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Thursday, January 23, 2025

LUIGI SPERANZA -- GRICE ITALO A-Z R RO

 

Luigi Speranza -- Grice e Romanoto: la ragione conversazionale e l’implicatura -- filosofia italiana – Luigi Speranza (Roma). To be identified.

 

Luigi Speranza -- Grice e Roncaglia: la ragione conversazionale alla palestra – filosofia italiana – Luigi Speranza (Roma). Filosofo italiano. Studia a Roma e Firenze sotto GREGORY (si veda) e MAIERÙ (si veda). Insegna a Tuscia e Roma. Si dedica alla storia logica fra il medio-evo e Leibniz. Saggi: “Intero e frammentazione” (Roma, Laterza); Rivista di filosofia dell'intelligenza artificiale e scienze cognitive ; “Palaestra rationis: una discussione sulla copula e la modalità” (Firenze: Olschki); Università Roma Tre. Dimissioni organi consultivi Mi BACT. Note a margine del concorso per CCCCC funzionari del Ministero Beni Culturali: mezzo bibliotecario per ogni biblioteca? E la tutela di libri e manoscritti chi la fa? Tuscia.   Nel parlare di e-book per la didattica, c'e un primo e fondamentale quesito che occorre porsi: il formato 'libro elettronico' e  davvero adatto a veicolare contenuti didattici?   II libro a stampa, lo sappiamo bene, e ormai da secoli non solo  strumento per eccellenza di produzione e trasmissione culturale,  ma anche strumento didattico di primaria importanza: il concetto stesso di 'libro di testo' basta a ricordarcelo. I nostri modelli di  insegnamento sono figli della cultura del libro, e si tratta - a mio  awiso - di un'impronta della quale non debbono affatto vergognarsi.   II libro elettronico, che nasce per trasferire nel mondo dei  nuovi media e dei supporti digitali un'esperienza di lettura la piu  vicina possibile a quella del libro a stampa, sembra un candidato naturale a veicolare anche contenuti rivolti specificamente al  mondo della didattica e della formazione. E tuttavia, a mettere  almeno in parte in dubbio questa apparente certezza sono alcuni dati di fatto che sarebbe sbagliato ignorare.   Innanzitutto, va considerato che esiste gia un vasto spettro di  strumenti informatici e multimediali nati come supporto alia  Una prima versione di questo intervento era apparsa nell'ambito del forum di MediaMente dedicato ai libri elettronici Libri elettronici. Pratiche della didattica e della ricerca   didattica. Si pud anzi affermare che il campo della didattica e  della formazione costituisce uno dei settori trainanti dell'editoria  multimediale. Ebbene, il punto di forza di questi strumenti che  viene piu spesso sottolineato e proprio la loro capacita di superare i limiti del libro a stampa in termini di interattivita, flessibilita dei percorsi, ricchezza multimediale dei contenuti. Se il libro  elettronico si propone di fornire uno strumento di lettura direttamente ispirato al modello del libro a stampa, non vi e il rischio  di riproporre attraverso di esso tipologie di contenuti e modelli di  organizzazione deH'informazione che il campo dell'editoria didattica multimediale ha gia superato? D'altro canto, e a parziale conferma di questi timori, si puo  osservare come i primi libri elettronici realizzati (mi riferisco qui  specificamente al formato e-book, owero a testi elettronici nati  per essere letti su 'lettori' portatili, dalle dimensioni e dal peso  simili a quelli di un normale libro a stampa) rientrino per lo piu  nei settori della letteratura e della saggistica: ambiti di produzione testuale tradizionalmente caratterizzati da un 'organizzazione  fortemente lineare deH'informazione, e da una decisa prevalenza  della scrittura rispetto ad altri codici comunicativi. Si tratta, non  a caso, dei settori che erano stati finora meno direttamente  influenzati dalla rivoluzione digitale, dato che la scomodita delle  interfacce di lettura (il monitor del computer) non era stata compensata da immediati ed evidenti vantaggi nella fruizione dei  testi.   In buona sostanza, la situazione sembra quindi essere la  seguente: esiste gran copia di software e di strumenti didattici  multimediali - in una miriade di formati diversi, ma nella maggior parte dei casi non in formato e-book - ed esiste ormai un Quali ebook per la didattica?   certo numero di e-book, nella maggior parte dei casi non specificamente pensati per la didattica.   Questa situazione impone qualche riflessione. A mio awiso,  potrebbe essere interpretata in due modi radicalmente diversi:   1. come testimonianza di una differenza insanabile fra il  modello di testualita proprio del libro e quello proprio di altre  forme di editoria elettronica orientate all'interattivita, all'iper-testualita e alia multimedialita. Se si accetta questa prospettiva, e si considera il formato e-book come specificamente  orientato verso testi fondamentalmente lineari e prevalentemente scritti, i libri elettronici conserveranno certo una propria e specifica utilita didattica, ma limitatamente alia realizzazione di strumenti testuali abbastanza 'tradizionali'. Corsi  interattivi, test di autovalutazione, sussidi didattici multimediali continueranno ad essere costruiti utilizzando strumenti  diversi dal libro elettronico;   2. come testimonianza della relativa 'giovinezza' dei libri elettronici, ancora limitati nelle proprie capacita e potenzialita  espressive. Se si accetta questa impostazione, l'orientamento  iniziale del formato e-book verso testi prevalentemente lineari  e 'poveri' in termini di interattivita e contenuti multimediali  dipendera sia dalla maggiore semplicita di tali modelli testuali, piu adatti alle prime sperimentazioni con strumenti ancora  tecnicamente immaturi, sia dal desiderio di estendere i vantaggi della lettura elettronica a testi che, proprio per le loro  caratteristiche di linearita e basso contenuto multimediale,  erano rimasti ai margini della rivoluzione digitale. In questa  prospettiva, l'evoluzione futura potra portare a libri elettronici che, pur mantenendo con l'eredita della tradizione testuale Libri elettronici. Pratiche della didattica e della ricerca   a stampa un legame piu stretto di quello proprio di altri settori dell'editoria multimediale, presenteranno un contenuto  multimediale piu ricco, una maggiore interattivita e la possibility di strutturare l'informazione in maniera piu complessa  e articolata.   La scelta fra queste prospettive dipende, come e owio, da due  questioni ancor piu radicali: da un lato, cosa si intenda per libro  elettronico; dall'altro, che livello di ricchezza multimediale, interattivita, complessita ipertestuale si consideri piu adatto a veicolare contenuti didattici.   Si tratta di temi che richiederebbero evidentemente una discussione piu articolata di quella possibile in questa sede. Mi limitero ad avanzare al riguardo tre tesi, piuttosto generali ma non  per questo necessariamente condivisibili. Qualora siano condivise, tali tesi indirizzano - per vie in parte diverse - verso la seconda delle prospettive sopra delineate.   La prima tesi e che, anche se il concetto di libro elettronico  dovrebbe assumere il libro a stampa come primo modello di organizzazione deH'informazione e di fruizione dei contenuti 2, dovrebbe pero nel contempo accettare di interpretare tale modello in  maniera flessibile e non rigida. In particolare, si dovrebbe accettare la possibilitd (il che non implica owiamente la necessita) che  un libro elettronico comprenda, accanto a contenuti testuali,  anche contenuti grafici, sonori o filmati. Perche si continui a par- 2 Su questo tema, cfr. R. Libri elettronici: problemi e prospettive, in  Bollettino AIB disponibile anche in rete all'indirizzo, e  Id., II libro elettronico in biblioteca, Milano, Editrice Bibliografica, in corso di pubblicazione. Quali ebook per la didattica?   lare di libro elettronico (e non di semplice e generico prodotto  multimediale), tuttavia, il ruolo del testo dovrebbe restare fondamentale, in particolare nel delineare il 'filo narrative-' dell'esposizione, e gli strumenti offerti dal dispositivo di lettura dovrebbero  essere particolarmente orientati alia manipolazione testuale dell'informazione.   Analogamente, si dovrebbe accettare la possibilitd di una  strutturazione non lineare ma ipertestuale deH'informazione, e  dunque la possibile presenza di snodi e articolazioni esplicitamente interattivi, nei quali e richiesto l'intervento diretto del lettore per scegliere uno dei percorsi di lettura proposti dall'autore.   La seconda tesi e che - ferma restando la grande varieta di  tipologie e necessita didattiche, alia quale corrisponde una  (almeno) altrettanto ampia varieta di possibili soluzioni sul piano  delle modalita di articolazione deH'informazione e delle scelte di  interfaccia e di funzionalita offerte dai software didattici - il lavoro didattico e formativo vada normalmente associato all'idea di  percorso, e dunque a un processo che, se non e necessariamente lineare, e quantomeno orientato, ha punti di partenza, punti di  arrivo, tappe intermedie spesso obbligate. Cio implica che la  complessita ipertestuale tipica della maggior parte degli strumenti didattici (testi, ma anche corsi interattivi, strumenti di  autovalutazione ecc.) non possa essere di norma troppo elevata 3 .  Chi usa questi strumenti ha a disposizione alcune scelte, ma tali  scelte (a differenza di quanto puo accadere ad esempio nel caso   3 Sul concetto di complessita ipertestuale cfr. R., Ipertesti e argomentazione, in Le comunita virtucdi e i saperi umanistici, a cura di Carbone e  Ferri, Mimesis, Milano, Libri elettronici. Pratiche della didattica e della ricerca   dei giochi 4 ) sono disposte aH'interno di percorsi in larga parte  predeterminati, ed anzi accuratamente studiati da chi ha elaborate) i contenuti del prodotto didattico. Questo tipo di limitata complessita ipertestuale pud bene  associarsi a strumenti 'ibridi' che ereditino dal libro a stampa  una impostazione fondamentalmente lineare a livello di macrostruttura, ma assorbano dalla lezione degli ipertesti la possibility di un'articolazione interna in percorsi differenziati in funzione  delle scelte (e dunque della preparazione, delle capacita, degli  interessi specifier) del singolo utente. Se i libri elettronici accetteranno questo allargamento di prospettiva, potranno rivelarsi  eccellenti strumenti didattici.   La terza tesi e ancor piu generale, per certi versi meno precisa, e forse piu radicale. Ha a che fare con i dispositivi di lettura.  