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Friday, January 24, 2025

LUIGI SPERANZA -- GRICE ITALO A-Z P PA

 

Luigi Speranza -- Grice e Patrizi.  (Cres, Italia). Nasce a Italia da sangue croata. A questo proposito circa venti anni più tardi si espresse  P. nell'Historia diece dialoghi di M. Francesco Patritio, ne' quali si ragiona di tutte le cose appartenenti all'historia, et allo scriverla, et all'osservarla e nel Della Retorica stampati a Venezia, nei quali «P. esprime il rimpianto per una lingua originaria, basata sulla conoscenza delle cose |..]. Patrizi esalta Giuseppe Porta detto il Salviati, artefice di un tentativo di ricostruire il vero "linguaggio universale delle cose" e "d'inventare tutti i suoni naturali di tutte le cose, et di lor figure, et delle lettere naturali, et delle preferenze loro, in ogni lingua, e della musica terrena e celeste e de pianeti, fonte di tutti effetti magici et astronomici"» Nace a Cres e muore a Roma. Studia mercanzia, grammatica e latino a Venezia, impara il greco a Ingolstadt. Di importantissimo impatto sui suoi lavori successivi fu la lettura della Theologia di FICINO (si veda) che lo avvicinò alle idee platoniche. Si avvicina alle teorie sul linguaggio naturale e scrisse Nova de universis philosophia, Mystica philosophia e Magia philosophica che gli valsero il controllo dell'Inquisizione. PAOLO ALBANI, BERLINGHIERO BUONARROTI, Aga magéra difúra. Dizionario delle lingue immaginarie, Bologna, Zanichelli. Influenza in Italia. PORTA nascea Castelnuovo Garfagnana e muore a Venezia. Pittore, matematico, astronomo e astrologo italiano, studia a Roma, dove conosce il maestro Francesco SALVIATI (del quale assunse il cognome), assieme al quale si trasferì poi a Venezia. Ivi, tra le tante opere, si occupa della decorazione del soffitto della Marciana e affresca la sala regia dei Palazzi vaticani a Roma. Nella prima parte del Codice Marciano Porta affronta il tema del rapporto tra movimento degli astri e linguaggio, indagando la formazione degl’elementi vocali, definendo un'embrionale tassonomia dei suoni e prospettando la possibilità di una  loro riproduzione ARTIFICIALE attraverso appropriati dispositivi meccanici.Per approfondimenti  vedasi treccani.it/enciclopedia/giuseppe-porta Dizionario-Biografico, a cura di  Biffis. Le testimonianze di BORDONI (si veda) e di P., sebbene non codifichino affatto un nuovo metodo di scrittura e comunicazione, devono essere considerate importanti perché dimostrano che in Italia vi sono delle speculazioni intorno alla possibilità d'istituzione di una lingua filosofica perfetta. Francesco Patrizi. Patrizi. Keywords: deutero-esperanto. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Patrizi”. Patrizi.

 

Luigi Speranza -- Grice e Pattio: la ragione conversazionale e la diaspora di Crotone -- Roma – filosofia pugliese -- filosofia italiana – Luigi Speranza (Taranto). Filosofo italiano.Taranto, Puglia.  A Pythagorean, cited by Giamblico. Grice: “Cicerone says that this is best spelt ‘Pazzio’!” -- Pattio.

 

Luigi Speranza -- Grice e Paulino:  la ragione conversazionale e il portico romano, la ragione e l’implicatura conversazionale -- Roma – filosofia campanese -- filosofia italiana – Luigi Speranza (Nola). Filosofo italiano. Nola, Napoli, Campania. A wealthy man. He has a career in public life before becoming a philosopher. He writes many poems and letters, some of which survive. Some see the influence of the Portico on his views concerning the ascetic life. His son is Giovio. Grice: “I like Paulino – for one, that’s my Christian name!” -- Paulino.

 

Luigi Speranza -- Grice e Pausania: all’isola -- la ragione conversazionale e la scuola di Girgenti – Roma – filosofia italiana – Luigi Speranza (Girgenti). Filosofo italiano. Girgenti, Sicilia. A friend of Empedocle di GIRGENTI (si veda) – and the dedicatee of one of his poems. P. wites an an account of his tutor’s life and death. Grice: “We English are lucky: there is only one philosopher from Ockham: Ockham. From Girgenti, however, Italians have Empedocle and Pausania!” Grice: “Strawson advised me that I should refer to Emepedocle as Girgenti and Pausania as Girgentino, just for the sake of the difference!” -- Pausania.

