Powered By Blogger

Welcome to Villa Speranza.

Welcome to Villa Speranza.

Search This Blog

Translate

Monday, January 20, 2025

LUIGI SPERANZA -- "GRICE E SCUPOLI"

 Luigi Speranza -- Grice e Scupoli: la ragione conversazionale della lotta coll’angelo – la lotta dell’angelo e il demonio – filosofia pugliese 00 filosofia italiana – Luigi Speranza (Otranto). Filosofo italiano. Otranto, Taranto, Puglia. Very important Italian philosopher. Entra nell'ordine dei teatini per ricevere gli ordini sacri. Discepolo di Avellino, appartenente al suo stesso ordine.  Risale l'accusa di violazione della regola, per cui èarrestato per un anno e sospeso a divinis. Per la sua assoluzione dove attendere quasi la morte. Intanto, sopporta l'ingiusta accusa e la pena conseguente con umiltà e umanità. Il combattimento spirituale. Con l’orazione porrai la spada in mano al divino, perché combatta e vinca per te. La preghiera è dunque l’arma di tutte le vittorie. Essa è la debolezza del divino e la forza dell’uomo perché il cuore del Padre non sa negare nulla di buono ai suoi figli. “Il combattimento spirituale – I V mezzi per raggiungere la perfezione” è un trattato di strategia spirituale che conduce l'uomo alla perfezione. Scupoli indica *cinque* mezzi per raggiungere la perfezione spirituale: sfiducia in sé, pienissima confidenza in Dio, combattimento e uso metodico delle facoltà per correggere i propri difetti, quindi per trionfare del demonio e per conquistare le virtù. Preghiera e meditazione. Comunione. Spiritualità. IL COMBATTIMENTO SPIRITUALE DEL VENERABILE PADRE  D. LORENZO S. Cherìco regolare Teatino, ri dotto in dieci Giorni   DI ESERCIZI SPIRITUALI,   Con un Accademia propria per ben eferci   tarfi in quejlo Combattimento  e per  raccogliere da vanni Tevernini  'AUTnfegna della Provvidenza.   Con Utenza de Superiori) e Privilegio. pref azion e   (  vita fìgnabat i e quefio è il  primo aVvcrtìniento che vi reco, Non bifogna poi f affare precipitofamente da ut  ali altra confi der azióne 5 ma fà duopo. anzi di fermarfi con profonda e feria meditazione y affine di dar loro tempo.£ Operare fecondo la loro virtù 5 imperciocché al  dire di Seneca : nihil tairi utile eft,quod  irt ttahfitu profìt ) e vuòl direi non v effe co fa 3 per utile eh  ella fai la quale  giovi prefa di fuga. Sopra tutto fa di mefieri, che a tutto vofiro potere procuriate  'dì p affare dalla meditazione Alla pràtica   imperciocché febbene quejli efercizf compofti fieno di diverfe confi der azioni ? con tutto ciò non le chiamo meditazioni  ma efercizj 5 indifpénfabil co fa offendo per apprc  fittarfene di pajfare dalla confi derazione  all azione i Io confiderò i prefenti bi fogni  dell 3 Anime j e f apèndo molto bene 9 che  molti valenti Uomini prima di me hanno faticato non poco a vAnt aggio dell intelletto y e che quefta parte intellettuale ha con  thè pienamente foddisfarfi nel conofeìmento  della verità in un prejf oche infinito numero di libri Afeetici ? di cui è pieno it Wn doj     by Googli       do, rivolgo le mie maggiori premure filli,  'volontà, come fili fi piu debole, e, qu finti  -fo e pojfio 3 fipprejlo i mezzi, per int ertenere quefifi potenza, incoft finte tra, i confini  del fiuo dovere. procuro eziandio di premunirla contro le fialfie apparenze di atte-,  gli oggetti, che pojfono -fidarla, ed impegnarla, nel pernizìofio freg iamento di fine  pafifioni : fi qurfio fiine iftrurfco e difipongò  coloro che [combattono in fiegreto, per far  foro conoficere gli àrtìfizj del Demonio j fi  perchè fiappiano la maniera, con cui trioni  fare con una genero fia refifienza : Li portà.  go finalmente in iftato di combàtterà coli  perfieveranzfi contro le pfijfionì della Ipr  anima,, e contro gli abiti cattivi 5 è le mài  v aggi e inclinazioni della lor carne : impèri  ciocche, fiebbenè ora fi àno ’efienti dall oh .bligo di fieguitare Gesù Crifto nel combatti i  mento di fina pajfiìone efiponendoci alla,  morte per amore di luì, noti poffi amo pera  difipenfiarci dal dovere, che abbiamo, di  refi fiere ed opporci ai vìzj ed alle tentai  zioni, e di fiaticare e di combattere come  in uno Spirituale arringo per fiotto mettere  il corpo aliò fipirìto, è per rendere la nofir  Anima interamente fioggetta a Dio., La ritiratezza, e lo fiudio dì fie mede-,  fiimo ejfiendò ì più fiicuri ripari, di cui u:   fiar pojjìdmo per sì genero fia imprefia, mi   à  tu  r    lufnigc, mio tarò lettori che approverete 1  ti mto p enfi ero, dì recare al Pubblico alcune regole, che la lur.ga pratica, ed applicazione a quefio eccellente libro delCombattimento Spirituale mi hanno fatto conofeere infallibili, e neCeffarìe     e primi Secoli della Chiefa, ne quali  tutti i Principi erano giurati nemici d’ una  Pei igiene ancor bambina, e le loro armi  impiegavano in perfeguìtarla, era duopo  rinforzare il coraggio de fedeli, fortificare  in loro ccflanza, raffrenare il loro zelo y  W infiammare il fervore della lor divo%Jcne, perchè intrepidi fofieneffero e la profonda de manigoldi, e tutti qué ' più cra' deli tormenti, a cui di fov ente erano efpoftì k Ma d perche quelle perfecuzìoni fono  del tutto [vanite, da che la Religione fa'ita in trono ivi regna gloriofa e trionfando ove Ora più vìlìpefa e combattuta, ci  'ritroviamo eftcfiì ad altre battaglie, per  le quali non cì fono meno necejfarj la cofi anz a, il zelo, ed ri fervore de’ primitivi Cripti ani, In luogo di que nemici at ferrati e dij frutti, altri ne fono infortì in  Apparenza meno crudeli, ma in verità più  fieri e pcnoizJefì. Li fedeli d aliar a f off rivano delie violenze efieriori, ma godevano  bei loro interno una vera pare', ogni cofa  xkc e cirxemav} era in tumulto, e loro   mi   t   Zìi   . JJÌ   ! CV   f wì   :;w  i w  (.'iJ   c:r   l li! i   r     jn   tcÀ   &   r   r&   rii',     J   -tfl   -ÌP!   né   a   ' fi f    minacci Ava, il totale eccidio  2 g-4   tumulti e mi ?icic de non -penetravano fino  alla loro anima 5 rie tampoco erano capaci  di perturbare quel dolce ripofo 3 dì cui godevano dentro di fe me defimi  Lì Fedeli  del noftro tempo per lo contrario godono la  pace efieriore, ed Ogni eflrinfèco obietto loro non dimofira e promette che profperità,  è ripofo } ma fojfrono la guerra interiore   il loro nemico più crudele è dentro di lor  7 riedefi mi 3 v nel fondo del loro cuore fen  tono turbolenze e tontrafti ajfaì pia gagliardi  e Ciiideli di quanti ne pròv afferò i primitivi fedeli nelle loro pérf edizioni 5 di  maniera che ben può dìrfi con verità  che  ia Chic fa per fegui tata era piu felice della  Chìef a regnante ) che le adunanze 3 che allora fi facevano nelle Caverne e di notte 3  recavano affai pili di coniazione dì quelle 3 che ora fi fanno a chiaro giorno } e nella magnificenza e fplendore delle nofire  Chìefe j chéìl filentio dì quelle ìftforideva  tiel loro fpirito maggior gioa e ùofiénte',  di quello noi ricaviamo dalle noftrpffiìufiche piu feelte ed eccellenti; c finalmente js  che i F afiori di que tempi erano béri fir t  gl or lofi. 3 perchè non aveano altro lno& 0Vr  pafeere 3 e comuni carfi  , ’ (fre'im  fuor che le Catacombe, e lì Sepolcri y dì  quello fieno i P afiori d‘ oggidì per la ma 3 f gnì-, gnificenza dei loro Palazzi y e per  é vantaggiofe j per lo  contrario  la profperità di cui noi godiamo, ci nuoce  Egli è certo  che de 3 fedeli  affai meno ne andarono allora eternamente  perduti fotto le calamità che foffrivano y  di quello \ora ne pèrifcano in mezzo alle  felicita i che pojfegonò l  \  15 a tutto ciò voi ben vedete, 0 caro Let. tore i che le Jlràde più agevoli e piane non  fono fempre le più fi cure, e che Ì Anima j  che prende à feguìtarle s diviene per lo piti  si negligente, e difàttent a nel fuo camminò i che fi pone ad epui dente rifilò dì per derfi t Vi fono dellé calme pernizìofe e danHcvolii e delle paci f vantaggiofe ed infelir  ci; Quella Roma,' che fi mantenni glorìof a finoche ebbe nemici firdnieri da combatterti tofloche tutti li ebbe' foggiogati e vìnti i fi diftrujfe da f e me defi ma nella tal  ha dèlia pace, e nel godi mento di fue yittoriè : èd in fatti uvò de fuoi Cittadini 9  che ben di lontano vedeva il principio dèlia fna dìfiruzìòne, così la deplorava :   Et patimur longx pacis mala, lvior irmis..    Allorché la corruzione d 3 una lunga cairn a y e d 3 Una piu foda e cofani e profferirà   c a fi  1 l   C afflile per jedtirci, potremmo dire lo fi e ffo ì ma ciò non ballerebbe per garantirci  dal danno j fa di me fieri difenderci con  coraggio, e refifiere alla forza di quefie la-,  fìnghiere tentazioni 3 e quando non lo poffi amo fave per le vie ordinarie, e che il  mondo con foverchìa forza ci fi opponga, è  duopo al lontanar ferie, e cercare la nofirS  fi carezza nella foli tu dine, e nel facro ritjip&in una piccola Celiai Un Gabinetto,  uri Oratorio poffono effer di afilo a coloro;  che fappiano fervirfene a tempo e a dovere, facendo loro gufare le dolcezze degl  interni raccoglimenti e le fante confolazionì delle rìfieffiohì fegrete  Egli è ben  convenevole e dover ofo a coloro, che combattono nel Mondo per la lor perfezione ed  eterna f alate, £ allontanaci per qualche  intervallo di tempo dal campo, ove hanno tanto da combattere. Una ndvé fenza  refpiro e interruzione efpofla ai flutti del  mare, ed agitata dà continue temp'efie y  vìfi bilmente fi rompe] e  affonda in poco  tempo. Fa duopo perciò di quando in quando nafeonderfi in una tranquilla e piacevole folìtudine, e fottrarfi dal tumulto p  dai rumori del Pdondo affine di rifarcufi  dai danni f off erti nelle efrinfeche occupazioni, e nelle contefe che occorrono nel  commercio; e nella converfazìone degli Uo   à 6 mi     ' ìnmi Per la qual cofa, mio caro Lettore  ho ricavati e ordinati quefii efercìzj, ed  ho rif aiuto ài dare al pubblico quefle tfiruz.ioni, avvegnaché io fappia, eh 4 effe fa    fatino inutili alla maggior patte degli Uomini 3 e che ben pòchi faranno coloro che   vogliano leggere precetti y che non votreb  bero praticare  A quejii tali pero non è  indjfiitta la mia fatica  Per pf altri io m  ' ilecerto 5 che avranno del piacere, da ciò,  che a fcrivere ìntraptendo  c che faranno  ben foddis fatti e contenti del mìo di fogno.  di fvelare i mifieri del loro ritiro 3 e rolleranno affai conflati 3 perchè io addirti  tl Colorò, che brameranno d cJJ ere del loro  partito ì ì metzi pòr btn condurft falla rnedefma firada della perfezióne, in chi già  eglino fi fono felicemente incamminati   Quelli che vorranno effere di quefio numero eletto } potranno fervìrfi di quefii efer cìzj y e u farne in tre differènti maniere y  per il ritiro, per le confertrtzé, c per la  femplice lettura. Se per lo ritiro 5 converrà, che offervìno conef atezza ciò, che ho  accennato nella introduzione. Se bramano  di fare delle conferenze } ne offervìno il  metodo nell Accademia del Combattimento Spirituale, che a quefio fine ho efpofla e  collocata al fine di quefii efercìzj  Se poi  fono contenti della femplice lezione 5 ne . po  i  . pottakno ' ancor S incogliere abbohdevol pròfìtto, fempre che mandino ad effetto il con figliò.di Seneca tefè accennato, impercioc che per cavar frutto dalle if razioni, che  fi contengono Ih quefo libro, bafla cb nofcerle e intenderle  ma è duopo altresì  di fentirle e gufarle, perchè paffino dalla  mente al cuore, poffederla altret tanto colla volontà, colf amore 5  con C  operai quanto con la cognizione eRaziocinio, Prego ifl antemente noflro Signor Gesù  Criflo, (? mentre, w0 ftro Lettore,   andarete leggendo alcune di quefe ifiruzionì j egli ve ne faccia conofcere nel fondo della vofir Anima la importanza e neceffithi e vi riempia della fua grazia per  tfeguirle, acciò vi rendiate capace di godere nel còrfo df una coflantè perfeveranza  quelle dolcezze, che fogli ono gufare tutti  coloro y che fanno ogni sforzo per ac qui far  le virtudi fino al pieno lor cumulo, ed al  poffedimentó dell immortale Corona   Quamvis in hac vita ftrenue dirnicemus  et adjuvante Domina caterva  fioftium, quibus cireumfundimur } profternamus; tameng ab iis nolumus vinci 5 numquam pugnare defìnamus, nec  vincentes fecuros faciant viriìiter defudata jam praelìa  fed magis follicitent  adverfariorum rediviva certamina 3 ac   fit. '   fit quia fecundum Scriptum Sacra? fermonem tota humaha vita tentatio eft  fuper terram tunc eft, tentatio.finienda, quando finitur et pugna  et tunc  eft fìniénda pugna  quando poft hanp  vitani fuccédit pugna? fecura vigoria.   ,.. ' |, - 1 '   J' y   Pomerius libi i. de Vita Contemplato  capi i. apud Di Profperum. „     IL COMBATTIMENTO  SPIRITUALE   Ridotto in Efcrciz j :   i,   INTRODUZIONE   Della Utilità di quejli 'Efercìzj, e delle  partì che li compongono  Non sì torto Papa Eugenio fu innalzato a quella fuprema dignità ì la quale con le medemrie .chiavi 3 che gli affida del Regno de  Cieli 3 gli apre qui in Terra la porta a  mille guife di follecitudini che il divoto S. Bernardo prefe in mano là penila per rapprefentargli T obbligo indifpenfabile che gli correva) di ftar bene  avvertito perchè con un foverchio attacco e follecitudine per le cole efteriori, non veniffe a perdere quanto di  grazia) e di virtù fi era acquiftato negli anni di fuà Monadica folitudine.  Ricordatevi ), gli diceva quèfto Santo  Uomo nei belliffimi libri della Cohfiderazioney che a quefto fine ci fcrifle,  e ad erto ha indirizzato, ricordatevi di  ritornare in voi ftefib, io non dico già fem 1    IL  COMBATTIMENTO   SPIRITUALE   DEL VENERABILE PADRE S.    ' y J V.   Cherico Regolare Teatino,   Ridotto in dieci Giorni   DI ESERCIZI SPIRITUALI, Con un Accademia fratria per ben efercì tarfì ìn yiieflo Combattimento, e per  raccogliere da eueJH Efercìzj abbonda  voi profitto,   Opaja trafportata dalla Lingua Francefe  ja|ta|®liana da un Sacerdote de'  Regolari Teatini,      f-; S    Y:ii    FgapZIA, MDCCL VI., pèlpovanni Tevernini  'AUTnfegna della Provvidenza.   Con Licenza de Superiori, e Privilegio prhf az io n e    I vita fìgnabat : e quejlo è il  primo aVvértìriiento che vi recO i Non bifogna poi pajfare precipìtofamente da tifica  all altra confi der azióne  ma fd duopo. anzi di fermar fi con profonda e feria meditazione i affine di dar loro tempo d? Operare fecondo la loro virtù j imperciocché al  dire di Seneca : nihil tarli utile eft,quod  in ttahfitu profili e vuòl direi non v effer coffa, per utile cW ella fai la quale  giovi prefa di fuga. Sopra tutto fa di mefieri) che a tutto voftro potere procuriate  di pajfare dalla meditazione alla pràtica   imperciocché febbene quejli efercizp cùmpo fi fieno di diverfe confi Aerazioni) con tutto ciò non le chiamo meditazionima efercizj) indìfpénfabil coffa effendo per approfittar fene di pajfare dalla confi der azione  all azione i lo confiderò i prefenti bifogni  dell Anime $ e f apendo molto bene 9 che  molti valenti Uomini prima di me hanno  ‘ faticato non poco a vantaggio dell’ intelletto) e chè quejla pdrte intellettuale ha con  thè pienamente foddisfarfi nel conofiimento  della verità in un prejfoché infinito numero di libri Afeeticidi cui è pieno il MPn do 3     I    do 5 rivolgo ìe mie maggiori premure allk,  volontà come alla piu debole 3 e 5 quanti  fo e pojfo 3 apprefto i mezzi ? per int ertenere quegl a potenza incollante tra i confini  del fuo dovere: procuro eziandio di premunirla contro le [alfe apparenze di quegli oggetti 3 che pojfono fidarla 3 ed impegnarla nel pernìzìofo regolamento di fu, e  paglioni : à qurjlo fine iftruifco e dif pongo  coloro che combattono in fegreto 3 por far  loro conofcere gli cèrtìfizj del Demonio i fi  perchè  appiano la maniera 3 con cui. trioni  fare con una genero fa refìfienza : Li ponà.  -go fintamente in iftato di combàttere coti  perfiveranza contro le paggi onì della lor  anima 3. e contro gli abiti cattivi y.'e le mài  vdggie inclinazioni della lor carne : impèri  ciocché 3 [ebbene ora fiàno è finti dall  bit  . bligo di figuitare Gesù Grifo nel combàtti   . mento di fuà p a fifone 3 efponendoci all à  morte per amore 'da luì 3 noti fogfi amo pera,  difipenfarcì dal dovere 3 che abbiamo 3 di  refifiere ed opporci ai vìzj ei alle tentarioni 3 e di faticare e di combattere come !  in uno fpirituàle arringo per fittomettere  il corpo allo Spirito 3 e per rendere la nofif  Anima interamente Soggetta a Dio., La ritiratezza 3 e lo fiudio dì fe medefimo ejfendò i più fi curi ripari 3 di cui u  far 'pofitàmo per sì generofa imprefa 3 mi   % tu ; iu fingo, mìo e Arò Lettore che approverete  il mio p enfierò, di recare al Pubblico alcune regole, che la lunga pratica, ed applicatone a quefio eccellente libro del Com battimento Spirituale mi hanno fatto cono fcere infallibili, e neCeffarie    Ne primi Secoli della Ghie fa,ne quali  tutti i Principi erano giurati nemici d’ una Religione ancor bambina, e le loro armi impiegavano in perfieguìtarla, era duopo  rinforzare il coraggio de fedeli, fortificare  4 A loro cofianza, raffrenare il loro zelo    d infiammare il fervore della lor divo gioite 3 perche intrepidi fofleneffero e la presenza de manigoldi, e tutti que più crudeli tormenti, acni di f avente erano efipofii Ma dapoichè quefte perfecuzioni fono   del tutto fu ani te, da che la Religione fallita in trono ivi regna gtorìofa e trionfa te ove èra più vìlìpefa e combattuta, ci  'ritroviamo efpofli ad altre battaglie, per  le quali non ci fono meno neceff'arj la cofi anz a 3 il Zelo, ed H fervore d'e prìmìti' vi Crìfliani. In luogo di que  nemici at 1   ferrati e di frutti, altri ne fono inforti in  Apparenza meno crudeli, ma in verità più  fieri e pernìzìofì i Li fedeli d allora foffri  'vano delle violenze efieriori, ma godevano  Viel loro interno una vera pare j ogni cofa   the li circondava, era in tumulto, e loto      i   r 1 )   minacciava il totale eccidio  ma tutti qu  tumulti e min-acci e non penetravano fino  alla loro anima  ne tampoco erano capaci  di perturbare quel dolce ripofo, di cui godevano dentro dì f e ni e defi mi  Li Le deli  del nofiro tempo per lo contrario godono la    pace efteriore  ed Ogni eflrinfécO obietto loro non dìmofira e promette che profperità   è ripofo j ma foffrono t a guerra interiore   il loro nemico più Crudele è dentro di lor  mede fi mi 3 v nel fondo del loro cuòre ferirono turbolente e Contraili affai più gagliardi e ctudeli di quanti ne prov afferò i primitivi fedeli nelle loro ptrfécUtioni j di  maniera che ben può dìrfi con verità 5 che  ia Chiefa perfeguìtata era piu felice della  Chiefa regnante J che le adunanze 3 che allora fi facevano nelle Caverne e di notte   recavano affai piti di confolazìone di quelle j che ora fi fanno a chiaro giorno 3 e nel-,  la magnificenza e fplendore delle noflre  Chiefe 3 che il filentio di quelle ìpfpndeva  nel loro fpirìto maggior gioja e òcigjnte,  di quello noi ricaviamo dalle nofirpf pìufiche piu feelte ed eccellenti } c finalmente $  che i P afiorì di que tempi erano béri ptr t  glori ofi 3 perchè non aveano altro ove  . puf cere  e comunicar fi alla lor ' Greggia  fuor che le Catacombe, e li Sepolcri, dì  quello fieno ì P afiorì d J oggidì per La ma'  3 5 gnì  I     gnificetiza dei loro Palazzi, e per la fab limita del loro Trono 5 Le calamità 9 A  cui eran eglino per ogni dove travagliati 9  erano ter loro utili, é vantag giofe‘ y per lo  contrario, la profferita di cui noi godi a. ino, ci nuoce. Egli è certo, che de 3 fedeli  affai meno ne andarono allora eternamente  perduti fitto le calamità che fojfrivano 9  di quello ora ne pèrìfcano in mezzo alle  felicità, che poffegonòi   ' V .   XSa tutto ciò voi ben. vedete, 0 caro Let-, tore 3 che lèflrdde più agevoli e piane non  fono femprè le più fi cure, e che £ Anima j  che prende à feguìtarle, diviene per lo piti  sì negligente, e dif attenta nel fuó cammino, che fi póne ad elidente rifi co di per derfi. Vi fono dellè calme pernizìofe e danncvolii e delle paci fvantaggiofe ed infelì' ci; Quella Poma, che fi mantenné gloriofa finoche ebbe nemici ftrdnieri da combatterti tofiochè tutti li ebbe' foggi ogati e vìnti, fi diftruffe da fe medefima nella calma dèlia pace, e nel godimento di fue vìttoriè : èd in fatti unò de 3 fuoi Cittadini,  che ben di lontano vedeva il principio dèlia fua dìftruzìóne, così la deplorava: -,  Et patimur longr pacis mala, fvior armis.. ,   Allorché la corruzione d 3 una lunga calma, ed 3 Una piti fida e cofiante profferita   c afi   f afflile per jedurci, potremmo dire lo fieffo ’, ma ciò non baderebbe per garantirci  dal danno; fa di meflieri difenderci con  coraggio, e refi fi ere alla forza di quefìe luRinghiere tentazioni ', e quando non lo poff amo fare per le vie ordinarie, e che il  mondo con foverchia forza ci fi opponga, è  duopò allontanar fene, e cercare la nofira  fi carezza nella f olita dine, e nel facro ri tjip&’in una piccola Celiai Un Gabinetto y  un Oratorio poffono effer di afilo ci coloro -;  che fappiano fervirfene a tempo e a dovere, facendo loro gufare le dolcezze degl   interni raccoglimenti, e le fante confata zioni delle rìfic fifoni  fegrete  Egli è ben  convenevole e doverofo a coloro, che combattono nel Mondo per la lor perfezione ed  eterna f alate, d allontanar fi per qualche  intervallo di tempo dal campo, ove hanno tanto da combattere. Una nave fenza  refpiro e interruzione efpofla ai flutti del  mare, ed agitata ' dà continue tempèfie 9  vifi bilmente fi rompere  affonda in poco  tempo. Fa duopo perciò di quando in quando nafeonderft in una tranquilla e piacevole folìtudine, e fottrarfi..dal tumulto p  dai rumori del Adendo f affine di rifarcirfi  dai danni f offerti nelle eflrìnfeche occuparzioni, è nelle contefe, che occorrono nel  commercio? e nella convérf azione degli Uo  a 6 mi   1   mìni Ver la qual coa, mio caro Lettore  ho ricavati e ordinati quefii eferciz j, ed  ho rifolutò di dare al pubblico quefie ìjiruzioni, avvegnaché io appi a, eh ' efe a   ' fanno inutili alla maggior patte degli Uomini, e che ben pòchi faranno coloro che vogliano leggere precetti, che non votreb~ bero praticare  A quefii tali pero non è  indiruta la mìa fatica Per gl' altri io m   accerto j che avranno del piacere, da ciò  che a ferivate intraprendo, c che faranno  ben f oddì sfatti e contenti del mìo di fogno  di velare i mi fi eri del loro ritiro, e rèfileranno affai confai ati, perchè io addirti  a Colorò, chè brameranno d ' ejfere del loro  partito, ì metzi pùr bèn condurfi falla mede ma firada della perfezióne, in chi già  eglino fi fono felicemente ine ammirati.  Quelli che vorranno efiferé di quefio numero eletto 3 potranno fervirfi di quefii efer cìzj, e u farne in tre digerenti maniere;  per il ritiro, per le conferenze, e per la  femplice lettura. Se per lo ritiro, converrà, che offervìno conefatezza ciò, che ho  accennato nella introduzione. Se bramano  di fare delle conferenze, ne offervìno il  metodo nell' Accademia del Combattimene  to Spirituale, che a quefio fine ho efipofia e  collocata alfine di quefii efer cìzj. Se poi  fono contenti, della femplice lezione, ne by     p    potrahno 'ancóra raccògliere àbbonàevol pròfitto j fempre che mandino ad effetto il con figliò di Seneca teflè accennato, imperciocché per cavar frutto dalle i frazioni, che  fi contengono ih quefo libro, non bafta còno feerie e intenderle  ma è duopo altresì  di fenttrle e gufarle, perché paffino dalla  mente al cuore, affine di poffcderla altrettanto colla volontà, coll  amore, è con If  opera j quanto con la cognizione e lazi crànio, Prego ijl antemente noflro Signor Gesù  Grifi o, eh è nel mentre, Lettore,   andar et e leggendo alcune di quefle i finizioni, egli ve ne faccia conófcere nel fondo della voflr Anima la importanza e ne ceffi tà, c vi riempia della fua grazia per  ifeguirle, acciò vi rendiate capace di godere nel còrfo d  una cofani è perfeveranza  quelle dolcezze 9 che foglìono gufare tutti  coloro y che fanno ogni sforzo per ac qui far  le virtudi fino al pieno lor cumulo, ed al  poffedimento dell' immortale Corona.   Quamvis in hac vita Uremie dirrricemus, et adjuvante Domino caterva  hoftium, quibus circumfundimur, profternamus; tameng ab iis noliimus vinci? numquam pugnare definamus 3 nec  vincentes fecuros facìant viriliter defedata jam praelia, fed magis foilicitent  adveriariorum rediviva certamina  ac   it j   ' fornii Pé? la qual cofa, mio tarò Lettore,  ho ricavati e ordinati quefii efer cìzj, ed  ho rifolutù di dare al pubblico quefle ìfiruztoni, avvegnaché io fappìa  eh effe fa  fanno inutili alla maggior patte degli Uomini, e che ben pòchi faranno coloro che  v vogliano leggere precetti } che non vorrebbero prozie are  A quefii tali pero non è  in ditti t a la mia fatica Per gl altri io rn  ' Accerto ) che avranno del piacere, dà ciò,  che a fetivete intraprendo y c che faranno  ben foddìs fatti e contenti del niìo di fogno  di fidare i mifieri del loro ritiro y e rè fileranno afifai confai atl 3 perchè io addirti  a Colorò y chè brameranno d efif ere del loro  partito y i mezzi pèr btn condurfi furia medefi ma firada della perfezióne, in cui già  eglino fi fono felicemente incamminati.  Stuelli che vorranno efifere di quefio numero eletto y potranno fervìrfi di quefii efer cìzj, e ufarne in tre differènti maniere   per il ritiro, per le conferìxtzé, e per la  femplice lettura  Se per lo ritiro y converrà, che ojfervinò conefateZZa ciò, che ho  accennato nella introduzione  Se bramano  di fare delle conferenze y ne ojfervino il  metodo nell Accademia del Combattimento Spirituale, che a quefio fine ho efpofia e  collocata alfine di quefii efer cìzj. Se poi  fono contenti. della femplice lezione 3 ne   po      Ir    pótruhno ancóra raccògliere abbondevol pròfitto, fempre che mandino ad effetto il configliò di Seneca te fi è accennato, imperciocché per cavar frutto dalle ifiruzioni, che  fi contengono ih quefio libro, non bafia Còno feerie e intenderle, ma é duopo altresì  di fientirle e gufi arie, perchè p affino dalla  mente al cuore, affine di poffederla altrettanto colla volontà, coll 3 amore, è con C  opera, quanto con la cognizione e raziocinio  Prego ifi antemente nofiro Signor Gesù  Crifio, che' nel mentre, mio caro Lettore   andar et e leggendo alcune di quefle ifiruzioni, egli ve ne faccia conofcere nel fondo della vofir Anima la importanza e necejfità, e vi riempia della fua grazia per  efeguirle, acciò vi rendiate capace di godere nel còrfo di una cofiantè perfeveranza  quelle dolcezze, che foglìono gufare tutti  coloro, che fanno ogni sforzo per acquifiar  le virtudi fino al pieno lor cumulo, ed al  poffedimento dell 3 immortale Corona.   Quanivis in h ac vita ftrenue dimicemus, et adjuvante Domino caterva  hoftium, quibus circumfundimur, profternamiis; tamenfì ab iis nolumus vinci, numquam pugnare defìnamus, nec  vincente fecuros faciant viri ìiter defedata jatn praelìa, fed magis foilicitent  adveriariorum rediviva certamina, ac e. . '..  .. f. ,, ' „   iity quia fecundum Scriptura® Sacra fermonem tota huuiaiia. vita tentatio eft  fupcr terram tunc eft. tentatio.finìenda, quando finitur et pugna $ et tunc  eft finiénda pugna  quando poft hanq  vitairi fucccdit pugna fecura vigoria.    r Pomerius lib. lì de Vita Contemplato  capi i. apud D.; Profperum. IL COMBATTIM ENTO    SPIRITUALE   Indotto in Eferciz; :   t   ìNTRODUZIONE      n 1z.almeno qualche volta } abbiatevi preferite fra gli altri, o fé volete dopo gli  altri, non vi abbandonate interamente  ne Tempre alla vita attiva, ma ferbate  fe non la maggiore, almeno la miglior  porzione del volilo tempo per meditare voi in voi fleflb.   Il configlio che S. Bernardo recò, a  quello Santo Pontefice egli è quello  medefimo, che immantinente avanzo a  tutti coloro, che nodrifcono qualche  brama della perfezione. Io li' eforto di  lafcrar qualche volta le brighe degli  affari, e dell efteriori occupazioni avvegnaché buone e Sante, per attendere unicamente a fe medefimi con una  efatta ricerca, e con una feria ponderazione sì del loro interno, Come di  tutte le cofe chè poflono' giovare, è  promuovere il loro fpiritnale avanzamento.'.  '   Io so, che non fi fono Veduti già  mai, come al dì d'oggi tanti e tante,  die afpirano alia' perfezione; ma, oh  verità lagrimevole ! non fi 'è veduto  giammai sì fcarfo il numero di quelli   che vi arrivano. Il Mondo tutto fi pò-’  ne a calca in cammino 1, r ma ella' e  cofaben degna di compalfione il ve%   der   r    Digitile     d.e¥ti£ ptìfclà ì diverti andamenti; gli.  uni vanno troppo lentamente, gli altri  per lo contrario corrono a precipizio;  quelli inciampano ad ogni palio, quelli fanno delle cadute affai pericolofe e  mortali é Vi fono di quelli  ai quali  manca ad Ogni momento la lena ed il  coraggio, e mólt altri camminano con  tanta velocità Che al vederli dirette,  che fieno per compiete tutto 11 cammino nella prima giornata. Non pochi  vi fono che ritornano a dietro più di  quello avanzino di cammino, e quali  tutti vi fi accingono fenza virtù e fcnZà condotta Sine virtù t e et fine peritici  ttrtis pugna. ( Judith. w 27. ) ( A   dir tutto in una parola; pochiffimi fono in quello cammino, i quali teiigo no fìtto lo fguardo avanti di fc mede fimi per evitare i patti Cattivi 3 e le pietre d'inciampo.   x Se bramiamo di faper la Cagione di  sì deplorabil difòrdine, batta che afcoltiamo Ciò 3 che ce ne dice lo Spirito  Santo per bocca de fuoi Proietti : Lct  Terrei è per ogni dove ridotta alt’ eftremtt  defalcarne ( dice Geremia 12. v. 14. )  perchè non vi è ornai più alcuno, che entri  tome fi conviene in fc me defimo e fi confideri. Qfea non c addita altra ragione    I    iella indignazione, e della Colffera di  Dio fopra gli uomini, fe non perchè  eglino hahno sbandita affatto dal Mondo la verità, e la feienza delle celedi  cofe ( ofee 4; v. i,.)j e prima di quelli due Profeti già il Savio avea dettò  (. Prov. 31; v. 17 ), eh egli era bendifficile di ritrovare nel Mondo perfohe y le quali attentamente confideralfero la vera firada, che le potelfe condurle, alla vera lor. Cafa ed abitazione, che altro non è, fe non quella del  Paradifo., -... ? Uno dei più opportuni j ed efficàei  rìmedj i che fi fieno ritrovati ad un sì  perni zioio di Tordi ne, fi è quello, che  in oggi è in grand’ufo non iolàiiiente  negli Ordini Regolari più beri accodi  ma ti; rria ancora appreffo de’ Secolari,  che nè ricavario maravigliofò profitto   parlo di quel ritiro, che fi fa uria ò  due vòlte Tanno, dando perlofpazio  di dieci giorni in imaSanta folitudine;  ove non fi attende che ad unà feria  conlideràziòne dello datò interiore in  cui ciafcheduno ritrovali, ed alla ricerti di tuttociò eh è neceljario pet fiflare un fidema di vita, che lia aggradevole a Dio; Egli è quedò iritiro.  ifi  tui T Animi confiderà femitas fomyi     by Google     il u&y cì oè a dire, come lo fpiegai’Auchv tote della Crlolla ordinaria y ceretti con on ! f c %  entÌA  lo flato fuo interno j e tuttoeiii ciò che può condurla al Cielo perla  ucftriada della perfezione.. 1t  tw  A fùe ho delineati quefli E'? ereizj fopra le regole ed i Precetti  iodel Còmbattimento Spirituale: So molle to bene, che la maggior parte dei Fen deli fi fervono di quelli di S.. Ignazio  o Fondatore della Compagnia di Gesù,  d i quali hanno per questo effetto un' ef-.   Acacia ammirabile, e dopo i quali fem  a bra del tutto inutile il proporne ài pubm blicò dei riuovi; In fatti nòri può effer  t che bene, il ferv ircene, avanti aliiieriò ; per una voltai imperciocché iò li giu-, ; dico effìcaciflìmi per gittare nell’ anima .i fondamenti più iòdi d’ima vera pietà 5 ma dopò mi dò a credere fi pollano ufarè cori molto fruttò quelli, che  ho cavati ( dal Combattimento Spirituale  racchiudendo elfi tutti i maggióri lecreti della vita Spirituale; Quelli di S.Igriazio conducono F Anijna fino alla  pratica, e le dannò gran fòrza per intraprenderla; e quefli la iftruifeonò, è  le fervono di guidà, e di fcorta ficura.  nella pratica medefima: Per laqiialcò-fa iò non li ho ftefl in formaci riiedi;     taziofie, ma a foggia d’Efèrdzj, t di  Confidsrazione, che è quella appuntò, i  che SBernardo diftinguedallaContemplaziorte; quella, voglio direi che fi  ferve del raciocinio, e del difcotfo, e  che è una applicazione, che faTUomo i 1  della fua ménte per conofcere una verità Criftiana ragionandovi, e decorrendovi foprl fida tanto, che io intelletto ne redi pienamente convinto  e la  volontà determinata a fare, o a foftri re tuttocio, che polfa giovare al fuo  fpirituale avanzamento. Chiedo gran  Santo ci aflìcura nulla elfcrvi generalmente sì utile come queftà conlìderafcione, la quale con una certa prevenzione piacevole e manfueta entra a parte della azione  formando il difegno  delle cofe, e in qualche modo faceivdole prima di farle   La confiderazione, fegue egli addire,  c ammirabile ne'fuoi effetti, efla purifica la fua forbente, vale a dire, lo  fpirito da cui proviene, modera gl 1 affetti, e corregge gli ecceffi 3 raddolcifce i coftumi, e rende la vita vieppiù  onefta, e regolata; ella mette in buon’  ordine ciò che è confufo, riunifce ciò  che è feparato, raduna ciò che è difperfo, penetra le cofe più recondite e 1    nafcoSe conofcc le vere, efamina le  verofimili, e difcuopre le finte, e ingannatrici} ella è  che anticipatamente medita le cole prima di farle, e le rivede  dopo che fon fatte, di manierachè col  di lei mezzo nulla vi rimane neirAnima,  che non fia corretto, fe duopo v’abbi;  di correzione.   Finalmente conchiude il S. Padre, che  Jaconfiderazione è la dittandone di tutti i  vizj, e la Madre di tutte levirtudi in un  Ànima che vi attenda con perfeveranza;  dal che chiaramente fi fcorge, qual’q  quanto grande fia il frutto, che fi può raccogliere da quelli Èfercizj.    Ciò però, che loro aggiunge ancora pili  di autori tà e di pefo, fi è, che in efiì contienfi il Combattine Spirituale con tutte  lefue pratiche ed Finizioni, che fono le  più accertate, eie piu ficure per la vita  Spirituale  Il gloriofo S, Francefilo di Saks ne fece Tempre tanto conto, che dir  polliamo con verità, ch'egli abbia da quelle pratiche ricavata quella fublime perfezione;, per cui in oggi è venerato cotanto  in tutto il Mondo,   Io l'ho ridotto in Efercizj, colici attaché prefuppongo, che onel facro ritiro,  o fuori di lui nella Lettura dei medefimi  #oi ci eferciùamo collo Spirito, come fe   ‘ fpf    4 foffimo nell azione (letta, affinchè da ur  tale efercizio palliamo pofcia con piu di  ficurezza e di facilità alla pratica. La Morale Criftiana affai più di quella d Arittotelé tutta (la polla nell 1 azione, e la faenza delle Virtù non confitte già nella fpeculaziorte, ma nella pratica.   Tutti quelli Efercizj fono coìnpotti di  varie Confiderazioni, imperciocché io  non li ho già formati, perchè fi facciano  in un Oratorio, o Ghiefa nella maniera,  che vi fi fa una Meditazione, ma perchè  fieno praticati in piccola Cella, o in altro  luogo folitariò, o patteggiando, o fedendo per confiderarli più attentamente, per  flirfi con quello mezzo più famigliari le  ittruzioni,e le verità,che vi fi contengono.   CiafchedunaConfiderazioneè feguitata dagli affetti, e da proponimenti corrifpondenti, e adattati al (oggetto f imperciocchèin quello ritiro non bifogna dar  tutto alf Intelletto, e pafcerelui folo, ma  fa duopo altresì, che la vplontà fi eferciti  co’fanti affetti, e che intraprenda gagliarde rifoluzioni d’abbracciare, e di praticare quel bene, chef Intelletto le averà  difcoperto..   Dopo gli affetti, e le rifoluzioni vi ho  pollo il Colloquio, acciocché ficcome la  grazia di Gesù Crifto ci è affolutamente     accertarla per operare il bene che ci faremo proporti  cosi i noftri Efercizj non'  fieno privi del foccorfo dell' Orazione  che fola può ottenercela. Quefta ragione medefima mi ha obbligato di porre al principio diciafcuno eferciziol frazione preparatoria, che ferve  come di Preludio. Ella ajuta a raccoglierai  ed a fare le confiderazioni, che feguonocoirajuto delumi dello Spirito Santo.   Al fine del quarto Eiercizio di ciafcun  giorno vi ho aggiónta uff offerta a line d  impegnarci più fortemente nello adempimento dei buoni proponimenti che avremo fatti, non potendocene più difpenfare fenza una vergogno fa codardia, e vii-,  tà dopo d  efferci offerti 3 Dio pronti per’  cfeguirli.   v 1   Ed affinchè nulla manchi a quelli, che  vorranno utilmente fervidi di querti Efercizj 3 vi ho inferito alfine di ciafcun giorno un ragionamento, clic può fervire per  Eezione Spirituale. Quelli dei primi fette giorni. fono come altrettanti var j f oc corfiperincoraggire, edarci forza nella  noltra debolezza, quelli dei tre ultimi  giorni ci fomminìftreranno e additterano  le armi, che ci fono neceflarie in quefto  Spirituale Combattimento.   Finalmente in fine di ciafcun giorno ho   no   notato il frutto che il dee cavare dagli E'  iercizj, che lo compongono, non che io  non fappia molto bene non poterli ciò determinare, sì perchè Iddio non conduce  tutte le anime per le medefime vie e della  ftefla paniera, sì perchè le interne difpodizioni non meno, che li bifogni c partii  colari neceflìtà non fono in tutti le medefilime 5 ma ciò ho fatto unicamente per accomodarmi ai meno Spirituali, e loroinfegnare come debbano raccogliere i frutti, che potranno ricavare da quelli Efercizj.    yi farebbe ancora da fare un altra cofa,  cioè di notare le grazie, e i lumi, che lì  ricéveranno, nel decorfo di quelli Efercizj,. Ma di ciò non fe ne è potuto dare la  norma, il perchè tralafcio di farne parola, ballandomi per ultimo d avvertire  quelli che vorranno approfittarli di quelli Efercizj colle Conferenze, che olfer vino il Metodo, che ne abbiamo preferito  nell Accademia del Combattimento Spirituale, e quelli, che s accontenteranno  della femplice lettura, che li leggano attentamente, e con intenzione di cavane,    profitto, e Spirituale vantaggio,   GIORNATA.   Della perfezione Crifiiana. Della guerra, che dobbiamo fare alle noltre  paffioni, e delle cofe, che ci fonp  peceflarie in quella guerra. ESERCIZIO. In che propriamente non confitte la Vita  Spirituale, o perfezione  Grifi ana%   1 ORAZIONE PREPARATORIA. Onetevi alla prefenzadiDio.   Adoratelo profondamente.    Implorate T aflìftenza dello  Spirito Santo dicendo il Veni Creator &c.     Fate un breve atto di Contrizione 3  un atto di Diffidenza di voi medefimi  e di Confidenza in Dio.   Un Atto di contraria volontà a tutte le detrazioni, e a tutto ciò, che fia  per accadervi nell’Orazione, e che non  verrà dallo Spìrito del Signore.   Accettate umilmente, e con piena  raflegnazione tutto ciò, che di penofo  sì al corpo, come allo Spirito fi conv.   A  Pì a  i 11 Combattimento Spirituale  piacerà il Signore di  permettervi, o '  di darvi nell’Orazione, e unite la voglia Orazione a quelle dì Gesù Crifto.   L   C Onfiderate, che la Vita Spirituale,  o fia la perfezione Oriftiana non  confitte già in macerare il corpo con  cilizj, difcipline, vigilie, e digiuni;  in recitare un gran numero d’ Orazioni vocali, in fare lunghe Meditazioni,  in afcoltare più Mefle, in vifitare le  Chiefe, in frequentare i Sacramenti 5  nè tampoco confitte nel filenzio, nella  folitudine, nel ritiro, e, per dir tutto  in una parola, nell’ efatta ofifervanza  della difciplina regolare; imperciocché  in tutte quelle cofe fi può cercar fe  medefimo, ed allontanarli dlja purezza dell’ intenzione, che è 1’ anima di  quella perfezione, e che può rendere  tutte quelle cofe utili, ed aggradevoli  a Dio.   