANTONIO, but subsequently transfers his support to OTTAVIANO. Corvino is appointed consul in place of MARC’ANTONIO and takes part in the Battle of Actium. He subsequently holds commands in the East and suppresses the revolt in Gallia Aquitania. For this latter feat, he celebrates a triumph. Corvino restores the road between Tusculum and Alba, and many handsome buildings are due to his initiative. He moves that the title of “pater patriae” be bestowed upon OTTAVIANO. Yet he also resigns from the post of prefect of the city after six days of holding this office because it conflicts with his ideas of constitutionalism. It may have been on this occasion that he utters the phrase (but in Latin) "I am ashamed of my power". His influence on literature, which he encouraged after the manner of Gaius Maecenas, is considerable, and the group of literary personalities whom he gathered around him — including Tibullus, Lygdamus and the poet Sulpicia — has been called "the M. circle". With ORAZIO and TIBULLO he is on intimate terms, and OVIDIO expresses his gratitude to him as the first to notice and encourage his work. The two panegyrics by unknown authors (one printed among the poems of Tibullus as iv. 1; the other included in the Catalepton, the collection of small poems attributed to VIRGILIO) indicate the esteem in which he was held. Corvino IS HIMSELF THE AUTHOR OF VARIOUS WORKS – ALL OF WHICH ARE LOST. They include memoirs of the civil wars after the death of GIULIO CESARE, used by Svetonio and Plutarco; bucolic poems in Greek; translations of Greek speeches; occasional satirical and erotic verses; and essays on the minutiæ of grammar. As an orator, he follows CICERONE instead of the Atticizing school, but his style is affected and artificial. Critics consider him superior to CICERONE, and Tiberio adopts him as a model. He writes a work on the great Roman families, wrongly identified with an extant poem De progenie Augusti Caesaris which bears the name of Corvino, but in fact is a much later production.  Places associated with Corvinus  The so-called Apotheosis of Claudius, the top part of an Augustan-era funerary monument that may once have contained Corvinus' funerary urn. Found in a country villa at Marino once owned by C. Valerius Paulinus, a descendant of Corvinus, it is now in the Museo del Prado in Madrid. Corvinus had a house on the Palatine Hill in Rome that used to belong to Mark Antony before Augustus presented it to Corvinus and Marcus Vipsanius Agrippa. An inscription (CIL = ILS) records Corvinus as the owner of the famed Gardens of Lucullus (Horti Luculliani) located on the Pincian Hill where the Villa Borghese gardens are today.  The Casale Rotondo, a cylindrical tomb near the sixth milestone on the Appian Way, is often identified as being the tomb of Corvinus, but this is debatable. Corvinus is also recorded in an inscription as being one of the three friends of Gaius Cestius responsible for erecting statues that once stood at the site of the famous Pyramid of Cestius which is located close to the Porta San Paolo in Rome.  In 2012, a luxurious villa of Corvinus was found on the via dei Laghi near Ciampino. The finds included seven colossal statues of Niobids that had toppled into the piscina apparently due to an earthquake. Another luxurious villa of Corvinus on the island of Elba was identified as his. It was burnt down. Since its original excavation it was believed to belong to his family since he was a patron of OVIDIO who wrote of his visit to Corvinus's son on Elba before his exile on the Black Sea. Recent excavations below the collapsed building reveal five dolia for wine which are stamped with the Latin inscription "Hermia Va(leri) (M)arci s(ervus)fecit, made by Hermias, slave of Marcus Valerius.  Legendary ancestor of Hungarian royalty  The triumph of Marcus Valerius Corvinus in the pediment of the Krasiński Palace in Warsaw The Wallachian-Hungarian family of Corvin, which came to prominence with Janos Hunyadi and his son, Matthias Corvinus Hunyadi, King of Hungary and Bohemia, claimed to be descended from Corvinus. This was based on the assertion that he became a big landowner on the Pannonian-Dacian frontiers, the future Hungary and part of Romania, that his descendants continued to live there for the following 1400 years, and that the Hunyadis were his ultimate descendants – for which there is scant if any historical evidence. The connection seems to have been made by Matthias' biographer, the Italian Antonio Bonfini, who was well-versed with the classical Latin authors.  Bonfini also provided the Hunyadis with the epithet Corvinus. This was supposedly due to a case in which the tribune, Marcus Valerius Corvus, while on the battlefield, accepted a challenge to single combat issued to the Romans by a barbarian warrior of great size and strength. Suddenly, a raven flew from a trunk, perched upon his helmet, and began to attack his foe's eyes with its beak so fiercely that the barbarian was blinded and the Roman beat him easily. In memory of this event, Valerius' agnomen Corvinus (from Corvus, "Raven") was interpreted as derived from this event. The Hunyadis called themselves "Corvinus" and had their coins minted displaying a "raven with a ring". This was later taken up in the coat of arms of Polish aristocratic families connected with the Hunyadis, and also led to Marcus Valerius Messalla Corvinus' triumph over the Aquitanians being commemorated in the pediment of the Krasiński Palace in Warsaw.  See also Korwin coat of arms Ślepowron coat of arms References  Jeffreys, Roland. "The date of M.'s death". The Classical Quarterly "Valerius Corvinus". lib.ugent.be.Syme, R., Augustan Aristocracy, Syme, Augustan Aristocracy, Skidmore, Practical Ethics for Roman Gentlemen: The Works of Valerius Maximus, p. Sullivan, Apocolocyntosis, Penguin, Anonymous Panegyric of M.: translation by Postgate. Schröder, Katalog der antiken Skulpturen des Museo del Prado in Madrid. Vol. 2: Idealplastik. Mainz: von Zabern, Cassius Dio The excavator Canina, deduced from a small piece of inscription with the name "Cotta" that the monument had been built by Marcus Aurelius Cotta Maximus Messalinus for his father, Marcus Valerius Messalla Corvinus, but this inscription and other architectural fragments are now assumed to have come from a smaller monument at the site, and they may have nothing to do with Corvinus, cf. Grifi, "Sopra la iscrizione antica dell auriga scirto", Diss. del. Acc. Rom., Rome Marcelli, "IV MIGLIO, 14. Casal Rotondo", in: Susanna Le Pera Buranelli et Rita Turchetti, edd., Sulla Via Appia da Roma a Brindisi: le fotografie di Thomas Ashby: Rome: L'Erma di Bretschneider, Papers of the British School at Rome Seven Statues Linked to Ovid Recovered from Roman Pool – Archaeology Magazine". archaeology.org. Retrieved 28 June 2023.  "Ben-Hur villa at risk of demolition in Rome". The Daily Telegraph. London.  Lorenzi, "Excavating an Ancient Villa: Photos". Seeker. This article incorporates text from a publication now in the public domain: Chisholm, Hugh, ed. M. Corvinus, Marcus Valerius". Encyclopædia Britannica. Cambridge Wiese, Berlin, Valeton, Groningen, Fontaine, Versailles, Schulz, De MV aetate; M. in Aquitania, Postgate in Classical Review, Sellar, Roman Poets of the Augustan Age. Horace and the Elegiac Poets, Oxford; the spurious poem ed. by R. Mecenatë. Syme, The Augustan Aristocracy, Clarendon, Political offices Preceded by Gnaeus Domitius Ahenobarbus Gaius Sosius Roman consul with Octavian III Succeeded by Marcus Titius (suffect) Biographie Other IdRef Categories: Roman governors of Syria Roman augurs Romans Ancient Roman generals Patrons of literature Ancient Roman patricians Urban prefects of Rome Valerii Messallae People of the War of Actium. Luigi Speranza, “Grice e Mesalla: L’Orto” – The Swimming-Pool Library. Marco Valerio Messalla Corvino.