 

Luigi Speranza -- Grice e Pavia: la ragione conversazaionale e l’implicatura conversazionale --  mi chiamo Lanfranco – filosofia italiana – Luigi Speranza (Pavia). Filosofo italiano. Lanfranco. Lanfranco di Canterbury. Beato Lanfranco di Canterbury Lanfranco con ai piedi Berengario di Tours, che sostene che la presenza di Cristo nell'Eucaristia è puramente simbolica, tesi alla quale Lanfranco si è opposto decisamente. Tela.   Vescovo  Morte Canterbury Venerato da Chiesa cattolica Ricorrenza Manuale Lanfranco di Pavia arcivescovo della Chiesa cattolica     Incarichi ricopertiArcivescovo di Canterbury   Nato1005 circa a Pavia Consacrato vescovo29 agosto 1070 Deceduto28 maggio 1089 a Canterbury   Manuale Lanfranco di Canterbury o di Pavia (Pavia, 1005 circa – Canterbury, 28 maggio 1089) è stato un teologo, filosofo e vescovo cattolico italiano, venerato come beato dalla Chiesa cattolica[2].   Indice 1Biografia 2Opere 3Dottrina 4Genealogia episcopale e successione apostolica 5Note 6Bibliografia 7Altri progetti 8Collegamenti esterni Biografia Lanfranco nacque intorno al 1005 a Pavia, figlio di Ambaldo, magistrato appartenente all'ambiente del sacrum palatium. Secondo un suo biografo: «...fu istruito fin dalla fanciullezza nelle scuole di arti liberali e di diritto civile a Bologna[3]. Ancora molto giovane, ebbe spesso il sopravvento nei processi su avversari sperimentati per la travolgente eloquenza del suo preciso argomentare. A quell'età seppe stilare sentenze apprezzate da giuristi e giudici.»[senza fonte]  Nel 1035 si trasferisce ad Avranches, in Normandia, dove nel 1040 apre una scuola di lettere e dialettica alle dipendenze dell'abbazia di Mont-Saint-Michel, dove era abate il suo concittadino Suppone, un monaco proveniente dall'abbazia piemontese di San Benigno di Fruttuaria.  Nel 1042 decide di trasferirsi a Rouen, e, attraversando la selva di Ouche con un suo discepolo, viene assalito da briganti, che spogliano i due di ogni cosa, e Lanfranco rimane con la sola tonaca: ricordandosi di una simile sventura subita da Libertino di Agrigento (narrata nei Dialoghi di Papa Gregorio I), Lanfranco offre ai briganti la sua tonaca, pur di essere liberato con il suo compagno. I briganti, convinti di una presa in giro, lo lasciano nudo legato ad un albero insieme al compagno. In quel momento Lanfranco fa un voto: si promette a Dio se riusciranno a scamparla e, in un istante, i lacci si sciolgono.[3] Così avviene ed entra nel monastero benedettino di Bec, fondato otto anni prima sui propri possedimenti di Brionne da Erluino, un nobile che aveva deciso di dedicarsi a una vita di preghiere. I trentacinque monaci appartenenti alla comunità vivevano semplicemente in un regime di vita semi-eremitica. Oltre ai dettati della dialettica, si occupa di ampliare e modificare le strutture architettoniche del monastero, e crea nuovi alloggi per i confratelli  Nel 1045 Lanfranco diviene priore del monastero e dirige la scuola dei monaci; nel 1059 apre la scuola anche ai laici, per ottenere fondi coi quali ricostruire il monastero. La fama del suo insegnamento attira allievi dalla Francia, dalle Fiandre, dalla Germania e dall'Italia fra i quali Ivo di Chartres, Anselmo d'Aosta, Anselmo di Lucca e Anselmo da Baggio, poi papa Alessandro II. Quando Lanfranco si sposta nel 1063 a Caen, numerosi allievi lo seguono nella nuova sede, sebbene ora nella scuola del Bec insegni un illustre ex allievo di Lanfranco, il famoso Anselmo d'Aosta, con cui coltivò una profonda amicizia.  Si oppone alle teorie eucaristiche formulate da Berengario di Tours, partecipando ai sinodi di Vercelli nel 1050, di Tours del 1055 e di Roma del 1059; scrive il Libellus de sacramento corporis et sanguinis Christi contra Berengarium, che lo consacra miglior teologo del suo tempo.  