Ringraziate Dio di quelli lumi, domandategli grazia d’ applicarvi a quelle cofe citeriori con purezza d’ intenzione; proponete d’elìer umile, e collante nella lor pratica, e di non ricercarvi giammai il voltro piacere, efoddisfazione, ma unicamente il piacere   di   ., $   di Dìo, c T adempimento del di lui  fanto volere.   Il Colloquio con voi medefimi, e  col vollro buon Angelo Cuftode. Efaininatevi come, e con qual fine avete  elercitate quelle citeriori mortificazioni fino al giorno d’oggi. Confondetevi avanti a Dio, è concertate col voftro buon Angelo d’ rifarne piu lautamente in avvenire. CONSIDERAZIONE. Considerate, che tlitte le cofe fopraccennate nella prima Oonfiderazione fono buonilfime, e fante in fe  IlelTe, e fono mezzi prò prillimi peraddeftrarci nella vita fpi rituale, ed acquiltarci il vero fpirito della perfezione Crilliana, purché ce ne ferviamo con  moderazione, e con un retto fine., Elleno giovano a coloro, che incov  minciano a battere la Itrada della vita  fpirituale, fe ne fanno ufo contro la  propria malizia, e per fortificarli contro le proprie debolezze, ed infermità  dello fpirito, e ve le adoprano come  armi, con cui diffenderfi. dagli affalti   c fuperare le tentazioni decloro nemici.   Servono altresì a quelli, che giàfono innoltrati nella Pietà per acquilwre   ‘  il     c   ì    4 7  Combattimento Spirituale   jt vero Spirito della Criftiana Perfe- zione i imperciocché s eglino caftigano  il' loro corpo, lo fanno, perchè ha oìh  fefo' il Signore, e per tenerlo umiliato, e foggetto al fervizio di lui. Se  menano una vita Solitària, e olfervano  un rigorofo ITlenzìo, ciò e per fuggire  anche le più rimote, e menome occafioni del peccato, e per converfare collo Spirito in Cielo di maniera, cne  pollano dire ancor elfi col primitivi  Criftiani : La noftra conver fazione, i notivi più graditi trattenimenti fono nel Cie  lo. Ad Philip. ?. v. 20. ) Se fono affi  dui, ed iitancabili nel fervizio di Dio,  e nelle Opere di pietà, fe applicata all  Orazione, ed alla Meditazione della  Vita, e Paflìone di Gesù Còllo, non  è per le Spirituali dolcezze, che vi af  faporano, ma per meglio conolcere  dall' una parte la propria malizia, ed  empietà, e dall altra la Bonta fovragrande, e la Mifericordia di Dio, per  infiammarli iempre piu nell amore di  luì s per imparare ad odiare le lreM,  e per imitare noftro Signor Gesù Coito, e feguirne le. adorabili pedate con  un perfetto difpreggio di le medefmu,  e con un efatta imitazione delle lue  Viridi Se finalmente frequentino ì   Sacra   ’ f,  Sacramenti, è per unirli più frettameli-' . te a Dio, e per ottenere ogni giorno  nuove forze per fuperare fe fteflì : in  una parola elfi fanno tutte quelle cofe  :on una grande purità d’ intenzione;  :ioè a dire, Tempre le fanno per la  alaggi or gloria di Dio  e per adempiere il di lui Tanto volere.   Concepite una grande (lima di tutte      6 11  Comb finimento Spirituale   ih fe ftefle, fono di fovente occafiona  di rovina, e molto piu de peccati ffeffi palefi e manifefti, a tutti coloro y  £he le rifguardano come il fondamento della Criftiana perfezione, e delta  vita fpì rituale : imperciocché, ficcome  eglino ad altro più non fi applicano,  che alle medefime; cosi agevolmente  trafcurano il loro interno, e non li  danno alcun penfiero di vegliare come  dovrebbonoinceflantemente fopra la loro Anima. Quindi veggiamo, che in  vece di raffrenare, e mortificare le lorò palfioni, s’ abbandonano alle loro  naturali inclinazioni, e riempionfi di  mille illufioni. E allora lo fpirito maligno vergendoli fuori del retto  e vero cammino della perfezione, non folamente li lafcia continuare in qudK  eiercizj elleriori con diletto, e confolazione, ma ancora li inebria, e tt'ttt:  li affoga, fecondo la vanità decloro  penfamenti, nelle delizie d’unParadifò  immaginario, di maniera, che fono tal  volta coftóro creduti, e venerati come  perfone fregiate de’ doni, e grazie ftra-ordinarie, benché ciò, che in effi di  più maravigliofo rifplende, non fiaper  ì ordinario, che un’ effetto del loro amor propKo, ed una illufione dpi De    T r ino I    JD el P. Scupolt. 7   monio, il quale trasformali in Angela  di luce per farli cadere con altrettanto lor danno, quanto più alto nella  perfezione eglino li danno a credere d 1  efler faliti.   Umiliatevi alla prefenza di Dio   Ponderate il biiogno, che avete della  grazia dello Spirito Santo per conoicere le illulìoni dello Spirito maligno   Domandate a Dio una profonda umiltà. AlTodatevi in una lineerà diffidenza di voi medefimi, e in una perfetta  confidenza in Dio.   Il Colloquio. Efponetfe al voflro Angelo Ctftode il buon defiderio, che  avete di fervile a Dio, ed afpirare alla perfezione, e pregatelo, che vi guardi ne’voftri fpi rituali efercizj dagli inganni, ed illulìoni del Demonio. Considerate, che coloro i quali ripongono principalmente in quelle cofe citeriori lo fiato perfetta dell  uomo fpirituale, hanno d'ordinario delie imperfezioni incompatibili collo Spirito del Signore; eglino hanno rocchio  della mente offufeato, e confederando  le pròprie operazioni s' attribuifeono  delle virtù che non hanno, lo che li   A4 rcn  $ Il Combattimento Spirituale  rende temerari, e fuperbi. Quindi nodrifcono foverchia ftima di fe  e 4 poco, o nulla apprezzano gli altri, e condannano le loro azioni con incredibile  temerità, e vogliono effiere a loro preferiti in tutte le cofe. Eglino, fono altresì fuor di mifura amanti di fe medefimi j e fopra tutto della propria ri-,  putazione, di cui fono sì gelofi, che  fe niente niente li toccale in ella,  conturbane e s'adirano all' eccello. Eglino fanno fempre loflelfo, per quanto fi procuri, e fi finga di volerli divertire da' loro foliti efcrcizj j in una  parola fono oltre modo attaccati, e  idolatri del proprio giudizio, e della  propria volontà, ed eforbitantemente  affezionati a’ loro fenfi, ed alle creature; e. avvegnaché eternamente raflenvfcrino umili, e modelli, nodrifeono però irn fegreto orgoglio dentro dì fe,  il' quale anche di troppo fi appalef  nelle oCcafioni. Il perchè certifiìma cofà è, che le loro divozioni danno loro piu forti fpinte alla rovina di quello farebbono i più enormi peccati z  conciofiaccbè un peccatore, che per tale fi riconolce, più facilmente fi coaverte, e ritorna al ben fare di quello  r.che è occulto,, e coperto dal velo del-, . $, le virtù apparenti, che Io fanno pre  fumere vanamente di fe defio.   Deplorate la cecità di quede povere.  Anime 5 e lo fiato pericolofo, in cui  fon. Ponderate quanto tutte quede  k imperfezioni fieno odiofe a Dio, e che  nafeono da un interno fec reto orgoglio; abbiatele in orrore, e concepite  un fanto amore per Y umiltà, che fola  pub garanti rvene, e fenza di cui non  vi pub efifere vera, e fodi virtù.   Il Colloquio con nodro Signor Gesù Grido. Domandategli T umiltà del  cuore; pregatelo, eh 3 ] egli ve la -infogni, giacché fembra fiali rifervato di    ond’ è, che per  guarire quede anime sì cieche, e aifao pure lafcia, eh' elleno cada A S n      lo II Combattimento Spirituale  0 nelle infamie, e che fieno efporte  ad orribili tentazioni; e, ciò che ancor più è da temerli, e che ci debbe  fare adorare gl’ imperfcrutabili giudizj  di Dio, fi è, ch’egli permette talvolta, ch’elleno cadano in enormi peccati 5 lo che è un rimedio ben eftremo,  poiché Dio rerta offefo nel fuo onore   e fi può dire, eh’ ei fi lafcia crocifiggere di bel nuovo per falvare quelle  povere anime, e farle ravvedere dell  accecamento, in cui fono.  ; Concepite un fanto timor di Dio con  la confiderazione di quelli fpavente voli caftighi, e fopra tutto alla ponderazione del più terribile d’ ogni, altro,  qual è l’ abbandonamelo a noi medelimi, ed alle noftre fregolate paflioni,  e di fovente al funefto precipizio ite  più enormi peccati. Domandate a Dio,  che vi dia piu torto ogn’ altro cartigo,  che quello. Proponete di gittarei fondamenti d’una profonda umiltà per evitare gli uni, e gK altri. Chiedete aì  Signore la grazia di fervido in femplicità di etiore.   ' Il Colloquio con nortro Signor Gesù Córto come il precedeste.   ESER  , t   ESERCIZIO in che propriamente confi fi a la Vita Spirituale, o la perfezione Crtfiiana.,   E Orazione preparatoria come la  precedente.    e la  ragione a Dio... '. (   Rapporto al noftró profumo ella ci  comanda d J amarlo come noi ftefli, di  fervire con carità, e con amore a coloro, che ci perfegiiitano, e ci fono  ingrati, confiderandoli come Iftromènti della volontà ' di Dio per farci crefeere nella perfezione, e per operare  la noftra eterna falute. E appunto nel    I-J    %ica e fedele efecuzione di tutte que  Ile cofe. Eccitatevi ad un lineerò pentimento, e concepite un’ardente brama  d’abbracciare quella perfezione, e di  praticare fedelmente tutto ciò a cui  ella vi obbliga rapporto a Dio, a voi  medefimi, e al v ollro profilino.   Il Colloquio con nollro Signor Gesù Crifto, chiedendogli la grazia di  formare il fiftema del voftro vivere full’  elempio, ch’egli vi ha dato nella pratica di tutte quelle virtudi. Di inoltrategli un’ardente brama di volerlo Imitare   ,  v   Confìderate, che acciò tutte quelle  cofe iervino a renderci veramente Spirituali, fa di meltieri, che le facciamo, non per qualche nollro utile o  particolare foddis fazione, ma femplicemente per la maggior gloria di Dio,  e perchè tale è il fuo divin beneplacito, fenza fare giammai alcuna riflellione fopra il nollro interelfe, o piacere.   Concepite un gran delìderio di quella purità d’intenzione, in cui tutta la  fedeltà d’ un’Anima Santa principalmente Uà polla. Arroflìtevi di prelentarvC   a Dio? fe in yqì non rifcontrate quella    14 11 Combattimento Spirituale   fta fedeltà, feriza di cui non pottte  comparire al fuo divino coSpetto, Se  non colla taccia d 1 una infonribile temerità. i   Il Colloquio col voflro buon Angelo Cuftode. Trattate con elfo lui della  purità, o piu tolto della impurità delle Voftre intenzioni. Regolatevi a nor. ma della di lui fedeltà, che vi puòeffere dTin Efempio ben raro, e degno  d’ edere imitato.. ‘   HI.   C onfederate, che tutte quelle prari' che devono edere appoggiate ad  una ferma risoluzione, che dobbiam fare di non rallentarli giammai ne’ noftri  Efercizjj mifurando tutto il noftfo Spirituale profitto colla fermezza di quello buon proponimento, riputandoci  più, o meno inoltrati a milura, che  troveremo in noi maggiore, o minore,   1 più debole, o piu forte, e collante  quella risoluzione. Quello fermo proponimento è quello che forma i Santi qui in terra, ficcome la perfeveranza lì corona in Cielo, e da efla dipende tutto il noflro avanzamento nella  Vita Spirituale.   ' Eccitate in voi quella ferma risoluzione     T)el P. Scupolt. ' I f  z?one si neceffaria. Stabilite fopra di  Jei tutta la condotta della voftra vita    Ordinate a lei tutti i voftri Efercizj.  Chiedetela.al Signore con umiltà, e  con perfeveranza. Frequentate a quello fine i Sacramenti. Procurate di raccogli ere quello frutto dalle vólfre meditazioni, dalle voffre lezioni Spirituali, e da tutti i voftri Efercizj. Stabilite quello buon proponimento fopra una  total diffidenza di voi medefimi, e fopra una perfetta, e piena confidenza in  Dio, il quale non vi negherà giammai  il foccorfo delle fue grazie par una cofa, che vi è cotanto necelfaria.   Il Colloquio con noftro Signor Gesù Grillo. Domandategli quella rifoluzione sì importante, e generofa. Rapprefentategli là volita debolezza, e  diffidando di Voi ftefli, ponete tutta la  voftra confidànza nell ajufo della fua  grazia. Considerate quanto sia vantaggiosa quella perfezione, che poc'anzi  abbiamo fpiegata: imperciocché calpestare, o fia mortificare, non folamente  i noftri fregolati appetiti, ma eziandio    noftri menomi desideri ? egli è ben piu   gra      1 6 11 Corrtb attìmento Spirituale   gradire a Dio, che fe avendo delia coll  nivenza per alcuno di erti, praticafliinor  yoi tutte le immaginabili àufterità  e  convertilfiino ancora un gran numerai  d 3 anime 5 conciofiacchè,fe noi confide-'  riamo quelle due cofe in fé llefife, fc  bene fia più gradevole a Dio la conP  verfione dell’ Anime, che la mortificazione de' noftri defiderj di quella, natura, di cui parliamo; vuole nondimeno  che prima curiamo noi medefimi, e li  compiace piu di vederci occupati in  mortificare le noftre paflìoni, che fe lafciandofi Sedurre, efignoreggiaredauna  loia di effe, lo ierviffimo in qualch’altra cola della maggiore importanza.:   Concepite un àltiflima ili ma di quella perfezione, e di tutte le cofe r in  cui ella confitte. Eccitate in voi uit  gran defiderio dì applicarvici con grati,  coraggio, e di anteporre a tutte lè cofe una sì Santa imprefa. Offeritevi a  Dio perciò..   Il Colloquio con Gesù Orlilo, e col  vollro buon Angelo. Conferite con loro il v offro diffegno. Chiedete per quefto affare le grazie a quello amabililfimo Salvatore, e la fua affiftenza a que?  Ila guida fedele.   1 ’ ESER  N     i ìf   ÈS ERCIZI'O T onde nafca in noi Iti netejfità. di cèmbattere le nojlre pajfioni pergìngnere alla perfezione còlla pratica delle Virtù  ° 1   rhi da e(Ti‘ la pace j ne pofliamO tar  con elfi la tregua lenza efporfi al dannevole rifico d’una eterna fconhtta, e  fe volendo fuggire il Vizio e domare :  le noftre paifioni ci trattiamo con qualche indulgenza, o le ci accordiamo il  godimento di qualche terreno piacere,  ancorché nulla vi ih di mortale, ma  fedamente il peccato veniale, e leggero, non ci lufinghiamo, U p ier. r   radi Tempre più gagliarda e la vitto i a,  incerta; per la qual cola bifoena riiolerci di’ non perdonarla ad alcuno d,  . 1 1   yioftrl appetiti, e di sforzarci a fuperare tutti gli fregolati movimenti delle  noflre palfionì.   Conliderate, che il noftro appetito  fenlìtivo h il Teatro di quella guerra  Spirituale, in cui liamo impegnati pel  corfo intero della noftra vita. In quello appetito accadono le più frequenti  battaglie, che abbiamo colle nollre paffioni; in riguardo a lui accadono dei  deboli lè cadute, e le vittorie deporti. Quello appetito è come un campo  chiufo, in cui liam rinterrati fin dal  primo momento del noltro nafcere,, e  n’è imponìbile lo fcampo, e chi non  è rifoluto di validamente difenderli,  infallibilmente vi rella vinto 5 di maniera, che non Solamente fa di mellièri combattere, ma ancora o vincere,  o morire per tempre, attefochè f elìto  di quelle battaglie non può elfere,che  il trionfo, o la morte eterna.   Risolvetevi di fare di necelfità virtù  veggendovi chiufo in un campo di battaglia sì perigliolo, come quello deli  appetito l'enlitivo. Eccitate dentro di  voi un gran coraggio, e urta generoia  rifoluzione di foitenere con fortezza  quelle battaglie. Credete pure per certo  che le difficoltà, che rad ombrano   inm  1   2i il Combattimento Sptrìtftale  ìnfuperabili, non fono credute tali fc   non fe dai codardi. Domandate a Dio  il fuo amore, che vi farà trionfare con  piacere di tutt’ i vizj.   Quella guerra è ben dolce, e foave,  dice S. Pier Grifologo, nella quale  trionfiamo di tutt’i vizj colle fole forze d’amore.  Il Colloquio con Dio, alla di cui  prefenza dovete combattere. Pregatelo  ad efier fempre con voi nelle voftre, battaglie, e tentazioni, affinchè nella  di lui virtù poifiate riportare altrettante  vittorie, quanti faranno gli affalti, ed  i combattimenti che fofterrete.   ESERCIZIO.   Delle cofe, che ci fono necejfurie in  quefta guerra.   V Orazione preparatoria al folito.   L   C Onfiderate, che di cinque cofe abbiane duopo in quella guerra Spirituale; d’una forte ruoliizione 5 d’ un  gran coraggio; d’armi; di deftrezzaed   induftria; e d’ ajuti. Convien prender  la forte rifoluzionq dalia necellità del . ' no  Digitizec     Del i Scupoll. 2?   hoftro flato,, e condizione, che s'impegna in quello combattimento fenza  che noi lo polliamo sfuggire. Bifogna  ricavare il coraggio, e la forza per  Combattere, e trionfare da una lineerà  diffidenza di noi medefimi, e da una  grande confidenza in Dio, vedendo per  certo, eh’ egli è con noi nelle noltre  battaglie per garantirci da qualunque  danno, poiché abbiamo una perfetta  confidenza nella fua potenza, nella iua  bontà, e nella fua fapienza infinita; e  poiché non entriamo in quello Mondo  le non come in 411 campo chiufo, in  cui bifogna neceffariamente combattere, dobbiamo perciò tener fempre preparato il noilro Spirito, e quali fotto  I armi contro ogni folta d’ affalti, e  e parimente camminar fempre armati  per difenderci dagli attacchi de nollri  nemici, imperciocché e dalla corruzione di nollra debii natura, e dall'Invidia de Demonj, e dalla malizia degli  tTomini altro piu afpettar non ci poflìamo, che continue forprefe. Dobbiamo adunque camminar lempre ben muniti, ed armati come coloro, che viaggiano in paefe nemico. Le armi, che  aver dobbiamo, fono la refillenza e la  violenza. Quelle armi fono in vero pe          a 4 U Combattimento Spirituale  fanti, e difficili a maneggiar!, ma pure fono affatto necefifarie.   La condotta, e la deftrezza imparar  la dobbiamo primieramente dall 5 efempió di Gesù Grillo, poi da quello dei  Santi, che ci hanno preceduti in quello Combattimento 5 e finalmente dai  precetti, che daremo, i quali formeranno il principale Soggetto di quelli  Efercizj.   Gli ajuti, e foccorfi conviene atteriderli da Gesù Crilo, dalla Vergine di  lui Madre, dal nollro Angelo Cullode,  e dai Santi, i quali non ricufano di  farfi tal volta perfonalmente prefentì   alle nollre battaglie. Potremo altresì  cavarne dai difcorì, che tengono il  luogo di Lezione Spirituale in ciafcun  giorno di quelli Efercizj.   Ringraziate Dio di quefti lumi. Chiedetegli le cinque cofenecelfarie in quella guerra Spirituale, ma principalmente il fuo ajuto, e la fua alfillenza.   Il Colloquio con nollro Signor Gesù  Grillo, colla Vergine Santiflìma, e con  il vollro Angelo Cullode. Pregateli ad  afiiilervi ne voliti Combattimenti,    CON Del P: S dipoli. ' zf   II.;   ( A Onfiderate, che le prime armi, di   cui ufar dobbiamo quali in tutte  le noftie battaglie fono, come poc’anzi abbiamo detto, la Refìdetvza', e li  Violenza, e che pe adoprai jc con profpero riufeimento bifogna ufare le induftrie feguenti.   Allorché faremo combattuti daqiiak  che pattfone violenta, la quale ci farà  oracolo all’ adempimento della divina  Volontà, bifognerà farle frónte con un  atto della noftra Volontà contrario a  quella pattfone, e procurare d’efeguire  lenza dimora ciò, che Dio vuole da  noi. Nella iftettfa maniera quando faro?  mo (limolati da qualche difordinata  palone ad acconfentire a qualche peccato, farà duopo fare la medeima refi (lenza, e determinarci forteinente a  non acconfentirvi giammai; e fe noi  vergiamo, che la tentazione continui,  fara di m e di eri di ricorrere a Dio con  alcune orazioni brevi, e ferventi per  implorare il fuo ajuto. Che fe fentiaìno ancora dentro di noi qualche languidezza, converrà procurare di faticarci confederando, che 1’ acqualo del  Regno de Cieli efigge grandi sforzi   B  e che      1,6 II Combattimento Spirituale  e che fol tanto quelli, cne fanno violenza a fe medeuini ed alle fue paffioni, T ottengono. Chefe la tentazione è sì gagliarda di maniera, che ci  troviamo come agonizanti nel pericolofo conflitto, farà efpedicnte portarli  collo Spirito a ritrovare Gesù nell'Orto di Getfemani 1 e pregarlo a fortificare la nodra debolezza affine di potere con eflfo elclamare: Sia fatta la voJlra Volontà,, e non la 'mìa. ( Match. z6  v.39.) Dopo tutto ciò bifognerà eoa  diverfi attifottomettere la n olir a volontà a quella di Dio, e ftudiarci di  far ciafcun’atto con tanta efficacia, fermezza, e rifoluzione, e con un'intenzione si pura, e retta, come le tutta  la noflra perfezione, tutto il divin beneplacito, tutto l'onore, ed obbedienza, che gli dobbiamo, polla tolfe in  ciafeuno di quelli atti.   Sarà duopo ofiervare quelle induflrie  non folamente nelle cole di gran rimarco, ed importanza, ma altresì nelle più leggiere. Non bifogna lafciar  paflare giammai alcuna occafione per  piccola, ch'ella Ila, di fare la volontà  di Dio  imperciocché fe no.i gli iìamo  obbedienti, e fedeli nelle jùccofe cole  e più agevoli, egli ci dR 'K grazie     rr  e! JP, Sditoli   ed importanti. P u   Rifolvéte di fervirvi di quette nA„   Pentirvi T v Ced£r r ne! ' e Tentazioni , ir J: v 1 d averne fin ad ora fW. c.   mal ufo, e domandatene perdono a   ftolfp 0 !. 0 A. n g;Io Cue maneggiare quei? amTconnfd?   io invincibile.  .  oblazione. Offeritevi a Din rW   'ni ’ afpÌrare   appiccandovi con gran coraggio ilb   mortificazione delle, vofire paloni ed   alla pratica -di tutte le cole TZ’ ù   vecchi  a  P °,gliar vi de vaftri'    S e.™ 05  per veft-vi di  . '      i 11 iezione Spirituale pel pri mo  Oiorno.   °‘ l '??  e d'IU rii.   Azione, che ci fono neceffarie   in qucjlo Combattimento   spirituale   Merchi fono indirìz-.   tt r ìn P T JP c SJ rc i in una Gnera, c in certe battaglie, in cui bifo B     gna    %    il Combattimento Spirituale  gna fpargere più lagrime, che fanguej  c che dall’altra parte il principal Nemico,, contro di cui abbiamo a cbmbattere, e a trionfare, fiam noi mede-'  fimi, di maniera, che vinto, che lìa   éd atterrato quelto domedico Nemico,  tutti gli altri, avvegnaché perni ci olìffìmi, $i fattamente indeboliti rimangono, che fton fono quali più da temerili egli è certo, che abbiarn duopo d  uha forzale d’ un coraggio maggiore,  per così dire, di quello d’Aldiandro,  e di Ce fare, fe bramiamo di riportarne la Vittoria,; imperciocché, febbene  quedi Monarchi, e Valorofì Capitani  abbiano avuto tanto di for,za, e divaloie per foggiogare le Nazioni più barbare, e più feroci, egli è certo pero,  che non ne hanno avuto abbadanza per  vincere ie medefìmi, perché dopo d  aver condotti in trionfo i Re prigionieri, eglino fono, poi rimali fchiavi  delle loro pallioni, effendo ben più  malagevole quella Vittoria della conquida delle Provincie, e de’ Regni in La vendetta, o T ambizione obbligavano quelli Conquidatori, a prender 1  armi; ma qui la compunzione. e la,  penitenza ce le pongono nelle mani   . '  cw    =9    .. jv.P. Scupoii. if   Così ili vece cielfangue, ch’eglino lpargevano, noi non abbiamo a verfare  che lagrime di contrizione : Io che è  di fo venie più difficile, che le aveffi'ir.o a fpargere tutto ilfangue, che abbiami nelle vene. Per quefla forza non intendiamo già  quella che e propria per.raffrenare L  audacia, ed il timore, ma intendiamo  lina fòrza, o pure un Coraggio, che  ci fa fuperare tutte le difficoltà, che  pofliamo incontrare nel profeguimento  della Vittoria fopra le noflre paffioni,  e nella pratica delle Virtù Crifliane  le quali fono per la maggior parte d  Un’afpetto afpro 3 e difficile: di maniera, che fenza edere animati da un gran coraggio, e forniti d’ lina forza, invilir  cibile non fapremmo farci firada, forpaffando le difficoltà che le circondano.   Qucdo fetvirà per difìngannare non  pochi, che incominciano la Vita Spirituale, i quali leggendo in certi libri  di divozione le ( granai coniolazioni, e  Soavità, e dolcezze, che Rullano ta!  Volta certe Anime, nel principio dei lev '  ro efercizj, credorio, che; tutto. quefió  Cammino fìa coperto di fiori, ferizichc  vi fìa alcun travaglio, o fatica da ioflcnere; ed appoggiati a quella J°ro.  B 3  °P; ~Combat ti mente Spirituale   opinione non prendono le armi pef  combattere ma piuttofto fi pongono  in gala, e fi difpongono, come fe dovefiero celebrare le loro Nozze coli Agnello; non riflettendo, che fe bene  il pofiedimento della Virtù fia uno fiato di pace ridondante di Spirituali delizie; la firada però, che vi ci conduce, è molto afpra, e difafirofa; conciofiacchè fa di meftieri vincer prima  il nofiro amor proprio, domar le nofire pafiloni, e combattere contro di  noi medeiìmi fin a tanto, che lo Spirito abbia acquifiato un fovrano dominio fovra tutti li noftri fregolati appetiti; lo che prefnppone una guerra la  più crudele, che immaginar ci portiamo; quindi ci abbifogna un grandillimo coraggio, ed una forza invincibile  per Superare tutte le ripugnanze della  noftra inferma, e guafta Natura, fino a  che ci fia ritifcito attignere T acqua defìderabile della ciftema di Betlemme   fenza che i noftri Nemici abbiano potuto impedirci I acceftb a quella fiorgente di grazie; e poi dopo d’ averla  ottenuta, allorché ella fia già in nofho potere, dobbiamo, fe fiam fedeli privarfene, e forno un grato Sacrifizio  a Dio, applicando il nofiro cuore ai   tra  ' , $ t j   travagli, che precedono la virtù, anzi   che alle dolcezze, ed alle Confolàzioni, che o la feguono, oppur Y accompagnano.   Se bramiamo adunque di ben rullare in quello Spirituale Combattimento,  e riportare ogni giorno delle nuove  Vittorie fopra di noi medelìmi, ed i  noftri fregolati appetiti, conviene armarci d’un fommo coraggio, e d’una,  rifoluzione ferma, collante, ed invincibile, e non ceder giammai, o dare a  dietro per qualunque difficoltà, che  polliamo incontrare. Dobbiamo imitare coloro, che camminano contro la  corrente d’ un fiume rapido, e violento, li quali fenza punto fc orarli allorché l’impeto dell’ acque feco li tragge,  raddoppiano i loro sforzi, e finalmente guadagnano la riva bramata non o'  llante la refillenza, che le correnti acque loro facevano  che fe per mala  forte addiviene, che tal volta reftiam  vinti, dobbiamo ben tolto ripigliar  nuove forze, nè rallentare giammai dal  noltro buon proponimento. Ah ! veggiam pure non pochi, che fono inllanCabili negli affari di quello Mondo? di  maniera che non v’ è difficoltà  eh 9   non fpianino, non oliacelo  che nou   vin    s  3 1 11 Combattimento Sf-ìrìtuaté, Vìncano y ora con quanto più di r agione dobbiam noi dunque sforzarci, edt  impegnarci in quelli fanti Efercizj; i  quali feco portano un travaglio molto  minore, e una ricompenfa, che non c  fallace, nè Incerta, come quella, che  promette il Mondo a’fuol Seguaci? Penetrati, e convinti da un tal. rifleflo  armiamoci di quello invincibil coraggio, c di queda invariabile rifoliizione, che ci farà trionfare del noflro amor proprio, e nello dello tempo dì  tutte le nodre paliioni, e inclinazioni  Azioie, e che ci condurrà al pofiedimento di tutte le Virtù, e in legni to  de.l Regno de' Cieli, che è dentro di  noi, giuda la frale del medeiìmo Gcr  su Grido.  i v.  Biiogna però avvertire che quedo coraggio, e queda risoluzione debbono  edere accompagnaci da una profondaUmiltà, e da un Santo Timore, acciò  non venidero inai a, farci cadere iris  qualche l'egreta prelunzione di noi  delìmìj imperciocché, f ebbene faci neccdàrio di faticare con tutte le nodre,  forze al confeguimcnto della Vittoria  delle nodre paliioni, e fregolati appetiti, dobbiam non di meno tarlo in  maniera, che fperiamo di giugnere a   que     j „ Òei l   j    fcjuefta Gloria non per la nofira Virtù ?  ed induftria, ma,per la grazia di Gesù Crifto, e per la Miiericordia di Dio;  imperciocché, còme atteOa Salomonp   ( £ccl,p,v. ir. ) il premiò della Corfa  non (empre appartiene, e. vien dato a  quelli, che furono più veloci, nel cor1  fo, nè la Vittoria ai più forti, e io-'  fondi i Per la qual Cola dobbiamo priora d'ogn altra cola conoscere la no-;  Itra debolezza, ed umiliarci profonda?  mente, presentandoci alla Maedà dì.  Pio come tanti fanciulli,,che nulla  fanno, g niente. poflònó, e lupplicatlcf  ad arrichirci delle lue grazie per i me  riti. di Gesù Crifta;,;.   -Non è però, che da noi s' abbia 1  languire in mia vile oziofità, ( Match,  } b v  l ? 0 y hnpejciocchè non pofiumò.  lai va rei fe non col farci violenza, e  col fuperare colla grazia del Signore,  tutte difficoltà infuperabili dalla natura. L'Evangelio c’ infegna, non eì  fervi, che una brada ben angufta.v ter  qual conduce al! eterna vita; Oh qnan tó ella  ftrettd qu.efta proda, dice Crifio, quanto fpìtiofa, e.quanto pochi fon  quelli che cammìnan per ejfa ! ( Matth  7. v. 14. ) Le feguenti parole però fono ancor più terribili. Fato tutti ì    Combattimento Spirituale  flrì sforzi per entrare per la porta fretta, conciò fiacche molti poi cercheranno ài  entrarvi, ma noi potranno. ( Lue. 13. v.  24. ) Egli non dice fol tanto, Entrate,  ma ancora, fate tutti li sforzi per entrarvi 5 lo che a chiare note ci additta  le repugnanze, le battaglie, gli aflalti, che biiogna foftenerele difficoltà,  le pene, le contraddizioni, che vi s  incontrano, e che non fi poflbrio sfuggire Egli è, fuor di dubbio, necefTa  rio combattere con tutto il coraggio,  e con tutte le forze contro gli fregalati appetiti della corrotta natura, contro i vizj, e le paffioni del Corpo, e  contro le paifioni dell’ Animo. Bifogna  altresì fuperare un numero d oftàcoli  quaficchè infinito 5 egli è duopo di vincere ietti a punto dìmoftrarfi di vincerei bifogna farli fuperiore alle maldicenze, alle calunnie, alle. derilioni, ai  difpregi, alle perfecuzioni del Mondo?  diffonderli da un copioio numero di  tentazioni, d’artifizj, d’inganni, e di  lacci, de' quali fi ferve il nolho comune Nemico per forprenderci, ed atterrarci, le gli riefeai fofrrire cori coraggio, fenza impazienza, e collera  ma  anzi con ariimo intrepido  e tranquillo le awerfità, refiftere con coftanza,    Del P. Scupoli  5 f   e vigorofa Fermezza alle luflnghe delle ingannevoli profperit; bifogna finalmente, fe fia duopo, cavarli gli occhi, dice Crillo, tagliarli le mani, ed  i piedi, cioè a dire, privarli, e allontanarli dalle cofe, che ci fono più care, più necelfarie, più congionte, allorché elleno ci tolgono, o ci diminuì  lcono la libertà di attendere a Dio, e  di cercarlo con tutta la forza del noUro Spirito. Quindi bifogna eflèrfeiqpre fuirarmi, e nella fatica, e annelare  incelTantemente a nuovi acquifti della  grazia di Gesù Crillo, affine di ripigliare col mezzo di quelli foccorli la  lena, ed il vigore, che d va fcemamdo in quelle battaglie.   Che fe vogliamo degli Efempli per  animarci ad una. fifpluzione sì genero?fa, e necelfaria per quella imprefa,  ponghiamoci avanti gli occhi ciò, che  ìApollolo San. Paolo ci rammenta di  tanti Eroi di Santità, che ci han preceduto. Li Santi, die egli, hanpo diinoltrata la loro forza, ed invincibili  coftanza nella guerra dello Spirito, e  della Carne; èglino hanno, fofferte con  intrepidezza le derilioni, le battiture    le prigionie; fono fiati lapidati fegati  per mezzo, travagliati eoa ogni iorte     $ 6 11 'Comhattmvnte Spirituale  dì perlecuzioni, altri di loro fono (lati  panati a fìl di ipada, non pochi coper-,  ti di pelli d J agnelli, e di capre, eitre-s  mamertte poveri, afHitti, e anguftiati  al maggior legno, come fe fodero gente indegna per lino di comparire nel  mondo, andavan raminghi quii e là pei?  le forefte, per i monti più fcofcefi,e E farem noi sì codardi, ed  ingrati, che non ci rechiamo a Uretra  noitro dovere d’imitare in qualche cola quello, che ha (offerto tanto per  Dorico vantaggio, e per darci nefem.; C pio,    II Combatti™ Spiritual   li rhe ben poffiam fegmtare? E foft  F°’ tal Capitano feguita   ro la S Uid;.r E j ett j po tremnoi dii 10 f ' U Acaudate a quelle battaglie    i So P iupe'are tul   ori difficoltà, e virilmente   ihmtndo, non folamdnte porre mi  combatta  dir ta morte ai no fuga, ma.® N  inganniamo, di   ftri Nemici  Non ci mg, e t   graziai quella pile f' u nefti al nóftro   Sottri Nemici lo™ s  ffariamen bene, e r v ? |le ìa morte o da una  te feguir ne j j oro vita e la   parte, o dallalt a a m 0rte èla nb t   nottra morte, e w   ftra vita per tempre,. muf.   !.. n Tratto M prima Giorno. { .  Y   l effere i.‘ urne in quello Combamluzione d ent e J  cuore   mento S P'U , finC era confidanza dx  fortificato da un  c ® pp i; C arvi ab Dio; per te noi,   la paca delle. nofl confi fcol configl  spirituali, e leau derando gU. ed altre cofé firmili  fterità corporali, ed : al., £ i a.   che come me& P    re le voftre pacioni,e per praticar  piu agevolmente le Virtù Cremane, ne  avendo per elfe alcun attacca di affezione, o d’impegno, ma ufandone con  una grande libertà di Spirito; Terzo,  di confervare una memoria particolare  dei vizj, ai quali fono foggetti coloro, che affettano quelle cole efleriori,  e che vi li immergono con foverchio  attacco, -affinché quella reminifeenza vi  faccia tempre guardare con orrore i loro difetti, come pure il loro flato, che  Dioabborrifce, ed il quale èfóggetto  a fpaventevoli cadute. Qutirto di praticare fedelmente tutto ciò, che avete  ponderato nel fecondo Efercizio, e di  regolare il voflro tenor di vita a norma di ciò, che vi fi contiene, e che  altresì avete rimarcato nella feconda  Confiderazione del quarto Efercizio.  Quinto di prendere, per lo frutto della  Lezione Spirituale, una collante rifa-,  lozione Rappigliarvi con tutto l’impegno 4 sì generofo difegno, qual’ è, di  combattere le volil e padroni con la pratica delle Crifliane Virtudi.    .  '    i Pine del primo Giorno    C a SE       oro RNO.   Di due cofe, da chi dipende in gran    parte l’efito delle notti e vittorie in  quello Combattimento Spirituale  che   J fono la Diffidenza di noi medefìmi, . c la Confidenza in Dio. ';,.   $ j. ESERCIZIO Della, diffidenza di noi fiejfi.    L’Orazione preparatoria come nel  £rimo Elercizio dei primo   Giorno. ' ,1 '  '    I.   C Onfiderate, che la prima cola neceffaria in quefta Guerra Spirituale per lo felice efito delle noftrc  battaglie è una verace diffidenza di noi  Retti. Quella acquiftar la polii amo con  vari mezzi. Primieramente con una lineerà cognizione del noftro nulla, e della noftra debolezza, ed impotenza al  bene; tenendo per certo, che da noi  medefimi fiamo un nulla, e nulla pollìamo, incapaci eftendo di rare azione alcuna, con cui meritarci la vita   ctcy  1    .  Xel Scupoli.  4  eterna) in. fecondo luogo coll Orazione, imperciocché eflendo quella diffidenza un dono di Dio, egli e ben giufio, che glielo chiediamo, e per ottenerlo bilogna prefentarci a lui con  le difpofìzioni feguenti. Fa duopo per  ' tanto, confederarcene affatto privi, e  credere, che non fiamo capaci  di farne acquillo colla noftra propria induUria, ed avere una ferma feranza di  ottenerla dalla di lui Bontà j e con  quelle difpolìzioni dobbiamo chiedergliela con perfeveranza, credendo fermamente, e fperando, ch a egli Ce la  darà, e che non ci lafciera storniti a  una virtù, che ci è sì necelfaria, le  gliela domandaremo come ima cote,  che gli è gradita, e che richiede da   Confondetevi alla presenza di Dio  per quella vollra prefunzione, ed interno orgoglio, cne conofcete, e per  quello, che non liete ancora giunto a  conoscere, e benché egli non v i fia  palefe, credete pure, che avete ìlcuoie infetto di quello veleno. Intente  quella Verità' da tante monelle, e laide azioni, c da tanti enormi peccati,  che avete commetti, e datanti  menti, incili cadete ogni giorno   I3      by Go     4z ìl Comi atti mento Spirituale  dete a Dio la cognizione di vói ftdfr  li, e della voftra fiacchezza, ed ìmpe-;  tenza al bene, e per confeguettzà una  Santa diffidenza delle voftfe forze, e  a queffeffetto difponetevi nella maniera, che di fopra abbiamo accennata.   Il Colloquio col voftro Angelo Gl-  Rode, acciò vi faccia vedere chiaramente ciò, che fete, ciò che potete ±  e che non potete, e quindi in feguito  di quella cognizione vi raflbdiate. ili  una lineerà diffidenza di voi medefimu    ir. :   Considerate ancora gli altri mezzi  efficaciilimi per far 1 acquiftp di  quella Santa diffidenza, Vale a dire i  fondamenti, e ragioni, cheabbiamodi  diffidar di noi fteffi per le grandi de-t  bolezze, e miferie, che fonò in noi  tanto per patte del noftro Intelletto, è  della noflra Volontà, quanto per la  gagliarda inclinazione, che abbiamo al  male j come altresì per lo gran mime 3 ro de 5 nemici, co’quali abbiamo a combattere, fcaltri, e ripieni di mille inganni, ed artificj inconcepibili, al confronto de' quali noi divenghiamo viejpiù novizi, e inefperti; e finalmente  per le tante inlìdie, che ci tendone 'è  ' v. eia r     Del P, Scuptlf f. t-i 4  tiafcun paffo nei cammino.della Vini  fino a proporci, e persuaderci il male  fotto il manto della Virtù, e a trasfornaarfi in Angeli di luce pe ingannarci  piu facilmente ed a villa di tutte qie r  ile ccfe ilabilitevj in juna lineerà diffidenza. di voi fte#., v   [ Un altro mezzo affai proprio per acr  £Uifl?re ben totto quella diffidenza egli  è da iiottra medefima efperinza. Ogrfi  qualunque volta ci accade.  un incero difeernimento di noi  medefimi, della noftra debolezza ed  Impotenza al bene, e perconfeguenza  la falutar diffidenza di poter far nulla  di bene colle noftre fole forze, e propria induftria; ma ch'egli è duopo altresì aver con erta una perfetta ccMifidenzà in Dio, e nel foccorfo della fax  grazia v   Confiderate, che noi portiamo acquisire quella virtù con varj mezzi. Il  primo è Y Orazione, chiedendola a Die  incelTantemente, e con le medefime dii  pofizioni, con cui detto abbiamo di do-t  verglì dimandare la diffidenza di noi  Serti. Dico con perfeveranza, imperciocché non dobbiamo ceflare giammai  dai folpiri, e dal pianto fin' a tanto   che non abbiam ritrovata quella preziosi perla, che ricerchiamo. In feconi ? do   '   4© luogo portiamo farne acquìfto, atrtentamente ponderando colla fcorta del  lume della fede, la Potertea, la Bontà   e la Sapienza infinita di Dio. La di. Imi  potenza, a cui nulla v’è d 1 imponìbile  la bontà, che non avendo limiti nèmifura fa, ch’egli vedi fovra, e dentro dt  noi abbondevolmente le fue grazie; a  la fua fapienza, la quale veglia continuamente fovra i nomi bifogni, e la  quale ben fa quando, e come egli debba concederci quanto gli domandiamo.  In terzo luogo ottener polliamo quella  confidenza ricorrendo all’ infallibile veracità, e fedeltà della parola di Dio, e  delle fuepromefle, avendo egli promeffò il fuo a;uto a tutti quelli, che invocheranno umilmente il di lui Santo Nome. La Sacra Scrittura è piena di teftimonJ :, e d’efemp, i quali chiaramente  ci dimortrano, e c’ afficurano, che di  coloro, che hanno pienamente confidato in Dio, niuno giammai èrimaftodelufo, In quarto luogo ci può animare  non poco ad una tal confidenza il riflettere agli efim;, e preffocche infiniti benefizi  die fino al giorno d' oggi abbiam  ricevuto dalla mano liberale ai Dio, c  la cura, che 4a  dilui divina Provvide!  za ha Tempre avuto, ed ha tutt 5 ora di  '. c i mi     4S 11 Combattimento Spiritniite K  iiói 5 ma fopra tnttò bifognà fidar t e rimembranza defuoi benefizi  ' ! del   etó fifa IWfcnw fopra £;   l tofe   Crifta. n  infioi   Gesiì   ' Criff°p e 0 r f 5 ?.°° Signor Gesii  ce la persuada c n qU f 3    E'RAzrONÉ m   Cy r n lt tiK Wfefa debbi quen   Dte. aS et ella fi OE,W r° aVere    ma, e Collant? Jam?lem P e mrcorte dice S Piolo rt um ? cziandió   |ni °r   Santo Giobbe  OrtK r e J?. ire c °t  mi Condannerà JÌ, Ì° f fù. àG } u zU'  fpt c ncnTVfSji‘%  a condannata alfa mdnf    Uva condotta a? Aw?r -V. S 13 vemeno, % niente di   quefri eterni ella rf vi 1  att 5 a ’ r G e inf   lenza. b?fnin jbatt ? la noftra confi,  Prontn. 