 

Luigi Speranza -- Grice e Mesarco: la ragione conversazionale e l’implicatura conversazionale del figlio di Pitagora  – Roma – filosofia calabrese -- filosofia italiana – Luigi Speranza (Crotone). Filosofo italiano. Crotone, Calabria The son of Pythagoras. He leads the sect after the death of Aristeo. Mesarco.

 

Luigi Speranza -- Grice e Mesibolo: la ragione conversazionale e la scuola di Reggio -- Roma – filosofia calabrese -- filosofia italiana – Luigi Speranza (Reggio). Filosofo italiano. Reggio Calabria, Calabria. Pythagorean according to Giamblico. Mesibolo.

 

Luigi Speranza -- Grice e Messere: la ragione conversazionale e l’implicatura conversazionale  – l’implicatura di Sileno – la scuola di Torre Santa Susanna -- filosofia pugliese -- filosofia italiana – Luigi Speranza (Torre Santa Susanna). Filosofo italiano. Torre Santa Sussana, Brindisi, Puglia. Ricevuti i primi rudimenti del sapere dai chierici locali, i suoi genitori (Pietro Messere e Teodora Di Leo), sebbene non agiati, decisero di fargli frequentare il seminario di Oria, assecondando così il suo vivo desiderio di intraprendere la carriera ecclesiastica, qui dimostrò sin da subito una profonda passione per lo studio. Ordinato sacerdote per poi ritornare al paese natìo, dove divenne un maestro di grande dottrina. Da autodidatta si applicò allo studio della filosofia, della matematica, della storia ecclesiastica e civile, nonché anche alla musica e al canto. Incolpato dell'omicidio di un giovane chierico, fu messo in prigione nelle carceri del Vescovo di Oria, dove rimase rinchiuso per sette anni, tuttavia non si lasciò mai abbattere dallo sconforto; anzi, procuratosi alcuni libri, M. si applicò allo studio della lingua greca, per la quale già aveva dimostrato una forte predisposizione. Dopo un lungo e dibattuto processo, la sentenza finale lo dichiarò innocente e assolto da qualsiasi reato. Risentito con i suoi concittadini per averlo ingiustamente ritenuto reo, dichiarò che il suo paese mai più lo avrebbe rivisto. Fu così che M. partì per Napoli, dove rimase fino alla morte. Nella città partenopea ebbe modo di affinare e approfondire la sua cultura, divenendo un personaggio di rilievo nel mondo intellettuale napoletano del tempo. La grande conoscenza della lingua greca gli conferì grande notorietà nonché una cattedra di Lettura Greca, che mantenne fino all'anno della morte, presso l'Università degli studi di Napoli. Tale cattedra  era stata nuovamente istituita  a spese di Giuseppe Valletta, filosofo, letterato e giureconsulto dell'epoca ed amico di M.. Valletta aveva una profonda stima per il Messere, il quale fu assiduo frequentatore della sua casa non solo quale insegnante dei suoi figli e nipoti, ma anche perché divenuta luogo di riunioni dei più eruditi intellettuali del tempo. Fra i suoi molti allievi che assistevano alle sue lezioni, ne ebbe alcuni divenuti celebri, si annoverano Andrea, Barra, Caloprese, Gravina, Valletta, Capasso, Cerreto, Egizio, Donzelli ed altri. Vico, noto filosofo suo amico, gli dedicò un breve madrigale dal titolo Ghirlanda di timo per Argeo Caraconasio.Il mondo culturale napoletano fu caratterizzato da importanti innovazioni a livello filosofico, scientifico, civile e politico. Tale fervore culturale aprì la strada alla nascita di un numero notevole di accademie, che divennero luoghi di discussione aperta e di diffusione di nuove idee filosofiche e scientifiche. A Napoli le principali accademie del tempo furono soprattutto quella degli Investiganti e quella di Medinaceli. Che sia stato memM. bro autorevole di entrambe le accademie e frequentatore di circoli e salotti letterari napoletani è testimoniato da non pochi documenti, tra cui manoscritti e altri a stampa conservati nella Biblioteca Nazionale di Napoli; le sue lezioni ebbero un così folto seguito di giovani tanto da far suscitare invidie fra i letterati fanatici dell'erudizione i quali, a furia di schernirlo per la sua ellenofilia, diffusero in Napoli addirittura la moda letteraria della macchietta dello pseudogrecista, satireggiata pure da Vico nella terza Orazione inaugurale. Fu anche tra i primi membri dell'Arcadia fondata dal Crescimbeni e dal Gravina, ove gli fu attribuito il nome pastorale greco di “Argeo Coraconasio,” “dalle campagne dell'isola Coraconaso”. E fondata a Napoli la Colonia “Sebezia” dell'Arcadia e anche qui il Messere e tra i primi iscritti.  L'aver ripristinato l'insegnamento della lingua greca in Napoli valse al M. non solo il titolo di “ristoratore della greca erudizione”, ma contribuì alla ripresa dello studio di Omero, influenzandone il pensiero poetico e filosofico del tempo. Notevole fu l'influenza che egli ebbe sulla formazione del pensiero del Gravina. Essenziale nella vita culturale di Gregorio Messere fu anche l'amicizia con Valletta, suo allievo. La conoscenza che M ha della filosofia fu ugualmente vasta tanto che gli valse l'appellativo di “Socrate” e quando si riferivano a lui veniva anche chiamato il “Socrate dei nostri tempi”.  