Luigi
Speranza -- Grice e Patrizi. (Cres, Italia). Nasce a Italia da sangue croata. A
questo proposito circa venti anni più tardi si espresse P. nell'Historia diece dialoghi di M.
Francesco Patritio, ne' quali si ragiona di tutte le cose appartenenti
all'historia, et allo scriverla, et all'osservarla e nel Della Retorica
stampati a Venezia, nei quali «P. esprime il rimpianto per una lingua originaria,
basata sulla conoscenza delle cose |..]. Patrizi esalta Giuseppe Porta detto il
Salviati, artefice di un tentativo di ricostruire il vero "linguaggio
universale delle cose" e "d'inventare tutti i suoni naturali di tutte
le cose, et di lor figure, et delle lettere naturali, et delle preferenze loro,
in ogni lingua, e della musica terrena e celeste e de pianeti, fonte di tutti
effetti magici et astronomici"» Nace a Cres e muore a Roma. Studia
mercanzia, grammatica e latino a Venezia, impara il greco a Ingolstadt. Di
importantissimo impatto sui suoi lavori successivi fu la lettura della
Theologia di FICINO (si veda) che lo avvicinò alle idee platoniche. Si avvicina
alle teorie sul linguaggio naturale e scrisse Nova de universis philosophia,
Mystica philosophia e Magia philosophica che gli valsero il controllo
dell'Inquisizione. PAOLO ALBANI, BERLINGHIERO
BUONARROTI, Aga magéra difúra. Dizionario delle lingue immaginarie, Bologna,
Zanichelli. Influenza in Italia. PORTA nascea Castelnuovo Garfagnana e muore a
Venezia. Pittore, matematico, astronomo e astrologo italiano, studia a Roma,
dove conosce il maestro Francesco SALVIATI (del quale assunse il cognome),
assieme al quale si trasferì poi a Venezia. Ivi, tra le tante opere, si occupa
della decorazione del soffitto della Marciana e affresca la sala regia dei
Palazzi vaticani a Roma. Nella prima parte del Codice Marciano Porta affronta
il tema del rapporto tra movimento degli astri e linguaggio, indagando la
formazione degl’elementi vocali, definendo un'embrionale tassonomia dei suoni e
prospettando la possibilità di una loro riproduzione ARTIFICIALE attraverso
appropriati dispositivi meccanici.Per approfondimenti vedasi treccani.it/enciclopedia/giuseppe-porta
Dizionario-Biografico, a cura di Biffis. Le testimonianze di BORDONI (si
veda) e di P., sebbene non codifichino affatto un nuovo metodo di scrittura e
comunicazione, devono essere considerate importanti perché dimostrano che in
Italia vi sono delle speculazioni intorno alla possibilità d'istituzione di una
lingua filosofica perfetta. Francesco Patrizi. Patrizi. Keywords:
deutero-esperanto. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Patrizi”. Patrizi.
Luigi
Speranza -- Grice e Pattio: la ragione conversazionale e la diaspora di Crotone
-- Roma – filosofia pugliese -- filosofia italiana – Luigi Speranza (Taranto). Filosofo
italiano.Taranto, Puglia. A Pythagorean,
cited by Giamblico. Grice: “Cicerone says that this is best spelt ‘Pazzio’!” --
Pattio.
Luigi
Speranza -- Grice e Paulino: la ragione
conversazionale e il portico romano, la ragione e l’implicatura conversazionale
-- Roma – filosofia campanese -- filosofia italiana – Luigi Speranza (Nola). Filosofo
italiano. Nola, Napoli, Campania. A wealthy man. He has a career in public life
before becoming a philosopher. He writes many poems and letters, some of which
survive. Some see the influence of the Portico on his views concerning the
ascetic life. His son is Giovio. Grice: “I like Paulino – for one, that’s my
Christian name!” -- Paulino.
Luigi
Speranza -- Grice e Pausania: all’isola -- la ragione conversazionale e la
scuola di Girgenti – Roma – filosofia italiana – Luigi Speranza (Girgenti). Filosofo italiano.
Girgenti, Sicilia. A friend of Empedocle di GIRGENTI (si veda) – and the
dedicatee of one of his poems. P. wites an an account of his tutor’s life and death. Grice:
“We English are lucky: there is only one philosopher from Ockham: Ockham. From
Girgenti, however, Italians have Empedocle and Pausania!” Grice: “Strawson
advised me that I should refer to Emepedocle as Girgenti and Pausania as
Girgentino, just for the sake of the difference!” -- Pausania.
