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Monday, January 27, 2025

LUIGI SPERANZA -- GRICE ITALO A-Z M MAS

 

Luigi Speranza -- Grice e Masci: l’implicatura conversazionale -- critica della critica della ragione – implicatura solidale – la scuola di Francavilla al Mare -- filosofia abruzzese -- filosofia italiana – Luigi Speranza (Francavilla al Mare). Filosofo italiano. Francavilla al Mare, Chieti, Abruzzo. Grice: “But perhaps more interesting that his explorations on the judicative are Masci’s conceptual analysis, and fascinating ‘natural’ history of the will, with a focus on Aristotle!” Grice: “Like Masci, I make a conceptual connetction between willing and free-will.” – or “volonta” e “liberta” in his words!” -- Grice: “I like Maci; he has philosophised on forms of intuition and instincdt – cf. my “Needs’ – and what he calls the psycho-physical materialism. Also on what he calls the psychological parallelism – He spent a few essays on quantification and measurement in atters of the soul -- -- and speaks of an ‘indirect measure’ in psychology. He has opposed ‘conoscenza’ to ‘credenza’ (cf. my knowledge and belief), and further, ‘conosecenza and pensiero’, knowledge and thought.  Nato in una famiglia della borghesia abruzzese, perse il padre all'età di 4 anni. Frequenta il collegio Giambattista Vico di Chieti e, completati gli studi liceali, e allievo di MOLA, che gli insegna filosofia. Inizia  gli studi di giurisprudenza all'Napoli, dove si laureò ed in seguito studiò scienze politico-amministrative. Comincia ad approfondire le sue conoscenze filosofiche grazie alle lezioni tenute da Spaventa nella stessa città. Influenzato dalla sua formazione universitaria e dallo stesso Spaventa, al centro dei suoi primi studi c'era il pensiero di Kant e Hegel.  Ottenne la cattedra di professore reggente di filosofia  a Chieti, prima dell'abilitazione che gli fu consegnata a Pisa. Inoltre venne nominato vincitore di un concorso della Reale Accademia delle scienze morali e politiche grazie ad un saggio sulla Critica della ragion pura. Divenne libero docente di filosofia teoretica all'Napoli e, l'anno successivo, di storia della filosofia presso l'Pavia. Abbandona l'insegnamento a Chieti per recarsi a Padova, dove era stato nominato professore straordinario di filosofia morale. All'istituto scolastico lasciò numerosi scritti sulla filosofia antica. Un anno dopo divenne Professore all'Napoli.  Ottenne la carica di rettore dell'Napoli e di consigliere comunale della medesima città. Nel corso della sua carriera politica fu eletto deputato dal collegio di Ortona al Mare per la legislatura e fu un sostenitore di  Annunzio. Entra nel Senato del Regno, dove intervenne più volte sul tema dell'istruzione pubblica. Sosteneva la maggiore importanza della formazione classica rispetto a quella tecnica o scientifica nelle scuole secondarie.   Liceo scientifico "Filippo Masci" a Chieti Fu Presidente dell'Accademia di lettere ed arti della Società Reale di Napoli, socio della Regia Accademia dei Lincei, membro del Consiglio superiore dell'Istruzione Pubblica e di altre istituzioni culturali. Presso i lincei difese l'importanza di Kant e Fichte in contrasto con le parole di Luzzati che li aveva criticati per essere filosofi tedeschi. S’erige un busto commemorativo a Francavilla al Mare e il neonato liceo scientifico di Chieti fu intitolato in suo onore. Nel corso della sua carriera conobbe Scarfoglio e Annunzio, che continuò a frequentare negli anni successivi. Inoltre fu tenuto in grande considerazione da Spaventa. Compone “Pensiero e conoscenza”, in cui sono racchiusi gli aspetti più importanti della sua filosofia. Ha molteplici interessi (filosofia, psicologia, sociologia, pedagogia, diritto e storia) ed è considerato uno dei più importanti esponenti del neo-kantismo o neo-criticismo, avendo rifiutato sia alcune posizioni di Spaventa, sia l'affermato positivismo di Ardigò, che esclude ogni possibile principio a priori della conoscenza. La ripresa della filosofia di Kant e segnata dalla convinzione che e sbagliato ridurre la realtà a pura rappresentazione, ma anche dal tentativo di studiare la genesi psicologica delle categorie e quindi negare la loro formulazione numericamente rigida. Nel materialismo psico-fisico cerca di dimostrare l'unità tra anima e natura in una concezione psico-fisica della realtà, ma la sua filosofia e criticata da Gentile, anche a causa della mancata adesione al ne-oidealismo. Altri saggi: “Le forme dell'intuizione” (Vecchio, Chieti); “L’istinto” (Società Reale, Napoli); “Il materialismo psico-fisico”“Il parallelismo in psicologia, “Atti dell'Accademia di Napoli”, Napoli  Intellettualismo e pragmatismo, “Atti della Regia Accademia delle Scienze morali e politiche”, Napoli, “Quantità e misura nei fenomeni psichici”Memoria letta all'Accademia di Scienze Morali e Politiche della Società Reale di Napoli. Napoli: Federico Sangiovanni et Figlio, “Della misura indiretta in psicologia.”Conoscenza scientifica e conoscenza matematica. Napoli: Federico Sangiovanni et Figlio, “Credenza e conoscenza”  -- “I like the latest bit, where he discusses the reciprocity of the faculties” – Grice.)  Atti dell'Accademia di Napoli”, Napoli, “Pensiero e conoscenza,”Bocca Editori, Commendatore dell'Ordine della Corona d'Italian astrino per uniforme ordinaria Commendatore dell'Ordine della Corona d'Italia Ufficiale dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro nastrino per uniforme ordinaria Ufficiale dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro Note  Schede di personalità abruzzesi importanti nel campo della filosofia, Regione Abruzzo).  Storia del liceo M. e biografia, Liceo M.).  Discorso di commiato per la morte di Masci, su notes 9. senato. Pietrangeli, M. e il suo neocriticismo, Milani, Padova, Gentile, M.: dal criticismo kantiano al monismo psicofisico, Noubs, Chieti. Giuseppe Landolfi Petrone, M., Dizionario biografico degli italiani,  Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Atreccani Enciclopedie, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. M., in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Opere M., su Liber Liber.  Opere di M., su open MLOL, Horizons Unlimited srl.  M., su storia.camera, Camera dei deputati. M. su Senatori d'Italia, Senato della Repubblica. Differenza tra la filosofia e le scienze pparticolari. Oggetto  della Filosofia. La Gnoseologia e la Filosofia prima come parti fondamentali della Filosofia generale. Distinzione dei sistemi filosofici, loro significato e importanza. Distinzione delle altre parti della Filosofia generale ed applicata, partizione  e limiti della Filosofia elementare. LOGICA PRELIMINARE. CONCETTO DELLA LOGICA E SUE ARTI. La Logica come scienza formale e dimostrativa, sua definizione. Importanza della Logica. Suo rapporto con le altre  parti della Filosofia e con la scienza. Pensiero e conoscenza; divisione generale della Logica. Nozioni preliminari sulle formo elementari, concetto, giudizio, sillogismo; forme metodiche. I PRINCIPII LOOICI.   Determinazione dei principii. Il principio d'identità. Il principio di contraddizione, valore di questo  principio. Il principio di terzo escluso. Il  principio della ragion sufficiente. Valore dei principii  logici. Illustrazioni filologiche. Logica, dialettica, annliticn, elementi, c oncetto, nota, rappresenzione, teoria. Teorema, problema/Speculativo. Astratto e concreto, soggetto ed oggetto, contenuto ed estensione, analisi e sintesi. Teoria delle forme elementari.  Il concetto. Formazioni: k natura dei. concetto.  Il concetto e l’astrazione. L'iinagine concettuale. Il concetto e la parola. Caratteri del concetto. Il concetto e l'essenza. Il concetto e il giudizio. II. CONCETTO CONSIDERATO IN SE STESSO. Lo note, loro significato rispetto all'unità del concetto, e loro  ordine in esso. Concetti nstrutti e concreti; qualità,  generi, specie, forme diverse dell'astrazione. Nota e  parte, concetti di relnzioue, Contenuto ed estensione  dei concetti, rapporto tra il contenuto e 1' estensione. Contenuto ed estensione nei concetti di relaziono. Della  chiarezza del concetto. Il concetto considerato in rapporto ad altri concetti.  Rapporto d identità e diversità, concetti equipollenti e concetti reciproci, significato delle parole sinonimo ed omonimo. Rapporto d'opposizione, concetti limitativi e privativi, concetti in opposizione contraria reciproca. Rapporto «li  subordinazione e coordinazione, contiguità ed interferenza dei concetti, i sistemi dei concetti. Subordinazione e coordinazione dei concetti di relazione, condizione e condiziauato, principio e conseguenza. Le categorie. Categorie grammaticali, logiche e gnoseologiche, classificazione aristotelica delle categorie, differenza tra le categorie logiche  e le grammaticali. Le categorie gnoseologiche, la classificazione kantiana, Le categorie di .sostanza e di  causa; il numero come epicategoria. Grammatica e Logica.  Elementi materiali ed elementi formali del linguaggio. Influenza del pensiero sul carattere formale della lingua. Influenza delle forme grammaticali sullo sviluppo del  pensiero. Il Giudizio. Del giudizio in generale.  Definizione logica del giudizio, le definizioni realistiche e le  logiche, teoria del Brentano, Elementi dol giudizio,  Della classificazione dei giudizu.  La classificazione tradizionale dei giudizii e il suo fondamento logico. Discussione delle obiezioni contro d i  essa, Forme dei giudizii secondo la qualità -- il giudizio affermativo e le varie specie d'identità da esso espresse; il giudizio negativo, sua essenza e sue forme principali, limite della  predicazione negativa; r) il giudizio infinito, se è una forma a sé  rapporto te» l affennaaione e la negazione nel giudizio infinito,’  Jorme dei giudizi! secondo la quantità; il giudizio universale, sue forme quantitativa e modale; il giudizio par-   6 ÌUdUttÌV “' se sia ™specte «ordinata  de universa ' 6 ;^! 1 giudeo individule, sue forme si laro   Polme ?-’ sua,.,rre f ucibiIità al giudizio universale, p. ICO  Forme de. giudizi, d, relazione; a) il giudizio categorico sua funzione sua irreducibilità; ») il giudizio ipotetico, se Sia .m giudeo   Ino g j 17 - 1 1 ?°|. etl ° 1 ' c> ’’ S lm,izio disgiuntivo, suo significato  logico condiziom di validità; si mostra che non iuchiudfn con  catto della re^rocità d' azione ed è un giudizio dell’estensione,   ft* e   giuiUzi. modali, critica delle obiezioni del Sigivi | deMVundt  Dki GIUDIZII COMPOSTI. Natura dei giudizii composti, loro specie. U Ghi   notti ::rr u >i r f eiazìoue <,mogen,;u 172 -§ m. (h^ CO m-   post. a relazione eterogenea, Giudizii contratti, Qnadro generale di tutte le forme dei giudizii, p. no. Giudizi analitici e sintetici.   r t i I | GÌ j d !? ÌÌ analitici - sintetici, e sintetici a priori, II  -ritmile della teoria dei giudizii sintetici a priori, significato vero  di questa teoria, Giudizi! empirici e giudizii a priori.  Delle relazioni dei concetti nei giudizii DELLE RELAZIONI DEI GIUDIZII.  Attribuzione del predicato ni soggetto nei giudizii, Dipendenza delle relazioni dei giudizii dulie relazioni del loro  contenuto, relazioni immediate, e mediate, e specie della prima  tecnica dei raziocina immediati, e schema della subalternuzioue e  dell opposizione dei giudizii. Delle trasformazioni dki annui Trasformazioni quantitative e modali per subalternazione, Trasformazioni quantitativo-qualitative e modali por  opposizione, Trasformazioni por equipollenza qualitativa, per equipollenza della relazione, per equipollenza tra la  quantità o la modalità, Teoria delle reciproche, suo  valore logico; teoria delle reciproche universali affermative ; caso  delle reciproche condizionali, (teorema di Hauberì. Lo reciproche universali negative. Lo reciproche particolari affermative e negative,  Teoria della contrapposizione, Si prova  che le reciproche e le contrapposto delle proposizioni universali  sono, quando sono possibili, vere illazioni, Il Sillogismo.   Ragionamento e Sillogismo. I gradi del sapere e le vie della ricerca, sillogismo e induzione, Strutturo del sillogismo e sua definizione,  La sillogistica aristotelica e la sillogistica delle  scuole, generalizzazione logica e generalizzazione scientifica, l'universale come fondamento ili qualunque dimostrazione, Il sillogismo categorico. Regole gonerali del sillogismo. Figure sillogistiche, Modi generali del sillogismo, e modi speciali  di ciascuna figura, Valore delle figure sillogistiche,  la quarta figuro, Specie del sillogismo; 1' entimema,   la sentenza entimematica, l'epicherema, il polisillogismo, Il sorite; sorite deduttivo e sorite induttivo, Rapporto tra la vorità dell’ illazione e la verità delle premesse  SILLOGISMO IPPOTETICO E IL SILLOGISMO DISGIUNTIVO. Il sillogismo ipotetico: impossibilità di ridurre 1 una all altra  le forme del sillogismo; sillogismo ipotetico con termine medio,  sillogismo ipotetico senza termine medio e suoi modi, Il sillogismo disgiuntivo e sue formo, Il dilemma, sue forme, sue regole,  Del riii Nciptp e dui. valore del sillogismo.   Esposizione ed esame delle obiezioni contro il valore dimostrativo del sillogismo, Critica della teoria del Mill,  che ogni ragionamento, e quindi anche il sillogismo, e un inferenza  dal particolare al particolare, Esame della quistione  se il sili ogismo sia la forma generale del raziocinio, Del principio fondamentale del sillogismo; se sia materiale o formale; i principii aristotelici e quelli del Lambert. Si dimostra che il  sillogismo si fonda sugli assiomi logici e sul principio della sostituzione dell'Identico, Teoria pei. Metodo  Metodo sistematico   Oggetto e parti del metodo; oggetto e parti del metodo si  stemutico, La definizione.   Elementi della definizione ; come 1' individuazione del concetto sia effetto della loro composizione,  Le definizioni come principii proprii nelle scienze deduttive e induttive, Concetti indefinibili e loro specie ; forme approssimate della definizione, e loro valore assoluto e comparativo, Definizione nominale e definizione reale, specie della definizione nominale, la definizione nominale induttiva; la definizione reale,  definizioni riversibili, difficoltà opposte delle definizioni metafisiche  «d empiriche, metodo delle definizioni reali induttive, definizioni reali  deduttive, Definizioni analitiche e sintetiche, la definizione genetica, Regole delle definizioni, Divisione e Classificazione. Concetto della divisione, e sue regole, Da dicotomia, sue specie, suo valore logico, La classificazione scientifica, suo fino; le classificazioni per qualità apparenti;  la classificazione tassonomica e la classificazione per serio, La classificazione per tipi, sue specie; inferiorità della classificazione per tipi alla classificazione per definizioni, Le classificazioni genetiche ; come siono apparecchiate dalla  fase comparativa delle scienze; Jifficoltà delle classificazioni genetiche, loro perfezione rispetto a tutte le altre,PnOVA DEDUTTIVA K J'HOVA INOUTTIVA.   