Luigi Speranza -- Grice e Scupoli: la ragione conversazionale della lotta coll’angelo – la lotta dell’angelo e il demonio – filosofia pugliese 00 filosofia italiana – Luigi Speranza (Otranto). Filosofo italiano. Otranto, Taranto, Puglia. Very important Italian philosopher. Entra nell'ordine dei teatini per ricevere gli ordini sacri. Discepolo di Avellino, appartenente al suo stesso ordine. Risale l'accusa di violazione della regola, per cui èarrestato per un anno e sospeso a divinis. Per la sua assoluzione dove attendere quasi la morte. Intanto, sopporta l'ingiusta accusa e la pena conseguente con umiltà e umanità. Il combattimento spirituale. Con l’orazione porrai la spada in mano al divino, perché combatta e vinca per te. La preghiera è dunque l’arma di tutte le vittorie. Essa è la debolezza del divino e la forza dell’uomo perché il cuore del Padre non sa negare nulla di buono ai suoi figli. “Il combattimento spirituale – I V mezzi per raggiungere la perfezione” è un trattato di strategia spirituale che conduce l'uomo alla perfezione. Scupoli indica *cinque* mezzi per raggiungere la perfezione spirituale: sfiducia in sé, pienissima confidenza in Dio, combattimento e uso metodico delle facoltà per correggere i propri difetti, quindi per trionfare del demonio e per conquistare le virtù. Preghiera e meditazione. Comunione. Spiritualità. IL COMBATTIMENTO SPIRITUALE DEL VENERABILE PADRE D. LORENZO S. Cherìco regolare Teatino, ri dotto in dieci Giorni DI ESERCIZI SPIRITUALI, Con un Accademia propria per ben eferci tarfi in quejlo Combattimento e per raccogliere da vanni Tevernini 'AUTnfegna della Provvidenza. Con Utenza de Superiori) e Privilegio. pref azion e ( vita fìgnabat i e quefio è il primo aVvcrtìniento che vi reco, Non bifogna poi f affare precipitofamente da ut ali altra confi der azióne 5 ma fà duopo. anzi di fermarfi con profonda e feria meditazione y affine di dar loro tempo.£ Operare fecondo la loro virtù 5 imperciocché al dire di Seneca : nihil tairi utile eft,quod irt ttahfitu profìt ) e vuòl direi non v effe co fa 3 per utile eh ella fai la quale giovi prefa di fuga. Sopra tutto fa di mefieri, che a tutto vofiro potere procuriate 'dì p affare dalla meditazione Alla pràtica imperciocché febbene quejli efercizf compofti fieno di diverfe confi der azioni ? con tutto ciò non le chiamo meditazioni ma efercizj 5 indifpénfabil co fa offendo per apprc fittarfene di pajfare dalla confi derazione all azione i Io confiderò i prefenti bi fogni dell 3 Anime j e f apèndo molto bene 9 che molti valenti Uomini prima di me hanno faticato non poco a vAnt aggio dell intelletto y e che quefta parte intellettuale ha con thè pienamente foddisfarfi nel conofeìmento della verità in un prejf oche infinito numero di libri Afeetici ? di cui è pieno it Wn doj by Googli do, rivolgo le mie maggiori premure filli, 'volontà, come fili fi piu debole, e, qu finti -fo e pojfio 3 fipprejlo i mezzi, per int ertenere quefifi potenza, incoft finte tra, i confini del fiuo dovere. procuro eziandio di premunirla contro le fialfie apparenze di atte-, gli oggetti, che pojfono -fidarla, ed impegnarla, nel pernizìofio freg iamento di fine pafifioni : fi qurfio fiine iftrurfco e difipongò coloro che [combattono in fiegreto, per far foro conoficere gli àrtìfizj del Demonio j fi perchè fiappiano la maniera, con cui trioni fare con una genero fia refifienza : Li portà. go finalmente in iftato di combàtterà coli perfieveranzfi contro le pfijfionì della Ipr anima,, e contro gli abiti cattivi 5 è le mài v aggi e inclinazioni della lor carne : impèri ciocche, fiebbenè ora fi àno ’efienti dall oh .bligo di fieguitare Gesù Crifto nel combatti i mento di fina pajfiìone efiponendoci alla, morte per amore di luì, noti poffi amo pera difipenfiarci dal dovere, che abbiamo, di refi fiere ed opporci ai vìzj ed alle tentai zioni, e di fiaticare e di combattere come in uno Spirituale arringo per fiotto mettere il corpo aliò fipirìto, è per rendere la nofir Anima interamente fioggetta a Dio., La ritiratezza, e lo fiudio dì fie mede-, fiimo ejfiendò ì più fiicuri ripari, di cui u: fiar pojjìdmo per sì genero fia imprefia, mi à tu r lufnigc, mio tarò lettori che approverete 1 ti mto p enfi ero, dì recare al Pubblico alcune regole, che la lur.ga pratica, ed applicazione a quefio eccellente libro delCombattimento Spirituale mi hanno fatto conofeere infallibili, e neCeffarìe e primi Secoli della Chiefa, ne quali tutti i Principi erano giurati nemici d’ una Pei igiene ancor bambina, e le loro armi impiegavano in perfeguìtarla, era duopo rinforzare il coraggio de fedeli, fortificare in loro ccflanza, raffrenare il loro zelo y W infiammare il fervore della lor divo%Jcne, perchè intrepidi fofieneffero e la profonda de manigoldi, e tutti qué ' più cra' deli tormenti, a cui di fov ente erano efpoftì k Ma d perche quelle perfecuzìoni fono del tutto [vanite, da che la Religione fa'ita in trono ivi regna gloriofa e trionfando ove Ora più vìlìpefa e combattuta, ci 'ritroviamo eftcfiì ad altre battaglie, per le quali non cì fono meno necejfarj la cofi anz a, il zelo, ed ri fervore de’ primitivi Cripti ani, In luogo di que nemici at ferrati e dij frutti, altri ne fono infortì in Apparenza meno crudeli, ma in verità più fieri e pcnoizJefì. Li fedeli d aliar a f off rivano delie violenze efieriori, ma godevano bei loro interno una vera pare', ogni cofa xkc e cirxemav} era in tumulto, e loro mi t Zìi . JJÌ ! CV f wì :;w i w (.'iJ c:r l li! i r jn tcÀ & r r& rii', J -tfl -ÌP! né a ' fi f minacci Ava, il totale eccidio 2 g-4 tumulti e mi ?icic de non -penetravano fino alla loro anima 5 rie tampoco erano capaci di perturbare quel dolce ripofo 3 dì cui godevano dentro di fe me defimi Lì Fedeli del noftro tempo per lo contrario godono la pace efieriore, ed Ogni eflrinfèco obietto loro non dimofira e promette che profperità, è ripofo } ma fojfrono la guerra interiore il loro nemico più crudele è dentro di lor 7 riedefi mi 3 v nel fondo del loro cuore fen tono turbolenze e tontrafti ajfaì pia gagliardi e Ciiideli di quanti ne pròv afferò i primitivi fedeli nelle loro pérf edizioni 5 di maniera che ben può dìrfi con verità che ia Chic fa per fegui tata era piu felice della Chìef a regnante ) che le adunanze 3 che allora fi facevano nelle Caverne e di notte 3 recavano affai pili di coniazione dì quelle 3 che ora fi fanno a chiaro giorno } e nella magnificenza e fplendore delle nofire Chìefe j chéìl filentio dì quelle ìftforideva tiel loro fpirito maggior gioa e ùofiénte', di quello noi ricaviamo dalle noftrpffiìufiche piu feelte ed eccellenti; c finalmente js che i F afiori di que tempi erano béri fir t gl or lofi. 3 perchè non aveano altro lno& 0Vr pafeere 3 e comuni carfi , ’ (fre'im fuor che le Catacombe, e lì Sepolcri y dì quello fieno i P afiori d‘ oggidì per la ma 3 f gnì-, gnificenza dei loro Palazzi y e per é vantaggiofe j per lo contrario la profperità di cui noi godiamo, ci nuoce Egli è certo che de 3 fedeli affai meno ne andarono allora eternamente perduti fotto le calamità che foffrivano y di quello \ora ne pèrifcano in mezzo alle felicita i che pojfegonò l \ 15 a tutto ciò voi ben vedete, 0 caro Let. tore i che le Jlràde più agevoli e piane non fono fempre le più fi cure, e che Ì Anima j che prende à feguìtarle s diviene per lo piti si negligente, e difàttent a nel fuo camminò i che fi pone ad epui dente rifilò dì per derfi t Vi fono dellé calme pernizìofe e danHcvolii e delle paci f vantaggiofe ed infelir ci; Quella Roma,' che fi mantenni glorìof a finoche ebbe nemici firdnieri da combatterti tofloche tutti li ebbe' foggiogati e vìnti i fi diftrujfe da f e me defi ma nella tal ha dèlia pace, e nel godi mento di fue yittoriè : èd in fatti uvò de fuoi Cittadini 9 che ben di lontano vedeva il principio dèlia fna dìfiruzìòne, così la deplorava : Et patimur longx pacis mala, lvior irmis.. Allorché la corruzione d 3 una lunga cairn a y e d 3 Una piu foda e cofani e profferirà c a fi 1 l C afflile per jedtirci, potremmo dire lo fi e ffo ì ma ciò non ballerebbe per garantirci dal danno j fa di me fieri difenderci con coraggio, e refifiere alla forza di quefie la-, fìnghiere tentazioni 3 e quando non lo poffi amo fave per le vie ordinarie, e che il mondo con foverchìa forza ci fi opponga, è duopo al lontanar ferie, e cercare la nofirS fi carezza nella foli tu dine, e nel facro ritjip&in una piccola Celiai Un Gabinetto, uri Oratorio poffono effer di afilo a coloro; che fappiano fervirfene a tempo e a dovere, facendo loro gufare le dolcezze degl interni raccoglimenti e le fante confolazionì delle rìfieffiohì fegrete Egli è ben convenevole e dover ofo a coloro, che combattono nel Mondo per la lor perfezione ed eterna f alate, £ allontanaci per qualche intervallo di tempo dal campo, ove hanno tanto da combattere. Una ndvé fenza refpiro e interruzione efpofla ai flutti del mare, ed agitata dà continue temp'efie y vìfi bilmente fi rompe] e affonda in poco tempo. Fa duopo perciò di quando in quando nafeonderfi in una tranquilla e piacevole folìtudine, e fottrarfi dal tumulto p dai rumori del Pdondo affine di rifarcufi dai danni f off erti nelle efrinfeche occupazioni, e nelle contefe che occorrono nel commercio; e nella converfazìone degli Uo à 6 mi ' ìnmi Per la qual cofa, mio caro Lettore ho ricavati e ordinati quefii efercìzj, ed ho rif aiuto ài dare al pubblico quefle tfiruz.ioni, avvegnaché io fappia, eh 4 effe fa fatino inutili alla maggior patte degli Uomini 3 e che ben pòchi faranno coloro che vogliano leggere precetti y che non votreb bero praticare A quejii tali pero non è indjfiitta la mia fatica Per pf altri io m ' ilecerto 5 che avranno del piacere, da ciò, che a fcrivere ìntraptendo c che faranno ben foddis fatti e contenti del mìo di fogno. di fvelare i mifieri del loro ritiro 3 e rolleranno affai conflati 3 perchè io addirti tl Colorò, che brameranno d cJJ ere del loro partito ì ì metzi pòr btn condurft falla rnedefma firada della perfezióne, in chi già eglino fi fono felicemente incamminati Quelli che vorranno effere di quefio numero eletto } potranno fervìrfi di quefii efer cìzj y e u farne in tre differènti maniere y per il ritiro, per le confertrtzé, c per la femplice lettura. Se per lo ritiro 5 converrà, che offervìno conef atezza ciò, che ho accennato nella introduzione. Se bramano di fare delle conferenze } ne offervìno il metodo nell Accademia del Combattimento Spirituale, che a quefio fine ho efpofla e collocata al fine di quefii efercìzj Se poi fono contenti della femplice lezione 5 ne . po i . pottakno ' ancor S incogliere abbohdevol pròfìtto, fempre che mandino ad effetto il con figliò.di Seneca tefè accennato, impercioc che per cavar frutto dalle if razioni, che fi contengono Ih quefo libro, bafla cb nofcerle e intenderle ma è duopo altresì di fentirle e gufarle, perchè paffino dalla mente al cuore, poffederla altret tanto colla volontà, colf amore 5 con C operai quanto con la cognizione eRaziocinio, Prego ifl antemente noflro Signor Gesù Criflo, (? mentre, w0 ftro Lettore, andarete leggendo alcune di quefe ifiruzionì j egli ve ne faccia conofcere nel fondo della vofir Anima la importanza e neceffithi e vi riempia della fua grazia per tfeguirle, acciò vi rendiate capace di godere nel còrfo df una coflantè perfeveranza quelle dolcezze, che fogli ono gufare tutti coloro y che fanno ogni sforzo per ac qui far le virtudi fino al pieno lor cumulo, ed al poffedimentó dell immortale Corona Quamvis in hac vita ftrenue dirnicemus et adjuvante Domina caterva fioftium, quibus cireumfundimur } profternamus; tameng ab iis nolumus vinci 5 numquam pugnare defìnamus, nec vincentes fecuros faciant viriìiter defudata jam praelìa fed magis follicitent adverfariorum rediviva certamina 3 ac fit. ' fit quia fecundum Scriptum Sacra? fermonem tota humaha vita tentatio eft fuper terram tunc eft, tentatio.finienda, quando finitur et pugna et tunc eft fìniénda pugna quando poft hanp vitani fuccédit pugna? fecura vigoria. ,.. ' |, - 1 ' J' y Pomerius libi i. de Vita Contemplato capi i. apud Di Profperum. „ IL COMBATTIMENTO SPIRITUALE Ridotto in Efcrciz j : i, INTRODUZIONE Della Utilità di quejli 'Efercìzj, e delle partì che li compongono Non sì torto Papa Eugenio fu innalzato a quella fuprema dignità ì la quale con le medemrie .chiavi 3 che gli affida del Regno de Cieli 3 gli apre qui in Terra la porta a mille guife di follecitudini che il divoto S. Bernardo prefe in mano là penila per rapprefentargli T obbligo indifpenfabile che gli correva) di ftar bene avvertito perchè con un foverchio attacco e follecitudine per le cole efteriori, non veniffe a perdere quanto di grazia) e di virtù fi era acquiftato negli anni di fuà Monadica folitudine. Ricordatevi ), gli diceva quèfto Santo Uomo nei belliffimi libri della Cohfiderazioney che a quefto fine ci fcrifle, e ad erto ha indirizzato, ricordatevi di ritornare in voi ftefib, io non dico già fem 1 IL COMBATTIMENTO SPIRITUALE DEL VENERABILE PADRE S. ' y J V. Cherico Regolare Teatino, Ridotto in dieci Giorni DI ESERCIZI SPIRITUALI, Con un Accademia fratria per ben efercì tarfì ìn yiieflo Combattimento, e per raccogliere da eueJH Efercìzj abbonda voi profitto, Opaja trafportata dalla Lingua Francefe ja|ta|®liana da un Sacerdote de' Regolari Teatini, f-; S Y:ii FgapZIA, MDCCL VI., pèlpovanni Tevernini 'AUTnfegna della Provvidenza. Con Licenza de Superiori, e Privilegio prhf az io n e I vita fìgnabat : e quejlo è il primo aVvértìriiento che vi recO i Non bifogna poi pajfare precipìtofamente da tifica all altra confi der azióne ma fd duopo. anzi di fermar fi con profonda e feria meditazione i affine di dar loro tempo d? Operare fecondo la loro virtù j imperciocché al dire di Seneca : nihil tarli utile eft,quod in ttahfitu profili e vuòl direi non v effer coffa, per utile cW ella fai la quale giovi prefa di fuga. Sopra tutto fa di mefieri) che a tutto voftro potere procuriate di pajfare dalla meditazione alla pràtica imperciocché febbene quejli efercizp cùmpo fi fieno di diverfe confi Aerazioni) con tutto ciò non le chiamo meditazionima efercizj) indìfpénfabil coffa effendo per approfittar fene di pajfare dalla confi der azione all azione i lo confiderò i prefenti bifogni dell Anime $ e f apendo molto bene 9 che molti valenti Uomini prima di me hanno ‘ faticato non poco a vantaggio dell’ intelletto) e chè quejla pdrte intellettuale ha con thè pienamente foddisfarfi nel conofiimento della verità in un prejfoché infinito numero di libri Afeeticidi cui è pieno il MPn do 3 I do 5 rivolgo ìe mie maggiori premure allk, volontà come alla piu debole 3 e 5 quanti fo e pojfo 3 apprefto i mezzi ? per int ertenere quegl a potenza incollante tra i confini del fuo dovere: procuro eziandio di premunirla contro le [alfe apparenze di quegli oggetti 3 che pojfono fidarla 3 ed impegnarla nel pernìzìofo regolamento di fu, e paglioni : à qurjlo fine iftruifco e dif pongo coloro che combattono in fegreto 3 por far loro conofcere gli cèrtìfizj del Demonio i fi perchè appiano la maniera 3 con cui. trioni fare con una genero fa refìfienza : Li ponà. -go fintamente in iftato di combàttere coti perfiveranza contro le paggi onì della lor anima 3. e contro gli abiti cattivi y.'e le mài vdggie inclinazioni della lor carne : impèri ciocché 3 [ebbene ora fiàno è finti dall bit . bligo di figuitare Gesù Grifo nel combàtti . mento di fuà p a fifone 3 efponendoci all à morte per amore 'da luì 3 noti fogfi amo pera, difipenfarcì dal dovere 3 che abbiamo 3 di refifiere ed opporci ai vìzj ei alle tentarioni 3 e di faticare e di combattere come ! in uno fpirituàle arringo per fittomettere il corpo allo Spirito 3 e per rendere la nofif Anima interamente Soggetta a Dio., La ritiratezza 3 e lo fiudio dì fe medefimo ejfendò i più fi curi ripari 3 di cui u far 'pofitàmo per sì generofa imprefa 3 mi % tu ; iu fingo, mìo e Arò Lettore che approverete il mio p enfierò, di recare al Pubblico alcune regole, che la lunga pratica, ed applicatone a quefio eccellente libro del Com battimento Spirituale mi hanno fatto cono fcere infallibili, e neCeffarie Ne primi Secoli della Ghie fa,ne quali tutti i Principi erano giurati nemici d’ una Religione ancor bambina, e le loro armi impiegavano in perfieguìtarla, era duopo rinforzare il coraggio de fedeli, fortificare 4 A loro cofianza, raffrenare il loro zelo d infiammare il fervore della lor divo gioite 3 perche intrepidi fofleneffero e la presenza de manigoldi, e tutti que più crudeli tormenti, acni di f avente erano efipofii Ma dapoichè quefte perfecuzioni fono del tutto fu ani te, da che la Religione fallita in trono ivi regna gtorìofa e trionfa te ove èra più vìlìpefa e combattuta, ci 'ritroviamo efpofli ad altre battaglie, per le quali non ci fono meno neceff'arj la cofi anz a 3 il Zelo, ed H fervore d'e prìmìti' vi Crìfliani. In luogo di que nemici at 1 ferrati e di frutti, altri ne fono inforti in Apparenza meno crudeli, ma in verità più fieri e pernìzìofì i Li fedeli d allora foffri 'vano delle violenze efieriori, ma godevano Viel loro interno una vera pare j ogni cofa the li circondava, era in tumulto, e loto i r 1 ) minacciava il totale eccidio ma tutti qu tumulti e min-acci e non penetravano fino alla loro anima ne tampoco erano capaci di perturbare quel dolce ripofo, di cui godevano dentro dì f e ni e defi mi Li Le deli del nofiro tempo per lo contrario godono la pace efteriore ed Ogni eflrinfécO obietto loro non dìmofira e promette che profperità è ripofo j ma foffrono t a guerra interiore il loro nemico più Crudele è dentro di lor mede fi mi 3 v nel fondo del loro cuòre ferirono turbolente e Contraili affai più gagliardi e ctudeli di quanti ne prov afferò i primitivi fedeli nelle loro ptrfécUtioni j di maniera che ben può dìrfi con verità 5 che ia Chiefa perfeguìtata era piu felice della Chiefa regnante J che le adunanze 3 che allora fi facevano nelle Caverne e di notte recavano affai piti di confolazìone di quelle j che ora fi fanno a chiaro giorno 3 e nel-, la magnificenza e fplendore delle noflre Chiefe 3 che il filentio di quelle ìpfpndeva nel loro fpirìto maggior gioja e òcigjnte, di quello noi ricaviamo dalle nofirpf pìufiche piu feelte ed eccellenti } c finalmente $ che i P afiorì di que tempi erano béri ptr t glori ofi 3 perchè non aveano altro ove . puf cere e comunicar fi alla lor ' Greggia fuor che le Catacombe, e li Sepolcri, dì quello fieno ì P afiorì d J oggidì per La ma' 3 5 gnì I gnificetiza dei loro Palazzi, e per la fab limita del loro Trono 5 Le calamità 9 A cui eran eglino per ogni dove travagliati 9 erano ter loro utili, é vantag giofe‘ y per lo contrario, la profferita di cui noi godi a. ino, ci nuoce. Egli è certo, che de 3 fedeli affai meno ne andarono allora eternamente perduti fitto le calamità che fojfrivano 9 di quello ora ne pèrìfcano in mezzo alle felicità, che poffegonòi ' V . XSa tutto ciò voi ben. vedete, 0 caro Let-, tore 3 che lèflrdde più agevoli e piane non fono femprè le più fi cure, e che £ Anima j che prende à feguìtarle, diviene per lo piti sì negligente, e dif attenta nel fuó cammino, che fi póne ad elidente rifi co di per derfi. Vi fono dellè calme pernizìofe e danncvolii e delle paci fvantaggiofe ed infelì' ci; Quella Poma, che fi mantenné gloriofa finoche ebbe nemici ftrdnieri da combatterti tofiochè tutti li ebbe' foggi ogati e vìnti, fi diftruffe da fe medefima nella calma dèlia pace, e nel godimento di fue vìttoriè : èd in fatti unò de 3 fuoi Cittadini, che ben di lontano vedeva il principio dèlia fua dìftruzìóne, così la deplorava: -, Et patimur longr pacis mala, fvior armis.. , Allorché la corruzione d 3 una lunga calma, ed 3 Una piti fida e cofiante profferita c afi f afflile per jedurci, potremmo dire lo fieffo ’, ma ciò non baderebbe per garantirci dal danno; fa di meflieri difenderci con coraggio, e refi fi ere alla forza di quefìe luRinghiere tentazioni ', e quando non lo poff amo fare per le vie ordinarie, e che il mondo con foverchia forza ci fi opponga, è duopò allontanar fene, e cercare la nofira fi carezza nella f olita dine, e nel facro ri tjip&’in una piccola Celiai Un Gabinetto y un Oratorio poffono effer di afilo ci coloro -; che fappiano fervirfene a tempo e a dovere, facendo loro gufare le dolcezze degl interni raccoglimenti, e le fante confata zioni delle rìfic fifoni fegrete Egli è ben convenevole e doverofo a coloro, che combattono nel Mondo per la lor perfezione ed eterna f alate, d allontanar fi per qualche intervallo di tempo dal campo, ove hanno tanto da combattere. Una nave fenza refpiro e interruzione efpofla ai flutti del mare, ed agitata ' dà continue tempèfie 9 vifi bilmente fi rompere affonda in poco tempo. Fa duopo perciò di quando in quando nafeonderft in una tranquilla e piacevole folìtudine, e fottrarfi..dal tumulto p dai rumori del Adendo f affine di rifarcirfi dai danni f offerti nelle eflrìnfeche occuparzioni, è nelle contefe, che occorrono nel commercio? e nella convérf azione degli Uo a 6 mi 1 mìni Ver la qual coa, mio caro Lettore ho ricavati e ordinati quefii eferciz j, ed ho rifolutò di dare al pubblico quefie ìjiruzioni, avvegnaché io appi a, eh ' efe a ' fanno inutili alla maggior patte degli Uomini, e che ben pòchi faranno coloro che vogliano leggere precetti, che non votreb~ bero praticare A quefii tali pero non è indiruta la mìa fatica Per gl' altri io m accerto j che avranno del piacere, da ciò che a ferivate intraprendo, c che faranno ben f oddì sfatti e contenti del mìo di fogno di velare i mi fi eri del loro ritiro, e rèfileranno affai confai ati, perchè io addirti a Colorò, chè brameranno d ' ejfere del loro partito, ì metzi pùr bèn condurfi falla mede ma firada della perfezióne, in chi già eglino fi fono felicemente ine ammirati. Quelli che vorranno efiferé di quefio numero eletto 3 potranno fervirfi di quefii efer cìzj, e u farne in tre digerenti maniere; per il ritiro, per le conferenze, e per la femplice lettura. Se per lo ritiro, converrà, che offervìno conefatezza ciò, che ho accennato nella introduzione. Se bramano di fare delle conferenze, ne offervìno il metodo nell' Accademia del Combattimene to Spirituale, che a quefio fine ho efipofia e collocata alfine di quefii efer cìzj. Se poi fono contenti, della femplice lezione, ne by p potrahno 'ancóra raccògliere àbbonàevol pròfitto j fempre che mandino ad effetto il con figliò di Seneca teflè accennato, imperciocché per cavar frutto dalle i frazioni, che fi contengono ih quefo libro, non bafta còno feerie e intenderle ma è duopo altresì di fenttrle e gufarle, perché paffino dalla mente al cuore, affine di poffcderla altrettanto colla volontà, coll amore, è con If opera j quanto con la cognizione e lazi crànio, Prego ijl antemente noflro Signor Gesù Grifi o, eh è nel mentre, Lettore, andar et e leggendo alcune di quefle i finizioni, egli ve ne faccia conófcere nel fondo della voflr Anima la importanza e ne ceffi tà, c vi riempia della fua grazia per ifeguirle, acciò vi rendiate capace di godere nel còrfo d una cofani è perfeveranza quelle dolcezze 9 che foglìono gufare tutti coloro y che fanno ogni sforzo per ac qui far le virtudi fino al pieno lor cumulo, ed al poffedimento dell' immortale Corona. Quamvis in hac vita Uremie dirrricemus, et adjuvante Domino caterva hoftium, quibus circumfundimur, profternamus; tameng ab iis noliimus vinci? numquam pugnare definamus 3 nec vincentes fecuros facìant viriliter defedata jam praelia, fed magis foilicitent adveriariorum rediviva certamina ac it j ' fornii Pé? la qual cofa, mio tarò Lettore, ho ricavati e ordinati quefii efer cìzj, ed ho rifolutù di dare al pubblico quefle ìfiruztoni, avvegnaché io fappìa eh effe fa fanno inutili alla maggior patte degli Uomini, e che ben pòchi faranno coloro che v vogliano leggere precetti } che non vorrebbero prozie are A quefii tali pero non è in ditti t a la mia fatica Per gl altri io rn ' Accerto ) che avranno del piacere, dà ciò, che a fetivete intraprendo y c che faranno ben foddìs fatti e contenti del niìo di fogno di fidare i mifieri del loro ritiro y e rè fileranno afifai confai atl 3 perchè io addirti a Colorò y chè brameranno d efif ere del loro partito y i mezzi pèr btn condurfi furia medefi ma firada della perfezióne, in cui già eglino fi fono felicemente incamminati. Stuelli che vorranno efifere di quefio numero eletto y potranno fervìrfi di quefii efer cìzj, e ufarne in tre differènti maniere per il ritiro, per le conferìxtzé, e per la femplice lettura Se per lo ritiro y converrà, che ojfervinò conefateZZa ciò, che ho accennato nella introduzione Se bramano di fare delle conferenze y ne ojfervino il metodo nell Accademia del Combattimento Spirituale, che a quefio fine ho efpofia e collocata alfine di quefii efer cìzj. Se poi fono contenti. della femplice lezione 3 ne po Ir pótruhno ancóra raccògliere abbondevol pròfitto, fempre che mandino ad effetto il configliò di Seneca te fi è accennato, imperciocché per cavar frutto dalle ifiruzioni, che fi contengono ih quefio libro, non bafia Còno feerie e intenderle, ma é duopo altresì di fientirle e gufi arie, perchè p affino dalla mente al cuore, affine di poffederla altrettanto colla volontà, coll 3 amore, è con C opera, quanto con la cognizione e raziocinio Prego ifi antemente nofiro Signor Gesù Crifio, che' nel mentre, mio caro Lettore andar et e leggendo alcune di quefle ifiruzioni, egli ve ne faccia conofcere nel fondo della vofir Anima la importanza e necejfità, e vi riempia della fua grazia per efeguirle, acciò vi rendiate capace di godere nel còrfo di una cofiantè perfeveranza quelle dolcezze, che foglìono gufare tutti coloro, che fanno ogni sforzo per acquifiar le virtudi fino al pieno lor cumulo, ed al poffedimento dell 3 immortale Corona. Quanivis in h ac vita ftrenue dimicemus, et adjuvante Domino caterva hoftium, quibus circumfundimur, profternamiis; tamenfì ab iis nolumus vinci, numquam pugnare defìnamus, nec vincente fecuros faciant viri ìiter defedata jatn praelìa, fed magis foilicitent adveriariorum rediviva certamina, ac e. . '.. .. f. ,, ' „ iity quia fecundum Scriptura® Sacra fermonem tota huuiaiia. vita tentatio eft fupcr terram tunc eft. tentatio.finìenda, quando finitur et pugna $ et tunc eft finiénda pugna quando poft hanq vitairi fucccdit pugna fecura vigoria. r Pomerius lib. lì de Vita Contemplato capi i. apud D.; Profperum. IL COMBATTIM ENTO SPIRITUALE Indotto in Eferciz; : t ìNTRODUZIONE n 1z.almeno qualche volta } abbiatevi preferite fra gli altri, o fé volete dopo gli altri, non vi abbandonate interamente ne Tempre alla vita attiva, ma ferbate fe non la maggiore, almeno la miglior porzione del volilo tempo per meditare voi in voi fleflb. Il configlio che S. Bernardo recò, a quello Santo Pontefice egli è quello medefimo, che immantinente avanzo a tutti coloro, che nodrifcono qualche brama della perfezione. Io li' eforto di lafcrar qualche volta le brighe degli affari, e dell efteriori occupazioni avvegnaché buone e Sante, per attendere unicamente a fe medefimi con una efatta ricerca, e con una feria ponderazione sì del loro interno, Come di tutte le cofe chè poflono' giovare, è promuovere il loro fpiritnale avanzamento.'. ' Io so, che non fi fono Veduti già mai, come al dì d'oggi tanti e tante, die afpirano alia' perfezione; ma, oh verità lagrimevole ! non fi 'è veduto giammai sì fcarfo il numero di quelli che vi arrivano. Il Mondo tutto fi pò-’ ne a calca in cammino 1, r ma ella' e cofaben degna di compalfione il ve% der r Digitile d.e¥ti£ ptìfclà ì diverti andamenti; gli. uni vanno troppo lentamente, gli altri per lo contrario corrono a precipizio; quelli inciampano ad ogni palio, quelli fanno delle cadute affai pericolofe e mortali é Vi fono di quelli ai quali manca ad Ogni momento la lena ed il coraggio, e mólt altri camminano con tanta velocità Che al vederli dirette, che fieno per compiete tutto 11 cammino nella prima giornata. Non pochi vi fono che ritornano a dietro più di quello avanzino di cammino, e quali tutti vi fi accingono fenza virtù e fcnZà condotta Sine virtù t e et fine peritici ttrtis pugna. ( Judith. w 27. ) ( A dir tutto in una parola; pochiffimi fono in quello cammino, i quali teiigo no fìtto lo fguardo avanti di fc mede fimi per evitare i patti Cattivi 3 e le pietre d'inciampo. x Se bramiamo di faper la Cagione di sì deplorabil difòrdine, batta che afcoltiamo Ciò 3 che ce ne dice lo Spirito Santo per bocca de fuoi Proietti : Lct Terrei è per ogni dove ridotta alt’ eftremtt defalcarne ( dice Geremia 12. v. 14. ) perchè non vi è ornai più alcuno, che entri tome fi conviene in fc me defimo e fi confideri. Qfea non c addita altra ragione I iella indignazione, e della Colffera di Dio fopra gli uomini, fe non perchè eglino hahno sbandita affatto dal Mondo la verità, e la feienza delle celedi cofe ( ofee 4; v. i,.)j e prima di quelli due Profeti già il Savio avea dettò (. Prov. 31; v. 17 ), eh egli era bendifficile di ritrovare nel Mondo perfohe y le quali attentamente confideralfero la vera firada, che le potelfe condurle, alla vera lor. Cafa ed abitazione, che altro non è, fe non quella del Paradifo., -... ? Uno dei più opportuni j ed efficàei rìmedj i che fi fieno ritrovati ad un sì perni zioio di Tordi ne, fi è quello, che in oggi è in grand’ufo non iolàiiiente negli Ordini Regolari più beri accodi ma ti; rria ancora appreffo de’ Secolari, che nè ricavario maravigliofò profitto parlo di quel ritiro, che fi fa uria ò due vòlte Tanno, dando perlofpazio di dieci giorni in imaSanta folitudine; ove non fi attende che ad unà feria conlideràziòne dello datò interiore in cui ciafcheduno ritrovali, ed alla ricerti di tuttociò eh è neceljario pet fiflare un fidema di vita, che lia aggradevole a Dio; Egli è quedò iritiro. ifi tui T Animi confiderà femitas fomyi by Google il u&y cì oè a dire, come lo fpiegai’Auchv tote della Crlolla ordinaria y ceretti con on ! f c % entÌA lo flato fuo interno j e tuttoeiii ciò che può condurla al Cielo perla ucftriada della perfezione.. 1t tw A fùe ho delineati quefli E'? ereizj fopra le regole ed i Precetti iodel Còmbattimento Spirituale: So molle to bene, che la maggior parte dei Fen deli fi fervono di quelli di S.. Ignazio o Fondatore della Compagnia di Gesù, d i quali hanno per questo effetto un' ef-. Acacia ammirabile, e dopo i quali fem a bra del tutto inutile il proporne ài pubm blicò dei riuovi; In fatti nòri può effer t che bene, il ferv ircene, avanti aliiieriò ; per una voltai imperciocché iò li giu-, ; dico effìcaciflìmi per gittare nell’ anima .i fondamenti più iòdi d’ima vera pietà 5 ma dopò mi dò a credere fi pollano ufarè cori molto fruttò quelli, che ho cavati ( dal Combattimento Spirituale racchiudendo elfi tutti i maggióri lecreti della vita Spirituale; Quelli di S.Igriazio conducono F Anijna fino alla pratica, e le dannò gran fòrza per intraprenderla; e quefli la iftruifeonò, è le fervono di guidà, e di fcorta ficura. nella pratica medefima: Per laqiialcò-fa iò non li ho ftefl in formaci riiedi; taziofie, ma a foggia d’Efèrdzj, t di Confidsrazione, che è quella appuntò, i che SBernardo diftinguedallaContemplaziorte; quella, voglio direi che fi ferve del raciocinio, e del difcotfo, e che è una applicazione, che faTUomo i 1 della fua ménte per conofcere una verità Criftiana ragionandovi, e decorrendovi foprl fida tanto, che io intelletto ne redi pienamente convinto e la volontà determinata a fare, o a foftri re tuttocio, che polfa giovare al fuo fpirituale avanzamento. Chiedo gran Santo ci aflìcura nulla elfcrvi generalmente sì utile come queftà conlìderafcione, la quale con una certa prevenzione piacevole e manfueta entra a parte della azione formando il difegno delle cofe, e in qualche modo faceivdole prima di farle La confiderazione, fegue egli addire, c ammirabile ne'fuoi effetti, efla purifica la fua forbente, vale a dire, lo fpirito da cui proviene, modera gl 1 affetti, e corregge gli ecceffi 3 raddolcifce i coftumi, e rende la vita vieppiù onefta, e regolata; ella mette in buon’ ordine ciò che è confufo, riunifce ciò che è feparato, raduna ciò che è difperfo, penetra le cofe più recondite e 1 nafcoSe conofcc le vere, efamina le verofimili, e difcuopre le finte, e ingannatrici} ella è che anticipatamente medita le cole prima di farle, e le rivede dopo che fon fatte, di manierachè col di lei mezzo nulla vi rimane neirAnima, che non fia corretto, fe duopo v’abbi; di correzione. Finalmente conchiude il S. Padre, che Jaconfiderazione è la dittandone di tutti i vizj, e la Madre di tutte levirtudi in un Ànima che vi attenda con perfeveranza; dal che chiaramente fi fcorge, qual’q quanto grande fia il frutto, che fi può raccogliere da quelli Èfercizj. Ciò però, che loro aggiunge ancora pili di autori tà e di pefo, fi è, che in efiì contienfi il Combattine Spirituale con tutte lefue pratiche ed Finizioni, che fono le più accertate, eie piu ficure per la vita Spirituale Il gloriofo S, Francefilo di Saks ne fece Tempre tanto conto, che dir polliamo con verità, ch'egli abbia da quelle pratiche ricavata quella fublime perfezione;, per cui in oggi è venerato cotanto in tutto il Mondo, Io l'ho ridotto in Efercizj, colici attaché prefuppongo, che onel facro ritiro, o fuori di lui nella Lettura dei medefimi #oi ci eferciùamo collo Spirito, come fe ‘ fpf 4 foffimo nell azione (letta, affinchè da ur tale efercizio palliamo pofcia con piu di ficurezza e di facilità alla pratica. La Morale Criftiana affai più di quella d Arittotelé tutta (la polla nell 1 azione, e la faenza delle Virtù non confitte già nella fpeculaziorte, ma nella pratica. Tutti quelli Efercizj fono coìnpotti di varie Confiderazioni, imperciocché io non li ho già formati, perchè fi facciano in un Oratorio, o Ghiefa nella maniera, che vi fi fa una Meditazione, ma perchè fieno praticati in piccola Cella, o in altro luogo folitariò, o patteggiando, o fedendo per confiderarli più attentamente, per flirfi con quello mezzo più famigliari le ittruzioni,e le verità,che vi fi contengono. CiafchedunaConfiderazioneè feguitata dagli affetti, e da proponimenti corrifpondenti, e adattati al (oggetto f imperciocchèin quello ritiro non bifogna dar tutto alf Intelletto, e pafcerelui folo, ma fa duopo altresì, che la vplontà fi eferciti co’fanti affetti, e che intraprenda gagliarde rifoluzioni d’abbracciare, e di praticare quel bene, chef Intelletto le averà difcoperto.. Dopo gli affetti, e le rifoluzioni vi ho pollo il Colloquio, acciocché ficcome la grazia di Gesù Crifto ci è affolutamente accertarla per operare il bene che ci faremo proporti cosi i noftri Efercizj non' fieno privi del foccorfo dell' Orazione che fola può ottenercela. Quefta ragione medefima mi ha obbligato di porre al principio diciafcuno eferciziol frazione preparatoria, che ferve come di Preludio. Ella ajuta a raccoglierai ed a fare le confiderazioni, che feguonocoirajuto delumi dello Spirito Santo. Al fine del quarto Eiercizio di ciafcun giorno vi ho aggiónta uff offerta a line d impegnarci più fortemente nello adempimento dei buoni proponimenti che avremo fatti, non potendocene più difpenfare fenza una vergogno fa codardia, e vii-, tà dopo d efferci offerti 3 Dio pronti per’ cfeguirli. v 1 Ed affinchè nulla manchi a quelli, che vorranno utilmente fervidi di querti Efercizj 3 vi ho inferito alfine di ciafcun giorno un ragionamento, clic può fervire per Eezione Spirituale. Quelli dei primi fette giorni. fono come altrettanti var j f oc corfiperincoraggire, edarci forza nella noltra debolezza, quelli dei tre ultimi giorni ci fomminìftreranno e additterano le armi, che ci fono neceflarie in quefto Spirituale Combattimento. Finalmente in fine di ciafcun giorno ho no notato il frutto che il dee cavare dagli E' iercizj, che lo compongono, non che io non fappia molto bene non poterli ciò determinare, sì perchè Iddio non conduce tutte le anime per le medefime vie e della ftefla paniera, sì perchè le interne difpodizioni non meno, che li bifogni c partii colari neceflìtà non fono in tutti le medefilime 5 ma ciò ho fatto unicamente per accomodarmi ai meno Spirituali, e loroinfegnare come debbano raccogliere i frutti, che potranno ricavare da quelli Efercizj. yi farebbe ancora da fare un altra cofa, cioè di notare le grazie, e i lumi, che lì ricéveranno, nel decorfo di quelli Efercizj,. Ma di ciò non fe ne è potuto dare la norma, il perchè tralafcio di farne parola, ballandomi per ultimo d avvertire quelli che vorranno approfittarli di quelli Efercizj colle Conferenze, che olfer vino il Metodo, che ne abbiamo preferito nell Accademia del Combattimento Spirituale, e quelli, che s accontenteranno della femplice lettura, che li leggano attentamente, e con intenzione di cavane, profitto, e Spirituale vantaggio, GIORNATA. Della perfezione Crifiiana. Della guerra, che dobbiamo fare alle noltre paffioni, e delle cofe, che ci fonp peceflarie in quella guerra. ESERCIZIO. In che propriamente non confitte la Vita Spirituale, o perfezione Grifi ana% 1 ORAZIONE PREPARATORIA. Onetevi alla prefenzadiDio. Adoratelo profondamente. Implorate T aflìftenza dello Spirito Santo dicendo il Veni Creator &c. Fate un breve atto di Contrizione 3 un atto di Diffidenza di voi medefimi e di Confidenza in Dio. Un Atto di contraria volontà a tutte le detrazioni, e a tutto ciò, che fia per accadervi nell’Orazione, e che non verrà dallo Spìrito del Signore. Accettate umilmente, e con piena raflegnazione tutto ciò, che di penofo sì al corpo, come allo Spirito fi conv. A Pì a i 11 Combattimento Spirituale piacerà il Signore di permettervi, o ' di darvi nell’Orazione, e unite la voglia Orazione a quelle dì Gesù Crifto. L C Onfiderate, che la Vita Spirituale, o fia la perfezione Oriftiana non confitte già in macerare il corpo con cilizj, difcipline, vigilie, e digiuni; in recitare un gran numero d’ Orazioni vocali, in fare lunghe Meditazioni, in afcoltare più Mefle, in vifitare le Chiefe, in frequentare i Sacramenti 5 nè tampoco confitte nel filenzio, nella folitudine, nel ritiro, e, per dir tutto in una parola, nell’ efatta ofifervanza della difciplina regolare; imperciocché in tutte quelle cofe fi può cercar fe medefimo, ed allontanarli dlja purezza dell’ intenzione, che è 1’ anima di quella perfezione, e che può rendere tutte quelle cofe utili, ed aggradevoli a Dio. Ringraziate Dio di quelli lumi, domandategli grazia d’ applicarvi a quelle cofe citeriori con purezza d’ intenzione; proponete d’elìer umile, e collante nella lor pratica, e di non ricercarvi giammai il voltro piacere, efoddisfazione, ma unicamente il piacere di ., $ di Dìo, c T adempimento del di lui fanto volere. Il Colloquio con voi medefimi, e col vollro buon Angelo Cuftode. Efaininatevi come, e con qual fine avete elercitate quelle citeriori mortificazioni fino al giorno d’oggi. Confondetevi avanti a Dio, è concertate col voftro buon Angelo d’ rifarne piu lautamente in avvenire. CONSIDERAZIONE. Considerate, che tlitte le cofe fopraccennate nella prima Oonfiderazione fono buonilfime, e fante in fe IlelTe, e fono mezzi prò prillimi peraddeftrarci nella vita fpi rituale, ed acquiltarci il vero fpirito della perfezione Crilliana, purché ce ne ferviamo con moderazione, e con un retto fine., Elleno giovano a coloro, che incov minciano a battere la Itrada della vita fpirituale, fe ne fanno ufo contro la propria malizia, e per fortificarli contro le proprie debolezze, ed infermità dello fpirito, e ve le adoprano come armi, con cui diffenderfi. dagli affalti c fuperare le tentazioni decloro nemici. Servono altresì a quelli, che giàfono innoltrati nella Pietà per acquilwre ‘ il c ì 4 7 Combattimento Spirituale jt vero Spirito della Criftiana Perfe- zione i imperciocché s eglino caftigano il' loro corpo, lo fanno, perchè ha oìh fefo' il Signore, e per tenerlo umiliato, e foggetto al fervizio di lui. Se menano una vita Solitària, e olfervano un rigorofo ITlenzìo, ciò e per fuggire anche le più rimote, e menome occafioni del peccato, e per converfare collo Spirito in Cielo di maniera, cne pollano dire ancor elfi col primitivi Criftiani : La noftra conver fazione, i notivi più graditi trattenimenti fono nel Cie lo. Ad Philip. ?. v. 20. ) Se fono affi dui, ed iitancabili nel fervizio di Dio, e nelle Opere di pietà, fe applicata all Orazione, ed alla Meditazione della Vita, e Paflìone di Gesù Còllo, non è per le Spirituali dolcezze, che vi af faporano, ma per meglio conolcere dall' una parte la propria malizia, ed empietà, e dall altra la Bonta fovragrande, e la Mifericordia di Dio, per infiammarli iempre piu nell amore di luì s per imparare ad odiare le lreM, e per imitare noftro Signor Gesù Coito, e feguirne le. adorabili pedate con un perfetto difpreggio di le medefmu, e con un efatta imitazione delle lue Viridi Se finalmente frequentino ì Sacra ’ f, Sacramenti, è per unirli più frettameli-' . te a Dio, e per ottenere ogni giorno nuove forze per fuperare fe fteflì : in una parola elfi fanno tutte quelle cofe :on una grande purità d’ intenzione; :ioè a dire, Tempre le fanno per la alaggi or gloria di Dio e per adempiere il di lui Tanto volere. Concepite una grande (lima di tutte 6 11 Comb finimento Spirituale ih fe ftefle, fono di fovente occafiona di rovina, e molto piu de peccati ffeffi palefi e manifefti, a tutti coloro y £he le rifguardano come il fondamento della Criftiana perfezione, e delta vita fpì rituale : imperciocché, ficcome eglino ad altro più non fi applicano, che alle medefime; cosi agevolmente trafcurano il loro interno, e non li danno alcun penfiero di vegliare come dovrebbonoinceflantemente fopra la loro Anima. Quindi veggiamo, che in vece di raffrenare, e mortificare le lorò palfioni, s’ abbandonano alle loro naturali inclinazioni, e riempionfi di mille illufioni. E allora lo fpirito maligno vergendoli fuori del retto e vero cammino della perfezione, non folamente li lafcia continuare in qudK eiercizj elleriori con diletto, e confolazione, ma ancora li inebria, e tt'ttt: li affoga, fecondo la vanità decloro penfamenti, nelle delizie d’unParadifò immaginario, di maniera, che fono tal volta coftóro creduti, e venerati come perfone fregiate de’ doni, e grazie ftra-ordinarie, benché ciò, che in effi di più maravigliofo rifplende, non fiaper ì ordinario, che un’ effetto del loro amor propKo, ed una illufione dpi De T r ino I JD el P. Scupolt. 7 monio, il quale trasformali in Angela di luce per farli cadere con altrettanto lor danno, quanto più alto nella perfezione eglino li danno a credere d 1 efler faliti. Umiliatevi alla prefenza di Dio Ponderate il biiogno, che avete della grazia dello Spirito Santo per conoicere le illulìoni dello Spirito maligno Domandate a Dio una profonda umiltà. AlTodatevi in una lineerà diffidenza di voi medefimi, e in una perfetta confidenza in Dio. Il Colloquio. Efponetfe al voflro Angelo Ctftode il buon defiderio, che avete di fervile a Dio, ed afpirare alla perfezione, e pregatelo, che vi guardi ne’voftri fpi rituali efercizj dagli inganni, ed illulìoni del Demonio. Considerate, che coloro i quali ripongono principalmente in quelle cofe citeriori lo fiato perfetta dell uomo fpirituale, hanno d'ordinario delie imperfezioni incompatibili collo Spirito del Signore; eglino hanno rocchio della mente offufeato, e confederando le pròprie operazioni s' attribuifeono delle virtù che non hanno, lo che li A4 rcn $ Il Combattimento Spirituale rende temerari, e fuperbi. Quindi nodrifcono foverchia ftima di fe e 4 poco, o nulla apprezzano gli altri, e condannano le loro azioni con incredibile temerità, e vogliono effiere a loro preferiti in tutte le cofe. Eglino, fono altresì fuor di mifura amanti di fe medefimi j e fopra tutto della propria ri-, putazione, di cui fono sì gelofi, che fe niente niente li toccale in ella, conturbane e s'adirano all' eccello. Eglino fanno fempre loflelfo, per quanto fi procuri, e fi finga di volerli divertire da' loro foliti efcrcizj j in una parola fono oltre modo attaccati, e idolatri del proprio giudizio, e della propria volontà, ed eforbitantemente affezionati a’ loro fenfi, ed alle creature; e. avvegnaché eternamente raflenvfcrino umili, e modelli, nodrifeono però irn fegreto orgoglio dentro dì fe, il' quale anche di troppo fi appalef nelle oCcafioni. Il perchè certifiìma cofà è, che le loro divozioni danno loro piu forti fpinte alla rovina di quello farebbono i più enormi peccati z conciofiaccbè un peccatore, che per tale fi riconolce, più facilmente fi coaverte, e ritorna al ben fare di quello r.che è occulto,, e coperto dal velo del-, . $, le virtù apparenti, che Io fanno pre fumere vanamente di fe defio. Deplorate la cecità di quede povere. Anime 5 e lo fiato pericolofo, in cui fon. Ponderate quanto tutte quede k imperfezioni fieno odiofe a Dio, e che nafeono da un interno fec reto orgoglio; abbiatele in orrore, e concepite un fanto amore per Y umiltà, che fola pub garanti rvene, e fenza di cui non vi pub efifere vera, e fodi virtù. Il Colloquio con nodro Signor Gesù Grido. Domandategli T umiltà del cuore; pregatelo, eh 3 ] egli ve la -infogni, giacché fembra fiali rifervato di ond’ è, che per guarire quede anime sì cieche, e aifao pure lafcia, eh' elleno cada A S n lo II Combattimento Spirituale 0 nelle infamie, e che fieno efporte ad orribili tentazioni; e, ciò che ancor più è da temerli, e che ci debbe fare adorare gl’ imperfcrutabili giudizj di Dio, fi è, ch’egli permette talvolta, ch’elleno cadano in enormi peccati 5 lo che è un rimedio ben eftremo, poiché Dio rerta offefo nel fuo onore e fi può dire, eh’ ei fi lafcia crocifiggere di bel nuovo per falvare quelle povere anime, e farle ravvedere dell accecamento, in cui fono. ; Concepite un fanto timor di Dio con la confiderazione di quelli fpavente voli caftighi, e fopra tutto alla ponderazione del più terribile d’ ogni, altro, qual è l’ abbandonamelo a noi medelimi, ed alle noftre fregolate paflioni, e di fovente al funefto precipizio ite più enormi peccati. Domandate a Dio, che vi dia piu torto ogn’ altro cartigo, che quello. Proponete di gittarei fondamenti d’una profonda umiltà per evitare gli uni, e gK altri. Chiedete aì Signore la grazia di fervido in femplicità di etiore. ' Il Colloquio con nortro Signor Gesù Córto come il precedeste. ESER , t ESERCIZIO in che propriamente confi fi a la Vita Spirituale, o la perfezione Crtfiiana., E Orazione preparatoria come la precedente. e la ragione a Dio... '. ( Rapporto al noftró profumo ella ci comanda d J amarlo come noi ftefli, di fervire con carità, e con amore a coloro, che ci perfegiiitano, e ci fono ingrati, confiderandoli come Iftromènti della volontà ' di Dio per farci crefeere nella perfezione, e per operare la noftra eterna falute. E appunto nel I-J %ica e fedele efecuzione di tutte que Ile cofe. Eccitatevi ad un lineerò pentimento, e concepite un’ardente brama d’abbracciare quella perfezione, e di praticare fedelmente tutto ciò a cui ella vi obbliga rapporto a Dio, a voi medefimi, e al v ollro profilino. Il Colloquio con nollro Signor Gesù Crifto, chiedendogli la grazia di formare il fiftema del voftro vivere full’ elempio, ch’egli vi ha dato nella pratica di tutte quelle virtudi. Di inoltrategli un’ardente brama di volerlo Imitare , v Confìderate, che acciò tutte quelle cofe iervino a renderci veramente Spirituali, fa di meltieri, che le facciamo, non per qualche nollro utile o particolare foddis fazione, ma femplicemente per la maggior gloria di Dio, e perchè tale è il fuo divin beneplacito, fenza fare giammai alcuna riflellione fopra il nollro interelfe, o piacere. Concepite un gran delìderio di quella purità d’intenzione, in cui tutta la fedeltà d’ un’Anima Santa principalmente Uà polla. Arroflìtevi di prelentarvC a Dio? fe in yqì non rifcontrate quella 14 11 Combattimento Spirituale fta fedeltà, feriza di cui non pottte comparire al fuo divino coSpetto, Se non colla taccia d 1 una infonribile temerità. i Il Colloquio col voflro buon Angelo Cuftode. Trattate con elfo lui della purità, o piu tolto della impurità delle Voftre intenzioni. Regolatevi a nor. ma della di lui fedeltà, che vi puòeffere dTin Efempio ben raro, e degno d’ edere imitato.. ‘ HI. C onfederate, che tutte quelle prari' che devono edere appoggiate ad una ferma risoluzione, che dobbiam fare di non rallentarli giammai ne’ noftri Efercizjj mifurando tutto il noftfo Spirituale profitto colla fermezza di quello buon proponimento, riputandoci più, o meno inoltrati a milura, che troveremo in noi maggiore, o minore, 1 più debole, o piu forte, e collante quella risoluzione. Quello fermo proponimento è quello che forma i Santi qui in terra, ficcome la perfeveranza lì corona in Cielo, e da efla dipende tutto il noflro avanzamento nella Vita Spirituale. ' Eccitate in voi quella ferma risoluzione T)el P. Scupolt. ' I f z?one si neceffaria. Stabilite fopra di Jei tutta la condotta della voftra vita Ordinate a lei tutti i voftri Efercizj. Chiedetela.al Signore con umiltà, e con perfeveranza. Frequentate a quello fine i Sacramenti. Procurate di raccogli ere quello frutto dalle vólfre meditazioni, dalle voffre lezioni Spirituali, e da tutti i voftri Efercizj. Stabilite quello buon proponimento fopra una total diffidenza di voi medefimi, e fopra una perfetta, e piena confidenza in Dio, il quale non vi negherà giammai il foccorfo delle fue grazie par una cofa, che vi è cotanto necelfaria. Il Colloquio con noftro Signor Gesù Grillo. Domandategli quella rifoluzione sì importante, e generofa. Rapprefentategli là volita debolezza, e diffidando di Voi ftefli, ponete tutta la voftra confidànza nell ajufo della fua grazia. Considerate quanto sia vantaggiosa quella perfezione, che poc'anzi abbiamo fpiegata: imperciocché calpestare, o fia mortificare, non folamente i noftri fregolati appetiti, ma eziandio noftri menomi desideri ? egli è ben piu gra 1 6 11 Corrtb attìmento Spirituale gradire a Dio, che fe avendo delia coll nivenza per alcuno di erti, praticafliinor yoi tutte le immaginabili àufterità e convertilfiino ancora un gran numerai d 3 anime 5 conciofiacchè,fe noi confide-' riamo quelle due cofe in fé llefife, fc bene fia più gradevole a Dio la conP verfione dell’ Anime, che la mortificazione de' noftri defiderj di quella, natura, di cui parliamo; vuole nondimeno che prima curiamo noi medefimi, e li compiace piu di vederci occupati in mortificare le noftre paflìoni, che fe lafciandofi Sedurre, efignoreggiaredauna loia di effe, lo ierviffimo in qualch’altra cola della maggiore importanza.: Concepite un àltiflima ili ma di quella perfezione, e di tutte le cofe r in cui ella confitte. Eccitate in voi uit gran defiderio dì applicarvici con grati, coraggio, e di anteporre a tutte lè cofe una sì Santa imprefa. Offeritevi a Dio perciò.. Il Colloquio con Gesù Orlilo, e col vollro buon Angelo. Conferite con loro il v offro diffegno. Chiedete per quefto affare le grazie a quello amabililfimo Salvatore, e la fua affiftenza a que? Ila guida fedele. 