Luigi Speranza --
Grice e Pavia: la ragione conversazaionale e l’implicatura conversazionale
-- mi chiamo Lanfranco – filosofia
italiana – Luigi Speranza
(Pavia). Filosofo italiano. Lanfranco. Lanfranco di Canterbury. Beato Lanfranco
di Canterbury Lanfranco con ai piedi Berengario di Tours, che sostene che la
presenza di Cristo nell'Eucaristia è puramente simbolica, tesi alla quale
Lanfranco si è opposto decisamente. Tela. Vescovo Morte
Canterbury Venerato da Chiesa cattolica Ricorrenza Manuale Lanfranco di Pavia
arcivescovo della Chiesa cattolica Incarichi
ricopertiArcivescovo di Canterbury Nato1005 circa a Pavia
Consacrato vescovo29 agosto 1070 Deceduto28 maggio 1089 a Canterbury
Manuale Lanfranco di Canterbury o di Pavia (Pavia, 1005 circa –
Canterbury, 28 maggio 1089) è stato un teologo, filosofo e vescovo cattolico
italiano, venerato come beato dalla Chiesa cattolica[2]. Indice
1Biografia 2Opere 3Dottrina 4Genealogia episcopale e successione apostolica
5Note 6Bibliografia 7Altri progetti 8Collegamenti esterni Biografia Lanfranco
nacque intorno al 1005 a Pavia, figlio di Ambaldo, magistrato appartenente
all'ambiente del sacrum palatium. Secondo un suo biografo: «...fu istruito fin
dalla fanciullezza nelle scuole di arti liberali e di diritto civile a Bologna[3].
Ancora molto giovane, ebbe spesso il sopravvento nei processi su avversari
sperimentati per la travolgente eloquenza del suo preciso argomentare. A
quell'età seppe stilare sentenze apprezzate da giuristi e giudici.»[senza
fonte] Nel 1035 si trasferisce ad Avranches, in Normandia, dove nel 1040
apre una scuola di lettere e dialettica alle dipendenze dell'abbazia di
Mont-Saint-Michel, dove era abate il suo concittadino Suppone, un monaco
proveniente dall'abbazia piemontese di San Benigno di Fruttuaria. Nel
1042 decide di trasferirsi a Rouen, e, attraversando la selva di Ouche con un
suo discepolo, viene assalito da briganti, che spogliano i due di ogni cosa, e
Lanfranco rimane con la sola tonaca: ricordandosi di una simile sventura subita
da Libertino di Agrigento (narrata nei Dialoghi di Papa Gregorio I), Lanfranco
offre ai briganti la sua tonaca, pur di essere liberato con il suo compagno. I
briganti, convinti di una presa in giro, lo lasciano nudo legato ad un albero
insieme al compagno. In quel momento Lanfranco fa un voto: si promette a Dio se
riusciranno a scamparla e, in un istante, i lacci si sciolgono.[3] Così avviene
ed entra nel monastero benedettino di Bec, fondato otto anni prima sui propri
possedimenti di Brionne da Erluino, un nobile che aveva deciso di dedicarsi a
una vita di preghiere. I trentacinque monaci appartenenti alla comunità
vivevano semplicemente in un regime di vita semi-eremitica. Oltre ai dettati
della dialettica, si occupa di ampliare e modificare le strutture
architettoniche del monastero, e crea nuovi alloggi per i confratelli Nel
1045 Lanfranco diviene priore del monastero e dirige la scuola dei monaci; nel
1059 apre la scuola anche ai laici, per ottenere fondi coi quali ricostruire il
monastero. La fama del suo insegnamento attira allievi dalla Francia, dalle
Fiandre, dalla Germania e dall'Italia fra i quali Ivo di Chartres, Anselmo
d'Aosta, Anselmo di Lucca e Anselmo da Baggio, poi papa Alessandro II. Quando
Lanfranco si sposta nel 1063 a Caen, numerosi allievi lo seguono nella nuova
sede, sebbene ora nella scuola del Bec insegni un illustre ex allievo di
Lanfranco, il famoso Anselmo d'Aosta, con cui coltivò una profonda
amicizia. Si oppone alle teorie eucaristiche formulate da Berengario di
Tours, partecipando ai sinodi di Vercelli nel 1050, di Tours del 1055 e di Roma
del 1059; scrive il Libellus de sacramento corporis et sanguinis Christi contra
Berengarium, che lo consacra miglior teologo del suo tempo. Consigliere
del nobile normanno Guglielmo il Bastardo, nel 1053 si oppone alle sue nozze,