Oggetto della prova; i principii di prova e loro specie; specie della prova, La prova deduttiva, sue forme logica e  causale, analitica e sintetica. Procedimenti e modi varii della prova  deduttiva analitica, Sqhema della prova induttiva;  la teoria dell’induzione in Aristotele, Bacone, Hume e Milli;  verità ed errore della teoria del Mill; so il calcolo dello probabilit à,  o il principio d'identità possano essere fondamento deU'induziono,  Differenza dell'induzione dall' associazione psicologica; solo fondamento della logica dell'induzione la dipendenza  della realtà da principii a da cause come una legge necessaria del  pensiero e dell'essere. L'induzione come operazione inversa della deduzione, limiti di questa teoria, Delle forme di ragionamento che sembrano, ma non sono induzioni II postulato  dell'uniformità delle leggi di natura, come debba intendersi, e quali  sieno propriamente leggi ili naturu: rapporto del postulato col principio di causa; si mostra che questo assicura non solo l’uniformità  degli effetti, ma anche l'uniformità delle cause, Gradi  dell'induzione; di verse condizioni della sua val idità nelle scienze  della natura e in quelle dello spirito; l'induzione nelle Matematiche, La PROVA ENTIMEMATICA E L'ANALOGICA.  La prova entimematica, sue specie, suo uso o valore essen¬  ziale nelle ricerche scientifiche, suo carattere deduttivo, Tecnica del ragionamefl4£jmjjlo£ieo, somiglianze e differenze  dall induzione, in che senso e in che limiti debba intendersi che  è un’inferenza dal particolare al particolare, Rapporto tra l'analogia c l'as sociazione psicolo gica: il nesso tra la funziono logica e la psicologica come causa dell'uso larghissimo dell'analogia nella prova scientifica, e dei facili errori ili cui è causa,  L a ngioma perfetta e l'impe rfetta, grudi di quest'ul-  tima, e limiti della~sua validi^, p.,'!tt "Tj Y. L'analogia d'identità  e l'analogia «li coordinuzione, La prova indiretta.  Tecnica della prova indiretta, sue forme contraddittoria e  disgiuntiva; e rrore d ella L gica tradizionale che ammette solo l a  prim a: critica delle contrarie teorie del Sigsvart e del Wundt,  La prova indiretta disgiuntiva multipla, e l’ alternativa; la prova indiretta contraddittoria, Paragono tra  la prova diretta e l’indiretta; casi del loro uso cumulati vo, e funzioni in essi della prova indiretta, 1 PUINUIPII DI PROVA.  Necessità che vi siano princi pii primi ; j vr indpii proprii,  Specie dei principii; d efinizi oni, ipotesi, postulati,  a ssio mi; caratteri logici di ciascuno di essi e loro funzioni; discussione sui caratteri dell’assioma, Il criterio della certezza consiste nell'inconcepibilità del contraddittorio, e nei postulati della verit à d ell' esperienza ~~e ifolLy informità della natura,  Sofismi .  Se la Sofistica sia una parte della Logica, Difficoltà di dare  una buona classificazione dei sofismi, esame delle classificazioni di Aristotele, del Whately e dello Stuart Alili; ragioni di ridurre i .sofismi a tre classi secondo che riguardano o le premesse, o l'illazione, o la conseguenza logica della prova, n. 3( il - Sofismi  verbali e so fismi morali, p. Sili  Sofisrnìuigici relativi alle  premesse; loro specie, premesso apparentemente vere, petizione di  principio, inversione tra principio e conseguenza, Sofismi relativi all'i llazi one, loro specie, 1 'ignorano elenchi, e il ai-  auto» probare nihil probare, So fismi r i rr» |a conse- Metodo inventivo.   Oggetto o parti del metodo inventivo, Dei metodi ikdutitvi. Analisi dell'idea di legge; leggi normative, causati, matematiche. Definizione della legge, Oggetto della ricerca   induttiva sono le leggi causali; distinzione ili esse dalle leggi di consistenza. Il concetto.sperimentale della causa. Caratteri fondamentali della causalità nella natura; la pluralità delle cause, lu molti-  plicità delle serie causali, hi composizione a collocazione delle causo,  la trasformazione delle cause, la causalità unilaterale e reciproca,  L’osservazione scientifi ca: il suo carattere fondamentale è la prevalenza del ragionamento sulla percezione. Precetti a  cui deve conformarsi. Le tre operazioni nelle quali si risolve sono,  l'analisi, l'eliminazione, la generalizzazione. Osservazione esterna  od interna, L'esperimento, suo maggior valore rispetto  all induzione. Necessità di mezzi superiori di ricerca sperimentale,  i metodi induttivi, Logica. ? o: t    guenza logica della p rova: s ofismi dedu ttivi, loro specie, sofismi di  conversione e di opposizione, sofismi por inosservanza delle regole  sillogistiche circa la qualità o quantità dell'illazione in rapporto  alla qualità e quantità dello premesso, sofismi di divisione e di  composizione, sofismi a dirlo secondimi quid ad ilictum simplieiter,  et secundunr alterimi quid. Sofismi induttivi; sofismi  di osservazione, loro specie; sofismi di generalizzazione, loro specie;  i sofismi di falso analogio derivanti dall'uso delle metafore sognano  il limite di transizione dai sofismi di pensiero ai verbali p. Dki metodi induttivi.   (muti nuaz unir)  Metodi induttivi in Bacone, Herschell e Stuart Mill, Il metodo di concordanza, Il metodo di differenza, e il metodo di concordanza negativa, Il metodo delle variazioni, Il metodo dei residui; uso cumulativo dei metodi induttivi, Limiti del valoro dei  metodi induttivi dipendenti dalla mol teplicità delle cause p ^dOili  di uno stesso effe tto, e dalle complicazioni delle cause. Necessità  dell'integrazione deduttiva per ricollegare le parti del procedimento  induttivo, Dei. metodo deduttivo.   Oggetto e forme del procedimento inventivo deduttivo ; uso  di questo procedimento nelle scienze razionali, il valore delle ijw-  tcsi in queste dipende dall'inversione del procedimento deduttivo.  Applicazione del metodo alla risolupiona dei problemi ; necessità  della dcdueione dei concetti come fondamento di esso, 11 proce dimento deduttivo nelle scienze eimteri che causali; suppone  l'induzione anteriore delle leggi causali più semplici, o consiste o  in una riduzione o in una sintesi. Necessità j ella itjerificazio D e. Il procedimento deduttivo da i uotegi causali. C ondizioni cIVih i-  missibilità delle ipot esi, Condizioni di neiificazione ;  verificazione completa e incompleta.gradi di ciascuna, osompii. p.tòO. Discussione delle cr itiche mosse all'uso dol imi unteci. Importanza dello ipotesi, e largo uso di esse in ogni ramo di scienze come  condizione del loro progresso ; condizioni soggettive ed oggettivo  delle vere ipotesi scientifiche, Haitouti tua l'induzione e la deduzione.  Divisione delle leggi in primitive e secondarie, o delle secondarie in empiriche e derivate ; limiti relativi della loro estensione,  Si mostra con l'esame dei variimodi di spiegazione  di un fenomeno, che spiegare è dedurre. Limiti della generalizzazione  nella scienza, Significato relativo della distinzione  delle scienze in induttive e deduttive ; tendenza generale delle scienze  a diventare deduttive ; difficoltà di tale trasformazione, ed Muti che  riceve dall'applicazione del Calcolo, I P li O. Definizione logica del problema, distinzione dei problemi in  ipotetici ed assoluti, e modo di risolverli, I problemi  antitetici, modi di risolverli, VEBISIMIOLIANZA QUALITATIVA.  Verisimiglianza Qualitativa e verisimiglianza quantitativa: norme logiche della prima, Delle ragioni di non credere  alle testimoniauzo contrarie a leggi causali note, Ul. e  alle uniformità non causali, Delle ragioni della incredibilità delle coincidenze e delle serie, Veiusisik; manza quantitativa. II calcolo delle probabilità e le sue norme fondamentali, I suoi presupposti: in che senso e in che limiti è vero che il  calcolo dello probabilità suppone l'ignoranza delle condizioni qualitative dell'evento, Il calcolo delle probabilità come  procedimento di eliminazione del caso; concetto logico del caso, Eliminazione del caso rispetto all'effetto; olimiuaziona del caso  rispetto alla causa, Metodi delle Matematiche.  Le Matematiche come scienze deduttive, I Metodi dell'Aritmetica come metodi di formazione dei numeri; il sistema di numerazione, e le operazioni,  L' Algebra come  scienza delle funzioni: notazioni algebriche; l'Algebra come scienza  dell'equivalenza dei modi di formazione delle quantità, La Geometria come scienza dell'equivalenza delle grandezze; i tre  metodi principali della Geometria elementare, la risoluzione delle  figure; le c ostruzioni ausilia rie, le c ostruzioni genetiche. L'induzione in Matematica, Estensione e limiti   dell applicazioue dello Matematiche allo altre scienze, METODI DKU.K SCIENZE BTOBIOHK.   La testimonianza come nnirp [iri-mH-Jal Wvoi!i|-à 'lei fatt i stormi; valore Tjel rritijrio I ntrinse co, la verisijjiigliuuza; necessità del  criterio estrinseco, cioè desumo dalle reiasioni di tempoo luogo del  racconto col fatto. Valore della leggenda per la storia. S li.Monumenti; monumenti preistorici, f ihdmria o s|^ ri,i p .ts-. g m.  Monumenti storici, maggior valore di essi in confronto con lu testimo-  niuiiza; le due quistioni possibili rispetto a questa, l'autenticità e la  credibilità; Iti credibilità è tanto maggiore (pianto più è possibile  riportare il racconto alla percezione diretta come a causa- Maggior  valore della tradizione scritta e suoi limiti, L'autenticità è tanto  maggiore quanto maggiore i- la possibilità di escludere lo falsifica -  zioni e le alterazioni, i ncertezza e limiti della tradizione orale,  esempio del valore storico dell’ epopea francese, I  criteriidei numero e della credibilità dei testimoni, Passaggio dai fatti alle leggi ; s cienze storiche e sociul i. p. Dei metodi ueij-k scienze storiche, Tre specie di melodi por la ricerca delle leggi storiche: critica del metodo deduttivo astratto,Critica della teoria  antropologica. Critica dell'analogia biologica, Critica dal materialismo storico .Critica della  aeuola .dorica, L'indeterminismo storico, e la scuola  psicologica, Il metodo deduttivo inverso o storico,   funzione essenziale dell'Induzione in esso, le leggi storiche come lci/</i  di tendenze. \ ili Insnflii-ionza iL-1 |n'i n• i < 1 i nn •( 1 1• » induttivo   desunta dalla natura delle uniformità accertate dalla Statìstica, p.  òli Si IX. Si mostra che lutti i metodi hanno n p valore limit ato  nella rìcercu delle leggi storiche,e che tutti possono essere utili, se  subordinati al metodo deduttivo inverso. Concetto della Filosofia  della storia, LA SOCIETÀ, IL DIRITTO, LA MORALITÀ. L'aspetto sociale perla coscienza di sè, S I. L'io sociale, sua formazione, sue fasi di sviluppo, Identificazione dell'io sociale con l'io formale, l'io come principio sociale, LA SoCIETA. Condizioni comuni della vita sociale animale ed umana, e condizioni proprie di questa. Le società animali, Diffe renza tra la società umana e l'animale. La teoria biologica, e l'ato mistico-contrattualista. Se la società sia una realtà indipendente dalle coscienze individuali, Definizione della S o cietà.LE FoRME soCIALI PRIMITIVE E IL LoRo svILUPPo. Il gruppo sociale primitivo, il costume, la sanzione religiosa, organizzazioneprimitivadell'assicurazionesociale. Ori gine dello Stato, il diritto e lo Stato, DIRITTO E MORALITA'. Unità primitiva delle regole della condotta, separazione pro gressiva della religione, della morale e del diritto. Dif ferenze tra la morale e il diritto, Caratteri differen ziali derivati, Rapporto fra il diritto e la moralità; concetto dell'Etica come scienza, La Coscienza morale. I GIUDIzn vALUTATivi MoRALI. Giudizii di cognizione e giudizii di valutazione, i giudizii valutativimorali, La teoria dei valori in Economia, La teoria che pone il principio della valutazione m o rale nel sentimento, Una forma speciale di questa, la teoria dei valori normali, Esame della teoria sentimen talistica, Il senso morale, la simpatia, la pietà, I GIUDIziI VALUTATIvi MortALl. Il sentimento non può essere principio di valutazione morale, perchè è mezzo non fine, e perchè è correlativo delle idee, e prende nome da esse. Il sentimento del rispetto morale (Achtung) secondo Kant. Si mostra che la ragione può operare sul sentimento, e che èilgiudiziodivalorequellochelodetermina, Esame della teoria appetitiva e della volontaristica dei valori morali, La teoria biologica dei valori,Il carattere ra zionale della valutazione morale provato, a) dalla necessità del cre terio morale, e dalla dipendenza del sentimento da esso; b) dalla sistemazione finalistica dei valori morali; c) dal carattere scientifico dell'Etica; d) dalla idealizzazione progressive del sentimento morale, ANALISI DELLA cosCIENZA MORALE. Coscienza morale e coscienza psicologica, genesi della c o scienza morale nell'individuo, l'equazione personale della moralità, Genesi della coscienza moralesociale, suo procedimento dal particolare all'universale, Contenuto ed unità della coscienza morale, Autorità della coscienza morale, san zione, Sentimento morale, affinità del sentimento m o rale col sentimento religioso, L'idea del dovere come categoria morale ultima; essa suppone il dualismo morale, ed è la condizione del progresso morale. Critica della teoria psicologica. Dovere e diritto. La subordinazione dei doveri dipende dal grado della loro universalità. Coincidenza del dovere e del bene.ANALISI DELLA CosCIENZA MORALE. La volontà morale, esame della teoria che il fine giustifica i mezzi,Il carattere psicologico e il carattere morale, Teoria aristotelica della virtù, che è un abito, che è una medietà; critica di questo secondo carattere. Classificazione ari stotelica delle virtù. La teoria kantiana, e sua opposizione con la precedente. La loro conciliazione si può avere se si concepisce la virtù come la sintesi superiore della coscienza morale, Se possa concepirsi l'estinzione della coscienza morale, Le basi della moralità. LA LIBERTA' MORALE. Rapporto teorico tra la libertà e la moralità, antinomia tra la libertà e la causalità, vicende storiche del problema, i tre punti di vista dai quali deve essere considerato, La libertà d'indifferenza, argomenti indeterministici, il numero infinito, il nuovo, i casi d'indeterminazione nella natura, il caso, la statistica. La li bertà intelligibile di Kant; teoria di Bergson, la causalità ridotta all'identità, e la libertà creatrice. La libertàela testimonianza della coscienza; argomenti opposti dei deterministi e degl'indeterministi; il risultato della disputa non è favorevole alla libertà d'indifferenza, LA LIBERTA' MORALE. La libertà e l'ordine morale, libertà e responsabilità, loro nesso necessario. Contro di questo non valgono nè la critica dell'idea di sanzione, che lo nega, nè l'idea dell'autonomia che non lo spiega,  La libertà d'indifferenza in contrasto con la respon sabilità, questa ammette la causalità del motivo; ilrimorso e lo sforzo morale ne sono prova, Esame del criterio della pre vedibilità degli effetti dell'azione, La libertà morale s'identifica con la causalità dell'io; la teoria psicologica dell'auto coscienza e quella della volontà, come potere d'inibizione e d'im pulso proprio dell'io, sono la dimostrazione di questa causalità. I n stabilità delle condizioni psicologiche della causalità dell'io, con solidamento di esse nel carattere morale, La respon sabilità morale richiede come suo fondamento una formazione psi cologica identica per tutti, quindi non potrebbe riconoscerlo nel temperamento o nel carattere psicologico. Differenza del consenso teoretico e dell'adesione pratica in cui consiste la libertà. Rapporto della responsabilità con lo stato d'integrità della causalità dell'io,e loro variazioni correlative. Suo rapporto con l'educazione della v o lontà. La libertà e la vita sociale, intimo rapporto della libertà con la solidarietà.  