Non fu solo un insigne grecista, ma anche un poeta. Compose infatti varij componimenti, tra distici, tetrastici, serenate, sonetti, madrigali ed epigrammi in italiano, utilizzando talvolta uno stile che il Lombardo definisce “stile mezzano e semplice”, di carattere pastorale. Un suo epigramma è contenuto in una lettera che Canale inviò al Magliabechi. Non mancò di scrivere componimenti di carattere burlesco e giocoso, in cui contrapponeva l'immediatezza della satira e del dialetto alla ricercatezza esasperata della poesia del Seicento. Si esercitò soprattutto nell'Accademia di Medinacoeli, dove era uso chiudere la seduta accademica con la recitazione di componimenti poetici. Compose finanche versi che celebravano importanti eventi del regno; tra i più salienti, si ricordano quelli contenuti nel volume scritto in occasione della recuperata salute di Carlo II. Da ricordare sono anche gl’emblemata contenuti nel volume scritto per i funerali di D. Caterina d'Aragona, e a cui si ispirò Vico in occasione dei funerali di due uomini illustri  Tra le tante collaborazioni con letterati del suo tempo, degna di nota è quella che ha con VICO per la pubblicazione di un volume in occasione del genetliaco di Filippo V, tre sono i componimenti contenuti in esso. Fu anche collaboratore di una Miscellanea dal titolo Vari componimenti in lode dell'eccellentissimo Benavides conte di S. Stefano. Fatta eccezione per alcuni componimenti inseriti in Miscellanee poetico-celebrative, di M. non esistono opere a stampa. E a ciò ne dà spiegazione il Lombardo quando afferma che egli fu uomo umile e schivo tutto dedito all'educazione dei giovani più che ai propri interessi personali, anzi la sua modestia fu tale che pensò bene di distruggere i propri scritti.  Le lezioni accademiche di cui si dispone sono quelle che  tenne nell'Accademia istituita a Palazzo Reale dal viceré duca di Medinaceli. I codici delle lezioni sono conservati attualmente presso la Biblioteca di Napoli. Due di queste lezioni trattano di poesia. Qui argomenta sulla funzione e natura della poesia, dei suoi rapporti con la storia nonché sul problema delle origini della poesia stessa. Tre altre lezioni sono di carattere storico, esattamente: due sulla vita di NERVA e una sulla vita di DECIO. Il codice napoletano contiene anche un Discorso vario in cui sono presenti motivi autobiografici e una lezione sull'origine delle maschere. L'Accademia di Medinaceli non ebbe lunga vita e, nonostante la sua chiusura avvenuta a causa di rivolgimento politico, continuò ad essere personaggio illustre nel panorama intellettuale e culturale napoletano, come dimostra il fatto di essere annoverato tra i primi membri dell'Arcadia sotto la custodia Crescimbeni e successivamente della colonia napoletana “Sebezia”.  Storia della litteratura italiana  Biografia degli uomini illustri del regno di Napoli  Le vite degli Arcadi illustri scritte da diversi autori, e pubblicate d'ordine delle generale adunanza da  Crescimbeni, pRoma,  (biografia scritta da Lombardo). Cantillo, Filosofia, poesia e vita civile in M.: un contributo alla storia del pensiero meridionale, Morano, Napoli, Prezzo, Storia delle origini di Torre Santa Susanna, Tiemme, Manduria,. Imma Ascione, Seminarium doctrinarum: l'Napoli nei documenti,  Edizioni scientifiche italiane, Napoli; Lomonaco, M., la poesia e l'impegno civile tra Gravina e VICO, in "Diritto e Cultura", VLezioni dell'Accademia di Palazzo del duca di Medinaceli: Napoli,  Rak, Napoli, Istituto italiano per gli studi filosofici.  (regio esim liepiera preso Niccola Gjervasi'altirante 1.os. re ( lessen Blusere Filologo Filosofo Namquein Tore diliuramnemlá iTera d Ohrante nel mio Mori in Nlapoli. Ebbe per convincenti indizj, co di Gregorio la sospizione Fu rinchiuso perciò nulla egli fosse reo. me che di, laddove impreseda prigioni per sette anni nelle del greco linguaggio, stessolostndio non conosceva neppur lo avanti, che inbreve con tanta sollecitudine però,e sn tranoi il maestro ne diyenne solenne restauratore della greca erudizione. onde cadde sopra se del quale per le figure. Vi attese Lo studio delle greche lettere era a quel tempo venuto tranoi insomma decadenza, l'erudizione esi renduta goffa e grossolana ; onde egli adoperó ogni sua cura per richiamarla alla sua dignità primitiva. La profonda sua scienza nella mentovata favella gli seçe meritamente occupare. la catte be  i suoi natali in un mediocre luogo