8  3 d ’ ve me il penderò, e  Prontamente riderlo alla bontà in.   . niu      A    $0 il Combattimento Spirituale  jiìta di Dio, ed ai meriti di Gesù Ori  fto, a fomigìianza. di coloro, i quali,  panando a guado impetuoso torrente,  diverton lo fguardò dalla corrente, $  fiffolo tengono all oppofta riva, affinchè dalprecipitofo moto deìfacque abbagliati non rimangano privi di quella  prefenza.di fpirito, e direzione, eh 5 è  lor neceflaria per condurli a falvàmento;  così noi pure allora non ci dobbiamo  trattenere in confiderai noi medefimi,  $ molto meno i noftri peccati, itiadobbiam follevare lo fguardoa Dio, edap  poggiarci ai meriti infiniti del fuo divino Unigenito; a dir tutto, in tutte le  noftre tentazioni efeguir dobbiamo il  configlio, che la caftità fuggeriva a S.  Àgoftino ( Aug. in Confi ). Gettatevi  nelle braccia di Dio, e non temete    giammai, ch’egli fia per abbandonarvi,  nè per lafciarvi cadere; egli vi accoglierà, egli avrà cura di voi, egli vi  fortificherà; e fe nelle voftre battaglie  rileverete qualche ferita, egli vi rifanerà infallibilmente. Guardiamoci adunque lol tanto, giufta la frafe dell 3 Apoftòlo, ( Heb, li. v. i?. ) di non mancare noi alla grazia, imperciocché dalla  parte di Dio, fe noi avremo una perfetta confidenza nella lua Mifericordia, la  ' ‘ fua     i     t  . -, ? jrr  iuà graziale il fuo ajuto non ci man  cheranno giammai  : Rifolvete di approfittarvi di quell  lumi i e di non mancare giammai di  confidenza in qualunque eftremità poffiate ritrovarvi, anzi di Tempre vieppiù  aumentarla. Rifolvete di fegnaìarvi in  quella virtù; e perche ella non fi può  acquifere fenza il foccorfo della grazia fìccom e tutte r altre, accofttfmate-r  vi di chiederla a Dio in tutte le voftre  Orazioni nella maniera, che di fopra  abbìam divifato  Il Colloquio coti noflró Signor Gesù  Crifto, come T antecedente.    ESERCIZIO. !   Za firada, e modo d 3 actjuìfiare ttttt ajfìe  me la diffidenza di noi fiejfi e la  confidenza di Dio,   i   %. ‘   ' E 1 Orazione preparatoria al folito. t   I.        € Onfiderate, come quelle due virtù  fono neceflarie, a chi defidera d  incamminarli nella via dello Spirito, e  far progredì nella perfezione, conciofiacche colla diffidenza egli efce come   fuoc    fi 11 CèirtbdftttHefitó Spirita ut é  flior di fe fielTo diffidando delle fue fbi  ze, e colla confidenza in Dio, intrcrdu  ce Dio dentro di fe, tutto confidandoli  nella di lui Onnipotenza e Bontà infinita. Quefti fono i due primi palli, che  dobbiam tare, entrando nel travaglioso  cammino della Perfezione Criftiana, I  uno in dietro, l’altro avanti y quello ci  ritira, e ci allontana da noi fteffi, £  dalla noltra debolezza 5 l’altro ci ac co  fta a Dio, e ci difpóne a ricevere le  lue grazie, e gli dà campo d J operare  in noi grandi cofe.   Confiderate, qualmente non podi; di  coloro, che bramano d J avanzarti fui  cammino della perfezione, quali lenza  avvedertene, fi confidano in fe fieffi,  c gli uni prefumono della perfpicacità  del loro intelletto, gli altri del loro  ottimo temperamento, quelli dei loro  ltud;, erudizione, e dottrina, quelli  della bontà del loro naturale, e della  loro lodevole educazione, e coltura,  ed altri ancora della lunga efperienza,  e degli abiti delle virtùr di elfi acquifiate. Egli è vero, che tutte quelle co  le contri bui fccma alla virtù, ma fenza  il foccorfo della grazia fono 1 interamente inutili, e bifogna fiflfare quello primo fondamenpale principio come cer tiffi;   11  fiffitiid, £d infallibile, che né i doni  naturali nè gl’ acquifici per eccellenti  £Ìie fieno, ile i doni gratuiti, nè la  Scienza nè la Santità per grande che  pofifa edere, nè F abito di tutte le virtù confermato da una non mai interrotta perle verarfza, qtiand’ anche fofleeglt  faflfato irl natura, don fono capaci a  Farci fare una fola azione buorla, vincere una tentazione, fcatifare il menomo danno, e foftrire per puro afnor di  Dio la menoma afflizione, fe prima il  tfóftro Cuore non lia fortificato da urt  particolare ajùto, e fe il medefirtto Idàio non Ci doni a quell eftètto la fui  grazia. In fatti quando i plà gran Sam  ti, e illuminati non aveffero, che i pròprj lor lumi, e le fole naturali forze del  lorofpirito, e del loro talento, ovvero le loro buorfe abituazioni  la loto  condotta non potrebbe edere, che debole, ed infelice Quella è una verità  impOrtafltiffrrha, che dobbiamo imprimere nel piu intimo del nollro cuore,  per quinci ff adicarrte quella occulta prefunzione, che et è cotanto naturale, e  per raffermarci in una perfetta diffidenza di noi fteflì   Quanto pòi a Ciò, Che appartiene alla confidenza, che dobbiai avere in   Dio     $4 M Combattimento Spirituale  Dio, bifagna porre per mafllma fonda  mentale, che egli è ugual mente facile  yincere pochi o molti nemici,,deboIi'ro ferite, e tutti i loro nemici abbattuti, e vinti alloro piedi. 4.. .... i   Rin    l   h Ringraziate Dio di quefti lumi, e fattene buon ufo per raflodarvi in quede  due fante virtudi eccitate in voi un  gran defidefio d’ acqui darle, e chiedetele a Dio nella maniera, che abbiam  detto a.    Il Colloq uio col voftro buon Angelo. Domandategli i fuoi lumi, affinchè  poliate penetrare nel più intimo del  voftro cuore, jper togliervi tutto ciò,  che potefle edere Contrario a quelle due  virtù sì importanti, e neceflarie 4   It. J    . A   € Onfiderate un’ altro mezzo efficaci f~  limo per acquiliare tutt’ aflìeme la  diffidenza di noi defli, e la confidenza  In Dio; ed è, che prima d’ intraprende-'  xe alcuna cofa, fi a per domare alcuna  delle nodre pallioni, fia per fare qualche opera buona, facciamo gli atti fégnentif   .  ‘   Il primo fata di confiderare la nodra  fiacchezza, e dabilirci in una fincera  diffidenza di noi defiì; il fecondo dU alzare la nodra mente a Dio confiderando la fua potenza, la fila bontà,la fua  Capienza infinita, prendendo quelle divine perfezioni per k fodegno della no fira confidenza, e fperando con viva fede     $£ Il Combat ti fHenio Spirituali  de neil’àjuto delia fua grazia. Il terzo  d’indirizzare la noftra intenzione alla  Ynnggior gloria di Dio, e per efeguire  il di lui fanto volere  Se quelli atti  precederanno le noftrè azioni, in poco  tempo toglieremo dal noflro cuore quella occulta prefunzione, che di fovente  s'àfconde, e s invola alla Cognizione  de’ più fpirituali, e la quale è di un  continuo oliatolo alla grazia di Dio.   Risolvete di feriamente applicarvi a  quella pratica  Obbligatevi a qualche  mortificazione quando in ella manche  rere.   Il Colloquio col vollró Angelo Culode cofne il precedente. ESERCIZIO.   t   La maniera di cònofcere, fe operiamovi  • rumente con una fine era diffidenza di   noi ftejfii e con una intera confidenza   in Dio 4 '    e.buceri  fetta confidènza in n; d ' que. fa Pe£  ludi’ occulto orgogliosi £&%&   no    A J    ]     11 Combattimento Spirituale  fio il voftro cuore. Confederate,,  come in quelle del voli ro  flette Medico, accio egli faccia in voi,  e di voi tutto ciò, eòe vedrà più opportuno per fvellere dal vollro cuòre  guefto veleno, onde polliate più predo,  e agevolmente acquiftare tfna lineerà diffidenza di voi lfe(fi ? ei una perfw confidenza in Dio   La lezione Spirituale, per !p Giorno. .   Della Grazia, che è il primo foce or ft  ne teff aria in quejlo Combatti  mento Spirituale.   D Opo aver 1 Apoflolo S. Paolo nella fna Lettera a Komani ampia7,  mente trattato della fiamma delle qoflre  palfioni, e della noflfa carne, proroinpe in quefle lamentevoli efclamazioni.  Mifero eh  io fono ! fhi mi libererà dal  -corpo di ytefla morte  poi rifponde a fe   mei .   medefimo in pochi accenti. La Grazia  di Dio donatami per Gesù Crìfto. Con  quefte parole dal corpo di qttejla morte,  non intende già lApoftoio di additarci  queflo corpo, che è foggetto alla morte naturale, ma bensì quello, cheimedefimo chiama Corpo del peccato, qual' è  il noftro depravato, e corrotto appetito, le di cui membra fono tutte le noftre paflìoni, e frcgolati defiderj, che  ci portano al peccato. Ora quefto è quel  corpo, da cui come da un crudele tiranno la grazia ci libera, e difende.  Ella raffrena la parte concu pi feibile, affinchè e (fa. non ci faccia cadere nel peccato, e fortifica T iralabile, acciò non  rallenti, e non fi fcoraggifcanellacqui  fio della virtù j e perche tutte le pacioni naturali-, che hanno la lor iuflìftenza  in quefte due inferiori potenze della  noftr’anima fono come altrettante aperture, per le quali il Demonio ordinariamente s’ infinita nel noftro cuore, la grazia pone a ciaicheduna delle fue porte  una. virtù infufa per afiìcurarci contro i  pericoli, che ci potrebbero derivare per  parte d’ alcuna dì quefte paflìoni. In tal  maniera la grazia ci libera dalla tirannia del corpo del peccato, che è il noilro depravato appetito, d’onde proccio dono    Dìgìtized by Google    él 11 Combattimento spirituale  dono tutt'i noftri movimenti, e fregolati defiderj r contro de'quali dobbiamo  combattere. •   Ciò è veramente ammirabile, ma lo  è ben anche di più ciò, che quella mer  defima grazia opera nella parte iiiperioIre delf anima. Ella ripara, e fortifica  con modo maravigliofo tutte le potente della parte fiiperiore;. ella rifchiar  l’intelletto, muove la volontà, rifve f lia la memoria,, e fortifica il libero aritrio, e. fopra tutto ciò, ella fa fogr  giornale Iddio ftefib nell 5 anima, affinchè facendovi fua dimora, egli la governi, e la difenda, e fia prelente ne .noftri combattimenti per combattae ancor egli dentro dì noi e con noi a noUro vantaggio.  .iddio Signore fia in noi in due maniere; colla prefenza della fua divinità, e coi mezzo ideila fua grazia; colla  prima egli è non fedamente in noi, ma  in tutte le cofe per Efiènza, per Prefenza, e per Potenza, riempiendo ogni  luogo colla fua immenfità, ed effendo  colla fua divinità sì intimamente nelle  Creature, che farebbe loro dmpoflìbile  di fuilìfiere, e confervarfi un fola momento, scegli non foffe in effe; il che  faceva dire a Sant 5 Agoftin©; e perchè  . s.. ' mai   „. 4f   mai ió chieggo y o Signore ? che vot  fce ridiate in me, quando io fletto non  vi farei, fe voi già in me non fotte ?  Nella feconda maniera egli non ritrovali, che ne guitti, imperciocché, ficco me afferma il medefimo Santo, Dio  è per ogni dove colla fua divinità, ma  non già còlla fua grazia  Quefta grazia è una partìcipazione!.  della natura divina, cioèa dire, della  • fua farttità, e della fua purità  Con, quella partecipazione Tuomo viene fpogliato dr fe medefimo, e rivettato di  Gesù Critto, e dalla battezza, che trag| ge dal vecchio Adamo, è innalzato ad  ( una dignità sr fubKrtte, che lo rende  f partecipe della rrtedefima natura divina, cioè a dire della fantità, della ben, e della purità di Dio y impercioc ché la grazia è una qualità Celette, che  ha quella ammirabile virtù di trasformare rUomq in Dio 1 di maniera, che  fenza lafciar d’eflèf uomo, partecipa,  quanto ne può effer capace, le virtù, e  perfezioni del medefimo Dio   Quefta celette qualità è una forma fovranaturale y e divina y che fa, cheTuomo viva d’una vita fovranaturale, cioè  addire, cT una vita fomigliante ai prin  ì cipio, da cui deriva: di maniera, ch&   D i JT no     4 ìl Cowh pimento Spirituale  11101130, che è in grazia vive di auc  vite, luna naturale, 1 altra fovranaturale; a quello effetto egli e proceduto  di due forme, che fono come le due anime di quefte due vite, e quelle due  forme fono l’anima, e la grazia. Dall  anima, ch’è la forma naturale, procedono tutte le potenze, e tute’ ì fentimenti per mezzo de’ quali l’uomo vive  della vita naturale. Dalla grazia che  la forma fovranaturale, derivano tutte  k virtù, e tutt’ì doni dello Spinto Santo, per i quali l’uomo vive della vita  fovranaturale, coficchè ciò, che 1 anima è al corpo, la grazia e all anima, e  come dall’anima proviene tutta la bellezza, tutto il vigore e la. robultezza  det corpo, così dalla grazia procede  tutta la beltà, il vigore, e la forza tutta dell’anima. La beltà, cilena grazia  imprime nell anima, ella e si grande   che non fi può concepir quanto barn   Ella ci è rapprelentata nella Sacra Scrittura fiotto i iimboli di preziofi gioielli  formati dalle mani dello Spirito Santo,  i quali rendono l’anima si pei rettamente bella, e sì gradita agli occhi di Dio,  che nel tempo medefimo, in cui ella n   è adornata, egli T accoglie come ina   figliuola, e pe; fua Spofa. Quell infoilo éf   quei paludamenti di fallite, quella veflfc  ni giuftizia, quella corona, e quei ricchi gioielli, di cui parla il Profeta Ifai a  ( ifaù i6'V, io.), i quali non fono ah  irò, che Jc virtù. infide, e i'doni dello  Spirito Santo La grazia, è il principio  e la forma di tutt’i doni celelti, da lei  provengono tutte le virtù, e tutti gli  abiti fovranaturali, e in elfo lei fta polla quella ftupenda bellezza, che rende  l 1 anima degna dell’ amore, t della compiacenza del medefimo Iddio. Il primo  effetto della grazia è di render l’anima  perfettamente bella  e sì accetta agli  occhi di Dio, ch’egli la tiene non fo-,  lamente come fua figliuola, e fua fpofa  ficcome abbiam detto, ma di più come  fuo tempio, e fuofoggiorno, e la ricolma  di mille grazie toftocchè la vede arricchita di quella divina qualità.   Per mezzo della grazia l’uomo è colli tuito figliuolo di Dio, ed erede del  fuo regno; egli è regiftrato nel libro  della Vita, a cui fono aferitti li predeilinati; privilegio, che Gesù Crino accennò afuoi Apolidi in quak,equan-  to gran conto fi debba avere, allora  quando ritornando eglino tutti feftofi  dal vedere, che per fino i Demonj erano Ioìq obbedienti nel di lui nome, die Di de    gg II Combattimento Spirituale  loto quefta rifpofia Non vi gloriate?  perchè i Demoni vi obbedì fc un r ma che i  voflri nomi f eno ferini nè Cicli  Imc. 1 04.  nr, 20.) La grazia finalmente rende Suo  tto sì caro a Dio, che tutte le azioni,  ch'egli fa in quefio fiato, purché non  fieno peccamìhofe, gli fono gradite, e  fono meritorie della vita eterna, il che  fi debbe intendere noir folamente degli  atti vi mieli, ma ancora dei naturali,  come fono il bere, il mangiare il dormire r Imperciocché eifendoil loggetto  gradevole a Dio, tutto ciò, che Fa, c  che non. fix peccato,, non gli fa difpiacere „    Dalla grazfa nafee ancora tutto il vigore, e la forza dell'anima; ella la rifana, e la libera daUa fiacchezza, e deplorabile in fitrmità, in cui la teneva il  peccato, e la ritorna in un perfetto vigore, e in una: forza incomparabile in  tutte le fue potenze di maltiera, che fi  ritrova capace d' efercitare tutte le funzioni della vitafpi rituale  Ella illumina T intelletto,e ’lo ammaefira di tutto  dò, che debbe fapere, e conofcere   muove la volontà, e; tutte le potenze?  della parte inferiore a ciò, che debbono operare; le ipiana la firada del Cielo, le raddolcire il giogo dei Signore, le    Ifel P. Scapoli ' 0   le rende foave, e leggiero ciò, die po'  1 addietro le era grave, e pefante, e la  fe correre nel cammino della perfezione Finalmente non v è dal Mondo piu  ammirevole cofa di Ciò, che la grazia  opera in un anima. Effe la trasforma y, la folleva, la incoraggifce, le fa trala--'  iiciare ì perniziofi corami del uomo vecchio, le fa cangiare gli affetti, e ifuoi  piaceri  lefa cercar con ardore ciò, che  prima abboniva, ed abborrrre ciò, che  ardentemente bramava; le fa fembrar  dolce ciò, chele era amaro, e amaro  ciò, che le era piu grato. Egli è im-  potàbile a dirli qual gioj a le rechi, qual  pace le infonda, quat lumi le comrmuflichi per cortofcere la vanità delMonda e il pregio ineftimabile di quei beni fpi rituali, che ella prima difpregiava  cotanto. Finalmente non fi può abbattala ridire qual forza effe le dia per  combattere, poiché la rende invincibile  a tutte le potenze dell inferno.   Ciò però, che al noftro proposta è  da notarli fìngo burnente fi è, che è proprio della grazia il fortificare l anima  per mezzo delle virtù provenienti dalla  medefima, le quali fono Come altrettanti capelli di.Sanfone, ne quali confitte non follmente la bellezza, ma la   -i ' for  v    é$   Quella maraviglia fi dà a vedere in  molti e lerci zj della Vita fpi rituale, ina  più chiaramente riiplende nel pentimento, emel dolor de peccati, in cui que-.  Ila inferiore parte della nollr anima di  fovente vi lì interelfa cotanto, eh 1 ella,  s affligge, e fparge per quello effetto  più lagrime, che non farebbe per tutte  Je perdite piu rimarchevoli dei Mondo ,   Da tutto ciò raccoglier polliamo la  neceilìtà che abbiamo della grazia in  quello Spirituale Combattimento i con  ciolìacchè, o vogliamo combattere Ue  noltre pacioni, e viziofe inclinazioni, 0  praticare gli atti delle virtù loro opporle per acquiùarne gli abiti, o vogliamo finalmente godere del f.utno dellenoflre vittorie, e vivere in una profonda pace colla perfetta unione con Diof  nulla di tutto ciò pofiiam fare fenza 1   ajuto della grazia, colla quale polliamo tutto e fenza di cui non polii arr  cofa alcuna.  .   Per quello motivo, io eforto chiunque vorrà cavar profitto da quelli elereuj 7 di fare da principiò itfa buona   Cne preparatoria 4 fojfco. CONSID£RAziONE ì. ì   lira J‘ npe S nat  WJa necktà Ite   PTbr’aS'a per ? ià £   -piedi per YQ  t 11 Comhuttmtmo Spi rimai f  Volontà,' e Kmmaginaz.one, .iella che  muove lèapprttto fenfit.Vo; egli e cer„„eftì due occhi fono 1. orino  ftn comDatnmcnu ui LT   ci deve di'-fomma importanza ai uert  ' iiiardareèt àù$ non cadano m potere  tie'no-ìri. nemici -.mentre allora diipefardovremmo della vittòmj   Ringraziate Dio di queftì nini 1 ? chiedetegli la grazia di poter ioggettare  Guelfe due facoltà : dèliavoftr atìima al  fuo fervìggioPregatelo di non permetter giammai v eh fcffo s codino in poster de’ v o(l ri nemici, cioè a dire, che  fieno acciecati dalle ™$re pàtfom, o  ingannate dalle illufioni del Imomo.   CO ™CUn Angelo, Chiede. lo   Spirito Santo Efooi M&gfàgS  Santo Angelo il foccorfo delle  fpkazioccfo quefte dué potenrc foh  la voto' anima vi fervano utilmente,in  tutt’ i voftri Combattimeli.. -,   II.  'nonfideratev;    dknfvit   to vyVff mem! 6 5 taragli d   ri Nemici, i m ÌZ ÌTb 1   V W.magnanimità, e ciò cL ri rj  piu fWiligiunti  D)o' 3 'chetile ifjipreggiare il     amor df f   lcien° :    care r noftri fregolati appetiti per deòo  Ji. Me fienoe iti eofe anche di S  momento;,-.è  temprefiS  maggior lode  che 1 prendere più Ch  tàj e riportar Attoria delle niif „S  ròfe àftnate' -jn-?; z  t 7 ™, P°.,,f,   II Colloquio con lo Spirito Santo,  C con l 3 Angelo voftro Cuflode, come  T antecedente. ESERCIZIO. %   jCioy che bì fogna ojfervarc, acciocché ih.  nefiro Intelletto conofca le cofe    fv t '. ' w   com elle Jono 'veracemente.   U' :  ! s, i. -.;,r    r y; L’Orazione preparatoria al folito.,f. 1    z  '. ,   JOnfiderate, che per conofcere le  V'cofe quali fono in fe fteffe, egli  è duopo tener la noRra Volontà libe|ra, ed efente da qualunque affetto  e  attacco alle Creature j imperciocché-,  acciò.il noftro Intelletto:; le polla,  ben conofcere, e difeernere, infogna, . che le confideri, e le difaminij prima,   vi fi attacchi con qualche paffione.d’amore, o d- odio, conciofìacchè eli allora non è nè preveduto, nè.affafcinato, e gode tutta la  iua libertà  e tutto il fuo lume; ma.  d le, V;' A P.Setptlf--; f t   J Y° ont j Vih ? pe. r 'avanti coi?o   e P° n rarlo con no Spinto deputato coi lumi celefti della gSe ddlprazione, e febbenc da dì  ineftieri offervar fedelmente qued o Metodo riporto.a tutte le cofe, bìfogna  pero offervarló anche Con maggior ejattezzariguarda alle buone, ed anche  alle piu Spirituali epiu Sante; imperciocché per buona che d&una cola, : r ‘ mo V;d   Ringraziate Dio di quelli lumi; Chiedetegli la graziadi Far : buon ufo di  quelli falutari ammaefhainenci, edi ©1fer fedele nel praticarli u Fate un collante proponimento di' mantenere  il  V olito cuore libero da Jogui affetto sp  verchlo alle ' Creature v acciocché nnon  refttate giammai ingannati nella xtima,   che U® i®eèe#i  !J  D   Il Collòquio coir noftro Signor Ge.  - rtr tv. 1 aK nnn    to, de non 41 quello dell amor iucr,  acciocché fiate fernpre; liberi da ogni  attacco alle Creature, e in idato di poter giudicare di tutte le cofe feflza errore Implorate a quello oggetto r atjfiftenz dello Spiato 1 Santo   Jn H a f.03135 13q 313U3J 3 3101   1 CON     :  bel A. ScHpoltn }    TV Considerazione: n.   C Onìderate eh egli é più malagevole rifanare dall'albagìa del Y Intelletto, che da quella della Volontà $  -imperocché quelli. che hanno I OrgoTho iolàmente nella Volontà poflono  tal voica ritrovare il giudizio degli al: trx migliore del; iuo,,e dalla fommiflio ne del Giudizio palfar quindi a quella della Volontà 5 ma colui, efie ha h  Superbia nell Intelletto, e il qualeprefumé, che à 1 filo Gi udizio ih migliore  rii io degli altri,.come fi fóttomettera alloro pareri, che non deputa cosi buoni come lì fuoi Quelli, che  ‘Piem iono e gonfi di queA Orgoglio,  rion vogliono entrare giammai fìel fctU  tirrtento degli altri, imperciocché non  f° nof  e S 1,no altra ragione la  Joro ieco portano una cieca oftiJuzientì m fohenere ia propria opini®V P 0 a continuare oftinatanlente Del  tnale incominciato : per dimoftrare, che  intramefero con giudizio ciò, che prò-ieguifcono Con perfeveranza   - Conliderate quanto Importa. rimediar  próntamente ad nn male sì dannalo.,  prima che prenda : póTefFo noftro  Cuore, e tenere per certo, che il rivd   E 4 me . io il Combattimento Spirituale  medio più ficirfo fi è quello di fottometterci facilmente agli altrui fentimeriti y è di diventare anche, per così  dire, bolidi ed ìnienfati per amore di  Dio, come gli Apofioli ed. i Santi hanno praticato al dir di S. Paolo ( i. ad  GòK 4. 1. io ) 5 attelo che quefta fiolrezza vai più di j tutta la Sapienza di  Salomone.,, 5r ncv '   :Fate cónto di quelli infegnamenti.  Rinunziate al vofiro proprio Giudìzio;, amate di ieguitare quello 1 degli altri;  abbiate in orrore cgniprefunzione di  Spirito. Sovvengavi', che 1 ’ Umiltà è  ia lovrana, e la direttrice del difcemimento, e del Giudizio, che formar  dobbiamo dèlie cole, e cf tifa ha il  potere d’ illuminarci fopra tutto ciò, .-che fi et in noi, e fuori di noi. Lo  Spirito del Signore non ripofa che. l'opra gli umili, e vói non f avrete giammai, le. non fiate umile di cuore. (, j   il Colloquio con nofiro Signor Gesù Cri fio  Pregatelo, che v ìnfegni  qucda Lezione, polche egli ci ha comandato di ricorrere, e indirizzarci a . lui, allorché dille -.Imparate da me,  che fon manfueto, ed Umil dì cuore.   ( Matth. 1 r. v. 19. )     ,  k    ESER ' 1 -f    f': -.''  S f' 1!.!'ì?  ? Zuppiti t (;£j   ’v.t r Cj[riER,2JQ.;   V tv Quanto firi,ne):eJJ' O )..  . i. Orazione preparatoria al folito.   ?. Considerate? t; ? u  nt ?, fe fpediente dì  ' rrt-£r r ? a ™ ARWQlnttfkuo da ogni   £$ ci readiamo del  mtto ancata defle cofe. Spirituali, e   ni mtt ° fi 0 ’ ? e P uo (etvire alia noitra mortificazione, ed al noftro Spirituale profitto. Per Sfuggire un sigran  ucn  c  i?‘  uo P° ollervare le cole   J tlo f. na e ere come morti nella ri fwn 1 T tte fj cole, terrene,, non io‘  iamente. rifguardo alle mutili e proibi ma in H e..PPoitp, a quelle, che   farie ? erme  e e c  e non &#&. necef  A augnare. al nóftro Spi piu Stetti , che ci farà  poiiibiie, afrettando una Santa ftupicU !  ta ed ignoranza di tutte quelle cofe   he non ci guidano a Dio 1    E 5 Le r '    li CoHn&tLtrìmerJo Spirituale     Le Novità f é-gfi. affaci del Mondo   per quanto grandi efll fieno, debbono  dfere per ' 1 noi come fe nonvi iottero   e fe mi grado il noftro prbpómmentc  giungano ? quelle al noftro orecchio  dobbiam {cacciarle ben lontano da nor.   ffrfogna eflfere mdko fobr; nei ddiderio et intendere di rfapete, ìjfcae   Celeftìr nuiraltro volendo fapere  che  Gesù èffitii voglio dire-, la Ina Vite,  e là fiia. ’ Morte Se tutto il  lo terremo lontano da R01 ’, 5°    per ìuoi veri   Vogliono imparare nella M.  flon ciò,' tKe bada   ddiarè fé’ ft&ftr tutto flnmartente non  efìfendo per F ordinario, che amór proprio, òhe òrgoglio, che inganno del   ' Kifofvete di prévàlèrvt di qaefh av 5  Vifi molto iàlutaiir'Sbandite   ftrà mente ogni vana cunofitat Capite' avversióne per tutto ciò,, che v    nimenro ai -l ?   to, e dì flore in gtodja foP   Ari fenfì, acciò per effi nulla di profano entri nella yoftr' Anima. Moderate Ij vollra avidità per le còfe Splrt  4    . Ì)gl fiy Scapoli   ! £U4I i yvc, non bramate di fapere akr  cofa,che Gesù Criftò,.. : v,.  l.. t y, Il Colloquio con Gesu.Crifto Trattate con lui di tutte quelle cqfejcKier  detegliele cow uni profonda umiltà,  ed  urta piena confidenza nella fui boaU) e nel foccorfo della fua Grazia   II.  C Qnfiderate, -che fie noi’ oflervere  remo fedelmente le Iftruzioni comprefe nella precedente Confiderazione  Scamperemo da molte infidie d’ infernale Nemico. Quefto ficai tra Serpente accorgendoli, che coloro, iquar  Ji sì applicano alla Vita Spirituale, fono pieni di buona volontà e animati  da un fanto fervore, indirizza tutte lè  Aie macchine -contro l 5 Intelletto, che  procura di forprenderepet renderfené  Padrone, 0 quindi pofcia della volontà, al.quaf effetto fi fervè delle arti   r..   J UJ.tV'U li, f   ieguentu  0,,     yi ff À T é Ì. 41 ff ?   -Egri fi trasforma,m Angelo di luce.  Voglio dire, che vainfinuandò dei perifieri, efentimenti fublinu, e pieni di  airiofità principalmente a coloro, ' èné  hanno un fiottile intelletto, che' foij  forniti di molte cognizioni, è che fer   nonaturalmente ambizfefi  tal che   ' irt  04 11 Cofnbutttmenfd Spirituali   fJntei'tenendoli eoa piacere in quefti pensieri fublimi,r ed eroici, ne quali eglino fi dannò a credere di godere di Id. dio, trascurino poi di purgar il loro  cuore  e d 5 applicarli al conofci mento  di fé ftefii x ed alla mortificazione delle loro paiììoni, e così vengono a eadere negl’ inganni dell 5 Orgoglio fpirituale : fi formano ufi 5 idolo dei loro  cernieri: fi perfuadòno di non aver BiJogno del coniglio d’ alcuno; non confultano, che il proprio peniamento, e  difpregglano la condotta degli altri;  ciò che li rende interamente incapaci  dei lumi-c.ekfii, e della grazia dello  Spirito Santo, il quale non poi a gì ammai in un'anima, che dia ripiena di prefunzione, e di orgoglio j  1    Umiliatevi r'e deliberate di commi-  nare ne 5 vodri Efercizj per la dirada la  più umile, e la più Semplice : che vi  farà poffibile -, fenza affettare  gìamma i  cofa alcuna ftraordinaria, o forprenden-t  te  Kifolvete d 5 applicarvi particolare  mente alla mortificazione delle voftre  paifioni, ed alla cuftodia del voftra.  cuore. Rinunziate al vofteo particolare  giudizio, e a tutto ciòc che può fere o-i  fiàcolo allo Spirito del Signore il quale non fi comunica fe non agli umili.: . Il   i  V ' ' Del Pk 'Sttifbli-, w 8f ; ìì ' Colloquio con noftro Signor Go  su Criflo, il qual vuole,, che abbiamo  la femplicità de fanciulli  fe vogliamo  effe r capaci.delle fue grazie,e perciò  dille. Vi con f effe -'ervi glorifico o, mìo grate Padre, perchè avete nafcojle quefie cofe ai  'Sapienti dei Mondo y e le drvete velate 4$  fanciulli ( Matthé z'v m z $..J  .. ;... b     : f.   v ’ i. a... i j-.. ‘i:u;i    ESERCIZIO    Coine fi debba raffrenare la vivacità,  della nofira immaginazióne    V  imperciocché ficcome noi,  non polliamo rapprefentarci le cofe;  che per mezzo delle loro immagini.,,  per lo più addiviene, che. in vece delT  Immagine, che ricerchiamo, ce ne fo  prayiene un numero, prefio che infinito  altre, cle non ricerchiamo; e volendo noi © palTare dall' una ali’; altra  ritornare a quella :, che : abbandonami.   mo laiciar quelb .4 cui fiamo -Ofe r    cupa  ' Il Combmimnt& Spiritual   Cupariv-ne fiamo invertiti da un inftni-  tà d’ altre che ci rt prefentano; d 1 onde viene U che. febbene, ci rifolyiamo  Coni tutta ià fermezza portìbile di trattenere la ntìftra immaginazione,  che non corra dietro ad una infinità di  og g etti, pur ella iVaniice e quando la  richiamiamo, ancor, ci fugge Erta è si  incollante e Volubile  che di iovente  à noi s’ invola fenza prender còmimiatoy a fomigiiariza d’ uno. {chiavo fuggitivo  appartandoli fenza, cheifappia-'  mo la di lei venuta v Ella s’ arrefta a  tutto ciò y che gli fi para davanti, e   al fommo liberi e dirtìcilirtima a domarli v ed olt’recchè : ellà è per J tc me-c  defima ditpiefto cattivo carattere, noi  fovente fomentiamo  il fuo capriccio  colla: nortra negligenza lanciandola ap-  pii Care a Slitto ciò  che gE piace iferw  za-aritegno alcuno; il che ci reca poi  un’impercettìbile danno i imperciocché.  rapprefentando ella pofcia all’ appetite  {enfiti vó gli oggetti, di cui è ripiena y  cagi ona nella  noftr Anima un deplora-bil difordine col foltevamemo  le.noftre padroni, che ci portano al  precipizio, da cui’ egli èdirttcilifiìrnoe  quali imponibile avere fbampo fenza un  parricolar aiuto di Dio.: Efià fa. 'ancora.   Ad P £ S  v tel P. Scapoli   8   peggio, mentre ftimola 1 intelletto a  veder quelli obbietti, e di fovente fece il conduce, e quelli non di rado vi  tragge Ja volontà 5 onde poi nzfcono  Innumerahili cadute, allorché quell' ultima potenza con una vii compiacenza  da il iiio confenfo al movimento delle  paflioni, che lolle vanii, e li accendono  alla villa di quelli oggetti loro efibiti  dall’ immaginazione' .    Riempitevi di facro orrore e mant  viglia in riflettendo al lagrimevole flato a aii il peccato ha ridotta! quell  facoltà della noftf Anima v Nello flato :  dell'Innocenza ella formavi una gràrir.  parte delle delizie della vita umana h ,  ma in quello, a cui T ha condotta Db  peccato, ella n et il Carnefice pià crudele. Umiliateci avanti a Dda re ri  marcate la neceflità, che avete  della   grazia per raffrenare la vivacità di quella facoltà sì vagabonda ’ Rilofvetevì  di praticare tutta la diligenza potàbile  per correggere i fuoi trafportl, -a Ilo rintanandovi quanto potrete; dalle cofe elleriori, e fìando in 'guardia de 1 voflri  fenile che fono' le porte  per le quali '  ella riceve le immagini, di cui è ripiena '  Il Colloquio, coi voftro. formare quella potenza della no  flr’ Anima, acciò ella ferva al noflrd  difegno, e non cada mai in potere del  noflri. nemici. Primieramente bifogna  Rifarla nella confiderazione delle colè’  neceflarie, e vietarle tutto il rimanente. Secondariamente egli è duopo durare una gran vigilanza, ed uà grandèj  dìfcernimento per efeminare i penfierì,]  che dobbiamo abbracciare  e quelli  che rifiutare dobbiamo, affinché ricé-J  vendo gli uni tenghiamo gli altri da]  noi lontani. In terzo luogo  comecché  niente v’ è di più ferace  nè di più  prónto, nè che fcorra per più luoghi  quanto la noflra immaginazione, e che  in oltre quella fertilità, e quella eflenr  fìone altro più non fanno, che fonimi-,  nilhrare materia alla Rravaganza, e re-]  care più vallo campo a folli penfieri  mentre per f ordinario elfa non ha dcy  terminato oggetto, attalch è quanto piu '  va lontano, tanto più fi fcofla dalla   ' ' fiu ,;.bel P, Scuf olu  .fila, meta 5 Quindi fa di meftieri preferì verle i fuoi penfieri, e non 1 afe i arie giammai la.libertà d andar vagando, altrimenti patterà ella ben. predo  dai buoni ai cattivi oggetti f dal che  ' ne feguirà, oltre gl’ inconvenienti accennati po imperciocché, ficcomeaferma [Gerardo de, Zulfania, egli è.  imponìbile, che uno Spirito vago, e  che. nop ha oggetto alai no determinato 9 a cui; indirizzare i fqoi,penfieriri  ed applicarvifi con attenzione, non fi  muti iecpndo gli oggetti, che in gran  numero le gli prefentano, e che ira le  cofe edrinfeche-, che con. fuo piacere  lo circondano, egli non riceva Tempre,  f impresone, di quelle, che gli il prefentaion le prime  poiché, Jecondo jL r  Ecclefiadico, ( EccL 3205, il.nqn  lira cuore prende,, e agevolmente riceve Timprefiiòne V e la qualità delle fi-,  gure, che la nodra immaginazione gli  ra PPrefenta. :.p   Fate conto di quefti infegnamenu,  Proponete d’approfittar vene,.e. dismetterli in pratica dando meno che potrete di libertà a queda fuggitiva, cioè,  alla vodra immaginazione' y la qude  non fa fabbricare, che delle bizzarrie   c e che    6 1  Combattimenti Spirituale  )t. thè farebbe anche i più Saggi dfifb. vente credere pazzia fe al di fuori ap-pariffe quanto ella va difegnando al di  dentro. i vr   Jìl Colloquio coi volito buon Angelo ncome l’ antecedente; V   -! L’Obblazione Offeritevi a Dio con  un Santo defìderio di mon applicare il  ~,Voflro intelletto i, e tutte le potenze  della voflr’ Animai che a ciò potrà fervavi per conofcerlo, e per Conolcér  -Voi ftefli, per antar lui . e per odiar  yoi medelimi 5 e rinunziare di buon  hiore a tutto ciò che può aduli rè -hi  i-yoflra immaginazione, e farvi dimenticare la presènza di Dio. 0. , r y., r xrnbtu ivo, W iT, f ì,?   ' :’Xa lezione spirituale pel terzo a   oa  ’jn-i.? o Giorno  L,. . 7    Ò$ell(t prefenz.a, di tià r ctì 'e un aUrif.l   poderoso foccorfo in quejtò Com’ r ‘   J.. battimento spirituale,   ì.'.ì % i'i ' a.  .VPOloro ch'entrano 1 in quello Com  battimento rinforzati' dal foccorfo  della grazia divina fonaafficuratì ( : w    t  Il primo è di richiamare alla me morti il penfiero del la prefenza di Dio  Coi lume naturale, prefupponendo que-ffa gran  verità dagli antichi ì Filofofi  ben conofciuta, cioè, che Iddio è  ih  Ogni luogo per effenza, per prefenza,  e per potenza w Iddio è 1 euere delle  Cofe tutte, che fono V e talmente ertile, che non può non efiflere; egli è  un’eflere indipendente, e che ertile, e  fuflifle per fe mèdertmo, egli è il fondamento, e T appoggio di tutti gli enti creati di maniera, che lenza 'di lui  ritornerebbero in quel nulla y d onde  furono da lui cavati y e in tal guifa  ogli è in tutti gli enti per eflenza : Vi  è altresì per.prefenza e per cognizione y imperocché ogni cofa gli è prefente, sì il pattato, come f avvenire.    £ 2. Il Combattimento 'Spirituale   talmente che il tutto è aperto, e nu  to ciò, che fi muove, che lenza di lui  niuna cola muover fi potrebbe; imperciocché, fe la Vita è il principio del  moto, Iddio è il principio della vita   c del moto. Qiiea pret'enza è del tutto uni veriale poiché per ella Dìo   preferite in ogni luogo, e in tutte lo  Creature con il fuo Edere, e colla fui  Portanza. Egli è in’ Cielo, c nella. terra con le cofe fenfibili e con le iiP  SenfibiU, con le corporali,-e con lé  Spirituali  con le ragionevoli, e irraA  gionevòliv LjEtSer di Dio, dice S.Bojiavenrara, è perfcttiflimo, ed immenso Segb è al di dentro di tutte le co  Se Senza elfervi r inferrato; egli è : ‘al, di  fuori di tutte le cofeSenza elTerne -eSclufo j egli è ai difopra -di tutte leoc  Se lenza elevazione, ed è al diletto  Senza abbaiamento.    li Secondo mòdo dìprevalerci di  quell 1 ajuto della prefenza di DioegU  è tanto più nobile, edeccellentequanoS lume fovranaturale è più perfec ' to.     to ed eccellente del. naturale; effbde:  riva da un pentimento interno  per  mezzo di cui Iddio rifchiara la noffra  Aiemoria, e vi diffonde uri raggio, che  la fa ricordare di fu a prefenza, ih che  fàffi con una Grazia preveniente, ov-vero eccitante, a cui dobbiamo fedele  mente corrilpondere. Dobbiamo altre-  5Ì aver a cuòre di chiedere a Dio con  orazioni brevi  ma fervorofe, eh egli  c infpiri quella rimembranza della f i; a  Santa! prefenza, e dob biamo eflermoU  tó attenti, e fedeli in rispondere alle  fue.divine ispirazioni .o   ~ Queffe due; pratiche rifguardano I 4  memoria $ ma vene ha un’ altra, che  formafi colf intelletto, il quale iliuftra  to eifendo da un, lume fovranaturalef  vede con gli occhi -della, Fede ncbie  Dio infinito, ed immenlo. è per, ogni  dove 5 che le! cofe tutte fonò iflduKj  ed elfo in tutte le cofe che come 1’  Anima dell' Uomo;, fatta a db lui fornigliaiiza, ed immagine è tutta in tutto  il Corpo da lei animato y.;e tutta, in  qualunque di lui parte, così egli ètltt  to in tutto 1univerfo, e tutto in (eiaff una parte delFuniverfo  V iùtdlewo  rifehiarato dal, lume della fèdeconofee  ancora un alÈr) verità ;CÌoò che Iddio  T t ~ non    94 11 Combattimentv Spirituale   boij folamente,è in ogni luogo' futfcft  di noi,, ma-ch'eglie altresì intimarneK dentro: di; noi é ch'egli .pene.;  più,. che, l’acqua penetri la  il fudeó il terrò 5 eh egli € piu L Ayxn% ideila. noftr Anima -, di quello la;  nfcdiru noftr Anima,tìa Jafonna, e  là}yit del noftro corpo y t principale  mentenell Anima; Santa juin -cui Iddio  Ha prefente colla fra grazia d una mam#A!fredabìley 'I° ho camminato afr  fai, dice S.Agoftina, come Una pecorella friarrita etteaidovio Signore nelle cofe citeriori ì e voi fìete nel mio  inter noi, JiQ: fatturato, e corfo non pò-  co dietto voi fuori di me, e volile  te fr mci-nii ion raggirato’ perde lira-de di qnedoi,Mond© per cercarvi,  vi JiPi imi rittoVata, mentre non bifogna ceneare al di fuori, ero, che m  dentro. Quanto, ho tardato mai ad a marv i . o beltà.: antica e tempre; nuo-:  va ! quanto ho differito, ad amarvi. voi  fete freme,i edi idi vi cercava tuo n di,  me  pendendomi dietro le bellezze da  voi create y voi fete con -me, ed io non  eira coq voi, perchè io ne. era feparato  per le cote che pur non farebbero telila di voic ri  vnfo  MpU ibafla perp? che a gettiamo alla.   pre  Digitiz     1 P&nza diDTL  P  coll'intelletto; bifo°rta liemoru  e  volontà, che è L 3n Spirituale  còme 1 Aere immenfo : biiogna però  avvertire di fervirfi eoa prudeoza di  quefti {imboli. Iddio etfendo puri f lìmo  Spirito viiol edere adorato ia ifpirito   e verità, e quelle immagini avvegnaché conformi alla noftra debolezza,  fono ali eftremo fproporzionate alla  Maeftà d’un Dio, la di cui infinita natura non pub edere concepita fotto alcuna forma finita. Quella ftrada dell'  imaginazione è molto foggetta alte  iilufioni ed a grandi irriverenze  le  non fi calca con prudenza, e il meglio fi è di fervirfene meno, che n   polfibile. ' ' r   Bifogna notare fopra quello  log getto, che non è già tanto una immaginazione quanto un atto  dell intelletto  illuftrato dal lume della fede ilrappreientarfi Dio prelente nella fua  vilibile,  e perfettifiìma immagine, qual e Gesù  Òri fio, fia nella fua infanzia, fia nella  fm adolelcenza, fia nella fua età perfetta, che converta, quando penante   c quando rilorto, e glorificato alla delira del divin fuo Padre; ma principalmente di figurartelo a noi vicino, come ofTervatore oculato di tutti i noitri  diporti sì interni, come elterni   Ewi ancora una maniera ettenorecU  ... P or  porli alla prefenza di Dio, ed è quella  di rimirare il Cielo j imperocché febbefie Dio ila in ogni luogo, con tutta  ciò la Scrittura Santa in varj luoghi  gli aflfegna il Cielo come fuo Trono $  da poiché noftro Signore vi è falito  quella maniera di rimirare quello téli  plfimo log giorno per contemplarvelo,  e così metterli alla prefenza di Dio,  viene accompagnata da una grande foar  vita, e dolcezza. Si racconta, che S.  