LA solIDARIETA' MORALE. Libertà e solidarietà; suggestione individuale e suggestione collettiva della solidarietà; la solidarietà nel dolore e la solidarietà nel progresso; la solidarietà e l'eguaglianza, p. La soli darietà economica, sua causa la divisione del lavoro; influenza di questa causa sulle forme superiori della vita sociale; anomalie. Li bertà, solidarietà, giustizia; loro nesso necessario, giustizia ed egua glianza, Se la divisione della voro possa essere considerata come il principio morale della solidarietà nelle società superiori; solidarietà nel diritto, nella storia, nell'arte, nella scienza, nella religione. L'unità morale della natura umana, e la giustizia come condizione della solidarietà, LA Giustizia, La giustizia come idea morale fondamentale; la giustizia come virtù, cenni storici, La giustizia come norma; teoria aristotelica, Teoria di Mill, La giustizia come unità della libertà e della solidarietà;lagiustizia nell'ordine economico, Giustizia e carità; il progresso morale, La legge morale.I sisTEM1 MoRALI. Classificazione dei sistemi morali. La morale eteronoma, La morale autonoma; isistemi sentimen talistici e gl'intellettualistici,  I sistemi aprioristici e gli empirici, I sistemi universalistici e gl'individuali stici, I sistEMI MORALI.  I sistemi soggettivi, l'edonismo e l'eudemonismo, I sistemi oggettivi, l' utilitarismo; utilitarismo individuale e utilitarismo sociale, l'utilitarismo nella filosofia dell' evoluzione (Spencer). Altre forme della morale oggettiva, la morale della perfezione, la morale del progresso, la morale del vi vere secondo natura, La morale biologica, socialismo e individualismo biologico, Critica della morale bio logica. Necessità di una morale razionalistica. LA LEGGE MORALE. Differenza tra la legge naturale e la legge morale, carattere di obbligazione, altri caratteri della legge morale, Concetto del Bene; la prima formula della legga morale, l'univer  MAscI– Etica. salità. La seconda formula della legge, la finalità. La terza formula della legge, l'autonomia. Unità delle tre formule. Il sentimento m o rale, Il carattere formale della legge morale kantiana; vecchie e nuove critiche contro di esso; parte innegabile di verità che è in esse. Risoluzione del formalismo kantiano dal punto di vista gnoseologico, S Risoluzione del formalismo kantiano dal punto di vista oggettivo,  L'accentuazione formalistica della dottrina kantiana come conseguenza dell'opposi zione contro l'empirismo morale, necessità della negazione del for malismo morale, e del dissidio tra la ragione morale e il sentimento morale. Valore storico e teorico dell'etica kantiana. LE FORME DELLA COMUNITÀ MORALE. INTRODUZIONE S I. L'Etica come scienza sociale; suoi aspetti ideale e storico. Le diverse forme della vita sociale: la famiglia, la società civile, lo Stato, la società religiosa. LA FAMIGLIA. S I. Cenni sulla storia della famiglia, la famiglia paterna, L'idealità morale nella famiglia. La famiglia dal punto di vista giuridico e dal morale; monogamia, fedeltà, indisso lubilità, divorzio. Critica della teoria che considera la famiglia come una forma transitoria della comunità morale, Il m a trimonio civile e il religioso; i rapporti tra i coniugi, e tra i geni tori e i figliuoli; la patria potestà,  LA SOCIETA' CIVILE. Concetto della società civile; in qual senso e in quali limiti si può dire che la società civile derivi dalla famiglia, la società ci vile e lo Stato, Le classi sociali, gli antagonismi so ciali e lo Stato, LA SoCIETA' CIVILE COME SISTEMA DEI DIRITTI PRIVAT1. Diritti personali e diritti reali, loro comune fondamento. D i ritto di libertà e sue specificazioni, la personalità morale e giuridica    –della donna, limitazione della seconda nella sfera del diritto pubblico; carattere sociale dei diritti personali, Dei diritti reali, la proprietà, suo fondamento psicologico e suo sviluppo sto rico; impossibilità di dare un fondamento esclusivo all'una o all'altra delle sue forme, la proprietà delle opere dell'ingegno, Le obbligazioni,lorospecie; il diritto contrattuale, sua natura, suoi limiti, Il diritto di associazione, sua natura, suoi fini, sua storia; le corporazioni medievali e le libere associazioni moderne. Varie specie di associazioni; le associazioni e lo Stato, DEL CONCETTO E DEI FINI DELLO STATO. Necessità dello stato, elementi ideali del concetto dello stato, Elementi materiali, il popolo e il territorio; fattori naturali e fattori spirituali della nazionalità, La sovranità, suo fondamente razionale; lo Stato di diritto, la costituzione, la personalità dello Stato, Definizione dello Stato, I fini dello Stato, loro distinzione in proprii e d'inte grazione, Limiti dell'azione dello Stato, I POTERI DELLO STATO. S I. Modi varii di distinguere i poteri dello Stato, Della divisione dei poteri, suo carattere relativo, Il diritto punitivo, suo sviluppo storico, Esame delle varie teorie sul fondamento del diritto di punire, G i u stizia civile e penale, delitto e pena, la pena come limitazione della libertà; la pena di morte, l'infamia, la gogna. Valore relativo degli altri fondamenti del diritto di punire. LA cosTITUzioNE E LE FORME DELLO STATO. Le costituzioni degli Stati, definizione, loro carattere storico, moltiplicità dei loro fattori,Le forme dello Stato, divi sione aristotelica, quali siano ancora vitali; necessità del governo rappresentativo, sue forme repubblicana e monarchica, e caratteri differenziali di queste, LE RELAZIONI FRA GLI STATI E LA PATRIA. Del diritto internazionale, se sia un vero diritto, sua distin zione in diritto pubblico e privato, Cenni storici, Diritto internazionale pubblico; la sovranità e le sue limitazioni; la sovranità territoriale e la libertà dei mari. Diritto di guerra e sue limitazioni. L'ideale della pace universale, Diritto internazionale privato, statuti personali e reali, dispo sizioni speciali, Se l'idea di patria sia un'idea transi toria, sua necessità storica e psicologica e doveri che ne derivano. Elementi più generali di questa idea, e formazione storica diversa pei diversi popoli. Patriottismo e imperialism. LA COMUNITA' RELIGIOSA, CHIESA E STATo. S I. Concetto della Religione, ReligioneeReligioni. SII. Le religioni positive e la cultura; perennità dellavitareligiosa;suo adattamento ad ogni grado di coscienza, Importanza sociale delle religioni positive, e unità primitiva della società reli giosa e della civile, Ragioni della loro separazione, l'universalità della religione, e il principio della libertà di coscienza; impossibilità per lo Stato di subordinare la cooperazione sociale alla fede religiosa, I quattro sistemi di regolamento dei rapporti tra la Chiesa e lo Stato; loro irrazionalità relativa, e confusione dei medesimi nella politica pratica,  Dif ficoltà teoriche e pratiche del regime della separazione, Difficoltà speciali del regime della separazione nei paesi cat - tolici; la separazione come meta ideale nei rapporti tra la Chiesa e lo Stato, p. Nati ra e classificazione dei fatti psichici. Il fatto psichico come l'atto psicofisico, Differenze trai fatti psichici e i materiali; che s’intende per stato di  coscienza, conscio ed inconscio. La teoria delle  facoltà e quella dell’ unità di composizione dei fenomeni psichici;  il rifesso psichico primitivo, le forme piu generali delle attività  psichiche cóme suoi momenti, loro distinzione progressiva, Svi l,t'PP O DEI PATTI PSICHICI. La coesistenza e la successione nei fatti psichici, fatti  psichici primarii e secondarii; l’associazione come loro legge generale; fatti psichici di terzo grado, loro rapporto con gli altri.  Partizione della Psicologia, La subordinazione progressiva  dei fatti psichici alla coscienza è indirizzata alla conoscenza Il mondo dello spirito oggettivo. La Psicologia della sensibilità.   Delle sensazioni in    P£w.v« Definizione e classificazione delle .sensazioni in loro stesse  e in rapporto agli stimoli, Rapporti fra la geu sa-  /ione e lo stimolo quanto all intensità e all’estensione: soglio e  <iifferensa;quantità negativa; stimolo, eccitazione, sensazione, So ggetti vità delle sensazioni: limite del principio delle energie  specifiche; moltiplicità di sensazioni per uno stesso stimolo, sensazioni di consenso. Le sinestesie. In che senso le sensazioni si  possono sostituire .L’ eccentricità non è, come la  spazialità, una proprietà primitiva delle sensazioni, Qualità, intensità, t ono delle sensazioni. Irredncibilità delle  qualità. Lpgge di Weber sul rapporto tra la sensazione e lo stimolo. La legge di Fechner,c eltica de lla medesima, Che  s‘ intende per tono delle sensazioni; rapporto tra la qualità e l’intensità delle sensazioni e il loro tono. Le. sensazioni in particolare. Le sensazioni particolari si distinguono in piterne edjtf  terne. e le prime "in organiche 0 e muscolari" Le sensazioni orga¬  niche.'la coinestesia o senso vitale; le sensazioni organiche speciali. norma li e patologiche, loro funzione biologica, loro tonalità,  loro dipendenza da stimoli periferici e da stimoli centrali e psichici, Le s ensaz i oni musco lari; diverse teorie intorno  ad esse; si mostra che sono sensazioni centripete del movimento  eseguito, non dello stato organico del muscolo. Contenuto qualitativo e tono delle sensazioni muscolari. Coinestesia, cinestesia e  cinestesi. Le sensazioni esterne; differenziazioue ed isolamento degli  organi relativi, il loro numero un fatto d'esperienza soltanto. Il senso del tatto, sensazioni di contatto e sensazioni di  tamperàTuraT^SS^Tia ed altezza di stimolo per le sensazioni termiche: rapporti tra la sensibilità termica e la tattile. Sensazioni  di pressione, di c ontatto . di discriminazione locale. Teoria del  Weber intorno alla discriminazione; i segni locali. Le sensazioni  di forma, 1 sensi chimici, loro carattere biologico;  mancanza di figurabili e quindi minore oggettività del loro contenuto. Il gusto, stimoli e condizioni di questo senso, varie specie di  sensazioni gustative. Loro fusione e rimemorabilità, penetrazione e  intensità. L’olfatto, natura dello stimolo, penetrazione delle sen¬  sazioni olfattive,loro intensità e fusione, loro classificazione, e  scarso valore oggettivo, loro valore emotivo e rimemorativo. L’ udito, stimoli delle sensazioni uditive. Qualità delle  sensazioni uditive, rumori e suoni. Percezioni spaziali dell’udito.  L'udito e il linguaggio, la musica. Altezza, intensità, timbio.  Armonia, melodia, ritmo, La vista., stimoli delle  sensazioni visive, corpi luminosi, opachi, trasparenti. L'organo  visivo.Percezione di spazio e di forma; teorie empiriche e teorie  nativiste. Percezioni di luce e di colore. Colori tondamentali e  derivati, acromatismo. Somiglianze e deferenze tra la gamma dei  colori e la scala musicale. Contrasto successivo e contrasto simultaneo. Luminosità proprie dei diversi colori . colori caldi e  freddi, saturi e non saturi. Il sentimento sensiti    ivo. Definizione del sentimento, piacere e dolore indefinibili e  di qualità opposta, soggettività dei sentimenti, finalità biologica  dei sentimenti sensitivi, loro differenza dalle sensazioni. Fisiologia  del piacere e del dolore. Dipendenza degli stati emotivi dai presentativi, II sentimento sensitivo e il sentimento  vitale 4 \\ punto neutro, Dipendenza del sentimento dallo stato del soggetto, dall’intensità dello stimolo, Rapporti vari! dei sentimenti sensitivi con l'oggettività, la  frequenza, e la qualità delle sensazioni. Dimostrazione particolari raggiata del primo di questi rapporti, Sentimenti   sensitivi di natura estetica, loro dipendenza dalla forma delle sensazioni, armonia, euritmia, proporzione. L\ TEND5ì^U-B L’ISTINTO. L’istinto. L’ azioni? riflessasue proprietà e differenze. Impulsività  delle sensazioni, legge di diffusione e legge di specificazione. La  tendenza, Definizione della te nden za, sua dipendenza  dal sentimento che ne è causa; ten denze primitive e derivate; la  tendenza, come stato psichico per sè, è il prodotto dell’inibizione. Carattere biologico della tendenza, legge di   riversione tra l’azion volontaria e la riflessa. S viluppo dell’attività pratica mediante l’isolamento e la combinazione dei movimenti. Differenza di s viluppo dell’attività prat ica nell’animale  e nell’uomo, e differenza di finalità. Funzione dell'imitazione in  tale sviluppo. L atti vità pratic a dir etta alle rappresentazioni,  forme dell'attenzione spontanea, L’istinto ; teorie  opposte sulla sua natura ed origine; teoria della lapsed intelligence (Romanes). Errori del Komaues circa la natura dei fattori  dell istinto, e circa il loro rapporto. Natura dell’esperienza che  è base dell istinto, 1 intelligema adattatine), suo carattere frammentario, sua meccanizzazione. L’istinto cpme uno sviluppo ol-  latepale deU’ attività pratica, senza continuità con le forme superiori, p. Le condizioni dello sviluppo psichico.  L’ ATTENZIONE.  Natura dell attenzione; attenzione spontanea e attenzione  volontaria, specie della prima: attenzione esterna ed interna. Fenomeni fisici dell’attenzione, Intermittenza e ritmicità dell’ attenzione, Attenzione e percezione, attenzione e coscienza. Carattere emotivo dell’attenzione  spontanea, origine e sviluppo dell’attenzione nella serie animale,  L’ attenzione d’esperienza: e le sue forme singolari dell' attenzione aspettante, dell’ inversione delle imagini, e dell at  tenzione marginale. L’attenzione interna. La memoria.  Analisi del fatto della memoria, memoria organica e memoria psicologica, loro riversione e sostituzione. Non ci è una  memoria come facoltà generale, ina un numero grande di memorie  particolari. IL Condizioni della memoria, anomalie  mnemoniche, Stato primario e stato secondario  nella memoria, loro differenze, e loro rapporti, Sviluppo della memoria, prova desunta dalle amnesie, La memoria psicologica e le sue leggi. La  collocazione nel tempo. L’ ABITUDINE. Dell’abitudine dal punto di vista fisiologico e psichico,  Effetti dell’abitudine, l’attenzione e l’abitudine,  I' abitudine come educazione di tutte le funzioni psichiche, L’abitudine e la volontà. La psicologia della conoscenza. LA PERCEZIONE. Natura della percezione, sua differenza dall’associazione:  la percezione come integrazione. Condizioni della percezione,. |percezione ed appercezione Altre prove dell’integrazione percettiva,  Cause soggettive ed oggettive delle integrazioni  percettive, Misura del tempo della percezione,  equazione personale,[variazioni, percezione e sensazione, Percezione sensitiva e percezione intellettiva,  La percezione interna, Le illusioni percettive  e loro specie, Le allucinazioni, diverse ipotesi  sulle loro cause. L’ ASSOCIAZIONE.  Associazione e percezione, serie percettive e serie rappresentative, Teorie intorno alla reviviscenza delle  rappresentazioni. Critica della teoria herbartiana, la teoria morfologica, dell'associazione, Se   siano riducibili, Condizioni prossime delle associazioni, Tempo di associazione, L’oblio. I sogni come fenome ni dell’associazione psicopatica. Il son no. Diverse specie di sogni. Cause, Rapporto tra le cause positive e le negative dei sogni, la volontà nel  sogno. Sogni telepatici, L’io.   