Sappiamo che - proprio come il termine libro' - l'espressione  'libro elettronico' puo essere utilizzato sia con riferimento al testo  e alle sue modalita di presentazione, owero a una componente  strettamente informazionale, sia con riferimento al dispositivo di  lettura, owero all'hardware utilizzato per leggere. Ebbene, ritengo che anche nel parlare dei contenuti, della loro strutturazione  e delle loro tipologie, dovremmo prendere molto sul serio la componente rappresentata dall'interfaccia hardware. Si tratta a mio  awiso del campo piu delicato per l'affermazione dei libri elettro- Non intendo qui negare la possibile utilita didattica dei giochi di simulazione,  della quale sono anzi un convinto sostenitore. Ritengo pero che i giochi di simulazione rappresentino una tipologia piuttosto particolare di strumenti didattici, e  siano in grado di fornire i risultati migliori se integrati anche dall'uso di materiali  piu tradizionali. Quali ebook per la didattica?   nici, e di quelle- nel quale - a fronte della 'perfezione ergonomica'  dei tradizionali libri a stampa - devono ancora essere fatti i maggiori progressi. E alle carenze delle interfacce hardware (oltre che  alia difficolta di individuare standard condivisi e politiche semplici e funzionali di gestione dei diritti) che si deve a mio awiso  in primo luogo lo scarso successo conosciuto finora dai libri elettronici 5 . Gli strumenti di lettura per libri elettronici che si affermeranno in future- potranno essere macchine strettamente dedicate e monofunzionali, ma piu probabilmente saranno - e in  parte gia sono - strumenti che permetteranno di leggere libri  elettronici (auspicabilmente assegnando a tale funzione un'alta  priorita a livello di progettazione deH'interfaccia), ma che permetteranno anche di fare altre cose: ascoltare musica, telefonare, controllare la posta elettronica, e cosi via. Ora, credo che in  casi di questo genere la plurifunzionalita associata a un unico  strumento hardware abbia la tendenza a generare nuovi paradigmi interpretativi 'ibridi' che fondono e intrecciano cio che in  origine era distinto. Dove in partenza si vedono funzionalita radicalmente diverse (libro elettronico, scrittura, navigazione in  Internet, ascolto della musica...), alia lunga si potranno vedere  aspetti e caratteristiche diverse di un unico strumento, al quale  si verranno ad associare connotazioni nuove. Se gli studenti utilizzeranno, a scuola o all'universita, un unico dispositivo di lettura per leggere libri elettronici ma anche per ascoltare musica,  guardare un filmato o navigare in rete, il fattore decisivo non     5 Si veda al riguardo il capitolo dedicato ai libri elettronici in M. Calvo, F. Ciotti,  G. Roncaglia, M.A. Zela, Internet, Laterza, Roma-Bari, e  II libro elettronico in biblioteca cit..Libri elettronici. Pratiche della didattica e della ricerca   sara quale particolare componente software debba essere utilizzata per 'leggere' un determinate) prodotto didattico, ma il semplice fatto che quel particolare prodotto didattico possa essere  utilizzato su quel particolare lettore, su quel particolare strumento hardware. Chiamare o no 'libro elettronico' (nel primo  significato, quello relativo al contenuto informativo e alia sua  articolazione) lo strumento didattico in questione potra rivelarsi  una questione almeno in parte nominalistica.   Cio non significa, si badi, che sia opportuno o anche solo possibile prescindere dalle questioni di definizione e di indirizzo,  limitandosi a delegare all'evoluzione tecnica la nascita dei nuovi  paradigmi di testualita (e di testualita didattica). Al contrario, la  lezione da trarre e a mio awiso che anche gli aspetti di evoluzione tecnologica, lo studio delle interfacce, l'organizzazione delle  funzionalita offerte dagli strumenti hardware, vadano studiati  con un'attenzione specifica, considerandone le ricadute sulle  forme di testualita e sui modem didattici. In altri termini: se  vogliamo (come vogliamo) che gli e-book siano uno strumento per  preservare e far crescere la cultura del testo, dobbiamo essere  noi a mettere i testi nella macchina, dobbiamo sapere che la  macchina modifichera i testi, e dobbiamo pensare che questo  processo puo essere studiato, interpretato, indirizzato. La comunicazione nelle scienze biomediche  di Maurella Delia Seta     1. L'informazione nelle scienze biomediche   Preparare un intervento dedicate alle scienze biomediche nell'ambito di un convegno dedicate al libro elettronico non e compito facile. Infatti, mentre in altre discipline il libro elettronico si  e gia affermato come strumento per la diffusione delle conoscenze, questa considerazione non e del tutto valida per l'ambito che  stiamo prendendo in esame. Nel settore della scienza e della tecnologia in generale, e in particolare per la medicina, la classica  monografia (a stampa o in formate elettronico), per quanta sempre fonte insostituibile di conoscenza, non riveste l'importanza  che ha per altre discipline; l'aggiornamento in campo medico  awiene prevalentemente tramite altri canali, tra cui la consultazione di articoli pubblicati su riviste e quello piu comune: la tempestivita nell'aggiornamento dei dati e la necessita di una pronta diffusione dei risultati privilegiano infatti l'articolo rispetto al  libro.   Prendendo spunto da questa considerazione, in questo lavoro  si esamineranno le principali tipologie di fonti informative in  ambito biomedico, soffermandosi in particolare su quelle in formate elettronico e sulla loro diffusione in Internet.   Come primo punto e opportuno interrogarsi su chi ricerca  l'informazione medica in rete. Da una parte il medico o il ricercatore, dall'altra l'uomo della strada, il paziente o i suoi familia Libri elettronici. Pratiche della didattica e della ricerca   ri: le esigenze di queste due categorie di utenti sono diverse e  diverse sono le prospettive e le fonti a cui rivolgersi al momenta  di effettuare una ricerca.   Per quanta riguarda l'utente non specializzato, e stato calcolato che "ogni giorno nel mondo vengono condotte su Internet  dodici milioni di ricerche sui temi della salute, che il ventuno per  cento degli europei, prima di andare dal medico, consulta la rete,  che nei paesi occidentali il trentanove per cento dei malati di  cancro cerca informazioni online" 1 . E anche noto, pero, che la  ricerca di informazioni mediche in Internet non sempre riesce ad  ottenere i risultati desiderati. Benche la ricerca di notizie su  argomenti delicati come tutti quelli che coinvolgono la salute sia  una delle motivazioni che piu frequentemente spingono al collegamento in rete 2, la semplice immissione di un termine medico  in un motore di ricerca produce spesso un numero di citazioni  elevatissimo. Non sempre, come e noto ai navigatori Internet, cio  che piu potrebbe interessare compare tra i primi risultati, ed e  quindi inevitabile lo scorrimento di pagine e pagine prima di  riuscire a ritrovare informazioni valide e pertinenti. Come orientarsi quindi nella scelta di risorse mediche, come giudicare quali  siano attendibili e come districarsi nel mare magnum del Web?  La necessita di strumenti di guida e orientamento e tanto piu   1 Riccardo Renzi, Internet e salute: come districarsi nella rete, in "Corriere Salute" La medicina e anche l'argomento piu trattato nei media, nelle trasmissioni televisive e nelle rubriche scientifiche dei quotidiani. Si veda, a questo proposito, B.  Montolli, Osservatorio permanente sulla comunicazione scientifica attraverso i  media, in "JCOM: Journal on science comunication", Seta, La comunicazione nelle scienze biomediche   sentita se consideriamo che la diffusione in rete deH'informazione nel settore della salute, rivolta sia al professionista che al cit-  tadino o al paziente, e la possibility di accedervi liberamente  costituiscono temi di grande interesse e molto discussi nel  decennio appena trascorso. Ogni responsabile di politica sanita-  ria si e ormai reso conto che rendere accessibile al grande pub-  blico l'informazione sulla salute e sui farmaci potrebbe da una  parte migliorare il livello di prestazioni del sistema sanitario, in  quanto un paziente ben informato stimola il medico all'aggiorna-  mento professionale; dall'altra garantire a lungo termine un  risparmio sui costi della spesa pubblica, in quanto un innalza-  mento nel livello delle conoscenze potrebbe influire su una  miglior utilizzazione dei farmaci, nonche indurre una maggiore  consapevolezza dell'importanza della prevenzione e dell'adozione  di stili di vita piu salutari. Si indicheranno quindi nelle pagine  seguenti alcune realizzazioni di metasiti, cioe di selezioni di risor-  se Internet affidabili e valutate secondo criteri di qualita, parti-  colarmente indirizzate verso l'utente non professionale.   Passando adesso ad esaminare l'altra tipologia di utenti, cosa  motiva il medico a ricercare informazioni su un determinate  argomento in rete? In genere, la preparazione di una relazione  scientifica o un intervento a un convegno, oppure la risoluzione  di un problema clinico strettamente correlato ad un paziente:  nell'ultimo caso la necessita di reperire informazioni attendibili  ed aggiornate e ancora piu impellente Bagagli, EBM e ricerca bibliografica in medicina generate, Societa italiana di medicina generale Libri elettronici. Pratiche della didattica e della ricerca   Gia nel XIX secolo il moltiplicarsi del numero delle riviste  scientifiche rendeva difficoltoso l'aggiornamento del medico e del  ricercatore. Nascono in quel periodo i primi repertori di riviste,  tra cui il piu celebre e Vlndex Medicus, che inizia la pubblicazione, grazie all'intuito di Billings,  responsabile della biblioteca medica dell'ufficio  del Surgeon General of the Army, negli Stati Uniti. È lui infatti  che, dopo qualche anno di direzione, comincio a pubblicare un  catalogo della biblioteca e un indice periodico della letteratura  corrente (Index Catalog of the Library of the Surgeon General's  Office), prototipo del futuro Index Medicus, che corse peraltro il  rischio di cessare la pubblicazione gia dal volume 6, in quanto  con la morte del primo editore vennero a mancare i fondi necessari. Fortunatamente venne trovato un nuovo editore e la pub-  blicazione pote continuare senza interruzioni, fino ai giorni  nostri, nonostante alcuni cambiamenti nel titolo e nella periodi-  cita 4 . Lo sviluppo della tecnologia informatica fece si che dal  1964 divenisse operativo il MEDLARS (Medical Literature  Analysis and Retrieval System), un sistema di analisi e di reperi-  mento della letteratura medica, che venne utilizzato, in un primo  momenta, essenzialmente per registrare su nastro e gestire i dati  relativi alia letteratura medica indicizzata per Vlndex Medicus,  che aveva raggiunto una dimensione tale da non poter essere piu  trattata con procedimenti manuali. Contemporaneamente il  sistema MEDLARS veniva usato a livello sperimentale per effet- Per maggiori informazioni sulla storia deW'Index Medicus e sul PubMed si veda: Dracos, Seta, Cammarano, PUBMED: guida pra-  tica alia consultazione del Medline su Internet, Roma, Di Renzo Editore, 1999.   124     Maurella Delia Seta, La comunicazione nelle scienze biomediche. Gino Roncaglia. Roncaglia. Keywords: palestra. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Roncaglia” – The Swimming-Pool Library.