Ignazio Fondatore della Compagnia di .Gesù coftumava di portarli tal volta  fui più alto piano di fua cafaper contemplarvi più a fuo bell'agio il Cielo,  c che di là ritornando d' ordinario efclamava: oh quanto mi fembra vile, e  ordì da La Terra, mentre contemplo il  Pielo    Sopratutti però il più ficuro mezzo  per tenerci fempre alia prefenza di Dio  è di veder Dio in tutte le cofe,e tutte le cofe in Dio. Quellapratica fi  può efeteitare in tutt’i tempi:. Dio effendo eterno a qual tempo non è egli  preferite ? Dio elfendo in ogni luogo,  e riempiendo egli il Cielo è la Terra,  in qual diftretto non ritroverafli? Dobbiamo vederlo in tutte le creature .,  poiché, Cccome abbiam detto, Dio è   E 1    1  II Combattimento Spirituale  la bafe, e X appoggio di tutti gli Enti JLa prefenza di Dio alle Creature è la . cauta del loro eflfere, e fe da loro 11  fottraelfe per un folo momento, in  quello medefirno iftante elleno ritornerebbero al loro nulla. Bifogna ancora  riguardarlo in tutte le azioni, poiché  egli è il primo agente, e il principia  di oni azione mescolando Àl fuo generale ed' universale concprfo con tilt  to ciòcche ha azione o movimento j?  di maniera che dobbiamo confiderai.  Iddio prefente ed agente In tutte le co  fe ed è ben cieco, chi non io vede     Prefupofte quelle verità confideda  mo J obbligo, che abbiamo di tenerci  i ncelfantemen.te alla pire Senza di DiÒfenza perderla giammai di veduta, -rax  con un Santo timore, con un impetto  v ed umiltà bèn degna dIla fu divina,  Maefta. Quella era la pratica del Pro  Seta Elia, che diceva a ordinario Vìva  Iddìo y alla di cui prefenz.a io fot} fempre  C f ? J4 ) Quella era quella  del He Davide, come Ben poflìarno rimarcarlo in più luoghi de uioi S almi,  ma principalmente net quintodeciino   ove dice quede belle parple: 4 mi proponeva il Signore avanti gli occhi j miei   perche egU è fempre, meco, per Mfejtderjtfi, Idalla      ina  è i;   o i, a   r a  ofl   cìs    et    i   ’i   ì   I  dalle caduti' Lr .. 99   fta f ei „pre la jfridcrl'i  quello Hiloloto, re  -chi è difpollo à peccare confiderà, che   vi: h un tbftimonid,.che lo Vede; ngtlt ariamoci alcuno  per cui abbiamo del rispètto del timore, rendiamocelo    preferite, affinchè facìamo fantamente  demolire più' decrete azioni Gheipér quanto invifibile che dìa ? fe rnowra  cofeienza, ella è tempre efpoftav e palefe agli occhi di Dio? Colla ricordanza della prelenza 'di Dio 1 Abbate Parjptuzio cavò  dal.lezzo della impurità   d.   Tiel P Scttpelì  ’ l#f   fucila celebre Cortigiana Taìs, e la  cangiò in una efìmia penitènte e S.  Efrem ne liberò un’altra dalla medefima infelicità nella Città di Edeffa. Noi  non avremmo mai V ardir di peccare,  dice S. Girolamo, fe rifletteflìmo  che  ciò faciamo avariti ginocchi di Dio.  Quefta prefenza adorabile dice S, Ambrogio, pone in fuga tutt’i vizj, e et  -dà una forza maravigliofa per vincere  le tentazioni. Giufeppe effondo tentata  dalla fua Padronale Sufanna dà 1 Vec  chioni impudichi, confederarono Iddio  ©refente, ed ottennero la vittoria Ella giova altresì fommamente all’ acquifto delle virtù, il loro fenderò; che  flutto è coperto di fpine e di difficoltà,  ‘tutto fi ammanta di fiori alla prefenza  di Dio. Scrivendo' T Apertolo ai Crìftiani di Filippi, ed efortandolin a praticar la modeftia e le altre virtù al  Cofpetto degli Uomini, per obbligargli con. maggior r efficacia fi ferve di  quefto motivo; Operate in tal manierAy ;( dice loro ) che la voflr a modeftia tt  tutti gli  uomini fi a palefe imperciocché il  Signore' ì prefente r vicino ( Philip 4.  i $1 ).i riV,  5 tr per aiutarci a vincere te tentaioni r per domare le ooftre palli oni   e pe farci praticare le virtù in modo  eroico r chi. non vede eflér ella unodcf  più : poffenti, Toccarli y che dal Cielo ri   cever-polìTamo in queftoSpirimaleCombattimento ? ed. oh’ chegran motiva  Banno mal di confolarfi tutti coloro   #S.vi entrano !poiché' quello foccorfo  yien loro prometto dallo Spirito. Santo  ih quafr tutte le pagine della Sacra Scrittura r Procuriamo adunque a tutto no   $ro potete di renderci tamigliari quesfìe pratiche ufandone, or S E una . f.orui  altra per camminar Tempre alla prefen-  za di Dior AccolHimlamocI a confìderailcr coperto lotto il velo delle Creatrtrev per mezzo' di W egli ci guardar  e vede qoir fofamente le noftre azioni,  ina ancora i noftri penfieri,,e i piu 'reconditi' affetti del no(lro cuore. Guardando noD QeatWey avvezzandoci  ieparare il corporeo dallo Spirituale  ied a. vfcorgere Dio prefente In efl.  ma. principalmente a‘ coiGderarlo.' dentro di' noi lleiTì, e quando vorremo  combattere alcuna dette noftre pacioni Q' fare qualch’aluracofa, rendiamo-cì primieramente Iddio prefente in alicela: delle maniere poc'anzi acceo   àéfi'ScftfólK' K i&f  fór e a lui indirizziamoci còti fervidi  defìderj. i nrplorando il fuofoccòrfo j i è  forno pur certi y che fe ci rendiamo' fa  migliare quella prefefrzà di DioV j nóflr  folamente riporteremo frequenti, e fégridate vittorie fopra i' nóftri' nemici   ora non avremo più nè' peiifieri nè paf    role y nè faremo giammai ' alcun-aziol  fle, che pòlfa dilptacére' a‘ quella divina Madiat e parimente da 'timemBran    za. 4 della fu prefenza ci darà' la’ forza,  ili tempre confer varò in eftay e } la fa 1  milita sdi Ilareal fuo cofpetto cori riverenza, e timore wìo&(ìu orbi u.iq rM.  i.tir, vqnrd runa nero 100 x.i:i s, :  ì i : r:H flutto det tetto (Stortura   .-.,j o'-yf J  voftrl fenli-y acciò nullaentri per edi che polla occupar veramente la voftra’ immaginàzlone, o' intelletto y o che polla fomentare le vòftrè  ♦palfioni r appetiti   K ik. '. ferh     i di offervare fedelmente la regola,  eh’ è nella prima confiderazione del fer  condo Eie rei zio per giudicar Tantamente del giullo. pregio delle cofe e. per  feguitar volentieri  edi. -buon cuore i  fentimenti altrui. Settimo di rendervi,  famigliar! tutte le differenti maniere' dt  tenervi alla potenza di Pio .le quali  fono notate, e fpie|ate nella Lezione  Spirituale,, acciocché tal-, foccorfo non  vi manchi giammai in quello Spirituali  k Combattimento,. t.ó. . ci non obbqd oiìnb in 7 rt Isn oq  V:.h 0!id O c OVtOV OltfOfTKAO.L tììg   v'r r snni tu o f.G  v)i  rni    df   n:,?  txu ib oiJro'Vi 'no      line del terze Giorni .  -i yrt   . 1  ! i Fgs rb db non 21 obwl.   b Tq   tifi ili Jib fró:i£i‘.qv  j-o .( n, ti o ri mbir. a   1 ...   b xrJHV' r. b; jp.i{;h oniVJiù'b jiloq   ‘ QUAR      ?. v  $ -V-cer  fK!Mó e farle per impdH 1 VO '  j'ic, unente per piacere, e W   phi u „ ql fe   Con,   io£ Il Combattiménto Spirituale  Confondetevi, riflettendo' quanto fiate fiato fili’ ad ora lontano da quella,  maniera d’operare e da quella purità  d'intenzione. Fate proponimento di effer attento a dirizzare la voftra Intenzione in tutto do che Farete, nella,  maniera, che poc'anzi atete considerata, fe non volete perdere il tempo, crender inutili le voftre azioni. t  t II Colloquio coll iloftro Signor Gesù Crifio. Chiedete quefta purità dmaenzione; rinunziare nella di lui Santa  Prefenza ad ogn’ altro fine, ed a quar  lunque ricerca di voi ftefti, e fatelo?'  con una grande fincerità %,. C onfiderete,quatft£ grande  là corruzione della noftra Naturai  poiché ella è si inchinevole, e prodire a ricercare in qualunque ( cofa i fuoi  Vantaggi, e la fua propria foddisfazlo  ne anchenelle cofe più Sante o fpirlr  tuali, di cor fi pafee con eccello come d’ una ghiottoneria, o vivanda..   fuo gitilo, il che. interamente s oppone,  allo Spirito di Dio.   Confiderete, quanto fia Tagrimevoje  quella corruzione., elfendo efiala cagione, che ancora quando ykn pjopor   fio     Silfio vuole   rnotivo £   ria, ma per h Drnnn, FrJ a 4tiajglache vi ritrova, o perllWT'    ’ o Per altri avvMta4iL d on °rende, il c hé eiin’m. ?, fle atpiù mm £ rnlÌ° Starno  fa è toni perfetta c l ll   ? nro h cocche fino 5n deaerare l ‘ly 0  f ??,  cn poffiamo eflere m? re ? 10, edefimo    nati 4 alla fotti quello deìderio & in   la fodf£2ì  ,am.° -Pcr oettd    nzichè la Volotitì'd? njo ,T V   divm beneplacito  ?  -&'   te I P ìu occulti mov  f M?mm  11 Colloquio   e. Pregatela alnilmE  ma Ver     c fd G in,tmzrvi m una cofa  1    lo8 II C omb atti mente Spirituale j  necefforia, e in cui ella è fiata fem  pre sì fedele.   III.   C Onfiderate, che per evitare un inedia sì pernizioia bifogna oflèrvar .fedelmente la pratica feguente. Quallora lì prefenta alcuna cofa, che Dio  Vuole da nói, prima di permettere alla noftra Volontà d abbracciarla, biloalzar la mente a Dio, e vedere s  J? fu a Volontà, che noi la vogliamo,  ie poi volerla pel lolo fine del di lui  onore, e della di lui gloria, e perchè  egli la vuole. Bi fogna praticatelo fteffo in ciòcche Dio non vuole, e quando ci s offre qualche Cofa di quefta natura, non bifogna accordare al noftro  cuore di abborrirla, nè di rigettarla,  fe prima la mente non abbia fatta la  ’medefìma riflefiìone, e laftdfa fommiffione, ed avendo conosciuto, che ciò  non è di voler di Dio, fa duopo non  volerlo in alcun modo, come limolati  e diretti dalla ‘Volontà del medefimo  Dio. Fate conto di quefta pratica, proponete d’ tifarla, e dì rendervela famigliare...    IL Colloquio col voftro Angelo Cuijtode. Pregatelo di graziarvi delle fue ispirazioni, affine di non dimenticarvi  mai d’una pratica sì Tanta.   s, IV. ',.. I,,  y '.  ' V :   C Onliderate, e fiate in guardia, perchè gli aguati della nollra naturi  corrotta troppo fina in cercar Te medesima, Tono difficiliffimi a conofcerfì 5  imperciocché noi di fovente ci lusinghiamo di avere quella purità d’intenzione, e di operare per un’ impulfo tutto divino, e pure non è così j mentre  in verità non operiamo, che pelnoflró  amor proprio. Per evitar quell’ insan-.  110 ci è duopo diffidar di noi llelfi,  flar bene fulla nollra guàrdia, ed tifare una gran diligenza in purificare ls  nollra intenzione al principio di tutte  le noftre Opere, e non intraprendere   ne lafciare giammai cofa alcuna, fe  non per quell’unico, e puro fine della  volontà, e beneplacito di Dio.  j Concepite un Tanto odio contro voi  fletto; pregate nollro Signore, che vi  lciolga tutti i legami del volito amor  proprio, e che vì doni un cuor fedel e   curante che della Tua Gloria,  c dell adempimento del Tuo Tanto yoJere.   Il Colloquio col vollro Angelo Saft  I   I   i     Ilo 11 Combattimento Spirituale  to. Pregatélo, che vi difcuopra il voftro amor proprio, e che lchianti da}  voftro cuore ogni ricerca di voi me  defimi.   ESERCIZIO SECONDO,   Continuazione del medefimo . ~ ' . Soggetto,   Come fi debba metter in pratica ciò, che  ' detto abbiamo della purità d’intenzione  e del modo di ottenerla da Dio    Y J.   1 Orazione preparatoria al folito.;      Confiderate come dobbiamo diportarci per fare una pratica fedele  di qaanto abbiam detto nel precedente El'ercizio. Nelle azioni di corta durata, fieno interne o efteriori, bafta avere. virtualmente, o generalmente quello puro motivo di piacere a Dio, e  di fare la fua volontà; ma nelle azioni di più lunga durata Infogna attualmente indirizzare la noftra intenzione  nel princìpio delle medefime, e nel  piOgrefifo innovarla di quando in quando per confervarla Tempre retta fino al  fine, e per non cadere nelle panie, e  '  '  lao      T    Del JP. Scupoli ? ni 1   lacci del noftro amor naturale, il quale efiendo più portato a compiacere fe.  fletto, che Dio, di fovente ci diftrae   daìioftri primi oggetti, e nc fofKtuiice degli altri, che ci fanno cangiare  il fine, attalchè ciò, che al principio  abbiamo voluto per piacere a Dio,   pel progrefiò, e verfo il fine lo voglia-jno per piacere a noi fletti.   Fate ilio di quefte induzioni. Chiedete a Dio la grazia d’ efler fedel nel  -praticarle; pregatelo, che vi liberi da  -quefta lufinghiera pattfone, che ci arreca tanto {vantaggio. Rinunzi ate ad  ogni ricerca di vai medefimi. (   II.  . ' u I       Confiderate ancora, che fe noi noti  ittiamo bene in guardia in qiietto  affare, a poco a poco e quali infenfibilmente e coi piedi della noftra corrotta Natura, ciò che li è cominciato  con una retta intenzione  fi continua,  e poi fi compie Con molta imperfezione. In fatti noi abbiamo una sì grande compiacenza perì noftri parti, che  ci dimentichiamo affatto del diVin beneplacito, il quale era il fine della noftra imprefa, e la prima intenzione, ‘   eoa la quale incominciammo ad ope G z rare,    1    t .   IH II Combattimento Spirituali!   are, e ci attacchiamo sì fortemente  alla noltra propria foddislazione, oppure all’onore, ed ai vantaggi, che ce  ne provengono, che fe addiviene, che  liamo impediti dal profeguimento dell  opera da qualche infermità, o da qualche creatura, che ci li opponga, o da  qualch’ altro accidente, ne diventiamo  tutti turbati e metti, e non ci fo.ttometriamo fe non con grandiilìma pena, e con violenza ad amare quelli  ottacoli, che Dio ci manda o ci permette, e ben fovente. ancora ci lanciamo trafportare alle mormorazioni, e  impertinenti querele, per non dire, alle beftemmie. Il che fa vedere aliai  chiaro, quanto liamo lontani dalla purità d’ intenzione, con cui intrapren. demmo quella buon' Opera, e quanto  fortemente liamo poi attaccati alla no.ftra foddis fazione particolare  conciolacchè colui, che fa tutte le fue azioni mollo dalla Volontà di Dio, e pei .folo motivo del fuo beneplacito, e delia fua Gloria, non vuole piuttofto una  cofa che T altra, e non la vuole, fe  non in quanto ella piace a Dio, endla maniera, e nel tempo, che glièpjù .aggradevole, rimanendo ugualmente  contento d’ averla, e di non averla,   avendo egli Tempre ciò, che brama,  cioè ciò, che piace a Dio.   Concepite un Sant’ odio contro voi  ffceffi j abbiate orrore della corruzione  della (voftra natura j rinunziate in presenza di Dio a qualunque ricerca di voi  medefimi : domandategli un cuor fedele  per non amare in tutte le cofe, che la  Sua gloria, e 1 adempimento del fuo  Santo volere.    Il Colloquio colla Santiftìma Vergine, che fu sì fedele, e sì pura in tutte  le fue intenzioni. Pregatela di purgare  il voftro cuore da tutto ciò, che fi oppone a quefta fedeltà.  Confiderate ciò, che v bifogna fare per  avere quefta purità d intenzione in  tutte le noftre azioni. Egli è duopo efSer Tempre ftudioiàmente raccolti in noi  lleflì, e ricordarci d indirizzare la noftra intenzione al principio di tutte le  noftre operazioni, come abbiam detto  di Topras e Te accade, che la prefente  diipofizione del noftro interno ci porti  ad abbracciar la Virtù per isfuggire le  pene dell Inferno, o per meritare il Paradiso, bifogna ricordarci di farlo, perchè taf è il beneplacito di Dio, il qua G 3 W ii4 11 Combattimento Spiritante  le defidera, che tutti gli Uomini fi fai-  vino, e non vuole che alcuno di loro  perifca. Non dobbiamo mai allontanarci da quello motivo, nè da quello fine  ma a lui condurre tutti gli altri, elferF  do egli di sì gran merito, evalore, che  un'azione pet baila, e picciola, che fi a,  fe fia fatta con quella pura e retta intenzione, che abbiamo poc' anzi fpiegata, vale incomparabilmente piùdimolt  altre della maggior importanza, che  fatte fieno fenza quello motivo f Bifiogna altresì chiedere a Dio quella purità  d' intenzione con perfeyeranza, e per  obbligarci a non {cordarcene giammai,  dobbiamo confiderare ciò, che Dio è  in fe llelfoj com'egli merita infinitamente d'elfer fervito, e onorato; e li beni  grandinimi, che abbiamo ricevuto dalla iua liberalità pel folo motivo del fuo  amore, e, fe fia duopo bildgna eftendere quello penfiero confiderando quanto Iddio ci ha obbligati, onorati, ed  amati nella Creazione, Creati avendoci  a fua immàgine, e fomiglianza, ed avendòci fottopolle tutte le creature; nella Redenzione, inviato avendo non un  Angelo, ma il filo unico Figliuolo per  ricattarci, non col prezzo corruttibile  dell' oro, e dell' argento, ma col fuo  V preziofó Sangue, e con una morte u  Qualmente crudele, che obbrobriofa   nella cónfervazione, difendendoci ad  ógni momento da'nofoi Nemici, combattendo efio medefimo pel noi, e rinforzandoci nelle noftre debolezze col  mezzo d'un cibo tutto celelle, qual' è  il di lui Sacratiffimo Corpo, e preziolìlfimo Sangue j daì che chiaramente lì  fcorge la Rima e il conto, eh'ei fa di  noi, e f amor che ci porta. Finalmente  bilogna aver Tempre m veduta l’ immagine de’ Tuoi benefizj, e confervare nel-'  la noftr anima un fentimento ben 1 alto,  e fublime della grandezza, e maefià dt  Dio, che merita un'onore, ed im’amo-  re infinito, affinchè colpiti da tutte quelle confiderazioni non operiamo pii  che pel fuo amore, e per la fua gloria   Ringraziate Dìq di quelle cognizioni.Fate tutto il vollro teloro di quella  purità d'intenzione. Chiedetela a Dici  còn perfeveranza, e con una gran confidenza nella fua bontà, e nella fua milericordia. Ponetevi di fovente a mente quelli sì poflenti motivi poc' anzi accennati affine d' obbligarvi efficacemente a quella purità d'intenzione.   Jl Colloquio con Dio. Conferite cofi  lui di quelli purità. d' intenzione come  V X3  4 dell    le    Il6 11 Combattimento Spirituale  'dell indù Uri a la più importante, e li  piu neceffaria per ben nutrire in quello Combattimento Spirituale, e feftza  la quale voi farefte uno ftordito, e un  temerario a prefumere di venire alle  prefe co’ v offri nemici,   ESERCIZIO.   £elle due volontà, contrarie che fon im  noìy e cu ale deprezza, e cautela ufar  dobbiamo nella guerra  che hanno fra  dì loro   L’Orazione preparatoria al folito.   L   C Onfiderate, che vi fono in noi dae  volontà, l’una è quella della ragione, Che perciò chiamali ragionevole, e fuperiore, e 1 altra è quella del  ienfo, che li appella fenfuale, c inferiore, e che indifferentemente lì elprime con quelli nomi di fenfo, di appetito, della carne, e di palfionee leb.Lene l’ una, e l’!altra n poffa dire Volontà y con tutto ciò, lìccome da’ ienU  non Éamo colli tiriti neirelfer di uomo,  ma bensì dalla ragione, così non dee  dirli propriamente volere quando 1 appetito fenfuale tende a qualche oggetto.    SSBB9I   to, ma {blamente quando il ragionevole vi acconfente; d’onde ne viene,  che tutta la nodra guerra fpirituale  principalmente confale in ciò, che la  volontà fuperiore, e ragionevole edendò fituata come in mezzo tra la volontà divina, eh’ è. al di fopra di lei 9 e  la volontà inferiore, ch’è al di lotto,  ella è perpetua piente combattuta dall  una, e dall’ altra, che fanno continui  sforzi, per fottometterla, e tirarla al  proprio partito.  . Rinunziate per Tempre a queda volontà lcnfuale, che vi è comune co’  Bruti. Defiderate ardentemente di afloggettarla alla volontà ragionevole, e  quella a quella di Dio.   Il Colloquio con nodro Signor Gesù Crifto. Proteftategli, che la Vodra  maggior paflìone è di fargli un fagridzio di quede due volontà, e di non  volerne aver mai altra, che la fua. Considerate, che quella guerra non  è di travaglio a coloro, che hanno di già fatto 1’ abito o nelle virtù,  o ne’vizj, e che fono rifòlutidi peufeverarvi, come lo ha egregiamente av. vertitg S. Agodino, imperciocché gli   . g j. ù.  tiS lì Combattimento Spiritual fini agevolmente s’ accordano alia vo  lontà divina, e gli altri alla fenfuale :  ma una gran pena, e gran combatti mento fi prova maflimamente nel principio  quando fi propone di cangiar vita, e di  enotere il giogo della carne per con  fervarfi all’amore, ed al fervizio di Dio,  principalmente quallora fi è invecchiato  v negli abiti cattivi, (e peccaminofi s inrrperciocehè i colpi, che la volontà fuperi ore riceve e dall’alto e dal balio,  cioè a dire, dalla volontà di Dio, e  dalla inclinazione o volontà fenfuale   che la combattono inceffantemente, fono sì afpri, sì violenti, e fenfibili, che  un’anima è quali ridotta all’eftremo dalle no; e, e dalle agonie, che l'offre.   Dichiarate una guerra aperta a tutti i  movimenti della voftra volontà fenfuale, non vi feoraggite per le difficoltà y  che potete incontrare in facendole refifienza; ailicuratevi, che quanto più generofamente le refifterete, ella vi recherà minore la pena.   Il Colloquio colla Vergine Santifixma. Imperciocché febben’ ella non -abbia mai fofrèrti ’fomiglievoli combattimenti, fa però la neceflità, che abbiamo della grazia di Dio per non foccombervi. Pregatela ad affiltervi. w '    e manca eziandio il cuore al prefentarlì  di quelli fieri nemici, i quali poi ci tiranneggiano crudelmente   Chiedete a Dio una fanta generalità,  ed un coraggio invincibile. Proteffate Q % ‘ ' gli   ' '  i  lio II tymbattimentò Spirituale  gii, che voV bramate di fare una guerra aperta a tutto ciò, che fi oppone al  fuo Spirito, e che partecipa della carne,  e del Sangue. Domandategli la grazia  di non consentire giammai a cofa, pne  fia contraria al voftro flato, e indegna  di que’illuftri nomi di Criftiano, o di  Religiofo, che tanto vi adomano   Il Colloquio col voftro Santo Angelo, affinch’egli fia con voi in tutte le  voftre difficoltà, e che vi ajuti, e vi  ferva in tutti i voftri Combattimenti.  Confiderate in conseguenza, quanto  grande è l’errore di alcuni, i quali applicandoli alla vita Spirituale, amano fe lie Ili più di quello, che loro con' viene, benché in verità non Sappiano 1  arte di a marfi finceramente. Eglino Scelgono gli efercizj più confacenti al loro  gufto e talento, e lafciano quelli, che  mortificano perfettamente le inclinazioni naturali, e le paffioni {enfiti ve, contro le quali, a lar bene, fi dovrebbe  volgere tutto lo sforzo del combatti mento, non ufando di tutti gli efercizj  Spirituali fe non quelli, che più fervono a sì generofo difègno.   7 Abbiate compalfione di quelle perio   ne    v   i  12 r   fte, le quali da fe medefime in cotal  guifa s’ ingannano. Approfittatevi del  loro errore, e rifolvete di non applicarvi che agli efercizj, i quali faranno.  più atti a crocifiggere il voftro amor  proprio, e ad umiliare il voftr orgoglio.   Il Colloquio col voftro 5. Angelo.  Domandategli, che vi rifchiari co’l'uoi  x lumi, acciò ne'voftri efercizj non fiate  abbagliato da uno fpirito di errore e  d’illufione. ESERCIZIO La maniera di combattere centro ì movi menti de' fenfi, e gli atti che la volere  ta dee produrre per acquietare gli abiti  delle virtù. LOrazione preparatoria al folito. Confiderate come ci dobbiamo con  durre,' e gli atti che dobbiam fare allorché la n offra volontà fuperiore  e ragionevole è combattuta dalla volontà fenfuale da una parte, e dalla divina dall'altra per ridurla al fuo partito 5 imperciocché fe bramiamo che la  volontà divina prevalga in noi al no    ftrft iti II Òombmimèruó Spirituale  tiro appetito Senfitivo, dobbiamo operare in quella maniera.   Primieramente, quando damò aflallrf e combattuti da alcuni movimenti  inconfiderati del pravo appetito, biSogha tolto far loro una coraggiósa e valida rellltenza, affinchè la volontà Superiore non vi acconfenta. In fecondo  luogo cedati che frano quelti movimenti bifògna eccitarli di nuovo per reprimerli più fortemente di prima, ciò che  biiogna far di b.el nuovo, e rintuzzarli non Solamente con forza, ma altresì  con Santo Sdégno e come abbattendoli,  Quefta pratica di risvegliare in tal  guiSa dentro di noi le noftre particolari palfioni debb 1 edere olfervata contro  tutti i noltri Sregolati appetiti, eccetto  nelle tentazioni della carne, impercioCchè. Se vi è dell’ onore,, e della gloria  J in combattere, ve n è di più nel fare  una ritirata opportuna, quando cono Sciamo che le noftre forze non Sono  uguali a quelle de noftri nemici. Eccettuata adunque la padrone dell’impurità, per tutte 1 altre egli è duopo di  loro opporre mille atti di rifiuti di Sdegno dì avverinone ' e di orrore per impedire, che la noilra volontà Superiore  non v’acconfenta .e non abbandonare  ni. giam    Jbel P. Sciipolì i 1 1$   giamtfiai II combattimento fe prima if  noftro nemico non fia interamente debellato e vinto.   La ragione principale, che ci obbliga a rifvegliare in cotal guila le noftre  proprie pacioni, è perchè può accadere,die il Demonio accorgendoli della  refiflenza, che noi facciamo alle loro  fre fidatezze, fia per celfare dal follevarie in nói, ed anche allorché noi te  ecciteremo, egli farà tutto lo sforzo per  acchetarle per paura, che con quello  efercizio non venghiamo ad acquiftare  T abito delle virtù loro óppòfte, o pure  affinché vanamente crediamo, che i noftri vìzj fieno affatto elminti, quando non  fono, che addormentati. Quella è la  ragione, per cui io dico elfer bene di  richiamare alla noftra memoria i penfierì, che cagionano in noi quelli movimenti, di eccitarli, e di Combatterli cogl atti della parte ftiperiore più generofi di prima, procurando di reprimerli  interamente in mezzo a’penfìeri, ed alle ragioni, che li hanno fatti nafcere,  concependo per effe un tanto fdegno ed  orrore, fino ad averle in abbominazione : imperciocché fe noi rintuzziamo  una paflìone o un vizio fenza odiarlo,  t {blamente con una generate intenzione    Il 4 11 Combattimento Spirituale   ne di far bene, e di tenerci in pacepiut;  tolto, che per un onrore ingoiare della j  fua deformità, corriamo nfchio d'efìfer  fuperati e vinti in qualch’ altra occafione. Notate di palTaggio, che eccettuato  Tempre il vizio dell impurità, contro  cui non dobbiamo combatter mai fe  non fuggendo.   In terzo luogo, dopo avere refpinti quelli alTalti violenti del noltro derpravato appetito bifogrìa fare degli atti  delle virtù contrarie a quelli vizj $ per  efempio, fe abbiamo deiravveilìone a  qualche perfona, che ci travaglia, dobbiamo primieramente defiderare d’ efler  efercitati dalla perfona medelimasfecon  dariamente bifogna proccurare di fentire della gioja per i difpiaceri, eh’ ella  ci arreca, e prepararci a foffrirne ancor de’ maggiori. In terzo luogo, s egli è  uccellano, bifogna pali are fino alla pratica d alcuni atti citeriori verl'o quella  medefima perfona, tifando con ella pappié umili, e caritatevoli, mollrandole un cuore Tempre aperto, e Tempre pronto a fervirla in qualunque occafione. H  avvegnacchè Tentiamo nel nollro intera  no quelli atti sì deboli, e sì languidi   che ci fembri di farli contro la no [Ira  volontà, non dobbiamo con tutto ciq , llf  lafciarli, o interromperli 5 imperciocché  per quanto fiacchi effi fieno ci tengono  aempre in lena di combattere, e ci aprono la llrada alla vittoria nelle occafioni.  Tutti quelli atti debbono etfer frequen'  ti, e foefie fiate replicati, tanto gli atti  di refiitenza, di rifiuto, e d’av verdone,  come gli atti della virtù contraria $ imperciocché ci abbisognano più atti buoni per formare un abito virtuofè, che  atti viziofi per acquiftarne un cattivo,  non efifendo quelli ficcome quelli aiutati dalla natura corrotta.   Rifolvete d J elTer fedele in quelle pratiche, concepitene Una grande (lima, e  bramate con ardore di farne ufo. Dichiarate una guerra aperta a tutti i voflri fregolati appetiti, e febbene non vi  molellino, non ve ne fidate punto, diffidate di voi lleffi, finché avrete vita.   Il Colloquio col voftro buon Angelo,  affinchè vi affilia co’fuoi lumi, e non  vi laici forprendere dalle fottigliezze  del voilro amor proprio, nè dalle infidie dello fpirito maligno. Confiderate, chebifogna fare gli atti fovraccennati non folamente contro gli appetiti fregolati, e violenti    ' che      ii 5 11 Combattimento 'Spirituale   che fono li più Capaci d abbatterci $  ma ancora contro li più piccioli e de4  boli, aprendo quelli e facendo la {brada agli altri che generano poi gli abiti viziofi, e per la poca cura, che alcuni hanno avuto di refiftere a quelli  piccioli movimenti e di reprimerli dopo aver fuperati i maggiori ed i piu  gagliardi d' un medeimo vizio, è avvenuto loro, che quando meno vi pensavano fi fono ritrovati più vivamente  affaliti, e fono fiati alla per fine fuperati e vinti con maggior danno e confulìone di prima.   Proponete di non la perdonare nep  pure ad un folo deVofiri fregolati movimenti, avvegnaché ciò fia in cofe leggiere. Non rilparmiate a fatica per vincere voi ftefli anche nelle più picciole  colei Animatevi a ciò colla confiderazione, che iddio vuole quello da voi,  e che facendolo farete cofa a lui molto grata. Paventate affai il pregiudizio,  che potete ricevere fedendo a quelli  piccioli movimenti.   Il Colloquio col vóllro Santo Angelo, come il precedente     gons iderzione tu.    'Onìderate, che per riportare uni  vittoria si importante e vantaggio  fa. fopra i noftri Sregolati aonetfrf t  duopo, non folamente rehiierc' ad efi’o  lor° ? e metter in pratica turrefeL'é  denti iftruzioni, ma ancora t.al voka rf   fe cofc 6  1 edai elider,del.   la neiK h m Pe™eflfe fuor della necefljtaj imperciocché oltre il ™   fitto ineftimabile che ce ne verrà f  fio ci renderà più difpofti ancora edabi  iia iuperàrci ne’rtotoi Woliti ™  a, e quindi ci fortificherai vieppfù  e acqueremo un mezzo tutto partii  lare per vincere le tentazioni fS-t  mo molte lorp.efe dell'infernale nemt  CO, e faremo una cola gratinimi a Dio   Notate per conclufione di quefto efock   Zio, che, ficcome gli abiti de vizi (i '  producono colla frequente repetizione   chi rfvf Cl  v P lontà Seriore allorché cede a movimenti dell' inferiore   cosi gh abiti delle virtù fi formano col a frequente produzione degli atti dt   ™ ede fi' n a volontà allora, qua£  do ella fi conforma agl'impulfi, ed alfe  imprefliom di quella di Dio. E cosi la  flpftn volontà non farà giammai vira tuo-  a  Combattimento Spirituale  noia per quanto gagliarde fieno le m-A  fpirazioni con cui Iddio la muove, snella non vi confente  e non farà giammai  propriamente viziola, per quanto fien  rigorofe le paflioni che la combattono,  s’eMinon cede loro, e non foccombe  a’ loro sforzi..,   Ringraziate Dio di quelle cognizioni. Proponete di approfittarvene, e di  porle in pratica con la difcrezione necelfaria. Concepite un fanto odio di  voi fteffi, che vi renderà tutte quelle  pratiche facili, e piacevoli.   Il Colloquio col vollro Santo Angelo. Pregatelo d’ illuminare fa voftra  mente per conofcere quanto egli fia giufto che odiate voi fiefli, affinchè per  quello mezzo rinunziate più facilmente  alle cofe permeile non necelfarie, ofifervando Tempre le regole duna prudente  e Tanta difcrezione. L’Obblazione. Offeritevi a Dio con  un cuore contrito d’ edere fiato finora  li pieno d’ amor proprio iiv-tutte le cofe, e d’aver piuttofio aderito a’ movi-.  menti del vollro fregolato appetito, e  della voftra malvagia inclinazione, che  a quelli della fua grazia e della Tua diJ  vina volontà. Offritegli il voftro cuore,  ferito di quefta contrizione, e chiedetej   nè quello amore fenza la grazia. Le potenze  e le facoltà, con cui operiamo naturalmente, preluppongono il noflro effere naturale; così l’amor di Dio, per  cui fìamo refi capaci d’ operare fovranaturalmente, prefuppone il noflro: effere fovranaturale, al quale innalzati  fìamo dalla grazia. Nulla di meno perchè la grazia fenza Y amor di Dio farebbe come un ente fpogliato delle fue  potenze, perciò molto più ci retta a  dire dell 3 amor di Dio, di quello abbiam detto della grazia, poiché fenza  quefto amore la grazia medefìma non  farebbe un foccorfo ma foltanto una  qualità fovranaturale, che ci renderebbe grati a Dio : Y entrare però un tal  guifa in quello fpirituale arringo., farebbe come andare alla guerra fenz armi. Egli è l’amor di Dio, die ci da  forza, e coraggio; egli, che cifomrninittra la defirezza, e che ci fi vittorioi  di noi ftefil, delle nollre paliioni, e di  tutte le podeftà infernali. Con quefto  amore la grazia è fempre vittoriofa;  egli produce nella noftr’ anima gli abiti di     Tel P. ScHpoli. tir'   ! fi dì tutte le virtù per mezzo degli atti eroici, che ci fa fare in mezzo alle  j maggiori difficoltà: in una parola, egli  è Tajuto più importante e più efficace,  l che dal Cielo ci provenga per fiancheggiare la noftra debolezza, e foflcnerla  nelle noftre battaglie.   I V amor di Dio è quella forza e virtù  i cdelie, che il Redentore promife aYuoi  dilcepoli allorché lo Spirito Santo ( Lue,  4.V.9. ), eh’ è l 5 amor per eflfenza, dtl fcefo foffe l'ovra di eflì fiotto il fimbolo  1 di fuoco. Egli è una forza e virtù, che  1 viene dal Cielo, ma sì grande, che in  qualche maniera è infinita. Coloro, che  1 ricevono nella lor anima lo Spirito San; to, ficcome hanno Dio in fe ftefli, co-.  sì hanno più di forza di tutte le cofe  che fono inferiori a Dio, di maniera  l che nè la carne nè il Mlondo nè tutte le  potenze infernali poifono fare cola al-, cuna contro di loro. Il Dottore Serafi; co S. Bonaventura ci affieura, che l'aj mor di Dio è tutta la forza d’ un cuor   generofo; quello amore, dice il Santo,   1 non fa che fia tornar addietro, egli non  j teme punto i pericoli, non fugge i tra1 vagli,, intraprende le cofe più ardue e ; malagevoli, e fotfire pazientemente tutt : tociò, chef offende: gli faepiano pur   guer    Ifz 11 Combattimento Spirituale   guerra tutti aflieme i vizj, le p affienii, 1   ed anche i Demonj tutti ©onfpirino contro di lui, che, s’ è vero amor di Dio,  non farà giammai fuperato e vinto.   San Pier Grifologo afferma, che quello amore fa, che l’uomo trionfi. anche  €on piacere di tutte le tentazioni. Ama  Iddio, o mortale, dice quella bocca d  oro, ma amalo perfettamente, affinchè  tu poffa fenza pena fuperare gli sforzi  de tuoi nemici. Ella è una maniera dì  combattere ben facile e foave, quella  di trionfare di tutti li vizj con le forze  dell’ amore. In una parola, quell' amore è di una virtù sì divina, che, al dir  di Bernardo Santo, egli ci rende facile,  e gradevole tutto ciò, che vi è di piu  aullero e difficile nella firada. della perfezione. Tra tutte le pafiìoni, dice S.  Agoftino, il folo amore fi vergogna dì  dire, quefia cofa mi da pena, perche  ( eccone la ragione affegnata dal Santo  medefimo ) i travagli non rincreicono  punto, ma piacciono a quelli che amano, mentre amando non fi travaglia, o  almeno non fi fente il travaglio..   Alloca quando Gesù Criito s incamminò alla Croce, riguardò la fua morte, e tutte le pene che la dovevano precedere, come un’evidente tefhmoman za    I, Del P. Scapoli. J ? ?   za dell’amore, ch’ei portava al divino  fuo Padre, e ftimolato da quello amore ufcì dal Cenacolo, e andò ad incontrare i fuoi nemici 5 acciocché, difs’egli,   il Mondo conofc a eh io amo il mio Padre,  forgete, e afri amo da quejlo luogo ( Joan.   14.V. 51. ). Quello amore di Gesù Odilo fu sì grande ed eccelli vo, cheTei  tulliano ha ardito d’ affermare.( Lib. de  pat. ), che 1’ amore fece foffrire ben  molti tormenti a quello divin Salvatore più per piacere, che per necelTità :  e qual’ obbligo, dice quello grand’uomo, aveva egli mai d’ aggiugnere a  quella morte tante morti a quello fup| pii zio tanti fupplizj, tante pene,etani ti obbròbrj? Egli risponde, e conchiude, che l’amore faceva provare a Gesù Crillo una fpezie di piacere di praticare in eroica maniera tutte le più  eccelfe virtudi, la pazienza, l’umiltà   la manfuetudine in mezzo alla più orribile crudeltà, ed alla più ftravagante  infamia, ch’abbia giammai faputo in ventare l’inferno....   : Che diremo noi dunque adelfo dell  | aiuto, che ci reca T amor di Dio in   quello Combattimento Spirituale ? Se  1.vogliamo faperne qualche cofa oltre il   già detto, bifogna domandarlo a’ Mar! H tiri, j   , m II Combattimento Spiri,  riri e a tanti Santi che fi fono da fe  medefimi più crudelmente martirizzati  Hiedeumi p f a to f are tutti 1   re ha P prolun S ato  elfi.1   tù 3 oW ar la lor vita. Chiedete   ?d°e(l chi ha° fatto loro (offrire tanti travagli, chU? £? fi cò,   ?r3fcs5:sfss   fu famor diDia. lorpe  nulla r  v  n P p e ne nel loro amo° e Z n oC. fendono punto i loro    5 7 v li ferirono i lì inumo    travagli, o fe U entono, GesùCrifto   Siccome non f ?. r o 10 g 0 infinitafenza ritrovai .,£, prova mente amab. non come un   re, eh egli e all ami™,   carico pelante alle Tpahe d u    debole e fiacco debile penfamentodi    ami             Èel A Scupolt,  13. jr   ami ladio, fe l’amor fuo non ci fa trovare tutte le cofe dolci ed agevoli. O  nuo Dio, (clamava il divoto S. Bernardo, il fervizio, che vi rendo, appena  dura un ora ! che fe è più lungo, l’amore non mi lafcia fentirlo.   In verità, poiché quello foccorfo è sì  grande e ficuro, noi avremmo gran torto d impegnarci in quello Spirituale  Combattimento lenza prima fare tutt i  noirri sforzi per chiederlo, ed ottenerlo dal Cielo a noftro vantaggio. Vari  tono 1 mezzi per acquietarlo.   Il primo e di chiederlo a Dio con perxeveranza. Quello mezzo è doppiamente efficace, perchè, oltre la virtù che  ha I orazione d’ottenere ciò che diede,  ella ci ra contrarre una lanta famigliarìta coli Dio, il qual pure è un mezzo  prop rifilino per produrre in noi quello  amore in grado eminente.   Un altro mezzo è di confiderare fa  grandezza delle perfezioni, e degli attnbnti d, Dio, ciò eh' egli. è in fi ftefio, e ciò ch’egli è a noftro rifguardo,  perche una tal confìderazione ce lo rene ? ln ?ggior legno., confiderare, qua! fia   l efìer di Dio, quale la fua poflanza,Ia  lua lapienza, la lua bontà 5. ciò ché Dio   Hi.ha      116 11 Cotnvattìmentó Spirituale  ha fatto per noi, e con qualamoré lha  fatto 5 e ciò che farebbe ancor pronto 3  fare, fe vi fofle il bifogno; bilogna finalmente riflettere a ciò, che fa cutt i  giorni per noi, e a ciò, che preparato  ci tiene dopo quella vita, fe i ofl'ervaremo i fuoi Commandamenti con gran purezza di cuore.   Iefl'e nza di Dio è incomprenfibile al  noftro Spirito : niuno può aire ciò, eh  egli è, le non egli malefimo, che da  fe folo fi comprende $ così niuno lodiffe giammai, fe non egli me deiimo allorché rifpofe a Mosè : io fono quello,  che fono ( Ex.$.v. 14. ) Quello nome  gli è talmente proprio, che non può  edere adattato ad alcuna Creatura, ne  ai Prencipi della terra, nè agli Angeli,  nè agli Uomini, nè a tutto il Mondo  infieme, perchè tutto ciò che è fuor di  Dio non ha, che un edere partecipato,  e non è, che un puro niente in paragone di lui..   La Potenza di Dio ci è nota, epalele  per le fue Opere. Tutto il potere di tutti gli Uomini uniti infieme non potrebbe fabbricare neppur una picciola Cafetta fenza impiegarvi Tinduftria degli  Artefici, li materiali necelfarj, e un  cerco numero di giorni, e pure contatto    bel P, Seupoli Ij7  to 'ciò la cofa non riefce per lo plrk  fecondo il loro difegno, e rimane imperfetta, e difettoia in piu manie  re; laddove Iddio colla fua potenza ha  creato dal nulla tutto quello grande  TJmverfo in un illante, e ne può ancora creare infiniti altri, e colla mede1  firn a facilità dillruggerlt, ed annientarli.  j v    La Sapienza di Dio è im’abiflb, che  Io Spirito umano non può penetrare    Egli è imponibile à qualunque mente  creata di comprendere quanto grande  e profonda fia la fua Sapienza. Per formarne qualche idea balta, che filtiamoi  Io fguardo nelle opere dà lui fatte fuori di fe, nella ftruttura del Cielo, e  della Terra, nella varietà delle cofe   che riempiono quello Mondo, e vedremmo quanto Tincomprenfibile Sapienza  di quello divino Architetto vi riiplenda  d’una maniera ammirabile Se poi confi.derÌamo la vita degli Uomini, la diverfita degli accidenti, le vicende del-,  le cole, e che non v è diiordine si  grande, che non fia una condotta della  fua aitiflìma fapienza: e fe al di lcspra  di tutto ciò confideriama ancora i Mifieri della nofira Redenzione, li ritroveremo ridondanti 4’ una sì profonda    ~ Hi br     by Coogle    Il Combnttlment 9 Spirituale  fapienza, che alla villa di tutte quelle  maraviglie non potremo trattenerci dallo fclamare ripieni di ftupore. Oh profondità delle ricchezze della fapienza,  e della icienza di Dio !   