Associazione e coscienza, continuità e dinamismo delle serie  rappresentative, il pensiero delle cose e il pensiero dellMo. Varii significati della parola cosciente: la. fase irrelativa e   l’integrale oggettiva, La.^u?cifenza \li sé (formale)  e 1' empirica o storica, elementi di quest’ ultima, (u-  deducibilità della coscienza di sè dall’associazione e dall’astrazione, unità e continuità della coscienza di sè. Lacoscienza dell’identità dell’io; funzióne della'memoria e dell’associazione, casi di coscienza doppia, La coscienza  di sè e l'astrazione come caratteri distintivi della psiche umana  dall’animale. L’astrazione, Il concetto, Il giudizio. Il principiod'identità come fondamento  del raziocinio, natura dell’identità logica e sua invenzione. Sintesi e analisi. L’intelligenza animale e l’umana. Il genio scientifico, Dimostrazione del doppio procedimento del  raziocinio nel raziocinio quantitativo e nel qualitativo, Le forme dell' intuizione e le categorie, Psicologia e linguistica: l’origine del linguaggio, Vili. Rapporto tra la parola e il pensiero. Azione reciproca  tra la parola e il pensiero. Natura logica della lingua: suo sviluppo dal concreto all' astratto, L’ IMAGINAZIONE. Rapporto dell’imaginazione con l’intelligenza e con 1 associazione; l’imaginazione riproduttrice. IL Rapporto dell’imaginazione con la sensibilità e col pensiero astratto, L’imaginazione artistica, sue funzioni, L’imnaginazione neiia scieuza. L’imaginazione nell’Arte:  momeuto realistico e momento idealistico. L’Arte e la Scienza,. Relatività i>ei sentimenti.  La legge della relazione nel sentimento, Il  sentimento e le altre funzioni psichiche, L’ associazione e la memoria dei sentimenti, Affetti e passioni. Gli affetti, p.  Le passioni. Classificazione dei sentimenti. Metodo della classificazione; classificazione dello Spemi  e ilei Nahlosvski. La classificazione biologica e  genetica, e sua integrazione con la rappresentativa. Passaggio dai sentimenti primitivi ai derivati. 1 SENTIMENTI MORVU. Le teorie intorno ai sentimenti morali. Esame  della teorìa empirica; se il sentimento morale sia il riflesso delle  sanzioni esterne. Impossibilità di spiegare con la  morale empirica il sacrifizio defini tivo, Erroi-'  logico della dottrina empirica, parte di verità che è in essa. La teoria razionalista; la direttrice psicologica e la socia ;;  la ragione e il sentimento, Classificazione ed a .a-  lisi dei sentimenti morali, La carità e la giustizia, I sentimenti religiosi. Natura del sentimento religioso, sua forma primitiva, direzione di sviluppo. Il sentimento morale e il sentimento religioso. Rapporto tra l’intelligenza, il sentimento e la  volontà nella religione. La forma superiore del  sentimento religioso. Le tre forme del sentimento  religioso. I SENTIMENTI ESTETICI.  Il sentimento estetico e il sentimento del gioco. I fattori del sentimento estetico. La simpatia estetica. I fattori intellettuali. La verità in Arte. Idea e forma. I SENTIMENTI INTELLETTUALI. Le origini dei sentimenti intellettuali ; la curiosità e il  dubbio pratico. IL II sentimento intellettuale della  ricerca, e quello del possesso della verità. Il sentimento intellettuale e il sentimento di sé. Dei sentimenti estetici in particolare. Il sentimento del bello in generale, IL li sentimento della bellezza finita e le sue forme: la bellezza plastica,  il arioso, il drammatico. Il sentimento del sublime, sua natura, sua forma; il sublime naturale, l’intellettuale,  il morale. Il sentimento del comico, sua natura,  suo rapporto col sentimento di sè e col sentimento della libertà.  Comicità ed umorismo. Il sentimento della natura, sue forme diverse nell' età antica e nella moderna. Perche è la  forma più evidente della catarsi estetica. La Psicologia della Volontà. Il desiderio e la. volontà.  Il desiderio, Fenomeni intensivi del desiderio. Le azioni volontarie nelle loro forme derivate e contingenti; elementi essenziali dell'atto volontario. Il problema della causalità della volontà. Teoria della volontà. La teoria metafisica della Volontà. La teoria  associazionista. La volontà come facoltà del fine. e dei valori razionali; la funzione d’inibizione come suo momenti essenziale, Il sentimento del conato volitivo, In che consistono e come sì producono l'inibizione e l’impulso. L’attenzione volontaria e le sue forme p&- K  tologiche. La misura del tempo nelle volizioni. Le malattie della Volontà, e l'ipnosi. L'aboulia e la forza irresistibile, il capriccio isterico. L’estasi, Fenomeni sensitivo-rappresentativi, mnemonici, e volitivi dell'ipnosi; suoi gradi. La suggestione normale e l’ipnotica; somiglianze e differenze tra il sonno naturale e l’ipnosi: cause specifiche della suggestione ipuotiCa. Temperamento e cvrattere. Natura del temperamento, suo rapporto col sentimento  vitale, sua dipendenza dall’eredità. Il carattere,  sua natura, sua unità col temperamento, La teoria  ippocratico-galenica dei temperamenti, e le sue interpretazioni  fisiologiche. La classificazione psicologica riunisce  il temperamento e il carattere: forme varie di essa, la classificazione del Ribot. Della modificabilità del temperamento e del carattere. Forme patologiche. La volontà e le altre attività psichiche. L’EDUCAZIONE DELLA VOLONTÀ. La Volontà e P inconscio. Mezzi di azione  della volontà sull’ intelligenza : necessità della limitazione della  valutazione; forme patologiche, e forme estreme, ma normali, dì  questa limitazione. Modi d’azione della volontà  sul sentimento. Azione delia volontà su sè stessa;  genesi della volontà comune, azione reciproca dellajiilpiUàindividuale e della volontà comune, il costume, la/fm(fl*A.'  Influenza della volontà iudividuajeV sulla vomW^ comune: l’educazione, la gerarchia, la dittature/<Qe sue du^rfiel  la militare e la morale. L’idea di giustizia comprende le eguaglianze aritoteliche, e il carattere imperativo e di necessità rilevati  dallo Mill; ma perchè sia ben compresa ha bisogno  di essere guardata in rapporto alla solidarietà morale,  dalla quale l’eguaglianza in cui consiste deve attingere la  norma. Se la giustizia si fa derivare dall’utilità sociale,  se ne assegna una derivazione che può spesso esser falsa,  (p. es. la necessità che taluno muoia pel popolo); e se si  oppongono la giustizia e la carità, si crea una scissura  nell’ordine morale, che toglie alla giustizia quel caldo sentimento di simpatia che deve renderla operosa, e si fa  della carità qualche cosa che va oltre il dovere, e che può  essere anche ingiusta e nociva. Se della giustizia si fa  invece la sintesi, soggettiva e oggettiva, come virtù e come  norma, della libertà e della solidarietà, essa non solo oltrepassa la sfera del diritto, ma appare come la sintesi superiore della moralità, come progressiva nella ragione  stessa dei suoi due fondamenti. Che siano progressive la  libertà e la solidarietà è fatto indubitabile della storia  umana; la prima tende a ricomprendere tutti gli uomini  in un rapporto d’eguaglianza dal punto di vista morale; e  la seconda da questo stesso punto di vista, che è quello  del valore di fine che ogni persona morale ha in sè, tende  ad estendersi dalle opere alla persona come tale, a conservarla, a promuoverla, anche quando soggiace all’avversa  fortuna e al dolore.   Noi concepiamo la giustizia come la forma dell’ unità  della libertà e della solidarietà già raggiunta dalla coscienza morale; cioè come il giudizio della proporzionalità  degli utili agli sforzi, e della loro migliore ripartizione tra  gli sforzi individuali e i sociali, posto un minimum di  utilità spettante a ciascuno in forza del valore di fine che  ha la persona morale, e della solidarietà che stringe gli  uomini tra loro.  A chiarire questo concetto gioverà vederne l’applicazione ad  uno dei problemi più gravi del tempo nostro, quello relativo alla  migliore distribuzione della ricchezza, che ha preso il nome di  giustizia sociale. Fouillée indica tre teorie intorno ad essa, la  individualistica degli economisti smithiani, la collettivista ed egualitaria del socialismo, l’idealistica che cerca di con temperare i  diritti deirindividuo e quelli della società. La teoria economica considera troppo il lavoro come merce, e  i lavoratori come cose o come macchine di produzione. Ma dal  punto di vista sociale e morale il lavoro rappresenta le energie  accumulate di esseri viventi, sensibili e consapevoli, tra i quali  ci è necessariamente la solidarietà che deriva dal fine comune e  dal lavoro comune. Di più questi esseri e queste energie sono  parte della società, e questa è una solidarietà più vasta che abbraccia come abbiamo visto tutte le energie dello spirito. Nella  prima metà del secolo passato T individualismo economico ebbe  libero corso, e la merce lavoro fu considerata a parte dalla personalità del lavoratore, e dalla solidarietà sociale. Il lavoro fu  sfruttato prevalendosi della concorrenza dei lavoratori, e fu sfruttato di più quello pagato meno, il lavoro delie donne e dei fanciulli; cosi Tingiustizia più aperta fu legge. La sorte dei lavoratori fu abbandonata al meccanismo della concorrenza, alle leggi  che si dissero naturali, e la società si disinteressò della protezione  dei deboli. Pareva che pei seguaci di questa scuola la ricchezza tosse tutto, l'uomo nulla. La legge di MALTHUS e il darwinismo  biologico fecero il resto sottomettendo la persona umana alla  concorrenza vitale, ed elevando la voluta giustizia della natura  a giustizia sociale. Della solidarietà sociale non si davano nessun  pensiero. Ma una società di esseri morali non ci è solo per la  produzione della ricchezza, e 1’ uomo è qualche cosa di più che  un accumulatore di capitale. La società umana sussiste per realizzare l’ideale umano; P idea di giustizia è umana, e non può  quindi prendersene il modello dalla natura, perchè essa non esiste  nel senso morale se non è fondata sulla solidarietà. Anche Peconomia collettivista inculca una giustizia che non è  quella dello spirito, ma quella della natura. Facendo della lotta  di classe una necessità sociale, e del trionfo della classe più numerosa e [più forte l'esito necessario di quella,cangia i termini  della lotta economica, non la natura; la lotta di classe non è meno brutale della concorrenza, ed è pari o maggiore il disdegno delle  ideologie nei collettivisti e negli economisti smithiani. Se non che 1 primi non tengono conto che del solo lavoro materiale nella  produzione, e non badano che non ci è giustizia senza libertà. Invece la parte del fattore sociale nella ricchezza, e specialmente  quella dovuta all'addizione di esso nel tempo è così grande, che  mal si potrebbe confonderla con quella che vi ha il lavoro mate¬  riale in un'epoca determinata. Basta riflettere all’importanza capitale che hanno le scoperte scientifiche in generale e le tecniche in  particolare nella produzione della ricchezza, per persuadersi che  la parte della mano d'opera è assai minore di quella che il collettivismo afferma. Questa parte sociale, ovvero buona parte di  essa è dovuta all’iniziativa individuale, alla forza individuale di  lavoro, e non sarebbe giusto di togliere ad esse quello che senza  di esse non sussisterebbe, e sopprimere lo stimolo che le fa operare togliendo loro quello che producono. Anche solo nella produzione della ricchezza non si può giustamente sopprimere V alea  a cui la potenza di lavoro individuale va incontro con una speciale  costituzione sociale. Poiché è impossibile sopprimere le disuguaglianze naturali, come la forza fisica e morale, la bellezza, il valore, il genio, così non si può prescindere dalla potenza individuale  di lavoro, perchè il prescinderne è contro la giustizia distributiva, contro la libertà, e quindi contro il bene sociale. L'idea di giustizia è la sintesi della libertà e della solidarietà e solo quella  forma di essa è vera, che non ripudia l’una per l’altra. Non si  può negare airindividuo la proprietà di quella parte di ricchezza,  che esso ha prodotto, più di quello che si possa negare a un popolo la proprietà del territorio sul quale si esercitò per secoli il  suo lavoro trasformatore e creatore. Sotto questo rispetto la negazione della proprietà individuale non sarebbe ingiustizia minore  dì quella di negare al popolo italiano o francese la proprietà del territorio della patria in nome del diritto dei selvaggi bruciati dal sole tropicale, o di quelli agghiacciati dai geli delle  regioni circum-polari. La giustizia, che accorda la libertà e la solidarietà, considera  il lavoro come una forza propria di un essere personale, che deve  essere padrone di se stesso. Quindi essa riconosce la libertà di  associazione e di resistenza dei lavoratori, riconosce ad essi il  diritto di trasportare dovunque la loro forza di lavoro, ed evita  che la libertà del lavoro sia manomessa con la schiavitù forzata  del lavoratore, qualunque forma questa possa assumere. D’altra  parte rassicurazione dagl’ infortunii, il riposo festivo, le ore di  lavoro, il divieto del lavoro notturno, la disciplina del lavoro  delle donne e dei fanciulli, e il riconoscimento infine del diritto  al lavoro, sono tutti atti di giustiziaci quali sostituiscono la  carità indeterminata e di pura coscienza che prima vigeva. È in forza del principio della solidarietà che la società deve  oggi far profittare anche gli esclusi e i diseredati, dei beni strettamente necessarii alla sussistenza, e di quelli che sono inesauribili dall'uso/come i beni superiori dello spirito, la cultura, l’arte, la religione, È in forza dello stesso principio che la società deve evitare che il profitto individuale danneggi il sociale  in rapporto al futuro. La società deve conservare alle generazioni  che verranno i beneficii del passato, come la potenza di lavoro e  la sanità della razza, cosi dal punto di vista fisico che dal morale. E rispetto al presente, il regolamento del lavoro non può  essere più quello di una volta, quando il lavoratore animato essendo la sola fonte del lavoro, e l’utensile un semplice organo  aggiuntivo dell’individuo, tutti i rapporti del contratto di lavoro  potevano essere abbandonati al regolamento privato. Oggi il la’  voro è collettivo, l’utensile si è trasformato in macchina, e la  forza di lavoro umana è diventata un accessorio della forza naturale e meccanica resa dalla scienza strumento dei fini umani.Il grande lavoro è oggi, pel numero e per la qualità, un’opera  sociale, e vuole quindi un regolamento sociale.   Se si considerano gli stadii dello sviluppo etico-sociale, il primo  è rappresentato da una giustizia nella quale prepondera l’elemento  della solidarietà, quindi la libertà individuale o non esiste, o è  in tutti i modi limitata dalla regola sociale. Diventati sempre  più complicati e più numerosi i rapporti sociali, si va necessariamente all* individualismo, e la giustizia s’identifica con la  libertà individuale. Nel terzo stadio, il grado di massima complicazione dei rapporti esige il loro regolamento sociale; ma questo  non deve dimenticare gl' interessi connessi con la libertà, e che  non sono più individuali che sociali. La giustizia, in questo terzo  stadio, è il contemperamento della libertà con la solidarietà, che  è anche il suo ideale.  Filippo Masci. Masci. Keywords: implicatura, critica della critica, criticismo, neo-criticismo. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Masci” – The Swimming-Pool Library.