 

Luigi Speranza -- Grice e Ronchi: la ragione conversazionale e la ragione conversativa -- il conversativo, o, filosofia della comunicazione – filosofia italiana – Luigi Speranza (Forlì). Filosofo Italiano. Forli, Emilia-Romagna. Si laurea a Bologna e consegue il dottorato a Milano sotto SINI. Insegna all’Aquila. Dirige “Filosofia al presente” per Textus, di L’Aquila e “Canone minore” per Mimesis di Milano. Dirige la scuola di filosofia Praxis. Si dedica alla passione -- “Sapere passionale” (Spirali, Milano) e alla questione della comunicazione intesa filosoficamente come partecipazione alla verità e fondamento ontologico della stessa pratica filosofica (“Teoria critica della comunicazione: dal modello vei-colare al modello conversazionale” (Mondatori, Milano) -- Grice: “I like ‘conversativo,’ Almost a Spoonerism for ‘conservative’!” --; “Filosofia della comunicazione. Il mondo come resto e come teo-gonia” (Boringheri, Torino). Propone  una revisione del modello vei-colare o standard della comunicazione e una critica al paradigma linguistico del vivente. Al problema della raffigurazione e al suo rapporto col dicibile nella filosofia è invece dedicato “Il bastardo: figurazione dell’invisibile e comunicazione indiretta” (Marinotti, Milano). Grice: “This shows a distinction between ‘ingelese italianato.’ To call indirect communication bastard would be a bit too much at Oxford!” --. Grazie ai suoi studi su Bergson si è segnalato come una voce significativa della cosiddetta “Bergson renaissance”. – cf. Grice, “Speranza e la cosidddetta “Grice renaissance””. In “L’interpretazione” (Marietti, Genova) e  “Una sintesi” (Marinotti, Milano) guarda a Bergson come a un filosofo in grado di dare risposta a questioni tuttora aperte del dibattito filosofico. Bergson non è un filosofo irrazionalista, spiritualista, ostile alla scienza e ai suoi metodi. Per lui la filosofia è un metodo rigorosamente empirista, che consente la massima precisione possibile nella descrizione dei fenomeni. Bergson è anzi il filosofo che cerca di emancipare la scienza da quanto di meta-fisico è ancora inconsapevolmente presente nelle sue pratiche. Con le sue celebri nozioni di “durata” e di “memoria” (cfr. Grice, “Personal identity: my debt to Bergson”) ha costruito un nuovo modello di intelligibilità del divenire, alternativo a quello del Lizio, in grado finalmente di spiegare, senza riduzionismi, il “vivente” quale e descritto dalla biologia evoluzionista.  Il pensiero bergsoniano è presentato come uno snodo essenziale della filosofia. La sua dirompente attualità è mostrata attraverso un confronto sistematico con la fenomenologia, l’esistenzialismo, l’ermeneutica, il pensiero della differenza e l'epistemologia della complessità. Al tempo stesso però,  Bergson è ricollocato dall’interno della tradizione filosofica come un capitolo, tra i più alti, dell’indagine filosofica sulla natura: un capitolo che continua l’opera di quei filosofi e di quei teologi che, dai accademici a Cusano fino a Grice e GENTILE, hanno provato a pensare la natura come vita vivente e come divinità immanente.  Impegnato in una definizione e ri-abilitazione del filosofico contro il pericolo della sua dismissione (“Come fare: per una resistenza filosofica”, Feltrinelli, Milano), proprio grazie al confronto con Bergson e ai filosofi amici di quest’ultimo -- Grice, and Grice’s immediate sources: Gallie and Broad -- define la sua posizione filosofica inscrivendola in una costellazione ben precisa, ancorché minoritaria -- “Canone minore: verso una filosofia della natura” (Feltrinelli, Milano). Empirismo radicale, realismo speculativo e “pragmatica” “trascendentale” sono le definizioni che, più di altre, esprimono il senso e la direzione della sua ricerca, improntata com'è a criticare quella che chiama “la linea maggiore della filosofia” e che definisce dualistica, soggettivistica e antropo-centrica. In una parola: moderna.  Da Kant sino a Derrida, la filosofia è stata infatti caratterizzata dal primato accordato alla finitudine, alla contingenza, all'intenzionalità griceiana, alla negazione e al linguaggio e la semiotica. La filosofia di questa linea maggiore è, in fondo, un’antropo-logia cui oppone una filosofia del processo radicalmente monista e immanentista che contesta la tesi dell'eccezione umana e che non pone come apriori il principio della correlazione soggetto-mondo -- anche nella versione offertane dall'ermeneutica e dalla fenomenologia. Alla svolta trascendentale kantiana è opposta quella cosmologica whiteheadiana e, al dispositivo aristotelico del Lizio potenza/atto, dispositivo insufficiente a cogliere la natura naturans, la nozione di gentiliana di “actus purus”. La linea minore della filosofia è, infatti, anche e soprattutto una linea megarica che, alla potenza logico-linguistica e umana troppo umana dei contrari, sostituisce una potenza che non può non esercitarsi -- sia essa quella dell’uno di Plotino, della sostanza di Spinoza o della durata di Bergson. La filosofia della linea minore è una filosofia del processo -- categoria che oppone all’aristotelica Kinesis del Lizio -- che, pur confutando il nulla e il possibile come pseudo-problemi, non sacrifica il carattere creativo e dinamico del reale. Il problema filosofico del rapporto uno-molti da sempre al centro della riflessione cioè risolto nei termini di una co-generazione reciproca fra i differenti per natura, in cui questa differenza non di grado tra il principio e il principiato funziona come causa dell’immediato essere uno dei molti ed esser molti dell’uno, ossia come la causa di quella unità cangiante di tutte le cose che  chiama immanenza assoluta.  Altri saggi: “Luogo comune: verso un'etica della scrittura” (Bocconi); “La scrittura della verità: per una genealogia della teoria” (Jaca, Milano);  – modello conversativo. Grice: “As I say, I like ‘conversativo;’ perhaps I should adopt it! ‘conversative,’ rather than the pompous ‘conversational’! -- Liberopensiero. Lessico filosofico della contemporaneità (Fandango, Roma); Brecht. Introduzione alla filosofia (et al., Correggio ) Zombie outbreak: la filosofia e i morti-viventi (Textus, L'Aquila ); Credere nel reale (Feltrinelli, Milano); Dispositivi (Orthotes, Napoli) -- realismo speculativo, Sini, Gentile. Ronchi. Keywords: filosofia della comunicazione, immanenza, in defense of the minor league, natura naturans, Gentile, atto puro, implicatura conversativa. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Ronchi” – The Swimming-Pool Library.

 