della Regione de' Salentini, oggi Terra d'Otranto, detto la Torre di S. Susanna, discosta da Brindisi intorno a miglia dodici.Suoi genitori furono Pietro Messere, e Dianora di Leo amendue di onesta e civil condizione. M., comechè non proveduto nella sua primiera età di sufficienti maestri, seppe col proprio suo ingegno, e colla sua mente, velocis sima e disposta a d apprendere le più difficili cose supplire a somigliante difetto. Egli attese da se solo aiprofondissimi studj della filosofia delle mattemati che in buona parte, della Teologia, della Storia Ecclesiastica e Civile.Nè intralascio fra la severità di sì fatte discipline l'onesto diletto della poesia e della musica, e tanto in questa ando avanti, che giunse a cantar con lode la parte di basso. M., tutto che si fosse dedicato al Sacerdozio, gl'intervenne una disgrazia, la quale fieramente l o travaglio. S'invaghi un compagno di luididonzellafigliuoladiricco,e nobilpersonag-: gio,enefudipariamorericambiato. Il padre di lei, avutone sentore, lo fece assalir da due sgherri, I quali si accompagnavano con M., ilquale go dea il favore parimenti del mentovato Signore. Ilgio vine amatore ne rimase trucidato I و Fu de'primi ad essere annoverato tra gli Arcadi col nome di Argeo Caraconessin,e la sua vita ritrovasi descritta fra quelle degl’Arcadi illustri P. 1Scrive a richiesta degli amici sonetti, madrigali ed epigrammi nell'una e nell'altra lingua, i quali componimenti riscossero a que'tempi non poca laude. Mirate la dottrina che si asconde Sotto il velame degli versi strani. Queste poesie furon da lui recitate nella dotta adunanza che CERDA, allora vice-rè di Napoli, tenenel Regal Palazzo. E certamentefuscia gura, dra di greco linguaggio nell'Università de'nostri Stu dj. Bentosto si vide la studiosa gioventù correre a folla alle sue lezioni, e zione,che non solamente I giovanetti,ma puranche crebbe talmente la sua riputa persone distinte per merito di letteraria coltura, a n davano con maraviglia ad ascoltarlo. Allo studio della greca sapienza congiungeva M. quello delle scienze più sublimi ; perciò i più doiti scienziati che erano allora fra noi ed ancora stranieri contava egli fra i suoi amici. Tra quelli si annoverano Lionardo di Capoa, Francesco d'Andrea, Buragna e tanti altri ;'e fra gli stranieri il P. 'Mabillon il quale par la di lui con somina laude nella sua opera Iter Ita licum ;e moltissimi presso de'quali e il suo nome in somma estimazione. Il suo verseggiar burlesco e maccaronico era un dotto poetare, e sempre ridondante di greca e di la tina erudizione, sicchè isuoi versi in questo genere tranne lamateria ridevole,erano molto colti egenti li, sì che avrebbe poluto egli dire con ALIGHIERI: O voice avete gl’ntelletti sani. Il suo modo di comporre era quello che da' maestri vien detto mezzano e semplice, e varie poesie dettò in istile boschereccio e pastorale. Molto però egli valse nel verseggiare giocoso, ed in quella spezie di poesia, già inventata da Folengio, il quale si dice Coccai, che volgarmente maccheronica vien chiamata . che dipartendosi quell'erudito e generoso Si gnore, seco portate avesse, con le altre cose i c o m ponimenti di quella dotta brigata, e che Gregorio non ne avesse gl’originali serbati, e non ne rima nesser che pochi in mano di alcuno de'suoi amici, Ma egli, intento qual novello Socrate ad istruire la gioventù e far rinascere fra di noi lo studio e la scienza della greca favella, la quale è detto brac cio destro della buona letteratura, poco cura le sue cose, e poco ambi di rendersi per le stampe famoso. Dilettavasi egli infatti più della sostanza che dell  و, e più d'istruire la gioventù S!11 renza della dottrina erudizione. diosa, che di far pompa di lussureggiante арра Le virtù cristiane e socievoli di M.  pareg giarono la sua erudizione e la sua dottrina. Era el FILOSOFO e religioso al tempo stesso; ottimo Sacerdote, ed affabile senza ombra di bassezza o di poca digni tà,sprezzatore grandissimodellericchezze, tal che pel noto fallimento del banco dell'Annunziata avendo perduto quelpiccolo avere che collesue ono rate fatiche erasi acquistato, uimase in una fredda in differenza, motteggiando giocosamente come se nulla gli fosse intervenuto. Nè minore fermezza d'animo egli nella morte di tre nipoti per sorella Biagio, Giovan Batista e Capozzeli, giovinetti di grandi speranze i due primi nella medicina,ed il terzo nella legalfacoltà, da lui sommamente ama. ti, ed allevati alla gloria ed alle lettere. Poco curante egli si fu dell'amicizia de'potenti, e di ogni fasto, dimostrò e di ogni civile onore. Maravigliosa era in tutto la sua temperanza, talche i suoi costumi pareano più l'ultimo fine siccome un necessario termine dell'uomo, e narrasi, che es antichi