1 ’ ESER N i ìf ÈS ERCIZI'O T onde nafca in noi Iti netejfità. di cèmbattere le nojlre pajfioni pergìngnere alla perfezione còlla pratica delle Virtù ° 1 rhi da e(Ti‘ la pace j ne pofliamO tar con elfi la tregua lenza efporfi al dannevole rifico d’una eterna fconhtta, e fe volendo fuggire il Vizio e domare : le noftre paifioni ci trattiamo con qualche indulgenza, o le ci accordiamo il godimento di qualche terreno piacere, ancorché nulla vi ih di mortale, ma fedamente il peccato veniale, e leggero, non ci lufinghiamo, U p ier. r radi Tempre più gagliarda e la vitto i a, incerta; per la qual cola bifoena riiolerci di’ non perdonarla ad alcuno d, . 1 1 yioftrl appetiti, e di sforzarci a fuperare tutti gli fregolati movimenti delle noflre palfionì. Conliderate, che il noftro appetito fenlìtivo h il Teatro di quella guerra Spirituale, in cui liamo impegnati pel corfo intero della noftra vita. In quello appetito accadono le più frequenti battaglie, che abbiamo colle nollre paffioni; in riguardo a lui accadono dei deboli lè cadute, e le vittorie deporti. Quello appetito è come un campo chiufo, in cui liam rinterrati fin dal primo momento del noltro nafcere,, e n’è imponìbile lo fcampo, e chi non è rifoluto di validamente difenderli, infallibilmente vi rella vinto 5 di maniera, che non Solamente fa di mellièri combattere, ma ancora o vincere, o morire per tempre, attefochè f elìto di quelle battaglie non può elfere,che il trionfo, o la morte eterna. Risolvetevi di fare di necelfità virtù veggendovi chiufo in un campo di battaglia sì perigliolo, come quello deli appetito l'enlitivo. Eccitate dentro di voi un gran coraggio, e urta generoia rifoluzione di foitenere con fortezza quelle battaglie. Credete pure per certo che le difficoltà, che rad ombrano inm 1 2i il Combattimento Sptrìtftale ìnfuperabili, non fono credute tali fc non fe dai codardi. Domandate a Dio il fuo amore, che vi farà trionfare con piacere di tutt’ i vizj. Quella guerra è ben dolce, e foave, dice S. Pier Grifologo, nella quale trionfiamo di tutt’i vizj colle fole forze d’amore. Il Colloquio con Dio, alla di cui prefenza dovete combattere. Pregatelo ad efier fempre con voi nelle voftre, battaglie, e tentazioni, affinchè nella di lui virtù poifiate riportare altrettante vittorie, quanti faranno gli affalti, ed i combattimenti che fofterrete. ESERCIZIO. Delle cofe, che ci fono necejfurie in quefta guerra. V Orazione preparatoria al folito. L C Onfiderate, che di cinque cofe abbiane duopo in quella guerra Spirituale; d’una forte ruoliizione 5 d’ un gran coraggio; d’armi; di deftrezzaed induftria; e d’ ajuti. Convien prender la forte rifoluzionq dalia necellità del . ' no Digitizec Del i Scupoll. 2? hoftro flato,, e condizione, che s'impegna in quello combattimento fenza che noi lo polliamo sfuggire. Bifogna ricavare il coraggio, e la forza per Combattere, e trionfare da una lineerà diffidenza di noi medefimi, e da una grande confidenza in Dio, vedendo per certo, eh’ egli è con noi nelle noltre battaglie per garantirci da qualunque danno, poiché abbiamo una perfetta confidenza nella fua potenza, nella iua bontà, e nella fua fapienza infinita; e poiché non entriamo in quello Mondo le non come in 411 campo chiufo, in cui bifogna neceffariamente combattere, dobbiamo perciò tener fempre preparato il noilro Spirito, e quali fotto I armi contro ogni folta d’ affalti, e e parimente camminar fempre armati per difenderci dagli attacchi de nollri nemici, imperciocché e dalla corruzione di nollra debii natura, e dall'Invidia de Demonj, e dalla malizia degli tTomini altro piu afpettar non ci poflìamo, che continue forprefe. Dobbiamo adunque camminar lempre ben muniti, ed armati come coloro, che viaggiano in paefe nemico. Le armi, che aver dobbiamo, fono la refillenza e la violenza. Quelle armi fono in vero pe a 4 U Combattimento Spirituale fanti, e difficili a maneggiar!, ma pure fono affatto necefifarie. La condotta, e la deftrezza imparar la dobbiamo primieramente dall 5 efempió di Gesù Grillo, poi da quello dei Santi, che ci hanno preceduti in quello Combattimento 5 e finalmente dai precetti, che daremo, i quali formeranno il principale Soggetto di quelli Efercizj. Gli ajuti, e foccorfi conviene atteriderli da Gesù Crilo, dalla Vergine di lui Madre, dal nollro Angelo Cullode, e dai Santi, i quali non ricufano di farfi tal volta perfonalmente prefentì alle nollre battaglie. Potremo altresì cavarne dai difcorì, che tengono il luogo di Lezione Spirituale in ciafcun giorno di quelli Efercizj. Ringraziate Dio di quefti lumi. Chiedetegli le cinque cofenecelfarie in quella guerra Spirituale, ma principalmente il fuo ajuto, e la fua alfillenza. Il Colloquio con nollro Signor Gesù Grillo, colla Vergine Santiflìma, e con il vollro Angelo Cullode. Pregateli ad afiiilervi ne voliti Combattimenti, CON Del P: S dipoli. ' zf II.; ( A Onfiderate, che le prime armi, di cui ufar dobbiamo quali in tutte le noftie battaglie fono, come poc’anzi abbiamo detto, la Refìdetvza', e li Violenza, e che pe adoprai jc con profpero riufeimento bifogna ufare le induftrie feguenti. Allorché faremo combattuti daqiiak che pattfone violenta, la quale ci farà oracolo all’ adempimento della divina Volontà, bifognerà farle frónte con un atto della noftra Volontà contrario a quella pattfone, e procurare d’efeguire lenza dimora ciò, che Dio vuole da noi. Nella iftettfa maniera quando faro? mo (limolati da qualche difordinata palone ad acconfentire a qualche peccato, farà duopo fare la medeima refi (lenza, e determinarci forteinente a non acconfentirvi giammai; e fe noi vergiamo, che la tentazione continui, fara di m e di eri di ricorrere a Dio con alcune orazioni brevi, e ferventi per implorare il fuo ajuto. Che fe fentiaìno ancora dentro di noi qualche languidezza, converrà procurare di faticarci confederando, che 1’ acqualo del Regno de Cieli efigge grandi sforzi B e che 1,6 II Combattimento Spirituale e che fol tanto quelli, cne fanno violenza a fe medeuini ed alle fue paffioni, T ottengono. Chefe la tentazione è sì gagliarda di maniera, che ci troviamo come agonizanti nel pericolofo conflitto, farà efpedicnte portarli collo Spirito a ritrovare Gesù nell'Orto di Getfemani 1 e pregarlo a fortificare la nodra debolezza affine di potere con eflfo elclamare: Sia fatta la voJlra Volontà,, e non la 'mìa. ( Match. z6 v.39.) Dopo tutto ciò bifognerà eoa diverfi attifottomettere la n olir a volontà a quella di Dio, e ftudiarci di far ciafcun’atto con tanta efficacia, fermezza, e rifoluzione, e con un'intenzione si pura, e retta, come le tutta la noflra perfezione, tutto il divin beneplacito, tutto l'onore, ed obbedienza, che gli dobbiamo, polla tolfe in ciafeuno di quelli atti. Sarà duopo ofiervare quelle induflrie non folamente nelle cole di gran rimarco, ed importanza, ma altresì nelle più leggiere. Non bifogna lafciar paflare giammai alcuna occafione per piccola, ch'ella Ila, di fare la volontà di Dio imperciocché fe no.i gli iìamo obbedienti, e fedeli nelle jùccofe cole e più agevoli, egli ci dR 'K grazie rr e! JP, Sditoli ed importanti. P u Rifolvéte di fervirvi di quette nA„ Pentirvi T v Ced£r r ne! ' e Tentazioni , ir J: v 1 d averne fin ad ora fW. c. mal ufo, e domandatene perdono a ftolfp 0 !. 0 A. n g;Io Cue maneggiare quei? amTconnfd? io invincibile. . oblazione. Offeritevi a Din rW 'ni ’ afpÌrare appiccandovi con gran coraggio ilb mortificazione delle, vofire paloni ed alla pratica -di tutte le cole TZ’ ù vecchi a P °,gliar vi de vaftri' S e.™ 05 per veft-vi di . ' i 11 iezione Spirituale pel pri mo Oiorno. °‘ l '?? e d'IU rii. Azione, che ci fono neceffarie in qucjlo Combattimento spirituale Merchi fono indirìz-. tt r ìn P T JP c SJ rc i in una Gnera, c in certe battaglie, in cui bifo B gna % il Combattimento Spirituale gna fpargere più lagrime, che fanguej c che dall’altra parte il principal Nemico,, contro di cui abbiamo a cbmbattere, e a trionfare, fiam noi mede-' fimi, di maniera, che vinto, che lìa éd atterrato quelto domedico Nemico, tutti gli altri, avvegnaché perni ci olìffìmi, $i fattamente indeboliti rimangono, che fton fono quali più da temerili egli è certo, che abbiarn duopo d uha forzale d’ un coraggio maggiore, per così dire, di quello d’Aldiandro, e di Ce fare, fe bramiamo di riportarne la Vittoria,; imperciocché, febbene quedi Monarchi, e Valorofì Capitani abbiano avuto tanto di for,za, e divaloie per foggiogare le Nazioni più barbare, e più feroci, egli è certo pero, che non ne hanno avuto abbadanza per vincere ie medefìmi, perché dopo d aver condotti in trionfo i Re prigionieri, eglino fono, poi rimali fchiavi delle loro pallioni, effendo ben più malagevole quella Vittoria della conquida delle Provincie, e de’ Regni in La vendetta, o T ambizione obbligavano quelli Conquidatori, a prender 1 armi; ma qui la compunzione. e la, penitenza ce le pongono nelle mani . ' cw =9 .. jv.P. Scupoii. if Così ili vece cielfangue, ch’eglino lpargevano, noi non abbiamo a verfare che lagrime di contrizione : Io che è di fo venie più difficile, che le aveffi'ir.o a fpargere tutto ilfangue, che abbiami nelle vene. Per quefla forza non intendiamo già quella che e propria per.raffrenare L audacia, ed il timore, ma intendiamo lina fòrza, o pure un Coraggio, che ci fa fuperare tutte le difficoltà, che pofliamo incontrare nel profeguimento della Vittoria fopra le noflre paffioni, e nella pratica delle Virtù Crifliane le quali fono per la maggior parte d Un’afpetto afpro 3 e difficile: di maniera, che fenza edere animati da un gran coraggio, e forniti d’ lina forza, invilir cibile non fapremmo farci firada, forpaffando le difficoltà che le circondano. Qucdo fetvirà per difìngannare non pochi, che incominciano la Vita Spirituale, i quali leggendo in certi libri di divozione le ( granai coniolazioni, e Soavità, e dolcezze, che Rullano ta! Volta certe Anime, nel principio dei lev ' ro efercizj, credorio, che; tutto. quefió Cammino fìa coperto di fiori, ferizichc vi fìa alcun travaglio, o fatica da ioflcnere; ed appoggiati a quella J°ro. B 3 °P; ~Combat ti mente Spirituale opinione non prendono le armi pef combattere ma piuttofto fi pongono in gala, e fi difpongono, come fe dovefiero celebrare le loro Nozze coli Agnello; non riflettendo, che fe bene il pofiedimento della Virtù fia uno fiato di pace ridondante di Spirituali delizie; la firada però, che vi ci conduce, è molto afpra, e difafirofa; conciofiacchè fa di meftieri vincer prima il nofiro amor proprio, domar le nofire pafiloni, e combattere contro di noi medeiìmi fin a tanto, che lo Spirito abbia acquifiato un fovrano dominio fovra tutti li noftri fregolati appetiti; lo che prefnppone una guerra la più crudele, che immaginar ci portiamo; quindi ci abbifogna un grandillimo coraggio, ed una forza invincibile per Superare tutte le ripugnanze della noftra inferma, e guafta Natura, fino a che ci fia ritifcito attignere T acqua defìderabile della ciftema di Betlemme fenza che i noftri Nemici abbiano potuto impedirci I acceftb a quella fiorgente di grazie; e poi dopo d’ averla ottenuta, allorché ella fia già in nofho potere, dobbiamo, fe fiam fedeli privarfene, e forno un grato Sacrifizio a Dio, applicando il nofiro cuore ai tra ' , $ t j travagli, che precedono la virtù, anzi che alle dolcezze, ed alle Confolàzioni, che o la feguono, oppur Y accompagnano. Se bramiamo adunque di ben rullare in quello Spirituale Combattimento, e riportare ogni giorno delle nuove Vittorie fopra di noi medelìmi, ed i noftri fregolati appetiti, conviene armarci d’un fommo coraggio, e d’una, rifoluzione ferma, collante, ed invincibile, e non ceder giammai, o dare a dietro per qualunque difficoltà, che polliamo incontrare. Dobbiamo imitare coloro, che camminano contro la corrente d’ un fiume rapido, e violento, li quali fenza punto fc orarli allorché l’impeto dell’ acque feco li tragge, raddoppiano i loro sforzi, e finalmente guadagnano la riva bramata non o' llante la refillenza, che le correnti acque loro facevano che fe per mala forte addiviene, che tal volta reftiam vinti, dobbiamo ben tolto ripigliar nuove forze, nè rallentare giammai dal noltro buon proponimento. Ah ! veggiam pure non pochi, che fono inllanCabili negli affari di quello Mondo? di maniera che non v’ è difficoltà eh 9 non fpianino, non oliacelo che nou vin s 3 1 11 Combattimento Sf-ìrìtuaté, Vìncano y ora con quanto più di r agione dobbiam noi dunque sforzarci, edt impegnarci in quelli fanti Efercizj; i quali feco portano un travaglio molto minore, e una ricompenfa, che non c fallace, nè Incerta, come quella, che promette il Mondo a’fuol Seguaci? Penetrati, e convinti da un tal. rifleflo armiamoci di quello invincibil coraggio, c di queda invariabile rifoliizione, che ci farà trionfare del noflro amor proprio, e nello dello tempo dì tutte le nodre paliioni, e inclinazioni Azioie, e che ci condurrà al pofiedimento di tutte le Virtù, e in legni to de.l Regno de' Cieli, che è dentro di noi, giuda la frale del medeiìmo Gcr su Grido. i v. Biiogna però avvertire che quedo coraggio, e queda risoluzione debbono edere accompagnaci da una profondaUmiltà, e da un Santo Timore, acciò non venidero inai a, farci cadere iris qualche l'egreta prelunzione di noi delìmìj imperciocché, f ebbene faci neccdàrio di faticare con tutte le nodre, forze al confeguimcnto della Vittoria delle nodre paliioni, e fregolati appetiti, dobbiam non di meno tarlo in maniera, che fperiamo di giugnere a que j „ Òei l j fcjuefta Gloria non per la nofira Virtù ? ed induftria, ma,per la grazia di Gesù Crifto, e per la Miiericordia di Dio; imperciocché, còme atteOa Salomonp ( £ccl,p,v. ir. ) il premiò della Corfa non (empre appartiene, e. vien dato a quelli, che furono più veloci, nel cor1 fo, nè la Vittoria ai più forti, e io-' fondi i Per la qual Cola dobbiamo priora d'ogn altra cola conoscere la no-; Itra debolezza, ed umiliarci profonda? mente, presentandoci alla Maedà dì. Pio come tanti fanciulli,,che nulla fanno, g niente. poflònó, e lupplicatlcf ad arrichirci delle lue grazie per i me riti. di Gesù Crifta;,;. -Non è però, che da noi s' abbia 1 languire in mia vile oziofità, ( Match, } b v l ? 0 y hnpejciocchè non pofiumò. lai va rei fe non col farci violenza, e col fuperare colla grazia del Signore, tutte difficoltà infuperabili dalla natura. L'Evangelio c’ infegna, non eì fervi, che una brada ben angufta.v ter qual conduce al! eterna vita; Oh qnan tó ella ftrettd qu.efta proda, dice Crifio, quanto fpìtiofa, e.quanto pochi fon quelli che cammìnan per ejfa ! ( Matth 7. v. 14. ) Le feguenti parole però fono ancor più terribili. Fato tutti ì Combattimento Spirituale flrì sforzi per entrare per la porta fretta, conciò fiacche molti poi cercheranno ài entrarvi, ma noi potranno. ( Lue. 13. v. 24. ) Egli non dice fol tanto, Entrate, ma ancora, fate tutti li sforzi per entrarvi 5 lo che a chiare note ci additta le repugnanze, le battaglie, gli aflalti, che biiogna foftenerele difficoltà, le pene, le contraddizioni, che vi s incontrano, e che non fi poflbrio sfuggire Egli è, fuor di dubbio, necefTa rio combattere con tutto il coraggio, e con tutte le forze contro gli fregalati appetiti della corrotta natura, contro i vizj, e le paffioni del Corpo, e contro le paifioni dell’ Animo. Bifogna altresì fuperare un numero d oftàcoli quaficchè infinito 5 egli è duopo di vincere ietti a punto dìmoftrarfi di vincerei bifogna farli fuperiore alle maldicenze, alle calunnie, alle. derilioni, ai difpregi, alle perfecuzioni del Mondo? diffonderli da un copioio numero di tentazioni, d’artifizj, d’inganni, e di lacci, de' quali fi ferve il nolho comune Nemico per forprenderci, ed atterrarci, le gli riefeai fofrrire cori coraggio, fenza impazienza, e collera ma anzi con ariimo intrepido e tranquillo le awerfità, refiftere con coftanza, Del P. Scupoli 5 f e vigorofa Fermezza alle luflnghe delle ingannevoli profperit; bifogna finalmente, fe fia duopo, cavarli gli occhi, dice Crillo, tagliarli le mani, ed i piedi, cioè a dire, privarli, e allontanarli dalle cofe, che ci fono più care, più necelfarie, più congionte, allorché elleno ci tolgono, o ci diminuì lcono la libertà di attendere a Dio, e di cercarlo con tutta la forza del noUro Spirito. Quindi bifogna eflèrfeiqpre fuirarmi, e nella fatica, e annelare incelTantemente a nuovi acquifti della grazia di Gesù Crillo, affine di ripigliare col mezzo di quelli foccorli la lena, ed il vigore, che d va fcemamdo in quelle battaglie. Che fe vogliamo degli Efempli per animarci ad una. fifpluzione sì genero?fa, e necelfaria per quella imprefa, ponghiamoci avanti gli occhi ciò, che ìApollolo San. Paolo ci rammenta di tanti Eroi di Santità, che ci han preceduto. Li Santi, die egli, hanpo diinoltrata la loro forza, ed invincibili coftanza nella guerra dello Spirito, e della Carne; èglino hanno, fofferte con intrepidezza le derilioni, le battiture le prigionie; fono fiati lapidati fegati per mezzo, travagliati eoa ogni iorte $ 6 11 'Comhattmvnte Spirituale dì perlecuzioni, altri di loro fono (lati panati a fìl di ipada, non pochi coper-, ti di pelli d J agnelli, e di capre, eitre-s mamertte poveri, afHitti, e anguftiati al maggior legno, come fe fodero gente indegna per lino di comparire nel mondo, andavan raminghi quii e là pei? le forefte, per i monti più fcofcefi,e E farem noi sì codardi, ed ingrati, che non ci rechiamo a Uretra noitro dovere d’imitare in qualche cola quello, che ha (offerto tanto per Dorico vantaggio, e per darci nefem.; C pio, II Combatti™ Spiritual li rhe ben poffiam fegmtare? E foft F°’ tal Capitano feguita ro la S Uid;.r E j ett j po tremnoi dii 10 f ' U Acaudate a quelle battaglie i So P iupe'are tul ori difficoltà, e virilmente ihmtndo, non folamdnte porre mi combatta dir ta morte ai no fuga, ma.® N inganniamo, di ftri Nemici Non ci mg, e t graziai quella pile f' u nefti al nóftro Sottri Nemici lo™ s ffariamen bene, e r v ? |le ìa morte o da una te feguir ne j j oro vita e la parte, o dallalt a a m 0rte èla nb t nottra morte, e w ftra vita per tempre,. muf. !.. n Tratto M prima Giorno. { . Y l effere i.‘ urne in quello Combamluzione d ent e J cuore mento S P'U , finC era confidanza dx fortificato da un c ® pp i; C arvi ab Dio; per te noi, la paca delle. nofl confi fcol configl spirituali, e leau derando gU. ed altre cofé firmili fterità corporali, ed : al., £ i a. che come me& P re le voftre pacioni,e per praticar piu agevolmente le Virtù Cremane, ne avendo per elfe alcun attacca di affezione, o d’impegno, ma ufandone con una grande libertà di Spirito; Terzo, di confervare una memoria particolare dei vizj, ai quali fono foggetti coloro, che affettano quelle cole efleriori, e che vi li immergono con foverchio attacco, -affinché quella reminifeenza vi faccia tempre guardare con orrore i loro difetti, come pure il loro flato, che Dioabborrifce, ed il quale èfóggetto a fpaventevoli cadute. Qutirto di praticare fedelmente tutto ciò, che avete ponderato nel fecondo Efercizio, e di regolare il voflro tenor di vita a norma di ciò, che vi fi contiene, e che altresì avete rimarcato nella feconda Confiderazione del quarto Efercizio. Quinto di prendere, per lo frutto della Lezione Spirituale, una collante rifa-, lozione Rappigliarvi con tutto l’impegno 4 sì generofo difegno, qual’ è, di combattere le volil e padroni con la pratica delle Crifliane Virtudi. . ' i Pine del primo Giorno C a SE oro RNO. Di due cofe, da chi dipende in gran parte l’efito delle notti e vittorie in quello Combattimento Spirituale che J fono la Diffidenza di noi medefìmi, . c la Confidenza in Dio. ';,. $ j. ESERCIZIO Della, diffidenza di noi fiejfi. L’Orazione preparatoria come nel £rimo Elercizio dei primo Giorno. ' ,1 ' ' I. C Onfiderate, che la prima cola neceffaria in quefta Guerra Spirituale per lo felice efito delle noftrc battaglie è una verace diffidenza di noi Retti. Quella acquiftar la polii amo con vari mezzi. Primieramente con una lineerà cognizione del noftro nulla, e della noftra debolezza, ed impotenza al bene; tenendo per certo, che da noi medefimi fiamo un nulla, e nulla pollìamo, incapaci eftendo di rare azione alcuna, con cui meritarci la vita ctcy 1 . Xel Scupoli. 4 eterna) in. fecondo luogo coll Orazione, imperciocché eflendo quella diffidenza un dono di Dio, egli e ben giufio, che glielo chiediamo, e per ottenerlo bilogna prefentarci a lui con le difpofìzioni feguenti. Fa duopo per ' tanto, confederarcene affatto privi, e credere, che non fiamo capaci di farne acquillo colla noftra propria induUria, ed avere una ferma feranza di ottenerla dalla di lui Bontà j e con quelle difpolìzioni dobbiamo chiedergliela con perfeveranza, credendo fermamente, e fperando, ch a egli Ce la darà, e che non ci lafciera storniti a una virtù, che ci è sì necelfaria, le gliela domandaremo come ima cote, che gli è gradita, e che richiede da Confondetevi alla presenza di Dio per quella vollra prefunzione, ed interno orgoglio, cne conofcete, e per quello, che non liete ancora giunto a conoscere, e benché egli non v i fia palefe, credete pure, che avete ìlcuoie infetto di quello veleno. Intente quella Verità' da tante monelle, e laide azioni, c da tanti enormi peccati, che avete commetti, e datanti menti, incili cadete ogni giorno I3 by Go 4z ìl Comi atti mento Spirituale dete a Dio la cognizione di vói ftdfr li, e della voftra fiacchezza, ed ìmpe-; tenza al bene, e per confeguettzà una Santa diffidenza delle voftfe forze, e a queffeffetto difponetevi nella maniera, che di fopra abbiamo accennata. Il Colloquio col voftro Angelo Gl- Rode, acciò vi faccia vedere chiaramente ciò, che fete, ciò che potete ± e che non potete, e quindi in feguito di quella cognizione vi raflbdiate. ili una lineerà diffidenza di voi medefimu ir. : Considerate ancora gli altri mezzi efficaciilimi per far 1 acquiftp di quella Santa diffidenza, Vale a dire i fondamenti, e ragioni, cheabbiamodi diffidar di noi fteffi per le grandi de-t bolezze, e miferie, che fonò in noi tanto per patte del noftro Intelletto, è della noflra Volontà, quanto per la gagliarda inclinazione, che abbiamo al male j come altresì per lo gran mime 3 ro de 5 nemici, co’quali abbiamo a combattere, fcaltri, e ripieni di mille inganni, ed artificj inconcepibili, al confronto de' quali noi divenghiamo viejpiù novizi, e inefperti; e finalmente per le tante inlìdie, che ci tendone 'è ' v. eia r Del P, Scuptlf f. t-i 4 tiafcun paffo nei cammino.della Vini fino a proporci, e persuaderci il male fotto il manto della Virtù, e a trasfornaarfi in Angeli di luce pe ingannarci piu facilmente ed a villa di tutte qie r ile ccfe ilabilitevj in juna lineerà diffidenza. di voi fte#., v [ Un altro mezzo affai proprio per acr £Uifl?re ben totto quella diffidenza egli è da iiottra medefima efperinza. Ogrfi qualunque volta ci accade. un incero difeernimento di noi medefimi, della noftra debolezza ed Impotenza al bene, e perconfeguenza la falutar diffidenza di poter far nulla di bene colle noftre fole forze, e propria induftria; ma ch'egli è duopo altresì aver con erta una perfetta ccMifidenzà in Dio, e nel foccorfo della fax grazia v Confiderate, che noi portiamo acquisire quella virtù con varj mezzi. Il primo è Y Orazione, chiedendola a Die incelTantemente, e con le medefime dii pofizioni, con cui detto abbiamo di do-t verglì dimandare la diffidenza di noi Serti. Dico con perfeveranza, imperciocché non dobbiamo ceflare giammai dai folpiri, e dal pianto fin' a tanto che non abbiam ritrovata quella preziosi perla, che ricerchiamo. In feconi ? do ' 4© luogo portiamo farne acquìfto, atrtentamente ponderando colla fcorta del lume della fede, la Potertea, la Bontà e la Sapienza infinita di Dio. La di. Imi potenza, a cui nulla v’è d 1 imponìbile la bontà, che non avendo limiti nèmifura fa, ch’egli vedi fovra, e dentro dt noi abbondevolmente le fue grazie; a la fua fapienza, la quale veglia continuamente fovra i nomi bifogni, e la quale ben fa quando, e come egli debba concederci quanto gli domandiamo. In terzo luogo ottener polliamo quella confidenza ricorrendo all’ infallibile veracità, e fedeltà della parola di Dio, e delle fuepromefle, avendo egli promeffò il fuo a;uto a tutti quelli, che invocheranno umilmente il di lui Santo Nome. La Sacra Scrittura è piena di teftimonJ :, e d’efemp, i quali chiaramente ci dimortrano, e c’ afficurano, che di coloro, che hanno pienamente confidato in Dio, niuno giammai èrimaftodelufo, In quarto luogo ci può animare non poco ad una tal confidenza il riflettere agli efim;, e preffocche infiniti benefizi die fino al giorno d' oggi abbiam ricevuto dalla mano liberale ai Dio, c la cura, che 4a dilui divina Provvide! za ha Tempre avuto, ed ha tutt 5 ora di '. c i mi 4S 11 Combattimento Spiritniite K iiói 5 ma fopra tnttò bifognà fidar t e rimembranza defuoi benefizi ' ! del etó fifa IWfcnw fopra £; l tofe Crifta. n infioi Gesiì ' Criff°p e 0 r f 5 ?.°° Signor Gesii ce la persuada c n qU f 3 E'RAzrONÉ m Cy r n lt tiK Wfefa debbi quen Dte. aS et ella fi OE,W r° aVere ma, e Collant? Jam?lem P e mrcorte dice S Piolo rt um ? cziandió |ni °r Santo Giobbe OrtK r e J?. ire c °t mi Condannerà JÌ, Ì° f fù. àG } u zU' fpt c ncnTVfSji‘% a condannata alfa mdnf Uva condotta a? Aw?r -V. S 13 vemeno, % niente di quefri eterni ella rf vi 1 att 5 a ’ r G e inf lenza. b?fnin jbatt ? la noftra confi, Prontn. 8 3 d ’ ve me il penderò, e Prontamente riderlo alla bontà in. . niu A $0 il Combattimento Spirituale jiìta di Dio, ed ai meriti di Gesù Ori fto, a fomigìianza. di coloro, i quali, panando a guado impetuoso torrente, diverton lo fguardò dalla corrente, $ fiffolo tengono all oppofta riva, affinchè dalprecipitofo moto deìfacque abbagliati non rimangano privi di quella prefenza.di fpirito, e direzione, eh 5 è lor neceflaria per condurli a falvàmento; così noi pure allora non ci dobbiamo trattenere in confiderai noi medefimi, $ molto meno i noftri peccati, itiadobbiam follevare lo fguardoa Dio, edap poggiarci ai meriti infiniti del fuo divino Unigenito; a dir tutto, in tutte le noftre tentazioni efeguir dobbiamo il configlio, che la caftità fuggeriva a S. Àgoftino ( Aug. in Confi ). Gettatevi nelle braccia di Dio, e non temete giammai, ch’egli fia per abbandonarvi, nè per lafciarvi cadere; egli vi accoglierà, egli avrà cura di voi, egli vi fortificherà; e fe nelle voftre battaglie rileverete qualche ferita, egli vi rifanerà infallibilmente. Guardiamoci adunque lol tanto, giufta la frafe dell 3 Apoftòlo, ( Heb, li. v. i?. ) di non mancare noi alla grazia, imperciocché dalla parte di Dio, fe noi avremo una perfetta confidenza nella lua Mifericordia, la ' ‘ fua i t . -, ? jrr iuà graziale il fuo ajuto non ci man cheranno giammai : Rifolvete di approfittarvi di quell lumi i e di non mancare giammai di confidenza in qualunque eftremità poffiate ritrovarvi, anzi di Tempre vieppiù aumentarla. Rifolvete di fegnaìarvi in quella virtù; e perche ella non fi può acquifere fenza il foccorfo della grazia fìccom e tutte r altre, accofttfmate-r vi di chiederla a Dio in tutte le voftre Orazioni nella maniera, che di fopra abbìam divifato Il Colloquio coti noflró Signor Gesù Crifto, come T antecedente. ESERCIZIO. ! Za firada, e modo d 3 actjuìfiare ttttt ajfìe me la diffidenza di noi fiejfi e la confidenza di Dio, i %. ‘ ' E 1 Orazione preparatoria al folito. t I. € Onfiderate, come quelle due virtù fono neceflarie, a chi defidera d incamminarli nella via dello Spirito, e far progredì nella perfezione, conciofiacche colla diffidenza egli efce come fuoc fi 11 CèirtbdftttHefitó Spirita ut é flior di fe fielTo diffidando delle fue fbi ze, e colla confidenza in Dio, intrcrdu ce Dio dentro di fe, tutto confidandoli nella di lui Onnipotenza e Bontà infinita. Quefti fono i due primi palli, che dobbiam tare, entrando nel travaglioso cammino della Perfezione Criftiana, I uno in dietro, l’altro avanti y quello ci ritira, e ci allontana da noi fteffi, £ dalla noltra debolezza 5 l’altro ci ac co fta a Dio, e ci difpóne a ricevere le lue grazie, e gli dà campo d J operare in noi grandi cofe. Confiderate, qualmente non podi; di coloro, che bramano d J avanzarti fui cammino della perfezione, quali lenza avvedertene, fi confidano in fe fieffi, c gli uni prefumono della perfpicacità del loro intelletto, gli altri del loro ottimo temperamento, quelli dei loro ltud;, erudizione, e dottrina, quelli della bontà del loro naturale, e della loro lodevole educazione, e coltura, ed altri ancora della lunga efperienza, e degli abiti delle virtùr di elfi acquifiate. Egli è vero, che tutte quelle co le contri bui fccma alla virtù, ma fenza il foccorfo della grazia fono 1 interamente inutili, e bifogna fiflfare quello primo fondamenpale principio come cer tiffi; 11 fiffitiid, £d infallibile, che né i doni naturali nè gl’ acquifici per eccellenti £Ìie fieno, ile i doni gratuiti, nè la Scienza nè la Santità per grande che pofifa edere, nè F abito di tutte le virtù confermato da una non mai interrotta perle verarfza, qtiand’ anche fofleeglt faflfato irl natura, don fono capaci a Farci fare una fola azione buorla, vincere una tentazione, fcatifare il menomo danno, e foftrire per puro afnor di Dio la menoma afflizione, fe prima il tfóftro Cuore non lia fortificato da urt particolare ajùto, e fe il medefirtto Idàio non Ci doni a quell eftètto la fui grazia. In fatti quando i plà gran Sam ti, e illuminati non aveffero, che i pròprj lor lumi, e le fole naturali forze del lorofpirito, e del loro talento, ovvero le loro buorfe abituazioni la loto condotta non potrebbe edere, che debole, ed infelice Quella è una verità impOrtafltiffrrha, che dobbiamo imprimere nel piu intimo del nollro cuore, per quinci ff adicarrte quella occulta prefunzione, che et è cotanto naturale, e per raffermarci in una perfetta diffidenza di noi fteflì Quanto pòi a Ciò, Che appartiene alla confidenza, che dobbiai avere in Dio $4 M Combattimento Spirituale Dio, bifagna porre per mafllma fonda mentale, che egli è ugual mente facile yincere pochi o molti nemici,,deboIi'ro ferite, e tutti i loro nemici abbattuti, e vinti alloro piedi. 4.. .... i Rin l h Ringraziate Dio di quefti lumi, e fattene buon ufo per raflodarvi in quede due fante virtudi eccitate in voi un gran defidefio d’ acqui darle, e chiedetele a Dio nella maniera, che abbiam detto a. Il Colloq uio col voftro buon Angelo. Domandategli i fuoi lumi, affinchè poliate penetrare nel più intimo del voftro cuore, jper togliervi tutto ciò, che potefle edere Contrario a quelle due virtù sì importanti, e neceflarie 4 It. J . A € Onfiderate un’ altro mezzo efficaci f~ limo per acquiliare tutt’ aflìeme la diffidenza di noi defli, e la confidenza In Dio; ed è, che prima d’ intraprende-' xe alcuna cofa, fi a per domare alcuna delle nodre pallioni, fia per fare qualche opera buona, facciamo gli atti fégnentif . ‘ Il primo fata di confiderare la nodra fiacchezza, e dabilirci in una fincera diffidenza di noi defiì; il fecondo dU alzare la nodra mente a Dio confiderando la fua potenza, la fila bontà,la fua Capienza infinita, prendendo quelle divine perfezioni per k fodegno della no fira confidenza, e fperando con viva fede $£ Il Combat ti fHenio Spirituali de neil’àjuto delia fua grazia. Il terzo d’indirizzare la noftra intenzione alla Ynnggior gloria di Dio, e per efeguire il di lui fanto volere Se quelli atti precederanno le noftrè azioni, in poco tempo toglieremo dal noflro cuore quella occulta prefunzione, che di fovente s'àfconde, e s invola alla Cognizione de’ più fpirituali, e la quale è di un continuo oliatolo alla grazia di Dio. Risolvete di feriamente applicarvi a quella pratica Obbligatevi a qualche mortificazione quando in ella manche rere. Il Colloquio col vollró Angelo Culode cofne il precedente. ESERCIZIO. t La maniera di cònofcere, fe operiamovi • rumente con una fine era diffidenza di noi ftejfii e con una intera confidenza in Dio 4 ' e.buceri fetta confidènza in n; d ' que. fa Pe£ ludi’ occulto orgogliosi £&%& no A J ] 11 Combattimento Spirituale fio il voftro cuore. Confederate,, come in quelle del voli ro flette Medico, accio egli faccia in voi, e di voi tutto ciò, eòe vedrà più opportuno per fvellere dal vollro cuòre guefto veleno, onde polliate più predo, e agevolmente acquiftare tfna lineerà diffidenza di voi lfe(fi ? ei una perfw confidenza in Dio La lezione Spirituale, per !p Giorno. . Della Grazia, che è il primo foce or ft ne teff aria in quejlo Combatti mento Spirituale. D Opo aver 1 Apoflolo S. Paolo nella fna Lettera a Komani ampia7, mente trattato della fiamma delle qoflre palfioni, e della noflfa carne, proroinpe in quefle lamentevoli efclamazioni. Mifero eh io fono ! fhi mi libererà dal -corpo di ytefla morte poi rifponde a fe mei . medefimo in pochi accenti. La Grazia di Dio donatami per Gesù Crìfto. Con quefte parole dal corpo di qttejla morte, non intende già lApoftoio di additarci queflo corpo, che è foggetto alla morte naturale, ma bensì quello, cheimedefimo chiama Corpo del peccato, qual' è il noftro depravato, e corrotto appetito, le di cui membra fono tutte le noftre paflìoni, e frcgolati defiderj, che ci portano al peccato. Ora quefto è quel corpo, da cui come da un crudele tiranno la grazia ci libera, e difende. Ella raffrena la parte concu pi feibile, affinchè e (fa. non ci faccia cadere nel peccato, e fortifica T iralabile, acciò non rallenti, e non fi fcoraggifcanellacqui fio della virtù j e perche tutte le pacioni naturali-, che hanno la lor iuflìftenza in quefte due inferiori potenze della noftr’anima fono come altrettante aperture, per le quali il Demonio ordinariamente s’ infinita nel noftro cuore, la grazia pone a ciaicheduna delle fue porte una. virtù infufa per afiìcurarci contro i pericoli, che ci potrebbero derivare per parte d’ alcuna dì quefte paflìoni. In tal maniera la grazia ci libera dalla tirannia del corpo del peccato, che è il noilro depravato appetito, d’onde proccio dono Dìgìtized by Google él 11 Combattimento spirituale dono tutt'i noftri movimenti, e fregolati defiderj r contro de'quali dobbiamo combattere. • Ciò è veramente ammirabile, ma lo è ben anche di più ciò, che quella mer defima grazia opera nella parte iiiperioIre delf anima. Ella ripara, e fortifica con modo maravigliofo tutte le potente della parte fiiperiore;. ella rifchiar l’intelletto, muove la volontà, rifve f lia la memoria,, e fortifica il libero aritrio, e. fopra tutto ciò, ella fa fogr giornale Iddio ftefib nell 5 anima, affinchè facendovi fua dimora, egli la governi, e la difenda, e fia prelente ne .noftri combattimenti per combattae ancor egli dentro dì noi e con noi a noUro vantaggio. .iddio Signore fia in noi in due maniere; colla prefenza della fua divinità, e coi mezzo ideila fua grazia; colla prima egli è non fedamente in noi, ma in tutte le cofe per Efiènza, per Prefenza, e per Potenza, riempiendo ogni luogo colla fua immenfità, ed effendo colla fua divinità sì intimamente nelle Creature, che farebbe loro dmpoflìbile di fuilìfiere, e confervarfi un fola momento, scegli non foffe in effe; il che faceva dire a Sant 5 Agoftin©; e perchè . s.. ' mai „. 4f mai ió chieggo y o Signore ? che vot fce ridiate in me, quando io fletto non vi farei, fe voi già in me non fotte ? Nella feconda maniera egli non ritrovali, che ne guitti, imperciocché, ficco me afferma il medefimo Santo, Dio è per ogni dove colla fua divinità, ma non già còlla fua grazia Quefta grazia è una partìcipazione!. della natura divina, cioèa dire, della • fua farttità, e della fua purità Con, quella partecipazione Tuomo viene fpogliato dr fe medefimo, e rivettato di Gesù Critto, e dalla battezza, che trag| ge dal vecchio Adamo, è innalzato ad ( una dignità sr fubKrtte, che lo rende f partecipe della rrtedefima natura divina, cioè a dire della fantità, della ben, e della purità di Dio y impercioc ché la grazia è una qualità Celette, che ha quella ammirabile virtù di trasformare rUomq in Dio 1 di maniera, che fenza lafciar d’eflèf uomo, partecipa, quanto ne può effer capace, le virtù, e perfezioni del medefimo Dio Quefta celette qualità è una forma fovranaturale y e divina y che fa, cheTuomo viva d’una vita fovranaturale, cioè addire, cT una vita fomigliante ai prin ì cipio, da cui deriva: di maniera, ch& D i JT no 4 ìl Cowh pimento Spirituale 11101130, che è in grazia vive di auc vite, luna naturale, 1 altra fovranaturale; a quello effetto egli e proceduto di due forme, che fono come le due anime di quefte due vite, e quelle due forme fono l’anima, e la grazia. Dall anima, ch’è la forma naturale, procedono tutte le potenze, e tute’ ì fentimenti per mezzo de’ quali l’uomo vive della vita naturale. Dalla grazia che la forma fovranaturale, derivano tutte k virtù, e tutt’ì doni dello Spinto Santo, per i quali l’uomo vive della vita fovranaturale, coficchè ciò, che 1 anima è al corpo, la grazia e all anima, e come dall’anima proviene tutta la bellezza, tutto il vigore e la. robultezza det corpo, così dalla grazia procede tutta la beltà, il vigore, e la forza tutta dell’anima. La beltà, cilena grazia imprime nell anima, ella e si grande che non fi può concepir quanto barn Ella ci è rapprelentata nella Sacra Scrittura fiotto i iimboli di preziofi gioielli formati dalle mani dello Spirito Santo, i quali rendono l’anima si pei rettamente bella, e sì gradita agli occhi di Dio, che nel tempo medefimo, in cui ella n è adornata, egli T accoglie come ina figliuola, e pe; fua Spofa. Quell infoilo éf quei paludamenti di fallite, quella veflfc ni giuftizia, quella corona, e quei ricchi gioielli, di cui parla il Profeta Ifai a ( ifaù i6'V, io.), i quali non fono ah irò, che Jc virtù. infide, e i'doni dello Spirito Santo La grazia, è il principio e la forma di tutt’i doni celelti, da lei provengono tutte le virtù, e tutti gli abiti fovranaturali, e in elfo lei fta polla quella ftupenda bellezza, che rende l 1 anima degna dell’ amore, t della compiacenza del medefimo Iddio. Il primo effetto della grazia è di render l’anima perfettamente bella e sì accetta agli occhi di Dio, ch’egli la tiene non fo-, lamente come fua figliuola, e fua fpofa ficcome abbiam detto, ma di più come fuo tempio, e fuofoggiorno, e la ricolma di mille grazie toftocchè la vede arricchita di quella divina qualità. Per mezzo della grazia l’uomo è colli tuito figliuolo di Dio, ed erede del fuo regno; egli è regiftrato nel libro della Vita, a cui fono aferitti li predeilinati; privilegio, che Gesù Crino accennò afuoi Apolidi in quak,equan- to gran conto fi debba avere, allora quando ritornando eglino tutti feftofi dal vedere, che per fino i Demonj erano Ioìq obbedienti nel di lui nome, die Di de gg II Combattimento Spirituale loto quefta rifpofia Non vi gloriate? perchè i Demoni vi obbedì fc un r ma che i voflri nomi f eno ferini nè Cicli Imc. 1 04. nr, 20.) La grazia finalmente rende Suo tto sì caro a Dio, che tutte le azioni, ch'egli fa in quefio fiato, purché non fieno peccamìhofe, gli fono gradite, e fono meritorie della vita eterna, il che fi debbe intendere noir folamente degli atti vi mieli, ma ancora dei naturali, come fono il bere, il mangiare il dormire r Imperciocché eifendoil loggetto gradevole a Dio, tutto ciò, che Fa, c che non. fix peccato,, non gli fa difpiacere „ Dalla grazfa nafee ancora tutto il vigore, e la forza dell'anima; ella la rifana, e la libera daUa fiacchezza, e deplorabile in fitrmità, in cui la teneva il peccato, e la ritorna in un perfetto vigore, e in una: forza incomparabile in tutte le fue potenze di maltiera, che fi ritrova capace d' efercitare tutte le funzioni della vitafpi rituale Ella illumina T intelletto,e ’lo ammaefira di tutto dò, che debbe fapere, e conofcere muove la volontà, e; tutte le potenze? della parte inferiore a ciò, che debbono operare; le ipiana la firada del Cielo, le raddolcire il giogo dei Signore, le Ifel P. Scapoli ' 0 le rende foave, e leggiero ciò, die po' 1 addietro le era grave, e pefante, e la fe correre nel cammino della perfezione Finalmente non v è dal Mondo piu ammirevole cofa di Ciò, che la grazia opera in un anima. Effe la trasforma y, la folleva, la incoraggifce, le fa trala--' iiciare ì perniziofi corami del uomo vecchio, le fa cangiare gli affetti, e ifuoi piaceri lefa cercar con ardore ciò, che prima abboniva, ed abborrrre ciò, che ardentemente bramava; le fa fembrar dolce ciò, chele era amaro, e amaro ciò, che le era piu grato. Egli è im- potàbile a dirli qual gioj a le rechi, qual pace le infonda, quat lumi le comrmuflichi per cortofcere la vanità delMonda e il pregio ineftimabile di quei beni fpi rituali, che ella prima difpregiava cotanto. Finalmente non fi può abbattala ridire qual forza effe le dia per combattere, poiché la rende invincibile a tutte le potenze dell inferno. Ciò però, che al noftro proposta è da notarli fìngo burnente fi è, che è proprio della grazia il fortificare l anima per mezzo delle virtù provenienti dalla medefima, le quali fono Come altrettanti capelli di.Sanfone, ne quali confitte non follmente la bellezza, ma la -i ' for v é$ Quella maraviglia fi dà a vedere in molti e lerci zj della Vita fpi rituale, ina più chiaramente riiplende nel pentimento, emel dolor de peccati, in cui que-. Ila inferiore parte della nollr anima di fovente vi lì interelfa cotanto, eh 1 ella, s affligge, e fparge per quello effetto più lagrime, che non farebbe per tutte Je perdite piu rimarchevoli dei Mondo , Da tutto ciò raccoglier polliamo la neceilìtà che abbiamo della grazia in quello Spirituale Combattimento i con ciolìacchè, o vogliamo combattere Ue noltre pacioni, e viziofe inclinazioni, 0 praticare gli atti delle virtù loro opporle per acquiùarne gli abiti, o vogliamo finalmente godere del f.utno dellenoflre vittorie, e vivere in una profonda pace colla perfetta unione con Diof nulla di tutto ciò pofiiam fare fenza 1 ajuto della grazia, colla quale polliamo tutto e fenza di cui non polii arr cofa alcuna. . Per quello motivo, io eforto chiunque vorrà cavar profitto da quelli elereuj 7 di fare da principiò itfa buona Cne preparatoria 4 fojfco. CONSID£RAziONE ì. ì lira J‘ npe S nat WJa necktà Ite PTbr’aS'a per ? ià £ -piedi per YQ t 11 Comhuttmtmo Spi rimai f Volontà,' e Kmmaginaz.one, .iella che muove lèapprttto fenfit.Vo; egli e cer„„eftì due occhi fono 1. orino ftn comDatnmcnu ui LT ci deve di'-fomma importanza ai uert ' iiiardareèt àù$ non cadano m potere tie'no-ìri. nemici -.mentre allora diipefardovremmo della vittòmj Ringraziate Dio di queftì nini 1 ? chiedetegli la grazia di poter ioggettare Guelfe due facoltà : dèliavoftr atìima al fuo fervìggioPregatelo di non permetter giammai v eh fcffo s codino in poster de’ v o(l ri nemici, cioè a dire, che fieno acciecati dalle ™$re pàtfom, o ingannate dalle illufioni del Imomo. CO ™CUn Angelo, Chiede. lo Spirito Santo Efooi M&gfàgS Santo Angelo il foccorfo delle fpkazioccfo quefte dué potenrc foh la voto' anima vi fervano utilmente,in tutt’ i voftri Combattimeli.. -, II. 'nonfideratev; dknfvit to vyVff mem! 6 5 taragli d ri Nemici, i m ÌZ ÌTb 1 V W.magnanimità, e ciò cL ri rj piu fWiligiunti D)o' 3 'chetile ifjipreggiare il amor df f lcien° : care r noftri fregolati appetiti per deòo Ji. Me fienoe iti eofe anche di S momento;,-.è temprefiS maggior lode che 1 prendere più Ch tàj e riportar Attoria delle niif „S ròfe àftnate' -jn-?; z t 7 ™, P°.,,f, II Colloquio con lo Spirito Santo, C con l 3 Angelo voftro Cuflode, come T antecedente. ESERCIZIO. % jCioy che bì fogna ojfervarc, acciocché ih. nefiro Intelletto conofca le cofe fv t '. ' w com elle Jono 'veracemente. U' : ! s, i. -.;,r r y; L’Orazione preparatoria al folito.,f. 1 z '. , JOnfiderate, che per conofcere le V'cofe quali fono in fe fteffe, egli è duopo tener la noRra Volontà libe|ra, ed efente da qualunque affetto e attacco alle Creature j imperciocché-, acciò.il noftro Intelletto:; le polla, ben conofcere, e difeernere, infogna, . che le confideri, e le difaminij prima, vi fi attacchi con qualche paffione.d’amore, o d- odio, conciofìacchè eli allora non è nè preveduto, nè.affafcinato, e gode tutta la iua libertà e tutto il fuo lume; ma. d le, V;' A P.Setptlf--; f t J Y° ont j Vih ? pe. r 'avanti coi?o e P° n rarlo con no Spinto deputato coi lumi celefti della gSe ddlprazione, e febbenc da dì ineftieri offervar fedelmente qued o Metodo riporto.a tutte le cofe, bìfogna pero offervarló anche Con maggior ejattezzariguarda alle buone, ed anche alle piu Spirituali epiu Sante; imperciocché per buona che d&una cola, : r ‘ mo V;d Ringraziate Dio di quelli lumi; Chiedetegli la graziadi Far : buon ufo di quelli falutari ammaefhainenci, edi ©1fer fedele nel praticarli u Fate un collante proponimento di' mantenere il V olito cuore libero da Jogui affetto sp verchlo alle ' Creature v acciocché nnon refttate giammai ingannati nella xtima, che U® i®eèe#i !J D Il Collòquio coir noftro Signor Ge. - rtr tv. 1 aK nnn to, de non 41 quello dell amor iucr, acciocché fiate fernpre; liberi da ogni attacco alle Creature, e in idato di poter giudicare di tutte le cofe feflza errore Implorate a quello oggetto r atjfiftenz dello Spiato 1 Santo Jn H a f.03135 13q 313U3J 3 3101 1 CON : bel A. ScHpoltn } TV Considerazione: n. C Onìderate eh egli é più malagevole rifanare dall'albagìa del Y Intelletto, che da quella della Volontà $ -imperocché quelli. che hanno I OrgoTho iolàmente nella Volontà poflono tal voica ritrovare il giudizio degli al: trx migliore del; iuo,,e dalla fommiflio ne del Giudizio palfar quindi a quella della Volontà 5 ma colui, efie ha h Superbia nell Intelletto, e il qualeprefumé, che à 1 filo Gi udizio ih migliore rii io degli altri,.come fi fóttomettera alloro pareri, che non deputa cosi buoni come lì fuoi Quelli, che ‘Piem iono e gonfi di queA Orgoglio, rion vogliono entrare giammai fìel fctU tirrtento degli altri, imperciocché non f° nof e S 1,no altra ragione la Joro ieco portano una cieca oftiJuzientì m fohenere ia propria opini®V P 0 a continuare oftinatanlente Del tnale incominciato : per dimoftrare, che intramefero con giudizio ciò, che prò-ieguifcono Con perfeveranza - Conliderate quanto Importa. rimediar próntamente ad nn male sì dannalo., prima che prenda : póTefFo noftro Cuore, e tenere per certo, che il rivd E 4 me . io il Combattimento Spirituale medio più ficirfo fi è quello di fottometterci facilmente agli altrui fentimeriti y è di diventare anche, per così dire, bolidi ed ìnienfati per amore di Dio, come gli Apofioli ed. i Santi hanno praticato al dir di S. Paolo ( i. ad GòK 4. 1. io ) 5 attelo che quefta fiolrezza vai più di j tutta la Sapienza di Salomone.,, 5r ncv ' :Fate cónto di quelli infegnamenti. Rinunziate al vofiro proprio Giudìzio;, amate di ieguitare quello 1 degli altri; abbiate in orrore cgniprefunzione di Spirito. Sovvengavi', che 1 ’ Umiltà è ia lovrana, e la direttrice del difcemimento, e del Giudizio, che formar dobbiamo dèlie cole, e cf tifa ha il potere d’ illuminarci fopra tutto ciò, .