Consigliere del nobile normanno Guglielmo il Bastardo, nel 1053 si oppone alle sue nozze, in contrasto col diritto canonico, con la cugina Matilde di Fiandra; in seguito alle minacce di Guglielmo di esiliarlo, nel 1059 Lanfranco, già a Roma per partecipare al sinodo di condanna di Berengario, ottiene da papa Niccolò II una dispensa per il matrimonio. In cambio Guglielmo fa costruire a Caen un monastero femminile e uno maschile, dedicato a santo Stefano, del quale Lanfranco diviene il primo abate nel 1066.  Intanto in Inghilterra Edoardo il Confessore, re dal 1043 al 1066, figlio di una normanna, non avendo eredi nomina suo successore il figlio di suo cugino Roberto, Guglielmo il Bastardo, ma alla sua morte la dieta dei nobili inglesi proclama re il sassone Aroldo, cognato di Edoardo. Nello stesso anno Guglielmo sbarca con un esercito in Inghilterra per far valere con la forza i suoi diritti al trono.  Con la vittoria nella battaglia di Hastings, Guglielmo s'impadronisce dell'Inghilterra, guadagnandosi così il nome di Guglielmo il Conquistatore, ma la rivolta contro di lui prosegue, favorita anche dai vescovi locali; avendo bisogno di una gerarchia ecclesiastica fidata, ottiene nel 1070 dal papa Alessandro II la nomina di Lanfranco ad arcivescovo di Canterbury estromettendo l'infido arcivescovo Stigand.  Ora si tratta di rendere Canterbury la sede vescovile più importante d'Inghilterra; Lanfranco viene a contrasto col vescovo Tommaso di York che non intende rinunciare alle sue prerogative. Nel concilio di Winchester del 1072 Lanfranco presenta alcuni falsi documenti, da lui attribuiti a Beda il Venerabile, per sostenere la supremazia della sede di Canterbury su tutti i vescovadi d'Inghilterra, autorità che il Concilio riconosce.  Fa costruire per sé un palazzo, la famosa cattedrale, una prioria e numerosi monasteri, in cui trasferisce monaci dalla Normandia; cerca anche di ottenere una parziale autonomia da Roma venendo anche a contrasto con papa Gregorio VII. Per ottenere consensi dal clero e dalla nobiltà inglese, permette il matrimonio dei parroci di campagna e l'investitura vescovile ad opera di principi laici; accentra il controllo sulle circoscrizioni ecclesiastiche trasferendo le sedi episcopali provinciali nelle città più importanti. Col tempo i Normanni s'impadroniscono del governo delle province, delle chiese e delle potenti abbazie.  Operando col pieno appoggio di Guglielmo, che nei periodi di assenza dall'Inghilterra gli affida la direzione della vita politica, Lanfranco ricambia la fiducia, e sventa nel 1075 la cospirazione contro re Guglielmo organizzata dai conti di Norfolk e di Hereford.  Muore nel 1089 ed è sepolto nella sua cattedrale. È stato beatificato dalla Chiesa e la sua ricorrenza cade il 28 maggio.  Opere Restano di lui scritti di scarsa importanza, tranne l'opuscolo Liber de corpore et sanguine Domini contro Berengario di Tours; il Commentario sui Salmi (perduto) e il Commentario su S. Paolo; gli Statuta sive decreta pro ordine S. Benedicti, spiegazione della Regola benedettina; Note sulle Collationes di Cassiano; il Liber de celanda confessione, dove dimostra tutto il rispetto che si deve al penitente nel porsi all'interno della sua condizione di peccatore, e le Epistolae.  Inoltre Milone Crispino gli dedico una biografia, la Vita Lanfranci.[3]  Dottrina Combatté la teoria eucaristica di Berengario di Tours, che negava la reale presenza del Cristo nell'eucaristia, poiché se si mantengono gli accidenti dell'ostia, secondo la logica aristotelica si deve mantenere anche la sostanza e dunque l'ostia non contiene realmente il sangue e il corpo di Cristo; Lanfranco, nel Liber de corpore et sanguine Domini, sostiene invece che dopo la consacrazione il pane e il vino si trasformano realmente nel corpo e nel sangue di Cristo, pur conservando le primitive apparenze. A questa conclusione non giunge però con le armi della logica ma con la fede e con l'autorità dei Padri della Chiesa alla quale è necessario che la dialettica si sottometta. Rimprovera Berengario: «...abbandonando le sacre autorità ti rifugi nella dialettica, ma se io dovessi ricevere o dare una risposta a proposito dei misteri della fede, preferirei sentirmi rispondere e rispondere io stesso, che riguardano le sante autorità piuttosto che le ragioni della dialettica».  