 

Luigi Speranza -- Grice e Masi: l’implicatura conversazionale -- i peripatetici del Lizio – la scuola di Firenze -- filosofia toscana – filosofia fiorentina -- filosofia italiana – Luigi Speranza (Firenze). Filosofo italiano. Firenze, Toscana. Grice: “Unlike Masi, I don’t think ontology has reached its end – il fine dell’ontologia” – Grice: “Masi has elaborated on the power of reason not from an Ariskantian perspective but from a Plathegelian one! – Masi: “Il potere della ragione: Eraclito, Platone, Hegel.” --  Grice: “It’s amazing Masi was implicating the same things as I was on S izz P and P hazz S; he even managed a coinage, ‘uni-equivocity’ – I love it!”. Figlio di Enrico Masi, generale dell'Esercito Italiano, e Leda Nutini. Ha compiuto i suoi studi a Bologna, conseguendo la maturità classica presso il liceo statale L. Galvani. Iscrittosi a Bologna, vi si laureò con lode  con una tesi sul diritto di famiglia negli Statuti Bolognesi. Assolse agli obblighi di leva e fu trattenuto alle armi in base alle disposizioni di emergenza del periodo. Congedato, riprese gli studi di filosofia a Bologna, dove conseguì la laurea con lode, discutendo co Battaglia la tesi, “Individuo, società, famiglia in Rosmini”. La tesi gli valse l'ammissione, con borsa di studio a Milano. Dopo il primo anno, fu richiamato alle armi nel periodo bellico. Ottenuto il congedo definitivo, insegna filosofia a Bologna. Participa ai principali convegni e congressi, come quelli del Centro Studi Filosofici di Gallarate, come attesta la sua collaborazione alla Enciclopedia filosofica quel Centro. Dona su collezione alla Pinacoteca comunale di Pieve di Cento. L'interesse storiografico che muove M. alla ricostruzione di Kierkegaard da un profondo e originale impegno teoretico, volto ad approfondire il concetto metafisico di "analogia", cui il discorso di Kierkegaard, come l'A. si propone di illustrare nel suo saggio, risulta fortemente legato. Sotto un profilo strettamente storiografico, M. approda, attraverso un'attenta rilettura delle "opere edificanti" di Kierkegaard, ad un'interpretazione che ridimensiona questo pensatore, scoraggiando molti luoghi comuni della critica.." (Baboline).  "Nel linguaggio filosofico contemporaneo l'aggettivo "platonico", riferito a una qualsiasi entità, vuole denotare l'immobilità a-storica, il suo permanere in un'assoluta identità con sé medesima al di sopra delle alterne vicende del divenire. Ciò deriva da una tradizione ermeneutica del platonismo. Uno degli aspetti più rilevanti del volume di M. risiede appunto nello sforzo operato a de-mitizzare una tale ermeneutica... questa ricerca del Masi costituisce un lucido esempio di come oggi una filosofia, che si presenta spiritualistica e umanistica, sappia ripiegarsi a cogliere con consapevolezza trasparente e spregiudicata, le proprie radici alle fonti più vive della tradizione culturale dell'Occidente" (A. Babolin).  "Le zitelle è un libro divertente, curioso, strano. Il pregio maggiore di questo libro è di essere tutto su di uno stesso tema musicale.” Saggi:“Esistenza” (Bologna); “La verità” (Bologna); “La libertà,” Bologna, “Metafisica,” Milano, “La fine dell'ontologia,” Milano, “Disperazione e speranza. Saggio sulle categorie kierkegaardiane” (Padova, “Il potere della ragione,”  Padova, “Il problema aristotelico,” Bologna, “L'esistenzialismo,” “Grande antologia filosofica. Il pensiero contemporaneo,” Milano “Il pensiero ellenistico,” Bologna, “L'uni-equivocità dell'essere in Aristotele (Genova: Casa Editrice) – cf. Grice, “Aristotle on the multiplicity of being” -- Tilgher “Lo spiritualismo” antico. Il pensiero religioso egiziano classico, Bologna: Clueb, “Lo spiritualismo ellenistico.” La grande svolta del pensiero occidentale, Bologna: Clueb, Lo spiritualismo dalle origini a Calcedonia, Bologna: Clueb Origène o della riconciliazione universal, Bologna, “Lo spiritualismo Dalle Upanishad al Buddha, Bologna: Clueb Lo spirito magico. Saggi sul pensiero primitivo, Bologna: Clueb, Studi sul pensiero antico e dintorni, Bologna L'idea barocca. Lezioni sul pensiero del Seicento, Bologna: Clueb, Il concetto di cultura,  Bologna: Clueb, Commento al Timeo” (Bologna: Clueb); “Dell'eternità, e altri argomenti,’ Bologna: Clueb); “Penombre,” Torino: Casa Editrice A.B.C. S), “L'esile ombra, Torino: Casa Editrice A.B.C.  Le zitelle,  Milano: Todariana Editrice, Il cane cinese, Roma: Vincenzo Lo Faro Editore Il gatto siamese,  Roma: Vincenzo Lo Faro Editore. Il figlio dell'ufficiale, Marta, L'ultima estate, Firenze: Firenze Libri “La carriera di un libertino,”La dea bambina, Firenze: Firenze “Oltre le dune,” Firenze: Firenze Libri Le donne, Roma: Gabrieli); L'ignoto. Il sogno,  Firenze: L'Autore Libri, Tra le quinte del liceo. L'orologio a Pendolo, Firenze: L'Autore Libri, Il palloncino rosso e altri racconti, Firenze: L'Autore Libri, La partenza, Firenze: L'Autore Libri Il sogno, Roma: Gabrieli Angelina e altri racconti, Firenze: L'Autore Libri La croce di Sant'Elpidio. Il cane cinese, Firenze Il lupo di Sestola, Firenze: L'Autore; Apollo e Dafne, Padova: L'Edicola Le stagioni e i giorni, Padova: L'Edicola, La tomba d'erba, Padova: L'Edicola Maremma tu, Milano: Todariana Editrice. Premio Montediana di poesia, A. Babolin, rec. a Disperazione e speranza, in "Riv. di Fil. Neosc.",  A. Babolin, rec. a il potere della ragione, in: "Riv. di Fil. Neosc.", F. Tombari, rec. a Le zitelle, Milano: Todariana Editrice  Nunzio Incardona. Giuseppe Masi --. Keywords uni-equivociat dell’essere in Aristotele. Giuseppe Masi. Masi. Keywords: i peripatetici, la carriera di un libertino. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Masi” – The Swimming-Pool Library.