-che fi et in noi, e fuori di noi. Lo Spirito del Signore non ripofa che. l'opra gli umili, e vói non f avrete giammai, le. non fiate umile di cuore. (, j il Colloquio con nofiro Signor Gesù Cri fio Pregatelo, che v ìnfegni qucda Lezione, polche egli ci ha comandato di ricorrere, e indirizzarci a . lui, allorché dille -.Imparate da me, che fon manfueto, ed Umil dì cuore. ( Matth. 1 r. v. 19. ) , k ESER ' 1 -f f': -.'' S f' 1!.!'ì? ? Zuppiti t (;£j ’v.t r Cj[riER,2JQ.; V tv Quanto firi,ne):eJJ' O ).. . i. Orazione preparatoria al folito. ?. Considerate? t; ? u nt ?, fe fpediente dì ' rrt-£r r ? a ™ ARWQlnttfkuo da ogni £$ ci readiamo del mtto ancata defle cofe. Spirituali, e ni mtt ° fi 0 ’ ? e P uo (etvire alia noitra mortificazione, ed al noftro Spirituale profitto. Per Sfuggire un sigran ucn c i?‘ uo P° ollervare le cole J tlo f. na e ere come morti nella ri fwn 1 T tte fj cole, terrene,, non io‘ iamente. rifguardo alle mutili e proibi ma in H e..PPoitp, a quelle, che farie ? erme e e c e non &#&. necef A augnare. al nóftro Spi piu Stetti , che ci farà poiiibiie, afrettando una Santa ftupicU ! ta ed ignoranza di tutte quelle cofe he non ci guidano a Dio 1 E 5 Le r ' li CoHn&tLtrìmerJo Spirituale Le Novità f é-gfi. affaci del Mondo per quanto grandi efll fieno, debbono dfere per ' 1 noi come fe nonvi iottero e fe mi grado il noftro prbpómmentc giungano ? quelle al noftro orecchio dobbiam {cacciarle ben lontano da nor. ffrfogna eflfere mdko fobr; nei ddiderio et intendere di rfapete, ìjfcae Celeftìr nuiraltro volendo fapere che Gesù èffitii voglio dire-, la Ina Vite, e là fiia. ’ Morte Se tutto il lo terremo lontano da R01 ’, 5° per ìuoi veri Vogliono imparare nella M. flon ciò,' tKe bada ddiarè fé’ ft&ftr tutto flnmartente non efìfendo per F ordinario, che amór proprio, òhe òrgoglio, che inganno del ' Kifofvete di prévàlèrvt di qaefh av 5 Vifi molto iàlutaiir'Sbandite ftrà mente ogni vana cunofitat Capite' avversióne per tutto ciò,, che v nimenro ai -l ? to, e dì flore in gtodja foP Ari fenfì, acciò per effi nulla di profano entri nella yoftr' Anima. Moderate Ij vollra avidità per le còfe Splrt 4 . Ì)gl fiy Scapoli ! £U4I i yvc, non bramate di fapere akr cofa,che Gesù Criftò,.. : v,. l.. t y, Il Colloquio con Gesu.Crifto Trattate con lui di tutte quelle cqfejcKier detegliele cow uni profonda umiltà, ed urta piena confidenza nella fui boaU) e nel foccorfo della fua Grazia II. C Qnfiderate, -che fie noi’ oflervere remo fedelmente le Iftruzioni comprefe nella precedente Confiderazione Scamperemo da molte infidie d’ infernale Nemico. Quefto ficai tra Serpente accorgendoli, che coloro, iquar Ji sì applicano alla Vita Spirituale, fono pieni di buona volontà e animati da un fanto fervore, indirizza tutte lè Aie macchine -contro l 5 Intelletto, che procura di forprenderepet renderfené Padrone, 0 quindi pofcia della volontà, al.quaf effetto fi fervè delle arti r.. J UJ.tV'U li, f ieguentu 0,, yi ff À T é Ì. 41 ff ? -Egri fi trasforma,m Angelo di luce. Voglio dire, che vainfinuandò dei perifieri, efentimenti fublinu, e pieni di airiofità principalmente a coloro, ' èné hanno un fiottile intelletto, che' foij forniti di molte cognizioni, è che fer nonaturalmente ambizfefi tal che ' irt 04 11 Cofnbutttmenfd Spirituali fJntei'tenendoli eoa piacere in quefti pensieri fublimi,r ed eroici, ne quali eglino fi dannò a credere di godere di Id. dio, trascurino poi di purgar il loro cuore e d 5 applicarli al conofci mento di fé ftefii x ed alla mortificazione delle loro paiììoni, e così vengono a eadere negl’ inganni dell 5 Orgoglio fpirituale : fi formano ufi 5 idolo dei loro cernieri: fi perfuadòno di non aver BiJogno del coniglio d’ alcuno; non confultano, che il proprio peniamento, e difpregglano la condotta degli altri; ciò che li rende interamente incapaci dei lumi-c.ekfii, e della grazia dello Spirito Santo, il quale non poi a gì ammai in un'anima, che dia ripiena di prefunzione, e di orgoglio j 1 Umiliatevi r'e deliberate di commi- nare ne 5 vodri Efercizj per la dirada la più umile, e la più Semplice : che vi farà poffibile -, fenza affettare gìamma i cofa alcuna ftraordinaria, o forprenden-t te Kifolvete d 5 applicarvi particolare mente alla mortificazione delle voftre paifioni, ed alla cuftodia del voftra. cuore. Rinunziate al vofteo particolare giudizio, e a tutto ciòc che può fere o-i fiàcolo allo Spirito del Signore il quale non fi comunica fe non agli umili.: . Il i V ' ' Del Pk 'Sttifbli-, w 8f ; ìì ' Colloquio con noftro Signor Go su Criflo, il qual vuole,, che abbiamo la femplicità de fanciulli fe vogliamo effe r capaci.delle fue grazie,e perciò dille. Vi con f effe -'ervi glorifico o, mìo grate Padre, perchè avete nafcojle quefie cofe ai 'Sapienti dei Mondo y e le drvete velate 4$ fanciulli ( Matthé z'v m z $..J .. ;... b : f. v ’ i. a... i j-.. ‘i:u;i ESERCIZIO Coine fi debba raffrenare la vivacità, della nofira immaginazióne V imperciocché ficcome noi, non polliamo rapprefentarci le cofe; che per mezzo delle loro immagini.,, per lo più addiviene, che. in vece delT Immagine, che ricerchiamo, ce ne fo prayiene un numero, prefio che infinito altre, cle non ricerchiamo; e volendo noi © palTare dall' una ali’; altra ritornare a quella :, che : abbandonami. mo laiciar quelb .4 cui fiamo -Ofe r cupa ' Il Combmimnt& Spiritual Cupariv-ne fiamo invertiti da un inftni- tà d’ altre che ci rt prefentano; d 1 onde viene U che. febbene, ci rifolyiamo Coni tutta ià fermezza portìbile di trattenere la ntìftra immaginazione, che non corra dietro ad una infinità di og g etti, pur ella iVaniice e quando la richiamiamo, ancor, ci fugge Erta è si incollante e Volubile che di iovente à noi s’ invola fenza prender còmimiatoy a fomigiiariza d’ uno. {chiavo fuggitivo appartandoli fenza, cheifappia-' mo la di lei venuta v Ella s’ arrefta a tutto ciò y che gli fi para davanti, e al fommo liberi e dirtìcilirtima a domarli v ed olt’recchè : ellà è per J tc me-c defima ditpiefto cattivo carattere, noi fovente fomentiamo il fuo capriccio colla: nortra negligenza lanciandola ap- pii Care a Slitto ciò che gE piace iferw za-aritegno alcuno; il che ci reca poi un’impercettìbile danno i imperciocché. rapprefentando ella pofcia all’ appetite {enfiti vó gli oggetti, di cui è ripiena y cagi ona nella noftr Anima un deplora-bil difordine col foltevamemo le.noftre padroni, che ci portano al precipizio, da cui’ egli èdirttcilifiìrnoe quali imponibile avere fbampo fenza un parricolar aiuto di Dio.: Efià fa. 'ancora. Ad P £ S v tel P. Scapoli 8 peggio, mentre ftimola 1 intelletto a veder quelli obbietti, e di fovente fece il conduce, e quelli non di rado vi tragge Ja volontà 5 onde poi nzfcono Innumerahili cadute, allorché quell' ultima potenza con una vii compiacenza da il iiio confenfo al movimento delle paflioni, che lolle vanii, e li accendono alla villa di quelli oggetti loro efibiti dall’ immaginazione' . Riempitevi di facro orrore e mant viglia in riflettendo al lagrimevole flato a aii il peccato ha ridotta! quell facoltà della noftf Anima v Nello flato : dell'Innocenza ella formavi una gràrir. parte delle delizie della vita umana h , ma in quello, a cui T ha condotta Db peccato, ella n et il Carnefice pià crudele. Umiliateci avanti a Dda re ri marcate la neceflità, che avete della grazia per raffrenare la vivacità di quella facoltà sì vagabonda ’ Rilofvetevì di praticare tutta la diligenza potàbile per correggere i fuoi trafportl, -a Ilo rintanandovi quanto potrete; dalle cofe elleriori, e fìando in 'guardia de 1 voflri fenile che fono' le porte per le quali ' ella riceve le immagini, di cui è ripiena ' Il Colloquio, coi voftro. formare quella potenza della no flr’ Anima, acciò ella ferva al noflrd difegno, e non cada mai in potere del noflri. nemici. Primieramente bifogna Rifarla nella confiderazione delle colè’ neceflarie, e vietarle tutto il rimanente. Secondariamente egli è duopo durare una gran vigilanza, ed uà grandèj dìfcernimento per efeminare i penfierì,] che dobbiamo abbracciare e quelli che rifiutare dobbiamo, affinché ricé-J vendo gli uni tenghiamo gli altri da] noi lontani. In terzo luogo comecché niente v’ è di più ferace nè di più prónto, nè che fcorra per più luoghi quanto la noflra immaginazione, e che in oltre quella fertilità, e quella eflenr fìone altro più non fanno, che fonimi-, nilhrare materia alla Rravaganza, e re-] care più vallo campo a folli penfieri mentre per f ordinario elfa non ha dcy terminato oggetto, attalch è quanto piu ' va lontano, tanto più fi fcofla dalla ' ' fiu ,;.bel P, Scuf olu .fila, meta 5 Quindi fa di meftieri preferì verle i fuoi penfieri, e non 1 afe i arie giammai la.libertà d andar vagando, altrimenti patterà ella ben. predo dai buoni ai cattivi oggetti f dal che ' ne feguirà, oltre gl’ inconvenienti accennati po imperciocché, ficcomeaferma [Gerardo de, Zulfania, egli è. imponìbile, che uno Spirito vago, e che. nop ha oggetto alai no determinato 9 a cui; indirizzare i fqoi,penfieriri ed applicarvifi con attenzione, non fi muti iecpndo gli oggetti, che in gran numero le gli prefentano, e che ira le cofe edrinfeche-, che con. fuo piacere lo circondano, egli non riceva Tempre, f impresone, di quelle, che gli il prefentaion le prime poiché, Jecondo jL r Ecclefiadico, ( EccL 3205, il.nqn lira cuore prende,, e agevolmente riceve Timprefiiòne V e la qualità delle fi-, gure, che la nodra immaginazione gli ra PPrefenta. :.p Fate conto di quefti infegnamenu, Proponete d’approfittar vene,.e. dismetterli in pratica dando meno che potrete di libertà a queda fuggitiva, cioè, alla vodra immaginazione' y la qude non fa fabbricare, che delle bizzarrie c e che 6 1 Combattimenti Spirituale )t. thè farebbe anche i più Saggi dfifb. vente credere pazzia fe al di fuori ap-pariffe quanto ella va difegnando al di dentro. i vr Jìl Colloquio coi volito buon Angelo ncome l’ antecedente; V -! L’Obblazione Offeritevi a Dio con un Santo defìderio di mon applicare il ~,Voflro intelletto i, e tutte le potenze della voflr’ Animai che a ciò potrà fervavi per conofcerlo, e per Conolcér -Voi ftefli, per antar lui . e per odiar yoi medelimi 5 e rinunziare di buon hiore a tutto ciò che può aduli rè -hi i-yoflra immaginazione, e farvi dimenticare la presènza di Dio. 0. , r y., r xrnbtu ivo, W iT, f ì,? ' :’Xa lezione spirituale pel terzo a oa ’jn-i.? o Giorno L,. . 7 Ò$ell(t prefenz.a, di tià r ctì 'e un aUrif.l poderoso foccorfo in quejtò Com’ r ‘ J.. battimento spirituale, ì.'.ì % i'i ' a. .VPOloro ch'entrano 1 in quello Com battimento rinforzati' dal foccorfo della grazia divina fonaafficuratì ( : w t Il primo è di richiamare alla me morti il penfiero del la prefenza di Dio Coi lume naturale, prefupponendo que-ffa gran verità dagli antichi ì Filofofi ben conofciuta, cioè, che Iddio è ih Ogni luogo per effenza, per prefenza, e per potenza w Iddio è 1 euere delle Cofe tutte, che fono V e talmente ertile, che non può non efiflere; egli è un’eflere indipendente, e che ertile, e fuflifle per fe mèdertmo, egli è il fondamento, e T appoggio di tutti gli enti creati di maniera, che lenza 'di lui ritornerebbero in quel nulla y d onde furono da lui cavati y e in tal guifa ogli è in tutti gli enti per eflenza : Vi è altresì per.prefenza e per cognizione y imperocché ogni cofa gli è prefente, sì il pattato, come f avvenire. £ 2. Il Combattimento 'Spirituale talmente che il tutto è aperto, e nu to ciò, che fi muove, che lenza di lui niuna cola muover fi potrebbe; imperciocché, fe la Vita è il principio del moto, Iddio è il principio della vita c del moto. Qiiea pret'enza è del tutto uni veriale poiché per ella Dìo preferite in ogni luogo, e in tutte lo Creature con il fuo Edere, e colla fui Portanza. Egli è in’ Cielo, c nella. terra con le cofe fenfibili e con le iiP SenfibiU, con le corporali,-e con lé Spirituali con le ragionevoli, e irraA gionevòliv LjEtSer di Dio, dice S.Bojiavenrara, è perfcttiflimo, ed immenso Segb è al di dentro di tutte le co Se Senza elfervi r inferrato; egli è : ‘al, di fuori di tutte le cofeSenza elTerne -eSclufo j egli è ai difopra -di tutte leoc Se lenza elevazione, ed è al diletto Senza abbaiamento. li Secondo mòdo dìprevalerci di quell 1 ajuto della prefenza di DioegU è tanto più nobile, edeccellentequanoS lume fovranaturale è più perfec ' to. to ed eccellente del. naturale; effbde: riva da un pentimento interno per mezzo di cui Iddio rifchiara la noffra Aiemoria, e vi diffonde uri raggio, che la fa ricordare di fu a prefenza, ih che fàffi con una Grazia preveniente, ov-vero eccitante, a cui dobbiamo fedele mente corrilpondere. Dobbiamo altre- 5Ì aver a cuòre di chiedere a Dio con orazioni brevi ma fervorofe, eh egli c infpiri quella rimembranza della f i; a Santa! prefenza, e dob biamo eflermoU tó attenti, e fedeli in rispondere alle fue.divine ispirazioni .o ~ Queffe due; pratiche rifguardano I 4 memoria $ ma vene ha un’ altra, che formafi colf intelletto, il quale iliuftra to eifendo da un, lume fovranaturalef vede con gli occhi -della, Fede ncbie Dio infinito, ed immenlo. è per, ogni dove 5 che le! cofe tutte fonò iflduKj ed elfo in tutte le cofe che come 1’ Anima dell' Uomo;, fatta a db lui fornigliaiiza, ed immagine è tutta in tutto il Corpo da lei animato y.;e tutta, in qualunque di lui parte, così egli ètltt to in tutto 1univerfo, e tutto in (eiaff una parte delFuniverfo V iùtdlewo rifehiarato dal, lume della fèdeconofee ancora un alÈr) verità ;CÌoò che Iddio T t ~ non 94 11 Combattimentv Spirituale boij folamente,è in ogni luogo' futfcft di noi,, ma-ch'eglie altresì intimarneK dentro: di; noi é ch'egli .pene.; più,. che, l’acqua penetri la il fudeó il terrò 5 eh egli € piu L Ayxn% ideila. noftr Anima -, di quello la; nfcdiru noftr Anima,tìa Jafonna, e là}yit del noftro corpo y t principale mentenell Anima; Santa juin -cui Iddio Ha prefente colla fra grazia d una mam#A!fredabìley 'I° ho camminato afr fai, dice S.Agoftina, come Una pecorella friarrita etteaidovio Signore nelle cofe citeriori ì e voi fìete nel mio inter noi, JiQ: fatturato, e corfo non pò- co dietto voi fuori di me, e volile te fr mci-nii ion raggirato’ perde lira-de di qnedoi,Mond© per cercarvi, vi JiPi imi rittoVata, mentre non bifogna ceneare al di fuori, ero, che m dentro. Quanto, ho tardato mai ad a marv i . o beltà.: antica e tempre; nuo-: va ! quanto ho differito, ad amarvi. voi fete freme,i edi idi vi cercava tuo n di, me pendendomi dietro le bellezze da voi create y voi fete con -me, ed io non eira coq voi, perchè io ne. era feparato per le cote che pur non farebbero telila di voic ri vnfo MpU ibafla perp? che a gettiamo alla. pre Digitiz 1 P&nza diDTL P coll'intelletto; bifo°rta liemoru e volontà, che è L 3n Spirituale còme 1 Aere immenfo : biiogna però avvertire di fervirfi eoa prudeoza di quefti {imboli. Iddio etfendo puri f lìmo Spirito viiol edere adorato ia ifpirito e verità, e quelle immagini avvegnaché conformi alla noftra debolezza, fono ali eftremo fproporzionate alla Maeftà d’un Dio, la di cui infinita natura non pub edere concepita fotto alcuna forma finita. Quella ftrada dell' imaginazione è molto foggetta alte iilufioni ed a grandi irriverenze le non fi calca con prudenza, e il meglio fi è di fervirfene meno, che n polfibile. ' ' r Bifogna notare fopra quello log getto, che non è già tanto una immaginazione quanto un atto dell intelletto illuftrato dal lume della fede ilrappreientarfi Dio prelente nella fua vilibile, e perfettifiìma immagine, qual e Gesù Òri fio, fia nella fua infanzia, fia nella fm adolelcenza, fia nella fua età perfetta, che converta, quando penante c quando rilorto, e glorificato alla delira del divin fuo Padre; ma principalmente di figurartelo a noi vicino, come ofTervatore oculato di tutti i noitri diporti sì interni, come elterni Ewi ancora una maniera ettenorecU ... P or porli alla prefenza di Dio, ed è quella di rimirare il Cielo j imperocché febbefie Dio ila in ogni luogo, con tutta ciò la Scrittura Santa in varj luoghi gli aflfegna il Cielo come fuo Trono $ da poiché noftro Signore vi è falito quella maniera di rimirare quello téli plfimo log giorno per contemplarvelo, e così metterli alla prefenza di Dio, viene accompagnata da una grande foar vita, e dolcezza. Si racconta, che S. Ignazio Fondatore della Compagnia di .Gesù coftumava di portarli tal volta fui più alto piano di fua cafaper contemplarvi più a fuo bell'agio il Cielo, c che di là ritornando d' ordinario efclamava: oh quanto mi fembra vile, e ordì da La Terra, mentre contemplo il Pielo Sopratutti però il più ficuro mezzo per tenerci fempre alia prefenza di Dio è di veder Dio in tutte le cofe,e tutte le cofe in Dio. Quellapratica fi può efeteitare in tutt’i tempi:. Dio effendo eterno a qual tempo non è egli preferite ? Dio elfendo in ogni luogo, e riempiendo egli il Cielo è la Terra, in qual diftretto non ritroverafli? Dobbiamo vederlo in tutte le creature ., poiché, Cccome abbiam detto, Dio è E 1 1 II Combattimento Spirituale la bafe, e X appoggio di tutti gli Enti JLa prefenza di Dio alle Creature è la . cauta del loro eflfere, e fe da loro 11 fottraelfe per un folo momento, in quello medefirno iftante elleno ritornerebbero al loro nulla. Bifogna ancora riguardarlo in tutte le azioni, poiché egli è il primo agente, e il principia di oni azione mescolando Àl fuo generale ed' universale concprfo con tilt to ciòcche ha azione o movimento j? di maniera che dobbiamo confiderai. Iddio prefente ed agente In tutte le co fe ed è ben cieco, chi non io vede Prefupofte quelle verità confideda mo J obbligo, che abbiamo di tenerci i ncelfantemen.te alla pire Senza di DiÒfenza perderla giammai di veduta, -rax con un Santo timore, con un impetto v ed umiltà bèn degna dIla fu divina, Maefta. Quella era la pratica del Pro Seta Elia, che diceva a ordinario Vìva Iddìo y alla di cui prefenz.a io fot} fempre C f ? J4 ) Quella era quella del He Davide, come Ben poflìarno rimarcarlo in più luoghi de uioi S almi, ma principalmente net quintodeciino ove dice quede belle parple: 4 mi proponeva il Signore avanti gli occhi j miei perche egU è fempre, meco, per Mfejtderjtfi, Idalla ina è i; o i, a r a ofl cìs et i ’i ì I dalle caduti' Lr .. 99 fta f ei „pre la jfridcrl'i quello Hiloloto, re -chi è difpollo à peccare confiderà, che vi: h un tbftimonid,.che lo Vede; ngtlt ariamoci alcuno per cui abbiamo del rispètto del timore, rendiamocelo preferite, affinchè facìamo fantamente demolire più' decrete azioni Gheipér quanto invifibile che dìa ? fe rnowra cofeienza, ella è tempre efpoftav e palefe agli occhi di Dio? Colla ricordanza della prelenza 'di Dio 1 Abbate Parjptuzio cavò dal.lezzo della impurità d. Tiel P Scttpelì ’ l#f fucila celebre Cortigiana Taìs, e la cangiò in una efìmia penitènte e S. Efrem ne liberò un’altra dalla medefima infelicità nella Città di Edeffa. Noi non avremmo mai V ardir di peccare, dice S. Girolamo, fe rifletteflìmo che ciò faciamo avariti ginocchi di Dio. Quefta prefenza adorabile dice S, Ambrogio, pone in fuga tutt’i vizj, e et -dà una forza maravigliofa per vincere le tentazioni. Giufeppe effondo tentata dalla fua Padronale Sufanna dà 1 Vec chioni impudichi, confederarono Iddio ©refente, ed ottennero la vittoria Ella giova altresì fommamente all’ acquifto delle virtù, il loro fenderò; che flutto è coperto di fpine e di difficoltà, ‘tutto fi ammanta di fiori alla prefenza di Dio. Scrivendo' T Apertolo ai Crìftiani di Filippi, ed efortandolin a praticar la modeftia e le altre virtù al Cofpetto degli Uomini, per obbligargli con. maggior r efficacia fi ferve di quefto motivo; Operate in tal manierAy ;( dice loro ) che la voflr a modeftia tt tutti gli uomini fi a palefe imperciocché il Signore' ì prefente r vicino ( Philip 4. i $1 ).i riV, 5 tr per aiutarci a vincere te tentaioni r per domare le ooftre palli oni e pe farci praticare le virtù in modo eroico r chi. non vede eflér ella unodcf più : poffenti, Toccarli y che dal Cielo ri cever-polìTamo in queftoSpirimaleCombattimento ? ed. oh’ chegran motiva Banno mal di confolarfi tutti coloro #S.vi entrano !poiché' quello foccorfo yien loro prometto dallo Spirito. Santo ih quafr tutte le pagine della Sacra Scrittura r Procuriamo adunque a tutto no $ro potete di renderci tamigliari quesfìe pratiche ufandone, or S E una . f.orui altra per camminar Tempre alla prefen- za di Dior AccolHimlamocI a confìderailcr coperto lotto il velo delle Creatrtrev per mezzo' di W egli ci guardar e vede qoir fofamente le noftre azioni, ina ancora i noftri penfieri,,e i piu 'reconditi' affetti del no(lro cuore. Guardando noD QeatWey avvezzandoci ieparare il corporeo dallo Spirituale ied a. vfcorgere Dio prefente In efl. ma. principalmente a‘ coiGderarlo.' dentro di' noi lleiTì, e quando vorremo combattere alcuna dette noftre pacioni Q' fare qualch’aluracofa, rendiamo-cì primieramente Iddio prefente in alicela: delle maniere poc'anzi acceo àéfi'ScftfólK' K i&f fór e a lui indirizziamoci còti fervidi defìderj. i nrplorando il fuofoccòrfo j i è forno pur certi y che fe ci rendiamo' fa migliare quella prefefrzà di DioV j nóflr folamente riporteremo frequenti, e fégridate vittorie fopra i' nóftri' nemici ora non avremo più nè' peiifieri nè paf role y nè faremo giammai ' alcun-aziol fle, che pòlfa dilptacére' a‘ quella divina Madiat e parimente da 'timemBran za. 4 della fu prefenza ci darà' la’ forza, ili tempre confer varò in eftay e } la fa 1 milita sdi Ilareal fuo cofpetto cori riverenza, e timore wìo&(ìu orbi u.iq rM. i.tir, vqnrd runa nero 100 x.i:i s, : ì i : r:H flutto det tetto (Stortura .-.,j o'-yf J voftrl fenli-y acciò nullaentri per edi che polla occupar veramente la voftra’ immaginàzlone, o' intelletto y o che polla fomentare le vòftrè ♦palfioni r appetiti K ik. '. ferh i di offervare fedelmente la regola, eh’ è nella prima confiderazione del fer condo Eie rei zio per giudicar Tantamente del giullo. pregio delle cofe e. per feguitar volentieri edi. -buon cuore i fentimenti altrui. Settimo di rendervi, famigliar! tutte le differenti maniere' dt tenervi alla potenza di Pio .le quali fono notate, e fpie|ate nella Lezione Spirituale,, acciocché tal-, foccorfo non vi manchi giammai in quello Spirituali k Combattimento,. t.ó. . ci non obbqd oiìnb in 7 rt Isn oq V:.h 0!id O c OVtOV OltfOfTKAO.L tììg v'r r snni tu o f.G v)i rni df n:,? txu ib oiJro'Vi 'no line del terze Giorni . -i yrt . 1 ! i Fgs rb db non 21 obwl. b Tq tifi ili Jib fró:i£i‘.qv j-o .( n, ti o ri mbir. a 1 ... b xrJHV' r. b; jp.i{;h oniVJiù'b jiloq ‘ QUAR ?. v $ -V-cer fK!Mó e farle per impdH 1 VO ' j'ic, unente per piacere, e W phi u „ ql fe Con, io£ Il Combattiménto Spirituale Confondetevi, riflettendo' quanto fiate fiato fili’ ad ora lontano da quella, maniera d’operare e da quella purità d'intenzione. Fate proponimento di effer attento a dirizzare la voftra Intenzione in tutto do che Farete, nella, maniera, che poc'anzi atete considerata, fe non volete perdere il tempo, crender inutili le voftre azioni. t t II Colloquio coll iloftro Signor Gesù Crifio. Chiedete quefta purità dmaenzione; rinunziare nella di lui Santa Prefenza ad ogn’ altro fine, ed a quar lunque ricerca di voi ftefti, e fatelo?' con una grande fincerità %,. C onfiderete,quatft£ grande là corruzione della noftra Naturai poiché ella è si inchinevole, e prodire a ricercare in qualunque ( cofa i fuoi Vantaggi, e la fua propria foddisfazlo ne anchenelle cofe più Sante o fpirlr tuali, di cor fi pafee con eccello come d’ una ghiottoneria, o vivanda.. fuo gitilo, il che. interamente s oppone, allo Spirito di Dio. Confiderete, quanto fia Tagrimevoje quella corruzione., elfendo efiala cagione, che ancora quando ykn pjopor fio Silfio vuole rnotivo £ ria, ma per h Drnnn, FrJ a 4tiajglache vi ritrova, o perllWT' ’ o Per altri avvMta4iL d on °rende, il c hé eiin’m. ?, fle atpiù mm £ rnlÌ° Starno fa è toni perfetta c l ll ? nro h cocche fino 5n deaerare l ‘ly 0 f ??, cn poffiamo eflere m? re ? 10, edefimo nati 4 alla fotti quello deìderio & in la fodf£2ì ,am.° -Pcr oettd nzichè la Volotitì'd? njo ,T V divm beneplacito ? -&' te I P ìu occulti mov f M?mm 11 Colloquio e. Pregatela alnilmE ma Ver c fd G in,tmzrvi m una cofa 1 lo8 II C omb atti mente Spirituale j necefforia, e in cui ella è fiata fem pre sì fedele. III. C Onfiderate, che per evitare un inedia sì pernizioia bifogna oflèrvar .fedelmente la pratica feguente. Quallora lì prefenta alcuna cofa, che Dio Vuole da nói, prima di permettere alla noftra Volontà d abbracciarla, biloalzar la mente a Dio, e vedere s J? fu a Volontà, che noi la vogliamo, ie poi volerla pel lolo fine del di lui onore, e della di lui gloria, e perchè egli la vuole. Bi fogna praticatelo fteffo in ciòcche Dio non vuole, e quando ci s offre qualche Cofa di quefta natura, non bifogna accordare al noftro cuore di abborrirla, nè di rigettarla, fe prima la mente non abbia fatta la ’medefìma riflefiìone, e laftdfa fommiffione, ed avendo conosciuto, che ciò non è di voler di Dio, fa duopo non volerlo in alcun modo, come limolati e diretti dalla ‘Volontà del medefimo Dio. Fate conto di quefta pratica, proponete d’ tifarla, e dì rendervela famigliare... IL Colloquio col voftro Angelo Cuijtode. Pregatelo di graziarvi delle fue ispirazioni, affine di non dimenticarvi mai d’una pratica sì Tanta. s, IV. ',.. I,, y '. ' V : C Onliderate, e fiate in guardia, perchè gli aguati della nollra naturi corrotta troppo fina in cercar Te medesima, Tono difficiliffimi a conofcerfì 5 imperciocché noi di fovente ci lusinghiamo di avere quella purità d’intenzione, e di operare per un’ impulfo tutto divino, e pure non è così j mentre in verità non operiamo, che pelnoflró amor proprio. Per evitar quell’ insan-. 110 ci è duopo diffidar di noi llelfi, flar bene fulla nollra guàrdia, ed tifare una gran diligenza in purificare ls nollra intenzione al principio di tutte le noftre Opere, e non intraprendere ne lafciare giammai cofa alcuna, fe non per quell’unico, e puro fine della volontà, e beneplacito di Dio. j Concepite un Tanto odio contro voi fletto; pregate nollro Signore, che vi lciolga tutti i legami del volito amor proprio, e che vì doni un cuor fedel e curante che della Tua Gloria, c dell adempimento del Tuo Tanto yoJere. Il Colloquio col vollro Angelo Saft I I i Ilo 11 Combattimento Spirituale to. Pregatélo, che vi difcuopra il voftro amor proprio, e che lchianti da} voftro cuore ogni ricerca di voi me defimi. ESERCIZIO SECONDO, Continuazione del medefimo . ~ ' . Soggetto, Come fi debba metter in pratica ciò, che ' detto abbiamo della purità d’intenzione e del modo di ottenerla da Dio Y J. 1 Orazione preparatoria al folito.; Confiderate come dobbiamo diportarci per fare una pratica fedele di qaanto abbiam detto nel precedente El'ercizio. Nelle azioni di corta durata, fieno interne o efteriori, bafta avere. virtualmente, o generalmente quello puro motivo di piacere a Dio, e di fare la fua volontà; ma nelle azioni di più lunga durata Infogna attualmente indirizzare la noftra intenzione nel princìpio delle medefime, e nel piOgrefifo innovarla di quando in quando per confervarla Tempre retta fino al fine, e per non cadere nelle panie, e ' ' lao T Del JP. Scupoli ? ni 1 lacci del noftro amor naturale, il quale efiendo più portato a compiacere fe. fletto, che Dio, di fovente ci diftrae daìioftri primi oggetti, e nc fofKtuiice degli altri, che ci fanno cangiare il fine, attalchè ciò, che al principio abbiamo voluto per piacere a Dio, pel progrefiò, e verfo il fine lo voglia-jno per piacere a noi fletti. Fate ilio di quefte induzioni. Chiedete a Dio la grazia d’ efler fedel nel -praticarle; pregatelo, che vi liberi da -quefta lufinghiera pattfone, che ci arreca tanto {vantaggio. Rinunzi ate ad ogni ricerca di vai medefimi. ( II. . ' u I Confiderate ancora, che fe noi noti ittiamo bene in guardia in qiietto affare, a poco a poco e quali infenfibilmente e coi piedi della noftra corrotta Natura, ciò che li è cominciato con una retta intenzione fi continua, e poi fi compie Con molta imperfezione. In fatti noi abbiamo una sì grande compiacenza perì noftri parti, che ci dimentichiamo affatto del diVin beneplacito, il quale era il fine della noftra imprefa, e la prima intenzione, ‘ eoa la quale incominciammo ad ope G z rare, 1 t . IH II Combattimento Spirituali! are, e ci attacchiamo sì fortemente alla noltra propria foddislazione, oppure all’onore, ed ai vantaggi, che ce ne provengono, che fe addiviene, che liamo impediti dal profeguimento dell opera da qualche infermità, o da qualche creatura, che ci li opponga, o da qualch’ altro accidente, ne diventiamo tutti turbati e metti, e non ci fo.ttometriamo fe non con grandiilìma pena, e con violenza ad amare quelli ottacoli, che Dio ci manda o ci permette, e ben fovente. ancora ci lanciamo trafportare alle mormorazioni, e impertinenti querele, per non dire, alle beftemmie. Il che fa vedere aliai chiaro, quanto liamo lontani dalla purità d’ intenzione, con cui intrapren. demmo quella buon' Opera, e quanto fortemente liamo poi attaccati alla no.ftra foddis fazione particolare conciolacchè colui, che fa tutte le fue azioni mollo dalla Volontà di Dio, e pei .folo motivo del fuo beneplacito, e delia fua Gloria, non vuole piuttofto una cofa che T altra, e non la vuole, fe non in quanto ella piace a Dio, endla maniera, e nel tempo, che glièpjù .aggradevole, rimanendo ugualmente contento d’ averla, e di non averla, avendo egli Tempre ciò, che brama, cioè ciò, che piace a Dio. Concepite un Sant’ odio contro voi ffceffi j abbiate orrore della corruzione della (voftra natura j rinunziate in presenza di Dio a qualunque ricerca di voi medefimi : domandategli un cuor fedele per non amare in tutte le cofe, che la Sua gloria, e 1 adempimento del fuo Santo volere. Il Colloquio colla Santiftìma Vergine, che fu sì fedele, e sì pura in tutte le fue intenzioni. Pregatela di purgare il voftro cuore da tutto ciò, che fi oppone a quefta fedeltà. Confiderate ciò, che v bifogna fare per avere quefta purità d intenzione in tutte le noftre azioni. Egli è duopo efSer Tempre ftudioiàmente raccolti in noi lleflì, e ricordarci d indirizzare la noftra intenzione al principio di tutte le noftre operazioni, come abbiam detto di Topras e Te accade, che la prefente diipofizione del noftro interno ci porti ad abbracciar la Virtù per isfuggire le pene dell Inferno, o per meritare il Paradiso, bifogna ricordarci di farlo, perchè taf è il beneplacito di Dio, il qua G 3 W ii4 11 Combattimento Spiritante le defidera, che tutti gli Uomini fi fai- vino, e non vuole che alcuno di loro perifca. Non dobbiamo mai allontanarci da quello motivo, nè da quello fine ma a lui condurre tutti gli altri, elferF do egli di sì gran merito, evalore, che un'azione pet baila, e picciola, che fi a, fe fia fatta con quella pura e retta intenzione, che abbiamo poc' anzi fpiegata, vale incomparabilmente piùdimolt altre della maggior importanza, che fatte fieno fenza quello motivo f Bifiogna altresì chiedere a Dio quella purità d' intenzione con perfeyeranza, e per obbligarci a non {cordarcene giammai, dobbiamo confiderare ciò, che Dio è in fe llelfoj com'egli merita infinitamente d'elfer fervito, e onorato; e li beni grandinimi, che abbiamo ricevuto dalla iua liberalità pel folo motivo del fuo amore, e, fe fia duopo bildgna eftendere quello penfiero confiderando quanto Iddio ci ha obbligati, onorati, ed amati nella Creazione, Creati avendoci a fua immàgine, e fomiglianza, ed avendòci fottopolle tutte le creature; nella Redenzione, inviato avendo non un Angelo, ma il filo unico Figliuolo per ricattarci, non col prezzo corruttibile dell' oro, e dell' argento, ma col fuo V preziofó Sangue, e con una morte u Qualmente crudele, che obbrobriofa nella cónfervazione, difendendoci ad ógni momento da'nofoi Nemici, combattendo efio medefimo pel noi, e rinforzandoci nelle noftre debolezze col mezzo d'un cibo tutto celelle, qual' è il di lui Sacratiffimo Corpo, e preziolìlfimo Sangue j daì che chiaramente lì fcorge la Rima e il conto, eh'ei fa di noi, e f amor che ci porta. Finalmente bilogna aver Tempre m veduta l’ immagine de’ Tuoi benefizj, e confervare nel-' la noftr anima un fentimento ben 1 alto, e fublime della grandezza, e maefià dt Dio, che merita un'onore, ed im’amo- re infinito, affinchè colpiti da tutte quelle confiderazioni non operiamo pii che pel fuo amore, e per la fua gloria Ringraziate Dìq di quelle cognizioni.Fate tutto il vollro teloro di quella purità d'intenzione. Chiedetela a Dici còn perfeveranza, e con una gran confidenza nella fua bontà, e nella fua milericordia. Ponetevi di fovente a mente quelli sì poflenti motivi poc' anzi accennati affine d' obbligarvi efficacemente a quella purità d'intenzione. Jl Colloquio con Dio. Conferite cofi lui di quelli purità. d' intenzione come V X3 4 dell le Il6 11 Combattimento Spirituale 'dell indù Uri a la più importante, e li piu neceffaria per ben nutrire in quello Combattimento Spirituale, e feftza la quale voi farefte uno ftordito, e un temerario a prefumere di venire alle prefe co’ v offri nemici, ESERCIZIO. £elle due volontà, contrarie che fon im noìy e cu ale deprezza, e cautela ufar dobbiamo nella guerra che hanno fra dì loro L’Orazione preparatoria al folito. L C Onfiderate, che vi fono in noi dae volontà, l’una è quella della ragione, Che perciò chiamali ragionevole, e fuperiore, e 1 altra è quella del ienfo, che li appella fenfuale, c inferiore, e che indifferentemente lì elprime con quelli nomi di fenfo, di appetito, della carne, e di palfionee leb.Lene l’ una, e l’!altra n poffa dire Volontà y con tutto ciò, lìccome da’ ienU non Éamo colli tiriti neirelfer di uomo, ma bensì dalla ragione, così non dee dirli propriamente volere quando 1 appetito fenfuale tende a qualche oggetto. SSBB9I to, ma {blamente quando il ragionevole vi acconfente; d’onde ne viene, che tutta la nodra guerra fpirituale principalmente confale in ciò, che la volontà fuperiore, e ragionevole edendò fituata come in mezzo tra la volontà divina, eh’ è. al di fopra di lei 9 e la volontà inferiore, ch’è al di lotto, ella è perpetua piente combattuta dall una, e dall’ altra, che fanno continui sforzi, per fottometterla, e tirarla al proprio partito. . Rinunziate per Tempre a queda volontà lcnfuale, che vi è comune co’ Bruti. Defiderate ardentemente di afloggettarla alla volontà ragionevole, e quella a quella di Dio. Il Colloquio con nodro Signor Gesù Crifto. Proteftategli, che la Vodra maggior paflìone è di fargli un fagridzio di quede due volontà, e di non volerne aver mai altra, che la fua. Considerate, che quella guerra non è di travaglio a coloro, che hanno di già fatto 1’ abito o nelle virtù, o ne’vizj, e che fono rifòlutidi peufeverarvi, come lo ha egregiamente av. vertitg S. Agodino, imperciocché gli . g j. ù. tiS lì Combattimento Spiritual fini agevolmente s’ accordano alia vo lontà divina, e gli altri alla fenfuale : ma una gran pena, e gran combatti mento fi prova maflimamente nel principio quando fi propone di cangiar vita, e di enotere il giogo della carne per con fervarfi all’amore, ed al fervizio di Dio, principalmente quallora fi è invecchiato v negli abiti cattivi, (e peccaminofi s inrrperciocehè i colpi, che la volontà fuperi ore riceve e dall’alto e dal balio, cioè a dire, dalla volontà di Dio, e dalla inclinazione o volontà fenfuale che la combattono inceffantemente, fono sì afpri, sì violenti, e fenfibili, che un’anima è quali ridotta all’eftremo dalle no; e, e dalle agonie, che l'offre. Dichiarate una guerra aperta a tutti i movimenti della voftra volontà fenfuale, non vi feoraggite per le difficoltà y che potete incontrare in facendole refifienza; ailicuratevi, che quanto più generofamente le refifterete, ella vi recherà minore la pena. Il Colloquio colla Vergine Santifixma. Imperciocché febben’ ella non -abbia mai fofrèrti ’fomiglievoli combattimenti, fa però la neceflità, che abbiamo della grazia di Dio per non foccombervi. Pregatela ad affiltervi. w ' e manca eziandio il cuore al prefentarlì di quelli fieri nemici, i quali poi ci tiranneggiano crudelmente Chiedete a Dio una fanta generalità, ed un coraggio invincibile. Proteffate Q % ‘ ' gli ' ' i lio II tymbattimentò Spirituale gii, che voV bramate di fare una guerra aperta a tutto ciò, che fi oppone al fuo Spirito, e che partecipa della carne, e del Sangue. Domandategli la grazia di non consentire giammai a cofa, pne fia contraria al voftro flato, e indegna di que’illuftri nomi di Criftiano, o di Religiofo, che tanto vi adomano Il Colloquio col voftro Santo Angelo, affinch’egli fia con voi in tutte le voftre difficoltà, e che vi ajuti, e vi ferva in tutti i voftri Combattimenti. Confiderate in conseguenza, quanto grande è l’errore di alcuni, i quali applicandoli alla vita Spirituale, amano fe lie Ili più di quello, che loro con' viene, benché in verità non Sappiano 1 arte di a marfi finceramente. Eglino Scelgono gli efercizj più confacenti al loro gufto e talento, e lafciano quelli, che mortificano perfettamente le inclinazioni naturali, e le paffioni {enfiti ve, contro le quali, a lar bene, fi dovrebbe volgere tutto lo sforzo del combatti mento, non ufando di tutti gli efercizj Spirituali fe non quelli, che più fervono a sì generofo difègno. 7 Abbiate compalfione di quelle perio ne v i 12 r fte, le quali da fe medefime in cotal guifa s’ ingannano. Approfittatevi del loro errore, e rifolvete di non applicarvi che agli efercizj, i quali faranno. più atti a crocifiggere il voftro amor proprio, e ad umiliare il voftr orgoglio. Il Colloquio col voftro 5. Angelo. Domandategli, che vi rifchiari co’l'uoi x lumi, acciò ne'voftri efercizj non fiate abbagliato da uno fpirito di errore e d’illufione. ESERCIZIO La maniera di combattere centro ì movi menti de' fenfi, e gli atti che la volere ta dee produrre per acquietare gli abiti delle virtù. LOrazione preparatoria al folito. Confiderate come ci dobbiamo con durre,' e gli atti che dobbiam fare allorché la n offra volontà fuperiore e ragionevole è combattuta dalla volontà fenfuale da una parte, e dalla divina dall'altra per ridurla al fuo partito 5 imperciocché fe bramiamo che la volontà divina prevalga in noi al no ftrft iti II Òombmimèruó Spirituale tiro appetito Senfitivo, dobbiamo operare in quella maniera. Primieramente, quando damò aflallrf e combattuti da alcuni movimenti inconfiderati del pravo appetito, biSogha tolto far loro una coraggiósa e valida rellltenza, affinchè la volontà Superiore non vi acconfenta. In fecondo luogo cedati che frano quelti movimenti bifògna eccitarli di nuovo per reprimerli più fortemente di prima, ciò che biiogna far di b.el nuovo, e rintuzzarli non Solamente con forza, ma altresì con Santo Sdégno e come abbattendoli, Quefta pratica di risvegliare in tal guiSa dentro di noi le noftre particolari palfioni debb 1 edere olfervata contro tutti i noltri Sregolati appetiti, eccetto nelle tentazioni della carne, impercioCchè. Se vi è dell’ onore,, e della gloria J in combattere, ve n è di più nel fare una ritirata opportuna, quando cono Sciamo che le noftre forze non Sono uguali a quelle de noftri nemici. Eccettuata adunque la padrone dell’impurità, per tutte 1 altre egli è duopo di loro opporre mille atti di rifiuti di Sdegno dì avverinone ' e di orrore per impedire, che la noilra volontà Superiore non v’acconfenta .e non abbandonare ni. giam Jbel P. Sciipolì i 1 1$ giamtfiai II combattimento fe prima if noftro nemico non fia interamente debellato e vinto. La ragione principale, che ci obbliga a rifvegliare in cotal guila le noftre proprie pacioni, è perchè può accadere,die il Demonio accorgendoli della refiflenza, che noi facciamo alle loro fre fidatezze, fia per celfare dal follevarie in nói, ed anche allorché noi te ecciteremo, egli farà tutto lo sforzo per acchetarle per paura, che con quello efercizio non venghiamo ad acquiftare T abito delle virtù loro óppòfte, o pure affinché vanamente crediamo, che i noftri vìzj fieno affatto elminti, quando non fono, che addormentati. Quella è la ragione, per cui io dico elfer bene di richiamare alla noftra memoria i penfierì, che cagionano in noi quelli movimenti, di eccitarli, e di Combatterli cogl atti della parte ftiperiore più generofi di prima, procurando di reprimerli interamente in mezzo a’penfìeri, ed alle ragioni, che li hanno fatti nafcere, concependo per effe un tanto fdegno ed orrore, fino ad averle in abbominazione : imperciocché fe noi rintuzziamo una paflìone o un vizio fenza odiarlo, t {blamente con una generate intenzione Il 4 11 Combattimento Spirituale ne di far bene, e di tenerci in pacepiut; tolto, che per un onrore ingoiare della j fua deformità, corriamo nfchio d'efìfer fuperati e vinti in qualch’ altra occafione. Notate di palTaggio, che eccettuato Tempre il vizio dell impurità, contro cui non dobbiamo combatter mai fe non fuggendo. In terzo luogo, dopo avere refpinti quelli alTalti violenti del noltro derpravato appetito bifogrìa fare degli atti delle virtù contrarie a quelli vizj $ per efempio, fe abbiamo deiravveilìone a qualche perfona, che ci travaglia, dobbiamo primieramente defiderare d’ efler efercitati dalla perfona medelimasfecon dariamente bifogna proccurare di fentire della gioja per i difpiaceri, eh’ ella ci arreca, e prepararci a foffrirne ancor de’ maggiori. In terzo luogo, s egli è uccellano, bifogna pali are fino alla pratica d alcuni atti citeriori verl'o quella medefima perfona, tifando con ella pappié umili, e caritatevoli, mollrandole un cuore Tempre aperto, e Tempre pronto a fervirla in qualunque occafione. H avvegnacchè Tentiamo nel nollro intera no quelli atti sì deboli, e sì languidi che ci fembri di farli contro la no [Ira volontà, non dobbiamo con tutto ciq , llf lafciarli, o interromperli 5 imperciocché per quanto fiacchi effi fieno ci tengono aempre in lena di combattere, e ci aprono la llrada alla vittoria nelle occafioni. Tutti quelli atti debbono etfer frequen' ti, e foefie fiate replicati, tanto gli atti di refiitenza, di rifiuto, e d’av verdone, come gli atti della virtù contraria $ imperciocché ci abbisognano più atti buoni per formare un abito virtuofè, che atti viziofi per acquiftarne un cattivo, non efifendo quelli ficcome quelli aiutati dalla natura corrotta. Rifolvete d J elTer fedele in quelle pratiche, concepitene Una grande (lima, e bramate con ardore di farne ufo. Dichiarate una guerra aperta a tutti i voflri fregolati appetiti, e febbene non vi molellino, non ve ne fidate punto, diffidate di voi lleffi, finché avrete vita. Il Colloquio col voftro buon Angelo, affinchè vi affilia co’fuoi lumi, e non vi laici forprendere dalle fottigliezze del voilro amor proprio, nè dalle infidie dello fpirito maligno. Confiderate, chebifogna fare gli atti fovraccennati non folamente contro gli appetiti fregolati, e violenti ' che ii 5 11 Combattimento 'Spirituale che fono li più Capaci d abbatterci $ ma ancora contro li più piccioli e de4 boli, aprendo quelli e facendo la {brada agli altri che generano poi gli abiti viziofi, e per la poca cura, che alcuni hanno avuto di refiftere a quelli piccioli movimenti e di reprimerli dopo aver fuperati i maggiori ed i piu gagliardi d' un medeimo vizio, è avvenuto loro, che quando meno vi pensavano fi fono ritrovati più vivamente affaliti, e fono fiati alla per fine fuperati e vinti con maggior danno e confulìone di prima. Proponete di non la perdonare nep pure ad un folo deVofiri fregolati movimenti, avvegnaché ciò fia in cofe leggiere. Non rilparmiate a fatica per vincere voi ftefli anche nelle più picciole colei Animatevi a ciò colla confiderazione, che iddio vuole quello da voi, e che facendolo farete cofa a lui molto grata. Paventate affai il pregiudizio, che potete ricevere fedendo a quelli piccioli movimenti. Il Colloquio col vóllro Santo Angelo, come il precedente gons iderzione tu. 'Onìderate, che per riportare uni vittoria si importante e vantaggio fa. fopra i noftri Sregolati aonetfrf t duopo, non folamente rehiierc' ad efi’o lor° ? e metter in pratica turrefeL'é denti iftruzioni, ma ancora t.al voka rf fe cofc 6 1 edai elider,del. la neiK h m Pe™eflfe fuor della necefljtaj imperciocché oltre il ™ fitto ineftimabile che ce ne verrà f fio ci renderà più difpofti ancora edabi iia iuperàrci ne’rtotoi Woliti ™ a, e quindi ci fortificherai vieppfù e acqueremo un mezzo tutto partii lare per vincere le tentazioni fS-t mo molte lorp.efe dell'infernale nemt CO, e faremo una cola gratinimi a Dio Notate per conclufione di quefto efock Zio, che, ficcome gli abiti de vizi (i ' producono colla frequente repetizione chi rfvf Cl v P lontà Seriore allorché cede a movimenti dell' inferiore cosi gh abiti delle virtù fi formano col a frequente produzione degli atti dt ™ ede fi' n a volontà allora, qua£ do ella fi conforma agl'impulfi, ed alfe imprefliom di quella di Dio. E cosi la flpftn volontà non farà giammai vira tuo- a Combattimento Spirituale noia per quanto gagliarde fieno le m-A fpirazioni con cui Iddio la muove, snella non vi confente e non farà giammai propriamente viziola, per quanto fien rigorofe le paflioni che la combattono, s’eMinon cede loro, e non foccombe a’ loro sforzi.., Ringraziate Dio di quelle cognizioni. Proponete di approfittarvene, e di porle in pratica con la difcrezione necelfaria. Concepite un fanto odio di voi fteffi, che vi renderà tutte quelle pratiche facili, e piacevoli. Il Colloquio col vollro Santo Angelo. Pregatelo d’ illuminare fa voftra mente per conofcere quanto egli fia giufto che odiate voi fiefli, affinchè per quello mezzo rinunziate più facilmente alle cofe permeile non necelfarie, ofifervando Tempre le regole duna prudente e Tanta difcrezione. L’Obblazione. Offeritevi a Dio con un cuore contrito d’ edere fiato finora li pieno d’ amor proprio iiv-tutte le cofe, e d’aver piuttofio aderito a’ movi-. menti del vollro fregolato appetito, e della voftra malvagia inclinazione, che a quelli della fua grazia e della Tua diJ vina volontà. Offritegli il voftro cuore, ferito di quefta contrizione, e chiedetej nè quello amore fenza la grazia. Le potenze e le facoltà, con cui operiamo naturalmente, preluppongono il noflro effere naturale; così l’amor di Dio, per cui fìamo refi capaci d’ operare fovranaturalmente, prefuppone il noflro: effere fovranaturale, al quale innalzati fìamo dalla grazia. Nulla di meno perchè la grazia fenza Y amor di Dio farebbe come un ente fpogliato delle fue potenze, perciò molto più ci retta a dire dell 3 amor di Dio, di quello abbiam detto della grazia, poiché fenza quefto amore la grazia medefìma non farebbe un foccorfo ma foltanto una qualità fovranaturale, che ci renderebbe grati a Dio : Y entrare però un tal guifa in quello fpirituale arringo., farebbe come andare alla guerra fenz armi. Egli è l’amor di Dio, die ci da forza, e coraggio; egli, che cifomrninittra la defirezza, e che ci fi vittorioi di noi ftefil, delle nollre paliioni, e di tutte le podeftà infernali. Con quefto amore la grazia è fempre vittoriofa; egli produce nella noftr’ anima gli abiti di Tel P. ScHpoli. tir' ! fi dì tutte le virtù per mezzo degli atti eroici, che ci fa fare in mezzo alle j maggiori difficoltà: in una parola, egli è Tajuto più importante e più efficace, l che dal Cielo ci provenga per fiancheggiare la noftra debolezza, e foflcnerla nelle noftre battaglie. I V amor di Dio è quella forza e virtù i cdelie, che il Redentore promife aYuoi dilcepoli allorché lo Spirito Santo ( Lue, 4.V.9. ), eh’ è l 5 amor per eflfenza, dtl fcefo foffe l'ovra di eflì fiotto il fimbolo 1 di fuoco. Egli è una forza e virtù, che 1 viene dal Cielo, ma sì grande, che in qualche maniera è infinita. Coloro, che 1 ricevono nella lor anima lo Spirito San; to, ficcome hanno Dio in fe ftefli, co-. sì hanno più di forza di tutte le cofe che fono inferiori a Dio, di maniera l che nè la carne nè il Mlondo nè tutte le potenze infernali poifono fare cola al-, cuna contro di loro. Il Dottore Serafi; co S. Bonaventura ci affieura, che l'aj mor di Dio è tutta la forza d’ un cuor generofo; quello amore, dice il Santo, 1 non fa che fia tornar addietro, egli non j teme punto i pericoli, non fugge i tra1 vagli,, intraprende le cofe più ardue e ; malagevoli, e fotfire pazientemente tutt : tociò, chef offende: gli faepiano pur guer Ifz 11 Combattimento Spirituale guerra tutti aflieme i vizj, le p affienii, 1 ed anche i Demonj tutti ©onfpirino contro di lui, che, s’ è vero amor di Dio, non farà giammai fuperato e vinto. San Pier Grifologo afferma, che quello amore fa, che l’uomo trionfi. anche €on piacere di tutte le tentazioni. Ama Iddio, o mortale, dice quella bocca d oro, ma amalo perfettamente, affinchè tu poffa fenza pena fuperare gli sforzi de tuoi nemici. Ella è una maniera dì combattere ben facile e foave, quella di trionfare di tutti li vizj con le forze dell’ amore. In una parola, quell' amore è di una virtù sì divina, che, al dir di Bernardo Santo, egli ci rende facile, e gradevole tutto ciò, che vi è di piu aullero e difficile nella firada. della perfezione. Tra tutte le pafiìoni, dice S. Agoftino, il folo amore fi vergogna dì dire, quefia cofa mi da pena, perche ( eccone la ragione affegnata dal Santo medefimo ) i travagli non rincreicono punto, ma piacciono a quelli che amano, mentre amando non fi travaglia, o almeno non fi fente il travaglio.. Alloca quando Gesù Criito s incamminò alla Croce, riguardò la fua morte, e tutte le pene che la dovevano precedere, come un’evidente tefhmoman za I, Del P. Scapoli. J ? ? za dell’amore, ch’ei portava al divino fuo Padre, e ftimolato da quello amore ufcì dal Cenacolo, e andò ad incontrare i fuoi nemici 5 acciocché, difs’egli, il Mondo conofc a eh io amo il mio Padre, forgete, e afri amo da quejlo luogo ( Joan. 14.V. 51. ). Quello amore di Gesù Odilo fu sì grande ed eccelli vo, cheTei tulliano ha ardito d’ affermare.