Luigi Speranza -- Grice e Rosa – implicature in deutero-esperanto --la scuola di Susa – filosofia torinese – filosofia piemontese – filosofia italiana – Luigi Speranza (Susa). Filosofo torinese. Filosofo piemontese. Filosofo italiano. Susa, Torino, Piemonte. Scienziato naturalista, direttore del museo zoologico di Torino, da alle stampe il suo progetto di lingua internazionale nel Bollettino dei Musei di Zoologia ed Anatomia Comparata della Regia Università di Torino col saggio, Le Nov Latin, international scientific lingua super natural bases.’ Muore a Novi Ligure. Appassionato d’evoluzionismo e ottimo conoscitore di lingue antiche e moderne, decide di basare il suo studio di lingua a posteriori, come si deduce dallo stesso nome della lingua, sul lessico latino. R. dichiara che la sua lingua può essere letta da qualsiasi studioso senza che questi la abbia prima imparata - fondamentale caratteristica che sola può rendere una lingua veramente internazionale - e può essere scritta dopo appena poche pagine di spiegazione, senza il bisogno del dizionario. Vedasi PEI (vedasi), One language for the world, New York, Biblo and Tannen. L'alfabeto è quello latino, con l'unica differenza che non è presente la lettera «y», e la pronuncia dei grafemi e delle loro combinazioni è quella italiana. Il sistema d’accenti segue le regole dell'accento latino, per cui: le parole bisillabe hanno accento sempre sulla prima sillaba (es. lat. LAUDO ['lawdo]). In parole con più di due sillabe, l'accento tonico cade sulla penultima sillaba se questa è lunga (es. lat. AUDIRE [aw dire]), altrimenti sulla terzultima (es. lat. ANIMUS [' animus]). L'accento non cade mai prima della terzultima sillaba. Gl’articoli si dividono in determinati, al singolare «le» e al plurale «les», e indeterminati, «un» di cui non esiste la forma plurale – cf. Gric (Ex), “some, at least one” – “the ones” --. I nomi e gl’aggettivi sono indeclinabili, ridotte alle loro sole radici. Le funzioni dei casi sono espletate dalle preposizioni. S’ottengono eliminando le lettere finali delle parole prese nella loro forma genitiva singolare latina, fino ad ottenere la loro forma radicale (la cui costruzione risulta allora chiara per i sostantivi di prima e seconda declinazione - es. lat. LUPI > «lup» -, ma molto meno per i sostantivi di terza, quarta e quinta - lat. DIEI > *«die»/*«di» - e forse, in definitiva, a discrezione del lettore, poiché non specificato dall'autore. Il genere è naturale e solamente le persone e gl’animali di sesso femminile sono indicati con terminazione «-a». Il plurale è ottenuto grazie al suffisso «-s» o «-es», secondo regole di eufonia decise dall'autore. Il plurale negl’aggettivi è indicato solamente se questi non sono legati a un sostantivo. I gradi dell'aggettivo sono indicati con le parole «plus», «mult», «vere». I numeri cardinali sono «un, du, tre, quat, quinq, sex, sept, oct, nov, dec, dec-un, dec-du,... vigint, trigint, quadragint,... cent. mill,..un million». I numeri ordinali si formano regolarmente aggiungendo ai numeri cardinali il suffisso «-esim» (es. «unesim, duesim, treesim»). Tuttavia, sono presenti anche «prim, secund, terti». I numeri molti-plicativi si conservano «semel, bis, ter» e gli altri si formano aggiungendo ai numeri cardinali le parole «vices, tempors» (es. «tres vices»). I pro-nomi personali sono «me – “me Tarzan, te Jane” --, te, il, ila, nos, vos, ils, ilas» ai quali viene aggiunto «hom» alla maniera del “on” francese (es. fr. on parle, it. 'si parla'). Il pro-nome riflessivo è «se». I pro-nomi sono tutti indeclinabili. I pro-nomi (e aggettivi) possessivi sono «mei, tui, sui, nostr, vestr, lor». Vi sono poi tutta una serie di pro-nomi, conformi a quelli latini, ma ridotti alle loro radici («ist, il, id, alter, qui, aliq, quicunq, quidam, omn, null, nihil, tal, qual, tant, quant, ips, - e, dal latino volgare *METIPSIMU(M) - medesim») che possono prendere il suffisso del femminile (se non sono legati a un nome che già lo esprime) e del plurale.Vi sono poi tutta una serie di pro-nomi, conformi a quelli latini, ma ridotti alle loro radici («ist, il, id, alter, qui, aliq, quicung, quidam, omn, null, nihil, tal, qual, tant, quant, ips, - e, dal latino volgare *METIPSIMU(M) - medesim») che possono prendere il suffisso del femminile (se non sono legati a un nome che già lo esprime) e del plurale. La forma dei verbi cambia in base al modo e al tempo, ma non in base alla persona, secondo le seguenti regole. L'infinito termina in «ar, er, ir» - cioè è come l'infinito latino meno la vocale finale - ed è uguale all'indicativo (es. «me amar» 'io amo' e 'amare'). L'imperfetto termina in «aba, eba, iba» (es. «me amaba» 'io amavo'). Il participio presente termina in «ant, ent, ient» (es. «amant» 'amante'). Il participio passato termina in «a, e, i» (es. «ama» 'amato'). Il futuro si forma attraverso il prefisso «vol» (es. «me vol amar» 'io amerò'). Il condizionale si forma attraverso il prefisso «vell» (es. «me vell amar» 'io amerei). Non vi sono né il congiuntivo né l'imperativo. I tempi passati si formano tramite l'ausiliare «haber» seguito dal participio passato (es. «me haber ama» 'io ho amato', «me habeba ama» 'io avevo amato', «me vol haber ama» 'io avrò amato', «me vell haber ama» 'io avrei amato', «habent ama» 'avendo amato'). La forma passiva si forma coniugando il verbo «star» 'essere' e aggiungendo il participio passato del verbo (es. «me star ama» 'io sono amato', «me staba ama» 'io ero amato'). Per quanto riguarda i verbi deponenti, si trattano come se fossero attivi e si determina il loro infinito aggiungendo la desinenza dell'infinito attivo alla forma presente indicativa della seconda persona singolare, una volta eliminata la desinenza -IS (es. lat. HORTÄRIS > «hortarar»). L'infinito dei verbi irregolari si ottiene dal tema dell'imperfetto con applicazione del morfema della -r dell'infinito (es. lat. VOLEBAM, inf. VELLE > «voleba», inf. «voler»). Il verbo 'essere' (lat. ESSE), poiché troppo irregolare, è sostituito dal verbo regolare STARE, «star». Gl’avverbi, le preposizioni, le congiunzioni, le interiezioni sono identici a quelli del latino. La sintassi, che a detta dell'autore è simile a quella delle lingue romanze e germaniche, deve seguire l'ordine più logico, evitare gli idiotismi, le espressioni metaforiche (cf. Grice, “You are the cream in my coffee”), in virtù della loro non universale intellegibilità, sopprimere tutte le parole che non sono strettamente necessarie. A questi lemmi latini sono da aggiungere, al bisogno: le parole di lingue derivanti da greco o latino, opportunamente riportate alla loro forma originale e poi nuovamente mutate secondo le regole del Nov Latin; le parole internazionali con ortografie particolari, che si mantengono tali e quali (es. New York). Le parole internazionali che non derivano né dal greco né dal latino e che hanno forme diverse in ogni lingua, quanto più avvicinate alle regole della grammatica latina e, quindi, del Nov Latin (potrebbero essere un esempio le onomatopee). L'autore con il termine "parole internazionali" intende parole che si trovano almeno nelle lingue romanze e germaniche insieme. Si veda un esempio di Nov Latin fornito dall'autore stesso: Le nov latin non requirer pro le sui adoption aliq congress. Omnes poter, cum les precedent regulas, scriber statim ist lingua, etiam, si ils voler, cum parv individual modifications. COUTURAT, L. LEAU. Il progetto di R. si configura più come un breve elenco di indicazioni generali che come una vera e propria grammatica. La critica che si può avanzare ad un sistema di tal sorta è che non risponde veramente al problema dell'universalità linguistica visto che per poter essere utilizzato è necessario che i suoi fruitori conoscano già il latino. Posto anche che questi lo padroneggino, il Nov Latin, più che lingua ausiliaria, si presenta come una semplificazione di una lingua che già di per sé potrebbe essere indicata come universale, almeno tra i dotti. Se lo scopo è una semplificazione in vista di una comunicazione più veloce tra scienziati e studiosi, allora il fine può considerarsi raggiunto. Se invece lo scopo è creare un sistema utilizzabile ex novo da qualsiasi persona, l'operazione appare discutibile.  BOLLETTINO  Musei di Zoologia ed Anatomia comparata della R. Università di Torino N. S9 pubblicato VOLA D° R. Eu e.rp diettraa.    international scientific lingua super natural bases. I am convinced that any really efficient new international language which is to be elabored for practical use in science must be based upon a modified Latin vocabulary and a simplified modern grammar. HENDERSON.Lingua. N. B. Indications pour faciliter la lecture des pages qui vont suivre. Article determine « le », plur. « les » ; indeterminé : « un ». Les noms substantifs sont derivés du genitif singulier latin, en retranchant les desinences e, è, és, us. Les  adjectifs sont derivés, suivant la méme règle, du genitif singulier masculin.  Pluriel es ou s. Signe du genitif : « de » -- cf. H. P. Grice on Hardie, « What do you mean by ‘of’ ? » -- , signe du datif : « ad ». Les verbes ont pour toutes  les personnes à l’indicatif présent la desinence -ar (e. g. MENTARE), -er, ir (e. g. MENTIRE), a ’imparfait ada,  eba, iba, au participe present ant, ent, ient, au participe passé d, é, > « I am loved » staba amd jPétais aimé « I was loved »  - haber sta amd Jai èté aimé « I have been loved »habeba sta ama j'avais été aimé   I had been loved » vol star amà Je serai aimé i shall be loved  vol haber sta ama J'aurai été aimé i shall have been loved  vell star ama je serais aimé i should be loved  vell haber sta amd j/aurais été aimé i should bave been loved  stant ama étant aimé being loved  habent sta ama ayant été aimé having been loved  amd aimé loved    21. Les m20ds et les tempors qui non star supra enumerd star  traducé cum les formas plus conveniént inter ils qui nos haber supra  retiné.   22. Le franformation de les latin verbs în verbs de le nov latin  desinént in ar er ?