La Bontà di Dio, ficcome tutte 1 altre di lui perfezioni, è incomprenfibile  in fe ftefia, e in ciò, che al di fuori fi  appalefa, è infinitamente ammirevole Ella fi diffonde in tutte le cofe, e nul la vi ha nell’ Uni verfo, in cui non fe ne  poffa rimarcare qualche traccia. La Creazione è un’ effetto della Bontà di Dia   laconfervazione, e il governo del Mondo ne fono pure effetti; e la noftra Redenzione ci fa conofcere ad evidenza,  che quella bontà è infinita; poiché ella Io mode a donarci il fuo proprio Figliuolo per noiho riicatto, e per noilro  cibo.   Per la Bontà di Dio ci baffi fapere,  èlì'er ella tale e sì grande, che Iddio  contemplando fe ffeflò nella lua eternità, fenza che giammai fi rivolga; ad alcuna Creatura, è infinitamente contento e beato fecóndo tutta la fua interminabile capacità    Per infiammarci fempre più in quello  amore, e per accendere quello divino  fuoco rie rioffri cuori, bifogna confide  d rare    I    De! P. Soup oli. xff   rare ciò, che è Dio a noftro rifguardo,  cioè a dire, ciò ch’egli ha fatto, e ciò  i che farebbe ancora pronto a fare in no   Uro vantaggio fe folle duopo. Polliamo  conofcere quelle cofc colla confiderazioi ne del benefizio della Creazione, e ari cora più con quello della Redenzione.  L’amore, concui egli ha operata lanolira falvezza, forpafla in qualche maj niera l’infinito: il prezzo di quella Redenzione è infinito, ma il fuo amore va  ancora piu avanti; imperciocché egli  vorrebbe patire di più, e morire ancora più volte, fe folle neceflfario per latrarci.   Dobbiamo confiderare, quanto Iddio  ' tutt’i giorni, e inceffantemente fa per  noi. Non v’è momento, in cui l’Uoi mo non riceva da Dio nuovi benefizi;  imperciocché ad ogni momento egli lo  crea in qualche maniera di nuovo coni lavandolo, e incellantemente lo ferve,  delle fue Creature m  il Cielo, l’Aria, la, Terra, il Mare, e quanto vi è neiruni-, Verfo non efillendo, che per ufo di lui.   Irr tutt’i giorni egli offerì fce lui la fua  grazia richiamandolo dal male al bene,  per guardarlo dal cadere nel peccato i -,  e quando vi fia caduto, gli efibilce il, ino ajuto per rialzarlo, e per impedire   la      140 11 Combattimento Spirituale  la ricaduta. Egli lo afpetta, lo invita  e lo chiama a penitenza, e fe daddovero fi converte, la fua bontà è piu  foliecita à donargli il perdono delle lue  colpe, di quello Ila egli fletto pronto  a riceverlo. Tutt i giorni gli dona il  fuo Figliuolo con tutt i tefori di fua  'Taflione, e della fua Cróce, e gl imbandifce un banchetto nel Santo Sacramento dell 5 Altare, che dura fempre,  ed è inccflàntemente fornito dei fuo Sacratiflimo Corpo, e preziólìlfimo Sangue.Fa di meftieri principalmente con fiderare l’eccelfo della bontà di Dio m  fopportare li peccatori, e nell’afpettarli a penitenza, e per vedere quella maraviglia nel fuo più chiaro giornoy è   da ponderarli, che ficcome Iddio ama  al fommo la virtù, Così odia Infinitamente il vizio; dal che polliamo Inferire, quanto lia grande la fila bontà,  perocch’ella gli fa folfrire il peccatore, il qual commette avanti agl occhi  luoi, ed alla fua prefenza tanti enormi  misfatti, e non una fol volta, ma tante e tante volte, che fono fenza numero, e ciò non ottante fembra, vi Ha un  contratto tra il peccatore e Dio a chi  tralascierà più pretto o il peccatore dT   often  Pici P ScMpóli 14 1   offendere, o Dio di perdpnare. Certa  mente quella conlìderazione debb’efpugnare il peccatore, e convertirlo; che  le noi fa, egli è ben in uno dato deplorabile, e v’è gran motivo dì temere i giudizj imperfcrutabili di Dio, di  cui veggiamo di fovente ufcire dei colpi della fua collera altrettanto piùfpaventevoli, quanto più maravigliali, e  irrimediabili.  . Finalmente. dobbiamo conliderare C10  che Dio ha preparato nel Cielo dopo  quella mortai vita, non folamente a'  fuoi fervi fedeli, ma ancora a’ peccatori,, che a lui li convertono E qui mi  trovo ben imbarazzato per rton interne dir qualche cofa; imperciocché, chi  potrà mai comprendere, che 1  Uomo  abbia il grand 1 onore d’elfere ammelfo  tra i commenfali di Dio, e che Dio  medelìmo lo ferva, e lo iazj della fua  Beatitudine? chi potrà immaginarli, che:  un’Anima entri nella gio;a del fuo Signore, e nel godimento dc’fuoiproprj  piaceri? E chi potrà concepire T amore, che Dio porta a’ fuoi eletti, e Tenore, ch’egli fa loro nel Par.rdìfo, che  S.Tommafo efprime con termini capaci di recare ammirazione a più fublicnK  Serafini ? Il terzo vantaggio, dice quello  fio Santo Dottore ( D. Thom. opufc.   j. ), dopo averne accennati due altri  non meno ammirevoli, confitte in ciò,  che Dio onnipotente s 3 abbatta: fino a  quell: 3 eccetto d 3 umiltà verfo gli Angeli, e le Anime de Compreniofi, come,  s'egli folfe lchiayo di ciaicunodi loro  in particolare, e ciafcuno d 3 etti fotte  Dio di Dio medefimo. Dopo queft 3 efprettioni non fo più che dire,. lo ftupore mi fa cadere dalla mano la penna, e mi fa coraggio a prender Tarmi  per entrare in quello Combattimento  Spirituale, ficuro della Vittoria, fe piace alla bontà di Dio donarmi la fu  grafia, ed il fuo amore. Il Frutto del quarto Giorno. I L frutto di quefto giorno debb 3 ettere un fermo proponimento di non  operare, fe non con la maggiore purità d'intenzione, che vi farà potàbile; di rinunziare alla voftra propria volontà, alla voftra foddisfazione, ed a  qualunque ricerca di voi fletto; di nost  operare in avvenire, che per f impililo  della volontà di Dio; di non fidarvi  mai di voi ftetto, e delle lottigliezze  del voftro amor proprio, e di bene    . {piegarvi avanti a Dio indirizzando le  voftre intenzioni, oflfervando perciò la  pratica toccata nella terza confiderazione del fecondo efercizio j doifervare le  i regole, che abbiamo prelcritte in queI ito medèfimo efercizio per la retti tudii ne delle vofre intenzioni; di dichiarare  nna guerra aperta alla voflra volontà  j fenfitiva, e a tutti i voftri fregolati apI periti, e di combatterli nella maniera  accennata nel quarto efercizio; e perchè le vittorie vi iì rendano più facili,  i di rinunziare ancora qualche volta alle  i cofe lecite non neceflàrie, fempre con, direzione, benché fempre con un fanto  fervore per imitare vieppiù noitro Signor Gesù Crifto, il quale non ha mai  voluto compiacere a fe medefìmo giufta il teftimonio deir A portolo. Final-, mente bifogna che procuriate a tutto  v o'fro potere di cavare dalla Lezione  -Spirituale il frutto deliziófo dell amor  di Dio, ch J è il più poflente, e ficuro  ajuto che venir ci porta Mal Cielo per  trionfar fenza pena di tutti i noftri mag E iori nemici, che fono le noftre fregoite paflìorti.   r  :. '1, ‘ ' ’    F me del quarto, Giorno, 1   '  v. e   k r  GIORNO D’ alcune cautele, che ci fono neceflarie in quello Spirituale  Combattimento.   ESERCIZIO. Come dobbiamo diportarci, quando là  Volontà Superiore fembra vinta  dall Inferiore., L’Orazione preparatoria al folito. ConRderate, che nei Combattimenti, che occorrono tra quelle due  Volontà che fono in noi, non di  rado fuccede  che ci fembra , che la  Superiore già Ria per darli vinta  imperciocché non fentiamo in lei un certo volere efficace di refiftere gagliardamente ai movimenti dell’ Inferiore j ma.  non perciò bifogna perderli d’animo.,  nè tenerli per vinti, e lafciare di far  reliftenza, poiché Ramo fempre. vittori oli e padronj della Tentazione fin a  tantp, eh’ evidentemente non reggiamo  di avervi acconfentito : imperciocché,  Recome la noRra Volontà fuperiore non  ha bilogno del foccorfo degl’ inferiori   appe  Del 1 Scupolì. 14 5   appetiti per produrre i fuoi atti, così  non può giammai eflfer coft retta di loro arrenderli qualora la combattono   s’ ella non lo voglia j avendola Iddio  dotata d’ una libertà sì perfetta, e duna  tal forza, che febbehe tutti gli appetiti della parte inferiore, e tutt’iDemonj, c ruttò il Mondo iniìeme congiurino e s’armino contro di lei combattendola da ogni parte, effapuò Tempre loro mal grado operare con tutta la libertà, che gli conviene. Allorché dunque ella è aflalita con tanto vigore dalla fuggeftione dell’ Inferiore, o dalla  tentazione del Demonio, che ci pare,  ella ha come Toffoccata, ed oppreflfa  dalle loro violenze, bifogna tàr cuore,  e difenderli a tutto potere dicendo arditamente, nò, io non cedo punto,  non vò in alcun modo acconfentire a  ciò, che mi è vietato j E come colui,  che è alle prefc col Tuo Nemico Tentando la Tua Spada impegnata sforzali  di Taltare addietro per difcioglierfi, e  per dar nuovi colpii così noi dobbiamo  procurare nei bolore di quefta tenzone  di ritirarci un poco con un’atto di diffidenza di noi ftefll, riflettendo che noi  fi amo un nulla, e che niente portiamo,  e poi di lancio con un’ atto di Confi I dcn  !,   Ì 4 6 II Combattimento Spirituale   lenza in Dio vibrare un colpo alla tentazione, ed alla paflione nemica, dicendo, Signore ajutatemi 5 mio Dio iute, itieco   '   Fate gran conto di quelle induflrie,  di quelle iltruzioni. Pregate Dio,  che fortifichi la vollra Volontà affine  di réfiltere generofamente ai movimenti ielle voflre padroni. Proponete di  fare con efficacia quelli atti dì refiltena, affinchè non abbiate alcun motivo  di dubitare del confenfo della vollra Volontà.   Il Colloquio con noflro Signor Gesù  Collo. Elponeteglì le voftre debolezze,  e infermità, e pregatelo di fortificarvi  colla iua Grazia.   !;    I Onfiderate un’altra maniera di proV cedere in quelli medefimi Combattimenti, ed è di chiamar E Intelletto in  ajuto della Volontà, quando il nemico  ci da tempo, confiderando diverfe verità, alla villa delle quali laVolontà prende lena, e s’ anima contro i fuoi nemici; per efenipio, fe fiamo inveititi da  qualche perfecuzione o da qualche afflizione, e che fiamo sì fortemente com-battuti dagli aflfaiti dell impazienza, che      v . Tìel P, Scupòli. l7  ci veggiamo in procinto di perderci, bifogna procurare di fortificarci con le  confiderazioni feguenti   Bifogna confiderare, fe abbiamo meritato ciò, che foffriamo, o fe gli abbiamo data occafione, ben giufto emendo, che fopportiamo pazientemente la  ferita, che ci Eam fatti colle proprie  mani. E fe ci pare di non averci per noftra colpa procacciato quello male, rivolger dobbiamo il penfiero fopra i noftri peccati paflfati, che non abbiam ancora feontati con una vara penitenza, e  reggendo, chela bontà di Dio cangia  per iua mifericordia la pena eterna, o  temporale, che era loro dovuta nelllo  ferno, o nel Purgatorio, in una tribulazione affai leggiera Eccome quella,  fotto cui gemmiamo, bifogna ricevere  quello cambiamento di pena con piacere, e rendimento di grazie,   Bifogna ancora riflettere, che non E  entra in Cielo fe non per la porta Uretra dei difpreggì, delle adizioni, e delle iofferenze, e che quand anche potefEmo entrarvi per un altra più facile, la  legge d'amore ci obbliga di non deEderarlo, veggendo che il noftro buon  Maellro, e con lui i Tuoi Eletti non vi  fono andati fe non per un fenderò tutto   la fe    148 11 Combattimento Spirituale   feminato dì Croci, e tutto intralciato   di fpine. %  Ciò però, che principalmente dobbiamo confiderare, e che deve aver più di  forza fopra di noi fi è la Volontà di  Dio, e il fuo beneplacito, confiderai  do, che egli ha una ammirabile compiacenza, quando vede, che noi foffriamo qualche cofa volontieri per amor  fuo, e che combattiamo generoiamente  le noftre paiìioni, dì maniera che quanto più la cofa ci fembrerà ingiufta ©  indegna, fia o riguardo alla perfona  che ci offende, o rapporto al modo,  con cui ci offende, e che perciò ella  ci farà più fenfibiie, e più difficile a  fopportare, tanto più faremo graditi a  Dio amando, e accarezzando in tutte  Je cofe anche più irragionevoli, ingiù He, e più amare la ina fanta Volontà,  e la dilpofizione della fua Providenza  fempre adorabile, in cui le cole che  fembrano più confale e difguftofe hanno una regola giullilfima, e un ordine   perfettiflìmo..,   Fate molta ftima di quelle pratiche,  e di quelli infegnamenti; procurate di  renderveìi famigliari per fervirvene nelle occafioni; chiedetene la grazia a nofao Signor Gesù Criftoj accoflumatevr   a n    1   a ricevere il tutto dalla fua mano cori  amore, e rendimento di grazie. Stimate molto le mortificazioni, che vi manderà e ricevetele come favori, e fegni  deir amor fuo.,   Il Colloquio con nodro Signor Gesù Critìo. Pregatelo di donarvi il fuo  Spirito facendovi parte della fua Croce, e della l'uà Paflìone. Pregatelo di  fortificarvi nella fua Grazia per poterlo imitare, e feguire 1 efempio, eh’  egli vi ha dato.   ESERCIZIO. Z.a maniera di refijtere ni moti abitami  delle noflre pajftont   L’Orazione preparatoria al folito.  .   C onfederate come dobbiamo diportarci allora quando non fumo ancora accoftumati a rintuzzare, o a foffrire gli aflalti di alcune ingiurie, o  contradizioni, che ci arrivano all’ inv  penfata, Il mezzo più ficuro, e più  proprio per accoftumarvici, e per liberarcene, lì è di procurare a prevedere  quelle ingiurie, e quelle contradizioni,  fi delìderarle prima, che arrivino,, e  v. I 3 P oi        I    Ifo 11 Combattimento Spirituale  poi attenderle con uno fpirito preparato a fofrrire tutto ciò, che vi può effere di più difguftolb, di più {pregevole, e di più firn no, coniti valido tempre nel noftro cuore un’ardente brama  di patire  Per ben prevedere quelle ingiurie, e quelle contradizioni bifogna  conliderare il noftro temperamento, la  natura e la qualità delle noflre pallioni, le perlone colle quali dobbiamo  trattare, e i luoghi che dobbiamo frequentare, e le in var; incontri ci lo-  proggiugne qualche cofa non preveduduta, la brama, che abbiamo di patire, ci fervirà di feudo ad ogni fortat  d’avvenimenti j conciofiachè finché farà  viva nel noftro cuore una tal brama,  non faremo forprefi giammai da alcuna forca d’accidenti. Che fe, oltre gli  ajuti, che ricaveremo da quella preparazione, vogliamo ancora qualche iftrtttzione particolare per armatei contro  quelle mozioni fubitanee e del tutto  improvvife, non abbiamo che adoflervare la pratica feguente.     Primieramente, tollo che incomincieremo a fentire il primo alfalto dell  ingiuria o della avverfità, bifognerà  efi’er fedeli, e rifolverci prontamente a  farci violenza, alzare il noftro fpi rito et   Dio     by Coogk    Del P. Scupolè, ijl  Dìo mettendoci avanti gli occhi 1’ aggradimento, eh’ egli ha di vederci in  tal maniera esercitati, e credere, eh’  egli è un eccedo della fila bontà, che  cì manda quella picciola tribolazione,  affinchè Sopportandola noi con umile  raffegnazione al Suo Santo volere, iì  f Poltro cuore a lui s’ uniica più ftretta mente.   In Secondo luogo dopo aver confa  cerata la compiacenza che Dio ha, che  noi damo elercitati da quella tabulazione,. dobbiamo ritornar in noi lleffi,  e riprenderci di non elfer dati abbastanza pronti ad abbracciarla, dicendo  internamente, perchè hai tu della ripugnanza a ricevere queltaCro ce, che  jl tuo Padre celelte t invia come un  pegnp del filo Amore?.   Finalmente bifogna rivolger lo Sguardo a un lato di quella medeìma Croce dicendo 3 Oh Croce preparatami dal-'  Ja divina Previdenza, prima ch’io folli! oh dolciffima Croce, che sì gradita  mi fei renduta da quella del divino a-,  more, t’accolgo, e t’abbraccio; io voglio unirmi a te, ed offrirmi così a  quello, che colla Sua mi ha riscattato.  Se accade, che ci Sentiamo feriti da  -qualche colpo d’impazienza, non bifo I 4 gna    ?  ifi 11 Coinbatt inferno Spirituale  gna perciò tralasciare di fare quelli atti il più prefto che ci farà potàbile,  diportandoci nella ftefTa maniera, coni e fé ciò non folfe flato, e come fe  non avellano ceduto alla noflra debolezza.   Concepite un fanto, e generofó desiderio di fare un facrifizio a Dio di  quelli primi moti. Bramate d' dlere  mortificato ed umiliato, e eonfervate  fempre vivo ed ardente quello defiderio nel voftro cuore. Applicatevi alla  pratica di quelli tre atti, e non tralafciate di farli ancorché non fiate fiato  a Dio fedele nel fargli il facrifizio di  qtiefti primi moti.   Il Colloquio col voftro S. Angelo   Elponetegli il defiderio, che avete di  fare quello facrifizio a Dio, e d'avere  nel voftro cuore un 5 ardente brama di  patire c d’elfere umiliato, che non s'  eftingua giammai. Chiedetegli a quell  effetto il fuo ajuto.      C Onfiderate, che il più Sicuro rimedio, che fi polla adoprare contro  quelli primi moti è di sfuggire prcventi vamente, e con preftezzale occa  fio      Dignizod by Geniale    Tel P. Scupolt 4   fiorii, o le cagioni del loro nafcimento: per cagion d’efempio, fe noi amiamo qualche cofa con attacco, e c accorgiamo di cadere in unì improvvifa  alterazione d’animo allorché incontriamo qualche oftacolo a pofiederla; l’unico mezzo fi è di diftaccarcene, e di  moderare l’ adetto, che le portiamo   Che fe quella alterazione proviene da, un’ avverfione, o da odio di qualche  perfona di forte che egli fia la cagione, che le menóme azioni di leicidifpiacciano, e ci diano qualche moto ogni qualunque volta o la veggiamo o  a lei penfiamo, 1’ unico rimedio è di  vincere quella avverfione, e di sforzarci ad amare malgrado la noftra repugnanza quella periona medefima, e di  procurar che ci piaccia tutto ciò, ch a  ella dice o fa, avvegnaché la fua maniera di parlare, o d’operare ci fembri  afpra, e difobbligante.   Fate gran conto di quello infegnamento ficcome alfai falutare, ed efficace per porre la falce alla radice del  voflro amor proprio. Bramate di morire a tutto ciò che non è Dio. Pro { onete d’amare il vollro profilino con  e fue imperfezioni, e nonollante tut  S® ciò eh’ egli polla avere di più dif I ? gufi©   by    If4  Combattimento Spirituale  guliofo, e difobbligante. Rivivetevi  ancora damarlo fino alla compiacenza  per f amore di Dio.   il Colloquio col V offro Angelo Cuffode, che vi ha dato, ed ogni giorno  vj da un sì raro, ed ammirabile efempio di quefto amore nella voftra ftdla  perfona, poiché egli vi ama cotanto  non oftante le v offre imperfezioni, e il  Voftro infopportabile temperamento. ESERCIZIO.;  DelU cuftodia dei fenji necejfarìjfima iti  quefto Spirituale Combattimento.   E 5 Orazione preparatoria al folito. Confiderate, che i noffri fenfì fono  come le porte, per le quali i noftri nemici entrano ordinariamente nelle noftr’ Anime, ma che noi dobbiamo:  procurare di guardarli in maniera, eh'  eglino fervano per darvi 1 ingrefTo a  Dio, acciò vi faccia la fua dimora;   perciò bifogna ufare una particolar di-'  ligenza per tenerli sì ben raccolti, e  mortificati, che non permettiamo loro  di attaccarli ad altro oggetto, che a.  Dio, a ciò. che lui riguarda e il £u;  V fer   t     .. fcrvigioj tutto il rimanente elfendo una,  vana curiofità, che fa entrare per eilì  in gran numero i noftri Nemici nel noftro Cuore, alcuni de'quali ci attraverfano la ftrada della perfezione per impedirci il paifare avanti, e farvi progredì) 3 altri ci ipogliano, e cirubbano   e di ammirare le fue   per    T)e1 P. Scapoli.  1Ì1   f perfezioni, godendo e compiacendoci  di ciò, ch’egli è in fe medefimo e nelle fue Creature. Così quando ci Tentiremo allettati dalle diverfe bellezze y  che rifplendono nelle Creature, parteremo fubito alla confiderazione della  Beltà fuprenla di Dio, e concepiremo  Itti vivo defiderio di vederlo, edipolfederlo. Ella è ancora un induftria tal  volta più utile, e piu ficura, avvegna-  chè del tutto oppofta, in veggendo li  beltà delle Creature, difeoprirne il maligno fpirito appiattato fotto quelle apparenze, come un Serpente lotto bei  fiori, per infettarci col fuo veleno. S.  AgofHno nota, che il Demonio non s'  appaga foltanto di rapprelentarci gli oggetti fotto certe apparenze, perchè o  li abborriamo e fuggiamo, one andiamo in traccia per poflederli; ma di più,  ch’egli fi frammil'chia e quali s’incorpora con alcuni di loro, affine dì eccitare più ardentemente le noftre paffioni alla fuga degli uni, ed alla ricerca degli altri, quindi eli’ è più ficura,  ed opportuna cofa il diftoglier ci da  tali oggetti, il rifiutarli, e ringraziare  Dio del benefizio, che ci fa neldifco prirci gl’ inganni dei noftrp nemico s  oppure quallora ci fentiremo sinché per   po    Die  quando l’unione, che potremmo avere con Dio,  o le fue Divine attrattive non ce n$  rendefl'ero capaci.   Rilolvete efficacemente di condurvi  In tal guii'a, e d’ufare quelle cautele.  Deteflate la libertà, che data avete al  voftri lenii lafciandoli correr fenza alcun ritegno dietro i vani oggetti delle  creature : Efaminate quanti peccati ave-?  te comefli con quella negligenza, 9  quindi proponete di bel nuovod applicarvi a quelle pratiche, e di condurvi  con quelle diligenze.   Il Colloquio con nollro Signor Gesù Grillo come l’antecedente : pregate  lo, che vi faccia la grazia d' efler fedele in queAe pratiche.   JH. éì   C Onliderate in qual maniera dobbiamo diportarci per governare i noJ   '  Ari’' 1 .  .Uri fenfi, e farne un fanto ufo nei divertì accidenti, che ci poflono occorrere j come quando fiamo travagliati  da qualche violento dolore, o quando  patiamo il freddo, o il Caldo, oqualch’ altro difagio, bifogna alzar la menate, ed il Cuore fino alla Volontà 9   beneplacito di Dio, il quale fino ab  Eterno ha voluto, che in certo tempo,  e in certa occatìone, e con certe cirCoffanze {offriamo quella pena, equin r  di cavarne gli affetti di rendimento di  grazie, e di rafegnazione al fuo Santo  Volere Bifogna offqrvare lo ftefTo me  todo in tutti gli altri incontri, ed accidenti i come quando il vento, o la  ffagione ci recano incomodo, o quallora fiamo berfagliati dai turbini, e dalle procelle. A dir corto, bifogna in  qualunque cofa effer liberi,,e diffamati da noi medefimi, e conformarci con  gioja al beneplacito di Dio. Ecco la '  Volontà del mio Dio, che amo infinitamente; a quella volontà io debbo  conformarmi; ella debb J effere il mio  cibo, il mio nutrimento, il mio palio,  più deliziofo: fate, Signore, tutto ciò'  che vi piacerà della voflra miferabi le  Creatura, e degnatevi difporne comed’,  una cofa di cui avete perfetto Dominio.;  ii Fate     1 60 li Còmbattìmèntò Spiritual   Fate un particolar conto di duella  pratica, e procurate di rendervefa famigliare. Accottimatevi a ricevere ogni cofa dalla mano di Dio con rendimento di grazie. Ponete tutta la votra  compiacenza nell’adempiere la fua Volontà, e bramate con un lineerò e verace defiderio, eh’ ella lì Complica in  Voi. Ditegli fóvente : Sìa fatta, o SU  gnor e -y la vofira volontà in Terra come in  Cielo.   Il Colloquio con noftro Signor Gesti Crifto, il quale diceva, che fattele  fue delizie erano di tare la Volontà del  ftto Padre. Pregatelo a darvi la grazia  di poterlo imitare.   IV.   G Oniderate, che per regolare perfettamente i noftri fenfi bifogna guardarci dal converfare giammai colleOeature, o dalifepararcene per impulfo d  amore o d’odio verfo di loro, ma pel  folo motivo della Volontà di Dio, non  le amando, nè odiandole, nè ricercandole, nè fuggendole, fe non perchè ta-  è il di lui beneplacito.   Prendete quella cautela per un grandidimo fegreto della Vita Spirituale y e  rendetevela famigliare. -   n     ( ’ Il Colloquio con Gesù Crifto come  il precedente fcONSIDER AZIÓNE   Confidente, che quelle diligenze, e  quelle pratiche non debbono elfer  i già un’efercizio determinato, a cui fia  i duopo applicarci come ad una occupazione particolare, ma che balla averle  alla mano per Servircene al bifogno.  Non v’è cofa, che piu ritardi il nollro  avanzamento nella Vita Spirituale, quanto il caricarci di molti efercizj, avvegnaché buoni; imperciocché quella varietà d’ efercizj non è per lo più, che . un’imbarazzo di mente, un’inutile paffatempo, e un’alimento, di cui lìpafce  con avidità il nollro amor proprio.   Notate bene quello inlegnamento; dèli berate di non attaccarvi a cofa alcuna  iiiorchè alla mortificazione delle vollre  palfioni, all’adempimento della volontà  I di Dio, conservandovi libero in ogni  Sorta d’ efercizj, per intraprenderli, o  lafciarli fecondo farà più a propofito i  Il Colloquio col vollro Angelo Cullode. Lafciatevi da lui guidare interamente, e fiate fedele in Seguitare i Suoi  lumi,' e in ubbidire alle Sue infpirazicrjii. Chiedete a Dio la grazia di difcer-    lói, Il Combattimento Spirituale  fìerli, per difendervi dagl’inganni dello  fpirito maligno, che fi trasforma in Angelo di luce, e che ci fa di fovente intraprendere cofe, che fervono più a diftruggere, che a ben formare il noftrg  interno; a difiiparci, che a raccoglierci 3 a fiaccarci da Dio, che unirci a lui   ESERCIZIO. Le ìndujlrie per combatter  la   e così quando ci da la fera non ci  promette il mattino; e impiegare ogni  momento della noltra vita fecondo il  fuo beneplacito come fe egli folle luitimo: tanto più, che Tappiamo di certo, ch’egli ce ne farà rendere unefattiflimo conto. Finalmente dobbiamo  elfere sì folleciti del noftro avanzamento Spirituale, che dobbiamo aver per  perduto quel giorno, in cui non avremo riportate più vittorie di noi medelimi, delle nollre malvagie inclinazioni, e della noftra propria volontà, ancorché aveflimo terminati più affari importanti lfi mi.   Eccitatevi di bel nuovo ad un 1 odio   mor   by Gooole    Del ?. Scapoli. 1 6   mortale coltro la negligenza. Animatevi agli atti delle virtù, ed alla pra| tica d’ogni forta di buone operazioni,  ben veggendo quanto Iddio le apprezzi, quanto fi a liberale in premiarle,  i Siate avaro del tempo. Eccitate in voi  i altri affetti a mifura, che vi Sentirete,'  i modi dalla confiderazione prefente.   Il Colloquio coi voflro S. Angelo  i fecondo gli affetti, e le risoluzioni,  i che poc’anzi avete concepite. Pregai telo a fortificarvi contro la volil a tepidezza, e d’accendere dentro di voi un  fanto fervore, che vi renda infaticabi| li nel travaglio, e invincibili negli o-, flacoli..     L’Obblazione, Prima d’ offerirvi a  Dio, rapprelentateg.fi la voffra fiachezza, ed impotenza a refiftere agli alfali ti delle vollre paflìoni, non Solamente  ai primi loro movimenti, ma ancora  agli altri anche minimi. Confermatevi  in una lineerà e verace diffidenza di, voi fleti!, e in una perfetta confidenza  ! in Dio e neH’ajuto della Sua grazia.  In quella diSpofìzione offeritevi a lui  con una Santa e generoSa risoluzione di  fervido, e di ufare tutt’i mezzi, che  avete ponderati nel primo, e nel fecondo efercizio. Offeritegli la mortifi. K N ca  ITO II Combattimento Spirituale  cazione de'voftri ienfi, e chiedetegli  la grazia di governarvi in tal maniera,  che nulla per mezzo loro entri nel voftro cuore, che pofla nuocergli. Umiliatevi avanti di lui riandando colla  mente le voftre pallate negligenze. Domandategli la grazia di fare tutte k  voftre azioni con tutte le circoftanze  del tempo, del luogo, e del modo,  che gli farà più grato. Finalmente offritegli un cuore amante della fatica,  e di tutto ciò, che vi farà più difficile.   La Lezione Spirituale per il  Quinto Giorno,      JD eli ardente amore verfo Gesù Grifo Si gnor noftro-i e della vera divozione ai  Mifterj della fu a vita, e della fu a morte, con uri e fatta imitazione delle fu e  vtrtudì. Altro foccorfo ìmp or tanti JJìrm  per aiutarci in queflo Spirituale Com  battimento,   i   ('Ant Antonio, uno de più valenti  O Capitani, che abbia combattuto lotto le infegnc di Gesù Crifto, dopo un  numero predo che infinito di battaglie,  ed altrettante vittorie ben più illultrie  gloriofe di quelle d J Aleflandro. e. di  „ ' ~ Cefare, e dopo la fperienza quali duri  fecolo, volendo ammaeftrare i Tuoi difcepoli in quello Spirituale Combattimento, e trattando con effi dei mezzi  1 per rendervi!! invincibili, e per trionfare agevolmente non (blamente della  carne, e del mondo, ma eziandio di  1 tutte le infernali potenze, diceva loro  in tutte le lue conferenze, che erano  come configli di guerra, che teneva  con effi ( S. Athan. in Vita S. Anton. )  Credetemi fratelli  che il Demonio paventa, e teme all 3 diremo le vigilie,  le orazioni, i digiuni, la povertà volontaria, una profonda umiltà, una cordiale compalfione delle altrui calamità:  ciò però, che gli reca ancor più di timore fi è un ardente amore % verfo Gesù Criflo; egli ne rimane sì fpaventato, che un l'olo fegno di Croce gli toglie tutta la lua forza, e lo fa vergognofamente fuggire. Ecco come quello  gran Santo parlava a’fuoi dilcepoli. In  fatti egli è certo, che il noflro amore  1 a Gesù CriHo è d’una virtù incredibile,  e che in tutti gliEfercizj della Vita Spirituale ne v’ha, ne può ritrovarli feudo  miglior di quello, di cui munir ci polliamo contro gli fregolati movimenti  delle palfioni, e d’onde ricavar fi polla   v K 2 più       ji il Combattimento Spiri tu di é  più di vigore, e di coftanza per pratica di tutte le più fegnalate vi midi.  Quell’ amore è un rimedio per ogni torta di mali, è una forgente, onde fcaturifcono tutt’i beni, e tutte le grazie. Se  bramiamo acquiftare una Vera cognizione di Dio, ed una fcienza perfetta delle cofe eterne; fe vogliamo riportare in  poco tempo una piena vittoria fopra  tutte le noftre pacioni, e giugnere al  colmo di tutte le virtù; fe defìderiamo  d’entrare in una fanta famigliarità, c  dimeftichezza con Dio, e partecipare  delle fue grazie, e de fuoi Sfavori, non  abbiamo, che a distaccare il noftro cuore dall’amore delle creature, e applicarlo con ardore all’amore di Gesù Crifto  depredando tutti gli altri oggetti, che  fono fuori di lui. Se finalmente aspiriamola renderci degni di tutti quelli favori, e fpirituali vantaggi, non abbiamo, che a meditare i facrofantì mifterj  della fua vita, e della fua morte con  una fingolar divozione, imprimendoli  nel noftro cuore con l’amore, ed esprimendoli nel noftro vivere, e nei noftri  coftumi con una fedele imitazione delle  fue virtudi. Qiiefto appunto fece San  Bernardo nel principio della fua Convezione, com’egli confelTa di fe mede   fimo     by G  tutte le fue cognizioni e tutto ciò, chè  acquillò di grazia, e di virtù per avanzarli nelia perfezione.   Per accendere rje’noftri cuori un’ardente amore verfò Gesù Crillo, e per  eccitare in noi una fingolar divozione  ai mifterj della fitta vita, e della fui  morte, bifogna proccurare di eompren-  dere i beni ineflimabili, che accompagnano quell amore, e quella divozione  Egli medefimo ci dice in poche parole  tutto ciò, che fi può dire delfimportan   za di quell amore (Joam 14. v 4..22  23. ) : Quello, che mi amerà  farà amato dal mio Padre, e da me ancori  $ì, e per tal modo, che per una fecreta  influenza, del nollro amore egli fi troverà fubìimato ad una cognizione {peri mentale, e ad un guido ilraordinario  delle mie dolcezze, per le quali me  gh darò infallibilmente a conofcere  dentro il fuo cuore. Or che può mai  i nn’ anima defiderar di più grande,, e 1   , K $  che non dovremmo fare per meritarci  fomiglianti favori ?   'la divozione ai mifterj della vita,  e della morte di Gesù Critto è fiata T  occupazione di tutt i più grati Santi,  e ciòche li ha arricchiti de’tefori ìnettimabili di tutte le virtù  Io cavo dalle vifcere del mio Salvatore, diceva il  divoto S. Berila rdo, tutto ciò che mi  è neceffario per {ottenere la mia debolezza; imperciocché quelle fono vifcere di mifericordia, ed io entro in quello fantuarid per le porte delle facratc  fue piaghe, da cui ne iucchio il mele  della divozióne, e donde cavo un ballatilo facrofanto, che m 5 infonde tutta  Ja mia forza ne 1 miei combattimenti.   Per accendere quell 1 amore ne 1 nottri  cuori d’una maniera del tutto maravigliofa bifogna confìderare ciò, che  Gesù Critto è in fe fletto, o la perfezione del fuo ettere Gesù Critto è Dio,  ed Uomo j come Dio egli è amabile  fovra ogni cofaj e come Uòmo egli è  sì altamente innalzato dall 1 unione perforale del Verbo, che niente v 1 è dopo  Dio cotanto amabile come la fila umanità. In etta unite infierii e ritro vanii  tutte le quattro forte di Ettere, e di  Comunicazione, che Dio può fare fuo, v c ri dì    ,.   Del P. Scupoll 0 17   ti di fe, cioè Teffere naturale, Iefiere  'fovran attirale della grazia, quello delI la gloria e quello 'dell’unione ipoftatica, o periodale  adorazione, la lode, e l’ amore, lira  mando ch’egli fia glorificato, onorato, adorato, lodato, e amato da tutti:  degli atti d’amore operativo, non cohjtentandofi dei defider;, e di parole   ma ricercando tutte le maniere, e mezt poflìbili di proccurar la fua gloria,  ed il fuo onore, fino a fofFrire grandi  travagli, e la morte medefima per atnor iuo; degli atti d’ amore tenero,  i fofpirando e languendo dietro a lui,   ardendo d’ una vivace brama d’ unirii  intimamente a lui; degli atti d’ amore  di preferenza, preferendolo a tutte le  cofe del Mondo, dicendo coll’ Apodo  lo ( Philip. v,7.S. ); Tutto ciojchtf  altre volte apprezzai, ora immantirien  te lo dii prezzo, e lo tengo per uni  cofa vile, ed. infame a confronto dell  amore del mio Salvatore Gesù Grillo  degli atti d’ amore olfequiofo camminando con un filiale timore alla fili  fanta prefenza, e temendo più che ìi  morte l’offenderlo e dilpiacergli in qua-  Junque Cofa anche menoma; degli atti  d amore dolente, fia per compatir le  fue pene, fia per affli gerci qual’ ora ca  diamo in qualche fallo, o che veggia-  jno, che non fi teme d’ offenderlo..    li contrafegni più certi d’ un vero  f amo     178 lì Combattimento Spirituale  amore verfo Gesù Crifto noftro fovrano benefattore fono adunque la riverenza, il rifpetto, la purità dmtenzion é, lo zelo della fua gloria, la continua rimembranza di ciò, che ha fatto,  e patito per noi 5 una gioja fenfibile,  veggendo i frutti delle fue pene, e il  fuo regno dilatato per tutta la terra  fempre più florido 5 un fommo rammarico delle ofréfe, che gli fono fatte,  ma fopra tutto una premura, ed impegno ftraordinario d’imitare la fua vita,  e le fue virtù, fino a riveftirfi di lui  medefimo, come dice l’Apoffolo ( Rom.  3. v. 54.), il che non pofliam fare fe  non con una perfetta imitazione   Queflo punto è quello, che più importa al nodro diflegno, imperciocché  fe in tutte le grandi imprefe abbiam  duopo d’ un efemplare, colla di cui  fcoita poterci regolare, molto più bifogno ne abbiamo in quefta  che in  Ogn’ altra; poiché fi tratta del noftro  avanzamento alla perfezione, dal che  fumo obbligati a togliere tutto ciò,  che in noi ritrovali d J imperfetto e difettolo, ed a fregiar la noflr’ anima cogli abiti delle virtù per renderci in tutto fomiglianti a GesùCrifto.  t Seneca lafciò quefto configlio al fuo   Lu   , 179   Mudilo ( JEp. 11. ): Bifogna aver qual-’  chedimo, l'opra la di cui vita noi regoliamo la noftra. Voi non làprete emendare i voftri difetti fenza avere lina  perl'ona, che vi ierva di regola. Scegliete per tanto un Uomo, la di cui  vita, e i di cui maceramenti vj fieno ugualmente graditi, e vi tengan  fempre avanti gli occhi il fuo fpirito,  e il fuo fembiante; prendetelo pel modello della voftra vita e pel cenfore  delle v olire azioni. Lucilio avrebbe bene avuto che fare, e da penare aliai  per ritrovare in tutto il Mondo quell  uomo, ed anche per formar le ne un'idea;  ma noi abbiamo quello vantaggio in  Gesù Crifto, ch’egli è la noftra regola, e l’efemplare fopra cui noi ci dobbiamo (lampare: il che è tanto vero   che tutto il noiho bene dipende dalla  conformità, che noi abbiamo con lui,  sì in quella, come nell' altra vita. Bifogna, che gli fìamo fomiglianti in quella vita nella fua umiltà, e nelle fue  pene, fe vogliamo efifer fatti partecipi  della lua fomiglianza nelle lue grandezze, c nella fua gloria nella vita avvenire.   Quella imitazione ha una proprietà  tutu paiticolare: ella influifee una cer-.  ’. ta     l8o II Combattimento Spirituale  ta forza, e vigore in coloro, che vi li  applicano fedelmente per praticare le  virtù in modo eroico, il che fa abbastanza conofcere, di quale importanza  ella lìaj attefochè ciò, che abbiam detto dell amor di Gesù, e della divozione ai mite) della fua vita, e della  fua morte, lì manda ad effetto per queita ftrada più che per ogni altra cofa,  ed egli medefìmo vi racchiude tutto  Ciò che da noi brama, di maniera che  non portiamo dimostrargli.il noltro amore, nè onorare di più i fuqi l'acrofanti mìfterj, che con una perfetta imitazione della fua umiltà, della fua pazienza, della fua ubbidienza, e di tutte T altre lue virtudi, che ha fatto maTavigliofamente rifplendere in quelti medesimi miftcrj. Che fe alcuno dir volelfe d’amare nortro Signor Gesù Cri-  |to fenza avere una particolare premura d’ imitarlo, direi francamente, eh'  egli è un bugiardo, un importare (.o,  a. v. 4. ) j imperciocché fe T amore fa,  che Tamante lì fpogli de’ fuoi affetti,  'de’fuoi penlìeri, delle fue attuazioni  per riveftirlì di quelle dell’oggetto amato, come potremo ioftenere, che noi  amiamo Gesù Crirtó, fe non rendiamo  Je nortre operazioni il più che ci lu.   pot   by Cookie     Del P. Scapoli. 181   potàbile fomiglianti alle fue, e, fe può  dirli, fe non ci trasformiamo in lui fino a poter affermar colf Apottolo : Io  non vivo già, mt I eoli è Gesù Crilo, che  vive in tnc'j ( Gal 2. v  2. Che fe 1  dimore ci fa concepire un’ altitàma ftima delle azioni delia perfona che amiamo, come del fuo difcorl'o, del fuo  camminare, de fuòi getti, della fua  converfazione, de’ fuoi andamenti facendo, che quello che ama, vi ritrovi  un eftrema compiacenza, e le giudichi  perfette, e degne d’eflere imitate; egli  e certo, che non potremo dare prova  più ficura del noftro amore verfoGesu  Crifto, e della ttima, che facciamo delle fue virtudi  che coll’ imitarlo più  perfettamente, che da noi fi polla.  Quello, che dimora in Gesù Crifto, dice  il prediletto Dil'cepolo, cioè a dire,  quello che.fi vanta damarlo, dee camminare come egli ha camminato, e feguitare  con efatezza le fue pedate ( Joan. 2. v.   6. ). Chi lo feguira in tal guifa fedelmente, e chi Tamerà in tal maniera,   1 vedrà nafcere nel fuo cammino gli a£   ! lori d’una infinità di vittorie, che riporterà di fe medefimo, vedrà fpuntare i fiori di tutte le più belle virtudi,  c gli Angeli lo feguiranno per coglierla gli      by Googl     tSfc 11 Combattimento Spirituale  li, per temergliene gloriofe corone,  oppur anche egli dello fe ne fervirà  per adornare f anima lu$  e renderla  degna di ricevere nuov,   edieffatnoto   ~ S dannofo io, finche non l’  ito  che ci tomo rifvCj   Ci dobbiamo d effer in nn campoau  fo con quella necellica o di.   ?£ t SSST 55 SE;‘   combattere, fempre pronta a dar q  che colpo il   Salvatore 1 delle noto auto co la J Samiflima Madte   S. Oiulcppe   igt  Satìti Protettori con molte fchiere d  Angeli, e fpezialmente il noftrò An  gelo Cuftode; e dalla, parte del noftrc  nemico, che è la pacione che vogliamo combattere, il Principe delle tene  bre con uri drappello di Spiriti maligni  ad alzare quella paflione, o a fedurcf  affinché gli crediamo, e ci lafciamvin  cere dalle fue lufìnghe, e dai loro in  gannì.   