 

Luigi Speranza -- Grice e Masila: l’implicatura conversazionale – Ercole -- Roma – filosofia italiana – Luigi Speranza (Roma). Filosofo italiano. A reference to him as a philosopher in a papyrus found at Herculaneum. Masila.

 

Luigi Speranza -- Grice e Masnovo – filosofia italiana – Luigi Speranza (Roma). Filosofo italiano. Roma, Lazio. Aquino IN ITALIA. Nel tracciare in poche pagine le vicende del neotomismo italiano dopo il 1870 fermerò l’attenzione piuttosto su le situazioni che su gli uomini: la quale cosa, se torna utile sempre nella storia della filosofia, molto più torna utile quando il periodo a cui si guarda è abbastanza recente. Le ragioni sono di prima evidenza. Entriamo in argomento. Non ò possibile caratterizzare secondo verità il neotomismo po¬ steriore al 1870 senza prima formarsi un’idea esatta del neotomismo anteriore dal 1800 al 1870. Certo le scuole domenicane italiane e straniere mantennero sempre in qualche efficenza il loro tomismo e prima e dopo il 1800. Nonpertanto se il neotomismo italiano (da cui dipende lo straniero) si afferma vivamente e risolutamente agl’inizi del secolo XIX e via via negli anni successivi, ciò è dovuto principalmente al canonico piacentino Buzzetti, le cui lezioni, erano già diffuse in manoscritti per l’I¬ talia, e i cui scolari avevano già iniziato al tomismo, più o meno fortunatamente, il Taparelli, il Liberatore e tant’altri dentro e fuori della compagnia di Gesù. Giuseppe Pecci a Perugia è certamente sotto, l’influsso di Serafino Sordi, piacentino e scolaro del Buzzetti: è lecito pensare il medesimo del canonico napoletano Gaetano Sanseverino. M., Il Neotomismo in Italia, (Società Editrice « Vita e Pensiero», Milano. Cfr. «L’amico d’Italia», Torino. Quivi Don Carlo Gazola, tessendo l’elogio In morte dello zio Buzzetti, ci fa sapere che lo zio « tracciò egli un corso breve di filosofia, che tiensi nel seminario vescovile di Piacenza e nelle pubbliche scuole di Reggio e in quelle di Napoli; filosofia in che null’altro difetto ritrovasi fuor quello di sommamen¬ te piacere a tutti i giovani d’ingegno». (3) A. Masnovo, Il Neotomismo in Italia. Buzzetti rimetteva a nuovo il tomismo, consapevolmente o no, sotto la spinta del movimento romantico, e l’inseriva, certo consapevolmente, nella reazione che, tra la fine del 1700 e l’inizio del 1800, si scatenava anche in Italia, compreso il ducato di Parma, avverso l’empirismo del Locke e il sensismo del Condillac. Anzi si può e si deve dire che in Italia il Buzzetti è (cronologica¬ mente almeno) il primo grande rappresentante della reazione anti- sensistica. Certo non può venire in gara col Buzzetti il Rosmini, la cui attività letteraria comincia quando il Buzzetti è morto. Quanto al Galluppi la sua reazione all’empirismo data dal 1819: anno nel quale egli inizia la pubblicazione del «Saggio filosofico sulla critica della conoscenza». Or noi sappiamo che Buzzetti professava il suo battagliero tomismo in con¬ trasto al sensismo. Infatti il P. Serafino Sordi, entrato nella Compagnia di Gesù, aveva già seguito il corso tomi¬ stico dettato nel Seminario di Piacenza sotto l’ispirazione del Buzzetti. Questo tomismo, per cosi dire, buzzettiano, che riprende non già come un effimero capriccio ma come sforzo e forza davvero vitali, e che, col Sordi e col Taparelli col Liberatore e col Sanseverino, si svolge perennemente a contatto del pensiero e delle preoccupa¬ zione ambienti, a che punto trovasi del suo svolgimento nel decen¬ nio? A questa dimanda risposi ampiamente in altra circostanza. Qui basti ricordare che il Liberatore aveva già scritto i due volumi « Della conoscenza intellettuale » destinati ad affermare la dottrina tomistica della conoscenza frammezzo alle opposte correnti del tradizionalismo, dell’ontologismo e del rosmi- nianesimo; che nel 1875 aveva terminato il trattato «Dell’uomo» risultante dei due volumi «Del composto umano» già pubblicato nel 1862 e dell’« Anima »; che aveva impresso alle sue « Institutiones » l’indirizzo decisamente tomistico, svolgendovi la metafisica generale e la speciale. Quanto al Sanseverino, egli L’opuscolo galluppiano «Dell’analisi e della sintesi», scritto fino dal 1807, prescindeva dall’origine semplicemente sensistica o no delle idee che en¬ trano a formare le nostre conoscenze ossia i nostri giudizi (Galluppi, Saggio filosofico). M., // Neotomismo in Italia. M., Il Neotomismo in Italia. Cfr. «Institutiones Philophiae .. Romae, Typis Civilitatis Catholicae. Quivi da pag. 3 a p. G è riportata la prefazione dell’edizione; la quale prefazione appunto ci avverte del deciso indirizzo tomistico che ormai assumono le «Institutiones» liberatoriane. E l'avvertimento non è disdetto dall’opera. 41 era sceso  sì nel sepolcro, ma ci aveva lasciato di suo « I principali sistemi della filosofia sul criterio», e la monumentale « Pliilosophia Christiana cum antiqua et nova comparata. Non occorrono aggiunte per convincersi che, mentre il decennio fila i suoi giorni, la restaurazione del tomismo quanto a metafisica, cioè per la sua parte capitale, è già un fatto compiuto. Il dualismo di Dio immobile e del mondo diveniente, nonché l’altro dualismo di potenza e di atto in ogni cosa creata e più precisa- mente di materia e di forma nelle cose corporee, il Neotomismo li ha già affermati risolutamente. Di più il Ncotomismo ha già ap¬ plicato l’ilemorfismo ai viventi in genere (dove la forma è l’anima) e in particolare al composto umano che è una unità sostanziale vivificata da un’anima sussistente, spirituale, immortale. A proposito della cognizione umana il Ncotomismo ha già proclamato l’irridu¬ cibilità della medesima a semplice risultato di senzazioni, e insieme riconosciuto per ciascun uomo la necessità dell'intervento di un proprio e intimo principio spirituale (l’intelletto agente) affine di universalizzare il dato del senso. I principii poi onde si svolge la vita conoscitiva dominano soggetto ed oggetto. Passando dall’ordine speculativo a quello pratico, Dio (ben inteso, personale e trascendente) è già stato proclamato fonte del dovere nella vita morale e fonte dell’autorità nella vita sociale. Ma il Neotomismo italiano del periodo oltre a trovarsi dinnanzi a la metafisica dell’Aquinate, già restaurata, ha piena consapevolezza della cosa. Sulla Civiltà Cattolica il Liberatore dichiara che « rimessa oggimai in onore la vera metafisica, è mestieri porre in armonia con essa la scienza fisica»; parimenti lo stesso Liberatore nell’ultima pagina del suo « Dell’anima umana » ripete che « la vittoria per ciò che riguarda la parte metafisica sembra assicurata massimamente dopo che il movimento ristoratore dall’Italia si propagò nella Francia, nella Germania e nella Spagna. Ma il trionfo della sana dottrina non è compiuto se non viene esteso anche alla fisica, compilandone una che stia in perfetta armonia colla metafisica, e che, facendo tesoro Com’è detto nel Monitum Editorum apposto al primo dei sette volumi della « Philosophia Christiana, Signoriello, dopo la morte del Sanseverino suo maestro, « bisce voluminibus manus admovit eaque in meliorern ordinem redegit, et quartum Logicai voliimen condidit prae- cedentibus omnino aequale». Civiltà Cattolica. di tutti i progressi delle scienze esperimentali, mostri come essi, lungi dal contrastare, confermano anzi la parte razionale dell’antica filosofia. A questo convien che sieno volte quinci innanzi le cure dei veri sapienti; e io non dubito che il provvido Iddio susciterà tra breve tra i cultori delle scienze naturali chi sappia trionfalmente applicarvi l’ingegno e la fatica». Al Liberatore fa eco il Card. Giu¬ seppe Pecci, il quale aH’inaugurazione dell’Accademia Romana di San Tommaso d’Aquino pronunciava queste parole all’indirizzo degli accademici: «Dunque la vostra restaura¬ zione (filosofica) si stende per indiretto ma efficacemente alla restaurazione eziandio di tutte le scienze. E quanto alle scienze razionali, richiamata una volta in luce la dottrina di San Tommaso, la restaurazione può dirsi quasi fatta: non rimane che arricchirla e ampliarla nelle applicazioni. Più lungo studio richiederanno dal vostro ingegno le scienze naturali. Adunque secondo Pecci, come secondo il Liberatore, non vanno cercati nel decennio gl’inizi del neotomismo: che anzi, secondo loro, il movimento neotomistico propriamente filosofico si conclude in questo stesso decennio. Che se particolari caratteri assume, comeassumeeffettivamente.il Neotomismo in questo decennio, uno possiamo riporlo fin d’ora, come autorizzano e ce ne fanno dovere Liberatore e Pecci, nel tentativo di porre a contatto la filosofia scolastica, ormai risorta, con il mondo delle scienze fisiche e naturali. Col bisogno di penetrazione nel campo scientifico si fa sentire anche il bisogno d’intensificare la volgarizzazione. Appunto sui mezzi di diffondere la ristorata filosofia chiama l’atten¬ zione una serie di articoli della Civiltà Cattolica, comparsi nel 1870. Mentre caratterizziamo cosi il neotomismo non vogliamo escludere da questo periodo ogni sviluppo di speculazione; come non vogliamo escludere dal periodo precedente l’opera di volgarizzazione e di penetrazione scientifica. Caratterizzando, ci basta guardare agli elementi che, pur non essendo esclusivi, hanno una prevalenza indiscussa. Vediamo dunque quali forme concrete vanno assumendo i propositi di penetrazione scientifica e di volgarizzazione. Guardiamo anzitutto all’opera di volgarizzazione. Se la restau¬ razione del tomismo nel secolo XIX è dovuta all’iniziativa privata L’accademia Romana di S. Tommaso d’Aquino (pubblicazione periodica).  « che deve superare autorevoli contrasti, la divulgazione si compie in gran parte per l’intervento dell’autorità ecclesiastica e più pre¬ cisamente dal Pontificato Romano. Ed è naturale. Filosofia e Chiesa, in fondo in fondo, risolvono il problema della vita. Quando le due soluzioni armonizzano, benché ottenute dalla Filosofia e dalla Chiesa con mezzi propri anzi finché cosi ottenute, il mutuo appoggio torna onorevole e vantaggioso per entrambe, e risponde certo a un diritto, ma più ancora a un preciso dovere. Nell’opera di volgarizzamento possiamo distinguere due aspetti: uno positivo consistente nell’emissione di documenti ecclesiastici a favore d’AQUINO (si veda), nell’istituzione di accademie, nella pubblicazione di riviste e simili; uno, per cosi dire, negativo consistente nell’eliminare dalla circolazione dottrine che si fanno passare come di ispirazione d’AQUINO (vedasi), ed effettivamente tali non sono. I due aspetti, idealmente distinti, praticamente si confondono. L’aspetto positivo richiama subito alla mente l’enciclica Aeterni Patris ossia «De Philosophia Christiana ad mentem AQUINO (vedasi) doctoris Angelici in scholis catholicis instauranda, promulgata nella festa di San Domenico da Leone, fratello dell’ex gesuita e fervido sequace d’AQUINO PECCI (vedasi). Da questa enciclica i cattolici sono invitati a dare il loro nome alla filosofia che si ispira ad AQUINO (vedasi). S’imprende, per ordine e per munificenza del pontefice, una grande edizione delle opere d’AQUINO (vedasi). AQUINO (vedasi) è proclamato da Leone patrono delle scuole cattoliche. È facile comprendere l’influsso capitale di questi documenti, che non creano certo l’AQUINISMO d’AQUINO (vedasi); cooperano però validissimamente alla sua diffusione. Le accademie all’AQUINO (vedasi) pullulano per ogni diocesi accanto ai vescovadi e ai seminari. Si può convenire che il movimento guadagnando in estensione perde in proti). Basti pensare all’intervento dello stesso superiore generale contro quei gesuiti che a Napoli tentarono la restaurazione della filosofia d’AQUINO (vedasi). (Cfr. M.. AQUINO (vedasi) in Italia). Se GENTILE (vedasi), dedicando sulla «Critica» un capitolo della sua Filosofia in Italia ad AQUINO (vedasi), — e parimenti SAITTA (vedasi) nel suo Le origini della filosofia d’AQUINO— avessero ben notato il momento esatto e il significato preciso dell’intervento ecclesiastico a prò’ d’AQUINO, già spontaneamente affermatosi non avrebbero tratto motivo da questo stesso intervento per svalutare AQUINO. Fatto questo rilievo, è giusto tributare omaggio tanto a Gentlte quanto a Saitta per l’interesse addimostrato verso AQUINO] fondita. Ma è questa la naturale vicenda delle cose umane, e meravigliarsene sarebbe da ingenui. Tra le accademie del periodo che c’interessà merita particolare menzione l’Accademia Romana d’AQUINO. Suo organo è il periodico omonimo « L’accademia romana d’Q1UINO, che inizia le pubblicazioni subito dopo la sua inaugurazione ed esce annualmente in due fascicoli. 1 collaboratori principali sono, oltre PECCI (vedasi), SATOLLI (vedasi) LORENZELLI (vedasi), PRISCO (vedasi), ZIGLIARA (vedasi) e MAZZELLA (vedasi), tutti cardinali della chiesa romana. Si aggiungano LIBERATORE (vedasi) e CORNOLDI (vedasi), SIGNORIELLO (vedasi), TALAMO (vedasi), FABRI (vedasi), ZANON (vedasi) ed altri ancora. Abbondano naturalmente i commenti ad AQUINO. Pecci pubblica la sua « Parafrasi e dichiarazione dell’opuscolo d’AQUINO «De ente et essentia. Altri si fermano di preferenza intorno agli articoli che AQUINO dedica alla cognizione umana nella Somma Teologica. Questi commenti anche oggi si possono leggere con profitto. Oltre i commenti ad AQUINO, trovano largo posto gl’attacchi a ROSMINI (vedasi), come porta la necessità del momento. Non è infatti possibile diffondere la genuina filosofia d’AQUINO senza incrociare le armi con ROSMINI e suoi sequaci, i quali tenenno a far apparire coincidenti ROSMINI ed AQUINO: coincidenza perfettamente illusoria, sopratutto dopo che, morto ROSMINI, è venuta alla luce la sua «Teosofia», sdrucciolante ornai, sulla buccia dell’ente ideale, troppo apertamente ancorché preterintenzionalmeute, verso l’ontologismo o intuizionismo divino che dir si voglia, e verso il panteismo. A mente calma e fredda, con animo scevro da ogni passione di parte, oggi si può convenire che il sistema ideologico del « Nuovo Saggio sull origine delle idee » predispone ai mali passi. Ebbi altra volta occasione di scrivere che [A Napoli, ricorrendo il sesto centenario della morte d’AQUINO, èstata istituita un’Accademia d’AQUINO; e pure in Roma incomincia a vivere l’Accademia filosofico medica d’AQUINO. Dalla tipografia vaticana usce, sotto il velo dell’anonimo, la celebre Rosminianarum [ROSMINI (vedasi) propositionum quas S. R. U Inquisitio, approbante Leone, reprobavit, proscripsit, damnavit Trutina theologica. Si sa di poi esserne autore iMazzella. IL NE0T0M1SM0 IN ITALIA]  Rosmini disimpegna una funzione veramente utile in prò’ della filosofia d’AQUINO, sospingendone i cultori a prendere contatto con la filosofia ambiente estranea od aversa. Aggiungo ora che gli si può e gli si deve riconoscere il merito di aver insistito, sia pure deviando, sull’elemento divino nella cognizione umana. Il domani filosofico ritorna sicuramente su questo elemento. Ma è, almeno almeno, un gran perditempo quel volersi da troppi e sistematicamente indurare, o per illusione o per arte polemica, nel difendere una coincidenza assolutamente irreale. Questo nocque oltremodo a ROSMINI nel giudizio degli uomini imparziali ed equilibrati, che dovettero scorgervi o troppa ingenuità o troppa, come dire?, virtuosità. Certo AQUINO non ha nulla di comune con le debolezze intuizionistiche e panteistiche di Rosmini: senza dire che AQUINO attribuisce proprio all’astrazione la formazione degli universali, mentre il misconoscimento di questo potere dell’astrazione è la base stessa della speculazione di ROSMINI nel « Nuovo saggio sull’origine delle idee ». Fra coloro che sulle pagine dell’Accademia Romana d’Aquino polemizzarono più diffusamente e più autorevolmente contro ROSMINI va ricordato Liberatore. AQUINO ha chiarita e giustificata le sua posizione speculativa di fronte a ROSMINI ed alla sua ideologia pericolosa fino dall’opuscolo di SORDI (vedasi)  6,P Svill, PP° dell ° he g elis "'° SUl !° He sei, dopo aver affermato che il gran mento dello H. sta nella scoperta della dialettica come relazione sintesi di opposti e aver soggiunto che oltre la sintesi degli opposti c è la sintesi dei distinti, conclude che il torto dello H è di aver confuso quella dialettica con questa. Oltre gli opposti, essere e nulla, spiiito e natura, vero e falso, ecc., i quali non sono reali che nella sintesi di cui costituiscono i momenti astratti ; ci sono, dunque, pel Croce, i distinti: bello, vero, utile, buono, i quali non si trovano fra loro nella stessa relazione degli opposti, reali solo nella sintesi- ma sono, invece, egualmente, tutti reali e concreti, così da poter sussistere I nno accanto all’altro. Posto ciò, il rapporto fra i gradi orme dello spinto è, pel C., questo: esso procede per diadi (invece che per triadi), nelle quali il primo termine sussiste da sè cornar 0 ’ PU k aV, end ° anch ’ esso una sua sussistenza concreta come tale, assorbe .1 primo: così, l’arte, si è visto, è alogica, ma filosofia, sintesi di intuizione e concetto, è anche arte, cioè ha etica^ ° rC espress . lv ° : la volizione economica è amorale, ma quella senni n* V, ’T economica > la volizione morale essendo anche sempre utile Lo spinto, poi, è di natura circolare, e però passa da un grado all altro: passa dal grado intuitivo al logico, all’econo¬ mico, all etico, e dall’ultimo trapassa ancora al primo, all’intuitivo ornendo .1 contenuto pratico alla nuova intuizione, e così in eterno’ nfa°tfi ni a gra t ÌmP ' ÌCÌta resistenza di tu, “ i quattro gradii nfatti, appunto perchè nel grado intuitivo, ad es., è già implicito 11 ’° glC0 Sl P uò P assa re dall’uno all’altro. E il passaggio consiste¬ rebbe, infine, nel divenire esplicito ciò che era Lplidtò L’IDEALISMO ITALIANO Ili Ora è necessario osservare subito, che in questa teoria del Croce vengono così in contatto due dialettiche contrarie: quella degli opposti e quella dei distinti. Sono, dunque, due differenti specie di rapporti che concorrono al ritmo dialettico, crociano, dei gradi: il mutuo rapporto dei gradi in quanto tali, cioè distinti, concreti, e quello degli stessi in quanto astratti momenti di ognuno dei gradi concreti. Il grado intuitivo, ad es., ha due significati ben diversi, quello di momento della sintesi a priori logica (sintesi, si è visto, d’intuizione e concetto), e quello di sintesi a priori estetica, grado concreto e indipendente, come tale, dal grado logico, che, a sua volta, come tale, è in egual relazione verso di quello. Ove è palese, che, nel primo caso su accennato, si ha una relazione di opposti, e nel secondo una relazione di distinti. È in questo punto dell’incontro delle due dialettiche, che si sono soffermati più a lungo i critici del Croce. È stato osservato, ad esempio, che le due dialettiche si annullano l’un l’altra; che il concetto dell’implicito-esplicito, che deve spiegare il passaggio da un distinto all’altro, è un semplice mito, non differente, essen¬ zialmente, da quello del passaggio dall’inconscio al conscio; che il concetto stesso di circolo è mitologico, e così via. Il carattere espositivo di questo scritto c’impedisce di entrare nella questione: si è ricordato ciò per informazione del lettore. Fin’ora si è discorso dell’estetica, della logica, della filosofia della pratica: veniamo ora alla Teoria della storiografìa (1917) che conclude il sistema della filosofia dello spirito quasi con una brusca correzione. In quest’ultima opera il C. vuole integrare la sua unificazione precedente della filo¬ sofia e della storia nel giudizio percettivo, col concetto della con¬ temporaneità della storia. La storia, antichissima o recente che sia, è storia contemporanea, cioè sempre relativa al soggetto presente, che col pensarla la suscita, la fa; badando però a intendere questa presenza come assoluta e ideale, tale, cioè, che condizioni essa e superi l’empirico presente e passato del tempo. Ma intesa così la storia, come procedente dall’universalità del soggetto, come attualità piena dello spirito, essa appaga allora l’esi¬ genza filosofica di possedere la realtà nella sua pienezza e totalità, e la filosofia come Logica, come un distinto momento dello spirito, viene sminuita di valore. In relazione, infatti, al nuovo concetto di storia, la filosofia, nel senso più adeguato e profondo, viene ad [Ruggiero, La Filosofia Contemporanea. [Spirito, Il nuovo idealismo italiano, p. 26. 112 VOLPE essere il momento trascendentale della conoscenza storica, alla quale appresta le categorie necessarie a pensare la totalità del reale. « La filosofia non può essere altro che il momento metodologico della storiografia, dilucidazione delle categorie costitutive dei giudizi storici...». Dilucidazione che «si muove nelle distinzioni dell’Este¬ tica e della Logica, dell’Economica e dell’Etica; e tutte le congiunge nella filosofia dello spirito. Il pensiero del C. conclude, dunque, ad una sopravvalutazione della storia, o filosofia in largo senso, di fronte alla logica, o fillsofia stricto sensu: conclude, infine, parrebbe a due concetti di filo¬ sofia: la logica, o filosofia stretta, che come tale resta al di qua dell 'atto storiografico, o filosofico in senso profondo. Ecco quel ch’è sfato chiamato, anche recentemente, l’umanismo del Croce. Umanismo, si è detto, perchè tutta la storia della storiografia assume il valore di una storia della filosofia incentrata nel concetto dell’uomo, del mondo ch’è il suo mondo (Vico), e dei suoi bisogni spirituali (1). È stato ancora osservato, che quel ch’è la funzione della filosofia rispetto al problema della scienza nei filosofi del neo-criticismo positivista, si ritrova nel Croce, come coscienza critica immanente all’atto storiografico, di cui essa è il momento puramente trascendentale (2). IL La formazione mentale di G. Gentile ha origini diverse da quella crociana. A Bertrando Spaventa, e, attraverso questi, a Hegel, Fichte, Kant, Cartesio, e ai nostri Gioberti, Vico e Bruno, si riallaccia, fin dagli inizi, la meditazione del fondatore dell’idealismo dell’atto. È, poi, partendo in particolare dallo Hegel, con la riforma ch’ei propone, indipendentemente dal Croce, e sulle orme dello Spaventa, della dialettica hegeliana, che il pensiero del G. dà i primi frutti originali. Lo Spaventa, studiando le tre prime categorie della Logica hegeliana, essere, non-essere, divenire, aveva osservato, sorpassando i precedenti interpreti (Trendelenburg, Vera etc.), che « questa posi¬ zione imbrogliata dell’essere e del non-essere (lo stesso e non-lo stesso) è la viva espressione della natura del pensare. Se si toglie di mezzo il pensare non se ne capisce niente». Amato Masnovo. Masnovo. Keywords: scolastica. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Masnovo.” Masnovo.

 