îr accider sequént ist regulas:   a) Les regular verbs perder solum le desinentia e. — Ex.: amare),  timer(e). Les irregular verbs star transformà sequént le indicativ im-  perfect — sic nos haber: poter, imperf. poteda (lat. posse, potebam),  voler, voleba (lat. velle, volebam), ferer (lat. ferre, ferebam); praeterea  nos haber les defectivs oder (lat. odisse), meminer (meminisse) etc. Le  verb esse nimis irregular star substitué cum le verb star (hispan. estar).   c) Les deponents star transformà sequént le secund persona de  le indicativ — sic fer (= utor, uter-is), 70rîr. (morior, morir-is),  hortar (hortor, hortar-is) etc.   d) Les reflex verbs star obtiné adjungént ad le activ forma le  pronomin personal me, te, se etc. — sic: ramus frangiîtur devenir: le  ram se franger.   e) Les impersonal verbs star traducé cum star (p. es,: star dicé  = lat. dicitur) aut cum Rom (hom dicer, fr. on dit, germ. man sagt). Les adverbdies star sicut in latin. — Hom poter substituer ad  les adverbies deriva ex adjectivs aut participies, les ips nov-latin adje-  ctivs aut participies. In les grades de comparation les adverbies sequer  le regula de les adjectivs Les praeposttiones star sicut in latin, sed le signification de  aliq inter ils deber star limità acceptànt le plus commun sens: sic 7  significar solum stat in loc (non contra), 00 exprimer causalitàt etc. —  Plures poter star traducé cum brev periphrases.   25. Conjuncliones et interjectiones, sicut in latin,    ee Sintax.    Un quisq poter sequer le sintax de quilibet neo-latin aut anglo-saxon  lingua, observànt les sequént regulas:  1. Sequer le ordin plus logic.  2. Evitar les idiotismes et les metaphoric expressions qui non star  universe intelligibil.  3. Aboler tot les vocabuls aut particulas qui il vider non star ab-  solute necessari ad le comprehension.  Ist ultim regula star mult importànt — sic les praepositiones de (gen.)  et ad (dativ) post un verb vel un alter praeposition deber star omitté  quand ils non star necessari.    Vocabulari.    Un nov-latin lexiîc star complete inutit.  Un quisq cum le even-  tual auxili de un parv latin lexic poter formar sine difficultàt les nov-  latin vocabuls.   Le nov-latin vocabulari deber star formà cum les sequént elements :   1. Latin vocabuls (includént les scientific, scholastic, legal etc. ter-  mins).  Vocabuls non vere latin sed derivà ex le latin (aut ex le graec).  Ist vocabuls deber star reducé ad le forma qui ils vell haber in latin  et deinde transformà in nov-latin vocabuls sequént les regulas qui nos  haber exponé supra.   3. Vocabuls non derivà ex le latin aut ex le graec sed qui star jam  international, et qui haber in les singul linguas divers formas. Ist vo-  cabuls star transformà aliquant arbitrarie reducént ils ad le plus simplic  forma. International vocabuls, latin aut non, qui in tot les linguas servar  le forma qui ils haber in le lingua unde ils haber stà deriva. Ist vocabuls  star adoptaà sine modification et cum le original orthographia.   Les vocabuls de le prim categoria deber praevaler super les alters.  Sed quand’ils deficer aut star nimis parum cognit hom deber adoptar  ils qui pertiner ad les sequént categorias seligént ils qui star plus in-  ternational. Un vocabul star international solum quand il star inveni  simul in anglo-saxon et in neo-latin linguas.   Hom poter etiam formar composit vocabuls sicut in german et in anglic.  Ex.: dulc-aqua-pisces, vapor-machina etc.   Si hom deber introducer nov verbs ils deber desiner in ar. Ex.: te-  legraphar, telephonar, microscopar, etc. MSA  Aliq latin verbs deber mutar vel ampliar le lor signification. Ex. star  significar in nov latin esse, apparer significar videri, alter modifica-    tiones poter star successive introducé sed solum quand ils star absolute  necessari,    Le « Lingua » de Y. G. Henderson.    Hom haber proponé in ist ultim tempors mult international linguas.  Ist linguas, volapùk, pasilingua, spélin, internacia etc., haber  .un commun character; ils non star absolute intelligibil si non ab il qui  cognoscer le lor grammatica et le lor special vocabulari. Ob ist character  ils non poter star adoptà sicut scientific lingua, nam le seriptor voler  star intelligé ab le plus grand possibil numer de lectores.   Le « Lingua » de Henderson star contra sufficienter intelligibil, il  star fundà super les medesim bases sicut le nov-latin. Nos voler hic  comparar les du linguas et notar les plus notabil differentias. Me haber implicite acceptà sine modification le latin a/pradet et le  latin pronunctation. In futur aliq modificationes vol poter star introducé  sed nunc star necessari non crear inutil obstaculs. Henderson contra  introducer modificationes in le alphabet quia il voler saepe imitar le  son de les exotic vocabuls qui il introducer in le lingua. Id star, me  creder, un error. Nos cognoscer saepe les exotic vocabuls solum sicut  ils star scribé, non sicut ils star pronuncià, ita ut si ils star scribé se-  quént le pronunciation nos non poter recognoscere ils.   Henderson derivarles substantivs et les adjectives ex le genitiv plural  omittént les desinentias 72 vel rw sic: mensar(um), domino(rum),  die(rum), gru(um), navi(um), ciner(um), bono(rum), felici(um), divit(um).  In le nov latin derivant ist vocabuls ex le genitiv singular nos obtiner :  mensa(e), domin(i), die(i), gru(is), nav(is), ciner(is), bon(i), felic(i), di-  vit(is). Le resultàt star saepe identic sed le method de Henderson star  plus difficil nam il qui non cognoscere mult bene le latin star saepe  incert si le genitiv plural star orum, ium aut um etc.; star mult  facil sumer cinerarum pro cinerum, pauperorum pro pauperum etc.  Praeterea non star facil scire quand nos deber omitter w2 et quand  rum, cur nos deber scriber puero(rum) et melior(um). Le p/ura/ in le  lingua star etiam s vel es, les cases star etiam abolé, et indicà cum  praepositiones. Ist praep. star pro le genitiv o (ex le anglic 07) et pro le  dativ « (arbitrari); me haber contra adoptà de et ad qui star intelli-  gibil sine explication; me creder quod nos deber vitar grammatical par-  ticulas de non latin origin quia sic le selection vell star arbitrari. |  _ Le articul determinà star etiam apud Henderson /e, sed il admitter  un articul indefini a, qui, ut in le anglic lingua, star distingué ab un    00 =    (definit unitàt). Ist distinction deficer in omn les non anglic linguas, et  me non haber acceptà il.   Les personal pronomins star apud Henderson me, tu, è, la, îd, nos,  vos, ls; me haber adoptà non ‘vu sed fe, nam me voleba vitar les  discordànt expressiones de fu, ad tu; il, ila, ils etc. star obtiné sequént  le general regula de les pronomins (16).   Les nov-latin verbs star omnino different ab ils de le Lingua de  Henderson et, sicut me creder, mult magis natural et intelligibil. Hic  Henderson haber absolute relinqué les natural bases et haber formà les  verbal formas sequént processes qui star sine exempl in les Arian linguas  et qui pertiner ad les Turanic agglutinativ methods.   Sic ab le verb scr7d (= sceriber) il obtiner les sequént formas:   Me scri’b-num, me scri b-num-i, me scri’b-num-ivi, me scri b-tum,  me scri b-tum-i, me scri b-tum-ivi, me scri’b-qum, me scri’b-qum-i,  me scri’ b-qum-ivi, me scri b-num-ivi-i, me sero b-tum-ivi-i, me scri’b-  quum-ivi-i, scri'b-qu, es-scrib-tu etc.   ll haber etiam composit-verbs qui praesentar formas sicut: /w-scî,  fu-es-nosc, es-pati-i etc.   Omn ist formas star anti-arian et non intelligibil sine explication.   In le nov latin tot les verbes star reducé ad le forma de les activ  regular verbes. Le indicativ praesent star aequal ad le infinit. (Sic etiam  in anglic: we love, you love, they love = inf. to love; sic in german:  wir lieben, sie lieben = inf. lieben). Le indic. imperfect star aequal ad  le imperfect latin sine les desinentias variabil secund les personas;  ex.: amaba(m), amaba(s), amaba(t),,amaba(mus) etc. Le participi passiv  star etiam aequal ad le participi latin sine le desinentia; sic amd star  derivà ex amatus, amata, amatum. Le participi activ derivar ex le  participi activ latin sequént le regula de les nomins et adjectivs; sic  amant ex amans, amant-is. Les alters mods et tempors star abolé vel  exprimé anteponént particulas aut auxiliaries sicut in les anglo-saxon  linguas et partim in les neo-latin linguas.   Les alter discrepantias inter me et Henderson star de parv moment  et me non voler hic insister super ils.   Id qui me haber dicé star sufficiént ad demonstrar le differentia et  le plus grand facilitàt de le nov Zatin. Sed Henderson haber stà le prim  qui haber indicà ad nos le rect via, et non considerant les defects de  le sui Lîngua, nos deber star grat ad il pro le sui fecund labor (°).    (*) J. G. HENDERSON Lingua, an international language. Tribner London, SCI AD LES LECTORES. Le nov-latin non requirer pro le sui adoption aliq congress. Omnes  poter, cum les praecedént regulas, scriber statim ist lingua, etiam, si ils  voler, cum parv individual modificationes, ils deber solum anteponer ad  le lor opuscul un parv praeliminari explication sicut il qui star in le  prim pagina de ist nota. Sic faciént ils vol valide cooperar ad le uni-  versal adoption de ist international lingua et simul ils vol poter star  legé ab un mult major numer de doctes quam si ils haber scribé in  quilibet alter vivént lingua.    Les lectores qui approbar ist schema star precà voler contribuer ad  le sui diffusion (le reproduction de ist opuscul star liber) et mitter ad  le scribént un visit-charta cum le littera A significànt solum approbation. D" DANIEL ROSA R. Zoologic Museum  Torino (Italia).    En vente chez Carlo Clausen, succ. Loescher - Turin,    3633 - Tip. Guadagnini e Candellero, via Gaudenzio Ferrari, 3 - Torina    IR praa GAY    Q    n° MASTODONTE di Cagli so  9A ce Mi, AS TERAN î di trade alora; sth nidi    y    NUIT. TRE RATIVA    dns di gv apo P9)  Mi toro My; ag nea + Rini di od AS  wii A Baht, US: i atlete alovtalzig rta sais ra Atti  ser ia if atifotato Eri “tettoia. *  i LIg di, esere - Lula Atto Mira  anni algo sii CORK Ali Fugi de “iter  ci "È af Mira Faces «canti ribalta. it  pi dh Te Nfliveria Cio puri tion 46 riri dre  ae i lagnoatra 2h itato; de    î : | a  ter" n Pi da 7 3 si Spia after    Pi iinoriti _e-_ d Ò  Mr - hg. Biiadiagiiri + pda aiena sr posi    VNCEUN 6 VR e  Daniele Rosa. Rosa. Keywords: deutero-esperanto di Grice. Refs.: “Grice e Rosa.”