( Lib. de pat. ), che 1’ amore fece foffrire ben molti tormenti a quello divin Salvatore più per piacere, che per necelTità : e qual’ obbligo, dice quello grand’uomo, aveva egli mai d’ aggiugnere a quella morte tante morti a quello fup| pii zio tanti fupplizj, tante pene,etani ti obbròbrj? Egli risponde, e conchiude, che l’amore faceva provare a Gesù Crillo una fpezie di piacere di praticare in eroica maniera tutte le più eccelfe virtudi, la pazienza, l’umiltà la manfuetudine in mezzo alla più orribile crudeltà, ed alla più ftravagante infamia, ch’abbia giammai faputo in ventare l’inferno.... : Che diremo noi dunque adelfo dell | aiuto, che ci reca T amor di Dio in quello Combattimento Spirituale ? Se 1.vogliamo faperne qualche cofa oltre il già detto, bifogna domandarlo a’ Mar! H tiri, j , m II Combattimento Spiri, riri e a tanti Santi che fi fono da fe medefimi più crudelmente martirizzati Hiedeumi p f a to f are tutti 1 re ha P prolun S ato elfi.1 tù 3 oW ar la lor vita. Chiedete ?d°e(l chi ha° fatto loro (offrire tanti travagli, chU? £? fi cò, ?r3fcs5:sfss fu famor diDia. lorpe nulla r v n P p e ne nel loro amo° e Z n oC. fendono punto i loro 5 7 v li ferirono i lì inumo travagli, o fe U entono, GesùCrifto Siccome non f ?. r o 10 g 0 infinitafenza ritrovai .,£, prova mente amab. non come un re, eh egli e all ami™, carico pelante alle Tpahe d u debole e fiacco debile penfamentodi ami Èel A Scupolt, 13. jr ami ladio, fe l’amor fuo non ci fa trovare tutte le cofe dolci ed agevoli. O nuo Dio, (clamava il divoto S. Bernardo, il fervizio, che vi rendo, appena dura un ora ! che fe è più lungo, l’amore non mi lafcia fentirlo. In verità, poiché quello foccorfo è sì grande e ficuro, noi avremmo gran torto d impegnarci in quello Spirituale Combattimento lenza prima fare tutt i noirri sforzi per chiederlo, ed ottenerlo dal Cielo a noftro vantaggio. Vari tono 1 mezzi per acquietarlo. Il primo e di chiederlo a Dio con perxeveranza. Quello mezzo è doppiamente efficace, perchè, oltre la virtù che ha I orazione d’ottenere ciò che diede, ella ci ra contrarre una lanta famigliarìta coli Dio, il qual pure è un mezzo prop rifilino per produrre in noi quello amore in grado eminente. Un altro mezzo è di confiderare fa grandezza delle perfezioni, e degli attnbnti d, Dio, ciò eh' egli. è in fi ftefio, e ciò ch’egli è a noftro rifguardo, perche una tal confìderazione ce lo rene ? ln ?ggior legno., confiderare, qua! fia l efìer di Dio, quale la fua poflanza,Ia lua lapienza, la lua bontà 5. ciò ché Dio Hi.ha 116 11 Cotnvattìmentó Spirituale ha fatto per noi, e con qualamoré lha fatto 5 e ciò che farebbe ancor pronto 3 fare, fe vi fofle il bifogno; bilogna finalmente riflettere a ciò, che fa cutt i giorni per noi, e a ciò, che preparato ci tiene dopo quella vita, fe i ofl'ervaremo i fuoi Commandamenti con gran purezza di cuore. Iefl'e nza di Dio è incomprenfibile al noftro Spirito : niuno può aire ciò, eh egli è, le non egli malefimo, che da fe folo fi comprende $ così niuno lodiffe giammai, fe non egli me deiimo allorché rifpofe a Mosè : io fono quello, che fono ( Ex.$.v. 14. ) Quello nome gli è talmente proprio, che non può edere adattato ad alcuna Creatura, ne ai Prencipi della terra, nè agli Angeli, nè agli Uomini, nè a tutto il Mondo infieme, perchè tutto ciò che è fuor di Dio non ha, che un edere partecipato, e non è, che un puro niente in paragone di lui.. La Potenza di Dio ci è nota, epalele per le fue Opere. Tutto il potere di tutti gli Uomini uniti infieme non potrebbe fabbricare neppur una picciola Cafetta fenza impiegarvi Tinduftria degli Artefici, li materiali necelfarj, e un cerco numero di giorni, e pure contatto bel P, Seupoli Ij7 to 'ciò la cofa non riefce per lo plrk fecondo il loro difegno, e rimane imperfetta, e difettoia in piu manie re; laddove Iddio colla fua potenza ha creato dal nulla tutto quello grande TJmverfo in un illante, e ne può ancora creare infiniti altri, e colla mede1 firn a facilità dillruggerlt, ed annientarli. j v La Sapienza di Dio è im’abiflb, che Io Spirito umano non può penetrare Egli è imponibile à qualunque mente creata di comprendere quanto grande e profonda fia la fua Sapienza. Per formarne qualche idea balta, che filtiamoi Io fguardo nelle opere dà lui fatte fuori di fe, nella ftruttura del Cielo, e della Terra, nella varietà delle cofe che riempiono quello Mondo, e vedremmo quanto Tincomprenfibile Sapienza di quello divino Architetto vi riiplenda d’una maniera ammirabile Se poi confi.derÌamo la vita degli Uomini, la diverfita degli accidenti, le vicende del-, le cole, e che non v è diiordine si grande, che non fia una condotta della fua aitiflìma fapienza: e fe al di lcspra di tutto ciò confideriama ancora i Mifieri della nofira Redenzione, li ritroveremo ridondanti 4’ una sì profonda ~ Hi br by Coogle Il Combnttlment 9 Spirituale fapienza, che alla villa di tutte quelle maraviglie non potremo trattenerci dallo fclamare ripieni di ftupore. Oh profondità delle ricchezze della fapienza, e della icienza di Dio ! La Bontà di Dio, ficcome tutte 1 altre di lui perfezioni, è incomprenfibile in fe ftefia, e in ciò, che al di fuori fi appalefa, è infinitamente ammirevole Ella fi diffonde in tutte le cofe, e nul la vi ha nell’ Uni verfo, in cui non fe ne poffa rimarcare qualche traccia. La Creazione è un’ effetto della Bontà di Dia laconfervazione, e il governo del Mondo ne fono pure effetti; e la noftra Redenzione ci fa conofcere ad evidenza, che quella bontà è infinita; poiché ella Io mode a donarci il fuo proprio Figliuolo per noiho riicatto, e per noilro cibo. Per la Bontà di Dio ci baffi fapere, èlì'er ella tale e sì grande, che Iddio contemplando fe ffeflò nella lua eternità, fenza che giammai fi rivolga; ad alcuna Creatura, è infinitamente contento e beato fecóndo tutta la fua interminabile capacità Per infiammarci fempre più in quello amore, e per accendere quello divino fuoco rie rioffri cuori, bifogna confide d rare I De! P. Soup oli. xff rare ciò, che è Dio a noftro rifguardo, cioè a dire, ciò ch’egli ha fatto, e ciò i che farebbe ancora pronto a fare in no Uro vantaggio fe folle duopo. Polliamo conofcere quelle cofc colla confiderazioi ne del benefizio della Creazione, e ari cora più con quello della Redenzione. L’amore, concui egli ha operata lanolira falvezza, forpafla in qualche maj niera l’infinito: il prezzo di quella Redenzione è infinito, ma il fuo amore va ancora piu avanti; imperciocché egli vorrebbe patire di più, e morire ancora più volte, fe folle neceflfario per latrarci. Dobbiamo confiderare, quanto Iddio ' tutt’i giorni, e inceffantemente fa per noi. Non v’è momento, in cui l’Uoi mo non riceva da Dio nuovi benefizi; imperciocché ad ogni momento egli lo crea in qualche maniera di nuovo coni lavandolo, e incellantemente lo ferve, delle fue Creature m il Cielo, l’Aria, la, Terra, il Mare, e quanto vi è neiruni-, Verfo non efillendo, che per ufo di lui. Irr tutt’i giorni egli offerì fce lui la fua grazia richiamandolo dal male al bene, per guardarlo dal cadere nel peccato i -, e quando vi fia caduto, gli efibilce il, ino ajuto per rialzarlo, e per impedire la 140 11 Combattimento Spirituale la ricaduta. Egli lo afpetta, lo invita e lo chiama a penitenza, e fe daddovero fi converte, la fua bontà è piu foliecita à donargli il perdono delle lue colpe, di quello Ila egli fletto pronto a riceverlo. Tutt i giorni gli dona il fuo Figliuolo con tutt i tefori di fua 'Taflione, e della fua Cróce, e gl imbandifce un banchetto nel Santo Sacramento dell 5 Altare, che dura fempre, ed è inccflàntemente fornito dei fuo Sacratiflimo Corpo, e preziólìlfimo Sangue.Fa di meftieri principalmente con fiderare l’eccelfo della bontà di Dio m fopportare li peccatori, e nell’afpettarli a penitenza, e per vedere quella maraviglia nel fuo più chiaro giornoy è da ponderarli, che ficcome Iddio ama al fommo la virtù, Così odia Infinitamente il vizio; dal che polliamo Inferire, quanto lia grande la fila bontà, perocch’ella gli fa folfrire il peccatore, il qual commette avanti agl occhi luoi, ed alla fua prefenza tanti enormi misfatti, e non una fol volta, ma tante e tante volte, che fono fenza numero, e ciò non ottante fembra, vi Ha un contratto tra il peccatore e Dio a chi tralascierà più pretto o il peccatore dT often Pici P ScMpóli 14 1 offendere, o Dio di perdpnare. Certa mente quella conlìderazione debb’efpugnare il peccatore, e convertirlo; che le noi fa, egli è ben in uno dato deplorabile, e v’è gran motivo dì temere i giudizj imperfcrutabili di Dio, di cui veggiamo di fovente ufcire dei colpi della fua collera altrettanto piùfpaventevoli, quanto più maravigliali, e irrimediabili. . Finalmente. dobbiamo conliderare C10 che Dio ha preparato nel Cielo dopo quella mortai vita, non folamente a' fuoi fervi fedeli, ma ancora a’ peccatori,, che a lui li convertono E qui mi trovo ben imbarazzato per rton interne dir qualche cofa; imperciocché, chi potrà mai comprendere, che 1 Uomo abbia il grand 1 onore d’elfere ammelfo tra i commenfali di Dio, e che Dio medelìmo lo ferva, e lo iazj della fua Beatitudine? chi potrà immaginarli, che: un’Anima entri nella gio;a del fuo Signore, e nel godimento dc’fuoiproprj piaceri? E chi potrà concepire T amore, che Dio porta a’ fuoi eletti, e Tenore, ch’egli fa loro nel Par.rdìfo, che S.Tommafo efprime con termini capaci di recare ammirazione a più fublicnK Serafini ? Il terzo vantaggio, dice quello fio Santo Dottore ( D. Thom. opufc. j. ), dopo averne accennati due altri non meno ammirevoli, confitte in ciò, che Dio onnipotente s 3 abbatta: fino a quell: 3 eccetto d 3 umiltà verfo gli Angeli, e le Anime de Compreniofi, come, s'egli folfe lchiayo di ciaicunodi loro in particolare, e ciafcuno d 3 etti fotte Dio di Dio medefimo. Dopo queft 3 efprettioni non fo più che dire,. lo ftupore mi fa cadere dalla mano la penna, e mi fa coraggio a prender Tarmi per entrare in quello Combattimento Spirituale, ficuro della Vittoria, fe piace alla bontà di Dio donarmi la fu grafia, ed il fuo amore. Il Frutto del quarto Giorno. I L frutto di quefto giorno debb 3 ettere un fermo proponimento di non operare, fe non con la maggiore purità d'intenzione, che vi farà potàbile; di rinunziare alla voftra propria volontà, alla voftra foddisfazione, ed a qualunque ricerca di voi fletto; di nost operare in avvenire, che per f impililo della volontà di Dio; di non fidarvi mai di voi ftetto, e delle lottigliezze del voftro amor proprio, e di bene . {piegarvi avanti a Dio indirizzando le voftre intenzioni, oflfervando perciò la pratica toccata nella terza confiderazione del fecondo efercizio j doifervare le i regole, che abbiamo prelcritte in queI ito medèfimo efercizio per la retti tudii ne delle vofre intenzioni; di dichiarare nna guerra aperta alla voflra volontà j fenfitiva, e a tutti i voftri fregolati apI periti, e di combatterli nella maniera accennata nel quarto efercizio; e perchè le vittorie vi iì rendano più facili, i di rinunziare ancora qualche volta alle i cofe lecite non neceflàrie, fempre con, direzione, benché fempre con un fanto fervore per imitare vieppiù noitro Signor Gesù Crifto, il quale non ha mai voluto compiacere a fe medefìmo giufta il teftimonio deir A portolo. Final-, mente bifogna che procuriate a tutto v o'fro potere di cavare dalla Lezione -Spirituale il frutto deliziófo dell amor di Dio, ch J è il più poflente, e ficuro ajuto che venir ci porta Mal Cielo per trionfar fenza pena di tutti i noftri mag E iori nemici, che fono le noftre fregoite paflìorti. r :. '1, ‘ ' ’ F me del quarto, Giorno, 1 ' v. e k r GIORNO D’ alcune cautele, che ci fono neceflarie in quello Spirituale Combattimento. ESERCIZIO. Come dobbiamo diportarci, quando là Volontà Superiore fembra vinta dall Inferiore., L’Orazione preparatoria al folito. ConRderate, che nei Combattimenti, che occorrono tra quelle due Volontà che fono in noi, non di rado fuccede che ci fembra , che la Superiore già Ria per darli vinta imperciocché non fentiamo in lei un certo volere efficace di refiftere gagliardamente ai movimenti dell’ Inferiore j ma. non perciò bifogna perderli d’animo., nè tenerli per vinti, e lafciare di far reliftenza, poiché Ramo fempre. vittori oli e padronj della Tentazione fin a tantp, eh’ evidentemente non reggiamo di avervi acconfentito : imperciocché, Recome la noRra Volontà fuperiore non ha bilogno del foccorfo degl’ inferiori appe Del 1 Scupolì. 14 5 appetiti per produrre i fuoi atti, così non può giammai eflfer coft retta di loro arrenderli qualora la combattono s’ ella non lo voglia j avendola Iddio dotata d’ una libertà sì perfetta, e duna tal forza, che febbehe tutti gli appetiti della parte inferiore, e tutt’iDemonj, c ruttò il Mondo iniìeme congiurino e s’armino contro di lei combattendola da ogni parte, effapuò Tempre loro mal grado operare con tutta la libertà, che gli conviene. Allorché dunque ella è aflalita con tanto vigore dalla fuggeftione dell’ Inferiore, o dalla tentazione del Demonio, che ci pare, ella ha come Toffoccata, ed oppreflfa dalle loro violenze, bifogna tàr cuore, e difenderli a tutto potere dicendo arditamente, nò, io non cedo punto, non vò in alcun modo acconfentire a ciò, che mi è vietato j E come colui, che è alle prefc col Tuo Nemico Tentando la Tua Spada impegnata sforzali di Taltare addietro per difcioglierfi, e per dar nuovi colpii così noi dobbiamo procurare nei bolore di quefta tenzone di ritirarci un poco con un’atto di diffidenza di noi ftefll, riflettendo che noi fi amo un nulla, e che niente portiamo, e poi di lancio con un’ atto di Confi I dcn !, Ì 4 6 II Combattimento Spirituale lenza in Dio vibrare un colpo alla tentazione, ed alla paflione nemica, dicendo, Signore ajutatemi 5 mio Dio iute, itieco ' Fate gran conto di quelle induflrie, di quelle iltruzioni. Pregate Dio, che fortifichi la vollra Volontà affine di réfiltere generofamente ai movimenti ielle voflre padroni. Proponete di fare con efficacia quelli atti dì refiltena, affinchè non abbiate alcun motivo di dubitare del confenfo della vollra Volontà. Il Colloquio con noflro Signor Gesù Collo. Elponeteglì le voftre debolezze, e infermità, e pregatelo di fortificarvi colla iua Grazia. !; I Onfiderate un’altra maniera di proV cedere in quelli medefimi Combattimenti, ed è di chiamar E Intelletto in ajuto della Volontà, quando il nemico ci da tempo, confiderando diverfe verità, alla villa delle quali laVolontà prende lena, e s’ anima contro i fuoi nemici; per efenipio, fe fiamo inveititi da qualche perfecuzione o da qualche afflizione, e che fiamo sì fortemente com-battuti dagli aflfaiti dell impazienza, che v . Tìel P, Scupòli. l7 ci veggiamo in procinto di perderci, bifogna procurare di fortificarci con le confiderazioni feguenti Bifogna confiderare, fe abbiamo meritato ciò, che foffriamo, o fe gli abbiamo data occafione, ben giufto emendo, che fopportiamo pazientemente la ferita, che ci Eam fatti colle proprie mani. E fe ci pare di non averci per noftra colpa procacciato quello male, rivolger dobbiamo il penfiero fopra i noftri peccati paflfati, che non abbiam ancora feontati con una vara penitenza, e reggendo, chela bontà di Dio cangia per iua mifericordia la pena eterna, o temporale, che era loro dovuta nelllo ferno, o nel Purgatorio, in una tribulazione affai leggiera Eccome quella, fotto cui gemmiamo, bifogna ricevere quello cambiamento di pena con piacere, e rendimento di grazie, Bifogna ancora riflettere, che non E entra in Cielo fe non per la porta Uretra dei difpreggì, delle adizioni, e delle iofferenze, e che quand anche potefEmo entrarvi per un altra più facile, la legge d'amore ci obbliga di non deEderarlo, veggendo che il noftro buon Maellro, e con lui i Tuoi Eletti non vi fono andati fe non per un fenderò tutto la fe 148 11 Combattimento Spirituale feminato dì Croci, e tutto intralciato di fpine. % Ciò però, che principalmente dobbiamo confiderare, e che deve aver più di forza fopra di noi fi è la Volontà di Dio, e il fuo beneplacito, confiderai do, che egli ha una ammirabile compiacenza, quando vede, che noi foffriamo qualche cofa volontieri per amor fuo, e che combattiamo generoiamente le noftre paiìioni, dì maniera che quanto più la cofa ci fembrerà ingiufta © indegna, fia o riguardo alla perfona che ci offende, o rapporto al modo, con cui ci offende, e che perciò ella ci farà più fenfibiie, e più difficile a fopportare, tanto più faremo graditi a Dio amando, e accarezzando in tutte Je cofe anche più irragionevoli, ingiù He, e più amare la ina fanta Volontà, e la dilpofizione della fua Providenza fempre adorabile, in cui le cole che fembrano più confale e difguftofe hanno una regola giullilfima, e un ordine perfettiflìmo.., Fate molta ftima di quelle pratiche, e di quelli infegnamenti; procurate di renderveìi famigliari per fervirvene nelle occafioni; chiedetene la grazia a nofao Signor Gesù Criftoj accoflumatevr a n 1 a ricevere il tutto dalla fua mano cori amore, e rendimento di grazie. Stimate molto le mortificazioni, che vi manderà e ricevetele come favori, e fegni deir amor fuo., Il Colloquio con nodro Signor Gesù Critìo. Pregatelo di donarvi il fuo Spirito facendovi parte della fua Croce, e della l'uà Paflìone. Pregatelo di fortificarvi nella fua Grazia per poterlo imitare, e feguire 1 efempio, eh’ egli vi ha dato. ESERCIZIO. Z.a maniera di refijtere ni moti abitami delle noflre pajftont L’Orazione preparatoria al folito. . C onfederate come dobbiamo diportarci allora quando non fumo ancora accoftumati a rintuzzare, o a foffrire gli aflalti di alcune ingiurie, o contradizioni, che ci arrivano all’ inv penfata, Il mezzo più ficuro, e più proprio per accoftumarvici, e per liberarcene, lì è di procurare a prevedere quelle ingiurie, e quelle contradizioni, fi delìderarle prima, che arrivino,, e v. I 3 P oi I Ifo 11 Combattimento Spirituale poi attenderle con uno fpirito preparato a fofrrire tutto ciò, che vi può effere di più difguftolb, di più {pregevole, e di più firn no, coniti valido tempre nel noftro cuore un’ardente brama di patire Per ben prevedere quelle ingiurie, e quelle contradizioni bifogna conliderare il noftro temperamento, la natura e la qualità delle noflre pallioni, le perlone colle quali dobbiamo trattare, e i luoghi che dobbiamo frequentare, e le in var; incontri ci lo- proggiugne qualche cofa non preveduduta, la brama, che abbiamo di patire, ci fervirà di feudo ad ogni fortat d’avvenimenti j conciofiachè finché farà viva nel noftro cuore una tal brama, non faremo forprefi giammai da alcuna forca d’accidenti. Che fe, oltre gli ajuti, che ricaveremo da quella preparazione, vogliamo ancora qualche iftrtttzione particolare per armatei contro quelle mozioni fubitanee e del tutto improvvife, non abbiamo che adoflervare la pratica feguente. Primieramente, tollo che incomincieremo a fentire il primo alfalto dell ingiuria o della avverfità, bifognerà efi’er fedeli, e rifolverci prontamente a farci violenza, alzare il noftro fpi rito et Dio by Coogk Del P. Scupolè, ijl Dìo mettendoci avanti gli occhi 1’ aggradimento, eh’ egli ha di vederci in tal maniera esercitati, e credere, eh’ egli è un eccedo della fila bontà, che cì manda quella picciola tribolazione, affinchè Sopportandola noi con umile raffegnazione al Suo Santo volere, iì f Poltro cuore a lui s’ uniica più ftretta mente. In Secondo luogo dopo aver confa cerata la compiacenza che Dio ha, che noi damo elercitati da quella tabulazione,. dobbiamo ritornar in noi lleffi, e riprenderci di non elfer dati abbastanza pronti ad abbracciarla, dicendo internamente, perchè hai tu della ripugnanza a ricevere queltaCro ce, che jl tuo Padre celelte t invia come un pegnp del filo Amore?. Finalmente bifogna rivolger lo Sguardo a un lato di quella medeìma Croce dicendo 3 Oh Croce preparatami dal-' Ja divina Previdenza, prima ch’io folli! oh dolciffima Croce, che sì gradita mi fei renduta da quella del divino a-, more, t’accolgo, e t’abbraccio; io voglio unirmi a te, ed offrirmi così a quello, che colla Sua mi ha riscattato. Se accade, che ci Sentiamo feriti da -qualche colpo d’impazienza, non bifo I 4 gna ? ifi 11 Coinbatt inferno Spirituale gna perciò tralasciare di fare quelli atti il più prefto che ci farà potàbile, diportandoci nella ftefTa maniera, coni e fé ciò non folfe flato, e come fe non avellano ceduto alla noflra debolezza. Concepite un fanto, e generofó desiderio di fare un facrifizio a Dio di quelli primi moti. Bramate d' dlere mortificato ed umiliato, e eonfervate fempre vivo ed ardente quello defiderio nel voftro cuore. Applicatevi alla pratica di quelli tre atti, e non tralafciate di farli ancorché non fiate fiato a Dio fedele nel fargli il facrifizio di qtiefti primi moti. Il Colloquio col voftro S. Angelo Elponetegli il defiderio, che avete di fare quello facrifizio a Dio, e d'avere nel voftro cuore un 5 ardente brama di patire c d’elfere umiliato, che non s' eftingua giammai. Chiedetegli a quell effetto il fuo ajuto. C Onfiderate, che il più Sicuro rimedio, che fi polla adoprare contro quelli primi moti è di sfuggire prcventi vamente, e con preftezzale occa fio Dignizod by Geniale Tel P. Scupolt 4 fiorii, o le cagioni del loro nafcimento: per cagion d’efempio, fe noi amiamo qualche cofa con attacco, e c accorgiamo di cadere in unì improvvifa alterazione d’animo allorché incontriamo qualche oftacolo a pofiederla; l’unico mezzo fi è di diftaccarcene, e di moderare l’ adetto, che le portiamo Che fe quella alterazione proviene da, un’ avverfione, o da odio di qualche perfona di forte che egli fia la cagione, che le menóme azioni di leicidifpiacciano, e ci diano qualche moto ogni qualunque volta o la veggiamo o a lei penfiamo, 1’ unico rimedio è di vincere quella avverfione, e di sforzarci ad amare malgrado la noftra repugnanza quella periona medefima, e di procurar che ci piaccia tutto ciò, ch a ella dice o fa, avvegnaché la fua maniera di parlare, o d’operare ci fembri afpra, e difobbligante. Fate gran conto di quello infegnamento ficcome alfai falutare, ed efficace per porre la falce alla radice del voflro amor proprio. Bramate di morire a tutto ciò che non è Dio. Pro { onete d’amare il vollro profilino con e fue imperfezioni, e nonollante tut S® ciò eh’ egli polla avere di più dif I ? gufi© by If4 Combattimento Spirituale guliofo, e difobbligante. Rivivetevi ancora damarlo fino alla compiacenza per f amore di Dio. il Colloquio col V offro Angelo Cuffode, che vi ha dato, ed ogni giorno vj da un sì raro, ed ammirabile efempio di quefto amore nella voftra ftdla perfona, poiché egli vi ama cotanto non oftante le v offre imperfezioni, e il Voftro infopportabile temperamento. ESERCIZIO.; DelU cuftodia dei fenji necejfarìjfima iti quefto Spirituale Combattimento. E 5 Orazione preparatoria al folito. Confiderate, che i noffri fenfì fono come le porte, per le quali i noftri nemici entrano ordinariamente nelle noftr’ Anime, ma che noi dobbiamo: procurare di guardarli in maniera, eh' eglino fervano per darvi 1 ingrefTo a Dio, acciò vi faccia la fua dimora; perciò bifogna ufare una particolar di-' ligenza per tenerli sì ben raccolti, e mortificati, che non permettiamo loro di attaccarli ad altro oggetto, che a. Dio, a ciò. che lui riguarda e il £u; V fer t .. fcrvigioj tutto il rimanente elfendo una, vana curiofità, che fa entrare per eilì in gran numero i noftri Nemici nel noftro Cuore, alcuni de'quali ci attraverfano la ftrada della perfezione per impedirci il paifare avanti, e farvi progredì) 3 altri ci ipogliano, e cirubbano e di ammirare le fue per T)e1 P. Scapoli. 1Ì1 f perfezioni, godendo e compiacendoci di ciò, ch’egli è in fe medefimo e nelle fue Creature. Così quando ci Tentiremo allettati dalle diverfe bellezze y che rifplendono nelle Creature, parteremo fubito alla confiderazione della Beltà fuprenla di Dio, e concepiremo Itti vivo defiderio di vederlo, edipolfederlo. Ella è ancora un induftria tal volta più utile, e piu ficura, avvegna- chè del tutto oppofta, in veggendo li beltà delle Creature, difeoprirne il maligno fpirito appiattato fotto quelle apparenze, come un Serpente lotto bei fiori, per infettarci col fuo veleno. S. AgofHno nota, che il Demonio non s' appaga foltanto di rapprelentarci gli oggetti fotto certe apparenze, perchè o li abborriamo e fuggiamo, one andiamo in traccia per poflederli; ma di più, ch’egli fi frammil'chia e quali s’incorpora con alcuni di loro, affine dì eccitare più ardentemente le noftre paffioni alla fuga degli uni, ed alla ricerca degli altri, quindi eli’ è più ficura, ed opportuna cofa il diftoglier ci da tali oggetti, il rifiutarli, e ringraziare Dio del benefizio, che ci fa neldifco prirci gl’ inganni dei noftrp nemico s oppure quallora ci fentiremo sinché per po Die quando l’unione, che potremmo avere con Dio, o le fue Divine attrattive non ce n$ rendefl'ero capaci. Rilolvete efficacemente di condurvi In tal guii'a, e d’ufare quelle cautele. Deteflate la libertà, che data avete al voftri lenii lafciandoli correr fenza alcun ritegno dietro i vani oggetti delle creature : Efaminate quanti peccati ave-? te comefli con quella negligenza, 9 quindi proponete di bel nuovod applicarvi a quelle pratiche, e di condurvi con quelle diligenze. Il Colloquio con nollro Signor Gesù Grillo come l’antecedente : pregate lo, che vi faccia la grazia d' efler fedele in queAe pratiche. JH. éì C Onliderate in qual maniera dobbiamo diportarci per governare i noJ ' Ari’' 1 . .Uri fenfi, e farne un fanto ufo nei divertì accidenti, che ci poflono occorrere j come quando fiamo travagliati da qualche violento dolore, o quando patiamo il freddo, o il Caldo, oqualch’ altro difagio, bifogna alzar la menate, ed il Cuore fino alla Volontà 9 beneplacito di Dio, il quale fino ab Eterno ha voluto, che in certo tempo, e in certa occatìone, e con certe cirCoffanze {offriamo quella pena, equin r di cavarne gli affetti di rendimento di grazie, e di rafegnazione al fuo Santo Volere Bifogna offqrvare lo ftefTo me todo in tutti gli altri incontri, ed accidenti i come quando il vento, o la ffagione ci recano incomodo, o quallora fiamo berfagliati dai turbini, e dalle procelle. A dir corto, bifogna in qualunque cofa effer liberi,,e diffamati da noi medefimi, e conformarci con gioja al beneplacito di Dio. Ecco la ' Volontà del mio Dio, che amo infinitamente; a quella volontà io debbo conformarmi; ella debb J effere il mio cibo, il mio nutrimento, il mio palio, più deliziofo: fate, Signore, tutto ciò' che vi piacerà della voflra miferabi le Creatura, e degnatevi difporne comed’, una cofa di cui avete perfetto Dominio.; ii Fate 1 60 li Còmbattìmèntò Spiritual Fate un particolar conto di duella pratica, e procurate di rendervefa famigliare. Accottimatevi a ricevere ogni cofa dalla mano di Dio con rendimento di grazie. Ponete tutta la votra compiacenza nell’adempiere la fua Volontà, e bramate con un lineerò e verace defiderio, eh’ ella lì Complica in Voi. Ditegli fóvente : Sìa fatta, o SU gnor e -y la vofira volontà in Terra come in Cielo. Il Colloquio con noftro Signor Gesti Crifto, il quale diceva, che fattele fue delizie erano di tare la Volontà del ftto Padre. Pregatelo a darvi la grazia di poterlo imitare. IV. G Oniderate, che per regolare perfettamente i noftri fenfi bifogna guardarci dal converfare giammai colleOeature, o dalifepararcene per impulfo d amore o d’odio verfo di loro, ma pel folo motivo della Volontà di Dio, non le amando, nè odiandole, nè ricercandole, nè fuggendole, fe non perchè ta- è il di lui beneplacito. Prendete quella cautela per un grandidimo fegreto della Vita Spirituale y e rendetevela famigliare. - n ( ’ Il Colloquio con Gesù Crifto come il precedente fcONSIDER AZIÓNE Confidente, che quelle diligenze, e quelle pratiche non debbono elfer i già un’efercizio determinato, a cui fia i duopo applicarci come ad una occupazione particolare, ma che balla averle alla mano per Servircene al bifogno. Non v’è cofa, che piu ritardi il nollro avanzamento nella Vita Spirituale, quanto il caricarci di molti efercizj, avvegnaché buoni; imperciocché quella varietà d’ efercizj non è per lo più, che . un’imbarazzo di mente, un’inutile paffatempo, e un’alimento, di cui lìpafce con avidità il nollro amor proprio. Notate bene quello inlegnamento; dèli berate di non attaccarvi a cofa alcuna iiiorchè alla mortificazione delle vollre palfioni, all’adempimento della volontà I di Dio, conservandovi libero in ogni Sorta d’ efercizj, per intraprenderli, o lafciarli fecondo farà più a propofito i Il Colloquio col vollro Angelo Cullode. Lafciatevi da lui guidare interamente, e fiate fedele in Seguitare i Suoi lumi,' e in ubbidire alle Sue infpirazicrjii. Chiedete a Dio la grazia di difcer- lói, Il Combattimento Spirituale fìerli, per difendervi dagl’inganni dello fpirito maligno, che fi trasforma in Angelo di luce, e che ci fa di fovente intraprendere cofe, che fervono più a diftruggere, che a ben formare il noftrg interno; a difiiparci, che a raccoglierci 3 a fiaccarci da Dio, che unirci a lui ESERCIZIO. Le ìndujlrie per combatter la e così quando ci da la fera non ci promette il mattino; e impiegare ogni momento della noltra vita fecondo il fuo beneplacito come fe egli folle luitimo: tanto più, che Tappiamo di certo, ch’egli ce ne farà rendere unefattiflimo conto. Finalmente dobbiamo elfere sì folleciti del noftro avanzamento Spirituale, che dobbiamo aver per perduto quel giorno, in cui non avremo riportate più vittorie di noi medelimi, delle nollre malvagie inclinazioni, e della noftra propria volontà, ancorché aveflimo terminati più affari importanti lfi mi. Eccitatevi di bel nuovo ad un 1 odio mor by Gooole Del ?. Scapoli. 1 6 mortale coltro la negligenza. Animatevi agli atti delle virtù, ed alla pra| tica d’ogni forta di buone operazioni, ben veggendo quanto Iddio le apprezzi, quanto fi a liberale in premiarle, i Siate avaro del tempo. Eccitate in voi i altri affetti a mifura, che vi Sentirete,' i modi dalla confiderazione prefente. Il Colloquio coi voflro S. Angelo i fecondo gli affetti, e le risoluzioni, i che poc’anzi avete concepite. Pregai telo a fortificarvi contro la volil a tepidezza, e d’accendere dentro di voi un fanto fervore, che vi renda infaticabi| li nel travaglio, e invincibili negli o-, flacoli.. L’Obblazione, Prima d’ offerirvi a Dio, rapprelentateg.fi la voffra fiachezza, ed impotenza a refiftere agli alfali ti delle vollre paflìoni, non Solamente ai primi loro movimenti, ma ancora agli altri anche minimi. Confermatevi in una lineerà e verace diffidenza di, voi fleti!, e in una perfetta confidenza ! in Dio e neH’ajuto della Sua grazia. In quella diSpofìzione offeritevi a lui con una Santa e generoSa risoluzione di fervido, e di ufare tutt’i mezzi, che avete ponderati nel primo, e nel fecondo efercizio. Offeritegli la mortifi. K N ca ITO II Combattimento Spirituale cazione de'voftri ienfi, e chiedetegli la grazia di governarvi in tal maniera, che nulla per mezzo loro entri nel voftro cuore, che pofla nuocergli. Umiliatevi avanti di lui riandando colla mente le voftre pallate negligenze. Domandategli la grazia di fare tutte k voftre azioni con tutte le circoftanze del tempo, del luogo, e del modo, che gli farà più grato. Finalmente offritegli un cuore amante della fatica, e di tutto ciò, che vi farà più difficile. La Lezione Spirituale per il Quinto Giorno, JD eli ardente amore verfo Gesù Grifo Si gnor noftro-i e della vera divozione ai Mifterj della fu a vita, e della fu a morte, con uri e fatta imitazione delle fu e vtrtudì. Altro foccorfo ìmp or tanti JJìrm per aiutarci in queflo Spirituale Com battimento, i ('Ant Antonio, uno de più valenti O Capitani, che abbia combattuto lotto le infegnc di Gesù Crifto, dopo un numero predo che infinito di battaglie, ed altrettante vittorie ben più illultrie gloriofe di quelle d J Aleflandro. e. di „ ' ~ Cefare, e dopo la fperienza quali duri fecolo, volendo ammaeftrare i Tuoi difcepoli in quello Spirituale Combattimento, e trattando con effi dei mezzi 1 per rendervi!! invincibili, e per trionfare agevolmente non (blamente della carne, e del mondo, ma eziandio di 1 tutte le infernali potenze, diceva loro in tutte le lue conferenze, che erano come configli di guerra, che teneva con effi ( S. Athan. in Vita S. Anton. ) Credetemi fratelli che il Demonio paventa, e teme all 3 diremo le vigilie, le orazioni, i digiuni, la povertà volontaria, una profonda umiltà, una cordiale compalfione delle altrui calamità: ciò però, che gli reca ancor più di timore fi è un ardente amore % verfo Gesù Criflo; egli ne rimane sì fpaventato, che un l'olo fegno di Croce gli toglie tutta la lua forza, e lo fa vergognofamente fuggire. Ecco come quello gran Santo parlava a’fuoi dilcepoli. In fatti egli è certo, che il noflro amore 1 a Gesù CriHo è d’una virtù incredibile, e che in tutti gliEfercizj della Vita Spirituale ne v’ha, ne può ritrovarli feudo miglior di quello, di cui munir ci polliamo contro gli fregolati movimenti delle palfioni, e d’onde ricavar fi polla v K 2 più ji il Combattimento Spiri tu di é più di vigore, e di coftanza per pratica di tutte le più fegnalate vi midi. Quell’ amore è un rimedio per ogni torta di mali, è una forgente, onde fcaturifcono tutt’i beni, e tutte le grazie. Se bramiamo acquiftare una Vera cognizione di Dio, ed una fcienza perfetta delle cofe eterne; fe vogliamo riportare in poco tempo una piena vittoria fopra tutte le noftre pacioni, e giugnere al colmo di tutte le virtù; fe defìderiamo d’entrare in una fanta famigliarità, c dimeftichezza con Dio, e partecipare delle fue grazie, e de fuoi Sfavori, non abbiamo, che a distaccare il noftro cuore dall’amore delle creature, e applicarlo con ardore all’amore di Gesù Crifto depredando tutti gli altri oggetti, che fono fuori di lui. Se finalmente aspiriamola renderci degni di tutti quelli favori, e fpirituali vantaggi, non abbiamo, che a meditare i facrofantì mifterj della fua vita, e della fua morte con una fingolar divozione, imprimendoli nel noftro cuore con l’amore, ed esprimendoli nel noftro vivere, e nei noftri coftumi con una fedele imitazione delle fue virtudi. Qiiefto appunto fece San Bernardo nel principio della fua Convezione, com’egli confelTa di fe mede fimo by G tutte le fue cognizioni e tutto ciò, chè acquillò di grazia, e di virtù per avanzarli nelia perfezione. Per accendere rje’noftri cuori un’ardente amore verfò Gesù Crillo, e per eccitare in noi una fingolar divozione ai mifterj della fitta vita, e della fui morte, bifogna proccurare di eompren- dere i beni ineflimabili, che accompagnano quell amore, e quella divozione Egli medefimo ci dice in poche parole tutto ciò, che fi può dire delfimportan za di quell amore (Joam 14. v 4..22 23. ) : Quello, che mi amerà farà amato dal mio Padre, e da me ancori $ì, e per tal modo, che per una fecreta influenza, del nollro amore egli fi troverà fubìimato ad una cognizione {peri mentale, e ad un guido ilraordinario delle mie dolcezze, per le quali me gh darò infallibilmente a conofcere dentro il fuo cuore. Or che può mai i nn’ anima defiderar di più grande,, e 1 , K $ che non dovremmo fare per meritarci fomiglianti favori ? 'la divozione ai mifterj della vita, e della morte di Gesù Critto è fiata T occupazione di tutt i più grati Santi, e ciòche li ha arricchiti de’tefori ìnettimabili di tutte le virtù Io cavo dalle vifcere del mio Salvatore, diceva il divoto S. Berila rdo, tutto ciò che mi è neceffario per {ottenere la mia debolezza; imperciocché quelle fono vifcere di mifericordia, ed io entro in quello fantuarid per le porte delle facratc fue piaghe, da cui ne iucchio il mele della divozióne, e donde cavo un ballatilo facrofanto, che m 5 infonde tutta Ja mia forza ne 1 miei combattimenti. Per accendere quell 1 amore ne 1 nottri cuori d’una maniera del tutto maravigliofa bifogna confìderare ciò, che Gesù Critto è in fe fletto, o la perfezione del fuo ettere Gesù Critto è Dio, ed Uomo j come Dio egli è amabile fovra ogni cofaj e come Uòmo egli è sì altamente innalzato dall 1 unione perforale del Verbo, che niente v 1 è dopo Dio cotanto amabile come la fila umanità. In etta unite infierii e ritro vanii tutte le quattro forte di Ettere, e di Comunicazione, che Dio può fare fuo, v c ri dì ,. Del P. Scupoll 0 17 ti di fe, cioè Teffere naturale, Iefiere 'fovran attirale della grazia, quello delI la gloria e quello 'dell’unione ipoftatica, o periodale adorazione, la lode, e l’ amore, lira mando ch’egli fia glorificato, onorato, adorato, lodato, e amato da tutti: degli atti d’amore operativo, non cohjtentandofi dei defider;, e di parole ma ricercando tutte le maniere, e mezt poflìbili di proccurar la fua gloria, ed il fuo onore, fino a fofFrire grandi travagli, e la morte medefima per atnor iuo; degli atti d’ amore tenero, i fofpirando e languendo dietro a lui, ardendo d’ una vivace brama d’ unirii intimamente a lui; degli atti d’ amore di preferenza, preferendolo a tutte le cofe del Mondo, dicendo coll’ Apodo lo ( Philip. v,7.S. ); Tutto ciojchtf altre volte apprezzai, ora immantirien te lo dii prezzo, e lo tengo per uni cofa vile, ed. infame a confronto dell amore del mio Salvatore Gesù Grillo degli atti d’ amore olfequiofo camminando con un filiale timore alla fili fanta prefenza, e temendo più che ìi morte l’offenderlo e dilpiacergli in qua- Junque Cofa anche menoma; degli atti d amore dolente, fia per compatir le fue pene, fia per affli gerci qual’ ora ca diamo in qualche fallo, o che veggia- jno, che non fi teme d’ offenderlo.. li contrafegni più certi d’ un vero f amo 178 lì Combattimento Spirituale amore verfo Gesù Crifto noftro fovrano benefattore fono adunque la riverenza, il rifpetto, la purità dmtenzion é, lo zelo della fua gloria, la continua rimembranza di ciò, che ha fatto, e patito per noi 5 una gioja fenfibile, veggendo i frutti delle fue pene, e il fuo regno dilatato per tutta la terra fempre più florido 5 un fommo rammarico delle ofréfe, che gli fono fatte, ma fopra tutto una premura, ed impegno ftraordinario d’imitare la fua vita, e le fue virtù, fino a riveftirfi di lui medefimo, come dice l’Apoffolo ( Rom. 3. v. 54.), il che non pofliam fare fe non con una perfetta imitazione Queflo punto è quello, che più importa al nodro diflegno, imperciocché fe in tutte le grandi imprefe abbiam duopo d’ un efemplare, colla di cui fcoita poterci regolare, molto più bifogno ne abbiamo in quefta che in Ogn’ altra; poiché fi tratta del noftro avanzamento alla perfezione, dal che fumo obbligati a togliere tutto ciò, che in noi ritrovali d J imperfetto e difettolo, ed a fregiar la noflr’ anima cogli abiti delle virtù per renderci in tutto fomiglianti a GesùCrifto. t Seneca lafciò quefto configlio al fuo Lu , 179 Mudilo ( JEp. 11. ): Bifogna aver qual-’ chedimo, l'opra la di cui vita noi regoliamo la noftra. Voi non làprete emendare i voftri difetti fenza avere lina perl'ona, che vi ierva di regola. Scegliete per tanto un Uomo, la di cui vita, e i di cui maceramenti vj fieno ugualmente graditi, e vi tengan fempre avanti gli occhi il fuo fpirito, e il fuo fembiante; prendetelo pel modello della voftra vita e pel cenfore delle v olire azioni. Lucilio avrebbe bene avuto che fare, e da penare aliai per ritrovare in tutto il Mondo quell uomo, ed anche per formar le ne un'idea; ma noi abbiamo quello vantaggio in Gesù Crifto, ch’egli è la noftra regola, e l’efemplare fopra cui noi ci dobbiamo (lampare: il che è tanto vero che tutto il noiho bene dipende dalla conformità, che noi abbiamo con lui, sì in quella, come nell' altra vita. Bifogna, che gli fìamo fomiglianti in quella vita nella fua umiltà, e nelle fue pene, fe vogliamo efifer fatti partecipi della lua fomiglianza nelle lue grandezze, c nella fua gloria nella vita avvenire. Quella imitazione ha una proprietà tutu paiticolare: ella influifee una cer-. ’. ta l8o II Combattimento Spirituale ta forza, e vigore in coloro, che vi li applicano fedelmente per praticare le virtù in modo eroico, il che fa abbastanza conofcere, di quale importanza ella lìaj attefochè ciò, che abbiam detto dell amor di Gesù, e della divozione ai mite) della fua vita, e della fua morte, lì manda ad effetto per queita ftrada più che per ogni altra cofa, ed egli medefìmo vi racchiude tutto Ciò che da noi brama, di maniera che non portiamo dimostrargli.il noltro amore, nè onorare di più i fuqi l'acrofanti mìfterj, che con una perfetta imitazione della fua umiltà, della fua pazienza, della fua ubbidienza, e di tutte T altre lue virtudi, che ha fatto maTavigliofamente rifplendere in quelti medesimi miftcrj. Che fe alcuno dir volelfe d’amare nortro Signor Gesù Cri- |to fenza avere una particolare premura d’ imitarlo, direi francamente, eh' egli è un bugiardo, un importare (.o, a. v. 4. ) j imperciocché fe T amore fa, che Tamante lì fpogli de’ fuoi affetti, 'de’fuoi penlìeri, delle fue attuazioni per riveftirlì di quelle dell’oggetto amato, come potremo ioftenere, che noi amiamo Gesù Crirtó, fe non rendiamo Je nortre operazioni il più che ci lu. pot by Cookie Del P. Scapoli. 181 potàbile fomiglianti alle fue, e, fe può dirli, fe non ci trasformiamo in lui fino a poter affermar colf Apottolo : Io non vivo già, mt I eoli è Gesù Crilo, che vive in tnc'j ( Gal 2. v 2. Che fe 1 dimore ci fa concepire un’ altitàma ftima delle azioni delia perfona che amiamo, come del fuo difcorl'o, del fuo camminare, de fuòi getti, della fua converfazione, de’ fuoi andamenti facendo, che quello che ama, vi ritrovi un eftrema compiacenza, e le giudichi perfette, e degne d’eflere imitate; egli e certo, che non potremo dare prova più ficura del noftro amore verfoGesu Crifto, e della ttima, che facciamo delle fue virtudi che coll’ imitarlo più perfettamente, che da noi fi polla. Quello, che dimora in Gesù Crifto, dice il prediletto Dil'cepolo, cioè a dire, quello che.fi vanta damarlo, dee camminare come egli ha camminato, e feguitare con efatezza le fue pedate ( Joan. 2. v. 6. ). Chi lo feguira in tal guifa fedelmente, e chi Tamerà in tal maniera, 1 vedrà nafcere nel fuo cammino gli a£ ! lori d’una infinità di vittorie, che riporterà di fe medefimo, vedrà fpuntare i fiori di tutte le più belle virtudi, c gli Angeli lo feguiranno per coglierla gli by Googl tSfc 11 Combattimento Spirituale li, per temergliene gloriofe corone, oppur anche egli dello fe ne fervirà per adornare f anima lu$ e renderla degna di ricevere nuov, edieffatnoto ~ S dannofo io, finche non l’ ito che ci tomo rifvCj Ci dobbiamo d effer in nn campoau fo con quella necellica o di. ?