In tal miniera ìftruifi doiritnciàr dobbiamo a combàttere con le armi della  diffidenza di noi fteffi  e della confi  deriza in Dio, dell Orazione, delia refiftenza, e della violenza, e provocare  guelfa malvagia inclinazione checi ilamo proporti di combattere, mettendo  la a confronto ora con la refiifenza e  la violenza, ori con lo fdegfio e 1 o  dio fino ad abborriria, e finalmente con  gli atti della virtù che rèoppofta,fcafilandole contro di quando m quando  dei pelanti colpi per ucciderla $ e tutto ciò iolamente.per piacere a noftro  Signor Gesù Crifto, alla di cui prefenza combattiamo per la fila maggior gloria. Apprezzate mólto quelli infeg-n  menti, proponete   quali fieno i penfieri, gradetti, che  quella pafiione eccita nella noltr Anima 5 e dopo averla fcóperta, e fcó per-  ti i fuoi cattivi effetti, bifogna indirizzare contro di efTa tutfi noltri sforzi  e non aver mai nè pace nè tregua cori   sì dannofo nemico, finché non 1 abbiamo interamente àbbattutó, e vinto.   In fatti, fiibitò che ci faremo rifvegliati dal fonno e aperti avremo gli  occhi per vedere il giorno, immaginar  ci dobbiamo d’efier in un campo chiufo con quella necefiità o di combattere, o di vergognofamente morire. Bifogna figurarci di veder il nemico, vale a dire, la pafiione che vogliamo  combattere, fempre pronta a darci qualche colpo mortale. Bifogna altresì immaginarci di vedere al nollro fianco il  Salvatore delle noftr anime con la fu  Santiffim Madre  c $. Giuseppe, c i   Sari  Digi     il   .. t)et Pi Scupolli i$i,  Sàrtti Prote trori con molte fchiere i  Angeli  e fpezialmente il noftrò Angelo Curtode j e dalla parte del nortre  nemico, che è la pacione che vogliamo combattere, il Principe delle tene  bre con un drappello di Spiriti maligni  ad alzare quella paflìone, o a fedurd  affinché gli crediamo, e ci Iafciam vincere dalle fue lulìnghe, e dai loro in '  gannì.   t In tal maniera iftruifi dórtìinciàr dobbiamo a combattere con le armi dell  diffidenza di noi fteflì, e della confi.  deriza in Dio, dell Orazione, della refirtenza, e della violenza, e provocare  Juefta malvagia inclinazióne dieci fiamo proporti di combattere, mettendo  la a confronto ora con la refirtenza e  la violenza, ora con lo fdegflo ef o  dio fino ad abbonirla, e finalmente con   gli atti della virtù che l'èoppcd:a,fca   gliandòle contro di quando m quando  dei pefanti colpi per ucciderla j e tot  to ciò fidamente.per piacere a note  Signor Gesù Crifto, alla di cui prefienza combattiamo per la fina maggior gloria. Apprezzate mólto quefti infegna  menti proponete d efief fedele in ofifervarli, e ringraziate Dio dei fumi,   nc vi ha conceduti per ben condur   ir t Vi Combattimento Spirituale   Vi in quello Spirituale Combattimento.   Il Colloquio col volilo buon' Angelo, fìccome quello, che vi è flato dato per afliflervi in tutte le voflre battaglie. Strignete con elfo lui una Santa alleanza, afJìnchegli fìa iempre con  voi, chiedetegli i fuoi lumi per Scoprire gringanni de'voflri nemici. ESERCIZIO. Del primo nemico, che dob biamo combattere 5 cti e il ncfcro  amor proprio.    L’Orazione preparatoria al folito.      G Onfìderate, che per riportare in poco tempo e con facilità un'intera  vittoria di noi medefìmi e di tutte le  noflre paflioni, e per liberarci dalla loro tirannia, bifogna primieramente applicarci a combattere il noitro amor  proprio, e non cefTare di fargli guerra, finché non 1’ abbiamo interamente  fòttomeflb. Se trafcuriamo quello nemico domeflico, le noflre vittorie faranno diffìcili ed imperfette, molto rare e poco ficure, e non faremo mai  alcun progreiro: laddove mortificato ei fendo l’amor proprio, tutte le nolìre  paflìoni lo faranno ancor’ effe ben tolto; conciofiachè effe tutte derivano da  queft’ amore come dalla loro vera Tergente. Queff amore è come la radice  di tutte le paffìoni, e tutte le foftiene  come la radice i fuoi rami; e la ragione li è, che dove regna 1 J amore difordinato d’ alcuna cofa, vi fi feorge altresì l’odio del fuo contrario, e per  conleguenza la brama d’ averla, il timore di perderla, la giojaquand e prefente, la triftezza quand’ è fvanita, V  anfietà quando lì vede ili qualche perìcolo, la collera quando alcuno T’offende, finalmente tutto il movimento  dell’ altre paffìoni fegue la traccia di  quello, che le conduce. Noi non bramiamo, nè ci compiacciamo d’ alcuna  cofa, fe non in quanto T amiamo; e  non odiamo nè fuggiamo alcun’oggetto, fe non in quanto ci offende o nuoce a ciò che amiamo: noi non riponghiamo la noftra fperanza, che nel bene  da noi bramato; e non ci abbandoniamo alla difperazioue fe non allorché le   difficoltà di poffedere ciò, che amiamo,  ci fembrano inoperabili : e così vergiamo chiaramente, che l’amor proprio è  la forgentc di cujte le noffre paffìoni,  V. ed    Digilized by Google     Combdttimentb Spiritual è  tà il principio di tutti i nòftri difordiriu . QiielVàmore è sì pernici ofo, che non v’  è fiato giammai infortunio o ih Cielo tì  in Terra, di cui egli non (lattata la cagione; ed ancora in oggi, fe fotte pofSbile a quefta micidiale pafliohe d’ entrare in Cielo', etta ben tòfto cangiare!)be quella Celefte Gerufalemme in una  Babilonia di corìfuttoneDa ciò inferiamo qual debba effere il danno, che un  nemico sì pericolofp produce nelle noftr’ Anime. Leviamo ìdmor proprio dal  Mondo, dice $. Bernardo, e le porte  dellTnferno faranno chitife almedefimo  iftante: fcacciamolo dalla nofir’ Anima,  e i noftri nemici faranno ben tofto de-  beliati, e vinti.   Concepite un odio mortale contro  qilefto perriiziofo amor di voi fletto.  Abbórrite i danni inconcepibili, ch’egli  v’ha Cagionati finora. Proponete di fargli guerra tutto il tempo di vottra vita.   Il Colloquio con rtoftro Signor Gesù  Griftó. Trattate cordialmente con lui d’  una sì fanta rifoluzione, e pregatelo a.  fortificarvi colia l'uà grafia e col fuo  Spirito per eieguirk. Considera zione:il   AOrifiderate ciò, che bifogna fare per  V conofcere il noftro amor proprio   imperciocché prende egli ogni forca di  forme, e fi traivefte in mille maniere,  e tal vòlta afcortddì con tanta deprezza, che i più fpìritnali nè rimangono  ingannati Adunque per difcernerlo,iti  qualunque maniera egli Ci affalga, bi  fogna offervare la fagliente regola Egli  è duopo confiderare attentamente' da  qual paflione ha preoccupata la noftra  volontà, cottciofiachè ella non è mai  fenz’ alcuna, che la predomini 5 econofciuto dò, ch’ella ami ó che defìderi,  dobbiamo efaminare, fe ciò che ama a  defìdera, fìa accompagnato dalla virtù,  € conforme ai Commandamenti di Dio  Se dia tripudia, o fi affligge, bifogna  riflettere, fe ciò è per Y amore di alcuna cofa, che Dio vuole; oppure per  qualche attacco ch’ella àbbia a qualche  Creatura, non già per veruna neceflità  nè perchè ciò lìa il volere di Dio, ma  per lo fuo proprio int erede, e per la  fua foddisfaziorre: imperciocché fe quofto n’è il motivo, egli è evidente, che  Y amor proprio è fautore principale di   tutti quelli movimenti. Che fe gli affetti     1    1 96 11 Combattimento Spir irli ette   ti della noftra volontà fono per la vir-  tù e per le cole, che riguardano la volontà di Dio, bifogna di più confida  rare, s ella fi occupa in quelli affetti  perchè molla e fpinta dalla volontà del  medefimo Iddio, oppure da qualche  motivo di compiacenza; perchè di iovente addiviene, che molti, portati non  fo da qual capriccio, s'applicano a divelle forte d'opere buone, all' orazio   ne, ai digiuni, alla frequenza de Sacramenti, e ad altre limili cofe. Ciò fi  può conofcere in due maniere 5 una,  coirolfervare fe nelle occafioni la noftra volontà s’applica con indifferenza  a qualunque forta d’opere buone; l’altra, fe quando vi fi frappongono e nafcono impedimenti ed oracoli, effa fi  cruccia, s’inquieta, e fi turba, oppure  fe ella fi compiace foverchiamente,  quando le cofe le vanno a feconda del  fuo genio. Se ella opera come molla  dalla volontà di Dio, bifogna altresì  riflettere al fine per cui opera; perchè,  fe il fine non è altro che il divin beneplacito, va bene; ma non però in.  maniera, che ce ne poffiamo aflìcurare  a pieno: Tanto è aftuto, e occulto 1  amore di noi fteffi nelle noftre opere  buone, e YÌrtuofe azioni! laonde dobbiamo Tempre temere, e fofpettare d  lina cofa cotan to difficile a conofcerfi.  La più ficura fi è, che dopo tutte le  noftre migliori azioni con una profonda umiltà ci percuotiamo il petto pregando Iddio, che ci perdoni, e ci liberi dall 1 amor di noi ftelfi dicendo col  Publicano : Mio Dìo perdonate a quefto  povero peccatore ( Lue. 12. v. 13.    Fate gran conto di qtiefti mfegnamenti, e rendeteveli famigliari. Deliberate d’ efler fedele in offervarli, e  obbligatevi a qualche mortificazione,  quando li trafg rediate.   Il Colloquio con lo Spirito Santo   fenza di cui non potrete mai difeernere gl’ inganni, e le aftuzie dell 1 amor  proprio, nè guardarvi dal fuo veleno  Confiderate li mezzi più efficaci per  vincere, e domare un nemico sì  perniciofo, come quello di cui parliarmo. Il primo è E orazione : il fecondo la purità d’intenzione, dirigendola  bene non fidamente nel principio, ma  altresì nel pi'ogrdfo delle noftre operazioni, e facendo fovente degli atti di  negazione di qualunque ricerca di noi  fteffi, e della propria foddisfazione. Il   ter il Combattimento Spiritual è  terzo è di còrifideraré quanto la n offri  Volontà fi a attaccata a ciò, che ama 3  che pretenda ella mai con que'o attacco ed affetto, e qiiali fieno le qualità delT oggetto che ama. A vero dire e fehza adularli, s'ell'è la beltà, o  la bontà, fe il piacere, o l’utilità, o.  l'onore } allora alzar dobbiamo la nò  lira mente a Dio, e d‘ r e tra noi a noi  ftefli : quai più perfetta bellezza c  bontà può mai ri trovar fi di quella dt  Dio, eh' è la fonte d’ogni bene, e d  ogni perfezione ? e qual cola mai vi  può edere piu utile, più dilettevole   più decorofa, ed onorevole dell' amare  Iddio? poiché l'Uomo in amandolo fltrasforma in lui rnedelimo, e in lui deliziandoli lo poffiede, edivieneunmedefimo Spirito con elfo lui Finalmente bifogna ponderare, che noi dobbiamo a Dio folo tutto il noftro amore   perch'egli ci ha creati, egli ci ha redenti, egli ci ha obbligati, e Ci obbliga tutto giorno Con un' infinità di Tempre novi benefizj; di maniera che in  tutta la eftenfione del noffro amore non  abbiamo con che foddisfàrc alla menoma delle obbligazioni, Che a lui dobbiamo. Lo ftdfo dóbbiam fare pel indurre il noffro cuore a non odiare che il peccato, e tutto ciò, che ad elio  conduce. Da quelle due jxiffioni, amore, ed odio, nafeono tutte le più bel-  le, ed importanti occafioni per legnalarci in quefto Spirituale Combattimento, e per trionfare del noftro amor proprio, e di tutte le nolìre malvagie inclinazioni.   Concepite una grande (lima di quelle inftruzioni, e rendetevele famiglia-.  ri. Proponete d’cfler fedele in iervirvene. Obbligatevi a qualche mortifica zione quando vi mancherete.   Il Colloquio col vodro Santo Angelo Pregatelo ad alfiftervi co' fuoi lumi, e Colle fue ispirazioni, e ad effe1  re Tempre con voi come il vedrò più  fedel Direttore.   X. N   ESERCIZIO TERZO.    - V   Deir odio di noi fi efi, cti è il mezzo pik  efficace per mortificare il nofiro  amor proprio,   L’Orazione preparatoria al folitò Confìderate,che noi abbiam duopo  di tutta la nodra indudria per  mortificare il nodro amor proprio, e  porre nelle noftr Anime in luogo di lui   un    Digitiz    Google    200 11 Combattimento Spirituale  un Santo odio di noi flelìi, delia no  flra carne, e dei nofiri appetiti. Queft  odio in due cole principalmente condite. La prima in rifiutare, fuggire, ed  abborrire tutto ciò, eh' è naturalmente,  gradito, e dilettevole. La feconda ili  defiderare, ricercare, ed amare tutto  ciò, eh’ è naturalmente amaro, a afte-,  ro, difpiacevole, ed afflittivo. Per la  prima bifogna fare un fermo, e fodo  proponimento di non bramare, nè accettare per noi nulla di aggradevole di  quanto defideriamo naturalmente, fe  non ciò che non polliamo evitare di  defiderare, e ciò che non polliamo rifiutare lenza offefa di Dio, o per lo  meno fenza incorrer la taccia d’ lina lciocca e itupida divozione e pietà, come fono gli alimenti, le vefti menta, il dormire, e tutte T altre co fe  neceflarie. Bifogna però procurare di  prenderle con qualche ritrofia, e difpiacere, confiderando che i noftri peccati ci obbligano di non averne alcuna compiacenza, fe non in quanto ella è la volontà di Dio, il qual vuole,  che tifiamo di quelle cofe alla necelfità. In fatti pofiiamo defiderarlec riceverle, purché ciò fia nella maniera ordinata da Dio, fenza però lufingarci,     by Googl     I   Del P. Seupolt, lottò. ingannarci 3 conciofiachè il volere  di Dio fi è, che le accettiamo in una  certa qualità, e quantità giulla, e convenevole al noftro bii'ogno. In quantità 3 prendendo ciò, che ci è necefiàrio  per mantenerci in forze, e in buona difpofizione per potere efercitare tutte le  noftre funzioni sì fpirituali, come corporali con quella moderazione però di  prenderne più tofto meno che fov erchio 3 eifendo certo, che la natura fi  contenta di poco, laddove la fenfualità è inlàziabile. In qualità 3 procurando di rifiutare quanto è potàbile tutto  ciò, che può folleticare la noftra fenfualità, il nollro gufto, e il nollro appetito, eccetto cne allora, quando na  duopo ajutare la noftra fiacchezza; tifando però in tutto una fama, e ragionevole difcreziene. S. Bonaventura dice l'opra quefto l'oggetto, che lelperienza congiunta ad una buona volontà c  iftruifcono abbaftanza l'opra di ciò : avvegnaché fia fempre meglio di nulla oprare fenza il conliglio di coloro, che  ci governano.   Per la feconda cola, in cui confifte  quello Sant’Odio di noi ftcftì, bifogna  altresì fare un collante proponimento di  desiderare, di volere, t di accettare tut ti 1 tòt lì Combattimento Spirituale  ti i travagli, tutti i difgufti, tutti i di£  piaceri, tutti i difpregi, e tutte le umiliazioni, che ci polfono avvenire, pur  che ciò non fia contro la volontà di Dio,  o con discapito fpirituale, o corporale  E neceifario in tutte le cofe ufare una  gran prudenza, e fervirfi di perfone dotte,! e fperimentate, che abbiano lo Spirito di difcrezione per aiutarci col loro  Coniglio 5 imperciocché noi dobbiam effer in continuo timore d’efler ingannati  fotto T apparenza del bene, Di più quando effettivamente faremo deprezzati, od  oppreffi dairindiferetezza, o dalla cattiva volontà di alcuno, blfogna, che  ne godiamo, e lo riceviamo come un  fìngolar benefizio di Dio, e che amiamo cordialmente coloro, che ci perfeguitano e ci difprezzano, che preghiamo Dio per eflì, e che li confìderiamo  -Conte i nofhi migliori Amici. Per addeftrarci piu facilmente in quefta pratica, non infogna fubito porli davanti agli occhi l 5 ingiuria, o la perfecuzione  facendo ogni sforzo per rendercela aggradevole j perchè il volerla accettare  tutta ad un colpo, quand’ella fi prefenta o è ben vicina, farebbe troppo difficile, quando non foflìmogià prevenuti dalia grazia dello Spirito Santo iquin  I dì       Elei P, Scuffili. lo.?'   di bìfogna regolari nella paniera iVguente. Sq avvenga, che ci fu fatta  qualche grande ingiuria, o che ci vegliamo aliatiti da qualche perfecuzione  fui timore, che la parte fuperiore non  foccomba, mentre che la Ragione non  è feraprq baitevolmentg valevole a trat-  tenerla {otto il fuo dominio, e che il  Demonio non lafcia d’avvalerfi del fuo  tempo per invertirci con qualche affai-;  to ftraordìnario i bil'ogna procurare di  farci violenza per allontanare, e bandii  re dalla poltra mente per qualche tem-;  po la rimembranza di quella ingiuria,  o di quella perfecuzione 5 e in quello  frattempo dobbiamo coplìderare iTefori infiniti della grazia, e del merito a  noi occulti, eccitando la noftra Volom  tà a bramarli; E quando ci fentiremo  animati da un sì Tanto, e generofo der  lideiio, potremo rivolgere il nortrope  ' fiero a quella ingiuria o perfecuzione,  confiderandola come un mezzo neceffa  rio. per acquetare. quelli Telori inertimabili,.e quinci poi ci determinaremo coraggiofamentc ad accecarli non folamente lenza ripugnanza, ma ancora con  gìoja, ed allegrezza di fpirito, e prim  cipalinente con rendimento di grazie.   Concepite un alta rtima di quelli ami mae  Oiaitized bv C    204 II Combattimento Spirituale  maeftramenti. Defiderate di farne ufo,  c di praticarli’ fedelmente. Chiedete a  Dio quella virtù Eroica, il fanto odio  di voi fteflì : chiedetela a Gesù Crifto,  che ci ha Scoperto sì divinamente il luo  pregio, e il bifogno, che ne abbiamo.   Il Colloquio con nollro Signor Gesù  Grillo. Pregatelo, che v’infpiri quella  virtù, che è la micidiale di tutti i vizj.   II.   C Onlìderate, che per acqui Ilare quello fanf Odio di noi llellì bi fogna  efcrcitarcì, in perfeguitare inceflfantemente gl’ innumerabili movimenti de  nollri fregolati appetiti, i quali c’ aflalgono di continuo. Fa di mellieri confiderai con molta attenzione fe le cofe,  che bramiamo, fieno conformi, o contrarie alla Volontà di Dio: fe conosciamo, che gli fono contrarie, bil'ogna rigettarle, e non volerle in alcun modo,  ancorché elleno fieno gradite, e dilettevoli a nollri lenii; efe veggiamo,che  gli fieno conformi, bifogna abbracciarle avegnachè ci rechino difgullo, e dispiacere, o che vi Sentiamo della ripugnanza.   Concepite un odio irreconciliabile  contro i y offri appetiti, e Sregolati mo vi  j , tòf   vìmentì  Bramate di generofamente abbracciare tutto ciò, che farà loro più  contrario: applicatevi collantemente a  ciò per un motivo d'amore verfo Dio,  e perchè egli è certo, elle voi farete in  ciò una cola, che gli farà gradinili ma.   Il Colloquio con Gesù Crifto. Efpo-  netegli il voftro dilegno, e la voftrarifoluzìone, e nello ftelfo tempo feopri  tegli la voftra impotenza ad efeguirlo  fenza il foccorfo della fua grazia. Domandategli quello foccorfo con un cuore tutto pieno di confidenza nella fua  Bontà.   ni.   t Onfiderate le ragioni, per cui dobbiamo odiare noi flelfi. La prima, perchè Gesù Crifto ci ha infegnato,che  non fi può elfere fuo Dilcepolo fenza  odiare fe ftèlfo. Ls feconda, perchè  tutto il rnale, e tutta la debolezza, che  in noi ritrovali, non deriva fe non dal  non odiare noi abbaftanza. La terza,  perchè difendo ftati ribelli a Dio, egli  è ben giufto e ragionevole, che procuriamo di dargli qualche foddisfazione  quanto la noftra debolezza il permette,  il che non polliamo far meglio, che  con la pratica di quell' Eroica Virtù    ' M U  v  I    ?   ìo 6 11 Combnttimtntc Spirituale  1,1 quarta, affinché la nollt Anima etfendo vuota d‘ amor proprio, Dio la  riempia della fua Santa dilezione; imperciocché quella bontà infinita vergendo il noftro cuore vuoto di quello difordinato affetto, lo riempie lubito  di fe medefimo, e del fuò amore : e  quella è la più forte ragione, che ci obbliga ad aver in odio tutt 1 noftn lregolati appetiti, accioche regni in noi 1  amor fanto di Dio; e perche la noli  fiacchezza, e codardia non ci permettono di trattarci da noi medefimi troppo  afpramente, dobbiamo bramare ed eifer contenti d’ edere maltrattati ed ingiuriati dagli altri; attefo che 1 umiliazione, la perfeciizione, e la privazione  delle cofe a noi piu care fono come una  fornace ardente, in cui la noftr Amma  è purgata dalla corruzione dell amor  proprio, che la infetta e la rende inabile a tutti gli atti di virtù..   Ricavate da quelle ragioni una nloluzione generofa d’ applicarvi con tatto  l'impegno, che vi fara godìbile, all acquili di quefto fant'Odio di voi lledb.  Proponete di fare contìnuamente la guerra al voftro amor proprio con la pratica di quefta fanta virtù che fara regnare in yoì l’ amor di Dio. Jà    Diait    11 Colloquio cori noftro Signor (Sesu Crifto, come il precedente. Continuate a pregarlo d 5 accordarvi la grazia,  che gli chiedete, e {congiuratelo per i  meriti infiniti del fuo prezi ofo Sangue   e della fua morte, di approfittarvi de  fuoi configli, e di odiarvi sì perfettamente, che meritiate d efie r e nel numero de fuoi Difcepoli.   ESERCIZIO. Della dìverfa maniera con cui bi fogna  combattere il vizio dell Impurità.   L’Orazione preparatoria al folito.   I.   C Onfiderate, che bifogna combattere il vizio dell 1 impurità d una maniera dei tutto particolare, e che per  farlo con ordine bifogna aver riguardo  a tre tempi : avanti che fiamo tentati;  quando fiamo tentati; e dopo la tentazione. Prima che fiamo tentati non bifogna combattere contro quello vizio,  ma contro tutto ciò, che lo eccita, e  lo rilveglia; bifogna fuggire ogni folta  di convcrfazioni pericolofe, e da quelle, che non potremo evitare; togliere  tutte le azioni, e tutte le parole d’adu M a, la   io 8 11 Combattimento Spirituale   lazione, di vanità, e di compiicenza,  non vi dimorando fe non quanto la ne-.  Cecità lo richiede, colla maggiore riferva che ci farà potàbile, e con una  gravità moderata  e fe li debba converfare con Donne, tifar delle parole  più tollo fecche che affettate Tempre  però modeftamente, e con difcrezione,  e civiltà.   Dobbiamo guardarci bene dal non  fidarci ancorché da più anni non rìfentiqmo punto gli ftimoli della carne   imperciocché quella infame inclinazione ha quello difingolare, che, cièche  non fa in lungo fpazio di tempo, lottiene tal volta in un ora. Ordina ella  i fuoi attacchi in fegreto, ei fuoi colpi fono tanto più perniziofi, e inevitabili, quanto più fono improvvidi, c  meno preveduti. Di fovente v 5 è più  da temere nella frequenza, che fi continua fotto pretefto di cofe lecite c  permeflfe, come di parentela, di com-. v  plimento, ed anche di qualche Virtù   che tal volta ci figuriamo, avegnachè  con troppo debole fondamento, edere  nella perfona con cui converfiamo, perche il piacere fi framifchia con T affetto, che ci fcmbra buono, e infinuainfcnfibilmente il fuo veleno fino al più intimo dell 3 Anima, ofrufcando talmerN  te la ragione, ch’ella incomincia a noli  apprendere' quali più le cole più pericolofe, come gli fguardi amorali, 1 1   e Superiori, efeguendo fenza rimbrotti, e fenza ripugnanza tutto ciò, che  ci comandano, facendo più di buoni  voglia quelle cole, che più ci umiliano, e che fono più contrarie alla nofìra naturale inclinazione, imperciocché effe mortificano il noftro amor proprio. Quello, che fi fottomettcrà in  tal guifa per l’amore di Dio, riceverà  lina grazia particolare per fottomettere   v M 5 tut Ziti il Combattimento Spirituale  tutti i Cuoi appetiti fregolati alla ragione? e la carne allo Spirito.   Bifogna guardarci di fare giammai  alcun giudizio temerario di chi che Zia,  {opra tutto in materia d’impurità. E fa  qualcuno vi cade in maniera, che non  polliamo nè ignorarlo, nè coprirlo, nè  ìcufarlo, bifogna compatirlo, e averne  difpiacere, nè perciò trattarlo dobbia-mo con ifdegno, o con difprezzo j.ma  piuttofto cavare dalla fila caduta il frutto d’una lineerà Umiltà confondendoci da noi medefìmi, e riempiendoci d  un timor falutare fui rifletto della noffcra debolezza, ricorrendo a Dio coll'  Orazione e facendo unaferma rifoluzione di fuggire le occafioni pericolofe più che mai, imperciocché fe noi  iiam facili a condannare gli altri, Dio  permetterà, che cadiamo in un forni' glievole fallo per punire lanoftra alte' ri già. Che fe non cadiamo, eperfeveriamo in quella feverità, abbiamo gran  motivo di dubitare del noftro flato predente, e di temere di non ettere avanti a Dio in quella difpofìzione,ch’egli  defxdera, poiché noi manchiamo di co mpatimento per le debolezze altrui.   Finalmente bifogna fuggire tuttociò, che  . i!f   die Solletica i noftri fenfi, avvegnaché  in cofe permette, come la mollezza de’  veftimenti, la curiofità e vaghezza degli arredi, la delicatezza de’ cibi e bevande i imperciocché tutte quelle cofe  ed altre fomiglianti Ci fanno amare il  piacere, il quale poi ci rende piu deboli per refifiere alle tentazioni. Non  bifogna ancora compiacerli nelle Confolazioni fpìrituali, e quando ci ritroviamo in una grande abbondanza di  dolcezze, ed interne cortfolazioni,non.  dobbiamo punto adattarvici, e molto  meno pervaderci d' ette re nè piu avanzati, nè più forti contro i noftri fregolati appetiti 5 quantunque ci fembri di  riguardarli con odio, ed anche con orrore. Se ci lulinghiamo in tal guifa,e  ci fidiamo anche per poco di noi fteffi caderemo affai facilmente, e le noftre cadute faranno tanto più pcricolofc quanto più faranno dall'alto.   .Ringraziate Dio di quelli lumi. Risolvetevi d'etter fedele, ed efatto in  fervirvone. Concepite un fornaio abborrimento al vizio dell' impurità. Proponete efficacemente d’olfervare tutto ciò,  che vi fervirà per liberarvi dal fuo ti-.  rannico giogo, ed anche dalla menoma inquietudine, che potette avvenir    ili 11 Combattimento Spirituale  vi dalla fua parte : ed allorché manche  rete ad alcuna di quelle pratiche, calligatevi da voi fteflb con qualche penitenza, e mortificazione.   Il Colloquio con la Santa Vergine   Trattate con lei del dififogno, che avete d'amare la purità, e di conlervarvi  fenza lordura sì nel corpo, come nell 3  Anima: Implorate per ciò la di lei af-..  fiflenza; Siate umile, e farete callo,   IL   'Onfiderate come convien diportarli  v nel tempo della tentazione. Per  ciò che rifguarda il tempo, in cui filmo realmente tentati, bifogna confiderare fe la tentazione procede da una  cagione ellrinfeca, oppure interna. Per  cagione ellrinfeca intendo la curiofitè  degli occhi, e delle orecchie, la politezza troppo allettata, e la mollezza  troppo lludiata del velli re  le convenzioni, gl’ inutili trattenimenti, e le altre cole, che fervon di mantice a què.  Ilo vizio. I rimedj alle medefime fono  l’oneftà, la modeflia, la compollezza  e principalmente la fuga, e E allontanamento dal vedere, dall’udire, e dal frequentare tutte le perfone, che poflbno  portarci a quello vizio.    U     Del P. S cup olì, 2i£   La caufa inserna procède dalla viva-  cita del corpo, o dalla qualità dei penfieri, ai quali diamo Tingréfio nel nodro cuore còlle nodre cattive attuazioni, o colla nodra imprudenza, oper  fuggedione dei Demonio. Il Corpo fi  cadila co’ digiuni, con le diicipline   con le vigilie, con le auderità, e mortificazioni: nel che però bilogna lem-,  pre oflervare le Regole della difcrczione, deli’ ubbidienza, non le praticando  che colla direzione, e con la dipendenza de'nodri Superiori, o Direttori. I  rimedj pe’ i cattivi penfieri fono una  occupazione continua in cofe, che fie-.  no proprie del nodro dato; la Medita-,  zione e l J Orazione. Per la Meditazione dobbiamo guardarci dal farla fopra  di foggetti, che ci rapprefentino qualche cofa di quedo vizio, ancorché eflt  gli fieno centrar; j perchè febbene lo  combattano, non lafciano però di rapprefentarlo alla nodra mente di manie-,  ra, che fcacciandolo da una parte lo introduciamo dall’ altra: cd è ben diffida  le di penfarvi, in qualunque maniera  ciòifia, fenza pericolo di compiacerfcnè. Per la qual cofa la nodra Medita-  zione contro quedo vizio debb’ edere  principalmente fopra la vita, e la pasfsone di Gesù CriPco; e le nèlftempo  della noftra Meditazione Ci fi preferita  alla mente, noftra mal gradò, qualche  pensiero impuro, che più del folito d  molefti, non bifogna ftupirfene, nè  adirarci contro di effo fotto pretelle di  fcacciarlo, e di fargli refiftenza; ma  Infogna profeguire placidamente la nafta Orazione fenza metterci in pena  di fomiglianti penfieri, Come s’eflìnon  fodero punto noftn : non bifogna mai  diiputare con elfo loro, nè mentre durano, nè dopo, efaminando fe gabbiamo dato loro qualche affenfo  perchè  quella Porta. d'Efame è una trama del  Demonio per difturbarri fotto pretefto  ' di fedeltà e di delicatezza di Cofcienjsa. Bifogna per tanto comunicare col  noftro Padie fpirituale, a cui bifogna  fvelare con molta fincerità e confidenza le noftre debolezze, fuperando generofamente il rofiore, che ce ne poffa avvenire; imperciocché, fe T Umiltà ci ferve generalmente per fuperare  tutt 1 i vizi, molto più ci è necelfaria  contro quello. Per 1 Orazione, che  dobbiam fare nel tempo della tentazione, ella deve principalmente confitte re  in frequenti elevazioni di fpirito e di  cuore a Dio, con intenzione virtuale e generale di pregare per Attenere la  Vittoria di quella infame, paffione lenza fermarci a confiderarla 5 conciofiachè ogni confiderazione, e qualunque  penfierodi effa, che ci fi attacchi, è  affai pericolol'o.   Concepite una gran diffidenza di voi  ftefli per tutto ciò, che riguarda il vizio dell’ Impurità; nè folamentedi voi  ftefli, ma ancora di veruna cofanonvi  fidate. Imprimetevi ben nella mente  quell’ avvertimento. Fate conto delle  cofe ancor menome e non ne traforate alcuna, fe bramate render inutili le  infidie del Demonio, fuggir i fuoi lacci, e trionfare del l'enfo.   Il Colloquio colla Vergine Santiffima come il precedente. Siate particolarmente di voto della fua immacolata  Concezione, e della fua purità, ed inviolabile integrità.   III.   C Onfiderate come diportarli fi debba  dopo la tentazione. Ouand’ella è  paflata, per quanto liberi e ficuri, che  polfiam eflfere, dobbiamo piu che mai  tenerci lontani dagli oggetti, che ci  cagionano la tentazione, e non li richiamare giammai alla mente, ancorchè ee ne fentiaino {limolati dal moti-  Vo di qualche virtù, o dall amoi5 di  qualunque fi fia bene; perchè quelli  penfieri non poffono efier mai, che illufioni delia concupiicenza, e inganni  del Demonio, che fi trasforma in Angelo di luce per farci cadere nelle tenebre eterne.   Siate fedele in efeguire quelli-. infegnamenti : chiedetene la grazia a Dio  con uno fpirito d'umiltà, e di confidenza, e abbiate un fanto defiderio di  iervirlo con una gran purità di ciiore  e dì corpo, affinché fiate degno d'etferje un tempio vivo dello Spirito Santo.   Il Colloquio con la Santiifima Vergine. Trattate con lei del defiderio,  che avete d'amare la purità.   L'Obblazione. Prima d’ offerirvi a  Dìo, raffermatevi in una v era diffidenza di voi fleffo, e in una perfetta confidenza in Dio, e nel foccorfo della  fua grazia s e in quella;dilpofizione,  sbandite dal voflro cuore ogni timore,  c offritevi a Dio con un coraggio intrepido, ed una rifoluzione ferma e collante d' impegnarvi in qucilo Spirituale Combattimento per combattere  nerofamente le voftre paflìoni 5 e  pnk  ma tutte il voflro amor proprio, at   tac recandolo vivamente col fur contrario cioè a dire con un fant odio di  voi lidio  Offeritevi a Dio con uno  fpirito umile e cuor docile e tutto di fpofto alla fommidìone e ali’ ubbidienza defiderando di lottomettervi a qualunque creatura per amor fuo, accioc-.  ch J egli vi faccia la grazia d’ aflfòggettare alla ragione il ribelle voftro appetito, e la carne allo fpirito; e polliate  contentargli il voftro corpo e il voftro  spirito efente da ogmjfozzura e impurità, perchè fi a il tempio vivo delio   Spirito Santo. La lezione Spirituale per il  Sedo Giorno. Egli ardentt amore ver fio noflro Signor Gè-  su Crìjlo fruente nel Santijfimo Sacra   mento deli Eucarifti a 5 altro foccorfopoff enti fimo per fortificarci in quejlo Spiri   tu ale Comi atti mena,   E CCO qui il maggiore foccorfo, che  ei uà mandato dal Cielo per fo-;  ftcnere la olirà fiacchezza nelle noìlre  battaglie. Gesù Crifto venendo afialito   nell orto degli Ulivi da una fquadrao  compagnia di Sgherri, che venivano    N P,L   1         si 8 II Combatti mento Spirituale  per catturarlo, dille a San Pietro, che  li mettea in difela; -E non fai y eh io potrei pregare l Eterno mio Padre -, ed coli  in quefi ora medeji?na m invierebbe dode-  ci Legioni d Angeli} ( Matth. i6,v, 53.),  Il Redentore Maeftro diceva il vero,  imperciocché ove rifiede, e fa fua dimora il Rè degli Angeli, non fono al-,  trimente necelfarj que’ Beati Spiriti.  Così io dico al noRro proposto j che,  quand J anche Iddio invialfe in noRro  ajuto non follmente dodeqi Xegionì d  Angeli, ma ancora tutti i Serafini e  tutte le Virtù dei Cicli, quello foccorfo non farebbe mai sì 'grande come  quello, che riceviamo da quello divdn  Sacramento, ove realmente Ra il loro  Rè, il loro Sovrano. Davidde aveva,  preveduta quella verità, e già confiderava come prefente quello foccorio :  tanto ne era egli certo, quando cantò  nel Salmo duodecimo. Voi m avete invitato, ed accolto ad una menfa, che mi  dà forza e coraggio contro i mìei nemici.   ( Pfalm. 1 2. v, 6. ). Ah I. poiché, noi Ramo impegnati in quello Spirituale Cóm-,  battimento dalla necelììtà del noRro Rato, che faremmo fenza il foccorio di  qucRa menfa divina ? Guai a certuni,  dice S Bernardo, che fon chiamati grandi e laboriofe imprefe, e non lì no,  drifcono col cibo dei forti. E chi fono  Coloro, che fono chiamati a grandi travagli e fatiche, fe non i Criftiani, i  quali dal giorno del loro battemmo fono flati arrotati per combattere fotto le  infegne di Gesù, e lì fono dichiarati nemici di Satanaffo, e di tutte le fue pom,  pe ? e qual è quello cibo dei forti contro quelli nemici sì formidabili, fe non  il Santiflìmo Sacramento, il quale fecondo San Giovanni Grifollomo rende  forti come Leoni, chegittan fuoco dalla bocca, coloro, che lo ricevono de,  guarnente?' Dal che ben veggiamo con  quanta ragione San Bernardo, deplori  la cecità di coloro, che fono chiamati   quello Combattimento, e che avendo  un foccorfo sì poifente e fìcuro contro  i loro nemici, non fanno tutto il poflibile per meritarlo, e per fervirfene fe,  delmente.   Quello divin Sacramento ha due effetti; uno comune, Y altro particolare.  11 comune è, ch’egli dà la grazia, come tutti gli altri Sacramenti delta nuova Legge. Il proprio, e lìngnlare,è  quello dai Teologi chiamato refezione  Spirituale, che è una nuova forza, e un  coraggio a far del bene con un certo   Ni SU' 1        Digilized by Google     iio II Combattimento Spirituale  gufto ed appetito di tutto ciò, cheap-.  partiene a Dio : imperciochè ficcome il  cibo corporale non {blamente conferva  la vita di chi-io prende, ma gli reca  altresì, col gufto e refezione, la forza  e la confervazione della vita; così quello divino cibo, non {blamente conferva la vita Spirituale colla grazia chel  accompagna, ma di più raddoppia colla fua propria virtù le forze allo fpw  rito.   Egli è però da avvertirli, che io  chiamo quello foccorio 1 amore verfo  Gesù Crifto prefente nel Santiflìmo Sacramento dell’Eucariftia: imperciocché  per fentirc la forza e la virtù di quello divin Sacramento -, noi non abbiamo difpolizione migliore dell’ amore al  medelìmo Sacramento, o piuttofto a  Gesù Crifto, che vi è prefente. E per  verità poiché noftro Signore a noi li  dona per un eccedo d' amore, egli è  ben giufto, che a lui ci doniamo reciprocamente per amore nel ricevere quello divin Sacramento. Il vero amore  non è pago e contento della fola ricordanza; delìdera ancora un'amore reciproco, e lo delìdera tal volta fino ad  un taf eccello, che cerca degli artifiz;,  e de vezzi per rifYegliarlg. In tutte i’ altre pratiche, di cui fi icrviamo pe£,  eccitare ed efercitare la noltra divozione, noi cerchiamo Gesù Crifto; ma in  quella lo ritroviamo, lo abbracciamo,  lo pofiediamo; in lina parola, ne godiamo tranquillamente. Qui adunque  è, dove T amore sì pratica con maggior’ eccellenza, ed ove riceviamo piu  efficacemente jaffifienza, il foccorlo,  e le forze necelfarie per renderci invincibili nelle noftre battaglie, e per  praticare in modo eroico le cnltiane  virtudi. Vogliamo rendere al peccato,  vincere le tentazioni, domare le noltre  paflìoni, c fare atti generofi di tutte  le più grandi virtù ? accodiamoci con  amore a quefto divin Sacramento. Egli  lì dà per viatico a coloro  che i 0110  negli edremi della vita, affine di armarli, e di infondere loro del coiag-,  gio in queft ultimo combattimento, in  cui il Demonio fa i tuoi maggiori sroit  per trionfare delle noftr anime. Egli  lì dava anticamente ai Camalli allorché la Chiefa era travagliata dalle peri lecuzioni per portarlo pelle loro . e  e nei loro viaggi, per ier viri epe albifogno, e prevalerfene contro i peucoli. A quedo medefimo fine fi dava a . Martiri prima, che fi prefentafl. a  (jiudiei per fortificarli nei loro tormenti. Senza quello Sacramento, dice San  Cipriano, non fi permetteva, che alcuno fi efponefie al Martirio, e prima! di  Comparire alla prefenza de tiranni li  criftiani fe ne munivano per non temere nè i fupplizj nè la morte  Quindi di  fovente accadeva, che eflendoftne muniti. divenivan eglino sì forti, che li  fanciulli ancori, e le fanciulle di dodici e tredici anni difpregi avano le minacce dei tiranni, le crudeltà dei carnefici, e ridevano in mezzo ai più crudeli martorj, come fe averterò avuto un  corpo di bronzo, o che fodero fiati infenfibili. Se adunque quello divin Sacramento recava tanta forza, e Coraggio a coloro, che aveano a combattere  contro il ferro ed il fuoco, contro le  fiere felvaggie  e contro i tiranni, i  quali forpaliàvano in crudeltà i più feroci animali; qual foccorfo noh dobbiamo noi fpefare da quello cibo celefie? noi, che nort abbiamo a combattere, che contro noi medefimi e contro  le noftre pafiionì? imperciocché febbene li Demonj entrino fovente nelle nofire battaglie; fe noi abbiamo la forte   di vincere noi ftefii e domare le nofire  pafiìoni f tutti i loro sforzi maggiori noti   fono        D     bei P. Scapoli. ' 21$   fono che terrori ideali 5 eglino refi ano  fenza forza, e fenza potere, e fi ritirano fvergógnati  Or quella vittoria  fopra di noi flelli, e delle noflre paffìoni è d’ordinario antedetto della virtù di quello pane celefle  Se alcuno  tra noi i dice il divoto S Bernardo   tìon fentefi così di fov ente e con tanco vigore àfìalito dai movimenti dell’  ira, dell’ invidia, dell’ impurità, e degli altri vizj, ne renda grazie al facrato Corpo i ed al prezioso Sangue di  Gesù Crifloi imperciocché la virtù di  quello divin Sacramento operi in lui   quelle maraviglie ( MetrCii.v.zl.) In  fatti fe il iolo tocco della velie di Gesù Crillo rifanò una donna già da dodici anni inferma, e travagliata da un  Ando di fangue, che cònfurnató le avea tiittó il fuo patrimònio in rirrtedj  inutili, e in diverli medicamenti incaI  paci à guarirla j le cure de’ quali, più.  crudeli che operative 4 avevano viejv   più inafprito il fuo male, anziché rìfanarló: Più i fe il cingolo di San Pao'  io, e la fola ómbra di San Pietro avevano la forzi di fare delle.guarigioni  miraeolófe, e di recare al corpo una  perfetta fanità; con quanto più di ragione il facrató.corpo di Gesù Crillo,   N 4 che   eh è unito perfoflalmente all’infìrìita pii-  rezza della fantità di Dio, renderà col  fuo facrofànio contattò puro anche il  n offro, e gli imprimerà la fantità rendendolo vittoriofo non folameute di  tutte le fue pacioni, ma facendolo eziandió fervire alle più fublimi funzioni dello fpirito  Tanto fperimentano  coloro, che fi accattano a quello divin  Sacramento con un grartd amore, e cori  le altre difpofizioni neceffarie $ ma lo  fperimencano in una maniera, che ttort  ardirei d’efprimere, avvegnaché altrettanti teftimon; io abbia di quella verità, quante vi fono nel mondo anima  buone, fe non avelli per garante Satl  fiemardo, o chi ha meritato, fi attribuifea a quello fanto Dottore il lumiIlofo trattato de dìgnìtate divini amori s?  ©ve favellando di coloro, che fi comunicano con quelle fante difpofizioni,  afferma, ch’eglino hanno sì gagliardamente debellate e vinte tutte le ribellioni della carrte, ch’ella non ferve più  all’anima fe non di ftromento perdercitare le buone opera Ma tempo è ormai, che difendiamo un poco più al  ‘ dettaglio del nollro allumo,, Io ho protellato nel principio, che  quelli difeorfi, fatti per modo di La   Del Pé S dipoli. il fi v   adone Spirituale da farli in quelli Eièrciz j, non fono, che per ajutare T intelletto e la volontà, che fono le due  potenze della nollr 3 anima, che fo(len-  gono tutto il maflìccio di quello Spirituale Combattimento : imperciocché  tutto il vigore dell' anima da effe dipende, e tutto il loccorfo che cl è lieCeffario, non è che per fortificarle. Ora  il Santo Sacramento deirEuCarillia èd  una virtù ammirabile per quello. effetto. Imperciocché fe la forza dell 3 intelletto tutta Ila polla ne 3 lumi, e nelle cognizioni, elisegli riceve dalfalto:  e fe quella della volontà ne 1 fanti effetti, e ne 3 di vini ardori, di cui ella è  infiammata quando a Dio piace di comunicarle le fue grazie 5 quello divin  Sacramento fa Timo, e T altro. Egli illumina E intelletto. Chiedete ai Santi  più illuminati e fapienti, d onde loro  fieno venute quelle grandi cognizioni,  quelle comunicazioni sì famigliari, quelle profonde intelligenze, che nollro Signore ha loro infufe de 3 fuoi miflerj,  e de 3 fuoi più alti Segreti ? eglino vi  riiponderanno, che ciò è flato dopo la  comunione : perchè il Sol di giulliza  rifedendovi in corpo e in anima, e ritrovando le loro anime pure e trafp   N s ren   f    il6 lì Combatti mento Spirituale  tenti come un criftallo, le ha illuminate, e riempiute de’fuoi fplendori : e  noi pure com’eflì lo próvererrimo, fea  loro efempio vi portammo uno fpirito  ben difpoiloy e un'anima innocente.   Di più égli infiamma la volontà  Per Quello motivo S. EfFrem lo chiama un fuoco: ciò, che T unico Figli  uol di Dio Gesù Crifto noftro Salvatore ha fatto per noi, dice quello Santo Padre, formortta ogni maraviglia,..  e tutt'i nóftri penfieri, eparole, imperciocché febbene noi fi amo veftiti dì  carne, pur egli ci pafce di fuoco e di    ipirito, dandoci da mangiare il fuo  corpo, e da bere il fuo fanjme San  Giovanni Grifoftomo dice, che la bocca di quello che fi comunica è piena  di fuoco' fpiritiiale : e Santa Catterina  da Siena rimirando la fanta oftia nelle  mani del Sacerdote vi vedeva tal volta un’ ardenre fornace capace d’ abbruggiare tutti quelli, che ne fono rifondati, s’accingono con in vinci bil coraggio a grandi imprefe, e s’ avanzano a  palfi di gigante alla perfezione,ed alla fantità : eglinofi rendono formidabili a’Demonj, e fi fan largo per ogni  dove fuperando i maggiori oliaceli nel-et P Scupoli,   Se per tanto vogliamo prevalerci d  tin foccorlo si vantaggiofo, biiogna,  che ci ft udiamo aliai d’accrefcerelanoftra fede il nollra am-ore  la nollra  confidenza verfo Gesù Crillo prefente  nell' Eucariftia  Dobbiamo non celiar  mai di llupirci di sì incomprenfibil misero 9 e rallegrarci di pofieder Gesù .Crillo fotto quelle umili, e dozzinali  fpezie fenza defiderare, eh' egli ci li  dia a vedere ilei corfo di quella vita  fotto altra apparenza. Bifogrta 9 che  ponghiamò tutto il noflro fludio ad infiammare la nollra volontà t colfuo Tanto divino amore. Quella felicità T oc  terremo infallibilmente  fe quando ci  accolliamo a quella fornace cf amore   faremo difpolli a foflrire per GesuCrr-  fio tutti i tormenti 1 tutte le pene', e  tutte le ingiurie, che ci pollano avvenire 5 tutte le infermità, tutt’i difgulli,  e tutte le aridità, con le quali egli fi  compiacerà d’esercitare la nollra fedeltà 5 credendo di aver a fopportar di fovente quelle prove, e ricevendole con  gioja e rendimento dì grazie guardandoci folamente dal darvi occafione per  nollra colpa, ma fuori dì ciò, riponendo tutto il nolìro contento in loffrir quelle cole per amor fuo. Quella   N 6 è la       fta confi iterazioneeccitare nella noftr'  ànima una fingolar confidenza nella lua  bontà; ed in quella deposizione portarci alla facra menfa con ur grandiffimo rifpetto, ed umiltà profondiflhna  Dopo ricevuto il Signore bifogneràraccoglierci interiormente alla fua lauta prelenza; efporgli la nofira fiacchezza i ed impotenza a vincere quella paffione, che vogliamo combattere; damandogli forza ed alTìftenza per que-'  fto affare, e pregarlo a combattere egli  ftefio in noi e con noi.   Finalmente farà duopo chiamare fa  ftefla paflìone alla battaglia, e sfidarla  rintuzzandola con replicati alletti, che  le fieno direttamenEe contrai;; prodiir  ccndo atri della vinù contraria e pra'i a tican   ijò lì Combattimento Spirituale  fcìcando le altre cofe tutte, che accerinate abbiamo in quelli efercizj    Se la pallio ne però folle diSóiiefta,  bisognerebbe fol tanto umiliarci alla  preSenza del hoftro' Signor Gesù Crino, e pregarlo a liberarcene Senza ferivamo col penderò.   Il Frutto del fejlo Giorno    Il frutto di quello giorno dee edere. Primo un coraggio, ed una ferma  collante risoluzione di venire alle pre-, fe co’voftri nemici, Scacciando ogni timore dal voftro cuore, appoggiandovi  ad una lineerà diffidenza di voi ftelfi,  e Sopra una perfetta confidenza in Dio.  Secondo, di non Scorarvi giammai, ancorché vi accada di rilevare varie ferite in quello combattimento. Terzo, d  offervare le regole prescritte npl primo eSerciziO. Quarto, d alTahre prima  di tutto il voftro amor proprio, e procurare di annientarlo [col Suo contrario, vale a dire colf odio di voi fteffoj praticando per ciò fedelmente tutte le iftruzioni, che abbiamo date nel  J Secondo, e terzo eSercizio. Quinto, di  concepire un’odio mortale contro il vii zio dell’ impurità, e contro tutto ciò    eSat     sfattamente quanto fi contiene nel quarto  efercizio. Finalmente il frutto di quello giorno dev eflere, un ardentitfhno  amore verfo noftro Signor Gesù Crifto  prefente nel Santiflimo Sacramento dell’  Eucariftia, riponendo in quell amore  ogni voilra felicità, e al medefirno. indirizzando tutte le voftre divozioni, e  tutti li voftri efercizj.    .,     pine del fejlo Giorno  GIORtTOS Della pace interna necettariflima in  fucilo Spirituale Combattimento.    a..    ESERCIZIO   Che bìfogfta fuggire le inquietudini e  tur bacioni a animo, ed effer '   femore pacifici,   V Orazione preparatoria al lolita.   L   C Onfiderate, che per ben riufdre  v in quello Conibattimentq Spirituale, e per fare notabile progetto neiracquìiiò delle crittiane viridi, dobbiam tener la noftr’ anima cfente da qualunque ferfci di turbaziofle e d' inquietudine, e che a queft' effetto è duopo oflervar ciò, che fegue Bi fogna, come fuol dirii, far la guerra all’ occhio, -cioè ufare una gran vigilanza per difeoprire y e prevedere le  cofe, che cagionar di potrebbono qualche turbamento, affine di metterci in  illato di ributtarle. E fe non ottante  queftq vigilanza lìarrio forprefi da qualche improYifo accidente, di’ ecciti in    Ho! del tuibamento, bifogna flell’illafV  te medefimo tralafciare ogn’altra occufazione pei applicarci unicamente a rimettere in càlma il ndlfo Cuore.   Il motivo per obbligarci a quella  P etica sì importante fi dee cavare di  quella verità: che fin a tanto, che la  pace abiterà nella noilr'anima, faremo  tutto ciò che vorremo con facilità :  laddove tofto, ch'ella anderà lontani  da noi, non faremo più cofa che vaglia, conciofiachè faremo come abba  gliati nel cammino della virtù, e rimarremo efpofti ai colpi de' noftri Hemici  Chiedete t £io quella vigilanza e  quell' attenta providenza, la quale è un  dono, che nofc polliamo avere fe non  fe dalla prefenza dello Spirito Sant-o  in noi.i Chiedetela ancora al vollro Angelo Cullode, e pregatelo di fupplire  alle vollre mancanze, ed a recarvi elfo  medelìmo quello buon’uffìzio.   Il Colloquio con lo Spirito Santo,  il quale vi donerà querfla divina pace  fe voi gliela chiederete per li meriti  infiniti di nollro Signor Gesù CriHa,  e farete diligenti in vegliare fcrpra il  vollfo interno, e fe farete fedeli in  praticare le cofe feguenti. Implorate per queft 5 effetto la grazia dello Spinto Santo. Confìderate, che non v è cofa piu  temuta dal Demonio di quella pace imperciocché ella è come un ritiro o nafcondiglio ove abita là grazia,  e vi fa fua dimora Iddio, che vi opera grandi cofe. Per quetto motivo cadetto Spirito delle tenebre viene di ioVente a ritrovarci fotto buone apparenze, e trasformandoli in Angelo di  luce c'infìrtuà delle opere buone  o ci  da dei buoni defìderj fopracofe ftraordirtarie; ma 1’ inganno di quefte falfe  infpirazioni facilmente fcuoprefi dai loro effetti: conciofìaché ette ci riibbano  la pace del cuore e ci cagionano mille agitazioni, e turbolenze. Per la qual  cofa allorché prevediamo di dover effere motti dà alcuni buoni defìderj   non bilogtfa così pretto accordar loro  ringretto nella noftr Anima, per quanto buoni eglino ci iembtino; ma dobbiamo primieramente prelentàrli a Dio  ipogliandoci d J ogni amore e propria   volontà y confettando la nottra cecità  ed ignoranza, e fupplicartdolo inftante.mente di farci conoscere fe qu etti defide   fiderj vengano da lui, o da! rioflro amor proprio, o s egli Ila il maligno  fpirito che ce li infinua : e per aflìcurarcene bilogna, fe polliamo, ricorrere al giudizio del nodro Padre Spirituale Afficurati elfendo che quelli defiderj derivano da Dio, prima di venirne ali J elocuzione, bifogna mortificare, o moderare Tanfietà e follecitudine della natura; imperciocché un'opera buona preceduta da quella mortificazione è molto più gravedole a Dio,  che fe folle fatta con foverchioardore;  ma convien fare tutti quell' atti placidamente, e fettza violenza : e in tal   guifa allontanando da noi i delìderj non  buoni, e non ricevendo li buoni, che  dopo aver coniultato Dio, ed i noflri  Direttorio e reprelfa la noflra avidità,  e folleci tudine naturale; ci conferveremo lempre tranquilli, e placidi nelnoIlro interno.    Fate cafo di quegli infegnamenti che  Vi difcuqprono gl' inganni, di cui lì ferve lo fpirito maligno per farvi perdere quella preziofa pace. Proponete d  éfler fedele in olfervarli lìce ome eccellenti e necelTariflìmi pel vollro fpi rituale profitto.   v   Il Colloquio Col vollro buon Arige-, lo.       i%é 11 Combanimnio Spirituali  lb, affinch’egli fleflb vi fcuopra le Inèdie del Demonio, e v’inftruifca nell'  óffervanza di quelle pratiche.   III.   C onfidente, che per confervare la  pace del cuore dobbiamo altresì  guardarci da Certi interni rimproveri,  Che ci facciamo da noi medefirni qual'  ora abbiamo mancato d’ eseguire i nollri buoni defiderj. Quelli rimproveri  fembrano venire da Dio, perclr dii ci   awifano di qualche mancamento : potremo adunque conoscerli dai loro effetti. S’eflì ci umiliano; fe ci tengono  quieti; fe ci rendono diligenti a ben  operare; fe ci mantengono nella confidenza, chè dobbiamo avere in Dio 9  efìi vengono da Dio: ma fe ci fCo raggi feo no; fe ci rendono vili  diffidenti,  e pigri a ben operare; principalmente  fe ci portano a peccare d’ ommiflione   dobbiamo conchiuderc francamente   che procedono dallo Spirito maligno  Li proponimenti, ed il Colloquio co  me nella confiderazione precedente. Confiderate, che la perturbazione  del nollro cuore può ancora derivare dall’ avvenimento di cofe contras   rie.       Del P, Scupoli, 2 ? 7   rie. Il rimedio fi è di confiderare, s'  elle fono contrarie alla noftri Anima,  oppure all'amore di noi ftefli, cioè a  dire, alla noltra foddis fazione, o alla  noftr Anima propria. Se elle fono contrarie agii ultimi, ficcome quelli fono  noflri nemici, così non le dobbiamo ricevere come contrarie, ma piuttofto  come favori di Dio, e grazie delfamor fuo; e quindi foftrirk pazientemente, c riceverle con gioja, e rendimento di grazie. Che fe poi elle fono  contrarie alla nolV Anima, come farebbe qualche oftefa di Dio o qualche  mancamento 3 non bifogna perciò perder la pace del cuore, ma diportarci  come abbiamo divifato nel quarto efercizio del fecondo giorno, e come ‘diremo nel quarto di quello. Per le altre, come poch’anzi abbiam detto, la  più ficura è di ringraziarne Iddio, ricevendo il tutto ad occhi chiufi come  provegnente dalla mano di lira amorevole Providenza, che ci difpone con  quelle avvertita alfacquifto de beni,  che non fappiamo, e che fono maggiori e più preziofi di v quello immaginar ci polliamo, e così Sopportarle con  ilarità, e con perfetta raflegnazione al  volere di Dio.   Rin   H Combattimento Spirituale  Ringraziate Dio di quelli lumi 3 proponete d’approfittarvene j -accoftumate  vi a ricever tutto dalla fua mano 3 anche a cavar bene dal male ? ed a fare  di tutte le cofe una pratica di virtù.   Il Colloquio col Voftro buon Angelo. Chiedetegli i luoi lumi per chiaramente difeernere qual de due faranno  contrarie le cofe? che vi accaderanno?  affine di fare una pratica fedele di quelle ignizioni,   ESERCIZIO Continuazione del me defi mo  Argomento,   JJ Orazione preparatoria al folito,   I.   G Onfideratè, che non (blamente dobbiamo edere attenti e vigilanti in  prevedere le cole  che ci poiìono cagionare qualche turbamento 3 ma chs  abbiamo altresì a prevedere le cole   che dobbiam fare o per debito o altrimenti 3 come? pregare? obbedire? umiliarci? foffrir delle ingiurie ec. Imperciocché fa di meftieri ? che damo in  una  continua e fingólar attenzione a  non permettere mai? che il nodro cuore li     r i   S cupoli, 2?q   ? a turbi, nè che s 1 impegni in' Ìofa  alcu m, che gli cagioni deil' inquiecu   r%r?’. no ‘ ro cuore Zia come una.   Que penierì rht  f 5 diicacciando  KavJfn en ’ c e f 1 om entano la tur,   mtte e no£r endoci in ilhto di fare  cucte le noftre azioni con srande inr   na quiete: e febbene non polliamo tut dh noi U non°| I? ? aCqUiftar tanto fopra  raSìo n'n 8na, perciò Perder! di   Peurbazion1 abb3nd ° nirci aIle terne  Vi ?nn ’ ma proc We d' arrivarci ? P oco a P?co. Una Città non lì   V&s Sgz&gj   leverando, fabbricheremo una Caiani  ° a  cft c lo medefimo Io farcia    K& r l °, vogliamftrda'   01 meck ‘ Imi  ma la noto fatica riti feirà     14 ® Il Combattimento Spiritante)  fcira vana, ed inutile. Per la qua co,  fa bi fogna impiegarvi del tempo, camminare a poco a poco, e raffegnarcù alia Providenza di Dio per lo felice efìto, facendo nondimeno dal canto noftro  tutto ciò, che polliamo e faticando con  diligenza per gittarne i fondamenti.   Concepite un gran defìderio della pace del cuore, e della tranquillità interiore. Pregate noftro Signore, eh’ egli  fabbrichi nella noftr’ Anima quefta Citta di pace. Proponete di faticare volentieri dalla voftra parte per gittarne |  fondamenti, li quali impararne nella  feguente confidcrazione.    Il Colloquio con la Saatifllma Vergine  la uale è ftata per eccellenza  quefta Città di pace  in cui Dio ha  fatto fuo foggiorno, ed ha operate  tante, e sì ftupende maraviglie. Rapi  presentatele la voftra brama, ed il bifq  gno, che avete di raffermare quefta pape nella voftr' Anima, acciò fiate capa  ce delle grazie di Dio.   [ll t    f   C Onfiderate, che le fondamenta di  quefta Città di pace altro non fono, che l'Umiltà e la Pazienza; e che  per formarle benfode bifogna sforzarti da principio d'abbracciare le tribolazioni, e le contradizioni con piacere, cd  anche eoa fervore, defiderando defifere  difprezzato da ciafcheduno, e di non  ricevere nè favore, nè confolazione da  alcuno, fuorché da Dio. Bifogna fidare  ciò nel noftro cuore dì maniera, che  Dio lolo fia tutto il noftro bene, é il  noftro unico rifugio, e che tutte le altre cofe ci fieno indifferenti; di maniera che fe addivenga, che ci fia fatto  qualche oltraggio, bilogna efterne ben  contento, e lopportarlo con allegrezza,  credendo per certo, che allora Iddio è  con noi : e perciò non dobbiamo bramare più grande onore, ne ricercar cofa alcuna con maggiore impegno, che  di lotfrire per amor fuo ciò, che gli piacerà. Dobbiamo accoftumarci a godete, quando alcuno ci dice qualche parola ingiuriofa, che ci dileggi, o ci riprenda aframente; concioliachè in quella i everità, e in quelle parole afpre e  pungenti, d' ordinario vi fta nafeofto  un gran teforo; e fe ci riefee di.foffrirle di buon cuore, ben prefto faremo  ricchi fenza che coloro, che ci fanno  quelli regali, le ne avvegano. Non cerchiamo mai alcuno, che ci ami in quefta Yita„ che ci onori  e faccia ftima di   .; ‘ O noi   r L        1   24  ti Combattimento Spirituale  noi; acciò alcuno non ci diflolga dal  patire con Gesù Crifto Crocidilo. Guardiamoci da noi medefimi coinè dal  maggior nemico, che abbiamo 5 non  feguitiamo mai il nollro proprio giudìzio, nè la nollra opinione, nè tampoco vogliamo avvilupparci in infinite  inquietudini. Non Seguitiamo più la  nollra propria volontà, e qualora ella  renda a qualche oggetto avvegnaché  buono, fpogliamoci prima di tutto d’  ogni amor proprio, e così nudo fponghiamolo alla preienza di Dio, pregandolo di fare, che in noi s’adempia  il l'uo Santo volere, e rinunziando al  nollro con la maggiore fincerità, che  ci farà potàbile.   Ringraziate Dio di quelle cognizioni. Concepite una grande Rima di quelle pratiche, poiché col loro mezzo  potete pittare i fodi fondamenti di quella Citta di pace. Proponete efficacemente di porre in ufo quelle pratiche.   Il Colloquio con la Vergine, Trattate con lei dei diffegno, che avete di  fabbricare nella vollr’ Anima quella CiN  tà di pace, e chiedetele la grazia, che  polliate gettarne i più fodi fondamenti con la pratica di tutte le cofe poc  anzi conlìderate.   CON  1         jbel P, Scapoli. ±4   III.      C onfidente la grande filma, che'  dobbiamo avere della noffr’ Anima, poiché Dio Pha creata per farvi  la fua dimota, Ella ci debb’ elfere sì  preziofa, che non dobbiamo |mai permettere, ch’ella s’abballi a cofa alcuna che fia meno di Dio. Tutte le noftre brame, ed i nofiri fofpiri efier devono per la venuta di quefio Signore  nella noftr’ Anima y il quale però non  Vi verrà mai fe non la ritrova fola :  e non ci diamo a credere, ch’egli voglia dirle anche foltanto urta parola alla prelenza di qualche creatura q ualunque ella fia, quando ciò non folle, come può edere, per farle qualche rimprovero. Biiogna, ch’egli la ritrovi fola fenza i fuoi pertfieri, fenza i fuoi  defiderj, fenza i fuoi affètti, e molto  più lenza la fua propria volontà. Bifogna, che la nofir’ Anima fia femprelpog fiata di fe medefima fenza che defideri mai cofa alcuna. Che fe bramiamo qualche cofa, dobbiam farlo in tal  maniera, che fe mai ci accadefie tifito l’oppofto, non ne reftiamo rammaricati ed inquieti, ma anzi così tranquilli  come fe nulla aveflimodefiderato.Que O a fi       244et Combattimento Spirituale  fla e la vera libertà di Spirito -, non  attaccarli ad alcuna cofa. Se offeriamo  la noftr’Anima a Dio così Jdifhccata e  libera, egli opererà in lei grandi maraviglie. Quella folitudine del cuore è  il Gabinetto dell’ Altiflimo, cioè, dov’  egli dà udienza; quell’ è dov’ egli fi  trattiene con confidenza; quello è il  Paradifo, ove lì lafcia vedere e ci li  difvela, affinchè noi gli parliamo; quella è la Terra Santa in cui lì manifefla  nell'ardente Roveto del Tarn or fuo rm$  egli è duopo che noi entriamo in quella terra a piedi nudi, perch’ella è Santa; li piedi fono gli afletti dell’Anima;  perilchè bi fogna, che fieno nudi, e liberi da ogni affetto delle creature. Lalciamo, che i morti attendano a feppellire i loro morti : ritiriamoci nella  terra de’ Viventi, ove quella' felice pa' ce regna nella Città di Dio, che è la  noflr’ Anima.   Raddoppiate la brama, 4 che avete  conceputa di quella pace interna con  la precedente confiderazione. Ammirate la bontà di Dio, che v’ha chiamato, e prelcelto ad una grazia defiderabile cotanto. Umiliatevi fino al centro  del voflro nulla, riconofeendovi indegno di sì eccelfo favore. Rinunziate  ' ad       bel ? Scapoli é 4 f  ad ogni c$f a per giugnere a quella  berrà di fpirito, e per godere di quella pace, che degni ci rende delle gra’  zie di Dio, de’ Tuoi favori, della Ina  famigliarità, e del fuo {Iraordinario ajuto in quello Spirituale Combattimento.   Il Colloquio con la Santifitma Vergine, che ha polleduta quella pace e  tranquillità interna con maggiore perfezione d’ogn'altta creatura, e che meglio d’ogrt’ altro ci può iftruire per ao  quinaria. Chiedetele quella grazia con  umiltà, e confidenza.   ESERCIZIO.   Che per confervare la pace del cuore, hU  fogna guardar fi da un certo telo indi fcreto per la falate del Projfimo    L'Orazione preparatoria al folito.   1     s. f   C Onfiderate, che I amor di Dio e  quello del profilino fono in verità la ftrada ficura del Paradifo, e che  Gesù Crillo ha detto dell’ tino, e dell’  altro ( Lue. 1 2. v. z$. ); Io lono venuto dal Cielo per accendere,un tuoco  divino in Terra; e il mio maggior de O ? fide      $4 6 11 Combattimento Spiri tu file   -fiderio è di vedere, eh 5 euo abbruccl  col fuo ardore tutti cuori. Notate però, che iebbene 1' amor di Dio non  abbia nè limiti nè confini, quello del  profumo ne deve avere; perchè fe non  vi ufiama una certa moderazione, ci  può nuocere grandemente, e potremmo faticando per fai vare gli altri perderci noi medelìmi    Gesù Crillo ha coftituita la carità  del Prollìmo come il fondamento della legge nuova, e di tutta la perfezione Criftianai e per quello motivo egli  ne ha fatto un eiprelfo Commandamento, che chiama fuo per eccellenza, j e  di cui fopra tutti gli altri inculca T cldempimento. In quella virtù, e non in  alcun altra ha egli ripollo il carattere,  che dee diftinguer quelli, che polfederanno veracemente il di lui lpirito, da  quelli, che non I avranno jfe non in  apparenza. Niente di meno dobbiamo  pur amare il noftro profilino in maniera, che la nollr Anima non ne rifenta  punto di difeapito.Rifogna umiliarci  in tutte le noftre azionile cosj conofeeremo quanto polliamo per aiutare il  nollro profilino : e {ebbene fiamo obbligati a dar buon elempio, non bifogna però lare mai cofa alcuna a que   by Goog     bel P. Sctipolt, 247  fio fol fine; attefo che perderemmo li  noftra fatica, e ciò che faremmo, farebbe fenza noftro profitto. Bifogna  fare tutte le cofe fintamente, e come  molli dal fine di piacere a Dio folo,  per adempire la fua fanta volontà, e  per la fua maggior gloria.   Imprimete quelle verità nel voltro  Cuore. Domandate a noftro Signore il  fuo Spirito, e pregatelo, ch’egli accenda quello fuoco divino nella voftr’Anima lenza mefcolanza di fuoco' (tramerò, Ralfodatevi irr una profondiflima  umiltà.Deliberate di non impiegarvi  nella falute del profilino, che per ubbidienza.. Il Colloquio con noftro Signor Gesù Crifto. Concitategli il  defiderio,  che avete, di formarvi fui fuoefempio  nella pratica di quella virtù.   II.   C Onfiderate, che lo zelo della fallite delle noftr’ Anime non ci dee  far perder giammai la interna pace, di  cui parliamo. In verità dobbiamo avere una fete ardente, e un f omino defiderio, che ciafcheduno conofca la verità; che ciafcheduno s inebrj di quefto vi.no, e beva con avidità $ quello   iat  1 &42 11 Cómbattimmto Spirituale  latte r che Dio a tutti offerifce, e dotti  gratuitamente, cioè a dire, dell’ amore  della perfezione Criiliana, eh’ è come  un latte per quelli che incominciano, e  come un vino per quelli, che lono piu  inoltrati: ma fa di niedieri, che quella  V fete, e quella brama provenga dall’ amore, che portiamo a Dio, e non di  uno zelo indifereto. Vi fono infiniti,  che lembrano avere piu di zelo per la  gloria di Dio negli altri, che in fe defili ij Hanno eglino in verità uno zelo di  Dio, ma non è fecondo la di lui faenza: il folo ordine giudo zelo è, che noi  correggiamo noi flefii del noftro prima  di correggere il noftro proflimo, e che  ftabiliamo T onore di Dio in noi prima  di penfare a dabilirjònegli altri. Dio e  quello, che deve piantare quella divina  virtù nella folitudlne della nollr’ Anima, e che ne dee cògliere if frutto,  quando gli farà in grado : A noi non  tocca feminare, bada che prefentiamo  a Dio la nodi’ Anima come una terra  ben coltivata, e monda da ogni affetto  delle creature] Dio fa il tempo, in cui  ha da porvi la femente delle fue grazie,  e quello, in cui dobbiamo rendere il  frutto. Ricordiamoci fempre, che Dici  fol vuole da noi la nollr ‘Anima, e chela   vuo  Tsl P. ScupólL   vuole lìbera da ogni attacco. Doma  moci a lui in quello flato, affinch'egli  operi in noi fecondo il fuo divin beneplacito j e guardiamoci dal fargli alcun oflacolo col noflro libero arbitrio.  Dimoriamo in ripofo lenza alcuna iollecitudine di noi fleffi, fe non di piacere a Dio, afpettando d' efler da lui  condotti al travaglio. Il Padre di famiglia è ufcito di Cafa per cercar operarj : fpogliàmoci d' ogai cura, efol  lecitudine di noi fleffi, e d'ogni affetto di quelle bade terrene cofe, accioc  che egli ci riempia di fe lolo, e ci do  ni ciò, che non avremmo ardito di  peniare. Dimentichiamoci di noi fleffi,  e viva il folo amore di Dio nella notti’ Anima j ma ciò da noi fi faccia fenZa inquietudine. Procuriamo di moderare il noflro zelo e il noflro fervore    affinchè godiamo di Dio in una profonda pace, e la noflr Anima non diffipi il fondo delle file rendite fpiritua  lì, che le è neceflario per fe, indifcretamente impiegandolo a vantaggio degli  altri. Quello fant’ ozio è quello, cne  fa i negozj, e traffica con Dio, e col  di lui mezzo dobbiamo trafficare con  efTo lui per arricchirci. Se vogliamo  efler’ utili al noflro profilino c a noime  Digit ized by Google     Mo 11 Combattimento Spirituale  definii, diamo la noftr’ Anima a Dior  fiaccata da tutte le cofe terrene fenza  alcuna riferva 5 perchè egli è, che fa  il tutto, ed altro non vuole da noi,  fe non che ci umiliamo alla fua prelenza, e gli preferiamo un’Ànima libera, fenza attacco e fenza inclinazione alle cofe della terra, ed anche fenza altro defìderio fuorché quello di piacergli.,   Imprimete bene quelli infegnamenti,'  c quelle maxime nel voftro cuore.' Fate tutto il poiTìbile per regolare a norma delle medefìme il voftro interno.  Implorate a queft’ effetto il lume dello  Spirito Santo r   Il Colloquio col voftro buon Angelo, acciò purghi co’fuoi lumi il voftro  intelletto, e didìpi le tenebre, che vi  potrebbono impedire dai guftare iftruzioni sì foavi, e falutari.   III.   C Onfìderate  che li movimenti di  quello zelo indifcreto, che hanno  taf uni per la fallite dei proilìijno, fono come que’ falli Profeti,  noftro Signore ci avverte di guardarci  dicendo nel Vangelo : Guardatevi bene  da q[ue fai fi Profeti y che vi fi pref emana   con. fon le vefli menta dì man fatti Agnelli mX  internamente fono Lupi rapaci: dalle loro  operazioni e dai loro frutti lì conofcerete  ( Mattb. 7. v, if. ). Infatti i loro frutti fono di lafciar 1 anima piena d’ inquietudine e d’ anfietà : e tutte le cole,  che ci privano di quella pace interna  fotto pretefto di qualfì voglia bene, fono altrettanti fallì Profeti, i quali fotto  la pelle d’ Agnello, cioè a dire, fotto  colore di zelo di procurare lafalute del  prolfimo, sbranano la nollra umiltà come tupirapaci, e ci tolgono quella pace, e interna quiete sì necelfaria a chiunque brama d’ inoltrarli nella perfezione. 1   Quelli moti inconlìderati. fono una  delle principali inlìdie del Demonio per  porci in iicompiglioj per la qual cofa  quanto hanno più d’apparenza di Santità, tanto piu devono effere efaminati  prima della loro accettazione, con politezza, e con uno fpirito ben raflodato.nell’interna quiete e tranquillità. La  pratica più lìcura in quello affare lì è,  che quando quello zelo intemperante e  indiscreto ci farà Sentire nell’ animo i!  pungolo di qualche fpina, e che c’inlìnuerà il filo veleno, cagionandoci qualche turbazione con qualche llraordinaria Sollecitudine fotto il manto' dim bene    i  2 ?t 11 Cotrib&tttmcMo Spir itti ale   He apparente, ci adoperiamo nel medefimo tempo a tutto noltro potere, affinchè quella fpina non palli oltre, cavandola fubito, e ritirandoci in quella Città di pace, come in un -forte ben -ditelo, rilhbilindo il noflro interno, in una  perfetta tranquillità, infognerà far ciò  dolcemente, e lenza alcuna violenza nè  anfietà, confervando la nollr’anima tutta pura a Dio, che abita nel fondo del  nollro cuore, con una retta intenzione  di non volere fe non ciò, che gli piace,  a lui lafciando la cura di fervirfi di -noi,  quando gli piacerà, e nel modo che gli  farà più gradevole. Che fe ci accade di  mancare a quella pratica, non bifogna  perciò turbarli, ma 'umiliarli alla prelenza di Dio, ed imparare dalla fperienza delle noltre mancanze, come diportarci dobbiamo in avvenire, e come  dobbiamo moderare, e regolare il noflro zelo per la lalute del proifimo.   Procurate di conofcere con quale lpirito operate. Non fate mai cofa alcuna  con fretta. Confervate fempre la voltr’  anima in pace in ogni fotta d’impiego.  Conlervatcvi libero, e distaccato da ogni cofa, fe volete godere quella felice  pace, e rendervi capace dello fpirito di  Dio, il quale non dimora mai nelle folkcitudini, e turbolenze  Il  Il Colloquio con noftro Signor Gesti  Grillo. Trattate con lui del defiderio,  che avete di fervirlo nel procurare la  fallite dell' anime; ma ripofatevi in lui,  e nei voftri fuperiori circa f efecuzione.     ESERCIZIO Come dobbiamo diportarci allorché fiamo  caduti in qualche fallo per non perdere  la pace dei cuore, e per ricuperarla f$  r abbiamo perduta,   L’Orazione preparatoria al folito..  .I.  .  perchè per lo piu egli è un orgoglio leg reto, che produce in noi quelle fpine, che ci ftrazìano le vifeere, e  ci pungono in mille guife.  . Il Colloquio con lo Spirito Santo   Pregatelo di diflipare le tenebre del voflro intelletto co’fuoi lumi. Pregatelo ,  d cfler con voi, perchè, come dice 1  Apoftolo, la libertà di fpirito è infeparabile dalla fua prefenza ( i, cor, 3,   V0 1 7, Confiderate donde nafeano tutte quelle inquietudini e tenete per certo eh’ elle vengono principalmente da  ciò, che noi non conofeiamo la nollra  fragilità, e non Tappiamo come dobbiamo trafficare con Dio, con cui dopo ei-,  fer caduti in tutte le immaginabili debolezze, li tratta più facilmente con un  umile ed amoroia converlìone, che con  la triftezza, ed afflizione, che li concepaca pel fallo cominelle Fermandoli foltanto ad dominarlo, Ea contrizione,  che non abbia altro effetto che di turbare il cuore, e riempierlo di fcrupoli,  non condurrà mai un'anima alla perfezione, ma quella bensì, che va con P a giun         7    a $6 II C ombattì mento Spirituale  giunta con una confidenza piacevole i  ed amorofa nella bontà e mifericordia  di Dio. E quella è la ragione, per cui  molti, che tanno flato della vita Spirituale, reflano. Tempre con lo fpirito abbattuto, e ciò perchè mancano di con-, Jìdenza. Stato, a vero dire, compaffionevole, che loro impedilce di renderli capaci delle maggiori grazie, che  Dio aveva lor preparate; e il quale è  cagione, eh' eglino menino una vita  languida, ed inutile: nel che fono veramente degni di compallione, avvegnaché fieno al fommo biafimevoliji  non voler fegiiitare che il loro proprio  capriccio e Èmtafia, in vece dapprofittarfi di quel Talutari avvertimenti, che  conducono un'anima per la.ftrada larga e Tpazioia delle Tubiimi e fode virtudi, alla Criftiana [perfezione, c a  quella preziofa pace, che il nollro Signore ha lafciata in terra. Ciucilo, che  quefti tali tàr debbono, E è 'indirizzarti ai loro Padri lpirituali con un  cuor umile e docile,, e in tutti i loro  dubbj, e Tcrupoli rimetterli interamente al loro giudizio, e dopo aver abbracciato il loro configlio flarfene in  pace, ed in quiete.   Concepite un lineerò, e verace fen.. timen  -1     Del T. Seupolu: ì?-7   tlmeftto della vota fragilità  e debolezza. Imparate a ricorrere a Dio con  confidenza, nè vi lafciate mai vincere  dalla pufillanimità, ma camminate pieno di confidenza alla prefenza di Dio  confervando Tempre la pace del cuore,  e la libertà di fpirito.   Il Colloquio con lo Spirito Santo'  come il precedente.  C Onfiderate come dobbiamo dipor  tarci nei peccati più gravi e maggiori del folito, in cafo che Dio permetteflfe che vicadefilmo, ancorché foffero frequenti, e ciò non per fragilità,  maper malizia. Primieramente non bifogna turbarli  plinto, nè lafciarli predominare dal te-,  dio, amarezza, o inquietudine, nè bifogna trattenerli lungo tempo a confiderare, o Terminare il noftro peccato;  ma devefi ben tofto far matura riflefrione fopra la nota debolezza, e miferia con una profonda umiltà. Dob-'  biamo altresì concepire un.fanri Odiocontro noi ftefii, e in quella difpofizio'  ne rivolgerci amorofamente a Dio, e  dirgli. Mio Dio confefifo d’ aver fatto  ciò, che non mi era in alcun modo per ' P i mef     if il Còmbcttumentò Spirita dé   mcflfo; ma Signore, che potete mai afpettarvi da me altro, che fomiglievoli  iniquità, fe voi non mi fortificate colla vodra grazia? nò certamente Signore io non cefl'arei mai dall’ offendervi  fe loffi sì difgraziato d’edere abbandonato da voi, e fe non vi degnale dì  foftenermi colla vodra Mifericordia, di  cui vi rendo mille ringraziamenti. Defedò, e mi pento del peccato, che ho  commeflb, e ve ne chiedo perdono   Mio Dio fatemi la grazia, che non v'  offenda mai più, c dhe niuna cofa del  Mondo ila capace giammai di feparar mi da voi..    Fatti quedi atti, non bifogna perder  tempo, nè inquietarli penfando, opur  anche temendo, che Dio non ci abbia  perdonato; conciofìachè tali rifleffioni  non fono, che orgoglio, perturbazione, perdita di tempo, e inganni del  Demonio i ma è duopo porci intieramente nelle braccia della fuaMifericordià, e profeguire i nodri Eiercizj come fe non aveffimo punto errato : c  quand’anche ricadeifimo più volte nel  liiedefimo peccato, dovredimo fempre  ritornare al medefimo Efercizio la feconda, la terza, e 1’ ultima volta con  la fteffo coraggio, e la medefima con   fiden fetenza delia prima j perchè ciò facendo venghiamo ad onorare di più la  bontà di Dio, di teui fiain tenuti ad  avere un altiflìma idea èfenti mento   fermamente credendo, che egli è infinitamente buono, e che la fua pietà r  e milericordia verfo di noi infinitamente è più grande di quello immaginare  e penfare polliamo.  . In tal maniera diportandoci ufei rem®  dal noftro peccato con gran profitto r  ricavando da quella efperienza una chiara cognizione della noftramiferia, atv  ballandoci ed umiliandoci avanti a Dio  riconofcertdo la fila Mifericordia amandola, lodandola, ed efaltandola inceffantemente : e con quelli atti riforge.  remo con Tajuto di Dio dal nollropec  cato, e faliremo più in alto, che donde fiamo caduti, fe ogni volta li faremo come fi deve.   Quell’ filerei zio è egualmente gradevole a Dio, e formidabile a Satanalfo,  iL quale niente lafcia intentato perrenderci.neghiteli e tardi a praticarlo, o  per diftogliercene : e pure egli è di  tanta, c sì grande importanza, che  quanto più V 3 abbiamo di difficoltà, o  di ripugnanza, della fua Bontà, e un lìcuro fegno della fila prefenza nelle nollr’ Anime.   L’Obblazione. Offeritevi a Dio co  tin Santo delìderro d’ offervar fedelmente tutte le iftruzioni, che abbiamo notate in quelli quattro Efercizj pdr confervare la pace del cuore e fare della  nollr’ Anima una Città di pace, in cui  Dio fi compiaccia d’ abitare, rifolvendovi a quell’eletto di non ammettere  giammai nel voflro cuore alcun pensiero, folleeitudine, fcrupolo, fuggeflione del Demonio, o movimento del voflro pravo appetito, che pollano cagionarvi il menomo turbamento. E fé per  infermità, o per altro accoglielle alcuna di quelle cofe, o altre capaci a re  y carvi la menoma inquietudine, sforzatevi di difcacciarle con tutta la diligenza, promettendo di fcrvire a Dio  con la maggior libertà di fpirito, che  vi farà potàbile, e offerendovi a lui  per quello effetto. La lezione Spirituale pel fettimo  Giorno.   V v   Che biffanti conferva la pace del mere  nelle pene interne j il che et fommìntftra  uri altro foccorfo import antì filmò inattefio Spirituale Combattimento.   V  .   D io non lafcia mai cT efercitare Coloro, che feorge portati da un  fante, e generoio dedderio d’ avanzarli  nella perfezione Cri diana, e nellacquifto delle Virtù per renderli degni delle  fue grazie, e della fua famigliarità. Per  quello motivo egli li efercita mediante mente e nel! interno, e al di fuori $  per il che dobbiamo continuamente dare in guardia del nodro cuore per confervado Tempre tranquillo in prezzo di  tutte quede prove.   Quando noi faremo impegnati nella  travagli ola carriera della Virtù,. di dovente ci accaderà di, lentirci agitati, e  privi di queda Tanta e felice tranquillità  di cui trattiamo, e dai varj movimenti  del nodro cuore fi follevetà come una.  polvere, che ci farà importuna nei nodri Combattimenti, e fpirituali Efercizj..  Dobbiamo però credere con certezza  che Iddio permette quede cofe per lo . P 6 no-, ' 16 11 Combattimento tyirìtuttlé   noftro maggior bene. Bifogna ricordar'  ci, che quella è la Guerra, in cui li  Santi hanno raccolte lepalme, e gli  allori, de’ quali fono Itati coronati, e   ed è certi (Timo, ch‘, egli non riporterebbe mai vittoria Sopra di noi, fe fofiimo così felici di  eonfervare quella preziofa paceinmez. zo d’ogni forca d’accidenti, come al  biamo detto..     T)d i Scapoli. 177      7 Frutto del Giorno. Il frutto di quella giornata debb’effere. Primo, una gran diligenza in prevedere tutto ciò, che potrà cagionarvi del turbamento ed inquietudine, o  qualch’ altra interna pena, alfine di non  accettarlo in alcuna maniera, o in calo l’abbiate ammeifo nel voltro cuore  per di (cacciamelo incontanente. Secondo, di non abbracciare ne anche i buoni defiderj, :fe non dopo t un diligente  fcfame s’ elfi provengano da Dio, ed  ammettendoli come tali, di mortificare primieramente l'ardore e la follccitudine, che potrefte avere per eleguirli. Terzo di non afcoltare punto i rimorfi, e le riprensioni interne, le quali, vi cagioneranno dell’inquietudine, c  abbatteranno la voftra confidenza. Quarto di non ammettere punto, ne fomentare l’interno rammarico, allora quando le cole non vi riusciranno fecondo  le v olire brame, e ripugneranno alvoflro amor proprio, e Secreto orgoglio.  