 

Luigi Speranza -- Grice e Rosandro: la ragione conversazionale degl’amici filosofi – Roma – filosofia italiana – Luigi Speranza (Roma). Filosofo italiano. A philosopher who becomes an acquaintance of Elio Aristide.

 

Luigi Speranza -- Grice e Rosatti: la ragione conversazionale e l’implicatura – filosofia italiana – Luigi Speranza (Roma). Filosofo italiano Marcello Vitali Rossati.

 

Luigi Speranza -- Grice e Rosselli: la filosofia italiana nel ventennio fascista – filosofia italiana – Luigi Speranza (Roma). Filosofo. Important Italian philosopher. There is a R. Circle in Rome. Teorico del socialismo liberale, un socialismo riformista non marxista direttamente ispirato dal laburismo inglese e dalla tradizione storico-politica del radicalismo liberale e libertario. Fonda a Firenze il foglio clandestino “Non mollare e insieme a Nenni, la rivista milanese “Il quarto stato”. Fonda il movimento anti-fascista “giustizia e libertà”, che combatté per la repubblica nella guerra civile spagnola, all'interno della colonna italiana R., costituita assieme agl’anarchici. Ucciso in Francia insieme con il fratello R. da assassini legati al regime fascista. Nato da una famiglia politicamente attiva, avendo partecipato alle vicende del Risorgimento italiano: Pellegrino R., tra l'altro zio della futura moglie di Nathan, sindaco di Roma, è un seguace e stretto collaboratore di MAZZINI (si veda) ed un Pincherle è nominato ministro nella Repubblica di S. Marco, instauratasi nel Triveneto a seguito d'una massiccia insurrezione anti-asburgica guidata da Manin e Tommaseo.  I R. abitato per un considerevole periodo a Vienna. Si trasferirono a Roma. Qui, dopo la propria nascita, venne alla luce il fratello R.  La madre, separata, si trasferì con i suoi figli a Firenze, dove frequentarono la scuola. R. mostra in quel periodo poco interesse per gli studi e la madre lo ritira dal ginnasio, facendogli frequentare la scuola tecnica. L'entrata in guerra dell'Italia è accolta con entusiasmo dai R., decisamente interventisti. Il fratello maggiore è arruolato come ufficiale di fanteria e muore in combattimento. R. collabora al foglio di propaganda «Noi», fondato dal fratello, anche se l'editoriale Il nostro programma, è redatto con buone probabilità da lui. Il manifesto, che l'ingenuità di due ragazzi indirizza verso una fiduciosa speranza in un mondo migliore, propone sin da allora alcuni tratti fondamentali della sua personalità, ossia un amore incondizionato per l'umanità e la spinta all'azione nel solco dello spirito mazziniano, che lo inserisce nel filone dell'interventismo democratico. Per «Noi», licenza saggi, uno sulla rivoluzione russa, altro sull'entrata in guerra degli Stati Uniti. “Libera Russia” esalta il risveglio del paese di Gorkij, Tolstoj e Dostoevskij, supremi interpreti di un rinnovamento in atto già dal secolo precedente, per cui la rivoluzione non e che il punto culminante di una lunga preparazione all'avvento di una società più giusta. Vi è tutta una massa che sale lentamente, inesorabilmente. La marcia si puo ritardare ma non impedire. Dei recentissimi eventi, inoltre, viene esaltata la componente pacifica, la loro attuazione relativamente non violenta.  Il saggio “Wilson” mostra tutta la fiducia nutrita per l'uomo che define il conflitto come “una guerra per porre fine alle guerre”, uno slogan che rappresenta bene le sue speranze di e di tutta la famiglia R..  È chiamato alle armi. Frequenta a Caserta il corso allievi ufficiali e venne assegnato a un battaglione di alpini in Valtellina. La guerra finisce senza che egli avesse dovuto sottomettersi al battesimo del fuoco. Il contatto con militari e molto importante per lui. Apprezza la massa furon posti in grado di comprendere tante cose che sarebbero loro certamente sfuggite nel loro isolamento di classe o di professione. Diplomatosi all'istituto tecnico, si iscrive a Firenze al corso di scienze sociali, laureandosi a pieni voti con una tesi, Sindacalismo italiano,” e si prepara a sostenere anche gl’esami di maturità classica per ottenere il diritto di frequentare altri corsi universitari. Tramite il fratello, conosce Salvemini, professore a Firenze, che e da allora un costante punto di riferimento per entrambi i fratelli. Gli fa rivedere il suo saggio sul sindacalismo rivoluzionario, che giudica non un saggio critico, equilibrato, sostanzioso, ma in essa e incapsulata un'idea fondamentale: la ricerca di un socialismo che fa sua la dottrina liberale e non la ripudiasse. S’avvicina al partito socialista, simpatizzando, in contrapposizione all'allora maggioritaria corrente massimalista di Serrati, per quella riformista di Turati, che egli ha poi modo di conoscere a Livorno durante lo svolgimento del congresso del partito, che sance la definitiva scissione dell'ala di sinistra interna filo-bolscevica che prende il nome di partito comunista, e scrive svariati saggi per “Critica Sociale”. MUSSOLINI sale al potere. I riformisti di TURATI sono espulsi dal partito socialista. Si trasfere a Torino, dove frequenta il gruppo della “rivoluzione liberale», in quel momento fortemente impegnata in senso anti-fascista, e con la quale incomincia a collaborare. Conosce Matteotti, del partito socialista unitario, nel quale erano confluiti GOBETTI (si veda) e la componente riformista espulsa dal partito socialista, come Rossi. A Firenze, il gruppo dei socialisti liberali che si raccoglie intorno alla figura carismatica di Salvemini inaugura un circolo di cultura. Oltre ai R. vi sono Calamandrei, Finzi, Frontali, Jahier, Limentani, Niccoli e Rossi. Gli ex-combattenti del circolo adereno all'associazione anti-fascista “Italia libera”. Si laurea a Siena, con “Prime linee di una teoria economica dei sindacati operai” e parte per Londra, stimolato dal desiderio di conoscere la capitale del laburismo, di seguire i seminari dei fabiani e di assistere al congresso delle unioni operaie. Vi è anche Salvemini, che tene un seminario sulla storia della politica estera italiana al King's. Tornato in Italia grazie anche ai buoni uffici di Salvemini, si impiega come assistente volontario a Milano. Prosegue la sua collaborazione a “Critica Sociale” di Turati. Vi pubblica un articolo, invitando il partito socialista a rompere con il marxismo, che giudicava espressione di cieco e tortuoso dogmatismo, per mettersi piuttosto sulla linea di un sano empirismo all'inglese. Collabora con la rivista del partito socialista unitario, «Libertà», scrivendo proprio un saggio sul movimento laburista inglese. Dopo il delitto Matteotti s'iscrive al partito socialista unitario. Spera invano che in Italia si costituisse una seria opposizione anti-fascista moderata in grado di offrire un'alternativa politica alla borghesia che guarda con simpatia al fascismo. Una di queste avrebbe potuto essere l'unione democratica nazionale d’Amendola, alla quale adere il fratello. D’Inghilterra invia al giornale del partito socialista unitario la «Giustizia», le corrispondenze sull'evolversi della situazione politica inglese, successiva alla vittoria elettorale dei conservatori e alla rottura dell'alleanza tra laburisti e liberali. E pessimista sulle condizioni politiche dell'Italia. La secessione aventiniana non produce effetti, con i suoi sterili tentativi di accordo con il re, con i generali e i fascisti dissidenti. Del resto, i fascisti stano re-agendo. Lo dimostrano anche devastando il circolo di cultura, che, come non basta, venne chiuso dal prefetto con una singolare motivazione. La sua attività provoca il giusto risentimento del partito dominante. Lasciato l'incarico a Milano, insegna a Genova. Scrive a Salvemini. Forse non ha apparentemente alcuna positiva efficacia, ma io sento che abbiamo da assolvere una grande funzione, dando esempi di carattere e di forza morale alla generazione che viene dopo di noi. Appare così con la collaborazione di Rossi, Salvemini, Calamandrei, Traquandi, Vannucci e il fratello, che ne ha proposto il nome, il foglio clandestino “Non mollare”. Alcuni redattori della rivista sono Traquandi, Ramorino, Rossi, Emery, e i due R. La denuncia di un tipografo provoca la repressione e la dispersione d’alcuni tra i redattori del foglio. Rossi riusce a fuggire a Parigi, Vannucci in Brasile, Salvemini è arrestato a Roma è denunciato per vilipendio del governo fascista. In attesa del processo, messo in libertà provvisoria, a causa delle minacce dei fascisti, passa la notte a Firenze, in casa dei R., che non sono ancora fra i sospettati. Gli squadristi però, venuti a conoscenza del fatto, devastano l'abitazione il giorno dopo. Scrive R. ad Ansaldo. Io sono di ottimo umore e l'altra sera ho financo bevuto alla distruzione compiuta! Se i signori fascisti non hanno altri moccoli, possono andare a dormire. Aspetteranno a lungo la mia rinuncia alla lotta. Ormai preso di mira dai fascisti, è aggredito a Genova mentre si reca all'università e poi disturbato durante la sua lezione, con la richiesta del suo allontanamento. Si attiva infine lo stesso ministro dell'economia, Belluzzo, che chiede il suo licenziamento. A questo punto, prefere dimettersi.  Pochi giorni dopo, a Firenze, sposò con rito civile una laburista venuta a Firenze a insegnare nel British Institute, conosciuta da R. al circolo della cultur. Lapide commemorativa: «In via Ancona vive il martire anti-fascista e qui ha sede la redazione del ‘Quarto stato,’ rivista socialista a difesa della libertà e della democrazia. R. vive a Milano, dove fonda con Nenni la rivista «Il quarto stato’. La rivista ha vita breve, venendo chiusa con l'entrata in vigore della legge sui provvedimenti per la difesa dello stato fascista italiano. Scopo della pubblicazione è il tentativo di rappresentare un punto d'incontro di tutte le forze socialiste e di sviluppare temi di politica culturale al cui centro e il perfezionamento degl’uomini e l'elevamento della vita dei cittadini.  Con Treves e Saragat costitue un trium-virato che, costitue clandestinamente il partito socialista dei lavoratori, che prende il posto del partito socialista unitario, sciolto d'imperio dal regime fascista a causa del FALLITO ATTENTATO A MUSSOLINI da parte del suo iscritto ZANIBONI. Bova, Turati, R., Pertini e Parri a Calvi in Corsica dopo la fuga in motoscafo da Savona.  Oganizza con Oxilia, Pertini e Parri l'es-patrio di Turati a Calvi in Corsica, con un moto-scafo partito da Savona. Mentre Turati, Pertini e Oxilia proseguirono per Nizza, Parri e Rosselli, ritornati con il moto-scafo a Marina di Carrara, SONO ARRESTATI, nonostante tentassero di sostenere d’essere reduci d’una gita di piacere. È accusato anche di aver favorito la fuga d’Ansaldo, di Silvestri, di Treves e di Saragat.  Venne detenuto nelle carceri di Como, poi inviato al confino di Lipari in attesa del processo. Quando e ricondotto da Lipari a Savona per essere processato, nell'isola siciliana giunge il fratello, condannato a V anni di confino.  