che nostri.Riguardava sendo un giorno aperto, per alcun bisogno di fabbri ca,l'avello di Giovanni Gioviano Pon'ano, ritrovan dosi ogli con un amico, lo prese vaghezza di scen dervi.Di fatti discesovi, sudettesi in una delle nicchie da riporvi i morti intorno alle pareti, e narrasi che mosso da involontaria allegrezza,dicesse: E chi sase questo è il luogo che dee a me toccare? Somme lodi son queste certamente per M., il quale nato essendo nel mezzo della magna Grecia, nell'antica patria degl’Architi, degl’Aristosseni,degl’Ennj, de'Pacuvj, e intendentissimo non meno della grea, della latina e della Italiana poesia, che della più saggia FILOSOFIA, la quale insegna non pur colle parole, ma col sobrio onorato Con grandissimocordoglio di tutti gliamatori delle buone lettere, preso di ac cidente apopletico passò a miglior vita,e fu sepellito nella detta Cappella del Pontano, siccome in vita avea desideralo. La sua morte fu onorata dal pianto di afflitte vedove Ο Φερδινάνδος ΣανΦελικιος ευγνώμων ακροανης DIAGISTRO DOCTRINAE PULAETIVNI. Ταυτην την Ακαδημιαν ο ποιησαντι e virtuoso suo contegno di vita. Fu per Γρηγοειω Μεσσερε Σαλεντινω Εν ελλαδι φανη εις ακρον ταις παιδειας εληλακοτι il Socrate de’suoi tempi, e datuttiriguar chiamato . Tanta era e cosi dato con istima e con ammirazione perfetta in lui la notizia delle lettere greche, che mosse invidia e stupore in parecchi sapientissimi Greci na zionali,iquali,passando per Napoli,vollero vederlo ed ascoliarlo. Siccome abbiamo accennato,aluisideve in buona parte il risorgimento delle buore lettere della greca dottrina, per tanti ragguar spezialmente che si formarono sotto la sua di. devolissimi letterati sciplina,eperciòhaeglispeziale eprecipuaragio ne ai nostri elogj ed alla nostra riconoscenza. Nel no vero de’suoi discepoli furono i Biscardi, Gennaro d'Andrea, i Calopresi, i Gravina, i Majelli, i Cirilli, i Capassi, gl’Egizi, e tanti altri lumi della n o stra letteratura iqua’i malagevole sarebbe qui no minare . tal ragione e di miserevoli bisognosi, a quali questo uomo incomparabile in ogni maniera di virtù distribuiya tutto ciò che al puro uopo della sua vita soperchia. va. Intervennero ai suoi funerali tutti i professo ri della R. U. non che ragguarde volissimi personaggi. Uno di costoro già suo scolaredi nobilissimo tegnaggio, insigne per lettere e per la scienza della pittura e dell'architettura,innalzò a tanto maestro la see guente iscrizione in greco ed in latino. Τα Διδασκαλω Διδακτρον. SALENTINO IN GRAECA LINGVA AD SVMMVM ERVDITIONIS PROGRESSVM DE ACADEMIA HAC OPTIME MERITO) FERDINANDVS SANFELICIVS GRATVS AVDITOR ANDREA MAZZARELLĄ PA CERRETO. Quantunque non abbiasi cosa alcuna alle stam IV. sti.  pe di M. Torre di S. Susanna, luogo della Terra d'Otranto, tuttavia egli ha buon diritto che di lui si parli in Gregorio Messo nella ro edaltriGreci st'opera. La disgrazia avvenutagli que di dover soffri re,sebbene innocente una lunga prigionia to di omicidio, lo determinò Greca, e così felicemente venir riconosciuto qual ristauratore dizione nel Regno di Napoli, e il Mabillon nel suo Iter Italicum parla con somma lode del Gregorio . Occupò egli la Cattedra di questa lingua nellaUni versità della Capitale, e la insegnò con tanto grido, che oltre la gioventù contò fra lisuoi discepoli non poche persone per coltura e per sapere distinte ; e fra i più celebri alunni da lui istruiti si noverano Gennaro di Andrea, il Caloprese Capassi ed altri molti.Benemerito, il Gravina, il perciò della Greca Letteratura congiunse na del poetare, e conobbe le altre scienze con gran vantaggio attenzione specialmente Religione all'epoca della sua morte accaduta ordine di persone il compianse . ogni funerali i Professori ai suoi, ed, ed ebbe onorata s e per sospet a studiare la lingua vi riuscì, che meritò di poi anche alla erudizione lave dei giovani che con zelo ed istruiva ed educava alle lettere ed alla insieme, perlocchè crate. La sua dottrina e le sue cristiane virtù, m a specialmente una carità generosa giunsero a tale,che appellavasi novello S o . Intervennero tutti della R. Università altri ragguardevoli poltura nella cappella dove riposano le ceneri Pontano discepolo con iscrizione Greca e Latina da un del suo composta (2). personaggi della Greca e r u Fu egli ascritto fra i primi Arcadi sotto il nome di Argeo Caran conessio. Biografia degli Uom. ill. del Regno di Napoli. Allorchè si aprì il concorso per la cattedra di lingua greca. Grice: “When they called Messere ‘Socrate’ I hope they don’t mean Alcibiades’s implicature, ‘my dear Sileno!’” – Gregorio Messere. Messere. Keywords: implicature, Sileno, Socrates, Socrate Sileno, Socrate, Silenus. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Messere”.