in contrasto col diritto canonico, con la cugina Matilde di Fiandra; in seguito
alle minacce di Guglielmo di esiliarlo, nel 1059 Lanfranco, già a Roma per
partecipare al sinodo di condanna di Berengario, ottiene da papa Niccolò II una
dispensa per il matrimonio. In cambio Guglielmo fa costruire a Caen un
monastero femminile e uno maschile, dedicato a santo Stefano, del quale
Lanfranco diviene il primo abate nel 1066. Intanto in Inghilterra Edoardo
il Confessore, re dal 1043 al 1066, figlio di una normanna, non avendo eredi
nomina suo successore il figlio di suo cugino Roberto, Guglielmo il Bastardo,
ma alla sua morte la dieta dei nobili inglesi proclama re il sassone Aroldo,
cognato di Edoardo. Nello stesso anno Guglielmo sbarca con un esercito in
Inghilterra per far valere con la forza i suoi diritti al trono. Con la
vittoria nella battaglia di Hastings, Guglielmo s'impadronisce
dell'Inghilterra, guadagnandosi così il nome di Guglielmo il Conquistatore, ma
la rivolta contro di lui prosegue, favorita anche dai vescovi locali; avendo
bisogno di una gerarchia ecclesiastica fidata, ottiene nel 1070 dal papa
Alessandro II la nomina di Lanfranco ad arcivescovo di Canterbury estromettendo
l'infido arcivescovo Stigand. Ora si tratta di rendere Canterbury la sede
vescovile più importante d'Inghilterra; Lanfranco viene a contrasto col vescovo
Tommaso di York che non intende rinunciare alle sue prerogative. Nel concilio
di Winchester del 1072 Lanfranco presenta alcuni falsi documenti, da lui attribuiti
a Beda il Venerabile, per sostenere la supremazia della sede di Canterbury su
tutti i vescovadi d'Inghilterra, autorità che il Concilio riconosce. Fa
costruire per sé un palazzo, la famosa cattedrale, una prioria e numerosi
monasteri, in cui trasferisce monaci dalla Normandia; cerca anche di ottenere
una parziale autonomia da Roma venendo anche a contrasto con papa Gregorio VII.
Per ottenere consensi dal clero e dalla nobiltà inglese, permette il matrimonio
dei parroci di campagna e l'investitura vescovile ad opera di principi laici;
accentra il controllo sulle circoscrizioni ecclesiastiche trasferendo le sedi
episcopali provinciali nelle città più importanti. Col tempo i Normanni
s'impadroniscono del governo delle province, delle chiese e delle potenti
abbazie. Operando col pieno appoggio di Guglielmo, che nei periodi di
assenza dall'Inghilterra gli affida la direzione della vita politica, Lanfranco
ricambia la fiducia, e sventa nel 1075 la cospirazione contro re Guglielmo
organizzata dai conti di Norfolk e di Hereford. Muore nel 1089 ed è
sepolto nella sua cattedrale. È stato beatificato dalla Chiesa e la sua
ricorrenza cade il 28 maggio. Opere Restano di lui scritti di scarsa
importanza, tranne l'opuscolo Liber de corpore et sanguine Domini contro
Berengario di Tours; il Commentario sui Salmi (perduto) e il Commentario su S.
Paolo; gli Statuta sive decreta pro ordine S. Benedicti, spiegazione della
Regola benedettina; Note sulle Collationes di Cassiano; il Liber de celanda
confessione, dove dimostra tutto il rispetto che si deve al penitente nel porsi
all'interno della sua condizione di peccatore, e le Epistolae. Inoltre
Milone Crispino gli dedico una biografia, la Vita Lanfranci.[3] Dottrina
Combatté la teoria eucaristica di Berengario di Tours, che negava la reale
presenza del Cristo nell'eucaristia, poiché se si mantengono gli accidenti
dell'ostia, secondo la logica aristotelica si deve mantenere anche la sostanza
e dunque l'ostia non contiene realmente il sangue e il corpo di Cristo; Lanfranco,
nel Liber de corpore et sanguine Domini, sostiene invece che dopo la
consacrazione il pane e il vino si trasformano realmente nel corpo e nel sangue
di Cristo, pur conservando le primitive apparenze. A questa conclusione non
giunge però con le armi della logica ma con la fede e con l'autorità dei Padri
della Chiesa alla quale è necessario che la dialettica si sottometta.