Al processo si difende attaccando il regime fascista. Il responsabile primo e unico, che la coscienza degl’uomini liberi incrimina è il fascismo che con LA LEGGE DEL BASTONE, strumento della sua potenza e della sua nemesi, inchioda in servitù milioni di cittadini, gettandoli nella tragica alternativa della supina acquiescenza o della fame o dell'esilio. La sentenza, rispetto alle previsioni, e mite: X mesi di reclusione e, avendone già scontati VIII, avrebbe potuto essere presto libero. Ma una nuova legge speciale permisero alla polizia di infliggergli *altri* III anni di confino da scontare a Lipari. La vita al confino trascorre con le letture filosofiche di Croce, Mondolfo, l’epistolario di Marx ed Engels, e Kant. Intanto, si prepara la fuga, che venne organizzata dall'amico di Salvemini Tarchiani. Evase da Lipari con Nitti e Lussu, con un moto-scafo guidato dall'amico Oxilia diretto in Tunisia, da cui poi i fuggiaschi raggiunsero la Francia.  Nitti narra  l'avventurosa evasione in “Le nostre prigioni -- e la nostra evasione”, mentre R. racconta le vicende del confino e dell'evasione in “Fuga in IV tempi”. A Parigi, con Lussu, Nitti, e un gruppo di fuoriusciti organizzati da Salvemini, e fra i fondatori del movimento anti-fascista "Giustizia e libertà". “Giustizia e Liberta” pubblica diversi numeri della rivista e dei quaderni omonimi ed e  attiva nell'organizzazione di diverse azioni dimostrative, tra cui il volo sopra Milano di Bassanesi. Critica appassionatamente il marxismo ortodosso, colonna portante della stragrande maggioranza dei vari schieramenti politici socialisti. Il socialismo liberale propugnato da R. si caratterizza quale una creativa sintesi della tradizione del marxismo revisionista, democratico e riformista -- quello, tra gli altri, di Bernstein, Sombart, Turati e Treves -- ed il socialismo non marxista, libertario e de-centralista -- come quello di Merlino, Salvemini, Cole, Tawney e Jászi.  Attacca dirompente contro lo stalinismo della terza internazionale che, con la formula del “social-fascismo” accomuna  social-democrazia, liberalismo borghese e fascismo. Non stupisce perciò che uno fra i più importanti stalinisti, Togliatti,  define il socialismo liberale un magro libello anti-socialista e R. un ideologo REAZIONARIO che nessuna cosa lega alla classe operaia. “Giustizia e libertà” adere  alla concentrazione anti-fascista, unione di tutte le forze anti-fasciste non comuniste – REPUBBLICANI, socialisti, CGL -- che intende promuovere e coordinare ogni possibile azione di lotta al fascismo. Pubblica i "Quaderni di giustizia e libertà".  Dopo l'avvento del nazismo in Germania, “Giustizia e liberta” sostenne la necessità di una rivoluzione preventiva per rovesciare i regimi fascista e nazista prima che questi portassero a una nuova tragica guerra, che a “Giustizia e Liberta” sembra l'inevitabile destino dei due regimi.  Bandiera della colonna italiana, nota anche come centuria giustizia e libertà, che sostenne i repubblicani nella guerra civile spagnola. Scoppie in Spagna la guerra civile tra i rivoltosi dell'esercito filo-monarchico, che effettuarono un colpo di stato, e il LEGITTIMO GOVERNO REPUBBLICANO del fronte popolare di ispirazione marxista. È subito attivo nel sostegno alle forze repubblicane, criticando l'immobilismo di Francia e Inghilterra. I fascisti aiutano FRANCO con uomini e armi agl’insorti. Combatte la sua prima battaglia. Cerca poi di costituire un vero e proprio battaglione -- intitolato a Matteotti.  La prima formazione italiana, che prende poi, dopo l'uccisione dei due fratelli, il nome di colonna italiana R., annovera tra i 50 e i 150 uomini, reclutati fra gl’esuli italiani in Francia dal movimento “Giustizia e libertà” e dal comitato anarchico. Tra questi c'erano anche gl’anarchici Marzocchi e Berneri. Marzocchi scrive sulla comune esperienza anti-fascista di anarchici e di militanti di “Giustizia e Libertà”, "R. e gl’anarchici".  In un discorso, pronuncia la frase che poi diverrà il motto degli anti-fascisti italiani: "Oggi in Francia, domani in Italia". È con questa speranza segreta che siamo accorsi in Ispagna. Oggi qui, domani in Italia. Fratelli, compagni italiani, ascoltate. È un volontario italiano che vi parla dalla radio. Non prestate fede alle notizie bugiarde della stampa fascista, che dipinge i rivoluzionari come orde di pazzi sanguinari alla vigilia della sconfitta. A contrasti con gl’anarchici si dimette da comandante della colonna e fonda il battaglione Matteotti. Soggiorna a Bagnoles-de-l'Orne per delle cure termali, dove è raggiunto dal fratello. Sono uccisi da una squadra di miliziani della Cagoule, formazione eversiva di destra francese, su mandato, forse, dei servizi segreti fascisti e di Ciano. Con un pretesto sono fatti scendere dall'automobile, poi colpiti da raffiche di pistola. R. muore sul colpo; il suo fratello, colpito per primo, venne finito con un'arma da taglio. I corpi vennero trovati due giorni dopo. I colpevoli, dopo numerosi processi, riusciranno quasi tutti a essere prosciolti. I R. sono sepolti nel cimitero monumentale parigino del Père Lachaise. I familiari ne traslarono le salme in Italia, a Trespiano. Salvemini tenne il discorso commemorativo alla presenza del presidente della Repubblica. La tomba riporta il simbolo della spada di fiamma, emblema di “Giustizia e Liberta”, e l'epitaffio scritto da Calamandrei. Giustizia e liberta. Per questo morirono per questo vivono. L'unico saggio pubblicato da R. mentre è in vita è "Socialismo liberale", scritto durante il confino a Lipari, in una situazione di semi-prigionia. “Socialismo liberale” si pone in una posizione eretica rispetto ai partiti della sinistra italiana del suo tempo -- per i quali “Il capitale” di Marx, variamente interpretato, è ancora considerato come la bibbia. Indubbiamente è presente l'influsso del laburismo inglese, da lui ben conosciuto. In seguito ai successi elettorali del partito laburista, R. è infatti convinto che l'insieme delle regole della democrazia liberale sono essenziali non solo per raggiungere il socialismo, ma anche per la sua concreta realizzazione -- mentre nella tattica leninista queste regole, una volta preso il potere, debbono essere accantonate. Pertanto, la sintesi del pensiero rosselliano è: "il liberalismo come metodo o mezzo, il socialismo come fine". Pisacane, L'idea di rivoluzione propria della dottrina marxista è fondata sulla concezione della dittatura del proletariato -- che, in realtà, già ai tempi di R. si sta traducendo, in unione sovietica, nella dittatura del vertice di un solo partito. Essa viene respinta da R., a favore di una rivoluzione che, come si nota nel programma di “Giustizia e liberta”, è un sistema coerente di riforme strutturali mirate alla costruzione di un sistema socialista che non rinnega, ma anzi esalta, la libertà individuale e associativa. Alla luce dell'esperienza spagnola -- difesa dell'organizzazione sociale di Barcellona compiuta dagli anarchici durante la guerra civile -- e dell'avanzata del nazismo, R. radicalizza la sua posizione libertaria. Influenzato dalle idee di Mazzini e di Pisacane, R. propugna il socialismo liberale: il fine è il socialismo, il metodo o mezzo il liberalismo, un metodo o mezzo che garantisce la democrazia e l'autogoverno dei cittadini. Il liberalismo deve svolgere una funzione democratica, il "metodo o mezzo liberale" è il complesso di regole del gioco che tutte le parti in lotta si impegnano a rispettare, regole dirette ad assicurare la pacifica convivenza dei cittadini, delle classi, degli stati, a contenere le lotte -- peraltro desiderabili se limitate. La violenza è giustificabile come risposta ad altra violenza -- per questo è giusta la lotta contro il franchismo e sarebbe stata auspicabile in Italia una rivoluzione violenta in risposta al fascismo. Il socialismo è una logica conclusione del liberalismo. Socialismo significa libertà per tutti. R. ha fiducia che la classe del futuro è la classe proletaria, la borghesia deve fare da guida al proletariato. Il fine è la libertà per tutte le classi.  Archivio R. Bio. Tranfaglia, Dall'interventismo a “Giustizia e Libertà” (Bari, Laterza). Il circolo di cultura a Firenze, chiuso da Mussolini, e  rifondato a liberazione di Firenze appena avvenuta, per iniziativa del Partito d'Azione e dei soci superstiti e intitolato ai R.. Assunse così il nome di circolo di cultura politica R. La sua prima manifestazione è presieduta da Calamandrei. Con decreto del presidente della repubblica è stata costituita ed eretta in ente morale la Fondazione Circolo R. per sostenerne l'attività.  Martino: Fuorusciti e confinati dopo l'espatrio clandestino di Turati nelle carte della R. Questura di Savona in Atti e Memorie della Società Savonese di Storia Patria, Savona, e Pertini e altri socialisti savonesi nelle carte della R. Questura, Gruppo editoriale L'espresso, Roma. Commissione di Milano, ordinanza contro lui (“Intensa attività antifascista; tra gli ideatori del giornale clandestino “Non mollare” uscito a Firenze. Favoreggiamento nell'espatrio di Turati e Pertini”), Pont, Carolini, L'Italia al confine, Le ordinanze di assegnazione al confino emesse dalle Commissioni provinciali, Milano, ANPPIA, La Pietra,  Cfr. Commissione di Firenze, ordinanza contro N. R.  (“Attività antifascista”), Pont, Carolini, L'Italia al confino  Le ordinanze di assegnazione al confino emesse dalle Commissioni provinciali,  Milano, ANPPIA, La Pietra, Cfr. La storia sotto inchiesta: Fuga da Lipari, un esilio per la liberta trasmesso da Rai Storia. Il discorso di R. su Roma civica.net  in.  Fiori, Casa R., Einaudi); Franzinelli, “Il delitto R.: anatomia di un omicidio politico” (Mondadori, Milano). Altre saggi: “Oggi in Spagna, domani in Italia” (Einaudi, Torino); “Scritti politici e auto-biografici (Polis, Napoli); Ciuffoletti e Caciulli (Lacaita, Manduria); Lettere Salvemini, Tranfaglia, «Annali della Fondazione Einaudi, (Torino); “Socialismo liberale” (Einaudi); Il Quarto Stato» di Nenni e Rosselli, Zucàro, Sugar Co, Milano, Epistolario familiar (SugarCo, Milano); Socialismo liberale, J. Rosselli (Einaudi, Torino); Socialismo liberale, J. Rosselli, introduzione e commento di Bobbio, «Attualità del socialismo liberale» e «Tradizione ed eredità del liberal-socialismo», Einaudi Tascabili. Saggi, Scritti dell'esilio. «Giustizia e libertà» e la concentrazione anti-fascista Costanzo Casucci, Collana Opere scelte” (Einaudi, Torino); “Scritti politici, Ciuffoletti e Bagnoli, Guida, Napoli, -- una grossa anteprima del libri. Scritti dell'esilio. Lo scioglimento della concentrazione anti-fascista, Casucci (Einaudi, Torino); Liberalismo socialista e socialismo liberale, Terraciano (Galzerano, Casalvelino Scalo), Giustizia e libertà, Limiti e Napoli, prefazione di Larizza, Roma, con la tesi sul sindacalismo (Firenze). Scritti scelti, Furiozzi, “Quaderni del Circolo R.” (Alinea Editrice, Firenze); Salvemini, “Scritti Vari”, Agosti e Garrone, Feltrinelli, Milano, Opere scelte, Cultura e società nella formazione, buona anteprima del pensiero di Salvemini con i rapporti e la grangia politica correlata Gremmo "Alla Cagoule" Silenzi e segreti d'un oscuro delitto politico. Storia Ribelle, Biella. Garosci, "Vita", U, Roma, Giustizia e Libertà, Levi, "Ricordi” La Nuova Italia, Firenze («Quaderni del Ponte»). Merli, "Il dibattito socialista sotto il fascismo. Lettere di Morandi, Rivista storica del socialismo», ricompreso in Id., "Fronte anti-fascista e politica di classe. Socialisti e comunisti in Italia,  Donato, Bari, Movimento operaio; Tranfaglia, "Dall'interventismo all'antifascismo", «Dialoghi del XX», Cfr. il  informazioni su volume "R. e l'Aventino: l'eredità di Matteotti", «Il movimento di liberazione in Italia», Cfr. stralcio di "L’Aventino. L'opposizione diventava per la prima volta opposizione, minoranza; come minoranza, avrebbe potuto darsi una psicologia virile, d'attacco. Ma aveva troppi ex nelle sue file, era troppo appesantita da uomini che avevano gustato le gioie del potere e della popolarità.»  «Fu questo il miracolismo dell'Aventino. Credere di poter vincere con le armi legali l'avversario che ha già vinto sul terreno della forza. Pregustare le gioie del trionfo mentre si riceve la botta più dura. Evitare tutti i problemi. Gobetti dice. L’Aventino ha un mito, il mito della cautela" -- sperando che la borghesia dimentichi Quanto alle masse popolari, che si mostravano nei primi giorni in stato di effervescenza, guai a chi avesse tentato metterle in movimento! Solo i comunisti e le minoranze giovani chiesero lo sciopero generale. Ma le opposizioni non vollero, per non spaventare la borghesia e il sovrano. R. dall'interventismo a «Giustizia e Libertà»" (Laterza, Bari, Biblioteca di cultura moderna); in appendice: scritti di R. e Lettera di R. a Nenni; "Dal processo di Savona alla fondazione di Gustizia e Liberta, Le fonti di «Socialismo liberale»", «Il movimento di liberazione in Italia», Lolli, "Alcuni appunti per una lettura del «Socialismo liberale»  di R.", «Il pensiero politico», Fedele, "Lo «Schema di programma» di «Giustizia e Libertà», Belfagor, Bagnoli, "L'esperienza liberale di R.,, Italia Contemporanea, L'antifascismo rivoluzionario dei «Quaderni di Giustizia e Libertà»", «Ricerche Storiche», Santi Fedele, "Storia della concentrazione anti-fascista prefazione di Tranfaglia (Feltrinelli, Milano); Garbari, "I «vinti» della Resistenza. Nel quarantesimo del sacrificio di R. e R.", «Studi Trentini di Scienze Storiche», a"«Quarto Stato» di Nenni e R.", Tavola rotonda fra Bauer, Grimaldi, Spadolini, Zucàro, «Critica Sociale», Valiani, "Il pensiero e l'azione”, Nuova Antologia, Tranfaglia, "L'anti-fascismo", «Mondo Operaio», Vivarelli, "Salvemini", «Il pensiero politico», Poi compreso Spadolini, "R. nella lotta per la libertà", con lettere tra Reale e R., «Nuova Antologia», Colombo, "R. e il «Quarto Stato»", «Nord e Sud», "Giustizia e Libertà nella lotta antifascista e nella storia d'Italia", Atti del convegno internazionale organizzato a Firenze dall'Istituto storico della Resistenza in Toscana, dalla Giunta regionale toscana, dal Comune di Firenze, dalla Provincia di Firenze (Nuova Italia, Firenze); Bauer, "R. e la nascita di Giustizia e Liberta in Italia". Petersen, “Giustizia e Libertà in Germania”; Guillen, "La risonanza in Francia dell'azione di Giustizia e Liberta e dell'assassinio dei R.”; Rosengarten, "R. e Trentin, teorici della rivoluzione italiana”; Salvadori, "Giellisti e loro amici degli Stati Uniti durante la seconda guerra mondiale". Fedele, "Giellisti e socialisti dalla fondazione di GL alla politica dei fronti popolari”; Zunino, "Giustizia e Libertà e i cattolici”;  Garosci, "Le diverse fasi dell'intervento di Giustizia e Libertà”; Marzocchi, “Gli’anarchici"; citazione sottostante da un articolo di Finetti. Infatti considera una barbarie le stragi di anarchici in Catalogna, tra cui l'uccisione di  Berneri, l'anarchico che lo affiancava nella guida della prima colonna italiana formata da MMM anti-fascisti, i primi accorsi -- e si ricorda, nel prosieguo, anche la ferma presa di posizione delle brigate partigiane di Giustizia e Libertà quando Canzi e rimosso da comandante unico della XIII zona operante nel piacentino e grazie a questa presa di posizione e reintegrato dopo un breve arresto. Le brigate partigiane di Giustizia e Libertà sono  in gran parte influenzate dal pensiero di R.. Tommasini, "Testimonianza --  L'eredità di Giustizia e Libertà". Piane, "Rapporti tra socialismo liberale e liberalsocialismo". Codignola, “Giustizia e Liberta e Partito d'azione". Tranfaglia, "R.", in "Il movimento operaio italiano; “Dizionario biografico", Andreucci e Detti, Editori, Roma, Colombo, "R. e il socialismo liberale", «Il Politico», Bagnoli, "Di un dissidio in «Giustizia e Libertà». Lettere di Levi, Giua, Chiaromonte, Garosci  «Mezzosecolo», Centro studi Gobetti, Istituto Storico della Resistenza in Piemonte, Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza, Annali Cirillo, "Il socialismo", Fasano, Cosenza); Lussu, "Lettere  e altri scritti di «Giustizia e Libertà»", Brigaglia, Libreria Dessì, Sassari. informazioni su Storia della Sardegna di Brigaglia, son presenti correlazioni fra i succitati personaggi. "Le componenti mazziniana e cattaneanea in Salvemini e nei R.. Belloni",   Convegno, Domus Mazziniana, Pisa. Arti Grafiche Pacini et Mariotti, Pisa,  Comprende: Colombo, "Il «Quarto Stato»" Varni, "Derivazioni mazziniane nella concezione sindacalista di R.", Ceva, "Aspetti politici dell'azione di R. in Spagna",  Tramarollo, "R. e il regime",  Bagnoli, "Il revisionismo di R.", in "Guida alla storia del partito socialista. La ripresa del pensiero socialista tra eresia e tradizione", Talluri, «Quaderni del Circolo R.», Galasso, "La democrazia da CATTANEO (si veda) a R.", (Monnier, Firenze); «Quaderni di storia», R., Una tragedia italiana" (Bompiani, Milano); Kostner, "R. e il suo socialismo liberale", Lalli, Poggibonsi, Linee politiche; Bagnoli, "Tra pensiero politico e azione", Passigli, Firenze, Colombo, "R. e il socialismo liberale", in "Padri della patria. Protagonisti e testimoni di un'altra Italia", Angeli, Milano, («Ricerche storiche» ). Invernici, "L'alternativa di «Giustizia e Libertà». Economia e politica nei progetti del gruppo di R.", Angeli, Milano («Studi e ricerche storiche»). Valiani, "Da Mazzini alla lotta di liberazione", «Nuova Antologia», Scacchi, Colombo, presentazione di Spadolini, Casagrande, Lugano,  («Quaderni europei»). Vivarelli, "Le ragioni di un comune impegno. Ricordando Salvemini, R. e R., i, Rossi", «Rivista Storica Italiana», Spadolini, "R. e R.: le radici mazziniane del loro pensiero", Passigli, Firenze («Letture R.»). Malandrino, "Socialismo e libertà. Autonomie, federalismo, Europa da R. a Silone" (Angeli, Milano);  Bandini, "Il cono d'ombra: chi armò la mano degl’assassini dei fratelli R.?", SugarCo, Milano, Colombo, "I R., due guardiani per l'albero della libertà", "Voci e volti della democrazia. Cultura e impegno civile da Gobetti a Bauer", Monnier, Firenze («Quaderni di storia»), Nel nome dei R.. Quaderni del Circolo R.», Angeli, Milano,  Muzzi. "A più voci, Arfé, Casucci, Garosci, Malgeri, Rapone, “Scritti dell'esilio", Il Ponte, Il carteggio dei R. con Silvestri", Gabrielli, «Storia Contemporanea», Fedele, "E verrà un'altra Italia. Politica e cultura nei «Quaderni di Giustizia e Libertà»" (Angeli, Milano, Collana di Fondazione di studi storici Turati); Ciuffoletti, Il mito della rivoluzione russa e il comunismo", in "Socialismo e Comunismo,  Il Ponte, Bagnoli, "La lezione di R., La nuova storia. Politica e cultura alla ricerca del socialismo liberale, Festina Lente, FNicola Tranfaglia, "Sul socialismo liberale"; "Dilemmi del liberalsocialismo", Bovero, Mura, Sbarberi (Nuova Italia, Roma, «Studi Superiori,  Scienze Sociali»). Atti del convegno "Liberal-socialismo: OSSIMORO o sintesi?", organizzato ad Alghero Dipartimento di Economia istituzioni e società dell'Università Sassari. -- fu pubblicato il primo numero di “Libertà”, periodico legato all'ala socialista del movimento antifascista, il sottotitolo fu la frase di Marx ed Engels: Alla società borghese, con le sue classi e con i suoi antagonismi di classe, subentrerà un'associazione nella quale il libero sviluppo di ciascuno sarà la condizione del libero sviluppo di tutti e, su invito Treves, Mondolfo e Levi, Rosselli scrive un articolo “Il partito del lavoro in Inghilterra” in cui R. riafferma una parte del suo pensiero del periodo. Il partito laburista in base agl’elementi che lo compongono può definirsi come una federazione di gruppi economici e di gruppi politici. In realtà è l'organizzazione politica federativa ed associativa del movimento operaio più vecchio e potente del mondo.  Suppa, "Note su R.: temi per due tradizioni", in I volume "dilemmi del liberal-socialismo, Puppo, Il Quarto Stato, L'attualità di R. e del socialismo liberale. Dialoghi tra: Bosetti, Foa, Maffettone, Marzo, Tranfaglia, Supplemento a di Croce Via, Edizioni Italiane, Napoli, Atti del dibattito svoltosi a Napoli  in occasione della presentazione italiana del volume "Liberal socialism", lavoro di Urbinati, tradotto da William McCuaig, Princeton, Princeton, Urbinati, "La democrazia come fede comune", «il Vieusseux»,  Bagnoli, Rosselli, "Gobetti e la rivoluzione democratica. Uomini e idee tra liberalismo e socialismo", La Nuova Italia, Firenze («Biblioteca di Storia»). Casucci, "La caratteristica ", con un vademecum, «Belfagor», Visciola, Limone, "I Rosselli. Eresia creativa, eredità originale", Napoli, Guida, Graglia, "Unità europea e federalismo. Da Giustizia e Libertà a Spinelli", il Mulino, Bologna) "Il dibattito europeista e federalista in «Giustizia e Libertà»", «Storia Contemporanea», Lisetto, Le élites. Una teoria tra l'elitismo democratico e la democrazia partecipativa", «Scienza et Politica», Pagine scelte di economia, Visciola e Ruggiero, Firenze, Le Monnier,  Mastellone, "Il partito politico nel socialismo liberale «Il pensiero politico», Furlozzi, "R. e Sorel", «Il pensiero politico», L'eredità democratica da Bignami a R.", Angeli, Milano, Mastellone, La rivoluzione liberale del socialismo»". Con scritti e documenti inediti. Olschki, Son riportati testi pubblicati da R. non inseriti nel  I delle «Opere scelte». R., “Dizionario delle idee", Bucchi, Riuniti, Martino, Pertini e altri socialisti savonesi nelle carte della R. Questura, Roma, Gruppo editoriale L'espresso, Franzinelli, "Il delitto R.: anatomia di un omicidio politico" (Mondadori, Milano); Dilettoso, "La Parigi e La Francia di R.: sulle orme di un umanista in esilio", Biblion, Milano. Bagnoli. Il socialismo delle libertà. Polistampa, Milano, Bagnoli. Socialismo, giustizia e libertà. Biblion, Milano, Treccani Dizionario biografico degl’italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana; Iacchini, Socialismo liberale ma... vero!, Movimento Radical Socialista brigata Garibaldi. Archivio dei R.. I fratelli R., genesi di un delitto impunito. Berneri. Vite parallele d’Ortalli (da "Umanità Nova" Fondazione R., Centro di ricerca, Circolo R. Firenze,  "Pecora" Socialista e liberale. Bilancio critico di un grande italiano, su politica magazine. Spini, "Perché i R. parlano ancora a questa Italia", sul sito repubblica. Carlo Alberto Rosselli. Keywords: sindacalismo, sindacalismo revoluzionario, laburismo, partito laburista, I fabiani, Mill, Bonini, liberalismo, sindacato, sindicato nella storia italiana, sindacato in Roma antica, socialismo liberale – l’ossimoro di R.. Refs.: Luigi Speranza, “Rosselli e Grice,” per il Club Anglo-Italiano, The Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria, Italia. Rosselli.

 

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