£ t SSST 55 SE;‘ combattere, fempre pronta a dar q che colpo il Salvatore 1 delle noto auto co la J Samiflima Madte S. Oiulcppe igt Satìti Protettori con molte fchiere d Angeli, e fpezialmente il noftrò An gelo Cuftode; e dalla, parte del noftrc nemico, che è la pacione che vogliamo combattere, il Principe delle tene bre con uri drappello di Spiriti maligni ad alzare quella paflione, o a fedurcf affinché gli crediamo, e ci lafciamvin cere dalle fue lufìnghe, e dai loro in gannì. In tal miniera ìftruifi doiritnciàr dobbiamo a combàttere con le armi della diffidenza di noi fteffi e della confi deriza in Dio, dell Orazione, delia refiftenza, e della violenza, e provocare guelfa malvagia inclinazione checi ilamo proporti di combattere, mettendo la a confronto ora con la refiifenza e la violenza, ori con lo fdegfio e 1 o dio fino ad abborriria, e finalmente con gli atti della virtù che rèoppofta,fcafilandole contro di quando m quando dei pelanti colpi per ucciderla $ e tutto ciò iolamente.per piacere a noftro Signor Gesù Crifto, alla di cui prefenza combattiamo per la fila maggior gloria. Apprezzate mólto quelli infeg-n menti, proponete quali fieno i penfieri, gradetti, che quella pafiione eccita nella noltr Anima 5 e dopo averla fcóperta, e fcó per- ti i fuoi cattivi effetti, bifogna indirizzare contro di efTa tutfi noltri sforzi e non aver mai nè pace nè tregua cori sì dannofo nemico, finché non 1 abbiamo interamente àbbattutó, e vinto. In fatti, fiibitò che ci faremo rifvegliati dal fonno e aperti avremo gli occhi per vedere il giorno, immaginar ci dobbiamo d’efier in un campo chiufo con quella necefiità o di combattere, o di vergognofamente morire. Bifogna figurarci di veder il nemico, vale a dire, la pafiione che vogliamo combattere, fempre pronta a darci qualche colpo mortale. Bifogna altresì immaginarci di vedere al nollro fianco il Salvatore delle noftr anime con la fu Santiffim Madre c $. Giuseppe, c i Sari Digi il .. t)et Pi Scupolli i$i, Sàrtti Prote trori con molte fchiere i Angeli e fpezialmente il noftrò Angelo Curtode j e dalla parte del nortre nemico, che è la pacione che vogliamo combattere, il Principe delle tene bre con un drappello di Spiriti maligni ad alzare quella paflìone, o a fedurd affinché gli crediamo, e ci Iafciam vincere dalle fue lulìnghe, e dai loro in ' gannì. t In tal maniera iftruifi dórtìinciàr dobbiamo a combattere con le armi dell diffidenza di noi fteflì, e della confi. deriza in Dio, dell Orazione, della refirtenza, e della violenza, e provocare Juefta malvagia inclinazióne dieci fiamo proporti di combattere, mettendo la a confronto ora con la refirtenza e la violenza, ora con lo fdegflo ef o dio fino ad abbonirla, e finalmente con gli atti della virtù che l'èoppcd:a,fca gliandòle contro di quando m quando dei pefanti colpi per ucciderla j e tot to ciò fidamente.per piacere a note Signor Gesù Crifto, alla di cui prefienza combattiamo per la fina maggior gloria. Apprezzate mólto quefti infegna menti proponete d efief fedele in ofifervarli, e ringraziate Dio dei fumi, nc vi ha conceduti per ben condur ir t Vi Combattimento Spirituale Vi in quello Spirituale Combattimento. Il Colloquio col volilo buon' Angelo, fìccome quello, che vi è flato dato per afliflervi in tutte le voflre battaglie. Strignete con elfo lui una Santa alleanza, afJìnchegli fìa iempre con voi, chiedetegli i fuoi lumi per Scoprire gringanni de'voflri nemici. ESERCIZIO. Del primo nemico, che dob biamo combattere 5 cti e il ncfcro amor proprio. L’Orazione preparatoria al folito. G Onfìderate, che per riportare in poco tempo e con facilità un'intera vittoria di noi medefìmi e di tutte le noflre paflioni, e per liberarci dalla loro tirannia, bifogna primieramente applicarci a combattere il noitro amor proprio, e non cefTare di fargli guerra, finché non 1’ abbiamo interamente fòttomeflb. Se trafcuriamo quello nemico domeflico, le noflre vittorie faranno diffìcili ed imperfette, molto rare e poco ficure, e non faremo mai alcun progreiro: laddove mortificato ei fendo l’amor proprio, tutte le nolìre paflìoni lo faranno ancor’ effe ben tolto; conciofiachè effe tutte derivano da queft’ amore come dalla loro vera Tergente. Queff amore è come la radice di tutte le paffìoni, e tutte le foftiene come la radice i fuoi rami; e la ragione li è, che dove regna 1 J amore difordinato d’ alcuna cofa, vi fi feorge altresì l’odio del fuo contrario, e per conleguenza la brama d’ averla, il timore di perderla, la giojaquand e prefente, la triftezza quand’ è fvanita, V anfietà quando lì vede ili qualche perìcolo, la collera quando alcuno T’offende, finalmente tutto il movimento dell’ altre paffìoni fegue la traccia di quello, che le conduce. Noi non bramiamo, nè ci compiacciamo d’ alcuna cofa, fe non in quanto T amiamo; e non odiamo nè fuggiamo alcun’oggetto, fe non in quanto ci offende o nuoce a ciò che amiamo: noi non riponghiamo la noftra fperanza, che nel bene da noi bramato; e non ci abbandoniamo alla difperazioue fe non allorché le difficoltà di poffedere ciò, che amiamo, ci fembrano inoperabili : e così vergiamo chiaramente, che l’amor proprio è la forgentc di cujte le noffre paffìoni, V. ed Digilized by Google Combdttimentb Spiritual è tà il principio di tutti i nòftri difordiriu . QiielVàmore è sì pernici ofo, che non v’ è fiato giammai infortunio o ih Cielo tì in Terra, di cui egli non (lattata la cagione; ed ancora in oggi, fe fotte pofSbile a quefta micidiale pafliohe d’ entrare in Cielo', etta ben tòfto cangiare!)be quella Celefte Gerufalemme in una Babilonia di corìfuttoneDa ciò inferiamo qual debba effere il danno, che un nemico sì pericolofp produce nelle noftr’ Anime. Leviamo ìdmor proprio dal Mondo, dice $. Bernardo, e le porte dellTnferno faranno chitife almedefimo iftante: fcacciamolo dalla nofir’ Anima, e i noftri nemici faranno ben tofto de- beliati, e vinti. Concepite un odio mortale contro qilefto perriiziofo amor di voi fletto. Abbórrite i danni inconcepibili, ch’egli v’ha Cagionati finora. Proponete di fargli guerra tutto il tempo di vottra vita. Il Colloquio con rtoftro Signor Gesù Griftó. Trattate cordialmente con lui d’ una sì fanta rifoluzione, e pregatelo a. fortificarvi colia l'uà grafia e col fuo Spirito per eieguirk. Considera zione:il AOrifiderate ciò, che bifogna fare per V conofcere il noftro amor proprio imperciocché prende egli ogni forca di forme, e fi traivefte in mille maniere, e tal vòlta afcortddì con tanta deprezza, che i più fpìritnali nè rimangono ingannati Adunque per difcernerlo,iti qualunque maniera egli Ci affalga, bi fogna offervare la fagliente regola Egli è duopo confiderare attentamente' da qual paflione ha preoccupata la noftra volontà, cottciofiachè ella non è mai fenz’ alcuna, che la predomini 5 econofciuto dò, ch’ella ami ó che defìderi, dobbiamo efaminare, fe ciò che ama a defìdera, fìa accompagnato dalla virtù, € conforme ai Commandamenti di Dio Se dia tripudia, o fi affligge, bifogna riflettere, fe ciò è per Y amore di alcuna cofa, che Dio vuole; oppure per qualche attacco ch’ella àbbia a qualche Creatura, non già per veruna neceflità nè perchè ciò lìa il volere di Dio, ma per lo fuo proprio int erede, e per la fua foddisfaziorre: imperciocché fe quofto n’è il motivo, egli è evidente, che Y amor proprio è fautore principale di tutti quelli movimenti. Che fe gli affetti 1 1 96 11 Combattimento Spir irli ette ti della noftra volontà fono per la vir- tù e per le cole, che riguardano la volontà di Dio, bifogna di più confida rare, s ella fi occupa in quelli affetti perchè molla e fpinta dalla volontà del medefimo Iddio, oppure da qualche motivo di compiacenza; perchè di iovente addiviene, che molti, portati non fo da qual capriccio, s'applicano a divelle forte d'opere buone, all' orazio ne, ai digiuni, alla frequenza de Sacramenti, e ad altre limili cofe. Ciò fi può conofcere in due maniere 5 una, coirolfervare fe nelle occafioni la noftra volontà s’applica con indifferenza a qualunque forta d’opere buone; l’altra, fe quando vi fi frappongono e nafcono impedimenti ed oracoli, effa fi cruccia, s’inquieta, e fi turba, oppure fe ella fi compiace foverchiamente, quando le cofe le vanno a feconda del fuo genio. Se ella opera come molla dalla volontà di Dio, bifogna altresì riflettere al fine per cui opera; perchè, fe il fine non è altro che il divin beneplacito, va bene; ma non però in. maniera, che ce ne poffiamo aflìcurare a pieno: Tanto è aftuto, e occulto 1 amore di noi fteffi nelle noftre opere buone, e YÌrtuofe azioni! laonde dobbiamo Tempre temere, e fofpettare d lina cofa cotan to difficile a conofcerfi. La più ficura fi è, che dopo tutte le noftre migliori azioni con una profonda umiltà ci percuotiamo il petto pregando Iddio, che ci perdoni, e ci liberi dall 1 amor di noi ftelfi dicendo col Publicano : Mio Dìo perdonate a quefto povero peccatore ( Lue. 12. v. 13. Fate gran conto di qtiefti mfegnamenti, e rendeteveli famigliari. Deliberate d’ efler fedele in offervarli, e obbligatevi a qualche mortificazione, quando li trafg rediate. Il Colloquio con lo Spirito Santo fenza di cui non potrete mai difeernere gl’ inganni, e le aftuzie dell 1 amor proprio, nè guardarvi dal fuo veleno Confiderate li mezzi più efficaci per vincere, e domare un nemico sì perniciofo, come quello di cui parliarmo. Il primo è E orazione : il fecondo la purità d’intenzione, dirigendola bene non fidamente nel principio, ma altresì nel pi'ogrdfo delle noftre operazioni, e facendo fovente degli atti di negazione di qualunque ricerca di noi fteffi, e della propria foddisfazione. Il ter il Combattimento Spiritual è terzo è di còrifideraré quanto la n offri Volontà fi a attaccata a ciò, che ama 3 che pretenda ella mai con que'o attacco ed affetto, e qiiali fieno le qualità delT oggetto che ama. A vero dire e fehza adularli, s'ell'è la beltà, o la bontà, fe il piacere, o l’utilità, o. l'onore } allora alzar dobbiamo la nò lira mente a Dio, e d‘ r e tra noi a noi ftefli : quai più perfetta bellezza c bontà può mai ri trovar fi di quella dt Dio, eh' è la fonte d’ogni bene, e d ogni perfezione ? e qual cola mai vi può edere piu utile, più dilettevole più decorofa, ed onorevole dell' amare Iddio? poiché l'Uomo in amandolo fltrasforma in lui rnedelimo, e in lui deliziandoli lo poffiede, edivieneunmedefimo Spirito con elfo lui Finalmente bifogna ponderare, che noi dobbiamo a Dio folo tutto il noftro amore perch'egli ci ha creati, egli ci ha redenti, egli ci ha obbligati, e Ci obbliga tutto giorno Con un' infinità di Tempre novi benefizj; di maniera che in tutta la eftenfione del noffro amore non abbiamo con che foddisfàrc alla menoma delle obbligazioni, Che a lui dobbiamo. Lo ftdfo dóbbiam fare pel indurre il noffro cuore a non odiare che il peccato, e tutto ciò, che ad elio conduce. Da quelle due jxiffioni, amore, ed odio, nafeono tutte le più bel- le, ed importanti occafioni per legnalarci in quefto Spirituale Combattimento, e per trionfare del noftro amor proprio, e di tutte le nolìre malvagie inclinazioni. Concepite una grande (lima di quelle inftruzioni, e rendetevele famiglia-. ri. Proponete d’cfler fedele in iervirvene. Obbligatevi a qualche mortifica zione quando vi mancherete. Il Colloquio col vodro Santo Angelo Pregatelo ad alfiftervi co' fuoi lumi, e Colle fue ispirazioni, e ad effe1 re Tempre con voi come il vedrò più fedel Direttore. X. N ESERCIZIO TERZO. - V Deir odio di noi fi efi, cti è il mezzo pik efficace per mortificare il nofiro amor proprio, L’Orazione preparatoria al folitò Confìderate,che noi abbiam duopo di tutta la nodra indudria per mortificare il nodro amor proprio, e porre nelle noftr Anime in luogo di lui un Digitiz Google 200 11 Combattimento Spirituale un Santo odio di noi flelìi, delia no flra carne, e dei nofiri appetiti. Queft odio in due cole principalmente condite. La prima in rifiutare, fuggire, ed abborrire tutto ciò, eh' è naturalmente, gradito, e dilettevole. La feconda ili defiderare, ricercare, ed amare tutto ciò, eh’ è naturalmente amaro, a afte-, ro, difpiacevole, ed afflittivo. Per la prima bifogna fare un fermo, e fodo proponimento di non bramare, nè accettare per noi nulla di aggradevole di quanto defideriamo naturalmente, fe non ciò che non polliamo evitare di defiderare, e ciò che non polliamo rifiutare lenza offefa di Dio, o per lo meno fenza incorrer la taccia d’ lina lciocca e itupida divozione e pietà, come fono gli alimenti, le vefti menta, il dormire, e tutte T altre co fe neceflarie. Bifogna però procurare di prenderle con qualche ritrofia, e difpiacere, confiderando che i noftri peccati ci obbligano di non averne alcuna compiacenza, fe non in quanto ella è la volontà di Dio, il qual vuole, che tifiamo di quelle cofe alla necelfità. In fatti pofiiamo defiderarlec riceverle, purché ciò fia nella maniera ordinata da Dio, fenza però lufingarci, by Googl I Del P. Seupolt, lottò. ingannarci 3 conciofiachè il volere di Dio fi è, che le accettiamo in una certa qualità, e quantità giulla, e convenevole al noftro bii'ogno. In quantità 3 prendendo ciò, che ci è necefiàrio per mantenerci in forze, e in buona difpofizione per potere efercitare tutte le noftre funzioni sì fpirituali, come corporali con quella moderazione però di prenderne più tofto meno che fov erchio 3 eifendo certo, che la natura fi contenta di poco, laddove la fenfualità è inlàziabile. In qualità 3 procurando di rifiutare quanto è potàbile tutto ciò, che può folleticare la noftra fenfualità, il nollro gufto, e il nollro appetito, eccetto cne allora, quando na duopo ajutare la noftra fiacchezza; tifando però in tutto una fama, e ragionevole difcreziene. S. Bonaventura dice l'opra quefto l'oggetto, che lelperienza congiunta ad una buona volontà c iftruifcono abbaftanza l'opra di ciò : avvegnaché fia fempre meglio di nulla oprare fenza il conliglio di coloro, che ci governano. Per la feconda cola, in cui confifte quello Sant’Odio di noi ftcftì, bifogna altresì fare un collante proponimento di desiderare, di volere, t di accettare tut ti 1 tòt lì Combattimento Spirituale ti i travagli, tutti i difgufti, tutti i di£ piaceri, tutti i difpregi, e tutte le umiliazioni, che ci polfono avvenire, pur che ciò non fia contro la volontà di Dio, o con discapito fpirituale, o corporale E neceifario in tutte le cofe ufare una gran prudenza, e fervirfi di perfone dotte,! e fperimentate, che abbiano lo Spirito di difcrezione per aiutarci col loro Coniglio 5 imperciocché noi dobbiam effer in continuo timore d’efler ingannati fotto T apparenza del bene, Di più quando effettivamente faremo deprezzati, od oppreffi dairindiferetezza, o dalla cattiva volontà di alcuno, blfogna, che ne godiamo, e lo riceviamo come un fìngolar benefizio di Dio, e che amiamo cordialmente coloro, che ci perfeguitano e ci difprezzano, che preghiamo Dio per eflì, e che li confìderiamo -Conte i nofhi migliori Amici. Per addeftrarci piu facilmente in quefta pratica, non infogna fubito porli davanti agli occhi l 5 ingiuria, o la perfecuzione facendo ogni sforzo per rendercela aggradevole j perchè il volerla accettare tutta ad un colpo, quand’ella fi prefenta o è ben vicina, farebbe troppo difficile, quando non foflìmogià prevenuti dalia grazia dello Spirito Santo iquin I dì Elei P, Scuffili. lo.?' di bìfogna regolari nella paniera iVguente. Sq avvenga, che ci fu fatta qualche grande ingiuria, o che ci vegliamo aliatiti da qualche perfecuzione fui timore, che la parte fuperiore non foccomba, mentre che la Ragione non è feraprq baitevolmentg valevole a trat- tenerla {otto il fuo dominio, e che il Demonio non lafcia d’avvalerfi del fuo tempo per invertirci con qualche affai-; to ftraordìnario i bil'ogna procurare di farci violenza per allontanare, e bandii re dalla poltra mente per qualche tem-; po la rimembranza di quella ingiuria, o di quella perfecuzione 5 e in quello frattempo dobbiamo coplìderare iTefori infiniti della grazia, e del merito a noi occulti, eccitando la noftra Volom tà a bramarli; E quando ci fentiremo animati da un sì Tanto, e generofo der lideiio, potremo rivolgere il nortrope ' fiero a quella ingiuria o perfecuzione, confiderandola come un mezzo neceffa rio. per acquetare. quelli Telori inertimabili,.e quinci poi ci determinaremo coraggiofamentc ad accecarli non folamente lenza ripugnanza, ma ancora con gìoja, ed allegrezza di fpirito, e prim cipalinente con rendimento di grazie. Concepite un alta rtima di quelli ami mae Oiaitized bv C 204 II Combattimento Spirituale maeftramenti. Defiderate di farne ufo, c di praticarli’ fedelmente. Chiedete a Dio quella virtù Eroica, il fanto odio di voi fteflì : chiedetela a Gesù Crifto, che ci ha Scoperto sì divinamente il luo pregio, e il bifogno, che ne abbiamo. Il Colloquio con nollro Signor Gesù Grillo. Pregatelo, che v’infpiri quella virtù, che è la micidiale di tutti i vizj. II. C Onlìderate, che per acqui Ilare quello fanf Odio di noi llellì bi fogna efcrcitarcì, in perfeguitare inceflfantemente gl’ innumerabili movimenti de nollri fregolati appetiti, i quali c’ aflalgono di continuo. Fa di mellieri confiderai con molta attenzione fe le cofe, che bramiamo, fieno conformi, o contrarie alla Volontà di Dio: fe conosciamo, che gli fono contrarie, bil'ogna rigettarle, e non volerle in alcun modo, ancorché elleno fieno gradite, e dilettevoli a nollri lenii; efe veggiamo,che gli fieno conformi, bifogna abbracciarle avegnachè ci rechino difgullo, e dispiacere, o che vi Sentiamo della ripugnanza. Concepite un odio irreconciliabile contro i y offri appetiti, e Sregolati mo vi j , tòf vìmentì Bramate di generofamente abbracciare tutto ciò, che farà loro più contrario: applicatevi collantemente a ciò per un motivo d'amore verfo Dio, e perchè egli è certo, elle voi farete in ciò una cola, che gli farà gradinili ma. Il Colloquio con Gesù Crifto. Efpo- netegli il voftro dilegno, e la voftrarifoluzìone, e nello ftelfo tempo feopri tegli la voftra impotenza ad efeguirlo fenza il foccorfo della fua grazia. Domandategli quello foccorfo con un cuore tutto pieno di confidenza nella fua Bontà. ni. t Onfiderate le ragioni, per cui dobbiamo odiare noi flelfi. La prima, perchè Gesù Crifto ci ha infegnato,che non fi può elfere fuo Dilcepolo fenza odiare fe ftèlfo. Ls feconda, perchè tutto il rnale, e tutta la debolezza, che in noi ritrovali, non deriva fe non dal non odiare noi abbaftanza. La terza, perchè difendo ftati ribelli a Dio, egli è ben giufto e ragionevole, che procuriamo di dargli qualche foddisfazione quanto la noftra debolezza il permette, il che non polliamo far meglio, che con la pratica di quell' Eroica Virtù ' M U v I ? ìo 6 11 Combnttimtntc Spirituale 1,1 quarta, affinché la nollt Anima etfendo vuota d‘ amor proprio, Dio la riempia della fua Santa dilezione; imperciocché quella bontà infinita vergendo il noftro cuore vuoto di quello difordinato affetto, lo riempie lubito di fe medefimo, e del fuò amore : e quella è la più forte ragione, che ci obbliga ad aver in odio tutt 1 noftn lregolati appetiti, accioche regni in noi 1 amor fanto di Dio; e perche la noli fiacchezza, e codardia non ci permettono di trattarci da noi medefimi troppo afpramente, dobbiamo bramare ed eifer contenti d’ edere maltrattati ed ingiuriati dagli altri; attefo che 1 umiliazione, la perfeciizione, e la privazione delle cofe a noi piu care fono come una fornace ardente, in cui la noftr Amma è purgata dalla corruzione dell amor proprio, che la infetta e la rende inabile a tutti gli atti di virtù.. Ricavate da quelle ragioni una nloluzione generofa d’ applicarvi con tatto l'impegno, che vi fara godìbile, all acquili di quefto fant'Odio di voi lledb. Proponete di fare contìnuamente la guerra al voftro amor proprio con la pratica di quefta fanta virtù che fara regnare in yoì l’ amor di Dio. Jà Diait 11 Colloquio cori noftro Signor (Sesu Crifto, come il precedente. Continuate a pregarlo d 5 accordarvi la grazia, che gli chiedete, e {congiuratelo per i meriti infiniti del fuo prezi ofo Sangue e della fua morte, di approfittarvi de fuoi configli, e di odiarvi sì perfettamente, che meritiate d efie r e nel numero de fuoi Difcepoli. ESERCIZIO. Della dìverfa maniera con cui bi fogna combattere il vizio dell Impurità. L’Orazione preparatoria al folito. I. C Onfiderate, che bifogna combattere il vizio dell 1 impurità d una maniera dei tutto particolare, e che per farlo con ordine bifogna aver riguardo a tre tempi : avanti che fiamo tentati; quando fiamo tentati; e dopo la tentazione. Prima che fiamo tentati non bifogna combattere contro quello vizio, ma contro tutto ciò, che lo eccita, e lo rilveglia; bifogna fuggire ogni folta di convcrfazioni pericolofe, e da quelle, che non potremo evitare; togliere tutte le azioni, e tutte le parole d’adu M a, la io 8 11 Combattimento Spirituale lazione, di vanità, e di compiicenza, non vi dimorando fe non quanto la ne-. Cecità lo richiede, colla maggiore riferva che ci farà potàbile, e con una gravità moderata e fe li debba converfare con Donne, tifar delle parole più tollo fecche che affettate Tempre però modeftamente, e con difcrezione, e civiltà. Dobbiamo guardarci bene dal non fidarci ancorché da più anni non rìfentiqmo punto gli ftimoli della carne imperciocché quella infame inclinazione ha quello difingolare, che, cièche non fa in lungo fpazio di tempo, lottiene tal volta in un ora. Ordina ella i fuoi attacchi in fegreto, ei fuoi colpi fono tanto più perniziofi, e inevitabili, quanto più fono improvvidi, c meno preveduti. Di fovente v 5 è più da temere nella frequenza, che fi continua fotto pretefto di cofe lecite c permeflfe, come di parentela, di com-. v plimento, ed anche di qualche Virtù che tal volta ci figuriamo, avegnachè con troppo debole fondamento, edere nella perfona con cui converfiamo, perche il piacere fi framifchia con T affetto, che ci fcmbra buono, e infinuainfcnfibilmente il fuo veleno fino al più intimo dell 3 Anima, ofrufcando talmerN te la ragione, ch’ella incomincia a noli apprendere' quali più le cole più pericolofe, come gli fguardi amorali, 1 1 e Superiori, efeguendo fenza rimbrotti, e fenza ripugnanza tutto ciò, che ci comandano, facendo più di buoni voglia quelle cole, che più ci umiliano, e che fono più contrarie alla nofìra naturale inclinazione, imperciocché effe mortificano il noftro amor proprio. Quello, che fi fottomettcrà in tal guifa per l’amore di Dio, riceverà lina grazia particolare per fottomettere v M 5 tut Ziti il Combattimento Spirituale tutti i Cuoi appetiti fregolati alla ragione? e la carne allo Spirito. Bifogna guardarci di fare giammai alcun giudizio temerario di chi che Zia, {opra tutto in materia d’impurità. E fa qualcuno vi cade in maniera, che non polliamo nè ignorarlo, nè coprirlo, nè ìcufarlo, bifogna compatirlo, e averne difpiacere, nè perciò trattarlo dobbia-mo con ifdegno, o con difprezzo j.ma piuttofto cavare dalla fila caduta il frutto d’una lineerà Umiltà confondendoci da noi medefìmi, e riempiendoci d un timor falutare fui rifletto della noffcra debolezza, ricorrendo a Dio coll' Orazione e facendo unaferma rifoluzione di fuggire le occafioni pericolofe più che mai, imperciocché fe noi iiam facili a condannare gli altri, Dio permetterà, che cadiamo in un forni' glievole fallo per punire lanoftra alte' ri già. Che fe non cadiamo, eperfeveriamo in quella feverità, abbiamo gran motivo di dubitare del noftro flato predente, e di temere di non ettere avanti a Dio in quella difpofìzione,ch’egli defxdera, poiché noi manchiamo di co mpatimento per le debolezze altrui. Finalmente bifogna fuggire tuttociò, che . i!f die Solletica i noftri fenfi, avvegnaché in cofe permette, come la mollezza de’ veftimenti, la curiofità e vaghezza degli arredi, la delicatezza de’ cibi e bevande i imperciocché tutte quelle cofe ed altre fomiglianti Ci fanno amare il piacere, il quale poi ci rende piu deboli per refifiere alle tentazioni. Non bifogna ancora compiacerli nelle Confolazioni fpìrituali, e quando ci ritroviamo in una grande abbondanza di dolcezze, ed interne cortfolazioni,non. dobbiamo punto adattarvici, e molto meno pervaderci d' ette re nè piu avanzati, nè più forti contro i noftri fregolati appetiti 5 quantunque ci fembri di riguardarli con odio, ed anche con orrore. Se ci lulinghiamo in tal guifa,e ci fidiamo anche per poco di noi fteffi caderemo affai facilmente, e le noftre cadute faranno tanto più pcricolofc quanto più faranno dall'alto. .Ringraziate Dio di quelli lumi. Risolvetevi d'etter fedele, ed efatto in fervirvone. Concepite un fornaio abborrimento al vizio dell' impurità. Proponete efficacemente d’olfervare tutto ciò, che vi fervirà per liberarvi dal fuo ti-. rannico giogo, ed anche dalla menoma inquietudine, che potette avvenir ili 11 Combattimento Spirituale vi dalla fua parte : ed allorché manche rete ad alcuna di quelle pratiche, calligatevi da voi fteflb con qualche penitenza, e mortificazione. Il Colloquio con la Santa Vergine Trattate con lei del dififogno, che avete d'amare la purità, e di conlervarvi fenza lordura sì nel corpo, come nell 3 Anima: Implorate per ciò la di lei af-.. fiflenza; Siate umile, e farete callo, IL 'Onfiderate come convien diportarli v nel tempo della tentazione. Per ciò che rifguarda il tempo, in cui filmo realmente tentati, bifogna confiderare fe la tentazione procede da una cagione ellrinfeca, oppure interna. Per cagione ellrinfeca intendo la curiofitè degli occhi, e delle orecchie, la politezza troppo allettata, e la mollezza troppo lludiata del velli re le convenzioni, gl’ inutili trattenimenti, e le altre cole, che fervon di mantice a què. Ilo vizio. I rimedj alle medefime fono l’oneftà, la modeflia, la compollezza e principalmente la fuga, e E allontanamento dal vedere, dall’udire, e dal frequentare tutte le perfone, che poflbno portarci a quello vizio. U Del P. S cup olì, 2i£ La caufa inserna procède dalla viva- cita del corpo, o dalla qualità dei penfieri, ai quali diamo Tingréfio nel nodro cuore còlle nodre cattive attuazioni, o colla nodra imprudenza, oper fuggedione dei Demonio. Il Corpo fi cadila co’ digiuni, con le diicipline con le vigilie, con le auderità, e mortificazioni: nel che però bilogna lem-, pre oflervare le Regole della difcrczione, deli’ ubbidienza, non le praticando che colla direzione, e con la dipendenza de'nodri Superiori, o Direttori. I rimedj pe’ i cattivi penfieri fono una occupazione continua in cofe, che fie-. no proprie del nodro dato; la Medita-, zione e l J Orazione. Per la Meditazione dobbiamo guardarci dal farla fopra di foggetti, che ci rapprefentino qualche cofa di quedo vizio, ancorché eflt gli fieno centrar; j perchè febbene lo combattano, non lafciano però di rapprefentarlo alla nodra mente di manie-, ra, che fcacciandolo da una parte lo introduciamo dall’ altra: cd è ben diffida le di penfarvi, in qualunque maniera ciòifia, fenza pericolo di compiacerfcnè. Per la qual cofa la nodra Medita- zione contro quedo vizio debb’ edere principalmente fopra la vita, e la pasfsone di Gesù CriPco; e le nèlftempo della noftra Meditazione Ci fi preferita alla mente, noftra mal gradò, qualche pensiero impuro, che più del folito d molefti, non bifogna ftupirfene, nè adirarci contro di effo fotto pretelle di fcacciarlo, e di fargli refiftenza; ma Infogna profeguire placidamente la nafta Orazione fenza metterci in pena di fomiglianti penfieri, Come s’eflìnon fodero punto noftn : non bifogna mai diiputare con elfo loro, nè mentre durano, nè dopo, efaminando fe gabbiamo dato loro qualche affenfo perchè quella Porta. d'Efame è una trama del Demonio per difturbarri fotto pretefto ' di fedeltà e di delicatezza di Cofcienjsa. Bifogna per tanto comunicare col noftro Padie fpirituale, a cui bifogna fvelare con molta fincerità e confidenza le noftre debolezze, fuperando generofamente il rofiore, che ce ne poffa avvenire; imperciocché, fe T Umiltà ci ferve generalmente per fuperare tutt 1 i vizi, molto più ci è necelfaria contro quello. Per 1 Orazione, che dobbiam fare nel tempo della tentazione, ella deve principalmente confitte re in frequenti elevazioni di fpirito e di cuore a Dio, con intenzione virtuale e generale di pregare per Attenere la Vittoria di quella infame, paffione lenza fermarci a confiderarla 5 conciofiachè ogni confiderazione, e qualunque penfierodi effa, che ci fi attacchi, è affai pericolol'o. Concepite una gran diffidenza di voi ftefli per tutto ciò, che riguarda il vizio dell’ Impurità; nè folamentedi voi ftefli, ma ancora di veruna cofanonvi fidate. Imprimetevi ben nella mente quell’ avvertimento. Fate conto delle cofe ancor menome e non ne traforate alcuna, fe bramate render inutili le infidie del Demonio, fuggir i fuoi lacci, e trionfare del l'enfo. Il Colloquio colla Vergine Santiffima come il precedente. Siate particolarmente di voto della fua immacolata Concezione, e della fua purità, ed inviolabile integrità. III. C Onfiderate come diportarli fi debba dopo la tentazione. Ouand’ella è paflata, per quanto liberi e ficuri, che polfiam eflfere, dobbiamo piu che mai tenerci lontani dagli oggetti, che ci cagionano la tentazione, e non li richiamare giammai alla mente, ancorchè ee ne fentiaino {limolati dal moti- Vo di qualche virtù, o dall amoi5 di qualunque fi fia bene; perchè quelli penfieri non poffono efier mai, che illufioni delia concupiicenza, e inganni del Demonio, che fi trasforma in Angelo di luce per farci cadere nelle tenebre eterne. Siate fedele in efeguire quelli-. infegnamenti : chiedetene la grazia a Dio con uno fpirito d'umiltà, e di confidenza, e abbiate un fanto defiderio di iervirlo con una gran purità di ciiore e dì corpo, affinché fiate degno d'etferje un tempio vivo dello Spirito Santo. Il Colloquio con la Santiifima Vergine. Trattate con lei del defiderio, che avete d'amare la purità. L'Obblazione. Prima d’ offerirvi a Dìo, raffermatevi in una v era diffidenza di voi fleffo, e in una perfetta confidenza in Dio, e nel foccorfo della fua grazia s e in quella;dilpofizione, sbandite dal voflro cuore ogni timore, c offritevi a Dio con un coraggio intrepido, ed una rifoluzione ferma e collante d' impegnarvi in qucilo Spirituale Combattimento per combattere nerofamente le voftre paflìoni 5 e pnk ma tutte il voflro amor proprio, at tac recandolo vivamente col fur contrario cioè a dire con un fant odio di voi lidio Offeritevi a Dio con uno fpirito umile e cuor docile e tutto di fpofto alla fommidìone e ali’ ubbidienza defiderando di lottomettervi a qualunque creatura per amor fuo, accioc-. ch J egli vi faccia la grazia d’ aflfòggettare alla ragione il ribelle voftro appetito, e la carne allo fpirito; e polliate contentargli il voftro corpo e il voftro spirito efente da ogmjfozzura e impurità, perchè fi a il tempio vivo delio Spirito Santo. La lezione Spirituale per il Sedo Giorno. Egli ardentt amore ver fio noflro Signor Gè- su Crìjlo fruente nel Santijfimo Sacra mento deli Eucarifti a 5 altro foccorfopoff enti fimo per fortificarci in quejlo Spiri tu ale Comi atti mena, E CCO qui il maggiore foccorfo, che ei uà mandato dal Cielo per fo-; ftcnere la olirà fiacchezza nelle noìlre battaglie. Gesù Crifto venendo afialito nell orto degli Ulivi da una fquadrao compagnia di Sgherri, che venivano N P,L 1 si 8 II Combatti mento Spirituale per catturarlo, dille a San Pietro, che li mettea in difela; -E non fai y eh io potrei pregare l Eterno mio Padre -, ed coli in quefi ora medeji?na m invierebbe dode- ci Legioni d Angeli} ( Matth. i6,v, 53.), Il Redentore Maeftro diceva il vero, imperciocché ove rifiede, e fa fua dimora il Rè degli Angeli, non fono al-, trimente necelfarj que’ Beati Spiriti. Così io dico al noRro proposto j che, quand J anche Iddio invialfe in noRro ajuto non follmente dodeqi Xegionì d Angeli, ma ancora tutti i Serafini e tutte le Virtù dei Cicli, quello foccorfo non farebbe mai sì 'grande come quello, che riceviamo da quello divdn Sacramento, ove realmente Ra il loro Rè, il loro Sovrano. Davidde aveva, preveduta quella verità, e già confiderava come prefente quello foccorio : tanto ne era egli certo, quando cantò nel Salmo duodecimo. Voi m avete invitato, ed accolto ad una menfa, che mi dà forza e coraggio contro i mìei nemici. ( Pfalm. 1 2. v, 6. ). Ah I. poiché, noi Ramo impegnati in quello Spirituale Cóm-, battimento dalla necelììtà del noRro Rato, che faremmo fenza il foccorio di qucRa menfa divina ? Guai a certuni, dice S Bernardo, che fon chiamati grandi e laboriofe imprefe, e non lì no, drifcono col cibo dei forti. E chi fono Coloro, che fono chiamati a grandi travagli e fatiche, fe non i Criftiani, i quali dal giorno del loro battemmo fono flati arrotati per combattere fotto le infegne di Gesù, e lì fono dichiarati nemici di Satanaffo, e di tutte le fue pom, pe ? e qual è quello cibo dei forti contro quelli nemici sì formidabili, fe non il Santiflìmo Sacramento, il quale fecondo San Giovanni Grifollomo rende forti come Leoni, chegittan fuoco dalla bocca, coloro, che lo ricevono de, guarnente?' Dal che ben veggiamo con quanta ragione San Bernardo, deplori la cecità di coloro, che fono chiamati quello Combattimento, e che avendo un foccorfo sì poifente e fìcuro contro i loro nemici, non fanno tutto il poflibile per meritarlo, e per fervirfene fe, delmente. Quello divin Sacramento ha due effetti; uno comune, Y altro particolare. 11 comune è, ch’egli dà la grazia, come tutti gli altri Sacramenti delta nuova Legge. Il proprio, e lìngnlare,è quello dai Teologi chiamato refezione Spirituale, che è una nuova forza, e un coraggio a far del bene con un certo Ni SU' 1 Digilized by Google iio II Combattimento Spirituale gufto ed appetito di tutto ciò, cheap-. partiene a Dio : imperciochè ficcome il cibo corporale non {blamente conferva la vita di chi-io prende, ma gli reca altresì, col gufto e refezione, la forza e la confervazione della vita; così quello divino cibo, non {blamente conferva la vita Spirituale colla grazia chel accompagna, ma di più raddoppia colla fua propria virtù le forze allo fpw rito. Egli è però da avvertirli, che io chiamo quello foccorio 1 amore verfo Gesù Crifto prefente nel Santiflìmo Sacramento dell’Eucariftia: imperciocché per fentirc la forza e la virtù di quello divin Sacramento -, noi non abbiamo difpolizione migliore dell’ amore al medelìmo Sacramento, o piuttofto a Gesù Crifto, che vi è prefente. E per verità poiché noftro Signore a noi li dona per un eccedo d' amore, egli è ben giufto, che a lui ci doniamo reciprocamente per amore nel ricevere quello divin Sacramento. Il vero amore non è pago e contento della fola ricordanza; delìdera ancora un'amore reciproco, e lo delìdera tal volta fino ad un taf eccello, che cerca degli artifiz;, e de vezzi per rifYegliarlg. In tutte i’ altre pratiche, di cui fi icrviamo pe£, eccitare ed efercitare la noltra divozione, noi cerchiamo Gesù Crifto; ma in quella lo ritroviamo, lo abbracciamo, lo pofiediamo; in lina parola, ne godiamo tranquillamente. Qui adunque è, dove T amore sì pratica con maggior’ eccellenza, ed ove riceviamo piu efficacemente jaffifienza, il foccorlo, e le forze necelfarie per renderci invincibili nelle noftre battaglie, e per praticare in modo eroico le cnltiane virtudi. Vogliamo rendere al peccato, vincere le tentazioni, domare le noltre paflìoni, c fare atti generofi di tutte le più grandi virtù ? accodiamoci con amore a quefto divin Sacramento. Egli lì dà per viatico a coloro che i 0110 negli edremi della vita, affine di armarli, e di infondere loro del coiag-, gio in queft ultimo combattimento, in cui il Demonio fa i tuoi maggiori sroit per trionfare delle noftr anime. Egli lì dava anticamente ai Camalli allorché la Chiefa era travagliata dalle peri lecuzioni per portarlo pelle loro . e e nei loro viaggi, per ier viri epe albifogno, e prevalerfene contro i peucoli. A quedo medefimo fine fi dava a . Martiri prima, che fi prefentafl. a (jiudiei per fortificarli nei loro tormenti. Senza quello Sacramento, dice San Cipriano, non fi permetteva, che alcuno fi efponefie al Martirio, e prima! di Comparire alla prefenza de tiranni li criftiani fe ne munivano per non temere nè i fupplizj nè la morte Quindi di fovente accadeva, che eflendoftne muniti. divenivan eglino sì forti, che li fanciulli ancori, e le fanciulle di dodici e tredici anni difpregi avano le minacce dei tiranni, le crudeltà dei carnefici, e ridevano in mezzo ai più crudeli martorj, come fe averterò avuto un corpo di bronzo, o che fodero fiati infenfibili. Se adunque quello divin Sacramento recava tanta forza, e Coraggio a coloro, che aveano a combattere contro il ferro ed il fuoco, contro le fiere felvaggie e contro i tiranni, i quali forpaliàvano in crudeltà i più feroci animali; qual foccorfo noh dobbiamo noi fpefare da quello cibo celefie? noi, che nort abbiamo a combattere, che contro noi medefimi e contro le noftre pafiionì? imperciocché febbene li Demonj entrino fovente nelle nofire battaglie; fe noi abbiamo la forte di vincere noi ftefii e domare le nofire pafiìoni f tutti i loro sforzi maggiori noti fono D bei P. Scapoli. ' 21$ fono che terrori ideali 5 eglino refi ano fenza forza, e fenza potere, e fi ritirano fvergógnati Or quella vittoria fopra di noi flelli, e delle noflre paffìoni è d’ordinario antedetto della virtù di quello pane celefle Se alcuno tra noi i dice il divoto S Bernardo tìon fentefi così di fov ente e con tanco vigore àfìalito dai movimenti dell’ ira, dell’ invidia, dell’ impurità, e degli altri vizj, ne renda grazie al facrato Corpo i ed al prezioso Sangue di Gesù Crifloi imperciocché la virtù di quello divin Sacramento operi in lui quelle maraviglie ( MetrCii.v.zl.) In fatti fe il iolo tocco della velie di Gesù Crillo rifanò una donna già da dodici anni inferma, e travagliata da un Ando di fangue, che cònfurnató le avea tiittó il fuo patrimònio in rirrtedj inutili, e in diverli medicamenti incaI paci à guarirla j le cure de’ quali, più. crudeli che operative 4 avevano viejv più inafprito il fuo male, anziché rìfanarló: Più i fe il cingolo di San Pao' io, e la fola ómbra di San Pietro avevano la forzi di fare delle.guarigioni miraeolófe, e di recare al corpo una perfetta fanità; con quanto più di ragione il facrató.corpo di Gesù Crillo, N 4 che eh è unito perfoflalmente all’infìrìita pii- rezza della fantità di Dio, renderà col fuo facrofànio contattò puro anche il n offro, e gli imprimerà la fantità rendendolo vittoriofo non folameute di tutte le fue pacioni, ma facendolo eziandió fervire alle più fublimi funzioni dello fpirito Tanto fperimentano coloro, che fi accattano a quello divin Sacramento con un grartd amore, e cori le altre difpofizioni neceffarie $ ma lo fperimencano in una maniera, che ttort ardirei d’efprimere, avvegnaché altrettanti teftimon; io abbia di quella verità, quante vi fono nel mondo anima buone, fe non avelli per garante Satl fiemardo, o chi ha meritato, fi attribuifea a quello fanto Dottore il lumiIlofo trattato de dìgnìtate divini amori s? ©ve favellando di coloro, che fi comunicano con quelle fante difpofizioni, afferma, ch’eglino hanno sì gagliardamente debellate e vinte tutte le ribellioni della carrte, ch’ella non ferve più all’anima fe non di ftromento perdercitare le buone opera Ma tempo è ormai, che difendiamo un poco più al ‘ dettaglio del nollro allumo,, Io ho protellato nel principio, che quelli difeorfi, fatti per modo di La Del Pé S dipoli. il fi v adone Spirituale da farli in quelli Eièrciz j, non fono, che per ajutare T intelletto e la volontà, che fono le due potenze della nollr 3 anima, che fo(len- gono tutto il maflìccio di quello Spirituale Combattimento : imperciocché tutto il vigore dell' anima da effe dipende, e tutto il loccorfo che cl è lieCeffario, non è che per fortificarle. Ora il Santo Sacramento deirEuCarillia èd una virtù ammirabile per quello. effetto. Imperciocché fe la forza dell 3 intelletto tutta Ila polla ne 3 lumi, e nelle cognizioni, elisegli riceve dalfalto: e fe quella della volontà ne 1 fanti effetti, e ne 3 di vini ardori, di cui ella è infiammata quando a Dio piace di comunicarle le fue grazie 5 quello divin Sacramento fa Timo, e T altro. Egli illumina E intelletto. Chiedete ai Santi più illuminati e fapienti, d onde loro fieno venute quelle grandi cognizioni, quelle comunicazioni sì famigliari, quelle profonde intelligenze, che nollro Signore ha loro infufe de 3 fuoi miflerj, e de 3 fuoi più alti Segreti ? eglino vi riiponderanno, che ciò è flato dopo la comunione : perchè il Sol di giulliza rifedendovi in corpo e in anima, e ritrovando le loro anime pure e trafp N s ren f il6 lì Combatti mento Spirituale tenti come un criftallo, le ha illuminate, e riempiute de’fuoi fplendori : e noi pure com’eflì lo próvererrimo, fea loro efempio vi portammo uno fpirito ben difpoiloy e un'anima innocente. Di più égli infiamma la volontà Per Quello motivo S. EfFrem lo chiama un fuoco: ciò, che T unico Figli uol di Dio Gesù Crifto noftro Salvatore ha fatto per noi, dice quello Santo Padre, formortta ogni maraviglia,.. e tutt'i nóftri penfieri, eparole, imperciocché febbene noi fi amo veftiti dì carne, pur egli ci pafce di fuoco e di ipirito, dandoci da mangiare il fuo corpo, e da bere il fuo fanjme San Giovanni Grifoftomo dice, che la bocca di quello che fi comunica è piena di fuoco' fpiritiiale : e Santa Catterina da Siena rimirando la fanta oftia nelle mani del Sacerdote vi vedeva tal volta un’ ardenre fornace capace d’ abbruggiare tutti quelli, che ne fono rifondati, s’accingono con in vinci bil coraggio a grandi imprefe, e s’ avanzano a palfi di gigante alla perfezione,ed alla fantità : eglinofi rendono formidabili a’Demonj, e fi fan largo per ogni dove fuperando i maggiori oliaceli nel-et P Scupoli, Se per tanto vogliamo prevalerci d tin foccorlo si vantaggiofo, biiogna, che ci ft udiamo aliai d’accrefcerelanoftra fede il nollra am-ore la nollra confidenza verfo Gesù Crillo prefente nell' Eucariftia Dobbiamo non celiar mai di llupirci di sì incomprenfibil misero 9 e rallegrarci di pofieder Gesù .Crillo fotto quelle umili, e dozzinali fpezie fenza defiderare, eh' egli ci li dia a vedere ilei corfo di quella vita fotto altra apparenza. Bifogrta 9 che ponghiamò tutto il noflro fludio ad infiammare la nollra volontà t colfuo Tanto divino amore. Quella felicità T oc terremo infallibilmente fe quando ci accolliamo a quella fornace cf amore faremo difpolli a foflrire per GesuCrr- fio tutti i tormenti 1 tutte le pene', e tutte le ingiurie, che ci pollano avvenire 5 tutte le infermità, tutt’i difgulli, e tutte le aridità, con le quali egli fi compiacerà d’esercitare la nollra fedeltà 5 credendo di aver a fopportar di fovente quelle prove, e ricevendole con gioja e rendimento dì grazie guardandoci folamente dal darvi occafione per nollra colpa, ma fuori dì ciò, riponendo tutto il nolìro contento in loffrir quelle cole per amor fuo. Quella N 6 è la fta confi iterazioneeccitare nella noftr' ànima una fingolar confidenza nella lua bontà; ed in quella deposizione portarci alla facra menfa con ur grandiffimo rifpetto, ed umiltà profondiflhna Dopo ricevuto il Signore bifogneràraccoglierci interiormente alla fua lauta prelenza; efporgli la nofira fiacchezza i ed impotenza a vincere quella paffione, che vogliamo combattere; damandogli forza ed alTìftenza per que-' fto affare, e pregarlo a combattere egli ftefio in noi e con noi. Finalmente farà duopo chiamare fa ftefla paflìone alla battaglia, e sfidarla rintuzzandola con replicati alletti, che le fieno direttamenEe contrai;; prodiir ccndo atri della vinù contraria e pra'i a tican ijò lì Combattimento Spirituale fcìcando le altre cofe tutte, che accerinate abbiamo in quelli efercizj Se la pallio ne però folle diSóiiefta, bisognerebbe fol tanto umiliarci alla preSenza del hoftro' Signor Gesù Crino, e pregarlo a liberarcene Senza ferivamo col penderò. Il Frutto del fejlo Giorno Il frutto di quello giorno dee edere. Primo un coraggio, ed una ferma collante risoluzione di venire alle pre-, fe co’voftri nemici, Scacciando ogni timore dal voftro cuore, appoggiandovi ad una lineerà diffidenza di voi ftelfi, e Sopra una perfetta confidenza in Dio. Secondo, di non Scorarvi giammai, ancorché vi accada di rilevare varie ferite in quello combattimento. Terzo, d offervare le regole prescritte npl primo eSerciziO. Quarto, d alTahre prima di tutto il voftro amor proprio, e procurare di annientarlo [col Suo contrario, vale a dire colf odio di voi fteffoj praticando per ciò fedelmente tutte le iftruzioni, che abbiamo date nel J Secondo, e terzo eSercizio. Quinto, di concepire un’odio mortale contro il vii zio dell’ impurità, e contro tutto ciò eSat sfattamente quanto fi contiene nel quarto efercizio. Finalmente il frutto di quello giorno dev eflere, un ardentitfhno amore verfo noftro Signor Gesù Crifto prefente nel Santiflimo Sacramento dell’ Eucariftia, riponendo in quell amore ogni voilra felicità, e al medefirno. indirizzando tutte le voftre divozioni, e tutti li voftri efercizj. ., pine del fejlo Giorno GIORtTOS Della pace interna necettariflima in fucilo Spirituale Combattimento. a.. ESERCIZIO Che bìfogfta fuggire le inquietudini e tur bacioni a animo, ed effer ' femore pacifici, V Orazione preparatoria al lolita. L C Onfiderate, che per ben riufdre v in quello Conibattimentq Spirituale, e per fare notabile progetto neiracquìiiò delle crittiane viridi, dobbiam tener la noftr’ anima cfente da qualunque ferfci di turbaziofle e d' inquietudine, e che a queft' effetto è duopo oflervar ciò, che fegue Bi fogna, come fuol dirii, far la guerra all’ occhio, -cioè ufare una gran vigilanza per difeoprire y e prevedere le cofe, che cagionar di potrebbono qualche turbamento, affine di metterci in illato di ributtarle. E fe non ottante queftq vigilanza lìarrio forprefi da qualche improYifo accidente, di’ ecciti in Ho! del tuibamento, bifogna flell’illafV te medefimo tralafciare ogn’altra occufazione pei applicarci unicamente a rimettere in càlma il ndlfo Cuore. Il motivo per obbligarci a quella P etica sì importante fi dee cavare di quella verità: che fin a tanto, che la pace abiterà nella noilr'anima, faremo tutto ciò che vorremo con facilità : laddove tofto, ch'ella anderà lontani da noi, non faremo più cofa che vaglia, conciofiachè faremo come abba gliati nel cammino della virtù, e rimarremo efpofti ai colpi de' noftri Hemici Chiedete t £io quella vigilanza e quell' attenta providenza, la quale è un dono, che nofc polliamo avere fe non fe dalla prefenza dello Spirito Sant-o in noi.i Chiedetela ancora al vollro Angelo Cullode, e pregatelo di fupplire alle vollre mancanze, ed a recarvi elfo medelìmo quello buon’uffìzio. Il Colloquio con lo Spirito Santo, il quale vi donerà querfla divina pace fe voi gliela chiederete per li meriti infiniti di nollro Signor Gesù CriHa, e farete diligenti in vegliare fcrpra il vollfo interno, e fe farete fedeli in praticare le cofe feguenti. Implorate per queft 5 effetto la grazia dello Spinto Santo. Confìderate, che non v è cofa piu temuta dal Demonio di quella pace imperciocché ella è come un ritiro o nafcondiglio ove abita là grazia, e vi fa fua dimora Iddio, che vi opera grandi cofe. Per quetto motivo cadetto Spirito delle tenebre viene di ioVente a ritrovarci fotto buone apparenze, e trasformandoli in Angelo di luce c'infìrtuà delle opere buone o ci da dei buoni defìderj fopracofe ftraordirtarie; ma 1’ inganno di quefte falfe infpirazioni facilmente fcuoprefi dai loro effetti: conciofìaché ette ci riibbano la pace del cuore e ci cagionano mille agitazioni, e turbolenze. Per la qual cofa allorché prevediamo di dover effere motti dà alcuni buoni defìderj non bilogtfa così pretto accordar loro ringretto nella noftr Anima, per quanto buoni eglino ci iembtino; ma dobbiamo primieramente prelentàrli a Dio ipogliandoci d J ogni amore e propria volontà y confettando la nottra cecità ed ignoranza, e fupplicartdolo inftante.mente di farci conoscere fe qu etti defide fiderj vengano da lui, o da! rioflro amor proprio, o s egli Ila il maligno fpirito che ce li infinua : e per aflìcurarcene bilogna, fe polliamo, ricorrere al giudizio del nodro Padre Spirituale Afficurati elfendo che quelli defiderj derivano da Dio, prima di venirne ali J elocuzione, bifogna mortificare, o moderare Tanfietà e follecitudine della natura; imperciocché un'opera buona preceduta da quella mortificazione è molto più gravedole a Dio, che fe folle fatta con foverchioardore; ma convien fare tutti quell' atti placidamente, e fettza violenza : e in tal guifa allontanando da noi i delìderj non buoni, e non ricevendo li buoni, che dopo aver coniultato Dio, ed i noflri Direttorio e reprelfa la noflra avidità, e folleci tudine naturale; ci conferveremo lempre tranquilli, e placidi nelnoIlro interno. Fate cafo di quegli infegnamenti che Vi difcuqprono gl' inganni, di cui lì ferve lo fpirito maligno per farvi perdere quella preziofa pace. Proponete d éfler fedele in olfervarli lìce ome eccellenti e necelTariflìmi pel vollro fpi rituale profitto. v Il Colloquio Col vollro buon Arige-, lo. i%é 11 Combanimnio Spirituali lb, affinch’egli fleflb vi fcuopra le Inèdie del Demonio, e v’inftruifca nell' óffervanza di quelle pratiche. III. C onfidente, che per confervare la pace del cuore dobbiamo altresì guardarci da Certi interni rimproveri, Che ci facciamo da noi medefirni qual' ora abbiamo mancato d’ eseguire i nollri buoni defiderj. Quelli rimproveri fembrano venire da Dio, perclr dii ci awifano di qualche mancamento : potremo adunque conoscerli dai loro effetti. S’eflì ci umiliano; fe ci tengono quieti; fe ci rendono diligenti a ben operare; fe ci mantengono nella confidenza, chè dobbiamo avere in Dio 9 efìi vengono da Dio: ma fe ci fCo raggi feo no; fe ci rendono vili diffidenti, e pigri a ben operare; principalmente fe ci portano a peccare d’ ommiflione dobbiamo conchiuderc francamente che procedono dallo Spirito maligno Li proponimenti, ed il Colloquio co me nella confiderazione precedente. Confiderate, che la perturbazione del nollro cuore può ancora derivare dall’ avvenimento di cofe contras rie. Del P, Scupoli, 2 ? 7 rie. Il rimedio fi è di confiderare, s' elle fono contrarie alla noftri Anima, oppure all'amore di noi ftefli, cioè a dire, alla noltra foddis fazione, o alla noftr Anima propria. Se elle fono contrarie agii ultimi, ficcome quelli fono noflri nemici, così non le dobbiamo ricevere come contrarie, ma piuttofto come favori di Dio, e grazie delfamor fuo; e quindi foftrirk pazientemente, c riceverle con gioja, e rendimento di grazie. Che fe poi elle fono contrarie alla nolV Anima, come farebbe qualche oftefa di Dio o qualche mancamento 3 non bifogna perciò perder la pace del cuore, ma diportarci come abbiamo divifato nel quarto efercizio del fecondo giorno, e come ‘diremo nel quarto di quello. Per le altre, come poch’anzi abbiam detto, la più ficura è di ringraziarne Iddio, ricevendo il tutto ad occhi chiufi come provegnente dalla mano di lira amorevole Providenza, che ci difpone con quelle avvertita alfacquifto de beni, che non fappiamo, e che fono maggiori e più preziofi di v quello immaginar ci polliamo, e così Sopportarle con ilarità, e con perfetta raflegnazione al volere di Dio. Rin H Combattimento Spirituale Ringraziate Dio di quelli lumi 3 proponete d’approfittarvene j -accoftumate vi a ricever tutto dalla fua mano 3 anche a cavar bene dal male ? ed a fare di tutte le cofe una pratica di virtù. Il Colloquio col Voftro buon Angelo. Chiedetegli i luoi lumi per chiaramente difeernere qual de due faranno contrarie le cofe? che vi accaderanno? affine di fare una pratica fedele di quelle ignizioni, ESERCIZIO Continuazione del me defi mo Argomento, JJ Orazione preparatoria al folito, I. G Onfideratè, che non (blamente dobbiamo edere attenti e vigilanti in prevedere le cole che ci poiìono cagionare qualche turbamento 3 ma chs abbiamo altresì a prevedere le cole che dobbiam fare o per debito o altrimenti 3 come? pregare? obbedire? umiliarci? foffrir delle ingiurie ec. Imperciocché fa di meftieri ? che damo in una continua e fingólar attenzione a non permettere mai? che il nodro cuore li r i S cupoli, 2?q ? a turbi, nè che s 1 impegni in' Ìofa alcu m, che gli cagioni deil' inquiecu r%r?’