 

Luigi Speranza -- Grice e Messimeri: la ragione conversazionale e l’implicatura conversazionale – la scuola di Seminara -- filosofia calabrese -- filosofia italiana – Luigi Speranza (Seminara). Filosofo italiano. Seminara, Reggio Calabria, Calabria. Grice: “He was of a noble family – he was into the free market – so his is a philosophical economy.” Domenico Grimaldi (Seminara), filosofo. Esponente dell'illuminismo napoletano.  Francesco Mario Pagano. Nato in una famiglia aristocratica che faceva risalire le proprie origini alla nota famiglia di Genova, ricevette la prima educazione dal padre, il marchese Pio Grimaldi, un uomo colto che aveva cominciato a introdurre criteri di conduzione innovativi nelle sue proprietà terriere, peraltro non molto estese, di Seminara. Non essendo molto ricco, il padre lo avviò agli studi giuridici, in previsione di una possibile professione forense, all'Napoli. Nella capitale napoletana M. fu raggiunto dal fratello minore Francescantonio, fece parte con il fratello dell'Accademia dell'Arboscello, frequenta le lezioni di economia di Genovesi. Si trasferì a Genova, dove ottenne la riammissione nel patriziato della Repubblica di Genova, ottenendo così il permesso di esercitare alcune magistrature. In Liguria, tuttavia, M. ha modo di approfondire gli aspetti tecnici, economici e sociali legati all'agricoltura il cui studio lo spinse a viaggi in Francia, specie in Provenza, in Piemonte e in Svizzera. Si interessò in particolare alla colture dell'ulivo e del gelso per l'allevamento dei bachi da seta. Venne accolto fra l'altro nell'Accademia dei Georgofili, che premiò una memoria, nella Società economica di Berna, un centro di cultura fisiocratica, e nella Société royale d'agriculture di Parigi.  Saggio di economia campestre per la Calabria Ultra  François Quesnay, maggior rappresentante della fisiocrazia Frutto delle sue ricerche fu il Saggio di economia campestre per la Calabria Ultra, esposizione di un piano che, partendo dalle condizioni di arretratezza dell'economia calabrese, secondo la dottrina fisiocratica, ne indica i mezzi atti a la trasformare situazione economica della Calabria. All'epoca il settore produttivo più importante era l'agricoltura in quanto i posti nell'industria erano pochi, le alternative limitate all'edilizia, ai lavori pubblici e al settore terziario; l'agricoltura era tuttavia quasi esclusivamente di sussistenza, e lo scarso reddito determinava un esodo massivo dalle campagne. Per Grimaldi l'ammodernamento dell'agricoltura e l'integrazione tra agricoltura e allevamento erano le condizioni prime per avviare la produzione industriale e il commercio. il successivo aumento del reddito agrario avrebbe dovuto essere reinvestito nell'industria tessile e in quelle serica, lattiero-casearia e olearia. La presenza di industrie avrebbe innescato un circolo virtuoso in quanto avrebbe potuto richiamare un afflusso di capitali per la ristrutturazione fondiaria e l'aumento delle dimensioni delle aziende agricole, con successiva formazione e sviluppo di attività miste agricolo-manifatturiere, specialmente alimentari, con impiego di mano d'opera locale. L'imprenditore Vecchio frantojo ligure dismesso M. si impegna a tradurre in pratica questi progetti, con l'aiuto finanziario del padre, impegnandosi nel miglioramento della coltivazione degli olivi, chiamate dalla Liguria maestranze e tecnici per creare a Seminara nuovi frantoi "alla genovese"; rese poi pubblici i progetti e i risultati delle sue innovazioni con un'opera  edita con una dedica a Beccadelli, marchese della Sambuca. Si dedicò più tardi alla produzione della seta. M., che inizialmente intendeva assegnare l'ammodernamento dell'agricoltura all'iniziativa privata, si rese conto che l'approccio utilizzato per l'ammodernamento dell'industria olearia (in questo caso, introduzione in Calabria della lavorazione della seta alla "piemontese") non sarebbe stato sufficiente nella lavorazione della seta per ostacoli di natura fiscale nel regno di Napoli, ossia del dazio sulla seta calabrese. Diede pertanto inizio a vivace polemica nei confronti dei controlli oppressivi doganali e dei monopoli statali nei settori delle manifatture e del commercio.  Il politico  Sir John Acton La riflessione sull'influenza dello stato nel mercato della seta, diede avvio al dibattito sul problema della libertà nel commercio internazionale, in particolare nel commercio del grano che aveva assunto una notevole importanza dopo la carestia. Una delle proposte più importanti di M. fu la costituzione, nella Calabria Ultra, di società economiche concepite come centri promotori il miglioramento della tecnica agraria; ma la proposta non trovò il necessario sostegno né nei proprietari terrieri né nel clero. In seguito allargò lo sguardo dalla Calabria Ultra all'intero Regno, proponendo di svolgere un'attività conoscitiva sulla struttura economica del Regno mediante la predisposizione di piani di visite alle province napoletane affidati a ispettori di nomina regia, con proposte di azione sulle "cause fisiche" dell'arretratezza, principalmente la mancanza di strutture per l'irrigazione innanzitutto nelle Puglie, per le quali suggeriva il ricorso anche al lavoro coatto.   Filangieri Grazie alla notorietà raggiunta con i suoi saggi M. fu nominato dal primo ministro Acton assessore al neocostituito Supremo Consiglio delle Finanze assieme a Filangieri, Palmieri, Delfico e Galanti. Il terremoto che causò gravi danni e lutti alla famiglia Grimaldi. Grimaldi fu favorevole all'istituzione della Cassa sacra, proponendo che ricostruzione fosse eseguita secondo un piano pubblico che prevedesse iniziative strutturali per l'ammodernamento della produzione agricola e industriale. Si adoperò per l'apertura a Reggio Calabria di un istituto professionale nel quale si insegnasse "l'arte di tirar la seta alla piemontese"; la scuola, diretta da M., ebbe un certo successo, ma venne chiusa nel L'interruzione negli anni novanta dell'attività riformatrice di Ferdinando IV di Napoli in seguito alla crisi collegata alla rivoluzione francese comportò un atteggiamento di sospetto, da parte del governo napoletano, nei confronti dell'intellettualità progressista. A Grimaldi venne rifiutata la nomina, proposta dal Galanti, di presidente della costituenda Società patriottica per la Calabria in quanto massone. Fu addirittura arrestato, come gran parte dei massoni reggini (una cinquantina