Luigi Speranza -- Grice e Massarenti: l’implicatura conversazionale -- stramaledettamente implicaturale – la scuola d’Eboli – filosofia campanese -- filosofia italiana – Luigi Speranza (Eboli). Filosofo Italiano. Eboli, Salerno, Campania. Grice: “His dictionary of non-common ideas I would give to Austin on his birthday; he would hate it! He was all for common lingo!” -- “I like Massarenti: he can be provocative. I like his study on what he calls a ‘neologissimo’ – and the idea of the pocket-philosopher! I know I’m one! On the other hand, he has written on ‘la buona logica,’ but isn’t ‘logica’ already a value-paradeigmatic expression? His study on god-damn logic is good – since that’s what I do, with my theory of implicature. To say, “My wife is in the kitchen or the bedroom” when I know where she is – and thus when I have truth-functional grounds to utter the stronger disjunct, it’s still goddamn logic – I haven’t lied! True but misleading – aka god-dman logic!” Responsabile del supplemento culturale Il Sole-24 Ore-Domenica, dove si occupa di storia e filosofia della scienza, filosofia morale e politica, etica applicata, e dove tiene la rubrica Filosofia minima.   Armando Massarenti vive a Milano, dove dirige il supplemento culturale Domenica de Il Sole 24 Ore. Scrive L'etica da applicare. Redatta il Manifesto di bioetica laica, che ha suscitato un vasto dibattito. È stato membro dell'Osservatorio di Bioetica della Fondazione Einaudi di Roma e dal  fa parte del Comitato etico della Fondazione Veronesi, presieduto da Amato. Direttore della rivista Etica ed economia (Nemetria). Cura e introduce diversi volumi di argomento filosofico-scientifico, come “L'ingranaggio della libertà” (Liberi libri, Macerata), la “Storia dell'astronomia” di Leopardi (Vita Felice, Milano), “Rifare la filosofia di Dewey” (Donzelli, Roma).  Per Feltrinelli cura e introduce “Laicismo indiano” (Milano), una raccolta di saggi di Sen.Cura il numero monografico della Rivista di Estetica dedicato al dibattito su analitici e continentali e, con Possenti, “Nichilismo, relativismo, verità. Un dibattito (Rubbettino, Mannelli). Cura la collana I Grandi Filosofi (trenta volumi sui protagonisti della storia del pensiero, da Socrate a Wittgenstein, per i quali anche scrive le prefazioni, confluite ne Il filosofo tascabile. In corso di pubblicazione una serie analoga dedicata ai grandi della scienza. Scrive “Il lancio del nano e altri esercizi di filosofia minima” per il quale gli sono stati conferiti il Premio Filosofico Castiglioncello  e il premio di saggistica "Città delle Rose. "Il lancio del nano” è anche oggetto di un esperimento didattico, promosso dalla Società Filosofica Italiana attraverso il quale viene proposto un metodo di motivare allo studio della filosofia e alla capacità di argomentare in proprio. Dal saggio è stato tratto anche uno spettacolo teatrale, per la regia di Longhi prodotto da Mimesis). Cura “Bi(bli)oetica. Istruzioni per l'uso (Einaudi), un dizionario di bio-etica sui generis, dal quale il regista L.Ronconi ha tratto l'omonimo spettacolo teatrale andato in scena a Torino, per il progetto Domani delle Olimpiadi. Scrive Staminalia. le cellule etiche e i nemici della ricerca, una ricostruzione del dibattito etico e scientifico sulla ricerca sulle staminali. Scrive Il filosofo tascabile. Dai presocratici a Wittgenstein. 44 ritratti per una storia del pensiero in miniatura. In contemporanea è uscito “Stramaledettamente logico. Esercizi filosofici su pellicola (Laterza, Roma-Bari) una raccolta di saggi su cinema e filosofia (di Roberto Casati, Achille Varzi) di cui ha scritto introduzione e saggio conclusivo. Insegna a Bologna, Lugano, Siena, Milano. Dirige per Mondadori la collana "Scienza e filosofia".  Fa parte delle giurie di due premi per la divulgazione scientifica: il Premio Pace, promosso dalla SISSA di Trieste, il Premio letterario Galileo per la divulgazione scientifica, legato al Campiello (Padova), e il premio Serono. È stato anche nella giuria del Premio del Giovedì "Marisa Rusconi", conferito ogni anno a Milano a un romanzo italiano opera prima.  Ha vinto diversi premi:  il Premio Dondi per la Storia della Scienza, delle tecniche e dell'Industria (Padova); n il Premio Voltolino per la divulgazione scientifica (Pisa); il Premio Mente e Cervello (Torino); il premio Capri, il premio Argil e il premio Capalbio; il Premio Città di Como. Altri saggi: “L'etica da applicare: una morale per prendere decisioni,” Milano, Il Sole-24 Ore libri, “Il lancio del nano” -- e altri esercizi di “filosofia minima,” Parma, Guanda); “Staminalia. “Le cellule” etiche e i nemici della ricerca, Parma, Guanda,  “Il filosofo tascabile” “dai presocratici a Wittgenstein”“ritratti per una storia del pensiero in miniatura,” Parma, Guanda, “Dizionario delle idee non comuni,”Parma, Guanda,.“Filosofia, sapere di non sapere: le domande che hanno caratterizzato lo sviluppo del pensiero” Firenze, Anna.“Perché pagare le tangenti è razionale ma non vi conviene” e altri saggi di etica politica, Parma, Guanda,.“Istruzioni per rendersi felici.”“Come il pensiero antico salverà gli spiriti moderni, Milano, Guanda,.“La buona logica.” Imparare a pensare, Milano, Cortina, “Metti l'amore sopra ogni cosa: una filosofia per stare bene con gl’altri” Milano, Mondadori, Treccani Enciclopedie Istituto dell'Enciclopedia Italiana su italia libri.net. tangenti e moralità, su filosofia rai. Armando Massarenti. Massarenti. Keywords: stramaledettamente logico, stramaledettamente implicaturale --. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Massarenti” – The Swimming-Pool Library.

 