. no ‘ ro cuore Zia come una. Que penierì rht f 5 diicacciando KavJfn en ’ c e f 1 om entano la tur, mtte e no£r endoci in ilhto di fare cucte le noftre azioni con srande inr na quiete: e febbene non polliamo tut dh noi U non°| I? ? aCqUiftar tanto fopra raSìo n'n 8na, perciò Perder! di Peurbazion1 abb3nd ° nirci aIle terne Vi ?nn ’ ma proc We d' arrivarci ? P oco a P?co. Una Città non lì V&s Sgz&gj leverando, fabbricheremo una Caiani ° a cft c lo medefimo Io farcia K& r l °, vogliamftrda' 01 meck ‘ Imi ma la noto fatica riti feirà 14 ® Il Combattimento Spiritante) fcira vana, ed inutile. Per la qua co, fa bi fogna impiegarvi del tempo, camminare a poco a poco, e raffegnarcù alia Providenza di Dio per lo felice efìto, facendo nondimeno dal canto noftro tutto ciò, che polliamo e faticando con diligenza per gittarne i fondamenti. Concepite un gran defìderio della pace del cuore, e della tranquillità interiore. Pregate noftro Signore, eh’ egli fabbrichi nella noftr’ Anima quefta Citta di pace. Proponete di faticare volentieri dalla voftra parte per gittarne | fondamenti, li quali impararne nella feguente confidcrazione. Il Colloquio con la Saatifllma Vergine la uale è ftata per eccellenza quefta Città di pace in cui Dio ha fatto fuo foggiorno, ed ha operate tante, e sì ftupende maraviglie. Rapi presentatele la voftra brama, ed il bifq gno, che avete di raffermare quefta pape nella voftr' Anima, acciò fiate capa ce delle grazie di Dio. [ll t f C Onfiderate, che le fondamenta di quefta Città di pace altro non fono, che l'Umiltà e la Pazienza; e che per formarle benfode bifogna sforzarti da principio d'abbracciare le tribolazioni, e le contradizioni con piacere, cd anche eoa fervore, defiderando defifere difprezzato da ciafcheduno, e di non ricevere nè favore, nè confolazione da alcuno, fuorché da Dio. Bifogna fidare ciò nel noftro cuore dì maniera, che Dio lolo fia tutto il noftro bene, é il noftro unico rifugio, e che tutte le altre cofe ci fieno indifferenti; di maniera che fe addivenga, che ci fia fatto qualche oltraggio, bilogna efterne ben contento, e lopportarlo con allegrezza, credendo per certo, che allora Iddio è con noi : e perciò non dobbiamo bramare più grande onore, ne ricercar cofa alcuna con maggiore impegno, che di lotfrire per amor fuo ciò, che gli piacerà. Dobbiamo accoftumarci a godete, quando alcuno ci dice qualche parola ingiuriofa, che ci dileggi, o ci riprenda aframente; concioliachè in quella i everità, e in quelle parole afpre e pungenti, d' ordinario vi fta nafeofto un gran teforo; e fe ci riefee di.foffrirle di buon cuore, ben prefto faremo ricchi fenza che coloro, che ci fanno quelli regali, le ne avvegano. Non cerchiamo mai alcuno, che ci ami in quefta Yita„ che ci onori e faccia ftima di .; ‘ O noi r L 1 24 ti Combattimento Spirituale noi; acciò alcuno non ci diflolga dal patire con Gesù Crifto Crocidilo. Guardiamoci da noi medefimi coinè dal maggior nemico, che abbiamo 5 non feguitiamo mai il nollro proprio giudìzio, nè la nollra opinione, nè tampoco vogliamo avvilupparci in infinite inquietudini. Non Seguitiamo più la nollra propria volontà, e qualora ella renda a qualche oggetto avvegnaché buono, fpogliamoci prima di tutto d’ ogni amor proprio, e così nudo fponghiamolo alla preienza di Dio, pregandolo di fare, che in noi s’adempia il l'uo Santo volere, e rinunziando al nollro con la maggiore fincerità, che ci farà potàbile. Ringraziate Dio di quelle cognizioni. Concepite una grande Rima di quelle pratiche, poiché col loro mezzo potete pittare i fodi fondamenti di quella Citta di pace. Proponete efficacemente di porre in ufo quelle pratiche. Il Colloquio con la Vergine, Trattate con lei dei diffegno, che avete di fabbricare nella vollr’ Anima quella CiN tà di pace, e chiedetele la grazia, che polliate gettarne i più fodi fondamenti con la pratica di tutte le cofe poc anzi conlìderate. CON 1 jbel P, Scapoli. ±4 III. C onfidente la grande filma, che' dobbiamo avere della noffr’ Anima, poiché Dio Pha creata per farvi la fua dimota, Ella ci debb’ elfere sì preziofa, che non dobbiamo |mai permettere, ch’ella s’abballi a cofa alcuna che fia meno di Dio. Tutte le noftre brame, ed i nofiri fofpiri efier devono per la venuta di quefio Signore nella noftr’ Anima y il quale però non Vi verrà mai fe non la ritrova fola : e non ci diamo a credere, ch’egli voglia dirle anche foltanto urta parola alla prelenza di qualche creatura q ualunque ella fia, quando ciò non folle, come può edere, per farle qualche rimprovero. Biiogna, ch’egli la ritrovi fola fenza i fuoi pertfieri, fenza i fuoi defiderj, fenza i fuoi affètti, e molto più lenza la fua propria volontà. Bifogna, che la nofir’ Anima fia femprelpog fiata di fe medefima fenza che defideri mai cofa alcuna. Che fe bramiamo qualche cofa, dobbiam farlo in tal maniera, che fe mai ci accadefie tifito l’oppofto, non ne reftiamo rammaricati ed inquieti, ma anzi così tranquilli come fe nulla aveflimodefiderato.Que O a fi 244et Combattimento Spirituale fla e la vera libertà di Spirito -, non attaccarli ad alcuna cofa. Se offeriamo la noftr’Anima a Dio così Jdifhccata e libera, egli opererà in lei grandi maraviglie. Quella folitudine del cuore è il Gabinetto dell’ Altiflimo, cioè, dov’ egli dà udienza; quell’ è dov’ egli fi trattiene con confidenza; quello è il Paradifo, ove lì lafcia vedere e ci li difvela, affinchè noi gli parliamo; quella è la Terra Santa in cui lì manifefla nell'ardente Roveto del Tarn or fuo rm$ egli è duopo che noi entriamo in quella terra a piedi nudi, perch’ella è Santa; li piedi fono gli afletti dell’Anima; perilchè bi fogna, che fieno nudi, e liberi da ogni affetto delle creature. Lalciamo, che i morti attendano a feppellire i loro morti : ritiriamoci nella terra de’ Viventi, ove quella' felice pa' ce regna nella Città di Dio, che è la noflr’ Anima. Raddoppiate la brama, 4 che avete conceputa di quella pace interna con la precedente confiderazione. Ammirate la bontà di Dio, che v’ha chiamato, e prelcelto ad una grazia defiderabile cotanto. Umiliatevi fino al centro del voflro nulla, riconofeendovi indegno di sì eccelfo favore. Rinunziate ' ad bel ? Scapoli é 4 f ad ogni c$f a per giugnere a quella berrà di fpirito, e per godere di quella pace, che degni ci rende delle gra’ zie di Dio, de’ Tuoi favori, della Ina famigliarità, e del fuo {Iraordinario ajuto in quello Spirituale Combattimento. Il Colloquio con la Santifitma Vergine, che ha polleduta quella pace e tranquillità interna con maggiore perfezione d’ogn'altta creatura, e che meglio d’ogrt’ altro ci può iftruire per ao quinaria. Chiedetele quella grazia con umiltà, e confidenza. ESERCIZIO. Che per confervare la pace del cuore, hU fogna guardar fi da un certo telo indi fcreto per la falate del Projfimo L'Orazione preparatoria al folito. 1 s. f C Onfiderate, che I amor di Dio e quello del profilino fono in verità la ftrada ficura del Paradifo, e che Gesù Crillo ha detto dell’ tino, e dell’ altro ( Lue. 1 2. v. z$. ); Io lono venuto dal Cielo per accendere,un tuoco divino in Terra; e il mio maggior de O ? fide $4 6 11 Combattimento Spiri tu file -fiderio è di vedere, eh 5 euo abbruccl col fuo ardore tutti cuori. Notate però, che iebbene 1' amor di Dio non abbia nè limiti nè confini, quello del profumo ne deve avere; perchè fe non vi ufiama una certa moderazione, ci può nuocere grandemente, e potremmo faticando per fai vare gli altri perderci noi medelìmi Gesù Crillo ha coftituita la carità del Prollìmo come il fondamento della legge nuova, e di tutta la perfezione Criftianai e per quello motivo egli ne ha fatto un eiprelfo Commandamento, che chiama fuo per eccellenza, j e di cui fopra tutti gli altri inculca T cldempimento. In quella virtù, e non in alcun altra ha egli ripollo il carattere, che dee diftinguer quelli, che polfederanno veracemente il di lui lpirito, da quelli, che non I avranno jfe non in apparenza. Niente di meno dobbiamo pur amare il noftro profilino in maniera, che la nollr Anima non ne rifenta punto di difeapito.Rifogna umiliarci in tutte le noftre azionile cosj conofeeremo quanto polliamo per aiutare il nollro profilino : e {ebbene fiamo obbligati a dar buon elempio, non bifogna però lare mai cofa alcuna a que by Goog bel P. Sctipolt, 247 fio fol fine; attefo che perderemmo li noftra fatica, e ciò che faremmo, farebbe fenza noftro profitto. Bifogna fare tutte le cofe fintamente, e come molli dal fine di piacere a Dio folo, per adempire la fua fanta volontà, e per la fua maggior gloria. Imprimete quelle verità nel voltro Cuore. Domandate a noftro Signore il fuo Spirito, e pregatelo, ch’egli accenda quello fuoco divino nella voftr’Anima lenza mefcolanza di fuoco' (tramerò, Ralfodatevi irr una profondiflima umiltà.Deliberate di non impiegarvi nella falute del profilino, che per ubbidienza.. Il Colloquio con noftro Signor Gesù Crifto. Concitategli il defiderio, che avete, di formarvi fui fuoefempio nella pratica di quella virtù. II. C Onfiderate, che lo zelo della fallite delle noftr’ Anime non ci dee far perder giammai la interna pace, di cui parliamo. In verità dobbiamo avere una fete ardente, e un f omino defiderio, che ciafcheduno conofca la verità; che ciafcheduno s inebrj di quefto vi.no, e beva con avidità $ quello iat 1 &42 11 Cómbattimmto Spirituale latte r che Dio a tutti offerifce, e dotti gratuitamente, cioè a dire, dell’ amore della perfezione Criiliana, eh’ è come un latte per quelli che incominciano, e come un vino per quelli, che lono piu inoltrati: ma fa di niedieri, che quella V fete, e quella brama provenga dall’ amore, che portiamo a Dio, e non di uno zelo indifereto. Vi fono infiniti, che lembrano avere piu di zelo per la gloria di Dio negli altri, che in fe defili ij Hanno eglino in verità uno zelo di Dio, ma non è fecondo la di lui faenza: il folo ordine giudo zelo è, che noi correggiamo noi flefii del noftro prima di correggere il noftro proflimo, e che ftabiliamo T onore di Dio in noi prima di penfare a dabilirjònegli altri. Dio e quello, che deve piantare quella divina virtù nella folitudlne della nollr’ Anima, e che ne dee cògliere if frutto, quando gli farà in grado : A noi non tocca feminare, bada che prefentiamo a Dio la nodi’ Anima come una terra ben coltivata, e monda da ogni affetto delle creature] Dio fa il tempo, in cui ha da porvi la femente delle fue grazie, e quello, in cui dobbiamo rendere il frutto. Ricordiamoci fempre, che Dici fol vuole da noi la nollr ‘Anima, e chela vuo Tsl P. ScupólL vuole lìbera da ogni attacco. Doma moci a lui in quello flato, affinch'egli operi in noi fecondo il fuo divin beneplacito j e guardiamoci dal fargli alcun oflacolo col noflro libero arbitrio. Dimoriamo in ripofo lenza alcuna iollecitudine di noi fleffi, fe non di piacere a Dio, afpettando d' efler da lui condotti al travaglio. Il Padre di famiglia è ufcito di Cafa per cercar operarj : fpogliàmoci d' ogai cura, efol lecitudine di noi fleffi, e d'ogni affetto di quelle bade terrene cofe, accioc che egli ci riempia di fe lolo, e ci do ni ciò, che non avremmo ardito di peniare. Dimentichiamoci di noi fleffi, e viva il folo amore di Dio nella notti’ Anima j ma ciò da noi fi faccia fenZa inquietudine. Procuriamo di moderare il noflro zelo e il noflro fervore affinchè godiamo di Dio in una profonda pace, e la noflr Anima non diffipi il fondo delle file rendite fpiritua lì, che le è neceflario per fe, indifcretamente impiegandolo a vantaggio degli altri. Quello fant’ ozio è quello, cne fa i negozj, e traffica con Dio, e col di lui mezzo dobbiamo trafficare con efTo lui per arricchirci. Se vogliamo efler’ utili al noflro profilino c a noime Digit ized by Google Mo 11 Combattimento Spirituale definii, diamo la noftr’ Anima a Dior fiaccata da tutte le cofe terrene fenza alcuna riferva 5 perchè egli è, che fa il tutto, ed altro non vuole da noi, fe non che ci umiliamo alla fua prelenza, e gli preferiamo un’Ànima libera, fenza attacco e fenza inclinazione alle cofe della terra, ed anche fenza altro defìderio fuorché quello di piacergli., Imprimete bene quelli infegnamenti,' c quelle maxime nel voftro cuore.' Fate tutto il poiTìbile per regolare a norma delle medefìme il voftro interno. Implorate a queft’ effetto il lume dello Spirito Santo r Il Colloquio col voftro buon Angelo, acciò purghi co’fuoi lumi il voftro intelletto, e didìpi le tenebre, che vi potrebbono impedire dai guftare iftruzioni sì foavi, e falutari. III. C Onfìderate che li movimenti di quello zelo indifcreto, che hanno taf uni per la fallite dei proilìijno, fono come que’ falli Profeti, noftro Signore ci avverte di guardarci dicendo nel Vangelo : Guardatevi bene da q[ue fai fi Profeti y che vi fi pref emana con. fon le vefli menta dì man fatti Agnelli mX internamente fono Lupi rapaci: dalle loro operazioni e dai loro frutti lì conofcerete ( Mattb. 7. v, if. ). Infatti i loro frutti fono di lafciar 1 anima piena d’ inquietudine e d’ anfietà : e tutte le cole, che ci privano di quella pace interna fotto pretefto di qualfì voglia bene, fono altrettanti fallì Profeti, i quali fotto la pelle d’ Agnello, cioè a dire, fotto colore di zelo di procurare lafalute del prolfimo, sbranano la nollra umiltà come tupirapaci, e ci tolgono quella pace, e interna quiete sì necelfaria a chiunque brama d’ inoltrarli nella perfezione. 1 Quelli moti inconlìderati. fono una delle principali inlìdie del Demonio per porci in iicompiglioj per la qual cofa quanto hanno più d’apparenza di Santità, tanto piu devono effere efaminati prima della loro accettazione, con politezza, e con uno fpirito ben raflodato.nell’interna quiete e tranquillità. La pratica più lìcura in quello affare lì è, che quando quello zelo intemperante e indiscreto ci farà Sentire nell’ animo i! pungolo di qualche fpina, e che c’inlìnuerà il filo veleno, cagionandoci qualche turbazione con qualche llraordinaria Sollecitudine fotto il manto' dim bene i 2 ?t 11 Cotrib&tttmcMo Spir itti ale He apparente, ci adoperiamo nel medefimo tempo a tutto noltro potere, affinchè quella fpina non palli oltre, cavandola fubito, e ritirandoci in quella Città di pace, come in un -forte ben -ditelo, rilhbilindo il noflro interno, in una perfetta tranquillità, infognerà far ciò dolcemente, e lenza alcuna violenza nè anfietà, confervando la nollr’anima tutta pura a Dio, che abita nel fondo del nollro cuore, con una retta intenzione di non volere fe non ciò, che gli piace, a lui lafciando la cura di fervirfi di -noi, quando gli piacerà, e nel modo che gli farà più gradevole. Che fe ci accade di mancare a quella pratica, non bifogna perciò turbarli, ma 'umiliarli alla prelenza di Dio, ed imparare dalla fperienza delle noltre mancanze, come diportarci dobbiamo in avvenire, e come dobbiamo moderare, e regolare il noflro zelo per la lalute del proifimo. Procurate di conofcere con quale lpirito operate. Non fate mai cofa alcuna con fretta. Confervate fempre la voltr’ anima in pace in ogni fotta d’impiego. Conlervatcvi libero, e distaccato da ogni cofa, fe volete godere quella felice pace, e rendervi capace dello fpirito di Dio, il quale non dimora mai nelle folkcitudini, e turbolenze Il Il Colloquio con noftro Signor Gesti Grillo. Trattate con lui del defiderio, che avete di fervirlo nel procurare la fallite dell' anime; ma ripofatevi in lui, e nei voftri fuperiori circa f efecuzione. ESERCIZIO Come dobbiamo diportarci allorché fiamo caduti in qualche fallo per non perdere la pace dei cuore, e per ricuperarla f$ r abbiamo perduta, L’Orazione preparatoria al folito.. .I. . perchè per lo piu egli è un orgoglio leg reto, che produce in noi quelle fpine, che ci ftrazìano le vifeere, e ci pungono in mille guife. . Il Colloquio con lo Spirito Santo Pregatelo di diflipare le tenebre del voflro intelletto co’fuoi lumi. Pregatelo , d cfler con voi, perchè, come dice 1 Apoftolo, la libertà di fpirito è infeparabile dalla fua prefenza ( i, cor, 3, V0 1 7, Confiderate donde nafeano tutte quelle inquietudini e tenete per certo eh’ elle vengono principalmente da ciò, che noi non conofeiamo la nollra fragilità, e non Tappiamo come dobbiamo trafficare con Dio, con cui dopo ei-, fer caduti in tutte le immaginabili debolezze, li tratta più facilmente con un umile ed amoroia converlìone, che con la triftezza, ed afflizione, che li concepaca pel fallo cominelle Fermandoli foltanto ad dominarlo, Ea contrizione, che non abbia altro effetto che di turbare il cuore, e riempierlo di fcrupoli, non condurrà mai un'anima alla perfezione, ma quella bensì, che va con P a giun 7 a $6 II C ombattì mento Spirituale giunta con una confidenza piacevole i ed amorofa nella bontà e mifericordia di Dio. E quella è la ragione, per cui molti, che tanno flato della vita Spirituale, reflano. Tempre con lo fpirito abbattuto, e ciò perchè mancano di con-, Jìdenza. Stato, a vero dire, compaffionevole, che loro impedilce di renderli capaci delle maggiori grazie, che Dio aveva lor preparate; e il quale è cagione, eh' eglino menino una vita languida, ed inutile: nel che fono veramente degni di compallione, avvegnaché fieno al fommo biafimevoliji non voler fegiiitare che il loro proprio capriccio e Èmtafia, in vece dapprofittarfi di quel Talutari avvertimenti, che conducono un'anima per la.ftrada larga e Tpazioia delle Tubiimi e fode virtudi, alla Criftiana [perfezione, c a quella preziofa pace, che il nollro Signore ha lafciata in terra. Ciucilo, che quefti tali tàr debbono, E è 'indirizzarti ai loro Padri lpirituali con un cuor umile e docile,, e in tutti i loro dubbj, e Tcrupoli rimetterli interamente al loro giudizio, e dopo aver abbracciato il loro configlio flarfene in pace, ed in quiete. Concepite un lineerò, e verace fen.. timen -1 Del T. Seupolu: ì?-7 tlmeftto della vota fragilità e debolezza. Imparate a ricorrere a Dio con confidenza, nè vi lafciate mai vincere dalla pufillanimità, ma camminate pieno di confidenza alla prefenza di Dio confervando Tempre la pace del cuore, e la libertà di fpirito. Il Colloquio con lo Spirito Santo' come il precedente. C Onfiderate come dobbiamo dipor tarci nei peccati più gravi e maggiori del folito, in cafo che Dio permetteflfe che vicadefilmo, ancorché foffero frequenti, e ciò non per fragilità, maper malizia. Primieramente non bifogna turbarli plinto, nè lafciarli predominare dal te-, dio, amarezza, o inquietudine, nè bifogna trattenerli lungo tempo a confiderare, o Terminare il noftro peccato; ma devefi ben tofto far matura riflefrione fopra la nota debolezza, e miferia con una profonda umiltà. Dob-' biamo altresì concepire un.fanri Odiocontro noi ftefii, e in quella difpofizio' ne rivolgerci amorofamente a Dio, e dirgli. Mio Dio confefifo d’ aver fatto ciò, che non mi era in alcun modo per ' P i mef if il Còmbcttumentò Spirita dé mcflfo; ma Signore, che potete mai afpettarvi da me altro, che fomiglievoli iniquità, fe voi non mi fortificate colla vodra grazia? nò certamente Signore io non cefl'arei mai dall’ offendervi fe loffi sì difgraziato d’edere abbandonato da voi, e fe non vi degnale dì foftenermi colla vodra Mifericordia, di cui vi rendo mille ringraziamenti. Defedò, e mi pento del peccato, che ho commeflb, e ve ne chiedo perdono Mio Dio fatemi la grazia, che non v' offenda mai più, c dhe niuna cofa del Mondo ila capace giammai di feparar mi da voi.. Fatti quedi atti, non bifogna perder tempo, nè inquietarli penfando, opur anche temendo, che Dio non ci abbia perdonato; conciofìachè tali rifleffioni non fono, che orgoglio, perturbazione, perdita di tempo, e inganni del Demonio i ma è duopo porci intieramente nelle braccia della fuaMifericordià, e profeguire i nodri Eiercizj come fe non aveffimo punto errato : c quand’anche ricadeifimo più volte nel liiedefimo peccato, dovredimo fempre ritornare al medefimo Efercizio la feconda, la terza, e 1’ ultima volta con la fteffo coraggio, e la medefima con fiden fetenza delia prima j perchè ciò facendo venghiamo ad onorare di più la bontà di Dio, di teui fiain tenuti ad avere un altiflìma idea èfenti mento fermamente credendo, che egli è infinitamente buono, e che la fua pietà r e milericordia verfo di noi infinitamente è più grande di quello immaginare e penfare polliamo. . In tal maniera diportandoci ufei rem® dal noftro peccato con gran profitto r ricavando da quella efperienza una chiara cognizione della noftramiferia, atv ballandoci ed umiliandoci avanti a Dio riconofcertdo la fila Mifericordia amandola, lodandola, ed efaltandola inceffantemente : e con quelli atti riforge. remo con Tajuto di Dio dal nollropec cato, e faliremo più in alto, che donde fiamo caduti, fe ogni volta li faremo come fi deve. Quell’ filerei zio è egualmente gradevole a Dio, e formidabile a Satanalfo, iL quale niente lafcia intentato perrenderci.neghiteli e tardi a praticarlo, o per diftogliercene : e pure egli è di tanta, c sì grande importanza, che quanto più V 3 abbiamo di difficoltà, o di ripugnanza, della fua Bontà, e un lìcuro fegno della fila prefenza nelle nollr’ Anime. L’Obblazione. Offeritevi a Dio co tin Santo delìderro d’ offervar fedelmente tutte le iftruzioni, che abbiamo notate in quelli quattro Efercizj pdr confervare la pace del cuore e fare della nollr’ Anima una Città di pace, in cui Dio fi compiaccia d’ abitare, rifolvendovi a quell’eletto di non ammettere giammai nel voflro cuore alcun pensiero, folleeitudine, fcrupolo, fuggeflione del Demonio, o movimento del voflro pravo appetito, che pollano cagionarvi il menomo turbamento. E fé per infermità, o per altro accoglielle alcuna di quelle cofe, o altre capaci a re y carvi la menoma inquietudine, sforzatevi di difcacciarle con tutta la diligenza, promettendo di fcrvire a Dio con la maggior libertà di fpirito, che vi farà potàbile, e offerendovi a lui per quello effetto. La lezione Spirituale pel fettimo Giorno. V v Che biffanti conferva la pace del mere nelle pene interne j il che et fommìntftra uri altro foccorfo import antì filmò inattefio Spirituale Combattimento. V . D io non lafcia mai cT efercitare Coloro, che feorge portati da un fante, e generoio dedderio d’ avanzarli nella perfezione Cri diana, e nellacquifto delle Virtù per renderli degni delle fue grazie, e della fua famigliarità. Per quello motivo egli li efercita mediante mente e nel! interno, e al di fuori $ per il che dobbiamo continuamente dare in guardia del nodro cuore per confervado Tempre tranquillo in prezzo di tutte quede prove. Quando noi faremo impegnati nella travagli ola carriera della Virtù,. di dovente ci accaderà di, lentirci agitati, e privi di queda Tanta e felice tranquillità di cui trattiamo, e dai varj movimenti del nodro cuore fi follevetà come una. polvere, che ci farà importuna nei nodri Combattimenti, e fpirituali Efercizj.. Dobbiamo però credere con certezza che Iddio permette quede cofe per lo . P 6 no-, ' 16 11 Combattimento tyirìtuttlé noftro maggior bene. Bifogna ricordar' ci, che quella è la Guerra, in cui li Santi hanno raccolte lepalme, e gli allori, de’ quali fono Itati coronati, e ed è certi (Timo, ch‘, egli non riporterebbe mai vittoria Sopra di noi, fe fofiimo così felici di eonfervare quella preziofa paceinmez. zo d’ogni forca d’accidenti, come al biamo detto.. T)d i Scapoli. 177 7 Frutto del Giorno. Il frutto di quella giornata debb’effere. Primo, una gran diligenza in prevedere tutto ciò, che potrà cagionarvi del turbamento ed inquietudine, o qualch’ altra interna pena, alfine di non accettarlo in alcuna maniera, o in calo l’abbiate ammeifo nel voltro cuore per di (cacciamelo incontanente. Secondo, di non abbracciare ne anche i buoni defiderj, :fe non dopo t un diligente fcfame s’ elfi provengano da Dio, ed ammettendoli come tali, di mortificare primieramente l'ardore e la follccitudine, che potrefte avere per eleguirli. Terzo di non afcoltare punto i rimorfi, e le riprensioni interne, le quali, vi cagioneranno dell’inquietudine, c abbatteranno la voftra confidenza. Quarto di non ammettere punto, ne fomentare l’interno rammarico, allora quando le cole non vi riusciranno fecondo le v olire brame, e ripugneranno alvoflro amor proprio, e Secreto orgoglio. Quinto d’ applicarvi all’ acquifto della pace interna con pazienza e perfeveranza, con la pratica dei precetti contenuti nei tre primi tefercizj, facendo tutto il poffibile per guadagnare ogni giorno qualche cofa {opra voi fteflb, e il tutto afpettando dalla bontà di Dio, il quale debb’ egli fletto fabbricare quella città di pace nella voto' anima. Seflo d' applicarvi dal canto voftro a gittare i fondamenti di quella città di pace, che fono Y umiltà, e la pazienza con Y amore delle umiliazioni, dei difpreggi, e di tutto ciò, che potrà fervire a mortificare le vottre palloni, imperciocché la vera pace è quella, che nafce nell anima per quello mezzo. Settimo d’avere una gran cura di conservare la vollr anima pura, e libera d’ogni affetto alle creature, e ila tutto ciò, che non è Dio, affinch’ egli vi faccia il fuo foggiorno, e la riempia dei fuoi doni, e delle fue grafie, che fono infeparabili dal vantaggio di lua prefenza. Ottavo di moderare il vofiro zelo per la fallite del proffimp confettandovi, e riconoicendovi per un fervo inutile, e non intraprendendo alcuna cofa che lo riguardi, che pel puro fine delfonore e della gloria di Dio, confervandovi fem pre Ubero e tranquillo, ne pretendendo altro frutto dalle voftre fatiche, he Y adempimento dei divino volere. ' i Nc i r Dèi P. § cut oli, ±y$ Hono di praticare fedelmente ciò, che abbiam detto nel quarto. Efercizio in calo, che cadiate in qualche peccato per fragilità v o altramente. Finalmente di raccogliere il deli ziofo frutto della pace del cuore, diportandovi nelle aridità, ed altre pene interne nella maniera, che abbiamo accennata nella Lezione Spirituale. Tini dèi fettimo Giorno ' -., Confiderate, che non bifogna mai trafeendere alcuna occafìone di praticare la virtù, ne allontanarci dalle cole contrarie, che polfono Servire a queft effetto 5 per cagion d’efempio, defiderando d’acquiftar la pazienza, non bifogna allontanarci da quelle perfone, da quelle azioni, e da quei penfieri medéfimi, che ci cagionano deirimpazienza. Bifogna converfare indifferentementé cori eiaftheduno, ancorché ne riceviamo della noja, ed averfempre la volontà pronta, e difpofta a foffrire tutto C V: T '.ciò. 3 Del P. Scupoli Ciò 5 che ci farà contrario 5 perchè fa-' cencio altri mente non fapremmo accostumarci alla pazienza, di maniera che, fe per efempio, qualche occupazione ci dil'piace o per fe ftefla, o per rapporto a quello che ce 1 ha addogata o perchè ella ci diltoglie dal farequalch altra cola che ci farebbe più gradevole, non biiogna per quello lafciar d. intraprenderla o di terminarla, non oftante Tinquietudine che vi potremmo fentire, e il ripofo e la quiete, che ne provareflimo in lalciandola, perchè quella quiete non farebbe già quiete d’un animo, purgato dalla palfione, e di virtudi adorno. Lo llelTo è dei pensieri, che ci inquietano e travagliano'. lo fpirito, i quali perciò non dobbiamo difcacciare da noi, imperciocché colla pena che ci recano, ci avvezzano ad efercitar la pazienza, e a tollerare noi fleilìj e fe faceffimo altamente, ciò farebbe fuggire la fatica ed il travaglio, non dil'porci ad acquistar la virtù. Egli è vero però, che i principianti devono in ciò ufare gran prudenza, ora prefentandolì alle occanóni, e poi tallora allontanandotene, fecondo che avranno più, o meno di virtù.. Non biiogna però mai rivolgere affati R l 50 294 U Combattimento Spirituale to le fpalle, e fuggire tutte le occafioni di contrarietà, mentre che ciò ci renderebbe piu fiacchi per le occafioni Tegnenti Non pretendiamo però di parlare qui del yizio dell’ impurità, perchè} ficcome detto abbiamo a luo luogo, fi debb’ egli combattere in una maniera del tutto differente Arroflitevi della voftra codardia. Pentitevi d’aver perduti tanti meriti e fante attuazioni,' che avrefte potuto acquiftare, fe avefte abbracciate le occafioni di fare degli atti di virtù quand effe fi fono prefentate. Rifolvetevi d abbracciarle generolamente in avvenire,, non oftante tutte le ripugnanze, che vi polliate ritrovare. Il Colloquio col voftro buon Angelo 5 efponetegli la voftra debolezza. Rapprefentategli il bifogno, che avete della fua afliftenza per applicarvi generofamente a ciò, eh è più malagevole, e più afpro neJT acquifto della virtù. CCNSIDEK AZIONE. N On oftante ciò, che poc’anzi abbiamo detto per i deboli, e per quelli che incominciano, confiderate che non folamente non dobbiamo fuggir le occafioni, ma che dobbiamo ab... brac byGoc ; Del P. Scapoli..'. tracciarle generoi'amente rodo eh effe fi prefentano, e che dobbiamo quelle tener più care, che fono le più difguItole ai nodri fenfi, effendo le occafio-. ni li mezzi proporzionati, cd anche neceffarj per acquidar le virtù; talmente x che allora quando domandiamo le virtù chiediamo altresì le occalioni per acquiftarle; altri mente ia no h a Orazione li contradirebbe, e farebbe un per, dere il tempo il pretendere di diventar virtuofo in altra maniera. Iddio qo$ dà la pazienza fenza le 'tribolazioni t ne Y umiltà fenza i difpregi, Cosìque e di tutte le più nere malizie o ingra 4 fitudini, che pollano efier ufate contro 4 di voi. Il Colloquio col vollro buon' Ange R l 1. Jo. Pregatelo, eh 3 egli vi raflodiinuiu sì generofa rifoluzione, e che accrefca il volito coraggio colle fue ifpirazioni, e con i fuoi lumi. ESERCIZIO . s Che non bì fogna punto determinare il tempo che dobbiamo impiegare nell ac qui fio delle virtudi L’Orazione preparatoria al folito, I. r , C Onfiderate, che non dobbiamo preferì vere il tempo da impiegarli nella pratica di ciafcheduna virtù per acquiflare V abito, e che s quefto tempo fi deve regolare fecondo il bi fogno di ciafcheduno in particolare, e principalmente fecondo i progredì, che fe ae fanno. Egli è vero però, che fe vi fi applichi a dovere, e fi pratichi fedelmente tuttqciò che fi deve a quello effetto, fi farà molto cammino in poco tempo 5 e avvegnaché non fi s 3 avvegga di quello progreffo, fidevenon dimeno profeguir fgiripre i fuoi eferci4 con. gran coraggio, e lineerà confidenza in Dio, il quale ben fa ciò che ci è wceiforiQ, c quando, e come egli -debba farci godere il frutto de' noiìtfi travagl;. : Considerate, che polliamo giudicare del progreflo, che abbiam fatto nella virtù, dalia maggiore o minore contradizione, che {offriamo nella parte inferiore in produrre gli atti della virtù, imperciocché, quanto più quella parte perde le file forze, tanto più convien credere, che la parte fuperiore la fuperi, e fi faccia vieppiù forte e robuila j talmente che non fentendo punto di contradizione, ne di repugnanza nella parte inferiore anche negli affliti improviiì ed impehfati, egli è uft fegno, che fi è acquieta la virtù; e quanto più le noflre -azioni faranno accompagnate da prontezza, ed allegrezza di fpirito, tanto più potremo eredere d'aver approfittato in quello efercizio ri; Un’altro indìzio certiflfimo fi è, 'àU forche neli'ariditò, t nelle tenebre de! anima non trala feiamó 1 di continuare coraggkfamente fi ftofiri efercizj, quantunque fiaixio privi delle fpiritiiali dolcezze, e forno in una inezie di lar 'gui dezza nel noflro interno, -'‘Fate gran sconto di quelle iflriizioni. Bramate ardentemente di gìtignére R fo® Il Combatti Mento Spirituale a quello felice flato, in cui polliate far gli atti di virtù lenza alcun contrailo r &eljle armi, che ci fono necejfarie rnque fio Spirituale Combattimento : che l orazione è come C Ar fienai e in cui tjfie fi ritrovano, e ielle iifpofìzÀoni, con le quali bi fogna pregare % A Sbiam detto, ne! quarto efermio del prmo giorno, che ikcome entriamo in quefto Mondo come in un campo chiufo, in cui è duopo neceffariamentc combattere, cosi dobbiamo Tempre tener preparata il noffro ’fpiri to, e come fulL armi contr 1 ogni forra di nemici : e poiché non ci poliamo afpettare dalla corruzione della nollra natura, dall 3 invidia dei Demon;, e dalla malizia degli Uomini, che continue iorprefe; dobbiamo Tempre camminare ben muniti, e ben 3 armati ad dempio di coloro che viaggiano in paefe nemico. Al Del P. Scapoli. Abbiam detto ancora nel mede fimo luogo, che la refiftenza, e la violenza fono le prime armi, di cui bifogna fervirfi; ma non abbiam per anche aperto l’Arfenale, ove fono tutte quelle, che ci fono neceflarie, Quell' Arfenale non è altro, che f Orazione, la qual è £ome la Torre di Davidde, da cui permOtio mille Usberghi, e militari infegqè ed in cui ritrovanfi tutte le armi recedane per quefto Spirituale Combatti fifento. Noi ritroviamo nelle facrc Carte che T Orazione viene paragonata ad uno feudo, e ad una Spada; che Iddio fi fa prefente alle noftre orazioni. e eh egli dello è quefto Scudo e quella Spada pel foccorfo, che ci apprefta J di maniera che 1' orazione è propriamente come un'Arfenale del Cielo, in cui ritrovanfi quelle armi femprevittoriofe, poich'ella ha quella virtù di renderci Dio prefente, e di trarlo al. noftro foccorfo. Non v'è altra nazione, per gloriofa e florida, ch'ella fia, cui polla daifi vanto d' aver sì vicini, e propi?; i fuoi Dei, come a noi è vicino il nollro, e favorevole alle noftre preghiere: così diceva Mosè al fuo Popolo per animarlo concio coloro che V. . ‘, oc 3 04 H Cómbattìmtnto Spirituale occupavano la Terra, che Dio prOrrtef fa gli avea. ( Deut, 4. v, 7. ). Così quando noi preghiamo, avvegnaché ' non veggiamo alcuno, ne alcuno ci ri f ponda, Dio però è prefente perdonarci Tajuto che c'è necelfario. QuaTorat farete nella battaglia, dice Ifaia, invocherete il Signore, ed egli vi afcólterà, e vi farà conofcere, che VI affili© con la fua prefenza ( if, ?8. v, y. ) anzi ch'egli llelfo lìa il tuo feudo, e la tua fpada, e quello, che riporta tilt-' ti i tuoi trionfi ? ( Deut, 13, 1$, ) Quelle parole ci danno chiaramente a conofcere, che T orazione è un A r feriale, in cui ritroviamo le armi, chea, iono necelTarie in quello Spirituale Coirti battimento, le quali non fon' altro, she Tajuto dà Dio, che fi a prp lenta .?0 che Dio è in fe medesimo, la fua grandezza, la fua potenza, la fua maeftà, la fua bontà, e T altre fee perfezioni, che lo rendono infinitamente degno &' eSfer fervito, e odorato. Bifogna altresì considerare ciò, ch'egii ha fatto per noi, e fin dove egli 5' è abballato per lo Spazio di trentatre anni, com' egli ha fanate le putride cancrene de.noSlri peccati non con oglio, o vino, come il Samaritano dell' Evangelio, ma col fuo preziofo Sangue, ch'egli ha verfato da tutte le Vene del fuo Corpo a colpì di battiture, di Spine che gli traffi fiero il Capo, di Chiodi che gli trapalarono e mani e piedi, e di Lancia, che gli fquarciò il facrato fuo Seno. Finalmente bi fogna considerare quanto ancora intereSTar ci debba il vantaggio che riportammo dal fervir Dio in verità e con fincerìtà di cuore poiché per quello mezzo trionfaremo di noi Stelli, del Mondo, e del Demonio, 4 diverremo figliuoli di Dio, L by Gool Del P. Scapoli. ?07 % La feconda difpofizione è d'avere' ufia fede viva, ed una perfetta confidenza, che Dio ci donerà Scuramente tutto ciò, che ci,è neceflario pel fuo fervizio, e per lo noftro bene, Quella fiducia è il Va fa, che la mifericordia di Dio riempie del teforo delle fue grazie, e quanto farà egli ampio e capace, tantopiù in abbondanza la nolira orazione otterrà lì doni di Dio; imperciocché qual apparenza evvi mai, che un Dio onnipotente, d' una bontà infinita, e fempre 'Uguale a fe fteffo, ricufi di compartirci i fuoì doni e le fue grazie, s'egli (ledo c'invita, e ci follecita a domandargliele? e c aflicuraancora, eh' egli ci darà lo fpirito dei fuo divino Unigenito, acciocché pofliamo pregarlo con maggior fiducia purché noi glielo chiediamo con pro fonda umiltà? La terza difpofizione è di portarli adorazione con un fermo proponimento di fare la volontà di Dio., e non la noftra, fia nell' atto del chiedere, fia nella premura d‘ ottenere ciò che chiediamo, applicandoci a pregare perché Dio lo vuole, e bramando d a efiere efauditi per la medefima ragione. In %u;te le polire preghiere dobbiamo ave Digìtized by Google J08 II Combattimento Spiri tu al e te quello fine generale, d'unire e conformare la noto volontà a quella di Dio, e non pretender mai di far piegare la fua alla noto : imperciocché eirendo queda infetta e corrotta dall amor proprio, di fovente s inganna in ciò, che domanda, laddove quella è Tempre Tanta, e giuda, e d’uha bontà ineffabile, che non può errare giammai, ond'efler deve la regola di tutt i noftri defiderj, e noi dobbiam feguitarla, e con formarvi ci, e fottometterci in tutte le cole di maniera, che quando domandiam qualche grazia, e dubitiamo fc fia giuda il divino volere, dobbiam chiederla con condizione, e non volerla, ne bramarla fe non in quanto ella fia conforme al Tuo divin beneplacito E per le cole, che Tappiamo elTer fua volontà, che gliele chiediamo, dobbiamo defiderarle e domandargliele perla jtiedefima ragione, e non per la noto foddisfazione, ne per alcun fine, che torni in noftro vantaggio, bcnch ella fia buona, ed anche Tanta. La quarta difpofizione è, che bifogna andare all’ orazione con opere cor-' tifpondenti alle richiede, che gli vagliamo fare, e-dopo 1 orazione dobbiamo diportarci in maniera, che cir r' r by Godale T)el P. Scupoli. $09 rendiamo degni delle grazie, che gl! abbiamo richiede. L 3 Efercizio della mortificazione debb eflere talmente congionto con quello f dell orazione, che 1 uno e 1 altro fi raggirino infìeme come in un perpetuo circolo, altrimenti fenell J oraz ione chiediamo la virtù fenza porci in iftato dì acquiftarla con la mortificazione, egli è più todo tentar Iddio, che pregarlo in ifpirito, e verità. Ciò deve recarci un Santo timore, perchè come dice Y Apoltolo, non bi fogna burlarli di Dio ( Gai. v. 7. ) Bifogna ancora, che le noflre preghiere fieno più di foventc precedute da umilifiimi ringraziamenti per li benefizi, che abbiamo ricevuti da Dio, pregandolo filantemente, che giacche gli ha fatto tante e fi gran cofe per i noi, non ci voglia negare una nuova i grazia, che fiamo per chiedergli, e che : non abbia riguardo alle noflre mancan3 ze, e ingratitudini. Bifogna altresì fup plicarlo per ciò, che è in fe medefi ► rao, per li meriti del fuo Unigenito, per quelli della Santfifima Vergine e ► de Santi, e finalmente per 1 adempimento di fue promeiTe, perchè ci con :i ceda la grazia, che gli domandiamo. La 2 io 11 Combattimento Spirituale ’ ' La quinta difpofizione è la perfeve-’ ranza. Ella debb’ edere sì collante, che per quanto Iddio ritardi ad accordarci ciò che gli chiediamo, c rafTembri ancora d J avvinarci con mille fegni contrari, che non vuol farcela, non perciò dobbiamo mai ceflare dal pregarlo, anzi quanto più ci lembra, eh’ egli ci xicufi, più dobbiamo compiacerci in quella umiliazione, ed acc re licere la nolira confidenza nella di lui bontà infinita; e tanto più èli faremo gradevoli y quanto più co-lami, e pieni di confidenza nelle nofire maggiori defolazioni. La feda difpofizione è la gratitudP ne.. Noi dobbiamo tempre tributare a Dio umili rendimenti di grazie nel fine della no'.fra orazione, e riconofcerlo ugualmente pieno di fapienza, e d amore per noi, fia, che ci conceda, fia, che ci neghi le grazie, che gli’ chiediamo, restando tempre tranquilli, e contenti con una perfetta, ed immutabile -fommiflione ai decreti adorabili della fua divina providenza; E quando piacerà a Dio d'efaudire le noftre orazioni, e di compartirci i fuoi favori, bi fognerà ringraziamelo „ come ancora' di tutte le vittorie che riporteremo, di 1 M ‘ tut. r t tutù gli atti di virtù, e di tutte le buo- ne opere, che faremo. Per eccitarci a queft’ umile riconoicenza biibgna fervirci delle feguenti connderazioni... Primieramente bìfogna ponderare il; fine, che muove Iddio a compartirci le due grazie, conciofiache da quella confiderazione dipende il vero fpirito di gratitudine,. . P ?e, fi prefigge in tutt i luoi benefizi e la tua. gloria, ed il note) vantaggio per obbligarci ad amar-, lo, ed a fervido. E'duopo pertanto in primo luògo confiderare oon qual potenza, con qual fapìetiza, e bontà Iddro n comunichi le fue grazie, ed in lecondo luogo, che non v è cofa in noi, che abbia potuto rendercene definii perilchè dobbiamo contenderci ah la.fua prefenza, ed entrare in una proronda ammirazione della tua bontà ai noiho riguardo, poiché noi altro non uamo àgi occhi fùoi, che mi-feria e quindi poi -benedire il fuo fanto nome,e diicendere m copi oh -, ed umili rin- graziamene, Secondariamente Veggenti 0 ciò., die Dio da noi pretende co' fuorbenefizj, che non è altro-, fe non che i amiamo i'onpriamo, ehjfervia- mo. r 7? j 5 1 1 11 Combattimento Spirituale mo, a tutto notlro potere, bifogna ecdj tare in noi un ardente brama di farlo, ed offerirci a lui per queft’ effetto. Queff è la fettìma aifpofizione, che corona tutte P altre, ed eccone la pratica. :; ' Per fare a Dio un’offerta di noifteffì che gii fi a grata, fa di meftieri, eh ella abbia due condizioni; la prima è r unione della nostra offerta a quella di Gesù Cri lo; la ieconda è, che la nofaa yolontà fia interamente fpogliata d J ogni fletto, e d 1 ogni attacco alle creature. l :, v Per la prima condizione fi deve fupporre, che mentre Gesù Cri lo viveva l'opra la terra, faceva un continuo Sacrifizio all’ Eterno fuo Padre non folamente di fe iltffo, di tutte le fue azioni, di tutt’i fuoi patimenti, ma ancora dei no tri, che avea perfettamente prefenti. Noi dobbiamo adunque unire le no tre offerte alle fue, ed ancora non dobbiamo far altro che una fieffa offerta con lui, nafcondendoci dentro il fuo cuore con tutto ciò che offerir gli vogliamo, e facendo la noftra offerta nel luo cuore, e col fuo cuore divino. Per la feconda, conviene ben efaminare prima di fare la noib offerta, fe ) W la noftra volontà abbia qualche attacco alle creature i perchè ciò e (Tendo, bi fogna prima ricorrere a Dio, e predarlo ad affiderei con la Tua grazia ed il Tuo ' fpirìto, e di darci forza per rompere quello legame: impercioccnè fe noi damo attaccati alle creature, offerendoci in cotal guifa a Dio, gli offeriamo ciò, che non è noftro, ma d'altri, e quindi proviene, che te noftre offerte fono il più delle volte Rifiutate, e a noi ritornano fenza frutto e Dio permette ancora, che di fovente cadiamo in gravi mancamenti in pena della noftra infedeltà, e pel pocorifpetto e riverenza, che abbiamo della Tua adorabile maeftà nelle noftre preghiere. Noi veramente polliamo offerirci a lui nello dato in cui ci troviamo, con tatti noftri attacchi e con tutte le nolire imperfezioni, ma dobbkun farlo, perchè fi muova à pietà della noftra liuteria, pregandolo ad affiderei colla iua grazia perchè ci lpogliamo interamente d'ogni affetto difordinato -alle creature, ed a noi medefimi. Per fare un 1 offerta che gli fii gradita, nondob 1. a cui dobbiamo raflegnarci perfettamente, ponendo in obblio le creature, e non avendo che lui avanti gli occhi -, per confettarci a lui in [perpetuò olocaufto. '. ' ’ Di quella pratica dobbiamo far’ ufo principalmente nel tempo delle avverata, e fe fedelmente la adempiremo, ne raccoglieremo un frutto inetti inabile i noi faremo interamente di Dio, e Dio farà tutto di noi, eflendoegli tutto di quelli che fi fiaccano dalle Creature e da fe medefimi, e che fi danno pienamente a lui. Coietto perfetto difiacco è un mezzo pouentittìmo per vincere i nottri nemici; imperciocché, che non puote colui, il quale altro piu non è, che una co fi medesima con Dio, e qual potènza potrà giammai nuocere dii è' come trasformato in Dìo? Quelli che faranno le loro orazioni con tutte quelle difpofizioni', vi ritroveranno, come im un’Arfenale del Cielo, le armi offenfive e difenfive, che ' fono neceflarie in quello Spirituale Conibattimenti. Del P. Scapoli . 31 S' 1 t X 1, Frutto del £ ottavo Giorno I L frutto di quella giornata debb’ effere. Primo 5 di ridurre tutt’i voftri Eterei zj Spirituali a combattere le vollre paflloni, ed a praticare le virtù crix ftiane. Secondo 5 d’ ufare una gran discretezza nella pratica delle virtù efleriori non facendo co fa, che col configlio, e con la direzione del Confeflbre, ficcoirie detto abbiamo nella terza confiderazione del primo eierc i zio. Irzj di non limitar punto il tempo, che dovete impiegare nell acquilo d’ una virtù, ma di rieoininciaróogfti giorno di nupvo fenza fermarvi giammai nel volilo cammino „quafi folle lìcurì d'aver acquiilata la virtù a cui afpirate, e perciò traforando d’ approfittarvi delle 00cafioni, che fi presentano benché leggiere, Quarto', d’abbracciar cortamore tutte le occafioni, che li prefeuteranno per praticar le virtù, e particolarmente,k più ardue, e malagevoli. Quinto', d’applicare il volilo cuore all acquifto delle virtudi, e d’indirizzare a quella mira tutte le voftre azioni e tutte le voflre occupazioni. Sejlo ', di praticare tutte le virtù, ma d’ intraprenderle una S 2 dopo 3 16 11 Combattimento Spirituale dopo T altra, e di travagliare al loro acquifto facendo fervire alla pratica della virtù, che vi farete propofto d' acquifere, tuttociò che farete, e tutte le occafìoni, che fi prefenteranno, avvegnaché differenti fra di loro. Settimo; di fare ciafcun atto di virtù con tutta la perfezione, che vi farà potàbile. Ornon intepidirvi giammai, o dare addietro, ma di perfeverare collantemente non ofenti le difficoltà, che potrete incontrare. Nono; d’ andar incontr o alle occafìoni non folamentecon gran coraggio e ferma rifoluzione, ma altresì con prudenza praticando efattamente ciò, che abbiamo accennato nel terzo efercizio. Decimo j di non creder mai d J aver acquifeta perfettamente una virtù per qualunque facilità, che v'abbiate nel praticarla, ma di condurvi in maniera, come le incomincìafte ogni giorno, diffidando Tempre più di voi j.o ’ e mantenendovi in una profonditàma umiltà. Un&ecimoy finalmente di ar gran conto dell'orazione, e porvi nelle difpofizioni, che abbiamo eipofle nella Lezione Spirituale, fe volete ora re utilmente,. e con profitto Uno dell' ottavo Giorno v w |MO I $17 f NONO giorno;. Degli artifizj, de quali fi ferve i! Demonio in quello Spirituale Combattimento.,, ESERCIZIO. rima sbrigarmi da quella affare, e poi da un’altro, Quella parola non è certamente da Uomo che te me Iddio, ma da Uomo che diilìmulà il fuo male, che il sforza d’ingannarfi e di nascondere a fe Hello la Tua prò- pria mi feria. Oh verità llravagante i Oh diabolico inganno, che ne ha perdei? e ne perde mohiflimi ogni giorno i i I 3 a 11 Combattimento Spirituale' no ! come fe in un’ affare sì importane te, in cui fi tratta della falute dell'anima per un’Eternità ed anche dell’onore di Dio, non fofTe anzi meglio, e neceffario il dire, adeffo, fubito, al momento. O quale floltezza il differire dì tal maniera 1 poiché quella dilazione nori ci ferve ad altro, chea moltiplicare i noftri peccati, che a farci cadere in più gravi difordini e vieppiù allontanare da noi la grazia, che ci farebbe neceffaria per liberarci dalle noflre colpe; e ciò, che è ancora piu fpaventevole, poiché quella dilazione non ferve’, che a compiere’ la nollra mifùra, mentre 1 abito che fi contrae nel male, fi fa preffo che invincibile, e come una feconda natura per la perfeveranza., ' V Abbiate compatimento' della cecità di coloro, i quali ufano quelle dilazióni. Pregate Iddio, che faccia loro fconofcere il pericolo in cui fono, e loto’ dilveli la malizia, e gli inganni def Demonio. Il Colloquio con lo Spirito Santo; chiedetegli le medeme cofe per quelle povere anime accecate. Confiderate, che il rimedio aquefta infermità è una pronta obbedienza alle divine ispirazioni, non folamente per deliberare ? ma altresì per efeguire, imperciocché qui fi tratta deli efecuzione, e non folamente dei buoni proponiménti i quali non fono che lufinghe e paffatempi, fe non fieno, fé-, guitati daireflrettos altri mente, egli èun lafciare Tempre luogo alla tentazione, la quale facendoci così differire la, noftra.converfione, infenfibilmente ci. conduce nell eterna noftra.condannar jgione. ' ' Fate ftima di quefto rimedio. Proponetelo a coloro, che ne avranno duopo. tifatelo per voi, affine diufeire dalle voftre imperfezioni,. Il Colloquio con Io Spirito Santo,. ficcome quegli, che opera lagiuftifìcazione, e la fantificazione delP anime „ Implorate la di lui aflìftenza per F a-, riempimento dei voftri buoni proponimenti. I $4 il Combattimento Spirituale ESERCIZIO. jftolle arti che ufa il demonio contro co loro, t quali falf amente Ji danno a credere di battere La firada della per fezìoné. l’Orazione preparatoria al folito 4 T C Onlìderate, che le arti, e Rratagemmi più pericoloù del Demonio contro di Coltoro fono, di far sì, ch'eglino pongano in non Cale il penitero di domare le loro paflioni, e in vece d’ attendere a Combatterle, ed a far loro la dovuta relìftenza, s' interi tengano in penlìeri d' una perfezióne, immaginaria, e lì pafcano di certe brame, che non fono per avete giammai il loro effetto. Lo flato di quelli tali è un certo dolce abbandonamelo ai penlìeri di voler' edere di Dio, di voler fare la fua Volontà, e d' amarlo con una interna tranquillità e calma, in cui lì tengono 'lìcuri, e da cui nondimeno paffano ad una difpofìzione molto pericoloni; imperciocché in vece d’ operare con lo Spirito di Dio, eglino on operano che ctl loro proprio, eli for.V 3Jgle Del P Scupolì . formano dei falli lumi e delle vilìoni bugiarde, che li conducono nei precipizj, da 1 quali è difficiliflimo di cavarli, poiché non feguono che i lorofenfi, e ciò, s che la natura corrotta lor fuggerifee di rifplendente e di dolce 5 e le loro s 1 addomanda ciò che bramano, dicono ingenerale, tuttociòche vuole Iddio.. Fanno eglino dei gran, defiderj, fanno magnanime rifoluzioni fopia cofe lontane che non. verranno, giammai, e trafeurano le cole prefenti e. così lo. fpirito menzognero e ingannatore della natura, o del Demonio li prende giuoco di loro con dei lumi ofeuri e tenebro!!, e con unafalfa pace, che vieppiù li precipita. Abbiate compallione di coloro, che fono in uno Hata sì deplorabile. Rifolvetevi di camminar Tempre per la ftrada ce lede dell’ Umiltà, e della femplicità criftiana, Compatite quelli, che fi lafciano in cotal guii'a ingannare perchè privi di vera umiltà. Il Colloquio con lo Spirito Santo;i Pregatelo, che difciolga le tenebre di guelV anime infelici col fiio lume, e elle non permetta mai., che cadiate in lacrimevole accecamento, X CON I ì ' .jiS It Combtvtìmtnto Spirituali . t C Onfiderate, che il ri medio più fi ciiro condro un abufo fi grande è, di combaptejre Je palfioni che prefentemente c alfalgono, conci ofiachè con quello mezzo conoiceremo fe ji noftri buoni proponimenti fieno veri o fallì, generofi o codardi, e così camminaremo in verità e con fincerità nella dirada della perfezione, jE quanto ai nemici, i quali punto non ci moleftano, non bifogiU andar loro all incontro, ne venir con elfi alle prefe, le non prevediamo, che fieno quanto prima per aliali rei, imperciocché allora farà bene di prevenirli con gagliarde rifoluzioni, e 4’ abbatterli inifpjrito, a fi, ne delTer preparati a far loro r elìde nza, ed a refpignerli quando ci fi preTentano. Non bifogna ancora riputare giammai per atti di virtù i noftri buoni proponimenti, avvegnaché da lungo tempo ci fiamo in elfi efercitati, ed abbiamo avuta la buona forte di combattere con profpero riufeimento le nojftrc palfioni; -ma conviene (sfler umili diffidandoci di noi ftefii, e delle proprie forzo Ne tampoco confidare dobbiamo nelle noftre pallate Vittorie con, ' trg Digi Del P Scapoli 3 17 fro le tentazioni prefenti, ma porre tutta la noftra confidenza in Dio, e ricorrere a lui con V Orazione continua, affinchè ci fortifichi col fuo fpirito, e ci prefervì da ogni prefunzione Che fe non poffiam giugnere al totale disfacimento d J alcune piccole imperfezioni, che Dio tal volta ci lafcia, acciò che ci fervano per conofeerci, e per conl'ervare dentro di noi qualche occulto teforo, non tralafciamo per ciò di fare dei buoni proponimenti per una fublimc perfezione, imperciocché eglino faranno gratinimi a Dio, purché fieno fondati fopra una profonda umiltà, una piena diffidenza, di noi fteflì, ed una perfetta confidenza in Dio, e neirajuto della fua grazia Affezionatevi a cjupfti infegnamenti ficcome affai falutarj Proponete defeguirli, e fiate fedeli in farne ufo. Il Colloquio con lo Spirito Santo , Pregatelo ad illuminare la vofira mente per farvi conofcere T importanza di, quelle iftruzioni, e di darvi il defidev xio, e la volontà di fervicene f T % £S£Rr 3i§ ESERCIZIO. JPer qual cagione ì nojlri buoni proponi menti non abbiano £ ordinario il loro effetto 1 Orazione preparatoria al folito. ' C Onfiderate la prima ragione, per cui i noftri buoni proponimenti non hanno per T ordinario il loro effetto Ciò addiviene, perchè per lo più noti fono etti fondati fopra una vera diffidenza di noi ftefTì e fopra una perfetta confidenza in Dio, il che il noftr orgoglio non ci laida conofcere, ne prevedere. Per la qual eofa la luce, con cui Iddio ci rifchiara e rifana lanoftra cecità, è di fovente una fatale fperienza, permettendo egli che cadiamo, acciò cediamo dal confidarci in noi fteffi, e riponghiarao in lui la nodra cor, fidenza, e quindi con quèfto mezzo pattiamodall 1 occulto nodro orgoglio ad unTimile eonofcimento. delle no-dre debolezze. Se vogliamo, che i nodri buoni proponimenti fieno efficaci, bifora che fieno fedeli e generofi, e lo faranno quandq in nulla dipendendo n. r i da bel P. Scupoli 39 acquetta perniciofiffima confidenza In noi ftefii, faranno interamente appoggiati a quella, che dobbiamo avere fu Dio. Umiliatevi veggendo quanto fin ora avete mancato nella fedele offervanza di quella pratica. Raffermatevi in una verace e lineerà diffidenza di voi flef fo, ed in una piena confidenza in Dio. Fate i voflri buoni proponimenti inquefla fanta difpofizione, con intenzione pura e retta di non cercare in tutto ciò che proporrete, fe non la maggior gloria di Dio, il fuo beneplacito, e T adempì mento del fuo fanto volere. Il Colloquio col voflro buon Angelo. Pregatelo ad affiflervi co’fuoi lumi nelle voflre buone rifoluzioni, e di animarvi ad efeguir con coraggio ciò, che proponete con umiltà. C Onfiderate una feconda ragione per la quale i noflri buoni propo-' nimenti non hanno per E ordinario il loro effetto ed è, che quando li facciamo, portiamo il noflro penfiero fopra la beltà della virtù, fopra il di lei gìuflo pregio, e fopra gli altri vantaggi che E accompagnano, il che guada T $ gna j , !0 il Combattimento Spirituale fena e muove la noftra volontà per de-j bofe, ch'ella pofTa effere; mache?prefentandovifi pofcja la v virtù neUavfua pratica con le difficolta, che ne fono infeparabili, la noftra volontà, eh e debole e codafdà, fi ritira e vergognofamente da addietro; 11 rimedio a ciò il c V . il mpre d a rimirlVT P ° H 4 ft hio amorofo, e con uh ri C ° n ',n oc di voglia di piacer?, ? Uore,? c cer doglielo cosi svampante ti auét' Tfiderio, acciochè fi cSrnA q, de r a, e coi filo dyXw. S°!,.,a fu ttivmuitnio fpirito] o, pur bel P. ètti polì ' ‘ $1? pur anche fol tanto preientandofi a lui còn quedo defiderio, ch’egli ci conceda le grazie, che gli abbiam chiede nei colloqui già tenuti con lui nelle nodre meditazioni, e nei nodri fpirituàli efercizj. Qnede diverfe forti d’orazione fono d’ un’ ufo alfa! eccellente in quello Spirituale Combattimento. In fatti nel tempo medefimo, in cui ci avvediamo d’ edere affali ti e tentati da’ noftri nemici, dobbiamo alzare il nodro cuore a Dio in alcuna di quelle maniere, perchè bifógna, che tutte le nòftre battaglie ft facciano alla di lui preienzi con l’orazione, con la refiftenzae la violenza, con la diffidenza di noi deifi, e con la confidenza nel fóccorfo della fua grazia, fe vogliamo, che la vittòria fi dichiari a nodro favore. Quelle orazioni devono elfer brevi, frequenti, piene di ardenti defider;, ed appoggiate ad una fede, ed attuai confidenza, che Dio fia per accordarci tutto ciò che gli chiediamo, fe ilort fubito, almeno quando farà più a propofito per La fua gloria, e pel nodro bene, ed anche Col maggiore nodro vanN taggio. Quando chiederemo qualche grazia, o qual ìl Combatti mento Spirituale 6 qualche virtù farà bene volger lo fguardo a quella virtù, o a quella grazia, e coriuderare il di lei giufto pregiò, il bifógno che n'e abbiamo,. come ancora là grandezza di Dio, la jii lui bontà, ed il merito di quello, ih virtù e nel nome del quale la domandiamo; imperciocché per tal Smezzo la chiederemo con iriaggior premura ed amore, con un defidcrio piu ardente, con maggiore rilpettO, con umiltà più profonda, e con una più foda fiducia. Infognerà altresì prefiggerli il fine per cui la domandiamo, il quale debb' effere principalmente la maggior gloria di Dio, e perchè quella è una cofa a ' lui gradita., Ma avvegnaché tutte quelle forti d Orazioni fuppongano una applicazione della noflra mente, ed una confiderazione più lunga ed incelfante, io intendo però di trattare principalmente delfufo, e della pratica dell’ orazione mentale volgarmente chiamata Meditazione, di cui ci conviene dire alcuni Cofa, quantunque molti libri lpirituali ne dicano' tutto ciò, che polliamo desiderare di fapeme. Qiefta orazione fi fa allora, quando fi aggiugne a tutta dò, che abbiam detto, la meditazione -W T' 1 , ' Dèi P. Scapoli.. 