circa) in seguito all'assassinio del governatore di Reggio, Pinelli e trasferito nel carcere di Messina dove si trovava alla nascita della Repubblica Napoletana. Suo figlio Francescantonio aderì alla Repubblica Napoletana. Saggi: “Memoria ai gergofili sopra una specie di pianta pratense chiamata sulla” (Firenze); “Economia campestre per la Calabria” (Napoli: Orsini); “La manifattura dell'olio nella Calabria” (Napoli: Lanciano); “Manifattura e commercio delle sete del Regno di Napoli alle sue finanze, scon alcune riflessioni critiche sopra il bando delle sete” (Napoli: Porcelli); “La pubblica economia delle provincie del Regno delle Due Sicilie” (Napoli: Porcelli); “Piano per impiegare utilmente i forzati, e col loro travaglio assicurare ed accrescere le raccolte del grano nella Puglia, e nelle altre provincie del Regno” (Napoli: Porcelli); “L’industria olearia, e dell'agricoltura nelle Calabrie, ed altre provincie del Regno di Napoli” (Napoli: Porcelli); “L’economia olearia antica sull'antico frantoio da olio trovato negli scavamenti di Stabia” (Napoli: Stamperia Reale); “L’Ulteriore Calabria con alcune osservazioni economiche relative a quella provincia” (Napoli: Porcelli). Franco Venturi, Illuministi italiani,  V: Riformatori napoletani, Napoli: Ricciardi, Piromalli, La letteratura calabrese: Dalle origini al posivitismo, Cosenza: LPE,  Istruzioni sulla nuova manifattura dell'olio introdotta nel Regno di Napoli da M. patrizio genovese, socio ordinario, e corrispondente dell'Accademia de' Georgofili di Firenze, della Società di Agricoltura di Parigi, e di Berna, In Napoli: presso Orsini, a spese di Porcelli, Osservazioni economiche sopra la manifattura e commercio delle sete del Regno di Napoli alle sue finanze, scritte dal marchese Domenico Grimaldi, con alcune riflessioni critiche sopra del Bando delle Sete” (Napoli: Porcelli); “Relazione d'un disimpegno fatto nella Ulteriore Calabria con alcune osservazioni economiche relative a quella provincial” (Napoli: Porcelli); “Piano di riforma per la pubblica economia delle provincie del Regno di Napoli, e per l'agricoltura delle Due Sicilie, scritto da M., Napoli: Porcelli); Piano per impiegare utilmente i forzati, e col loro travaglio assicurare ed accrescere le raccolte del grano nella Puglia, e nelle altre provincie del Regno scritto da M.,  patrizio genovese” (Napoli: Porcelli); “Relazione d'una scuola da tirar la seta alla piemontese stabilita in Reggio per ordine di Sua Maestà, sotto la direzione di M., e l'approvazione del Vicario generale delle Calabrie don Francesco Pignatelli” (Messina per Giuseppe di Stefano). L'opera apparve anonima ed è attribuita a M. da Melzi, Note bibliografiche del fu Melzi, edite per cura di un bibliofilo milanese con altre notizie,  H-R, Milano: Bernardoni) Galanti, Giornale di viaggio in Calabria; introduzione di Luca Addante, Soveria Mannelli: Rubbettino, A. Ubbidiente, Il pensiero e l'opera di M. e Francescantonio Grimaldi. Testi di Laurea. Università degli Studi di Salerno, Facoltà di Magistero. Perna, Dizionario Biografico degli Italiani, Roma: Istituto dell'Enciclopedia, Basile, «Un illuminista calabrese: M. da Seminara, in: Archivio Storico per la Calabria e la Lucania, Cingari, Giacobini e Sanfedisti in Calabria, Reggio Cal., "Casa del libro", Morisani, Massoni e Giacobini a Reggio Calabria,  Reggio Cal., Morello,  Romeo, Alcune precisazioni su M. un riformatore Calabrese, in "Historica", Antonio Piromalli, L'attualità del pensiero e delle opere del marchese Domenico Grimaldi, Cosenza: L. Pellegrini, Luciano, M. e la Calabria, Salerno, Carucci. M. la voce nella Treccani L'Enciclopedia Italiana. Grice: “Isn’t ONE Sicily enough?” --   -- Giovanni Antonio Summonte, storico vissuto a cavallo tra il XVI e il XVII secolo, all'interno del secondo volume della sua Historia della città e Regno di Napoli, inserisce un trattato dal titolo Dell'Isola di Sicilia, e de' suoi Re; e perché il Regno di Napoli fu detto Sicilia. In questo scritto l'origine della distinzione tra due «Sicilie» separate dal Faro di Messina viene individuata nella bolla pontificia con cui papa Clemente IV investì Carlo I d'Angiò del Regno di Napoli:  «Papa Clemente IV, il quale investì, e coronò Carlo d'Angiò di questi due Regni, chiamò quest'Isola, e il Regno di Napoli con un sol nome, come si può vedere in quella Bolla, ove dice, Carlo d'Angiò Re d'amendue le Sicilie, Citra, e Ultra il Faro: e questo eziandio osservarono gli altri Pontefici, che a quello successero, e si servirono degl'istessi nomi. Imperciocchè 7 altri Re, che al detto Carlo successero che solo del Regno di Napoli, e non di Sicilia padroni furono, chiamarono il Regno di Napoli, Sicilia di qua dal Faro. Il Re Alfonso poi, ritrovandosi Re dell'Isola di Sicilia, per essere egli successo a Ferrante suo padre, e avendo anco con gran fatica, e forza d'armi guadagnato il Regno di Napoli da mano di Renato, si chiamò anch'egli con una sola voce, Re delle Due Sicilie, Citra, e Ultra; E questo per dimostrare di non contravenire all'autorità de' Pontefici. Ad Alfonso poi successero 4 altri Re i quali furono Signori solo del Regno di Napoli, e si intitolarono, come gli altri, Re di Sicilia Citra. Ma Ferdinando il Cattolico, Giovanna sua figlia, Carlo Vimperadore e Filippo nostro re, e Signore, i quali anno sic avuto il dominio d'amendue i Regni, si sono intitolati, e chiamati Re delle due Sicilie Citra, e Ultra: la verità dunque è, che questi nomi vennero da' Pontefici romani, i quali cominciarono ad introdurre, che 'l Regno di Napoli si chiamasse Sicilia.»  La stessa tesi è sostenuta da Giannone nella sua Istoria civile del Regno di Napoli, in cui si citano vari stralci della bolla pontificia, con la quale Clemente IV concesse l'investitura a Carlo d'Angiò «pro Regno Siciliae, ac Tota Terra, quae est citra Pharum, usque ad confiniam Terrarum, excepta Civitate Beneventana». In un altro passo la bolla proclamava: «Clemens IV infeudavit Regnum Siciliae citra, et ultra Pharum». Secondo Giannone è dunque questa l'origine del titolo rex utriusque Siciliae, che tuttavia Carlo d'Angiò non usò mai nei suoi atti ufficiali, preferendo gli antichi titoli dei sovrani normanni e svevi. Marchese Domenico Grimaldi. Grimaldi di Messimeri. Messimeri. Keywords: implicature, economia olearia antica – antico frantoio da olio a Stabia -- Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Messimeri” – The Swimming-Pool Library.