Luigi Speranza -- Grice e Massari: l’implicatura conversazionale -- l’implicatura logistica di Petrarca e Boccaccio – la scuola di Seminara -- filosofia calabrese -- filosofia italiana -- Luigi Speranza (Seminara). Filosofo filosofo calabrese. Filosofo italiano. Seminara, Reggio Calabria, Calabria. Bernardo Massari -- calabro -- Barlaam: -- Grice: “Should it be under B – Barlam, under Seminara, like Occam?”  Barlaam Calabro – di Calabria – Scrive di aritmetica, musica e acustica. E uno dei più convinti fautori della riunificazione fra le Chiese d'oriente e occidente. È considerato insieme ai suoi due allievi Leonzio Pilato e Boccaccio uno dei padri dell'Umanesimo. Studia in Galatro, Calabria. Pare che il suo successo come filosofo (un suo trattato sull'etica degli stoici è preservato) e ragione di gelosia da parte di N. Gregorio. Nell'ambito delle trattative per la ri-unificazione tra le due Chiese di Oriente e di Occidente, a lui venne affidata la difesa delle ragioni greche; in tale occasione sviluppa le sue critiche verso l'esicasmo e a sottolineare la differenza di valore tra la teologia scolastica e la contemplazione mistica. E protagonista di una violenta polemica contro i metodi ascetici e mistici di alcuni monaci dell'Athos e del loro sostenitore G. Palamas. Il dibattito divenne sempre più acceso fino a culminare in un concilio generale alla fine del quale venne costretto a sospendere ogni futuro attacco verso l'esicasmo. Epigrafe a Gerace, tutore di Petrarca e Boccaccio, inviato dall'imperatore Andronico III Paleologo in missione diplomatica a Napoli, Avignone e Parigi per sollecitare le corti europee ad una crociata contro i turchi. In quell'occasione costrue delle relazioni e una rete di amicizie su cui puo fare conto quando, in seguito alla decisione conciliare, decise di aderire alla Chiesa d'Occidente. Ad Avignone conosce Petrarca, a cui iniziò ad insegna il greco. Petrarca si adoperò per fargli assegnare la diocesi di Gerace, così e nominato vescovo di Clemente. La bolla relativa alla sua elezione al vescovato di Gerace riporta, Monachus monasteri Sancti Heliae de Capasino Ordinis Sancti Basilii Militensis Diocesis, in sacerdotio constitutum. Tutore di Petrarca e Boccaccio che da un importante contributo, attraverso la riscoperta dei testi antichi, anche a tutto ciò che non molto tempo dopo svilupa il movimento umanista. È proprio Manetti il primo a menzionarlo nella sua biografia del Petrarca. Venne inviato in missione diplomatica da Clemente in un rinnovato tentativo ecumenico. Data la grande influenza di Palamas il tentativo, ancora una volta, si risolse in un insuccesso. Fa ritorno ad Avignone dove muore. Saggi: Si occupa anche di matematica lasciandoci una “Logistica” in cui spiega le regole di calcolo con interi, frazioni generiche e frazioni sessagesimali. D. Mandaglio, Barlaam Calabro: una vocazione unionista. C. Nanni Editore (Maggio). Salvatore Impellizzeri, Calabro, Dizionario Biografico degli Italiani, Istituto dell'Enciclopedia italiana Treccani. Mercati, Calabro, Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia italiana Treccani. Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Ratisbona. Simone Atomano. Barlaam Calabro di Seminara. BARLAAM Calabro. - Nacque a Seminara (Reggio di Calabria) sul finire del sec. XIII, probabilmente verso il 1290. Il nome Barlaam par che sia quello assunto in religione, ma non è documentato che il nome di battesimo fosse Bernardo, come si ripete sulle orme dell'Ughelli (Italia Sacra). Mancano notizie sulla sua formazione spirituale e culturale e sulla sua attività in Italia fino al suo passaggio a Bisanzio. La bolla di Clemente VI (Reg.Vat.), che lo elevò al seggio episcopale di Gerace, ci informa soltanto che B. si preparò al monacato e al sacerdozio nel monastero basiliano di Sant'Elia di Capasino (Gàlatro), nella diocesi di Mileto. Certo è ormai, dopo gli studi recenti (Schirò, Jugie, Giannelli), che B. nacque e fu educato nella fede dissidente della Chiesa di Costantinopoli, cui molti continuavano ad aderire nell'Italia meridionale di quell'età, nonostante l'unione alla Chiesa cattolica proclamata dal concilio di Bari. È B. stesso a dirlo in uno degli opuscoli contro la processione dello Spirito Santo a Patre Filioque (punto fondamentale di dissenso tra le due Chiese: gli ortodossi credono che lo Spirito Santo proceda e Patre solo): "Tale è la mia fede e la mia religione riguardo alla Trinità, fede nella quale io fui allevato fin dall'infanzia e nella quale sono vissuto sin qui" -- cod. Parisinus graecus. Problematica è invece la ricostruzione della sua formazione culturale. Appare infatti evidente che le conoscenze del monaco calabrese, le quali non si limitano a filosofi greci, quali Platone e Aristotele, ma si mostrano invece profonde anche riguardo al pensiero di Tommaso d'Aquino e agli ultimi sviluppi nominalistici della Scolastica occidentale, esorbitano dalla tradizione culturale dei monasteri italo-greci di Calabria e presuppongono contatti più o meno prolungati di B. con scuole filosofiche e teologiche dell'Italia meridionale e centrale. Quando il potere imperiale passò da Andronico II ad Andronico III, troviamo B. a Costantinopoli, dove egli era giunto dopo essersi trattenuto prima ad Arta, in Etolia, e a Tessalonica. Nella capitale bizantina incontrò il favore della corte: vi dominava allora Anna di Savoia, figlia di Amedeo V, sposata nel 1326 ad Andronico III, favorevole ai Latini e all'unione delle Chiese. Presto ottenne larga fama di dotto e di filosofo e divenne abate (igumeno) di uno dei più importanti conventi, quello di S. Salvatore. Si diffondevano a Bisanzio i suoi scritti di logica e di astronomia e il gran domestico Cantacuzeno gli affidava una cattedra nell'università della capitale. Ma la sua fama crescente doveva presto urtarsi contro il tradizionale nazionalismo latinofobo dei Bizantini. Il primo scontro avvenne col più cospicuo rappresentante dell'umanesimo bizantino, Niceforo Gregoras, che teneva cattedra nel monastero di Cora. In una sfida accademica i due dotti più in vista della capitale si trovarono di fronte a discuteresui campi più vari dello scibile, astronomia, grammatica, retorica, poetica, fisica, dialettica, logica. Di questa tenzone noi sappiamo soltanto attraverso un libello del Gregoras 02,OpiVrLO9 ~ 7rEpì GOCPL'2q (Jahn, Archiv für Philologie und Pddagogik, Supplementband). Il libello, una specie di dialogo mitico di imitazione platonica, o meglio lucianea, naturalmente tendenzioso, asserisce che l'agone si concluse con la completa sconfitta del dotto calabrese, che dimostrò di avere soltanto qualche conoscenza di fisica e di dialettica aristotelica e una certa superficiale infarinatura di logica. Ma nella persona di B., Niceforo Gregoras vuol mettere in ridicolo tutta la scienza occidentale limitata a poche nozioni aristoteliche e del tutto ignara di matematica, fisica e astronomia, scienze in grande onore allora a Bisanzio. Secondo il Gregoras, inoltre, in seguito a questa sconfitta, B. avrebbe abbandonato Costantinopoli per rifugiarsi a Tessalonica. Par più probabile invece che egli facesse la spola tra i due massimi centri culturali dell'impero. A Tessalonica comunque il suo insegnamento continuava con successo e tra i suoi allievi si contavano personalità di spicco come Acindino, Cavasila, e Cidone.  Ma nemmeno presso la corte e gli ambienti ecclesiastici della capitale il prestigio di B. dovette subire un offuscamento, se proprio lui fu scelto dal patriarca Caleca, come portavoce della Chiesa ortodossa, quando giunsero a Bisanzio i due domenicani Francesco da Camerino, arcivescovo di Vosprum (Ker~-'), e Riccardo, vescovo di Cherson, incaricati dal papa Giovanni XXII di rimuovere gli ostacoli dottrinali che si frapponevano alla riconciliazione delle Chiese.  La discussione tra i prelati latini e il monaco calabrese si svolse ad un alto livello teologico-filosofico. M. cercava di abbattere la barriera dogmatica della processione dello Spirito Santo ricorrendo a un tipico argomento nominalistico: egli si opponeva alla pretesa di poter conoscere Dio e di poter dimostrare apoditticamente le cose divine. Ora, se Dio èinconoscibile, che valore potevano avere discussioni sulla processione dello Spirito Santo basate sui sillogismi apodittici? Sia i Latini, sia i Greci, quindi, in questioni di questo genere non potevano rifarsi che ai Padri della Chiesa, la cui fonte di scienza è la rivelazione e l'illuminazione divina. Ma poiché i Padri non sono sufficientemente espliciti riguardo alla processione dello Spirito Santo, non restava che assegnare alle divergenti dottrine un posto nelle opinioni teologiche particolari, senza fame un ostacolo per l'unione.  La posizione di M. è in netto contrasto col realismo di s. Tommaso, assunto quale atteggiamento ufficiale dalla teologia cattolica: essa si inserisce chiaramente nel movimento volontaristico contemporaneo a B., che ebbe i suoi maggiori rappresentanti in Duns Scoto e in Guglielmo d'Occam, teso a porre un netto confine di separazione tra i campi della ragione e della fede. Non è un caso che B. avesse consacrato il suo insegnamento universitario dalla cattedra di Costantinopoli all'esegesi dello Pseudo-Dionigi l'Areopagita, il rappresentante più coerente della dottrina "apofatica", della inconoscibilità, cioè, del divino, la cui autorità era riconosciuta in Oriente e in Occidente.  Le trattative non approdarono a nulla: le tesi di B. difficilmente potevano essere accettate dai legati latini, esponenti dell'ordine stesso cui apparteneva anche AQUINO e inviati dal papa Giovanni XXII, che, elevando agli onori dell'altare Tommaso, aveva fatto propria della Chiesa di Roma la sua dottrina. Ma l'agnosticismo nominalistico di M. doveva anche urtare le concezioni mistiche bizantine, rappresentate allora specialmente dal monachesimo atonita. A campione di tale misticismo si ergeva Gregorio Palamas, un monaco dell'Athos, che aveva già scritto due Discorsi apodittici contro la processione dello Spirito Santo Filioque. Egli attaccava il metodo di discussione tenuto dal calabrese dinanzi ai legati latini, dichiarando perfettamente dimostrabile la posizione ortodossa in virtù della grazia illuminante che al cristiano discende dall'incamazione, per cui la conoscenza soprannaturale è eminentemente reale, più di qualunque conoscenza filosofica.  Intanto M. veniva a conoscenza delle pratiche mistiche dei monaci atoniti, che si isolavano per abbandonarsi ad una quiete contemplativa Tali pratiche consistevano nel ripetere indefinitamente la preghiera: "Signore Gesù Cristo, figlio di Dio, abbi pietà di me!", trattenendo il fiato, col mento appoggiato al petto e guardando l'ombelico, fino a raggiungere la visione corporea della luce divina vista dagli Apostoli sul Tabor, nel giorno della trasfigurazione. Questa concezione psico-fisica della divinità e, soprattutto, il metodo di preghiera degli esicasti (così si chiamavano i seguaci di tal metodo) provocarono gli attacchi ironici di M., che vedeva nell'esicasmo una grossolana superstizione, i cui seguaci designò con lo sprezzante appellativo di umbilicanimi. Ma la controversia ben presto si allargò sul piano filosofico-teologico. M., coerentemente alla sua formazione nominalistica, non poteva ammettere contaminazione tra il divino e l'umano, tra l'etemo e il temporale. La luce del Tabor, per esser vista nell'ascesi, dovrebbe essere etema e coincidere con la divinità stessa, che sola è eterna e immutabile. Ma poiché la divinità è invisibile, invisibile è anche la luce taborica. Palamas oppose una sottile dottrina emanazionistica di derivazione neoplatonica, che distingueva una sostanza divina trascendente (oùaía) e delle energie divine (gvp-'pyztcxt o Suváp.rLq), operazioni eterne di Dio, che per esse agisce nel mondo degli uomini. E appunto la luce taborica visibile agli asceti, come l'amore, la sapienza e la grazia di Dio, è una energia divina operante come intermediaria tra Dio e gli uomini, un ponte tra l'etemo e il transeunte.  Tra le due opposte tesi non poteva essere accordo. La controversia filosoficoteologica ebbe anche implicazioni politiche, come sempre avveniva a Bisanzio. M. allora mosse accusa di eresia contro il Palamas dinanzi al patriarca Giovanni Caleca, presentando il suo scritto Kwrà MoccrcrocXtocvCùv (Contro i Massaliani) in cui la dottrina del Palamas veniva assimilata a precedenti eresie. Il Palamas riuscì a ottenere una dichiarazione, favorevole alla fede esicasta, sottoscritta dai monaci più importanti dell'Athos ('0 &ytopsvrtxòq -ró[Log), mentre il patriarcato e il governo imperiale, pur non favorevoli al palamismo, preoccupati com'erano di mantenere la pace religiosa tra i pericoli incombenti dall'estemo, desideravano evitare una controversia dogmatica e cercavano di far giungere le due opposte parti a una conciliazione. Si giunse così alla riunione di un concilio in Santa Sofia, presieduto dall'imperatore Andronico III in persona. La sera dello stesso giorno il concilio si chiudeva con un discorso dell'imperatore che celebrava la riconciliazione generale. Ma in realtà fu il Palamas a trionfare: la dottrina di B. venne formalmente condannata e il monaco calabrese dovette fare pubblica ammenda agli esicasti e promettere di non dar loro più molestia. Il patriarca pubblicava un'encicláca con cui condannava "ciò che il monaco M ha detto contro i santi esicasti" e imponeva a tutti gli abitanti di Costantinopoli e delle altre città di consegnare alle autorità gli scritti di M. perché fossero pubblicamente distrutti. Questa scottante umiliazione e la morte di Andronico III, avvenuta subito dopo indussero M. a lasciare Costantinopoli e a ritornare in Occidente.  A tal decisione forse non erano state estranee le impressioni riportate nel viaggio in Occidente, e le conoscenze che aveva avuto occasione di fare (forse aveva conosciuto anche il Petrarca). Nel vivo della lotta esicasta, M. era stato richiamato da Andronico III, da Tessalonica, per un'importante missione diplomatica. Urgeva che l'Occidente facesse una spedizione per allontanare da Costantinopoli l'avanzata dei Turchi ottomani. Pare che allora B. avesse preparato un nuovo progetto di unione, che aveva sottoposto al sinodo di Costantinopoli, in cui ribadiva le posizioni teologiche che aveva sostenuto cinque anni prima, nelle discussioni coi legati latini del papa. Il progetto non dovette soddisfare il sinodo e d'altra parte un senso realistico della situazione politica doveva consigliare di evitare lunghe quanto inutili dispute teologiche. B. accompagnato da un esperto militare, il veneziano Stefano Dandolo, si era recato presso Roberto d'Angiò e Filippo VI di Valois per chiedere aiuti militari dal Regno di Napoli e dalla Francia, e infine presso la Curia di Avignone per ottenere il consenso papale alla crociata. Al papa aveva presentato dei memoriali in cui, facendo presenti i pericoli che sovrastavano alla cristianità tutta per l'incombenza della minaccia turca, chiedeva che i Latini, mettendo da parte i tradizionali odi, mandassero subito aiuti in Oriente per la guerra contro gli infedeli; dopo, ottenuta la vittoria, si sarebbe riunito un concilio ecumenico che avrebbe trattato dell'unione. La missione di B. era fallita sia perché il papa pretendeva la realizzazione dell'unione prima di affrontare uno sforzo militare, sia perché le condizioni politiche dell'Occidente (relazioni tese tra Filippo VI ed Edoardo III d'Inghilterra) difficilmente avrebbero permesso l'organizzazione di una crociata.  M. torna in Calabria e prosegue il suo viaggio fino a Napoli, dove aiutò, per la parte greca, l'umanista Paolo da Perugia nella compilazione della sua opera sulla mitologia dei pagani (Collectiones) e nell'ordinamento dei manoscritti greci della libreria angioina, che era in rapida espansione. Poi, nell'agosto, passò alla Curia avignonese, dove a Benedetto XII era successo Clemente VI. In questo periodo egli si legò di amicizia col Petrarca, a cui insegnò i primi rudimenti di greco, da lui acquistando familiarità con la lingua latina, nella quale, per la sua educazione prevalentemente greca e per la lunga dimora in Oriente, provava difficoltà ad esprimersi (Petrarca, Famil.). Allora passò anche alla fede cattolica e fu utilizzato dalla Curia per un insegnamento di greco, fino a che, pare per intercessione del Petrarca, non fu elevato al seggio episcopale di Gerace e consacrato da Poggetto. Oscuri e duri furono gli anni dell'episcopato nella piccola diocesi calabrese a causa di aspre dispute con la curia metropolitana di Reggio.  Ma gli veniva affidata la sua ultima missione diplomatica, questa volta da parte di Clemente VI, per condurre trattative unioniste con l'imperatrice Anna di Savoia, reggente l'impero di Bisanzio in nome del figlio Giovanni V. La situazione a Bisanzio rendeva però ogni trattativa impossibile. Un sinodo aveva deposto il patriarca Giovanni Caleca, divenuto avversario dichiarato del movimento esicasta, in conseguenza dell'evoluzione della situazione politica dopo la morte di Andronico III (veva fatto arrestare il Palamas e l'anno successivo aveva fatto pronunciare contro di lui la scomunica da un sinodo patriarcale), e aveva confermato la condanna di M.. La stessa sera Cantacuzeno, favorevole agl’esicasti, entrava nella capitale e costringeva Anna ad accoglierlo come coimperatore accanto al figlio. A B., considerato eresiarca, non restava che la via del ritorno, per lasciare ad altri la ripresa delle trattative. Rientra ad Avignone. Infatti la bolla di nomina del suo successore, Simone Atumano, nella sede episcopale di Gerace afferma come recente la morte di Barlaam. (Archivio segreto vaticano, Reg. Clem.).  Scrive molto. Quantunque una parte della sua opera sia andata perduta, tuttavia si conservano ancora di lui un buon numero di opuscoli di vario contenuto, in genere brevi, ma densi di pensiero. La maggior parte di essi sono ancora inediti. Un elenco coi titoli e gli incipit si trova in Fabricius, Bibliotheca Graeca, Hamburgi riprodotto in Migne, Patr. Graeca, CLI. I più numerosi sono quelli di carattere teologico e riguardano l'attività unionista del monaco calabrese: 3 contro la processione dello Spirito Santo Filioque, e sul primato del papa. Tali opuscoli si trovano in un gran numero di manoscritti. Ne contiene 20 (escluso uno sul primato del papa) il cod. Parisinus. Di essi uno solo sul primato dei papa, è stato pubblicato prima da Luyd, con traduzione latina, Oxford, e poi dal Salmasius, in greco, Hannover riprodotto in Migne, Patr. Graeca, CLI, Coll..  Due discorsi greci sull'unione delle Chiese sono stati pubblicati e illustrati da Giannelli, Un progetto di Barlaam Calabro Per l'unione delle chiese, in Miscellanea Giovanni Mercati, III, Città del Vaticano. Il primo di essi contiene il progetto di unione elaborato da B. prima della sua missione diplomatica ad Avignone e presentato al sinodo di Costantinopoli; il secondo, pronunciato probabilmente dinanzi al sinodo stesso, doveva illustrare il progetto contenuto nel primo. Di tenore diverso sono tuttavia i due discorsi latini recitati, o piuttosto presentati in forma di memoriali, in quell'occasione, al pontefice Benedetto XII. Essi furono editi per la prima volta da L. Allacci, De Ecclesiae Occidentalis atque Orientalis perpetua consensione...,Coloniae Agrippinae, donde furono riprodotti dal Migne, Patr. Graeca, CLI, e poi dal Raynaldi, Annales Ecclesiastici. Alla sua attività apologetica in favore della Chiesa cattolica svolta dopo la conversione si riferiscono varie lettere ed opuscoli, di cui cinque, in latino, si trovano in Migne, Patr.Graeca, C LI. Poco ci resta degli scritti contro gli esicasti, che furono condannati alla distruzione, dopo il concilio, dalla enciclica del patriarca Giovanni Caleta (Synodicae Constitutiones, XXII, in Migne, Patr.Graeca,CLII, COI.). L'opera principale, più volte rimaneggiata, che portava il titolo KotTà Mocaaa?,tocvi""v (Contro i Massaliani) da un'antìca setta ereticale a cui B. polemicamente assimilava gli esicasti, ci è nota soltanto attraverso le citazioni degli avversari. Di notevole importanza sono quindi le otto lettere pubblicate con ampia introduzione da Schirò: Barlaam Calabro, Epistole greche. I primordi episodici e dottrinari delle lotte esicaste, Palermo, che rivelano i primi sviluppi della controversia.  Ma se più nota è l'attività teologica di B., di non minore importanza, anche se finora meno studiata, è quella filosofica e scientifica. Nell'operetta latina in due libri, Ethica secundum Stoicos ex pluribus voluminibus eorumdem Stoicorum sub compendio composita,edita per la prima volta da Canisius, Ingolstadt 1604, riprodotta in Migne, Patr. Graeca,CLI, coll., B. dà una chiara esposizione della morale stoica e mostra ampia conoscenza di Platone. Inedita è ancora un'altra opera di carattere fìlosofico, Le soluzioni dei dubbi proposti da Giorgio Lapita (A~astq siq T&q è7rsvsy,0d'aocq ocù-ré,-,) &7rop(otq 7rocpì ro,3 ]Pe,)pytou roú Aa7r'tOou, contenuta in vari codici, di cui il più noto il Vatic. Graer. Di matematica trattano l'Arithmetica demonstratio eorum quae in secundo libro elementorum sunt in lineis et figuris planis demonstrata,corfimentario al secondo libro di Euclide, edito nell'euclide di C. Dasypodius con traduzione latina, Argentorati, e riprodotto, nel solo testo greco, nell'edizione di Euclide curata dallo Heiberg, V, Lipsiae (Teubner); e la Aoytcr-rtx~ sive arithmeticae, algebricae libri VI, edita per la prima volta,dallo stesso Dasypodius con traduzione latina, Argentorati, e poi, con un commento, da Chamberus, Logistica nunc primum latine reddita et scholiis illustrata, Parisiis 1600, trattato di calcolo con frazioni ordinarie e sessagesimali con applicazioni all'astronomia.  Inedite sono due opere di astronomia: un commentario alla teoria dell'ecclissi solare dell'ahnagesto tolemaico, contenuto in parecchi manoscritti, in duplice redazione, e una regola per la datazione della Pasqua.  B. si occupò anche di acustica e di musica. Abbiamo di lui la confutazione al rifacimento degli 'AptovLx& tolemaici di Gregoras, pubblicata da Franz, De musicis graecis commentatio, Berlin.  Difficile è esprimere un giudizio preciso che illumini di piena luce la personalità di B., sia perché moltissimi dei suoi scritti sono ancora inediti, sia perché l'attenzione degli studiosi si è concentrata particolarmente sulla sua attività teologica e diplomatica, che fu occasionale, lasciando nell'ombra la sua opera di filosofo, di scienziato e di umanista, che rispondeva alla sua vera vocazione.  Sufficientemente chiara è ormai la posizione del monaco calabrese verso le due Chiese. E sincero credente nella fede ortodossa fino a quando non passò al cattolicesimo, ad Avignone, in seguito alla condanna espressa dal concilio. E fu sincero unionista, anche se le sue posizioni teologico-filosofiche non dovevano contribuire alla chiarificazione dei rapporti tra le due Chiese.  A Bisanzio porta lo spirito nuovo delle più avanzate speculazioni filosofiche dell'Occidente, che preludevano all'umanesimo e alla Rinascita. Non facilmente valutabile è invece il peso che egli ebbe nell'introduzione del greco nel mondo occidentale. Certo è che, oltre alle sue lezioni avignonesi, iniziò alla cultura ellenica Paolo da Perugia e il Petrarca.  I suoi interessi per matematica, astronomia, fisica e musica, oltre che per teologia e filosofia, gli assegnano un posto eminente nella storia della cultura e lo fanno apparire uno degli spiriti più versatili della sua età.   Fonti e Bibl.: N. Gregoras, Byzantina Historia, a cura di L. Schopen, I. XI, c. 10, in Corpus scriptorum historiae Byzantinae, Bormae, Cantacuzeno, Historiartum libri, a cura di Schopen, AYLOQEVILZò1; Tó~10(; in Migne, Patr. Graeca,  Filoteo, Gregorii Palamae encomium, CLI, Contra Gregoram, XII; i:uvobL>còg rópo; (Atti dei concilio Bénolt XII, Lettres closes, patentes... se rapportant à la France, a cura di G. Daumet, Paris; Taccone-Gallucci, Regesti dei romani pontefici per le chiese della Calabria, Roma, Schaefer, Die Ausgaben der apostolischen Kammern unter Benedikt XII, Klemens VI und Innocenz VI, Paderborn; Petrarca, Famil., I.XVIII, ep. 2, a cura di Rossi, Firenze, BOCCACCIO, Genealogia deorum gentilium, a cura di Romano, Bari; Mandalari, Fra Barlaamo Calabrese, maestro di PETRARCA, Roma; Gay, Le Pape Clément VI et les affaires d'Orient, Paris; Parco, Petrarca e B., Reggio Calabria; Gl’ultimi oscuri anni di B. e la verità storica sullo studio del greco di PETRARCA, Napoli, GENTILE, Le traduzioni medievali di Platone e PETRARCA, in Studi sul Rinascimento, Firenze; Jugie, Barlaam de Seminaria, in Dict.d'Hist. et de Géogr. Ecclés., Barlaam est-il né catholique?, in Echos d'Orient; Schirò, Un documento inedito sulla fede di B. C., in Arch.stor. per la Calabria e la Lucania, Sarton, Introduction to the history of science, III, Baltimorem Weiss, The Greek culture of South Italy in the later MiddIe Ages, in Proceedings of the British Academy, Meyendorff, Les débuts de la controverse hésychaste,in Byzantion, L'origine de la controverse palamite: la première lettre de Palamas à Akindynos, in OEoloyca; Un mauvais théologien de l'Unité: Barlaam le Calabrais, in L'Eglise et les Eglises. Etudes et travaux offerts à Dom Lambert Beauduin, II, Chévetogne, Introduction à l'étude de Palamas, Paris; St. Grégoire Palamas et la mystique ortodoxe, Paris; Giannelli, Petrarca o un altro Francesco, e quale, il destinatario del "De Primatu Papae" di Barlaam Calabro?, in Studi in onore di Funaioli, Roma, Setton, The Byzantine background to the Italian Renaissance, in The Proceedings of the American Philosophical Society, Loenertz, Note sur la correspondance de Barlaam, évéque de Gerace, avec ses amis de Grèce, in Orientalia Christ. Periodica, Beck, Kirche und theologische Literatur im byzantinischen Reich, München, Schmitt, Un pape réformateur... Bénoft XII, Quaracchi-Florence; Pertusi. La scoperta di Euripide nel primo Umanesimo, in Italia Medievale e Umanistica. Bernardo Massari. Massari. Keywords: implicatura, logistica, Petrarca, Boccaccio, Gentile – il latino, il volgare – e il greco! Accademia, Platone, Rinascimento italiano, Firenze.

 

Luigi Speranza -- Grice e Massimiano – il principe filosofo -- Roma – filosofia italiana – Luigi Speranza (Roma). Filosofo italiano. A philosopher who encourages Giustiniano and Giuliano -- to pave the floor of Hagia Sophia with silver. Massimiano.

 

Luigi Speranza -- Grice e Massimo: l’orto romano -- la costituzione di Roma – Roma -- filosofia italiana – Luigi Speranza (Roma). Filosofo italiano. L’orto. A friend of PLINIO Minore. He is sent by Rome to refer and reform the constitutions of six Greek cities, but he declines the idea. He knows the theory of Epittetto, and a discussion between them is preserved in Discourses III. 7. Massimo.

 

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