Rimprovera Berengario: «...abbandonando le sacre autorità ti rifugi nella
dialettica, ma se io dovessi ricevere o dare una risposta a proposito dei
misteri della fede, preferirei sentirmi rispondere e rispondere io stesso, che
riguardano le sante autorità piuttosto che le ragioni della dialettica».
Logico celebrato, non può condannare la dialettica, che ritiene possa aiutare a
comprendere anche i misteri divini, ma che deve sottomettersi all'autorità
della Scritture quando entri in conflitto con esse. Genealogia episcopale
e successione apostolica La genealogia episcopale è: Arcivescovo Robert
di Jumièges Vescovo Guglielmo il Normanno Arcivescovo Lanfranco di Canterbury
La successione apostolica è: Arcivescovo Tommaso di York (1070) Vescovo
Pietro di Lichfield Vescovo Osbern FitzOsbern
Vescovo Gilla Patrick Vescovo Hugh d’Orivalle Vescovo Arnost di Rochester, O.S.B. Vescovo Gundulf di Rochester, O.S.B. (1077)
Vescovo Osmundo di Salisbury (1078) Vescovo Robert Losinga Vescovo Donagh
O’Haingly, O.S.B. (1085) Vescovo Robert of Limesy (1086) Vescovo William of
Beaufeu (1086) Vescovo Maurice (vescovo di Londra) (1086) Vescovo Gosfrid di Chichester
(1087) Vescovo Jean de Villule (di Tours) Lanfranco di Caterbury in Santi e
Beati, su santiebeati.it. URL consultato il 14 settembre 2017. ^ Sito Santi e
Beati, su santiebeati.it. Nino Borsellino, Walter Pedullà Storia generale
della letteratura italiana Vol. I Il Medioevo le origini e il Duecento Gruppo
Editoriale L'Espresso (1 gennaio 2004) Bibliografia Gibson M., Lanfranco. Da
Pavia al Bec ed a Canterbury, Jaca Book, Milano, 1989. De Bouard M., Guglielmo
il Conquistatore, Salerno Editrice, Roma, 1989. Lanfranco di Pavia e l'Europa
del secolo XI nel IX centenario della morte, 1089-1989. Atti del Convegno
internazionale di studi (Pavia, Almo Collegio Borromeo, 21-24 settembre 1989),
a cura di G. d'Onofrio, Herder, Roma, 1993. C. Martello, Lanfranco contro
Berengario. CUECM, Catania, 2001. Nino Borsellino, Walter Pedullà Storia
generale della letteratura italiana Vol. I Il Medioevo le origini e il Duecento
Gruppo Editoriale L'Espresso (1 gennaio 2004) H. E. J. Cowdrey, LANFRANCO da
Pavia, santo, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 63, Roma, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana, 2004. URL consultato il 13 agosto 2017. Modifica su
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Lanfranco di Pavia, in Dizionario di filosofia, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana, 2009. Modifica su Wikidata Lanfranco di Pavìa, su sapere.it, De
Agostini. Modifica su Wikidata (EN) Lanfranc, su Enciclopedia Britannica,
Encyclopædia Britannica, Inc. Modifica su Wikidata (DE) Lanfranco di
Canterbury, su ALCUIN, Università di Ratisbona. Modifica su Wikidata Opere di
Lanfranco di Canterbury, su MLOL, Horizons Unlimited. Modifica su Wikidata (EN)
Opere di Lanfranco di Canterbury, su Open Library, Internet Archive. Modifica
su Wikidata (FR) Bibliografia su Lanfranco di Canterbury, su Les Archives de
littérature du Moyen Âge. Modifica su Wikidata (EN) Lanfranco di Canterbury, in
Catholic Encyclopedia, Robert Appleton Company. Modifica su Wikidata (EN) David
M. Cheney, Lanfranco di Canterbury, in Catholic Hierarchy. Modifica su Wikidata
Lanfranco di Canterbury, su Santi, beati e testimoni, santiebeati.it. Modifica
su Wikidata PredecessoreArcivescovo di CanterburySuccessoreStigand
(1052-1070)1070 - 1089Anselmo d'Aosta. Portale Biografie Portale
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cattolici italiani dell'XI secoloMorti nel 1089 Morti il 28 maggioNati a Pavia Morti
a CanterburyArcivescovi di CanterburyArcivescovi britannici Beati italiani Scrittori
medievali in lingua latina Teologi benedettini [altre]. Lanfranco di Pavia.
Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Pavia,” pel Gruppo di Gioco di H. P. Grice, The
Swimming-Pool Library. Pavia
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