 

Luigi Speranza -- Grice e Metello: la ragione conversazionale e l’implicatura conversazionale – Roma – filosofia lazia -- filosofia italiana – Luigi Speranza (Roma). Filosofo italiano. A Roman general and politician. A pupil of Carneade. Quinto Cecilio Metello Numidico. Metello.

 

Luigi Speranza -- Grice e Metopo: la ragione conversazionale della diaspora di Crotone -- Roma – filosofia basilicatese -- filosofia italiana – Luigi Speranza (Metaponto). Filosofo italiano. Metaponto, Basilicata. Cited by Stobeo – He writes a treatise on virtue [VIRTUS, ANDREIA] which survives. Giamblico lists him as a Pythagorean.

 

Luigi Speranza -- Grice e Metrodoro: la ragione conversazionale degl’ottimati di Crotone -- Roma – filosofia calabrese -- filosofia italiana – Luigi Speranza (Crotone). Filosofo italiano. Crotone, Calabria. A Pythagorean and son of Epicharmo, cited by Giamblico.

 

Luigi Speranza -- Grice e Metronace: la ragione conversazionale e l’implicatura conversazionale nella scuola di Napoli – Roma – filosofia campanese -- filosofia italiana – Luigi Speranza (Napoli). Filosofo italiano. Napoli, Campania. Metronace. Porch.A popular teacher of philosophy at Napoli, where Seneca attended some of his lectures.

 

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