Logico celebrato, non può condannare la dialettica, che ritiene possa aiutare a comprendere anche i misteri divini, ma che deve sottomettersi all'autorità della Scritture quando entri in conflitto con esse.  Genealogia episcopale e successione apostolica La genealogia episcopale è:  Arcivescovo Robert di Jumièges Vescovo Guglielmo il Normanno Arcivescovo Lanfranco di Canterbury La successione apostolica è:  Arcivescovo Tommaso di York (1070) Vescovo Pietro di Lichfield Vescovo Osbern FitzOsbern  Vescovo Gilla Patrick Vescovo Hugh d’Orivalle  Vescovo Arnost di Rochester, O.S.B.  Vescovo Gundulf di Rochester, O.S.B. (1077) Vescovo Osmundo di Salisbury (1078) Vescovo Robert Losinga Vescovo Donagh O’Haingly, O.S.B. (1085) Vescovo Robert of Limesy (1086) Vescovo William of Beaufeu (1086) Vescovo Maurice (vescovo di Londra) (1086) Vescovo Gosfrid di Chichester (1087) Vescovo Jean de Villule (di Tours) Lanfranco di Caterbury in Santi e Beati, su santiebeati.it. URL consultato il 14 settembre 2017. ^ Sito Santi e Beati, su santiebeati.it.  Nino Borsellino, Walter Pedullà Storia generale della letteratura italiana Vol. I Il Medioevo le origini e il Duecento Gruppo Editoriale L'Espresso (1 gennaio 2004) Bibliografia Gibson M., Lanfranco. Da Pavia al Bec ed a Canterbury, Jaca Book, Milano, 1989. De Bouard M., Guglielmo il Conquistatore, Salerno Editrice, Roma, 1989. Lanfranco di Pavia e l'Europa del secolo XI nel IX centenario della morte, 1089-1989. Atti del Convegno internazionale di studi (Pavia, Almo Collegio Borromeo, 21-24 settembre 1989), a cura di G. d'Onofrio, Herder, Roma, 1993. C. Martello, Lanfranco contro Berengario. CUECM, Catania, 2001. Nino Borsellino, Walter Pedullà Storia generale della letteratura italiana Vol. I Il Medioevo le origini e il Duecento Gruppo Editoriale L'Espresso (1 gennaio 2004) H. E. J. Cowdrey, LANFRANCO da Pavia, santo, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 63, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2004. URL consultato il 13 agosto 2017. Modifica su Wikidata Altri progetti Collabora a Wikimedia Commons Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Lanfranco di Canterbury Collegamenti esterni Lanfranco di Pavia, in Dizionario di filosofia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2009. Modifica su Wikidata Lanfranco di Pavìa, su sapere.it, De Agostini. Modifica su Wikidata (EN) Lanfranc, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc. Modifica su Wikidata (DE) Lanfranco di Canterbury, su ALCUIN, Università di Ratisbona. Modifica su Wikidata Opere di Lanfranco di Canterbury, su MLOL, Horizons Unlimited. Modifica su Wikidata (EN) Opere di Lanfranco di Canterbury, su Open Library, Internet Archive. Modifica su Wikidata (FR) Bibliografia su Lanfranco di Canterbury, su Les Archives de littérature du Moyen Âge. Modifica su Wikidata (EN) Lanfranco di Canterbury, in Catholic Encyclopedia, Robert Appleton Company. Modifica su Wikidata (EN) David M. Cheney, Lanfranco di Canterbury, in Catholic Hierarchy. Modifica su Wikidata Lanfranco di Canterbury, su Santi, beati e testimoni, santiebeati.it. Modifica su Wikidata PredecessoreArcivescovo di CanterburySuccessoreStigand (1052-1070)1070 - 1089Anselmo d'Aosta. Portale Biografie   Portale Filosofia Categorie: Teologi italiani Filosofi italiani dell'XI secoloVescovi cattolici italiani dell'XI secoloMorti nel 1089 Morti il 28 maggioNati a Pavia Morti a CanterburyArcivescovi di CanterburyArcivescovi britannici Beati italiani Scrittori medievali in lingua latina Teologi benedettini [altre]. Lanfranco di Pavia. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Pavia,” pel Gruppo di Gioco di H. P. Grice, The Swimming-Pool Library. Pavia

 

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