3 9 aei miAerj della vita, o della paffiòncr di noAro Signor Gesù CriAo, pregandolo inflantemente per. le Aie fante e divine azioni, ò per r Aio! patimenti e dolori d 3 impetrarci dal CeleAe fuo Padre le grazie che gli chiediamo, il che A pratica in queAa forma. . Primieramente bifogria rapprefentarti qualche mi Aero della Vita,' 6 della paflìone di Gesù CriAo con le circolhnze, che f accompagnano. S'egli è un miAero della Paflìone, dopo f avercelo propoAo, bifogria ben ravvivare ài noAri ferifl la immagine ? ed il fenti mento delle pene da Gesù CriAo {offerte in qtieAo fiato, Quindi paflareair interno della fui anima, e procurare d[ intendere, quanto più ci farà polllbile, la pazienza ed il dolóre infinito, con cui il divino cuore di lui {offriva si fqùifiti tormenti Cori uri 3 ardente brama di {offrirne anche de’maggio. Dopo ciò lo confideremmo' tutto prefó da un fommo defiderio divederci appaflìonati per parti ci pare i fuoi travaglj ed i fuói patimenti, fino a preìeritarcì a fuo Padre, e a domandargli la grazia, che portiamo pazientemente le croci, fotto le quali gemiamo, e tutte T altre, che cr pofiimo avvenire. Que $4Ò Còmbùttìtiùntò Spiritual è. Quella forra d’orazione fi può rariÉ ancora in altra maniera, ed è, di paffare a due altre confiderazioni dopo d aver fatto ciò, che detto abbiamo poc f anzi. L’una è di penfare al merito infinito di Gesù Grillo, che foftrì quelle pene l’altra, di ammirare la compiacenza, con cui T Eterno Padre accettò l’ubbidienza del fuo Figliuolo e le zU tre virtù dà elfo praticate, e prefeptartdogli quelle due cofe domandargli pd lóro merito la grazia Che defiaeriamo: e ciò potremo praticare non folamente fopra li nliflerj della vita, e paflìone di Gesù Grillo, ma fopra tutte le azioni particolari interne, ed ellerne dà lui fatte irt ciafCun mi fiero : e perche quella maniera è tanto più perfetta quanto più abbonda t d’ affetti, e bene a faperli, à quali alletti cipoflìamo eccitare particolarmente rtel praticarla. Primieramente potremo accendere in noi un’ardente amore verfó noflro Sir gnor Gesù Crillo, palfando da ciò, che i nòllri lenii Concepirono in quelli miftei;, alla confiderazione della’ fua bontà infinita, e dell’ amor filò ver- fo di noi, che l’hanno modo a foffrltc sì grandi pene 3 imperciocché quzn bel P. Scapoli. $4$ lo più capiremo Y eccedo dell amo ftto e della fua bontà nella grandezza ideile fue pene, tanto pià crefcerà in noi l’ardore dell’ amor ttoftro verfo di lui. Secondariamente potremo cavare dì quefla medefima confìderazione Un motivo di contrizione, e di dolore d’aver oftel'o sì di fovente, e con tanta ingratitudine un Dio sì buono, che ha voluto tollerare pei noftrì peccati ingiurie sì gravi, e sì crudeli tormenti. In terzo luogo potremo eccitare iH noi una ferma fpcranza confìderando ciò, che Gesù ha fofferto per diftrtiggere il peccato, liberarci dalla fchiavitu dì Satanafìò, foddisfare pei noilri peccati, riconciliarci coll’Eterno fuò Padre, ed Obbligarci di ricorrere a lui in tutti i noftri bifogni In quarto luogo potremo Cavarne degli affetti di gioja, paffando dalla confederazione delle fue pene a quella dei loro effetti, che fono flati, di riconci bare gli uomini con Dio, di fommergere ì petcati del Mondo nei preziofo |io fangue, di fpogliare e cacciare dal Mondo il Prencipe delle tenebre, e di farci godere moiri altri benefifc} maggiori di quello fi poflfano efprìmere coll pa j 4 il Combattimento Spirituale parole. Potremo accrefcere quella gld-fa penfando a quella, che ne ricevono le tre Divide Perforie, e la Chiefa tutta trionfante, e militante àncora Potremo altresì ferVi r ferie per cor tepire uri odio tanto di noi fletlì, come fe Gesù Criflò non avelie patito che per obbligarci à concepire uri òdio mortale contro le noflre malvagie inclinazioni, e l'pezialmente contro quel la che più ci predomina e che più difpiace a quello sì amabile, e benignitlìmo Signóre i Pótremò anèotà fervirfene pei poetarci alla maraviglia, e da quella allo flupore, o altimore, veggendo il Creatore del funi ver lo, che dona 1 edere e la vita a tutte le cofe, perfeguitato dalle fùe creature J vèggendo la fovrana Maelià d’uri Dio concukata, la Qiuflizià infinita condannati èd òpprefla, la Beltà increata contraffatta e derifa, le delizie dell’ Eterno Padre e il fiio amore òdilto a molte, la luce e lo lplendorè della gloria di Dio cinta c coperta di teriebre, l’onore, e là fuprem felicità creduta ignoniinià, e precipitata rieirabilfo della più eftrema miferia, € della più orribile infàmia. Per compaffionare però aricotpiù ef ficar ’ V, ncacemente i dolori di Gesù penante y e per eccitarti con più di forza a tutti quefK affetti, che abbiamo accennati poc anzi, bifognà pillare dalla conliderazione dell 1 citeriori ftie pene alla riflefltone di quelle, eh’ egli loft-riva nel filo interno, che erano infiriitdmente maggiori. Gesù Criftò nello ftato delle lue pene, beato eifendo nell'anima, vedeva 'sì Chiaramente Y eifenza Divina, come la vede e la comprende di prelente nel Cielo. Vedeva, eh eragli cagionato dalla feparazione, che fi fa dell anima e di Dio per lo peccato, in paragone dì che la feparazioìie d’un membro dal corpo non è, che ima lemplice dipintura di male. Sopra tutto però il fuo dolore fu fcccerfìvo a cagione dei dannati 5 imperciocché egli ben vedeva, ch’eglino non erano per riunirli giammai a lui, e che dovevano fofifire tormenti, che non avranno mal fine. Là trifiezza di lui fiendeafi ancor più lontano 5 imperciocché riflentiva i mali, e compativa i dolori, e le ambafce dì tutti gli uo mini, che fono fiati, e che faranno fino alla fine del Mondò. Tutte le ingiurie, le tentazioni, le infermità, le triftezze, le penitenze, i fuppliz;, e tutto ciò che fempre ciafcuno degli uomini ha fofrerte, e fotfrirà sì nel cor' po, come nell’ animo fino alla menoma puntuta, tutto fu prefente ai di lui fpirìto, e n’ebbe della compaflione fecondo 1‘ eccedo della fna carità. Da que Digìtiz'ed by ( Del jP Salpali. 34? queito poliamo inferire, qual ila flato, il fuo rammarico per le afflizioni della fila Madre per li timori della fua Chiefa, che doveva eflere perieguitata nella pedona de’fuoi Difcepoli, e per tant’ altri motivi che non Tappiamo immaginarci, i quali furono sì eccellivi, e in sì gran numera, che ben polliamo con una gran Santa chiamare i fuoi dolori, e le fue agonie un infera no amorofo di volontarie pene. Dì tntte quefte triftezze non abbiamo che una fola cagione, cioè il peccato: dal che ne fegue chiaramente, che per compatire come fi deve le pene di Gesù Crifto, fiamo tenuti a rattriftarci, ed affliggerci dei noftri peccati unicamente per l’amor fuo, d’odiare il peccato fopra tutto ciò che è da odiarli, e di combattere a tutto noftro potere que fio mofiro elenoftre malvaggie inclinazioni, che ne fono la vera forgente. Potremo ancora efercitarci in quefta maniera d orazione, che chiamiamo Meditazione, rifguardo alla Vergine, agli Angeli, ed ai Santi. . Rapporto alla Vergine rivolgendo primieramente il noftro penfiero al Padre Eterno, e pofeia al Figliuolo, e finalmente alla gloriala fua Madre. Ri 54 M Combattimento Spirituale tornando all’Eterno Padre confideremmo due cofe, l’ammirevole compiacenza, eh’ egli ha avuta fin ab Eterno nella Sanpitfma Vergine, e quella, eh’ ebbe nel tempo delle eccellenti virtù e fante azioni di quella medefima Vergine dopo il di lei nafei mento a quella mortai vita. Per diffonderci in quella meditazione bifogna alzare il polirò penfiero ed entrare nei lumi dell’ eterna Prefcienza, r apprestandoci le delizie, di cui Iddio u compiaceva in fe fteffo in una si lama, e sì eccellente creatura come la Vergine, e in quello penfiero pregare con ardore 1 Eterno Padre d’ accordarci la grazia, che bramiamo. Quindi pafifando ( alla confitterazione delle virtudi della medefima Vergine, prelentarle all Eterno Padre tutte infieme, o fcialcheduna in particolare, e chiedere pel loro merito la medefima grazia. Quanto al Figliuolo gli ricorderemo la purità, e 1 innocenza di quel feno Verginale, che lo portò per nove mefi, il riipetto, la rive renza, e la profonda venerazione, cui la Vergine di lui Madre E adorò nell’ filante dei fuo nafeimento riconoscendolo per vero Dio, e vero Uomo, fup Creatore, e &jo Figliuolo. Gli rap-,prfc Del P. S cupole ?47 presenteremo quegli occhi pietofi con cui lo rimirava sì povero, quelle brac, pia, con cui amoroSamente ftrigneva'lo al luo collo, quel latte verginale, con cui bambino il nodriva, le angurie e dolori, ch’ella Sentì a pie della°Croce, e con tutte quede maravi glie c’indirizzeremo a lui, e gli faremo una dolce violenza, perchè ci conceda le nodre richiede Dopo ciò bilognerà far ri, torno alla Vergine, rappreientandole, convella è data preicelta dalla Eterna Sapienza per Madre di grazia e di pietà, e per nodra Avvocata, per il che dopo il iuo Figliuolo non abbiamo piq poifente ricorfo che a lei. Non d Scorderemo mai di queda importante verità ormai rqnduta comune predo tutti j fedeli, che niuno J’ha invocata giammai, che non fi a dato efaudito. Finalmente le elporremo i travagl; ei patimenti (offerti dal Suo Figliuolo per la nodra Jalute, pregandola d’ offerirli per noi all eterno Padre, Potremo esercitarci ancora in queda maniera d orazione rapporto agli Angioli, ed ai Santi, indirizzandoci aj Padre Eterno, e rapprefentandogli Tamore, le benedizioni, e le lodi,.con le quali qe beati Spiriti, e tutti li Santi 348 II Combattimento Spirituale tì celebrano la di lui gloria in Cielo x e facendogli vedere le fatiche, le pene, ed i fupplizj, che li Santi hanno -fofferto qui in terra per amor filo., i fervigj da loro predatigli, li difpreggj, che hanno fatto dì tutte le create cole per piacere a lui, e in virtù di tutte, quefte offerte gli domanderemo le fue grazie, e i Tuoi favori. Dopo indirizzandoci agli Angioli, ed ai Santi medefimi, decome a quelli che bramano sì ardentemente la no.Ira perfezione ( che a vero dire per l’ eccedo della carità c. dell’ amore, ch’eglino hanno. per Dio e per noi, farebbono ben contenti, che foftimo un giorno nel Cielo al difl'opra di loro ) e li fupplicheremo per gli ardori di quella celeIle Carità, di cui ardono per noi, a favorirci della loro affluenza nei noftri combattimenti cohtro dei vizj : ed a qualch’ uno di efli, come a S. Giufeppe, ed a S. Anna chiederemo j in particolare la lor protezione nell’ ora di noftra morte Finalmente confiderando T eccellenza d;elle grazie, che li Santi hanno ricevute da Dio, i loro privilegi, e le gloriofe prerogative, di cui vanno adorni, ecciteremo in noi uà fentimento d’amore e di compiacenza per Del P. Scupo ti. 34 ? per tutte le loro grandezze, rallegrandoci di più, ch’eglino le pofleggano, come fe noi ftelfi le avetfimo, perchè tal è il beneplacito di Dio. Tutte quelle forti d’orazione poffon’ eflere d’ un ufo eccellente in quefto Spirituale Combatti mento. Per la qual cofa fa di metti eri, che ce le rendiamo famigliati per fervircene con facilità, e per trarne il neccflTario foccorfo contro gli aflaki de’noftri nemici. Il Frutto del nono Giorno. Il frutto di quella giornata debb’elfere. Primod’imprimere nel vottro cuore un fanto timore veggendo, che niente v’è di ficuro in quella vita. Secondo di diffidare di voi fteffo, e dì porre tutta la voftra confidenza in Dia.' Terzo di deplorare la condizione dì coloro, chq fono in peccato mortale, e che non fi danno alcun penfiero di li' berarfene, e di quelli ancora, che lo desiderano, e non lo fanno v e pregar Dio per gli uni e per gli altri. E fefi prefenta 1 occafione bisognerà Jlnfinuar loro i rimedi accennati nella terza confiderazione del primo efercizio, e nella feconda del fecondo. Quarto di far V ufo I r II Combattimento Spirituale ufo di quelli ritnedj per ufcire dalle? 1 voftre imperfezioni. Quinto-, d’ efami-r nat bene il voftro interno per vederi, y ie voi fiate a ventura di quelli, che fi lufingano di battere il fenderò della perfezione, ma realmente non yifono; imperciocché fe ciò folle, farebbe duopo, che vi fervifle dei rimedj efpolli nella terza cqnfiderazione del terzo efercizio, i quali fono Jmportantilfimi. Rendeteveli famigliari, e ne riceverete gran lumi per la vita fpirituale. Se fio di praticar fedelmente, quanto fi contiene nel quarto efercizio fpettante ai buoni proponimenti. Settimo di renr dervi famigliari gli infegnamenti com prefi qella Lezione Spirituale circa 1 orazione mentale, tanto pei Millerj della vita, e palone di noftro Signor Gesù Grillo, quanto per il metodo di pregar la Vergine, gli Angioli, ed i Santi, affine di meritare la loro affluenza, pd ajutq per poter follenere con intrepido coraggio le tenzoni contra le potellà infernali, e Contro le vq Ire filoni. v il YtiP~ àel nono domo, ìTT v. ;. ' X. DE Decimo giorno D’ alcune altre arti, di cui il ferve il Demonio in quello Spirituale Combattimento. ESERCIZIO. T) una fottilìjfima aftuzìa del Demonio per farei che coloro 3 i quali veramente battono là Jlrada della perfezione i e della tiirtu, ne abbandonino la imprcfai L’Orazione preparatoria al foìitd Condderate, che quello ftratagenv ma del Demonio confine in quech'égli c irifpirà certi buoni defiderj e con qUelld olézzo, ó piuttollo cori Urta Malizia tutta propria di lui lolo, fa, che daH’efercizió della virtù cadiamo nel Vizio i Uno, per cagion d’efempid, è travagliato da grave e lunga malattia efoffreil fuóniale con pazienza j il Demonio beri veggendo che s’egli continua farà grandi progredì, e fi rinfrancherà nell’abito di quella fanta virtù, gli pone in Cuore un’ardente dedderio di qualche V z ' ope ìlz il Combattimento Spirituale boeri buona, e in feguito procura ch’egli redi perfuafo, che fe fofiefano, potrebbe fervir meglio Iddio, e render d più utile a fe, ed agli altri. Dopo, egli lo fa padare da quello dedderio all’inquietudine di non poter intraprcn- dere il bene che brama, il che gli riefee tanto più difguflofo, quanto più è Veemente il buon, dedderio, che il Demonio gli ìnipira, di maniera che T infermo ìnfendbìlmente è portato dalla pazienza all’impazienza, non già. eh 1 egli conddeii la lua malattia come un male, ma lol tanto come un impedimento al bene che vorrebbe fare : e dopo aver cosìdiftolto l'infermo dalla virtù che praticava, con la mededma deprezza gli toglie il dedderio di quelT opera buona, di cui d era fervito per fedurlo, ed altro più non gli lafcia,che la brama di rifanare dal fio male, il che non gli fuccedendo come deddera, egli d turba, s’adira, e.d impazienta. Concepite un'odio mortale contro un „ nemico si aftuto, e maligno. Concepite un grand’amore per la Tanta volontà di Dio, cd un Tornino dedderio d’adempierla in tutte le cofe fenza mefcolanza d’altro bene, e così deluderete tutte T arti T)él P, Scapoli. 3. èrti del Demonio, e le renderete varie' ed inutili. Il Colloquio col Vòftró Santo Ange ’ lo, acciocch’egli vi difcopra gl’inganni del Demonio, il voflr’ occulto orgo- glio, e le fottigliezze del voftro amor proprio. C Onfiderate il mezzo per deluder? quell' arre del Demonio Allorché ei troveremo in qualche Rato peno fa t difficile a fopportarfi, bifogna efcludere, e vietare al noftro cuore il defide-' rio d’ogn' altro bene fuorché d'efier fedeli, e collanti in quello fiato; imperciocché non efifendo in noftro potere d’efeguire allora ciò, a che la noftra brama ci porta, avvegnaché buono in apparenza, ad altro non fervirebbe che ad inquietarci Bifogna credere ancóra, che quello defiderio non avrebbe 1‘ efito che ci perfuadiamo, poiché nói fiamo più deboli ed incollanti di quello che ci crediamo; e così foffirire il noftro male con umiltà, e con raflegnazione. Oppure dobbiam credere, che Dio per un'occulto giudizio, è pei no.ftri peccati, non voglia allóra da noi quello bene, ma piuttollo defideri una V } per ff4 11 Combattimento Spirituale perfetta iommiflìone, e ralfegnazione della noftra volontà alla fua, Dopobifogna ftabilirci inquella maflimalsìim. portante nella Vita Spirituale, Ch’egli e molto meglio patire 4 che operare Oflervando fedelmente quelli avvilì ne feguirà, che tutti li buoni delìderj, che potremo avere per qualunque bene lì voglia, e Ohe non potremo mandar ad effetto, lia che nafcano dalla noltra natura corrótta per lo noilro a mor proprio', o dairaftuzia del Demonio per inquietarci, o che provengano da Dio rriedelìmo per far prova della noftfa ralfegnazione al fuo fanto voie. re, ci faranno òccalìone di virtù, ed oggetto di cortfulìòne al Demonio In tal maniera foddisfaremo a Dio, e lo ferviremo nel modo, che più gli aggrada,conformandoci al.fuo fanto volere, eh’ è 1’ unica cofa in cui Ila polla la perfezione, e tutto ciò, che Dio vuole da noi t Ringraziate Dio di quelli lumi. Deliberate di fervirvene fedelmente con uno fpirito umile, e ralfegnato in tutte le cofe al di lui fanto volere. Il Colloquio col vollro Santo Angelo, affinch’egli v’infpiri d 1 elfer fedele in quelle pratiche. Confidente un altro avvertimento molto importante fopra quello medefimo l'oggetto. Allorché noftro Signore ci dà la forza di foppottare qualche travaglio, non ci lafciamo maiforprendere dal defiderio d'dferne liberati e in cafo che tifiamo alcuni metzi permeffì per quéftò fine, non lo facciamo le non perch'ella è volontà di Dio, che ne facciamo un taf ufo. Bii'ogna. elfere fedeli in qilefta pratica, imperciocché fe facciamo altri mente, infallibilmente ci fopraVerranno due gran mali. L'uno, che febbene quello defiderio non ci tolga fubito la pazienza, ci difporrà nondimeno poco a poco a perderla l velo d'una virtù appaiente, in una maniera ancor più fcaltra e lottile di quella abbiamo accennata nella prima confiderazione. Figuratevi una perfona inferma, ed affai poco paziente nel ino male : effa copre quello difetto con un pretofto di zelo, di cui fi velie come di un bene apparente di maniera, ch'effamedclìma non conofce più la fua imperfezione, pervadendoli, di non lagnarli del luo male per quel che è in fe, ma perchè la rende gravofa j e nlolella a coloro, che la affiftono nella fua malattia, o perchè non pub attender più alle fne ordinarie divozioni. Parimente utfambiziofo, che non puògiirgnere alla dignità che brama, avvegnaché il deliderio, che ha, abbaftanza di moftri la di lui ambizione, pure nella affliggerli di non poter falire oveafpira, per nafeondere a fuol proprj ocelli U fuo difordine e la fua pallone, procura ìel P, Scapoli, $5 f cura di perfuaderfi., che ciò eh’ egli brama, non è già pel fuo inteteffe, ma per lo ben pubblico, q per quatch’altro rifleflb, che buono in appa renza gli raffembra. Or tutto ciò noti è che un’inganno del Demonio, ouna fottigliezza dtCU’amor proprio; com’ è facile a conòfcerfi da ciò, che le qiiefti medefìmi pretefli, 1’ uno e V altro de’ quali copre lo fregolamento della paflione, vengano a mancare, non perciò vien meno nelfinfermo là fua impazienza nell’ ambizioso il difpiaCere che gli cagiona la fua ambizione; fogno evidente, che la radice delttmpà vùenza dell’uno, e del rammaricò dell altro è in loro medefimi, e che il ltf ro desiderio non è, che un’ amor prò prio, e un pretefto plauìbile, con citi uno occulta la fua impazienza c T al tro la fua ambizione é Per difenderci da quelli inganni del lo fpirito maligno, e da quelle lottigli ezze del noftro amor proprio bifo gna oflervare quella regola generale, che dobbiamo tener fempre inoltri deliderj dillaccati da ogn altro oggetto che non fia la volontà di Dio e il di lui beneplacito, imperciocché fé altro on vorremo non faremo giammai irv quie i 3 ìFCombdttimento Spirituale quietati da veruna cofa, che ci potò accadere, ne diftolti dal cammino della perfezione fotto qualunque pretefto. Potremo altresì. tifare la pratica feguente, ch’ò, di Separare iì travaglio, che ci ftrigne, dalle circollartze, con cui procuriamo di nascondere la noftra imperfezione, è di produrre degli atti della virtù che gli è oppoftà, Concionachè con tal mezzo Scopriremo la noftra imperfezione che per 1' avanti ci era ignota, e d applicheremo alla pratica della pura virtù, Senza che il Demonio, o il noftro amor proprio cene facciano oracolo i Fate gràrt contò di quelle pratiche 4 Concepite un l'antodio contro voi ftefft e contro il voftro amor proprio. Abiorite le adtizie, e gli inganni del Demonio Deliberate di còrtfecrarvi al divin beneplacito iti tùtte le cofe, Senza cercar mai la voftfa pròpria foddisfazione in qualunque fi voglia cofa Il Collòquio Col voftró buon Angelo. Chiedetegli ji Suoi lumi, e il fuo ajuto per elfer fedele in quelle pratiche ESER ( Pel P Scapoli, SSf' ESERCIZIO. Peli indifcretezA a, eh' è uri altro inganno del Demonio per difioglierci dal cammino della virtù, L'Orazione preparatoria al foljto. L Onfiderate, che il noftro fpiritocancato emendo dei p ei di quello corpo sì i debole e corruttibile partecipa ancora del fuo pefo, e della fua deboJezza, di maniera che non puòfempre icar occupato flegli efereiz; fpirituali a Z i a K!C u ’ e len l a avef du °P° di qualche tallivo, e che per quello mo, tivo bi fogna ufare una gran diferetez raro P ni t ) h l? Q f fQCC ° mb l a ’ et fi, cari-. cato piu del dovere, vale a dire, ap phcato fopra le fue forze, Confiderà m n°A 1C ’ C i he I 1. 1 pemouio fi trasforma in Angiolo di luce, e procura d’ accrefc.ere, ed eccitare vieppiù il no li J e V° a Con peniìeri gradevoli, ora con | efempio decanti, e tal f COn Con fent cnze della Sacra Scrittura, animandoci a una vir re oiù 1 n C f fubIil ? c per farci C3 acciocché ci rendiamo incapaci a far ciò. a. cui liamo obbligati, e che ci rallentiamo, ed anche ci annoiamo della penitenza, e dedi altri efercizj fpirituali 5 affinchè tallentandoci a poco, a poco, e (togliendoci dalla pratica della virtù, c’ abbandoniamo ai piaceri del corpo, ed ai mondani divertimenti con più ardore di prima. In fatti vi fono non pochi, i quali dopo, aver voluto, con una prelunzione mentale imitare le azioni eroiche dei Santi, fenza aver rifleffo alla loro debolezza, o, al loia temperamento, e fenza ricorrere al configli o,ed alla direzione dei loro Padri Spirituali, fi fono rendati ridicoli vergognolamente tornando a dietro, fino a condurre una vita diffoluta e iregolata, ed a terminarla malamente.. Umiliatevi avanti a Dio veggendo . ' '. $Qr . T)el -P. Scupcìì. 361 come il Demonio prende occafione da tutte le cofe, ed anche dalle più fante per farvi traviare dal cammino della 'virtù. Risolvetevi di non intraprender cofa alcuna lenza il configlio, e la direzione di perfone fperimentate. Stabilitevi in una profonda umiltà, e paventate i giudizj di Dio. Il Colloquio con la Santìffima Vergine, affinch’ella vi ottenga lo fpìrito di difcrezione sì necelfario nella pratica delia virtù. CONSIDERAZIONE., t C Onfiderate, che il rimedio a queft inganno del Demonio fi è, d’ufare una grande prudenza in tutto ciò, che rifguarda la pratica delle virtù CReriori, che pofibno recare un danno notabile al corpo ed allo fpirito, fe non vi fi ofTerva una fanta e giudiziofa difcrezione i imperciocché fi devono bensì abbracciar pienamente quelle virtù col cuore e col’ affetto, ma nella pratica non bifogna far nulla fenza una matura confiderazione, c fenza il configlio dei noflri Direttori'. e quandoci Mentiremo animati da un fanto fervore: ad affliggere il noflro corpo con delle auilerità, non dobbiam fubito abbrac-r ! X cure $6z II Combattimento Spirituale dare que J grandi rigori, che li Santi hanno praticato,, ma dobbiamo incominciar umilmente da qualche cofa affai mediocre, perché meglio è confervarci in iftato di poterandar piè avanti, ch'efler obbligati a lafciar tutto per aver voluto intraprendere troppo. Confidente, che bifogna procedere affatto diverfamente nella pratica delle virtù interne, conciofiachè ficcome 1 ccceffo non vi ci può arrecare decapito, così non bifogna porvi limiti, efe Ha potàbile dobbiamo fupcrar tutti gli altri, come ed aver avverfione al Mondo ed alle fue vanità; a defiderare d’ edere difpreggiato ad amare Iddìo e il noftro pratàmo; ad odiare il peccato, e tutto ciò che a Dio difpiace,at?tefo che non polliamo commettere eccedo in tutte quelle cofe, ne in tutte j altre di quella natura. % Fate gran cafo di quelli infegnamenti, decome necedaritàmi nella Vita Spirituale. Godete di lafciarvi regolare, non fate cos alcuna da voi lletà. Il Colloquio con la Vergine Sant come il precedente, ESER ESERCIZIO, ' Xto uh altra rt i di cui il Demonio fi ferve, eh è £ infimi arci cattiva concetto del nofiro profiimo I 4 Orazione preparatoria! folito, E C Onfiderate, che qualora il Demo nio s 1 avvede, cne noi Tacciamo, un notabile progredì nel cammino dek, la perfezione) procura per diftogliercene dì injmuarci dei cattivi pensieri, q delle fvantaggiofe impreflloni del noitro profiimo, portandoci a formare grndiz; temerari v che fono la cagione per cui li {degniamo, e li difprezzia!? n vizio, eflendo. fomentato'' dalla nodra vanità palla di foventeper una virtù nella noftra mente, di maniera che ascriviamo a zelo ciò, ch J © una fordida imperfezione, ed un occulto, orgoglio profondamente radicato f e L n M ftro cllore H quale fa, che inlennbumenre ci innalziamo,, e che dispregiamo gli altri per la buona api ni aj? e amo n °i fodì penianao d edere molto lontani dalle imperleziom, che crediamo ritrovarli in 1 q X a ro, 'jó'4 M Combattimento Spirituale io. Il Demonio {coprendo in noi sì nialvaggia difpofizione fta attento e follecito ad aprirci gli occhi, e ci tien rifvegliati per vedere, per ifcrutinare, e per ingrandire i falli altrui, il eh’ è un granditfimo oftacolo all 3 acquifto delle virtudi, ed una intera rovina di quel, le, che avevamo acquiftate. Coloro, che fono lenza compatimento degli al~trui difetti ? e che li condannano con feverità, in vece di fcufarli nel loro cuore e apprello gli altri quando la carità lo richiede, fono d’ordinario più {oggetti a quello vizio detellabile, e fono in un pericolo tanto maggiore, quanto etti fi credono più fpiritualì, c più innoltrati nella virtù. Concepite un 3 odio mortale contro quello vizio, e quando vi accada d 3 iiv corrervi anche in cofa leggera, caligatevi da voi medefimi, e non vi perdonate mai, che prima non fiate perfettamente abituati in perdonare al voflro Profilino, voglio dire, in ifcufarlo, in compatirlo, e in rimirare le fùe azioni con un’occhio femplice, e con un cuor fenza fiele, fenza amarezza. Il Colloquio con la Vergine Santiffima, eh’ è la Madre del beli Amore, cioè a dire deli amor del Profiìmo, pie Del P. Scapili 4 36? pregandola, che cl faccia compatire le cii lai debolezze e ce lo faccia amare con idi ma non ottanti le di lui imperfezioni. IL C Onfiderate li riined; proprj contro un sì gran male. Quattro ve ne fono etficaciflimi, e 'affai polfenti. il primo è d 3 occuparci interamente in confìderare le necettltà, c imperfezioni del nottro cuore; imperciocché con quello mezzo ritroveremo ettfcrvi in noi tante co fe da correggerli, che non avremo agio di efaminare, e riflettere fopra li difetti degli altri. Il fecondo è, che in occalìone che il Demonio o il noftro amor proprio ci rappre Tentino troppo vivamente nell’ immaginazione li falli altrui, noi rivolgiamo il nottro pensiero fopra li nottri peccati pattati, e ne caviamo motivi di, dolore e di confusone; imperciocché applicandoci di proposto a queft 3 Efercizio purgheremo il nottro occhio interiore dai cattivi umori, onde proviene quetto vizio sì dannofo alle nottr 3 anime. Il terzo è, che fa duopo fupporrecome una verità collante, che quali 3 ora peniamo male del nottro profilino, c 3 è qualche X 3. radi- 1 ìl Combattimento Spirituale fradice di quefto male medefimo nel noftro cuore, il quale riceve tutti gli oggetti Somiglianti, che a lui fi presentano a tenore di fui malvaggia difpofizione: il perchè qtìand'cgli.ci tenta a far indicato di qualche difetto degli altri, bi fogna adirarci cóntro nói fteffi, Come fe ne fófiìmo noi i colpevoli, t ricordarci di quefta Sentenza di San Paolo, mentre giudichi gli altri, vieni tùn dannare in te il medeftmo difetto, di cui fei convinto ( Rom, r. v, i. ). Il quarto, ed ultimo rimedio è, di credere appieno, che tutti li vantaggio!! féntimenti, che abbiamo del noftro profilino fono un effetto dello Spirito Santo, e tutti li disprezzi c giudizj témerarj che ne fzecianào, e tutte le amarezze che fentiàmo contro di lui, procedono dal noftro orgoglio, dalla noftrl malizia e dalla fuggeftione del DemomO. Bìfogna fiancheggiare tutti quefti rimedi con un Salutare avvertimento lisciatoci dal medefimó Apoftolo con le Seguenti parole o Non giudicate 'prima del tempo, ma affettare-, che venga il Signore, il quale porrà, in chiaro ciò, che è più avviluppato nelle tenebre, e allora eia febeduno riceverà da Dìo medeftmo la Ith d r che gli farà dovuta ( i; ad Cor, 4 li) Tue S. ' $67 Tutte le azioni del noftro proffimo, fieno buone o fieno cattive, hanno Iddio per Giudice, dice il medefimo Apollo 10 ( Rom. 14 -1.4. ): qiiallora la di lui condotta è buona, la fuà perfeve ranza nel bene rifguarda quello Padrone, e i'ovrano Signóre 5 e quando egli cade in qualche fallo, la fua caduta parimente riguarda quello Signóre, e non voi. Abbiamo adunque per certo, eh ella è una cofa beri odiofa al cofpettd. di Dio il voler entrare nel fegreto dell' anima del lioflro pro.Timo, e ch'egli è un fegno evidentiffimo d'imprudenza, e di temerità il voler darli a credere di fapere ciò, che non fi vede fe noi) In apparenza-, t Che fiorì è póffibile di penetrare. Chi è Vero Giudice di fe lleflo non fi porrà mai nell’ imbarazzo di condannare gli altrui falli, gladi- candóli Fate gran calo di uefbi rirtiedj; applicateli a voi in maniera, eh' elfi abbiano campo d'operare, e di purgare 11 volito cuòre da quello mòrta! velo no, il quale penetra fino alle piu profonde radici delle Virtù che abbiamo acqiìillate, e le iriàfidifee e vi produce in vece delle fpine, che ci lacera no, e ci pungono còti mille amorfi X 4. Il góg 11 Combattimento Spirituale Il Còlloquio con la Vergine Santa xh 1 ebbe Tempre un cuore ridondante d J indicibil dolcezza e manfuetudine con gl 5 imperfetti, pregatela che v infegni come dovete praticare quelli rìmedj sì ialutari.. t ' ESERCIZIO. Dégli firatagemmt, de quali fi ferve il Demonio contro coloro, che hanno ac quiflata la virtù, e fono giunti alla perfezione, per farli cadere da quefio; felice fiato, e per cangiar loro le virtù acquifiate in occ afoni 4' inciampo e 7 -di rovina ' X’ Orazione preparatoria al folito C Onfideraté che coloro i quali fono giunti fino alla metà della petrofa carriera della virtù e della perfezione, non Tempre giùngono fino al termine, t che larte e malizia del Demonio contro coftoro fi è, di ichierare avanti agli occhi loro le virtù da efli conquìftate per fedurli con le attrattive della compiacenza, che li la cadere nel vizio della vana gloria, e rende la lor caduta tanto più pericolo J T Del P. Scttpolì ,, $6$ fa, quanto più in alto erano faliti. Il rimedio a sì gran male fi é, di mantenerci Tempre in una incera cognizione' della noftra debolezza, e credere, che da noi iriedefimi nulla polliamo, e che non meritiamo niente meno dell 5 eterna Condannagione. Bifogna tenerci fodi in quella verità come in una fortezza inefpugnabile, e non ufeirne giammai ributtando tutti li penfieri, che potcA fero diftog bercene, come tanti nemici capaci di recarci la morte, o di ferirci pericolofamente, fe ci lafciaffimot condurre fuori, anche per unfolo momento, di quella ferma credenza. Deteinate quella malizia, e quell 5 arte del Demonio: confermatevi in una profonda umiltà, temendo di traboccare in un gran precipizio da un eminenh re virtù. Siate pienamente perfualìche voi non bete che infermità e miferia; e fopra quello fondamento ponetene uri altro d 5 umiltà, e di diffidenza di voi llelfi riconofcendo la v olirà impotenza al bene : collocate fopra quelli fondamenti la pietra fondamentale d una perfetta confidenza in Dio, e nei meriti di nollro Signor Gesù Crillo. il Colloquio con quello dolcifimo Salvatore: pregatelo, che v infegni ad '; : X effe J|7Ò 11 Ccrhb finimento Spiritual e federe veramente Umili, e ad averé dei fentimeftti di voi ftetà li più badi, che Vi Tara potàbile. CÓNSlDÉRÀZIONE. C Onfidcrate còme fu duopo diportarli per non. cadere dalla virtù che abbiamo àcquiftata.e per confervarci Tempre in uria. umiltà, profondi flima Qualunque voltajrivolgeremo gli occhi fopra di noi e fopra le rioftre azioni, eonfideriamóri con ciò che abbiamo fol amente da noi medéfimi 2 non cori Ciò che abbiamo da Diò è dalla Tua grazià; e concepiamo lina dima di noi medefimi corri fponderite a ciò che fiaino in verità.. Se facciamo rifle£fione fopra quello che eravamo prima che riafeetàmo a quella luce del Mondo, ritroveremo, che non fiamq Ilari che Un nulla per tutta 1 eternità c che in quello fpazio infinito nort abbiamo mai potuto fare cofa alcuna pex 1 meritarci T edere che: abbiamo t Se d confideriamo dopo che abbiamo ricevuto l’ édere, fia naturale o fóvranattirale, ci ritroveremo d'avere tutto Emotivo non {blamente d’ umiliarci, ma d annientarci ancora 5 imperciocché per l' elitre naturale, fe lafciamo a Dio ciò, che Tgl thè gli appartiene, di quanto riamo per la fua Potenza e per la fua Bontà,cIremo thè da noi ftefli non riamo che tm mero nulla, da cui la fua Portanza c la fua Bontà incertfaritertìente ci tragge fudra. Se ci xonrideriamo nell 5 ertere fovranaturak della Grazia, qual bene può fare mai una Creatura fenza T aiuto di Dio ? E ella capace di fare giammai umazione meritoria fenza la di lui afliftehza ? E fe con ciò prendiamo 1 moltitudine de 1 noftri peccati? e fe a quelli che abbiam fatti, aggioghiamo quelli, che abbiamo potuto fare, e che fam avremmo ficuramertte, fe Dio non c averte foftettuti con la fua Mifericordia in un pendìo sì fdrucciolofo come quello della noftra sì depravata, e corrotta natura ? ritroveremo che a numerare non fedamente coi giorni e cogli anni che riamo vifluti, ma ancora col novero delle n oltre peccaminofe azioni e inclinazioni malvaggie che in noi allignarono, le nortre ini' quità farebbono moltiplicate fino all infinito,. e che faretfìmo divenuti peg f i ori dei Demonj, fe foifrmo Itati abbandonati a noi mederimi. Se non vo. gliamo adunque rapire a Dio la gloria, che è ben dovuta alla fua Mifericordia, ' X 6 € fe 4 A JtfX 11 CòYfthattìmerltò Spi rituali e fe vogliamo attribuirci Soltanto eia . che ci appartiene, riputar ci dobbiamo i maggiori peccatori del mondo : e bisogna ben avvertire che quello giudizio, che facciamo di noi lleflì fi a accompagnato dalla giuftizia, cioè adire, che non vogliamo punto efler trattati, fe hon come meritiamo, altrimente ci renderemmo più colpevoli imperciocché doloro che hanno Soverchia elli inazione di fe fteflì, e che vogliono edere (limati dagli altri per difetto di ben cono fccre la loro miferia fembrano d 5 avere nella loro ignoranza qualche pretelle vdeiringiuftizia, che commettono ma noi faremmo ingiufti fenza feufa, fe conoscendoci internamente indegni dì (lima, pretendemmo d’elTer tenuti in conto, e (limati. Imparate da quelle iftruzioni a ben conoscervi, ed a credere ciò, che liete da voi niedefimi, voglio dire, niente, peccato. Inferite da quella cognizione una piccola, e bafiflima opinione di voi (ledi. Accóflumatevi a difpreggiarvi, e ad amare il volito avvilimento. Delìderate d'eder umiliato adai, ed’ (Ter tenuto come la Scopatura degli altri. U Colloquia con nodro. Signor Gesù Grido Chiedetegli queda umiltà cordiale. CONSIDERAZIONE. la Del A Se tip oli la Lezione Spirituale per il decimo Giorno. et ella divozione fenfibile, Aridità o fvogliateZze, pene, che di fo vera e fi provano nell Orazione I l più fperimentati nella vita Spiri j tuale fanno molto bene, che la divozione fenfibile la qual fi gufta nell Orazione, e che le Aridità, ed altre pene che foffronfi, fervono ai noftri nemici er tramarci delle infidiealtret tanto piu pericolofe, quanto più occulte. Acciocché per tanto non ignoriamo, come ci dobbiamo condurre per involarci stratagemmi sì maliziofi, e la vittoria ftia collante dalla noto parte, ecco a un di predo ciò, che bifogna fapere di più importante, e necef- fario. Quella forta di divozione, che inonda l'Anima di confolazione nel tempo dell' Orazione, non può provenire che da tre forgenti, o dalla natura, o dai Demonio, o dalla Grazia. Da'fuoi effetti, e dai frutti eh' ella produrrà in noi, potremo agevolmente conofcere d'onde proceda. S'ella non è feguita 378 II Combattimento Spirituale dalla noftra emenda, e fe non ne diventiamo migliori, abbiamo gran fondamento di temere, che quelli fieno parti della natura, ò delle illufioni del Demonio, avvegnaché elfi C apportino un gran gùfto delle cofe di Dio, ed accendano nei noflri.cuòri uno ftràordinario fervóre : Nel tempo di quelle vifite e corlfolazioni non bifognà intertenerfi ad ifcrutinare d’onde vengono, ne àppoggiarvifi, ne dipartirli dalla cognizione del nóftro niente, ma con un Tanto odio di noi ftelfi bifogna diftaccare il no Irò cuore da tutte quelle confólazioni, ne guftar cola alcuna fuorché Dio, nè altro bramare, che di fare la di lui l'anta Volontà ? e in cotal ‘guiia ciò; che dà principio poteva elfere un opera della natura, o un illufioné del Demonio diverrà un 4 effetto della grazia, ed una pratica eccellente di Virtù i . L’aridità e languidezza del cuòre 'Che Tentiamo nell’ Orazione, non è altro, che la privazione di quella divozione ienfibile; Élfa.può avere le rtredefime cagioni : può procedere dalla natura, qiiallóri, vi diamo occafióne colia hollra pigrjzià 0 per noftra colpa, principalmente per l’attacco fo ver- chio, 9 i by Googl Del P. Scupoli, nio che abbiamo alle Creature, o a fioi m ed eli mi 3 ella può ancora procedere dal Demonio y il quale fi sforza .. fcor i con quelli difgulli per porci in disòrdine t farci lafciar T armi, tacendoci ritornare ai vani trattenimenti e piaceri del mondo fino a ri guadagnarci al Secolo; Ella può, venire dà Piò per obbligarci a ftàre piu cautelati e guardinghi, e id edere più diligenti in compire li rtofiri dovent e di rompere tutti gli attacchi, che abbiadò a tutto ciò òhé nòn è Dio; oppure affinchè Conófciamo per ifperienza, che tutto il bene che abbiamo vietìe da lui. Solo, è tenghiamo in maggior Conto li doni Suoi, e fiaino più attenti a confervarli con una grande umiltà t purità di cuore, e per unirci a lui più flrettamente, facendoci rinunziare noli Sólamente a noi ftelfi, ma àncora a tutto ciò, che può dividere il nollro Cuore che Iddio viiolé tutto per lui; o pur anche, perchè Iddio fi compiace di vederci a combattere con tutte le nOure forze, e con un perfetto ufo della grazia; Quando ci ritroviamo in quella laiiìjUidezza e aridità Spirituale biSogna eìamiriare d orni ella polfa procedere, e prò 3 So 11 Combattimento Spirituale procurar di {coprire il difetto dì è la noi, che ne può edere la cagionerei combatterlo vivamente $ non per ricuperare la confolazione fenlìbile, ma per emendarci dell 3 imperfezione, che difpiaque agli occhi di Dio, e che ci ha cagionata quella aridità, e non ritrovandone la cagione, bifogna attendere, e affezionarci alla vera, e foda divozione, la qual 3 è una pronta ralfegnazione della noftra volontà alla fua. Bifogna guardarli bene di non iafciar punto per ciò li noftri spirituali efer-i cizj, per quanto grande iìa la pena che internamente proviamo, ma bifogna continuarli e profeguirli per quanto infruttuoll ed infìpidici rafiembrino, bevendo con coraggio il calice. d 3 amarezza, che Tamorofa mano di Dio ci prcfenta. Se accadeffe, che la deflazione foffe sì grande, è le tenebre lì denfe, che non fapelfimo (più da qual parte rivolgerci o a qual partito appigliarli, non Infognerebbe perciò abbatterli, ma rimanere folitar; e collanti fulla Croce, allontanandoci con fermezza d animo da tutte le confolazioni, die ilMondo o le creature ci potelfero offerire. Fa di mellieri ancora nascondere ad s -a ogn by Goc X)el P, Scupolì, }Sl ogn’ uno la noftra Croce e le noftre pene, e non paleiarle che al noftro Padre Spirituale, non per cercare ed ottenere da lui qualche alleviamento, ma perchè c inftruifca a portarla coraggiofamente giuda il divino beneplacito. Parimente non bifogna ricorrere alla Comunione, ne agli efercìzj fpirituali per lcendere dalla noftra Croce, ma per acquiftarele forze, che ci fono neceffarie per portarla più collante mente $ e fe non polliamo più meditare o recitare più come prima, facciamolo almeno alla meglio che pofliamo, e non potendo offerire a Dio gli affetti e tenerezze del cuore, offeriamogli la pazienza, e la noftra raffegnazione al di lui fanto volere. Quello, che non potremo fare con Y intelletto, procuriamo dì farlo col cuore, indirizziamoci a Dio con orazioni brevi, e fervide, parliamogli col cuore, e proteftiamogli una perfetta conformità, e fommiffione alle fue fanti (lime difpofizioni. Ponghiamoci avanti gli occhi noftro Signor Gesù Crifto nell Orto di Getlemanl, oppur fu la Croce, quando fu abbandonato dall 1 Eterno fuo Padrei uniamo le noftre alle fue pene, e diciamo con eflb lui : Non abbiate guardo alla mia volontà, ma ottanta la vo 11 Combattimento Spirituale voftra adempia ( Lue zi.v.z, ): e In cotal guifa la nolìra pazienza, e lanoftra orazione porteranno 1$ fiamme del facrifizio., che faremo del noltro. cuore afflitto, alla prete nz a della divina maeftà, e farà egli veracemente divoro; imperciocché la vera divozione non è altro, che una volontà pronta e tacile a feguitafe Gesù Crido con la Croce fopra le noftre fpalle per qualunque Itrada egli ci conduca, e voler Dio per Dìo o. laiciar Dio per Dio, fecondo caderà più in acconcio per fare la lira fanta volontà, Quello è 1‘ unico fegreto per non dfer punto ingannati nè dal Demonio, nè da noi medefimi. L‘ ufo che dobbiam fare di quelle tentazioni, e di quelle prove fi è di cavarne una chiara cognizione della notila. cattiva inclinazione, la quale vuoile Iddio, che Tappiamo qiìale fia,cioè tale, che fenza Y ajuto della Tua gra zia ci precipitarebbp nqlla nollra rovina, e ci porterebbe ad eccedi, e mali i più grandi, e terribili, Dal che potiamo ben vedere quanto s'jpiganpina coloro, i quali avendo, lo spirito travagliato da ilravaganti penfieri, fi turbano, fi confondono, e fi credono abbandonati da Dio non. fapeadofi per ifua ™!‘’ ch. e lo fririto di ini poffa ibitare in anime ripiene di fomielianti ' immaginazioni, fenza riflettere, ch‘eli non permette qnefh tentazione, fenSo per Jar ad IT. un più chiaro %nofX i mento, della loro debolezza, e per obbligarli ad. accollarli a lui più eircnd ° cerciffiIwinA flievoli tentazioni fi f u, perano meglio, con una dolce e piacey°l Pazienza, che con una difpettofae inquieta refiftenza a non fare quelmv Jcche el e vorrebbero farci £ £ fólo penfarvi? 1,01 ® Vergognìamo I jl Frutto della, decima Giornata, ' i. fere ,7° giornata debb'efri fr ’ dl praticar fedelmente ciò che fi contiene nella feconda, te a e' quarta conderazipne dei primo c ferri io; quali ora vi troverete in qualche foto penofo, e difficile a fopportatf e è ncordarvi di nere gliomi delì deìiderj diftaccati da ogn altro oggetto fuorché da quello della volontà di Dio. Secondo, di feparare il male che vi afflig gerà, e il rammarico, che ne rifentirete, da tutte le circoflanze, le quali potrebbero fervirvì di pretefto, e formarvi qualche ragione per non approvare Timo e defìderar r altro, tacendo gli atti della virtù òppofla per rendere inutili le arti, e flratagemmi del Demonio, e per confervarvi nella pratica foda, e collante della virtù tutta pura. Terzo, di portarvi con una fanta difcrezione, c con uno fpirito d' umiltà nell efercizio delle virtù citeriori; e di non muover palfo fenza direzione nella pratica delie aufterità corporali. Quarto, di praticar fedelmente ciò, cheli è divifato nell’ e fetci zio terzo fpettante ai giudizj temerarj ed ali amore dèi profilino, e fopra tutto di fervirvì dei rimedi, che fono accennati nella feconda confiderazione di quello medelìmo efercizio. Quinto, di concepire un fenti mento di voi Iteffì il piu umile che vi fara poffibile, c di prender la pratica del quarto ed ultimo efercizio per lo fondamento di tutto il volito fpirituale edifizio, acciocché il Demonio non abbia alcun vantaggio fo-. 2W -P. Scapoli. 3 8 f fopra di voi, cd ottenghiate il premio e la corona prometta a coloro, che combattono con le armi, di cui abbiamo ragionato nelle tre ultime Lezioni Spirituali, con uno fpirito d'uiniìtà, e con perfeveranza, facendovi Uomo d Orazione, con una arduità del tutto particolare a quello ianto efercizio, giufta il configlio di S. Paolo, il quale c eforta a pregare continuamente, Sejloy d’ approfittarvi della Lezione Spi-? rituale per Tufo, che dovete fare delle confolazioni, e delle pene e moleftie, che proverete nelle yoftre orazioni. Fine dell a decima, ed ultima giornata, V A C !. .. ' s ACCADEMIA DEL COMBATTIMENTÓ SPIRITUALE DEL VENÈRAÉILÈ K S. C. K. TEATINO Ridotto ìli Efercizio I Vrapertata nella nojlra volpar linguà da un Sacerdote iella ftejfa Congrua gaxJvnè de C R, Teatini. ih -. . 1 Al leggitore. . 1. che E annuale ritiro., che vi obbliga a. Ilare per dieci giorni lontano da qualunque convenzione, lia per fembrarvi nojofó, e che T impegno di ìhr quali Tempre in tutto quello tempo applicato ad una feria profonda meditazione di quanto fi contiene negli efercizj che lo. compongono, lia per arrecarvi qualche molellia e difpiacere, ho creduto edere doverofa cofa il prefentarvi un' altro mezzo molto più agevole. per approfittare di quelli efercizj. Quell’ è l’ Accademia del Combattimento’ Spirituale, la quale non vi terrà occupato, che un giorno della fettimanadi maniera, che ciò, cheavrelle dovuto fare pel corfo di dieci giorni nel ritiro,lo facciate in dieci fettimane più facilmente, con maggiore foddisfaziohe, e forfè anche con maggiore profitto. Ogni qualunque volta i Lacedemoni devallavano la Campagna d’ Atene, lanciavano intatta per riipetto T Accademia di Platone. Io non vi domando ... ! Y 3 eh che abbiate la ftcifa coìifìdemióne è ritegno per qitefta, anzi farò ben. contento) che ne facciate un copiofo bottino di tutto ciò, che vi trovarete di meglio, di più preziofo, e di più bello, purché ne facciate un Tartufo, e vi ferviate delle di lei irruzioni per la vittoria delle voftre paflìoni, e V animiate a combatterle (limolato da quelle parole dell Apodolo al fuo prediletto Timoteo : Intraprèndi il lodevoli combattìtnento della Fede guadagna la vita eterna Elleno Vi foli polle avanti gli occhi per eccitarvi a quella guerra con la conliderazione della ricompensa che vi è preparata in Cielo, dopo che avrete finito di gloriofamente combattere qui in Terra r f IAC L'ACCADEMIA DEL COMBATTIMENTO, v SPIRITUALE Ridotto in Efercizj. P oiché la vita dell Uòmo è un inceffante pugna fopra la terra, e che lo fiato del Crifiiaho è una profeflìone militare, nulla fcòrgo di piu utile e necefiarid guarito di fondare un'Accademia, irt cui vi ci addentiamo; Noi entriamo nel Mondo come in una terra nemica, e li nemici, contro cui abbiamo a combattere cifeguicano sì da vicino', che li più perico lofi fono dentro di noi medefimi, e fon eglino in sì gran numero al di fuori, che appena polliamo formar un patio fenza pericolo Gesù Criftò, che ha nodrita tutta la premura di rimediare alla noftra calamità, ben lontano dal prefervarci da quella guerra, Y ha aòcefa egli fiefio, e chiaramente fi è prò teftar v r l} Accadèmia.. tc&ato nel fuo Evangelio di no elier venuto al Móndo per portarci la pace, ttid anzi per fomminiftrarvi c ferro, é fuoco. In fatti quando riamo fatti Crifliani col Batterimò, in ricevendo il carattere indelebile di quella illuflre prò1 fefllone, c obblighiamo Tolerinertierite a combattere fotto lo ftendardo di Gesù Criflo; ci dichiariamo iji faccia del Cielo, e delia Terra nemici dei Demonio, del Mondo, e della Camen e promettiamo di non aver mài coli elio loro' ne pace, ne tregua. c, ; ' S. Gìó: Grifofl.òmo ( fi. Chrìf Sem. de Marcir, tom. !. ) 'riòri potendo foifrire la codardia d’ alcuni Gridi ani delfuq tempo, dopo aver polla loro d’ avanti gli odchi la forza, il coraggio, e la; coflanza de Martiri, lóro parla in qiieffi termini. Oli Crifli ani,, voi liete fotdati troppo delicati, fe vi 1 ufi rigate di. poter vincere fenza combàttere., e trionfare lènza aver guadagnata la battaglia.. Impiegate, e noi) iafciatè ozipfe levo flró forze, combattete virilmente, e. fiate fenza pietà con voi fleffi in quefr fta gii erra. Confiderete il voitro patto, e peniate alla voflra condizione, e ve-, dete qual ria quella milizia che proferiate; Dico il patto che avete ratto; la; ..,Pf Com&itttìmm Spirituale. f $ f Condizione, fotto cui liete flato arrola- to; e la milizia che ha prefo il fuo iiome dal carattere illaftre, che avete ncevuro nel Santo Battefimo l dU r qUe L ì n noftra adizione è t-le, che flamo deftinati come ÙomH femore 1 fl? ? Pm C ° me Cr P iani a lempie iu 1 armi per combattere contro nemici, la di cui forza ed efperien? a congiunte con 1 odio mortale eh® hanno contro di noi, ci fanno a tute ragione dubitare del buon efito de' no?. drér ma 3 n;, ' m£n V 3 qUal cola unAcrft P utl e 0 P |u neceffaria d'i dem J a ’ m cui Poffiamo efferé addeftratr ed ammaeftrati in tutele ITctTTk C K CÌ P 0ite farebbono altrettanti gloriolì fegiu della generalità n, e tortezza de Criftiani. A quello fine appunto io ho comporla queft' Accademia del Combattimento Spirituale) acciocch'ella polla fervile aa ogni genere e condizian di persone, dal più alto fino al più umile e baffo rango, conciofiachè con quello mezzo potrà ciafcuno fervidi con profitto degl’indirizzi, e ammaellramcnti, che vi u contengono, e tutti vi troveranno, di che formarli nella vita Spirituale con la pratica degli EfercizJ, cjie vi fono accennati. Li Greci dimodrarono la palfione e la llima, che avevano della virtù con molti Palagi, che fabbricarono con ma f nificenza, e che dedinarono perchè ai loro piu eccellenti Uomini idruita vi folle la gioventù negli Efercizj del corpo, e dello fpirito, affinchè non le mancade ne ajuto ne direzione per divenire perfettamente virtuofa. Mi lufingo, che T impegno, che aveva quella nazione di coltivarli nella Virtù, di cui non vidde mai fe non l’ombra, poffa e debba edere di forte dimoio ai Criftiani per ricercare con eftraordìnaria diligenza tuttociò, che può fornir ÌÀ di mezzo per perfezionarvi? gia dì maniera che quelli, che avranno un vero defiderio di farli perfètti, vi troveranno tutte le Ignizioni più importanti, eneceffarie a quefto fine. Io la chiamo Accadèmia del Combattimento Spirituale, perchè altro non vi s’imparache la maniera di combattere le sfrenatezze delle noftre paffioni, e di fare gli atti delle virtù, che che loro fono oppofte, per formarne gli Abiti, il che è tatto Spirituale e dipendente dalle potenze dea Anima imperciocché ficcomc la libertà delfiiomo è elfenzialmente nella di lui Anima e volontà, così tutta la di lui perfezione, la virtù, la fantità e merito dà: lei traggono il nafcimento., ed anche ftanno nell 1 Anima come nel proprio lor leggio, di fotta che le battaglie che cì: fa meftìeri di foftenere, molto più dall 1 Anima che dal corpo dipendono, e quindi a buona equità Z chia 8 V Accademia chiamiamo quefl’Accademia, f Accade paia del Combattimento Spirituale. Quanto poi al Metodo d’ insegnare jchervi fi tiene, e°lì è affai diverto ‘da .quello degli antichi Filofofi, ì quali ponevano tutte le cofe in controversa e difpptavano fopra di tutto per l’una è per ì 5 altra parte.. Socrate introduce quello metodo, affine di fecondare la mente de fuoi difcepoli di nuove opinion i, il che diede a molti occafìone jdi paragonarlo ad una foggia Madre, e fece dire a S. Paolo di quelli primieri Sapienti del fecolo, ch’eglino iiqpara vano Tempre, ina non giugneyano mai alla icienza delia verità. In quell’ Accademia non fi devono già trattare articoli, che fi beffano porre in difputa, per il che batterà di accennare fempli.ce mente gifinfegnamenti, gl’ indirizzi e gli avvertimenti, che fi contengono negli Efercizj del Combattimento Spirituale, V V La maniera per tanto di procedere, in quell’ Accademia, quallora fi poffa 'comodamente, farà di lagunare per lq meno Tei o fette perfqne, le quali fieno accefe d’un Santo deiìderio 4' avanzarli ndia vita fpirituale.; cola, che non mi p3re molto difficile.a praticar Del Combctttim. Spirituale, in una Città, o in una cafa Religiofa, o pur’anche in una famiglia; principalmente però in un Noviziato potrà il Maeftro avvaletene per ammaeftrare i fuoi Novizj, e far sì, che in pochiflimo tempo facciano un rimarchekl profitto nella mortificazione delle loro paglioni, e in tutto ciò, che rifguarda la vita Spirituale. Bifognerà fcegliere un. giorno della fettimana per radunarli, e prendere in ciafcuna volta un giorno del Combattimento Spirituale ridotto in Efercizj: e ficcarne ci afchedun Giorno è compofto di quattro Efercizj, d' una Lezione Spirituale, e del frutto, che fi può raccogliere da tutte quelle cofe; in primo luogo s'invocherà l’affiftenza dello Spirito Santo, e di poi quello che incomincierà, interterrà i Aflfembiea fopra il primo Eferciz io fminuzzando famigliarmente tutto ciò, che contiene con la maggior chiarezza poflibile: il fecondo feguiteràil fuo ordine, e così il terzo, ed il quarto. Un altro in feguito compendierà la Lezione Spirituale, ed un’altro ragionerà del frutto, che fi può ricavare dajtuttociò che avranno detto i primi.Finalmente bifognerà che tra tutti fi faccia come una raccolta e tranfunto di. tutti gl’in Z z fcgna I L Accademia fegnamenti, di tutti gli avvertimenti % e di tutte le pratiche contenute in que-f ila giornata $ farà duòpo tutte rimarcarle bene, e terminare 1 J aflemblea con una Santa, e forte risoluzione di mandarle ad effetto. Ciò fatto, dopo d 3 aVer rendute a Dio le grazie, ogn 3 uno lì congedarà fino alla Seguente Settimana per proSeguire nella lidia maniera una Settimana dopo Y altra fino all ultimo. giorno di quelli Efercizj. Ecco in poche parole la forma di quella Accademia, e il Metodo, che bilognerà oflervarvifi. Giovanni Bereman della Compagnia dì Gesù, che morì con fama di Santità l'anno mille feicento vent 3 uno in età Solamente di vèntidtie anni dopo aver vìflìito con tanta perfezione cheèra ammirato come un 3 ' Angelo di collumi, terminato avendo., il Suo Noviziato, non fi torto fu ammeffo nel Collegio Romano, che con la per milione de 3 Superiori iftituì appieno de 3 Suoi Compagni una Spezie d’ Accademia Spk rituale per li giorni di Villeggiatura ch’eglino chiamarono non già Accade-, mia, ma collcqtij Spirituali nel giorno dì ricreazione. In quello giorno per tanto eglino fi i adunavano Sotto qual bel Combnttìm. Spirituale 401. che verde arbofcello, e conferivano in-, fieme per lo fpazio d’ un 1 ora della virtù, che fcelta avevano nella fettimana precedente e ne trattavano in quella maniera Uno apportava la definizione della virtù prefceha notava l’altro gli atti die fe ne potevano praticare sì interni come edemi 5 il terzo accennava li motivi che fe ne potevano Ricavare; 1 J altro i mezzi per giugne'rvij e finalmente alcun 1 altro raccontava gli Efempj decanti, che particolarmente s 1 erano in efla efercitati Nel corfo della, fettìmana ognuno preparàva ciò che doveva dire e nel giorno della Ricreazione elfendo radunati, lo propol nevano in brevi fermoni, e con molti fchietezzà e femplicità. Finalmente, era permeilo a ciafcheduno di proporre quel dubbio, che gli era in grado fpet-, tante a quella virtù medefima. Ecco una perfetta immagine e modello dell 1 Accademia del Combattimento Spirituale: imperciocché ella contiene qileMifCorfi, che appunto bramo fi facciano fopra gli Efercizj,di ciafcun, giorfìo, fópra la lezione Spirituale, e fopra il fruttò, che fe he può raccogliere, e que'Colloquj fpirituali utiliffimi per imparare tuttociò, che è ne Z 3 tef, 40 i ì’ Accademia beffano per ottenere la vittoria fopri le nottre paflioni, e per efercitarfi nella pratica delle Virtù e per giugnere più pretto alla perfezione Criftiana. Coloro, che entravano ignoranti, ed incolti nell’ Accademia de’ Filofofr, ne iifcivano sì benammaeftrati, e fapienti, che quando fi volevano rimarcare le belle doti d alcuno, foleva dìrfi 4 JEgU ' 'viene dall Accademia, Ed oh i qui si che di buon grado polliamo efclamar con r Apoftolo ( t. ad Con 6. v. if. ) : £ qual rapporto vi è mai tra Gesù Grillo ed il Demonio ? qual convenienza può efiervi tra il fedele e 1 infedele ? Certamente, che non vi può ette r altro paragone tra quell Accademia e S uella di quei Filofofi, fe non Quello etto, che può efiervi tra la luce, eie tenebre, o tri la verità e la menzo-gria: onde mi perfuado, che il profitto da riportarli, avrà almeno quella Vantaggia, che fi pòttederà veracemente ciò, che queFilofofi non potevano avere che in apparenza, e che coloro, i quali ufeiranno da quefta Accademia, daranno chiaro a divedere, efier eglino altrettanto fuperiori a loro, quanto la grazia è più fublime della natura, e il j lume della fede formonta quello della ragie Combattimi Spirituale; io f y iven ° non,PÌ‘ da Uomini brutali e terreni,ma da Angioli mori rr. 1 oppur dd Uomini celefti, e diCon tutto ciò io temo ancora che SS flwì i ' en °°PP orfi o almeno fircnw,on 1 l ani ‘Jdefta Accademia, 2ST, que !j? in ( cui non fi tratta, che di mortificare Je proprie palTioni i rinunziare a fe medefimo, v di difprez-, £ rC f 1 ’ e d abbórrire tuttodì che infinga e folleticà i fenfi, é ferrei 2 f°{? en to alla concupifcenza.A qu£ ' n, J a i er ? non mi re da a dire $ due cole; la prima, che Platone feci feri vere quelle parole di Pitfagor fS r° n Ua Acca m ; LZ Àlf f porvt tl ? iede u non Uppia la geometria, cioè i dire, collie ' vitadi qtìé forare. no k S j #.' Così foprai baSh 1 c qiI efta Accademia del Cedi taratSrfn PintU ?' C fótte ili caratteri ben grandi quelle parole dell' Apoftolo Si Paolo' al iuo difcepoloU vita ( i Ti 6y é eterna stes&s 4 tua Die 404 Z? Accademia tuale, che ha per fua mercéde la vlttfc eterna: il che efier ci deve d un fortifluno filinolo perchè combattiamogenerofamente le nòftre paflìoni, e afloggcttiamo li noftri difordinati appetiti mentre come c afllcura V Apoftolo, li patimenti di quefta vita non fono da paragonarli alla gloria, che fperiamo nell’ altra, v La feconda cofa che devo loro aggiugnere fi è, che il medefimo Platone veggendofi d una compleifione forte e robufià, e temendo, che il fuo corpo non faceffe qualche oliatolo al fuo fpirito nello fiudìo della Filofòfià fcelfe per luògo della fuà Accademia un dìftretto paludofo e mal l'ano pet ifmagrire e indebolire la fua buona e gagliarda complefrionc, affine di recar maggior forza allo fpirito fopra le fue paliioni con T abbattimento di quelle del fuo corpo., Or fe un Pagano ha ratto tanto che dovrano fare i Criftiani ? Sarebbe . in vero una cofa ben vergognofa, sveglino ri cu fafiero d’elfere di quefta Accademia, perchè non vi fi tratta fe non di ciò, che fdfte a infievolire il. corpo per fortificare lo fpirito, e ad afiog gettare i fregolati appetiti per render 4 a ra 4 Combatti. Spirti tale. 405 ragione più fciolta, e libera nelle fu? operazioni, quello, io diceva, farebbe un procedere beri da vile, e che non mi debbo in verun conto afpettare per Io meno da coloro, che Sanno qualche defideriò per la virtù, e che pendano e riflettono qùalchè volta alla ricompenfa che ih Cielo ila preparata Colóro, i quali ii sforzeranno debilitarli a combattere generofamente fotta le infegnc di Gesù Crifto 1 1 Z Aprimènto dell 1 Accademia del Comm battimento Spirituale. L A prima cola, che Gesù Crifto c ìnlinua nel luo Evangelio, per p CC ivr C P er ez one Criiliaria cori 1 altiilìnla iiima in cui la pone, è uà ardente desiderio d’acquittarla. La paragona egli ad uri tei oro nafcotto, e 3, hria gemma preziofa per infegnarci il di lei guitto pregio, e per farci ve der j ? no rò ardore nella ricerca di lei giugnere deve fino alla totale rinunzia di tutte E, altre cofe. Dopo d’averci fvelato il pregio ed il valore, di.quella perfezione, e d' avwcene impilata la brama con quelle: 7 amili rudi ni i un’altra ce he ad-' 2 5 dna, , 4 © (5 li Accademia ~; ita, la quale pone alla difperazione K. Codardi è gli oziofi, quando per altro Con erta c' infogna il modo, d’acquiftarlà, imperciocché ce rie parla egli inveri luoghi del fuo Evangelio fotto il Simbolo d’una guerra e d'una battaglia, in cui non biiogna aver meno di coraggio che di forza ( Mattivi 1 1. ) Egli dice in un luogo, che il Regno de' Cieli s’acquifta con la violenza, e che non T ottengono fe non i generori e forti ( Matth, io. ); in un’altro, eh egli non è. venuto al Mondo che per accendere il fuoco d’uria guerra implacabile tra i defiderj delta carne e quelli dello fpirito ( Luci 14 v, 3 1. ) ed in un’altro ci addita la cautela e direzione neceffaria a quella guerra, infegnandoci il fegreto di renderci invincibili con l’efempio d’uri Re, il quale Volendo portar le lue armi in paefe nemico, confulta co’fuoi coniglie ri prima di porri in campagna, fri non avendo che dieci milla Uomini, debba e polTa andare ad invertire un’altro Principe il quale gii venga incontro con ventimila, e chef temendone un’ infelice erito rifolve dì ricercargli la pace, e gli invia melfaggiéri a quefto effetto? quindi conchiude, io vi di$o quefto, ' pgt Ècl Cojnbdtttm. Spirituale 467 perchè vi è di dovere, che intendiate bene, e Tappiate, che' lo ipogeamente, é volontaria rinunzia di tutto ciò che r Uomo 1 può avere, e di tutto ciò eh’ égli e, non è meno neceflaria a miei feguaci per la lor perfezione, di quello forno gii Uomini ed il danaio per la guerra. Eccellente lìmilitudinein vero] con là quale Gesù Grillo,, in cui raccolti Hanno tutti li tefoti della fetenza e della vera fàpienza, c infegna, ' Ohe là forza ed il danaro' non fono più neceflarj ai Principi per, far la guerra Contro i Potentati della terra, di quélino ua neceUàrió ad ufi Cridiano' il diitacco da tutte le cofe, per far lagnerai contro i vizj e le potenze internali j e che ficcome l’oro ed il ferro fati 0. per l’ordinario li due principali dróménti y che fervono a conq iridare gli Imperj del Mondo 5 così la povertà, il difprezzo delle ricchezze e di fe medefìmo e la mortificazióne delle notre pailìoni lono i mezzi piùficuriper gìugnere alla conquida dei Regno de' Cieli 1 b ordine, che tiene Gesù Grido per iftruirci fopra una verità sì rilevante è quello dello, che noi dobbiamo olièrVàe per approfittarci di quedi infegna 1 metF 408 Z? Accademia menti. Primieramente dobbiamo con- cepire un alta Ili ma della perfezione Criftiana, ed apprezzarla, non folàmente più di tutti li tefóri della terra, ma ancora più di tutto ciò, eh è meno di Dio; dobbiamo poi accendere nei noftri cuori un 3 ardente brama di quella perfezione, efiendo certi, eh’ ella ci farà data a mi fora del defìderio, della fame, e della fete, che ne avremo, avendo detto noilro Signore; Beati quelli) thè hanno fame, e fete della tufi tuia, ìmpércìdcchè faranno fat oliati ( Matths v, 6. ); finalmente poiché per farne acquifto, e poflederla è necefiario., che prendiamo Tarmi, e ci rifólviàmo afi ilenere una guerra, che ha mamme sì diverte da quelle degli Uomini, come fono di difprefeiar le ricchezze, di rinunziare a noi lreili e a tutte le cofe di mortificare lì noli ri difordiriati appetiti, e domare le tìoftre palfioni, e poiché abbiam duopó di condotta; di Coniglio, e definizione per acqui ilare gl indirizzi neceflarj ad una guerra fcì difficile, e perigliofa, dobbiamo impiegare tutte le tìoflre cure e fóllecitlidirii per edere ammaeftrati, e beh addeflrati in quella milizia di maniera, che nulla ignoriamo di tutto ciò, che rifguarda 2 )éi Combattimi Spirituale 40 Un affare, ed un’ efercizio sì importante... Il Precettore di uert Accademia è Gesù Crifto, poiché tutti gli ammaeftramenti che vi fi danno, j noli fono che la di. lui medefima Dottrina, e tutti gl 5 indirizzi che vi fi prendono, fono cavati dalfefenipio di lui -, e de' Santi che 1 hanno perfettamente imitato, ed i Squali hanno potuto dir con S. Paolo fiate imitatori noftrì, come noi lo fi amo di Gesù Crifto ( 1. Con ir. tt. iJ) Il Combattimento Spirituale ridotto in efercizj è il libro di cui fi deve tifare ih queft 3 Accademia. Inciafcuna Aflemblea fi prenderà lina giornata di quélH efercizj e ficcome ciafcuna gior-, nata è comporta di quattro efercizj, d lina leiorte fpirituale, e finalmente del frutto che fi può raccogliere da tutte quefte 'cole, quindi li radunati nell J Affemblea ragioneranno per ordine, co ine abbiam detto nelfiftituzione di quella Accademia: li quattro primi riferiranno ciò che fi contiehe ne quattro efercizj, il quinto dirà ciò che avrà hotàto. nella Lezióne Spirituale, e il fefto interterrà la compagnia fopra il frutto, che fi può raccogliere da tutto ciò, che farà fiato detto; dopo di ch fip la, che deplora S. Paolo lctivendo al lla è la fchiavitù del Demonio, il quale tiene lchiavi ne’ fuoi lacci coloro,, che ubbidiiconq alle proprie pa T)el Combatti m. Spirituale. 415 polche con una deplorabile tirannìa figli fc ne ferve come di tanti fcHiavi, eligendo da loro tutto ciò, che vuole. Rilbgna dunque far F ultimò sforzo 'per llabilirfi in quelle belle difoofizioni, e attendere in quella guerra la ricoinpenfa, che infallibilmente ottiene un Soldato eh è generofo, e che combatte per la eternità v Oh quanto e amabile quella guerra ! poich’ ella ricolma rii gloria, e di meriti coloro, che. dà lei fono impegnati a combattere le proprie paflìoni, $’ eglino la efeguifeono con la collanza, e col coràggio, che devono Oh quanto fono felici, efortunari. coloro, eh 3 entrano in quelle battaglie ! poiché Combàttendo diventano più forti, s accollano più da vicino a Dio, dimollrano la verità e la fincerità della lorfede. animano col loro efempio li più codardi alla virtù, e loro difvelàno gl 5 inganni del Demònio, e finalmente fi rendono degni di viver’ eternamente in compagnia degli Angioli, e de Beati. L’ Accademia ASSEMBLEA 1 ' jfj elt Accademia del Combattimenti Spirituale i trattenimento primo. Sopra il primo Efercizió della.prun Giornata là che propriamente confi ft a la Vitti Spirituale o là Perfezione Crlfi aita i ti tìtolo di queft’Efercizfea cl fe W I der chiaramente, che 1 Autore del Combattimento Spirituale, e quello; Che l’ha ridotto in Eferciz,, volendoci dare una perfetta cognizione ed idea della Viti Spirituale e della ne Criftiana; olfervando M medefimo Ordine, che San Dionifio 1 Areopagita, é dopo lui tutti li Maeftri e Dottori della miftica Teologia hanno oflervato per darci una perfetta cognizione di Dio. Imperciocché fe qùetti grand iui mini per Melarci nei lorolcntti qualche idea della grandezza di Dio, fifenò fervit con telice riufcimditc del a negazione i e dell’ affermazione,.dell attrazione, e dell’attribuzione, cioè i i i 11 r t f 1 i Dtl Combattiti} Spirituale f dire di quefte due sì differenti manieri, di parlare, là prima delle quali efprime ciò che Dio non è, e l’altra dichiara ciò eh’ egli è ì X Autore del Combattimento Spirituale, e quello' di quelli E lerci z;, volendoci far conofcere perfettamente ciò, eh 3 è la. Vita Spirituale, o la perfezione Criftiana, ha giudicato a propofito d’irifegnar prima ciò, che ella p'ropri amente non e. Qiiefto primo Efercizio abbraccia cin- que Confìderazionii la prima cafficura che la Vita Spirituale, o la perfezione Criftiana non confifte nella povertà, ó nello fpogìiamento di tutti i beni citeriori, nelle mortificazioni, e patimenti, ne in alcuna cofa, che proceda dal corpo. Ella ci dimoftra, che non confifte la perfezione in fare molte opere efteriori avvegnaché di fua natura ottime, ed eccellenti, come fono le ora-, zioni vocali, e meditazioni, afcoltar più Mede, vifitar Chiefe ed Altari, c frequentare li Sacramenti e per ricuperare ogni giorno nuove forze contro i loro nemici Finalmente bifogna che facciamo tutte querce cofe con una intenzione tutta pura per la maggior gloria di Dio, e col lolo fine di piacere a lui, ' la terza Confiderazione ci difcuopre una verità importanti filma, ed è, che tutte quelle buone opere citeriori, e tutti quelli fanti eferciz;, i quali, ficcome abbiam detto, fono cofe buone e -ante di lor nafura fono però di fo-, veiir l’Act&mt anche?. yente ciàperti reoforo., molto piu dei p c pel La quarta Confiderai one è un ri? gratto al naturale di quelli, che s’abu/ ’ fano di quelle cofe efterìori sì fattamente, che riflettendo alle loro imperfezioni non fapremmo piùavvifarli per quelli, che pi apparivano. Elleno fonp accennate per ordine in quella Confiderazione, e per non ommetterne alr cuna, ne rinnoverete la Lezione pag. La quinta è la più importante, e co? me l’anima delle precedenti. Efìfa imprime nei nollri cuori un fanto fervore per non lafciarci ingannare dalla nollra pattira corrotta attaccandoci Crìjliana. S E avelli a dire qualch’ altra cofa di più di ciò, che di vifato nelle quattro confiderazioni che compongono quell’ efercizio., per ifpiegarc in. che propriamente ftia ppfta la Vita Spirituale o fta la perfezione Criftiana, farei forfè come il Filofofo. Si moni de, il quale pregato da Jerone Rè dì Sicilia a dirgli, cofa fofle Iddio, chicle un giorno di tempo, da penfarvi, paffato. il quale ne domandò un altro, poi un altro, ancora, e finalmente più che vi penfava, veggendofi più. lontano dal poter dire ciò. che folfe, confefsò la lira ignoranza, e proteftò con ingenuità e fchiettezaa, che per quanti sforzi egli facdfe in quella ricerca, ad altre più piti non fervivano, che a fargli conofcere Tempre più, ch'ella forpaflava infinitamente la capacità della Tua mente. La perfezione Cridiana ha quello di divino in fe delta, eh ella può edere paragonata a Dio, in quanto ch'ella è un bene univcrfale, il quale racchiude tutti li altri beni in si eccellente ma- niera, che nulla v è Fuori di Dio, che li contenga più perfettamente. Per la qual cofa non credo sì facile il poter dire ciò, ch'ella ha, e ciò ancora, che ir è (lato detto nel le confiderazioni di quedo fecondo efercizio, non è, che uno fcarfo abbozzo dei mezzi per acquinaria piuttodo, che una perfetta dipintura, e deferìzione delle lue eccellenti prerogative, e bellezze. La prima confiderazione c infegna, che per intendere perfettamente, in che confida la Vita Spirituale o fia la per- fezione Criftiana, bifogna confiderare, a che ella ci obbliga verfo Dio, verfo noi dell! e verfo il nodro profilmo. Verfo Dio c'obbliga d’amarlocon tutto il nodro cuore, con tutta f anima, con tutta la mente, ad adorarlo, a benedirlo, glorificarlo, e tributargli tutte le rcligiofe rimodranze ben dolute alla fua divina Maedà col piùpro A a fondo rifpetto che ci fi a potàbile $ h una parola, ella ci obbliga ad un’efattifllma oilèrvanza de’fuoi divini Commandamenti, ed all’ adempimento della fua fanta volontà in tutte lecofe.Verfo noi ftetà ella ci obbliga ad un fincero conofcimento dei noflro nulla e della noftra impotenza al bene, della noftra malizia, e della inclinazione, che abbiamo al male, e in conseguenza all’odio dì noi fletà, affine d’affoggettare più perfettamente la carne allo fpirito, li fenfi alla ragione, e la ragione a Dio Riguardo al noftro proffimo efTa ci comanda d’ amarlo al par 4i noi fletà, ed a fervire con carità ed affetto coloro, che ci perfeguitano,che c’ingannano, che ci fono ingrati, considerandoli come ftromenti della bontà di Dio per farci innoltrare nella perfezione, e per operare la noflra eterna faiute } in una parola, ella ci prefcrive 4 amar il noflro proifimo, come noflro Signor Gesù Cri fio ama noi. Ed acciocché tutte quelle cofe fervano a renderci spirituali, la feconda confiderazione c’infegna di praticarle non per qualche vantaggio, o foddisfazione parr tìcolare, che fe ne poffa ricavare, ma femplicemente per la maggior gloria di Dio, o perchè ciò gli è grato, é perchè tal è il filo beneplacito fenza fare rifieilione à ciò, che riguardi noi fterfìi t La terza confiderazione ci rapprefenta una cofa molto importante, ed è, che la pratica di tutto ciò debb'eifere appoggiata ad urta ferma risoluzione di non raffreddarli giammai nei iioriri efercizj, e che dobbiamo mifurare il noftro Spirituale profitto dalla maggiore o minore fermezza della nolira risoluzione, credendoci più a meno innoltrati nella perfezione Crilhana a mifura, che in noi fi mantenga pii o meno.colante quella risoluzione; ond è, che dobbiamo perciò Sempre domandare a Dio la grazia di non cangiarla giammai, rendiamo a Dio maggior fervigio, e gli facciamo cofa più grata, che fe conservandone volontariamente alcuna nel nostro cuore, faticaflimo giorno e notte A a z alla 4.z4 L'Accademia alla fallite delle anime, o fé forpafiaflt ' mo colle noftre aufterità 'tutt 3 i rigori degli antichi Anacoreti; perche Sebbene lo zelò della cbnverfione dell 4 anime. fuperi quello, della mortificazione d alcuno dei noftri vani defìderj, nondimeno riguardò a noi, devè cedere alla premura della noftra riforma, indubitata cofà efi'eiido, edere noi più obbligati a Faticare per la fpirituale noltrà guarigione) che a proccurare V altrui.TRATTENIMENTO Sopra il terzo Èfercizió et onde nafta in noi la necejfita dì coirli battere Le noflrc pàjjioni per gìiignere alla perfezione con la piratica delle Vir tildi. L ’Apofioló San Paolo dopo d ave iftruito il fuo Difcepolo Timoteo, e divergi’ irtfegnato in che propriamente confitta la Vita Spirituale o la perfezióne Criftìana, gli dichiara qual fìa Il Tenzóne ih cui c duopo entrare neceflariamertte per giugnere a quefh percezione) dicendogli; Intraprendete il lo' 1. ’ ' : dévr .devote combattimento della Fede, guadagnate la Vita 'eterna Egli.chiama quella Tenzóne, il. combattimento della fede, cqnciofiachè egli non e che pe tempodella vitaprefente, che tutta ravvolge!! nell' ofcurita della Fede 3 ed è come una notte,, a cui fucceder deve il giorno della Eternità. Ecco il perche dopo aver detto quello grande ApoHolo : Intraprendete, il lodevole combattimento della Fede,. immediatamente foggìugne. Guadagnate la Vita eterna, in quanto che quella battaglia.ha pf£ fuo premio la Vita Beata, che non avra fine giammai; W L ordine che tiene San Paolo nell illruire il fuo difcepolo e.Io Hello, che fi offerva in quelli Efercm;, e ficcome 1; due primi ci hanno djmoltrato, ijl che corilìtlà la vita Spirituale o Cnttia nà perfezione, cosi il terzo c indegna, in che cònfiHa la guerra in cui jìamo impegnati, e donde nalca in noi lane-, ceflità di combattere le nollre pailionv per giugnere a quella perfezione. Quel? Efercizio contiene tre conhde-; fazioni : la prima ci dimòHra, che vi fono due parti nell' Uomo, dai Teologi chiamate la parte Superiore, e Ulteriore. La fuperiore e quella che fi A a i la 4S E Accudenti ' ehiama Spirito? o in ella racchiudelì/i Volontà con 1 Intelletto il quale dirige e conduce li medéfima Volontà, e le ferve come di guida e di fanale. La parte inferiore e quella, che Animale appella, e iti quella parte contieni! r appetito fermavo con la immagina2 ione, la qual' è come f Occhio di quell appetito, che lì muove al di lei cenno: in quello medelrmo appetito 1’Uomo fperimenta undeci alletti, che emani iaitio paflionr o movimenti della tórta cioè Y Amore, rodio, la triitezza, il gaudio, il desiderio, la fuga, il timore, 1 ardimento, la fperanza, la tiiperazione, e la collera- v 13 feconda Confìderazione c afficura cne quelra parte inferiore ed Animale on tutte quelle paflìoni era perfetta-inente foggetti alla parte fuperiore pri. P ecCato v uu che per cagione di lui st bella foggezione fi è perduta, di manièra che ella rion ci viene reftituitaf pcf lo Battemmo avvegnaché que1. Sacramento fcancellir originale pecaver ?°a It0 diolafciarcf la ribellione del! nolfro appetito, afHncff ella ci fu un continuo cfocùù di virtjì e motivod bel Combattivi' Spirituale, 42,7 la terza Conlìderazionc c infegna che da quelle due parti sì contrarie, e dalla ribellione della parte inferiore contro la Superiorenafca in noi un^ guerra, che dura al pari della noftra mortai vita che quella guerra li fa per render foggetta la parte inferiore alla fuperiore, cioè a aire ì la carne allo Spirita, il fenfo alla ragione, e la ragione a Dio : e in quello appunto conìillona li combattimenti, ne quali la pietà impegna coloro, che vogliono' piacere a Dio, e che sforzatili di Spogliarli dell’ Uomo vecchio per venirli del nuovo. Ella pure ci dirhodra che in quella guerra non polliamo Sperare I ne pace ne tregua, actefo che abbiamo a combattere contro Nemici, i quali allora fono piu Spietati e fieri, quando ad efll fi cede o fon ricercati di pacef ne polliamo corf elfi fare tregua fenza efporlì a un danno di gran conseguenza, imperciocché fe volendo fuggire il vizio e domare le nollre palfioni, ufiamO qualche indulgenza à noi flelfi', e fe c accordiamo il godiniento di qualche terreno piacere, quantunque ineffo non vi fia mortale, ma Solamente qualche leggero e veniale peccato, la guerra non laici era d’ edere vieppiù forte.48 i 1? Accademia te, e la Vittoria rara ed incerta, il perché fa di medìeri rifolverfì a non perdonarla ad alcuno de’rioftri appetiti, e sforzarli a vincere tutti gli {tegolati movimenti delle noftre paffiofti. Finalmente là terza Conlìderazionè ci rappreferità, che il noftró appetito fenfitivo è il Teatro di quella guerra Spirituale, in Cui liarho impegnati per tutto il corl'o di rioftra vita, e che intorno a lui Raggirano ìe ordinarie fcafamuccie, che abbiamo contro le noftre paliioni j ché in elfo feguonò le cadute dei deboli j e le Vittorie de’ forti; e per dir tutto in ima paiola Che quello è lo fteccato, ove lìam rinterrati fihó dal primo momento del noftro nafeere; cne iti quella guerra la fuga è imponibile, e che bifogria necdfariàmente non folo combatteremmo 0 vincere, o morire per Tempre TRAI ' bel Combattivi. Spirituale. 4TRATTENIMENTO Sopra il quarto Efercizio. belle cofe che ci fono necejf arie m quejl a guerra 1 n 1 m 1 ^ | 0 Apoltolo S. Paolo condottò ferri I j pre e mollo da un medefimo fpirito, offerva Tempre lo Hello Metodo v ne fiìoi infegnarrienti. : e lìccome ani1 maeltrarido il fuo Difcepolo, dojio avergli di moftrató in che propriameiltÉs confìlta la Criftiana perfezione, palTa à ragionarli della guèrra, che ha dà iti traprendere per giugnere.a quella pérfezione 5. così iftruerìdo i novelli CriItiani d'Efelo infegna loro di quali armi fervir li debbano nei loro combatti menù, e nel fefto Capitolo, tómé in un‘Arl'enalè Spirituale tutte vi li ritrovano t Un'Ordine in tutto fomiglievole ÌÒ ravvilo in quelli Efcrcizj, il primo ed il fecondo c harinó recata una grari cognizióne della vita Spirituale fc perfezione Crillìariaj quello additandoci ciò cn ella non e, c|ueltó. ciò che ella è a Il terzo ci dà a divedere ,in che ftia : 4 ' t 4 ì i . V l 13 j} Accademia pofta la guerra, che ci conviene a b- bracciate per giugnere à quella perfezione] e il quarto c infogna le cofe, che ci fono neceffarie in quella guerra, e Jé Aimi con le quali abbiamo a combattere per giugnere al pofledimento di sì gran bene Quello Efercizió non è comporto che di due Conliderazioni; La prima c infogna, che abbiamo duopo di cinque cofe in quella guerra Spirituale d’ una collante rifoluziotte d'un gran coraggio, d’Armii di direzione, e d’ ajuto tifa ci dimortra, che bifdgna prendere tìuertd forte rifoluzioile dalla neceffità della nó-lra condizione e natura che C’impegna in una guerra, che non polliamo $ fuggire 5 che bi fogna trarre il Coraggio e la forza per combattere da tini verace diffidenza di rtoi rtclfi, e, . di una grati confidenza in Dio, tenendo per certo ch'egli é con hoì in tutte le riortre battaglie per garantirci da ^(dalurtque danno purché nodriamo lidi perfètta confidenza nella fu a poffanza nella fua Sapienza, e nella fui infinita bontà : In quanto alle armi,. quella prima Conriderazionc^ c infogna in primo luogo, che giacché entriamo in quello Mondo, come in un campo . Chiù ’ Del Combanim. Spirituale. 451 chiufp 9 ove bifogna neceflariamentè combattere 9 dobbiamo tempre tenere il no Uro Spirito dilpofto e preparato contro qualunque aliaito 9 e camminar femore armati per difenderci dagli attacchi de noftri Nemici 9 concioilachè dalla corruzione della noftra natura 9 dall' invidia dei Demonj, e dalla malizia degli Uomini non ci polliamo appettare) che nuove forprefe. Infecondo luogo vi rimarchiamo, che le Armi di cui ci dobbiamo premunire 9 fono la relìftenza, e la violenza, fono quelle armi pelanti in vero, e difficili ad adoperarli, ma pure fono affatto neqelfarie. Quanto alla direzione per Servircene a dovere dobbiamo prenderla dalfefempio B Ir TRAT V Accademia TRATTENIMENTO. Sopra la Lezione Spirituale del ; primo giorno. i coraggio, della fona, e della rìfo' /azione, che ci fono necejfarie inqne^, fio Combattimento Spirituale N On è fuor di ragione, che Tapri! ma lezione Spirituale tratti del foraggio j della forza, e della ri ibi u-, zione, che ci fono jieceflarie in quella guerra contro le noftre pacioni per formarci nella Vita Spirituale^ nella Criftiaoa perfezione colla pratica delle virtudi, eflendo quelle le prime cofe, di cui abbiam duopo in un’imprefa, §ì importante, e in cafo non foiìimo almeno Riabiliti in quelle fante difpofizioni, egli è certo, che non (blamente' non potremmo fare alcun progreflo, ma di j piu faremo fempre da capo ogni giorno, poiché lenza un coraggio del tutto magnanimo, e fenza una rifoluzio1 ne immutabile non potremmo lungo tempo perfeverare nei difegno di rinunziare incelfante mente a noi (ledi, ne combattere i nemici} i quali non vengono Pipiti 7 £ I C gono mai ad alfalirci fe non con le lusinghe, ed attrattive della fenfualità per Sorprendere la hoftru ragióne. Ma come che io Rimo quello ragionamento al fonimo efficace, quindi giudico che ha per elfervi più profittevole nè rino viate la Lettura, che di narrarvi in ri ftretto ciò, che contiene j egli -è per lauto alla pagina 4 ? degli efercizj. TRATTENIMENTO. Del frutto della Giornata L I frutti che polliamo raccogliere da quelli trattenimenti fopra li quattro efercizj e fòpra la Lezione Spiritaale della prima giornata di que- llo Combattimene Spirituale ridotto in efercizj fonò fi gradai è riguardevoli, che fe àveffimo la bella, forte d' efler fedeli nella pratica degl' infegnamenti, che in efifò ci vengono dati, avremmo fatta più della metà del Camminò del- la prima giornata, e potreffimÒ dired' aver incominciato d onde molti appe- na finifconò j e fé; il nòflro- pfogrefla corrifpòndelTe a sì felice principio,- fa- remmo ben tòno liberati dalla fchiavi- tù, delle nollre paflloni, e in poco tem- po toccheremmo le meted’un'altiflima perfezione#. . \ Bb 4 il Accademia li primo frutto che polliamo racco- gliere da quelli efercizj, è la cognizione che ci. vìen data della Vita Spiri- tuale e della perfezione Criltiana. Que- llo frutto è di grandilfima Importanza, e per difetto di quella cognizione mol- ti anziché inoltrarli nella perfezióne, per quanti sforzi abbiano fatti, ne fo- no rimalli ben lontani ;.Sapere dov’ è un Teforo è lo Hello, che averlo per la metà già ritrovato, e il noli faperló egli' è quali un cercarlo inutilmente : .«iella fteifa maniera le li conofce, in che di certo lìa polla la vera virtù, egli è in certa giù la un averla di già acquillata, concioliachè ima buona vo- lontà illuminata da quella cognizione . tende incontanente a quello tergine e v'indirizza tutt i luci efercizj, laddove non lo fapendo, ella non può che ingannarli,. e : per conseguenza Smarrire la llrada ed il fentiero, che batter do- vrebbe per giugnervi Quello primo frutto ne produce uri ..altro non meno eonliderabile, ed c di non attaccarli mal fernpolofatnente al- fa pratica di certe fcofe elleriori, e di non tifarle fe non con diferezione e « prudenza, e con una grande' libertà di Spirito, non le conlìderando fe nonco- c.' i me 'ùQoyC - % - I - X>ì Còmi Attlrn, Sprillici'. e. 43 7 jné mezzi per vincere le nollre pallio- rii é per praticare [più agevolmente le Cridiane virtudi. t. Il terzo è di confervare nella riòltra memoria una particolare jemìnifccnzx dei vizj, ai quali foggiacióno coloro > eli è affettano quelle cofe effe ri ori, e che vi fi attaccano di troppo, per aver- li in orrore, ficcome pure il loro (la- to, che Dio abborrhce, e nel qitale accadono fpaventeVoIi cadute. Il quarto frutto che ne dobbiamo raccògliere fi è di praticar fedelmente tutto ciò, che abbiamo di vi iato nel,. fe- condo trattenimento fopra il loco lido efercizio, il quale ci fpiega., jn che pròpriamente confida la vita Spirituale e la perfezione Cridiana, regolando fo- pra quede pràtiche il nòdro tenor di vita. \ Il quinto è di fervirci beri* a dovere della refidenza e della violenza eoa tutti gl* indicizzi sì chiaramente accen- nati nel quitto trattenimento fopra il quarto efercizio, come d* armi Tempre vittoriofe, che iono le più uiate in quedo Spirituale Combattimento,* e di inarcare di pedaggio le cinque cofe, che ci fonò neceifarie, vale a dire una fotte rìlolljzione, un gran coraggio > > ie I L' Accademia.. ; ié armi, la direzione, e gli awti t ictat nsffiss£ asai» “luto ?»i” «» %FStÈ£Sk to de’noftri trattenimenti nella leconda ran'jri3.nziit » in cui bisogne, raaanaii^a ?. _ j.u* ;* rmpU-a.oror fi voS^prendS l{J|* libro degli eferciaj « chietina in giro faccia la leeone éfercizio, o del i oggetto, fopra. gli toeberà a ragionare. Fine dell’ Accadenti» del Contatti-' mento" Spirita Me», . Titola degli Efercizj; e Lezioni dei dieci Giorni che fi contengono in quello Li* bro del Combattimento Spirituale Dell* Umiltà di quelli EJercizj, e delle par- tì thè li compongono GIOR. Della perfezione Criflianà, del- la guerra, che dobbiamo fare alle nojlrè pajftonii et*' pag. ESERC. V In che propriamente non confi* Jle la Vita Spirituale, ec, ibi d- ESERC. In che propriamente confifla Id Vita Spirituale, ec.., 1* ESERC. III. Donde Hafca in noi la necef- fità di combattere le noflre paloni ec. i i ESERC.Delle cofe t che ci fono necef farie in quefla guerra * n Le Lezione Spirituale pel primo Giorno * Del coraggio, della forza, e della rifolu, -, tione GiOR. Di cofe, c«i dipende id, gran parte T efito delle noflre vittorie. 40 ESERC- Della diffidenza di nòifleffì ib„ ESERC. II. Della confidenza i che dùbbia w * ma avere in Dio ESERC. La maniera d‘ acquìflar tutti . infieme la diffidenza di noi Jlejft. 5 r ESERC IV. La maniera di conofcere, fe k operiamo veramente con una fincera dif., fidenzd di noi fi e (fi, ec» La Lezione Spirituale pel fecondo Giorno. • Della grazia, eh' e il primo nece/fario foc* • corfo in quello Combattimento * j a/ ili. GIC5R. QuaI maniera fa duopoàifpory re il no flro intelletto, ec* ' ESERC.. Come fi debba, purgare il * 0 d r0 intelletto dall * ignoranza ESERC. H. Ciò che bifognd off e - . ESERCi lHi A fi ftro intelletto da ogni cr,^'P 1 ' ’ e tl . vl r ’L. 'imaginazione . 8 rO 2 Cautele, c£c ci /e»c «ecc/^ ^ V*r;e 2ft gaetfo Combattimento . lof É$EKO- I. JU regolai che e di ben ‘indirizzare la- .ne/ira intenzione, ec. ESERC. lì. Òwc 7* *» P™/*;. ; f/J, c£c dpf/0 abbiamo della purità d y intenzione . ec. ^ - A . f 10 ESERC. Delle due 'Volontà centrane, ^ che fono in noi, ec. ESE R C.L* maniera ai combattere con- . tro i movimenti de [enfi, cr. ( ’ •_, ^ t la Legione Spirituale pei quarto Giorni . T>clV amor di Dio GIOR» D* alcune cautele, c»e et J fino * nece/farie in. quefio, Combattimento ESERC. ì. Ò.M0* dobbiamo Riportarci i ibtd. ESERC. II. La maniera di refi/ìere ai moti ' fuèiianei dèlie Jtope pa/fiow, ^ A I4£ ESERC. Df//« cùfiodta det Jen(t nictj* farifsimu ESEC.. £g iW^gr/g per combattere la negligenza e ^,ói : »>»'£* tomùnfurfu J-,^ m [ c0 ’ c ! ^“ l - */Rc f. .m bserTh ;w! .' • ' ^mUtnre^T "***' %->£&CdV.DelU diverCa n ' **' l " i.£«y.*»ctrt‘Kz's2, y "Jteà^K'a vtti'fels s ÉSERC 3i La ^LezTone* 'pbiiijogn* cenfe^rlìi ' eI j™° C orni! pene interne' e, * P*ee del CHore ntUe vili. GiOR. V/L.7- - ‘ . ' *«? ESER.C, i ES£RC. !. Qua li fieno gli ef ereizf, coi quali acquift eremo più ftcur amento, e in minor tempo le virtù crtfliane, oc . ibid* ESERC, li.. Delle difpjòfizioni più neceffarie per acquiftarè le virtù.. • ÉSER.C; III» Che hon fol amente non bi fogna. fuggire le occafioni ài praticar le virtù . i9t EsERC.. 1 V* Che non bifogna punto deterrai • 'pare il tempo . • . 8 Là Legióne Spirituale pernottavo • forno. Delle armi, che ci fono neceffarie in quejló Combattimento*, et * - tot lx. GIOR ' Itegli art'fiz) > de’ quali [ì ferve * il Demonio in què/lo Combattimento • ÈSERC i Z Deiy Ordini cheofferva il Ùemó i, mo nelle fue battaglie, ec., ibid» ÌSEftC. II» Delle arti, di cui fi fervè il De* y toìoviói • . SERC.Detle artiche ufa il Demonio . 3*4 feSERf, V. per qual cagione i nofin buoni proponimenti non abbiamo d'ordinario il M. effetto i La Lezione Spjricaalg per la nona r Giornata degli Etercizj • .,, Selle diverfe forte d' orazioni G'QR» D ’ alcune altre arti, di cui / Ve il Demònio ESERC. I. D 1 una f otti lift ima alluni a del t Demonio. r ÈSERC. IL Dell " indifcretezzà, ch l e un aU tra inganno del Demònio ESERCÌ. Di un * altra arte, di cut il Demonio fi ferve, eh $ d infinuarci catti . W concetto del n offro prof ùnto Degli jfr afa gemmi, de' quali T fi ferve il Demonio contro color o, che hanno 'acqui data la virtù, e fono gì perfezione, per farli cadere da lìce flato, ec, •, La Lezione lunti alla quejlp fe, Giorr.o . spilla divozione fenfìbile, delle Aridità, ec, che d provano nell' Orazione X' Accademia del Combattimento Spiritual le ridotto m JEferctzj, 591 V Aprimento dell ’ Accademia del Combattimento Spirituale, ASSEMBLEA. Dell* Accademia del Combattimento Trattenimento f. (opraTT primo Efercizio della prima Giornata* In che propriamente confida là Vita Spirituale, 0 la perfezione Cridiana. ibid. Trattenimento U. fbpra il II, Efercizio . In che propriamente conjijfa la. Vita spiri * t fiale > 0 h perfezione CrifltànaV A io Trattenimento III. lopra il HI. Efercizio . D'onde nafca in noi ' la necessità [di com- battere le noftre paf sioni Trattenimento fopra il Efèrciziò. Delle cofe, che ci fono neccfjarie in queda guerra', Trattenimento y. fopra la Lezione Spirituale del I, Giorno . Del coraggio, valore, e riduzione, che ci fono mceffar) in quejlo Combattimento, 4)4 Tratte nimento Vi. p pel frutto della giornata NOI NOI RIFORMATORI l dello Studio di Padova. A Vendo veduto per la Fede di Re- vifione, ed Approbazione del P. Fr. Paolo Tomafo Mannelli In^uijìtor del S'Officio di Venezia nel Libro intitolato È Combattimento Spirituale del V. p, TX i C. R. jH. ridotto in dieci y giorni et. trafportato dal Prancefe M. S. non v’efTer cos’aldina contro, la Santa Fede Cattolica, e parimente per Atte- flato del Segretario Nollro, niente con- tro Prencipi, e buoni coflumi, conce- demo Licenza a Zuanne Tevernini Stam- pai or di Venezia, che polli eflfer Rampa- to, ofTervando gl 1 ordini in materia di Stampe, e prefentando. le {olite Copie alle Pubbliche Librarie di Venezia, $ di Padova. •• Dat. li 30. Settembre i74^« ( f. Alvife Mocenigo 2. Rif. ( f. Zuanne Querini Pr. Rif, r 'i j et. Lorenzo Scupoli. Scupoli. Keywords: cotinentia, temperanza. Refs.: Luigi Speranza, "Grice e Scupoli," per il Club Anglo-Italiano, The Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria, Italia. Scupoli.
Monday, January 20, 2025
Subscribe to:
Post Comments (Atom)
No comments:
Post a Comment