Quinto d’ applicarvi all’ acquifto della  pace interna con pazienza e perfeveranza, con la pratica dei precetti contenuti nei tre primi tefercizj, facendo tutto il poffibile per guadagnare ogni  giorno qualche cofa {opra voi fteflb,  e il tutto afpettando dalla bontà di  Dio, il quale debb’ egli fletto fabbricare quella città di pace nella voto'  anima. Seflo d' applicarvi dal canto voftro a gittare i fondamenti di quella  città di pace, che fono Y umiltà, e la  pazienza con Y amore delle umiliazioni, dei difpreggi, e di tutto ciò, che  potrà fervire a mortificare le vottre palloni, imperciocché la vera pace è quella, che nafce nell anima per quello  mezzo. Settimo d’avere una gran cura  di conservare la vollr anima pura, e  libera d’ogni affetto alle creature, e  ila tutto ciò, che non è Dio, affinch’  egli vi faccia il fuo foggiorno, e la  riempia dei fuoi doni, e delle fue grafie, che fono infeparabili dal vantaggio di lua prefenza. Ottavo di moderare il vofiro zelo per la fallite del    proffimp confettandovi, e riconoicendovi per un fervo inutile, e non intraprendendo alcuna cofa che lo riguardi, che pel puro fine delfonore e della gloria di Dio, confervandovi fem  pre Ubero e tranquillo, ne pretendendo altro frutto dalle voftre fatiche,  he Y adempimento dei divino volere.   ' i Nc  i    r    Dèi P. § cut oli, ±y$   Hono di praticare fedelmente ciò, che  abbiam detto nel quarto. Efercizio in  calo, che cadiate in qualche peccato  per fragilità v o altramente. Finalmente di raccogliere il deli ziofo frutto della pace del cuore, diportandovi nelle  aridità, ed altre pene interne nella maniera, che abbiamo accennata nella Lezione Spirituale. Tini dèi fettimo Giorno  ' -.,   Confiderate, che non bifogna mai  trafeendere alcuna occafìone di praticare la virtù, ne allontanarci dalle cole contrarie, che polfono Servire a queft  effetto 5 per cagion d’efempio, defiderando d’acquiftar la pazienza, non bifogna allontanarci da quelle perfone,  da quelle azioni, e da quei penfieri medéfimi, che ci cagionano deirimpazienza. Bifogna converfare indifferentementé cori eiaftheduno, ancorché ne riceviamo della noja, ed averfempre la volontà pronta, e difpofta a foffrire tutto  C V: T '.ciò.    3     Del P. Scupoli     Ciò 5 che ci farà contrario 5 perchè fa-'  cencio altri mente non fapremmo accostumarci alla pazienza, di maniera che,  fe per efempio, qualche occupazione  ci dil'piace o per fe ftefla, o per rapporto a quello che ce 1 ha addogata   o perchè ella ci diltoglie dal farequalch altra cola che ci farebbe più gradevole, non biiogna per quello lafciar d.  intraprenderla o di terminarla, non oftante Tinquietudine che vi potremmo  fentire, e il ripofo e la quiete, che  ne provareflimo in lalciandola, perchè  quella quiete non farebbe già quiete  d’un animo, purgato dalla palfione, e  di virtudi adorno. Lo llelTo è dei pensieri, che ci inquietano e travagliano'.  lo fpirito, i quali perciò non dobbiamo difcacciare da noi, imperciocché  colla pena che ci recano, ci avvezzano ad efercitar la pazienza, e a tollerare noi fleilìj e fe faceffimo altamente, ciò farebbe fuggire la fatica ed il  travaglio, non dil'porci ad acquistar la  virtù. Egli è vero però, che i principianti devono in ciò ufare gran prudenza, ora prefentandolì alle occanóni,  e poi tallora allontanandotene, fecondo che avranno più, o meno di virtù..  Non biiogna però mai rivolgere affati R l 50     294 U Combattimento Spirituale  to le fpalle, e fuggire tutte le occafioni di contrarietà, mentre che ciò ci  renderebbe piu fiacchi per le occafioni  Tegnenti Non pretendiamo però di parlare qui del yizio dell’ impurità, perchè} ficcome detto abbiamo a luo luogo, fi debb’ egli combattere in una maniera del tutto differente   Arroflitevi della voftra codardia. Pentitevi d’aver perduti tanti meriti e fante attuazioni,' che avrefte potuto acquiftare, fe avefte abbracciate le occafioni di fare degli atti di virtù quand  effe fi fono prefentate. Rifolvetevi d  abbracciarle generolamente in avvenire,,  non oftante tutte le ripugnanze, che  vi polliate ritrovare.   Il Colloquio col voftro buon Angelo 5 efponetegli la voftra debolezza.  Rapprefentategli il bifogno, che avete  della fua afliftenza per applicarvi generofamente a ciò, eh è più malagevole,  e più afpro neJT acquifto della virtù.   CCNSIDEK AZIONE. N On oftante ciò, che poc’anzi abbiamo detto per i deboli, e per  quelli che incominciano, confiderate   che non folamente non dobbiamo fuggir le occafioni, ma che dobbiamo ab... brac   byGoc    ; Del P. Scapoli..'.  tracciarle generoi'amente rodo eh effe  fi prefentano, e che dobbiamo quelle  tener più care, che fono le più difguItole ai nodri fenfi, effendo le occafio-.  ni li mezzi proporzionati, cd anche neceffarj per acquidar le virtù; talmente  x che allora quando domandiamo le virtù  chiediamo altresì le occalioni per  acquiftarle; altri mente ia no h a Orazione li contradirebbe, e farebbe un per,  dere il tempo il pretendere di diventar  virtuofo in altra maniera. Iddio qo$  dà la pazienza fenza le 'tribolazioni t  ne Y umiltà fenza i difpregi, Cosìque e di tutte le più nere malizie o ingra 4   fitudini, che pollano efier ufate contro  4 di voi.   Il Colloquio col vollro buon' Ange   R l 1.    Jo. Pregatelo, eh 3 egli vi raflodiinuiu  sì generofa rifoluzione, e che accrefca  il volito coraggio colle fue ifpirazioni, e con i fuoi lumi. ESERCIZIO  .  s   Che non bì fogna punto determinare il tempo  che dobbiamo impiegare nell   ac qui fio delle virtudi    L’Orazione preparatoria al folito,  I.    r ,   C Onfiderate, che non dobbiamo preferì vere il tempo da impiegarli nella pratica di ciafcheduna virtù per acquiflare V abito, e che s quefto tempo fi  deve regolare fecondo il bi fogno di  ciafcheduno in particolare, e principalmente fecondo i progredì, che fe ae  fanno. Egli è vero però, che fe vi fi  applichi a dovere, e fi pratichi fedelmente tuttqciò  che fi deve a quello  effetto, fi farà molto cammino in poco tempo 5 e avvegnaché non fi s 3 avvegga di quello progreffo, fidevenon  dimeno profeguir fgiripre i fuoi eferci4 con. gran coraggio, e lineerà confidenza in Dio, il quale ben fa ciò che  ci è wceiforiQ, c quando, e come egli  -debba farci godere il frutto de' noiìtfi  travagl;. :   Considerate, che polliamo giudicare  del progreflo, che abbiam fatto nella  virtù, dalia maggiore o minore contradizione, che {offriamo nella parte  inferiore in produrre gli atti della virtù, imperciocché, quanto più quella  parte perde le file forze, tanto più  convien credere, che la parte fuperiore la fuperi, e fi faccia vieppiù forte  e robuila j talmente che non fentendo  punto di contradizione, ne di repugnanza nella parte inferiore anche negli affliti improviiì ed impehfati, egli è uft  fegno, che fi è acquieta la virtù; e  quanto più le noflre -azioni faranno accompagnate da prontezza, ed allegrezza di fpirito, tanto più potremo eredere d'aver approfittato in quello efercizio   ri;   Un’altro indìzio certiflfimo fi è, 'àU  forche neli'ariditò, t nelle tenebre de!   anima non trala feiamó 1 di continuare  coraggkfamente fi ftofiri efercizj, quantunque fiaixio privi delle fpiritiiali dolcezze, e forno in una inezie di lar  'gui dezza nel noflro interno,   -'‘Fate gran sconto di quelle iflriizioni. Bramate ardentemente di gìtignére  R      fo® Il Combatti Mento Spirituale  a quello felice flato, in cui polliate far  gli atti di virtù lenza alcun contrailo      r     &eljle armi, che ci fono necejfarie rnque  fio Spirituale Combattimento : che l orazione è come C Ar fienai e  in cui tjfie fi  ritrovano, e ielle iifpofìzÀoni, con le  quali bi fogna pregare %      A Sbiam detto, ne! quarto efermio  del prmo giorno, che ikcome  entriamo in quefto Mondo come in un  campo chiufo, in cui è duopo neceffariamentc combattere, cosi dobbiamo  Tempre tener preparata il noffro ’fpiri to, e come fulL armi contr 1 ogni forra  di nemici : e poiché non ci poliamo  afpettare dalla corruzione della nollra  natura, dall 3 invidia dei Demon;, e dalla malizia degli Uomini, che continue  iorprefe; dobbiamo Tempre camminare  ben muniti, e ben 3 armati ad dempio  di coloro che viaggiano in paefe nemico.   Al      Del P. Scapoli.    Abbiam detto ancora nel mede fimo  luogo, che la refiftenza, e la violenza  fono le prime armi, di cui bifogna fervirfi; ma non abbiam per anche aperto l’Arfenale, ove fono tutte quelle, che ci fono neceflarie, Quell' Arfenale  non è altro, che f Orazione, la qual  è £ome la Torre di Davidde, da cui  permOtio mille Usberghi, e militari infegqè ed in cui ritrovanfi tutte le armi recedane per quefto Spirituale Combatti fifento.   Noi ritroviamo nelle facrc Carte   che T Orazione viene paragonata ad  uno feudo, e ad una Spada; che Iddio  fi fa prefente alle noftre orazioni. e  eh egli dello è quefto Scudo e quella  Spada pel foccorfo, che ci apprefta J  di maniera che 1' orazione è propriamente come un'Arfenale del Cielo, in  cui ritrovanfi quelle armi femprevittoriofe, poich'ella ha quella virtù di renderci Dio prefente, e di trarlo al. noftro foccorfo. Non v'è altra nazione,  per gloriofa e florida, ch'ella fia, cui  polla daifi vanto d' aver sì vicini, e  propi?; i fuoi Dei, come a noi è vicino il nollro, e favorevole alle noftre  preghiere: così diceva Mosè al fuo Popolo per animarlo concio coloro che   V. . ‘, oc   3 04 H Cómbattìmtnto Spirituale  occupavano la Terra, che Dio prOrrtef  fa gli avea. ( Deut, 4. v, 7. ). Così  quando noi preghiamo, avvegnaché  ' non veggiamo alcuno, ne alcuno ci ri f ponda, Dio però è prefente perdonarci Tajuto che c'è necelfario. QuaTorat  farete nella battaglia, dice Ifaia, invocherete il Signore, ed egli vi afcólterà, e vi farà conofcere, che VI affili©  con la fua prefenza ( if, ?8. v, y. )   anzi ch'egli llelfo lìa il tuo feudo, e  la tua fpada, e quello, che riporta tilt-'  ti i tuoi trionfi ? ( Deut, 13, 1$, )   Quelle parole ci danno chiaramente a   conofcere, che T orazione è un A r feriale, in cui ritroviamo le armi, chea,  iono necelTarie in quello Spirituale Coirti  battimento, le quali non fon' altro,  she Tajuto dà Dio, che fi a prp lenta  .?0 che Dio è in fe medesimo, la fua grandezza, la fua potenza,  la fua maeftà, la fua bontà, e T altre  fee perfezioni, che lo rendono infinitamente degno &' eSfer fervito, e odorato. Bifogna altresì considerare ciò,  ch'egii ha fatto per noi, e fin dove  egli 5' è abballato per lo Spazio di trentatre anni, com' egli ha fanate le putride cancrene de.noSlri peccati non  con oglio, o vino, come il Samaritano dell' Evangelio, ma col fuo preziofo Sangue, ch'egli ha verfato da tutte le Vene del fuo Corpo a colpì di  battiture, di Spine che gli traffi fiero  il Capo, di Chiodi che gli trapalarono e mani e piedi, e di Lancia, che  gli fquarciò il facrato fuo Seno. Finalmente bi fogna considerare quanto ancora intereSTar ci debba il vantaggio  che riportammo dal fervir Dio in verità e con fincerìtà di cuore  poiché  per quello mezzo trionfaremo di noi  Stelli, del Mondo, e del Demonio, 4  diverremo figliuoli di Dio, L     by Gool     Del P. Scapoli. ?07   % La feconda difpofizione è d'avere'  ufia fede viva, ed una perfetta confidenza, che Dio ci donerà Scuramente  tutto ciò, che ci,è neceflario pel fuo  fervizio, e per lo noftro bene, Quella  fiducia è il Va fa, che la mifericordia  di Dio riempie del teforo delle fue  grazie, e quanto farà egli ampio e capace, tantopiù in abbondanza la nolira orazione otterrà lì doni di Dio;  imperciocché qual apparenza evvi mai,  che un Dio onnipotente, d' una bontà  infinita, e fempre 'Uguale a fe fteffo,  ricufi di compartirci i fuoì doni e le  fue grazie, s'egli (ledo c'invita, e ci  follecita a domandargliele? e c aflicuraancora, eh' egli ci darà lo fpirito dei  fuo divino Unigenito, acciocché pofliamo pregarlo con maggior fiducia   purché noi glielo chiediamo con pro  fonda umiltà?   La terza difpofizione è di portarli  adorazione con un fermo proponimento di fare la volontà di Dio., e non la  noftra, fia nell' atto del chiedere, fia  nella premura d‘ ottenere ciò che chiediamo, applicandoci a pregare perché  Dio lo vuole, e bramando d a efiere  efauditi per la medefima ragione. In  %u;te le polire preghiere dobbiamo ave  Digìtized by Google     J08 II Combattimento Spiri tu al e  te quello fine generale, d'unire e conformare la noto volontà a quella di  Dio, e non pretender mai di far piegare la fua alla noto : imperciocché  eirendo queda infetta e corrotta dall  amor proprio, di fovente s inganna in  ciò, che domanda, laddove quella è  Tempre Tanta, e giuda, e d’uha bontà  ineffabile, che non può errare giammai,  ond'efler deve la regola di tutt i noftri defiderj, e noi dobbiam feguitarla,  e con formarvi ci, e fottometterci in tutte le cole di maniera, che quando domandiam qualche grazia, e dubitiamo  fc fia giuda il divino volere, dobbiam  chiederla con condizione, e non volerla, ne bramarla fe non in quanto ella  fia conforme al Tuo divin beneplacito   E per le cole, che Tappiamo elTer fua  volontà, che gliele chiediamo, dobbiamo defiderarle e domandargliele perla  jtiedefima ragione, e non per la noto  foddisfazione, ne per alcun fine, che  torni in noftro vantaggio, bcnch ella  fia buona, ed anche Tanta.   La quarta difpofizione è, che bifogna andare all’ orazione con opere cor-'  tifpondenti alle richiede, che gli vagliamo fare, e-dopo 1 orazione dobbiamo diportarci in maniera, che cir   r'    r     by Godale    T)el P. Scupoli. $09   rendiamo degni delle grazie, che gl!  abbiamo richiede.   L 3 Efercizio della mortificazione debb  eflere talmente congionto con quello f  dell orazione, che 1 uno e 1 altro fi  raggirino infìeme come in un perpetuo  circolo, altrimenti fenell J oraz ione chiediamo la virtù fenza porci in iftato dì  acquiftarla con la mortificazione, egli  è più todo tentar Iddio, che pregarlo  in ifpirito, e verità. Ciò deve recarci  un Santo timore, perchè come dice Y  Apoltolo, non bi fogna burlarli di Dio  ( Gai. v. 7. )   Bifogna ancora, che le noflre preghiere fieno più di foventc precedute  da umilifiimi ringraziamenti per li benefizi, che abbiamo ricevuti da Dio,  pregandolo filantemente, che giacche    gli ha fatto tante e fi gran cofe per  i noi, non ci voglia negare una nuova  i grazia, che fiamo per chiedergli, e che  : non abbia riguardo alle noflre mancan3 ze, e ingratitudini. Bifogna altresì fup plicarlo per ciò, che è in fe medefi ► rao, per li meriti del fuo Unigenito,    per quelli della Santfifima Vergine e   ► de Santi, e finalmente per 1 adempimento di fue promeiTe, perchè ci con :i ceda la grazia, che gli domandiamo.    La       2 io 11 Combattimento Spirituale  ’ ' La quinta difpofizione è la perfeve-’  ranza. Ella debb’ edere sì collante, che  per quanto Iddio ritardi ad accordarci  ciò che gli chiediamo, c rafTembri ancora d J avvinarci con mille fegni contrari, che non vuol farcela, non perciò dobbiamo mai ceflare dal pregarlo,  anzi quanto più ci lembra, eh’ egli ci  xicufi, più dobbiamo compiacerci in  quella umiliazione, ed acc re licere la nolira confidenza nella di lui bontà infinita; e tanto più èli faremo gradevoli y quanto più co-lami, e pieni di confidenza nelle nofire maggiori defolazioni.   La feda difpofizione è la gratitudP  ne.. Noi dobbiamo tempre tributare a  Dio umili rendimenti di grazie nel fine della no'.fra orazione, e riconofcerlo ugualmente pieno di fapienza, e d  amore per noi, fia, che ci conceda,  fia, che ci neghi le grazie, che gli’  chiediamo, restando tempre tranquilli,  e contenti con una perfetta, ed immutabile -fommiflione ai decreti adorabili  della fua divina providenza; E quando  piacerà a Dio d'efaudire le noftre orazioni, e di compartirci i fuoi favori,  bi fognerà ringraziamelo „ come ancora'  di tutte le vittorie che riporteremo, di 1  M ‘   tut.  r t    tutù gli atti di virtù, e di tutte le buo-  ne opere, che faremo.   Per eccitarci a queft’ umile riconoicenza biibgna fervirci delle feguenti  connderazioni...    Primieramente bìfogna ponderare il;  fine, che muove Iddio a compartirci le  due grazie, conciofiache da quella confiderazione dipende il vero fpirito di  gratitudine,.  . P ?e, fi prefigge in tutt   i luoi benefizi e la tua. gloria, ed il  note) vantaggio per obbligarci ad amar-,  lo, ed a fervido. E'duopo pertanto in  primo luògo confiderare oon qual potenza, con qual fapìetiza, e bontà Iddro n comunichi le fue grazie, ed in  lecondo luogo, che non v è cofa in  noi, che abbia potuto rendercene definii perilchè dobbiamo contenderci ah  la.fua prefenza, ed entrare in una proronda ammirazione della tua bontà ai  noiho riguardo, poiché noi altro non  uamo àgi occhi fùoi, che mi-feria e  quindi poi -benedire il fuo fanto nome,e diicendere m copi oh -, ed umili rin-  graziamene, Secondariamente Veggenti 0 ciò., die Dio da noi pretende co'  fuorbenefizj, che non è altro-, fe non  che i amiamo i'onpriamo, ehjfervia-   mo.    r     7? j    5 1 1 11 Combattimento Spirituale   mo, a tutto notlro potere, bifogna ecdj  tare in noi un ardente brama di farlo,  ed offerirci a lui per queft’ effetto.   Queff è la fettìma aifpofizione, che  corona tutte P altre, ed eccone la pratica. :; '   Per fare a Dio un’offerta di noifteffì che gii fi a grata, fa di meftieri, eh  ella abbia due condizioni; la prima è  r unione della nostra offerta a quella  di Gesù Cri lo; la ieconda è, che la  nofaa yolontà fia interamente fpogliata  d J ogni fletto, e d 1 ogni attacco alle  creature.   l :,   v Per la prima condizione fi deve fupporre, che mentre Gesù Cri lo viveva  l'opra la terra, faceva un continuo Sacrifizio all’ Eterno fuo Padre non folamente di fe iltffo, di tutte le fue azioni, di tutt’i fuoi patimenti, ma ancora  dei no tri, che avea perfettamente prefenti. Noi dobbiamo adunque unire le  no tre offerte alle fue, ed ancora non  dobbiamo far altro che una fieffa offerta con lui, nafcondendoci dentro il fuo  cuore con tutto ciò che offerir gli vogliamo, e facendo la noftra offerta nel  luo cuore, e col fuo cuore divino.   Per la feconda, conviene ben efaminare prima di fare la noib offerta, fe    )    W  la noftra volontà abbia qualche attacco  alle creature i perchè ciò e (Tendo, bi fogna prima ricorrere a Dio, e predarlo  ad affiderei con la Tua grazia ed il Tuo '  fpirìto, e di darci forza per rompere  quello legame: impercioccnè fe noi damo attaccati alle creature, offerendoci  in cotal guifa a Dio, gli offeriamo ciò,  che non è noftro, ma d'altri, e quindi proviene, che te noftre offerte fono  il più delle volte Rifiutate, e a noi ritornano fenza frutto  e Dio permette  ancora, che di fovente cadiamo in gravi mancamenti in pena della noftra infedeltà, e pel pocorifpetto e riverenza, che abbiamo della Tua adorabile  maeftà nelle noftre preghiere.   Noi veramente polliamo offerirci a  lui nello dato in cui ci troviamo, con  tatti noftri attacchi e con tutte le nolire imperfezioni, ma dobbkun farlo,  perchè fi muova à pietà della noftra  liuteria, pregandolo ad affiderei colla  iua grazia perchè ci lpogliamo interamente d'ogni affetto difordinato -alle  creature, ed a noi medefimi. Per fare  un 1 offerta che gli fii gradita, nondob   1.     a cui dobbiamo raflegnarci perfettamente, ponendo in obblio le creature, e  non avendo che lui avanti gli occhi -,  per confettarci a lui in [perpetuò olocaufto. '. ' ’   Di quella pratica dobbiamo far’ ufo  principalmente nel tempo delle avverata, e fe fedelmente la adempiremo,  ne raccoglieremo un frutto inetti inabile i noi faremo interamente di Dio, e  Dio farà tutto di noi, eflendoegli tutto di quelli che fi fiaccano dalle Creature e da fe medefimi, e che fi danno  pienamente a lui. Coietto perfetto difiacco è un mezzo pouentittìmo per vincere i nottri nemici; imperciocché, che  non puote colui, il quale altro piu non  è, che una co fi medesima con Dio, e  qual potènza potrà giammai nuocere  dii è' come trasformato in Dìo?   Quelli che faranno le loro orazioni  con tutte quelle difpofizioni', vi ritroveranno, come im un’Arfenale del Cielo, le armi offenfive e difenfive, che  ' fono neceflarie in quello Spirituale Conibattimenti.     Del P. Scapoli . 31 S'   1 t   X 1,      Frutto del £ ottavo Giorno   I L frutto di quella giornata debb’ effere. Primo 5 di ridurre tutt’i voftri  Eterei zj Spirituali a combattere le vollre paflloni, ed a praticare le virtù crix  ftiane. Secondo 5 d’ ufare una gran discretezza nella pratica delle virtù efleriori non facendo co fa, che col configlio, e con la direzione del Confeflbre, ficcoirie detto abbiamo nella terza  confiderazione del primo eierc i zio. Irzj  di non limitar punto il tempo, che  dovete impiegare nell acquilo d’ una  virtù, ma di rieoininciaróogfti giorno  di nupvo fenza fermarvi giammai nel  volilo cammino „quafi folle lìcurì d'aver  acquiilata la virtù a cui afpirate, e perciò traforando d’ approfittarvi delle 00cafioni, che fi presentano benché leggiere, Quarto', d’abbracciar cortamore  tutte le occafioni, che li prefeuteranno  per praticar le virtù, e particolarmente,k più ardue, e malagevoli. Quinto',  d’applicare il volilo cuore all acquifto  delle virtudi, e d’indirizzare a quella  mira tutte le voftre azioni  e tutte le  voflre occupazioni. Sejlo ', di praticare  tutte le virtù, ma d’ intraprenderle una   S 2 dopo       3 16 11 Combattimento Spirituale  dopo T altra, e di travagliare al loro  acquifto  facendo fervire alla pratica  della virtù, che vi farete propofto d'  acquifere, tuttociò che farete, e tutte  le occafìoni, che fi prefenteranno, avvegnaché differenti fra di loro. Settimo;  di fare ciafcun atto di virtù con tutta  la perfezione, che vi farà potàbile. Ornon intepidirvi giammai, o dare addietro, ma di perfeverare collantemente non ofenti le difficoltà, che  potrete incontrare. Nono; d’ andar incontr o alle occafìoni non folamentecon  gran coraggio e ferma rifoluzione, ma  altresì con prudenza praticando efattamente ciò, che abbiamo accennato nel  terzo efercizio. Decimo j di non creder  mai d J aver acquifeta perfettamente una  virtù per qualunque facilità, che v'abbiate nel praticarla, ma di condurvi in  maniera, come le incomincìafte ogni  giorno, diffidando Tempre più di voi  j.o ’ e mantenendovi in una profonditàma umiltà. Un&ecimoy finalmente di   ar gran conto dell'orazione, e porvi  nelle difpofizioni, che abbiamo eipofle  nella Lezione Spirituale, fe volete ora  re utilmente,. e con profitto       Uno dell' ottavo Giorno  v w |MO     I     $17 f   NONO giorno;.   Degli artifizj, de quali fi ferve i!  Demonio in quello Spirituale   Combattimento.,,   ESERCIZIO.  rima sbrigarmi da quella  affare, e poi da un’altro, Quella parola non è certamente da Uomo che te  me Iddio, ma da Uomo che diilìmulà  il fuo male, che il sforza d’ingannarfi  e di nascondere a fe Hello la Tua prò-  pria mi feria. Oh verità llravagante i  Oh diabolico inganno, che ne ha perdei? e ne perde mohiflimi ogni giorno i   i       I   3 a 11 Combattimento Spirituale' no ! come fe in un’ affare sì importane  te, in cui fi tratta della falute dell'anima per un’Eternità ed anche dell’onore di Dio, non fofTe anzi meglio, e  neceffario il dire, adeffo, fubito, al  momento. O quale floltezza il differire dì tal maniera 1 poiché quella dilazione nori ci ferve ad altro, chea moltiplicare i noftri peccati, che a farci  cadere in più gravi difordini  e vieppiù allontanare da noi la grazia, che  ci farebbe neceffaria per liberarci dalle  noflre colpe; e ciò, che è ancora piu  fpaventevole, poiché quella dilazione  non ferve’, che a compiere’ la nollra  mifùra, mentre 1 abito che fi contrae  nel male, fi fa preffo che invincibile,  e come una feconda natura per la perfeveranza., ' V    Abbiate compatimento' della cecità  di coloro, i quali ufano quelle dilazióni. Pregate Iddio, che faccia loro  fconofcere il pericolo in cui fono, e loto’ dilveli la malizia, e gli inganni def  Demonio. Il Colloquio con lo Spirito Santo;  chiedetegli le medeme cofe per quelle  povere anime accecate. Confiderate, che il rimedio aquefta  infermità è una pronta obbedienza alle divine ispirazioni, non folamente per deliberare ? ma altresì per  efeguire, imperciocché qui fi tratta deli  efecuzione, e non folamente dei buoni proponiménti  i quali non fono che  lufinghe e paffatempi, fe non fieno, fé-,  guitati daireflrettos altri mente, egli èun lafciare Tempre luogo alla tentazione, la quale facendoci così differire la,  noftra.converfione, infenfibilmente ci.  conduce nell eterna noftra.condannar  jgione. ' '   Fate ftima di quefto rimedio. Proponetelo a coloro, che ne avranno  duopo. tifatelo per voi, affine diufeire dalle voftre imperfezioni,.   Il Colloquio con Io Spirito Santo,.  ficcome quegli, che opera lagiuftifìcazione, e la fantificazione delP anime „  Implorate la di lui aflìftenza per F a-,  riempimento dei voftri buoni proponimenti.     I         $4 il Combattimento Spirituale   ESERCIZIO.   jftolle arti che ufa il demonio contro co   loro, t quali falf amente Ji danno a  credere di battere La firada della per fezìoné.    l’Orazione preparatoria al folito 4       T    C Onlìderate, che le arti, e Rratagemmi più pericoloù del Demonio contro di Coltoro fono, di far sì,  ch'eglino pongano in non Cale il penitero di domare le loro paflioni, e in  vece d’ attendere a Combatterle, ed a  far loro la dovuta relìftenza, s' interi  tengano in penlìeri d' una perfezióne,  immaginaria, e lì pafcano di certe brame, che non fono per avete giammai  il loro effetto. Lo flato di quelli tali  è un certo dolce abbandonamelo ai  penlìeri di voler' edere di Dio, di voler fare la fua Volontà, e d' amarlo  con una interna tranquillità e calma,  in cui lì tengono 'lìcuri, e da cui nondimeno paffano ad una difpofìzione molto pericoloni; imperciocché in vece d’  operare con lo Spirito di Dio, eglino  on operano che ctl loro proprio, eli   for.V     3Jgle    Del P Scupolì .   formano dei falli lumi e delle vilìoni  bugiarde, che li conducono nei precipizj, da 1 quali è difficiliflimo di cavarli, poiché non feguono che i lorofenfi, e ciò, s che la natura corrotta lor  fuggerifee di rifplendente e di dolce 5  e le loro s 1 addomanda ciò  che bramano, dicono ingenerale, tuttociòche  vuole Iddio.. Fanno eglino dei gran,  defiderj, fanno magnanime rifoluzioni  fopia cofe lontane che non. verranno,   giammai, e trafeurano le cole prefenti  e. così lo. fpirito menzognero e ingannatore della natura, o del Demonio li prende giuoco di loro con dei  lumi ofeuri e tenebro!!, e con unafalfa pace, che vieppiù li precipita.  Abbiate compallione di coloro, che  fono in uno Hata sì deplorabile. Rifolvetevi di camminar Tempre per la  ftrada ce lede dell’ Umiltà, e della femplicità criftiana, Compatite quelli, che  fi lafciano in cotal guii'a ingannare perchè privi di vera umiltà.   Il Colloquio con lo Spirito Santo;i  Pregatelo, che difciolga le tenebre di  guelV anime infelici col fiio lume, e  elle non permetta mai., che cadiate in   lacrimevole accecamento,   X CON I   ì '             .jiS It Combtvtìmtnto Spirituali  .   t   C Onfiderate, che il ri medio più fi  ciiro condro un abufo fi grande è,  di combaptejre Je palfioni che prefentemente c alfalgono, conci ofiachè con  quello mezzo conoiceremo fe ji noftri  buoni proponimenti fieno veri o fallì,  generofi o codardi, e così camminaremo in verità e con fincerità nella dirada della perfezione, jE quanto ai nemici, i quali punto non ci moleftano,  non bifogiU andar loro all incontro,  ne venir con elfi alle prefe, le non  prevediamo, che fieno quanto prima  per aliali rei, imperciocché allora farà  bene di prevenirli con gagliarde rifoluzioni, e 4’ abbatterli inifpjrito, a fi,  ne delTer preparati a far loro r elìde nza, ed a refpignerli quando ci fi preTentano. Non bifogna ancora riputare  giammai per atti di virtù i noftri buoni proponimenti, avvegnaché da lungo tempo ci fiamo in elfi efercitati, ed  abbiamo avuta la buona forte di combattere con profpero riufeimento le nojftrc palfioni; -ma conviene (sfler umili  diffidandoci di noi ftefii, e delle proprie forzo Ne tampoco confidare dobbiamo nelle noftre pallate Vittorie con,   ' trg      Digi     Del P Scapoli  3 17   fro le tentazioni prefenti, ma porre  tutta la noftra confidenza in Dio, e ricorrere a lui con V Orazione continua,  affinchè ci fortifichi col fuo fpirito, e  ci prefervì da ogni prefunzione  Che  fe non poffiam giugnere al totale disfacimento d J alcune piccole imperfezioni, che Dio tal volta ci lafcia, acciò  che ci fervano per conofeerci, e per  conl'ervare dentro di noi qualche occulto teforo, non tralafciamo per ciò  di fare dei buoni proponimenti per una  fublimc perfezione, imperciocché eglino faranno gratinimi a Dio, purché  fieno fondati fopra una profonda umiltà, una piena diffidenza, di noi fteflì,  ed una perfetta confidenza in Dio, e  neirajuto della fua grazia   Affezionatevi a cjupfti infegnamenti  ficcome affai falutarj  Proponete defeguirli, e fiate fedeli in farne ufo.   Il Colloquio con lo Spirito Santo , Pregatelo ad illuminare la vofira mente per farvi conofcere T importanza di,  quelle iftruzioni, e di darvi il defidev  xio, e la volontà di fervicene f    T % £S£Rr 3i§  ESERCIZIO.   JPer qual cagione ì nojlri buoni proponi  menti non abbiano £ ordinario  il loro effetto   1 Orazione preparatoria al folito.   '  C Onfiderate la prima ragione, per  cui i noftri buoni proponimenti non  hanno per T ordinario il loro effetto   Ciò addiviene, perchè per lo più noti  fono etti fondati fopra una vera diffidenza di noi ftefTì e fopra una perfetta  confidenza in Dio, il che il noftr orgoglio non ci laida conofcere, ne prevedere. Per la qual eofa la luce, con  cui Iddio ci rifchiara e rifana lanoftra  cecità, è di fovente una fatale fperienza, permettendo egli che cadiamo, acciò cediamo dal confidarci in noi fteffi, e riponghiarao in lui la nodra cor,  fidenza, e quindi con quèfto mezzo  pattiamodall 1 occulto nodro orgoglio  ad unTimile eonofcimento. delle no-dre  debolezze. Se vogliamo, che i nodri  buoni proponimenti fieno efficaci, bifora che fieno fedeli e generofi, e lo  faranno  quandq in nulla dipendendo  n.   r i da      bel P. Scupoli  39   acquetta perniciofiffima confidenza In  noi ftefii, faranno interamente appoggiati a quella, che dobbiamo avere fu   Dio.   Umiliatevi veggendo quanto fin ora  avete mancato nella fedele offervanza  di quella pratica. Raffermatevi in una  verace e lineerà diffidenza di voi flef  fo, ed in una piena confidenza in Dio.  Fate i voflri buoni proponimenti inquefla fanta difpofizione, con intenzione pura e retta di non cercare in tutto ciò che proporrete, fe non la maggior gloria di Dio, il fuo beneplacito,  e T adempì mento del fuo fanto volere.   Il Colloquio col voflro buon Angelo. Pregatelo ad affiflervi co’fuoi lumi  nelle voflre buone rifoluzioni, e di animarvi ad efeguir con coraggio ciò,  che proponete con umiltà.    C Onfiderate una feconda ragione   per la quale i noflri buoni propo-'  nimenti non hanno per E ordinario il  loro effetto  ed è, che quando li facciamo, portiamo il noflro penfiero fopra la beltà della virtù, fopra il di lei  gìuflo pregio, e fopra gli altri vantaggi che E accompagnano, il che guada T $ gna    j    , !0 il Combattimento Spirituale  fena e muove la noftra volontà per de-j  bofe, ch'ella pofTa effere; mache?prefentandovifi pofcja la v virtù neUavfua  pratica con le difficolta, che ne fono  infeparabili, la noftra volontà, eh e debole e codafdà, fi ritira e vergognofamente da addietro; 11 rimedio a ciò il  c V  . il   mpre d a rimirlVT P ° H 4 ft    hio amorofo, e con uh ri C ° n ',n oc  di voglia di piacer?, ?  Uore,? c cer   doglielo cosi svampante ti auét' Tfiderio, acciochè fi cSrnA q, de  r a, e coi filo dyXw. S°!,.,a fu    ttivmuitnio fpirito] o, pur      bel P. ètti polì  ' ‘ $1?  pur anche fol tanto preientandofi a lui  còn quedo defiderio, ch’egli ci conceda le grazie, che gli abbiam chiede  nei colloqui già tenuti con lui nelle  nodre meditazioni, e nei nodri fpirituàli efercizj.   Qnede diverfe forti d’orazione fono  d’ un’ ufo alfa! eccellente in quello Spirituale Combattimento. In fatti nel  tempo medefimo, in cui ci avvediamo  d’ edere affali ti e tentati da’ noftri nemici, dobbiamo alzare il nodro cuore  a Dio in alcuna di quelle maniere,  perchè bifógna, che tutte le nòftre battaglie ft facciano alla di lui preienzi  con l’orazione, con la refiftenzae la  violenza, con la diffidenza di noi deifi, e con la confidenza nel fóccorfo  della fua grazia, fe vogliamo, che la  vittòria fi dichiari a nodro favore. Quelle orazioni devono elfer brevi, frequenti, piene di ardenti defider;, ed  appoggiate ad una fede, ed attuai confidenza, che Dio fia per accordarci tutto ciò che gli chiediamo, fe ilort fubito, almeno quando farà più a propofito per La fua gloria, e pel nodro bene, ed anche Col maggiore nodro vanN  taggio.   Quando chiederemo qualche grazia, o qual     ìl Combatti mento Spirituale  6 qualche virtù  farà bene volger lo  fguardo a quella virtù, o a quella grazia, e coriuderare il di lei giufto pregiò, il bifógno che n'e abbiamo,. come  ancora là grandezza di Dio, la jii lui  bontà, ed il merito di quello, ih virtù e nel nome del quale la domandiamo; imperciocché per tal Smezzo la  chiederemo con iriaggior premura ed  amore, con un defidcrio piu ardente,  con maggiore rilpettO, con umiltà più  profonda, e con una più foda fiducia.  Infognerà altresì prefiggerli il fine per  cui la domandiamo, il quale debb' effere principalmente la maggior gloria  di Dio, e perchè quella è una cofa a  ' lui gradita.,   Ma avvegnaché tutte quelle forti d  Orazioni fuppongano una applicazione  della noflra mente, ed una confiderazione più lunga ed incelfante, io intendo però di trattare principalmente  delfufo, e della pratica dell’ orazione  mentale volgarmente chiamata Meditazione, di cui ci conviene dire alcuni  Cofa, quantunque molti libri lpirituali  ne dicano' tutto ciò, che polliamo desiderare di fapeme. Qiefta orazione fi  fa allora, quando fi aggiugne a tutta  dò, che abbiam detto, la meditazione   -W   T' 1 , ' Dèi P. Scapoli.. 3  9   aei miAerj della vita, o della paffiòncr  di noAro Signor Gesù CriAo, pregandolo inflantemente per. le Aie fante e  divine azioni, ò per r Aio! patimenti e  dolori d 3 impetrarci dal CeleAe fuo Padre le grazie che gli chiediamo, il  che A pratica in queAa forma.  . Primieramente bifogria rapprefentarti qualche mi Aero della Vita,' 6 della  paflìone di Gesù CriAo con le circolhnze, che f accompagnano. S'egli è  un miAero della Paflìone, dopo f avercelo propoAo, bifogria ben ravvivare  ài noAri ferifl la immagine ? ed il fenti mento delle pene da Gesù CriAo {offerte in qtieAo fiato, Quindi paflareair  interno della fui anima, e procurare  d[ intendere, quanto più ci farà polllbile, la pazienza  ed il dolóre infinito, con cui il divino cuore di lui {offriva si fqùifiti tormenti Cori uri 3 ardente brama di {offrirne anche de’maggio. Dopo ciò lo confideremmo' tutto  prefó da un fommo defiderio divederci appaflìonati per parti ci pare i fuoi travaglj ed i fuói patimenti, fino a preìeritarcì a fuo Padre, e a domandargli  la grazia, che portiamo pazientemente  le croci, fotto le quali gemiamo, e  tutte T altre, che cr pofiimo avvenire.    Que       $4Ò  Còmbùttìtiùntò Spiritual è.   Quella forra d’orazione fi può rariÉ  ancora in altra maniera, ed è, di paffare a due altre confiderazioni dopo d  aver fatto ciò, che detto abbiamo poc  f anzi. L’una è di penfare al merito infinito di Gesù Grillo, che foftrì quelle  pene l’altra, di ammirare la compiacenza, con cui T Eterno Padre accettò  l’ubbidienza del fuo Figliuolo e le zU  tre virtù dà elfo praticate, e prefeptartdogli quelle due cofe domandargli  pd lóro merito la grazia  Che defiaeriamo: e ciò potremo praticare non folamente fopra li nliflerj della vita, e  paflìone di Gesù Grillo, ma fopra tutte le azioni particolari interne, ed ellerne dà lui fatte irt ciafCun mi fiero :  e perche quella maniera è tanto più  perfetta quanto più abbonda t d’ affetti,  e bene a faperli, à quali alletti cipoflìamo eccitare particolarmente rtel praticarla.   Primieramente potremo accendere in  noi un’ardente amore verfó noflro Sir  gnor Gesù Crillo, palfando da ciò,  che i nòllri lenii Concepirono in quelli miftei;, alla confiderazione della’  fua bontà infinita, e dell’ amor filò ver-  fo di noi, che l’hanno modo a foffrltc sì grandi pene 3 imperciocché quzn     bel P. Scapoli. $4$   lo più capiremo Y eccedo dell amo  ftto e della fua bontà nella grandezza  ideile fue pene, tanto pià crefcerà in  noi l’ardore dell’ amor ttoftro verfo di  lui.   Secondariamente potremo cavare dì  quefla medefima confìderazione Un motivo di contrizione, e di dolore d’aver  oftel'o sì di fovente, e con tanta ingratitudine un Dio sì buono, che ha voluto tollerare pei noftrì  peccati ingiurie sì gravi, e sì crudeli tormenti.   In terzo luogo potremo eccitare iH  noi una ferma fpcranza confìderando  ciò, che Gesù ha fofferto per diftrtiggere il peccato, liberarci dalla fchiavitu dì Satanafìò, foddisfare pei noilri  peccati, riconciliarci coll’Eterno fuò  Padre, ed Obbligarci di ricorrere a lui  in tutti i noftri bifogni   In quarto luogo potremo Cavarne degli affetti di gioja, paffando dalla confederazione delle fue pene a quella dei  loro effetti, che fono flati, di riconci  bare gli uomini con Dio, di fommergere ì petcati del Mondo nei preziofo  |io fangue, di fpogliare e cacciare dal  Mondo il Prencipe delle tenebre, e di  farci godere moiri altri benefifc} maggiori di quello fi poflfano efprìmere coll   pa   j 4 il Combattimento Spirituale  parole. Potremo accrefcere quella gld-fa penfando a quella, che ne ricevono  le tre Divide Perforie, e la Chiefa tutta trionfante, e militante àncora   Potremo altresì ferVi r ferie per cor  tepire uri odio tanto di noi fletlì, come fe Gesù Criflò non avelie patito  che per obbligarci à concepire uri òdio  mortale contro le noflre malvagie inclinazioni, e l'pezialmente contro quel  la che più ci predomina e che più  difpiace a quello sì amabile, e benignitlìmo Signóre i   Pótremò anèotà fervirfene pei poetarci alla maraviglia, e da quella allo  flupore, o altimore, veggendo il Creatore del funi ver lo, che dona 1 edere e  la vita a tutte le cofe, perfeguitato dalle fùe creature J vèggendo la fovrana  Maelià d’uri Dio concukata, la Qiuflizià infinita condannati èd òpprefla, la  Beltà increata contraffatta e derifa, le  delizie dell’ Eterno Padre e il fiio amore òdilto a molte, la luce e lo lplendorè della gloria di Dio cinta c coperta di teriebre, l’onore, e là fuprem  felicità creduta ignoniinià, e precipitata rieirabilfo della più eftrema miferia,  € della più orribile infàmia.   Per compaffionare però aricotpiù ef ficar   ’ V,    ncacemente i dolori di Gesù penante y  e per eccitarti con più di forza a tutti  quefK affetti, che abbiamo accennati  poc anzi, bifognà pillare dalla conliderazione dell 1 citeriori ftie pene alla  riflefltone di quelle, eh’ egli loft-riva  nel filo interno, che erano infiriitdmente maggiori. Gesù Criftò nello ftato  delle lue pene, beato eifendo nell'anima, vedeva 'sì Chiaramente Y eifenza  Divina, come la vede  e la comprende di prelente nel Cielo. Vedeva, eh   eragli cagionato dalla feparazione, che  fi fa dell anima e di Dio per lo peccato, in paragone dì che la feparazioìie d’un membro dal corpo non è, che  ima lemplice dipintura di male.   Sopra tutto però il fuo dolore fu  fcccerfìvo a cagione dei dannati 5 imperciocché egli ben vedeva, ch’eglino  non erano per riunirli giammai a lui,  e che dovevano fofifire tormenti, che  non avranno mal fine. Là trifiezza di  lui fiendeafi ancor più lontano 5 imperciocché riflentiva i mali, e compativa  i dolori, e le ambafce dì tutti gli uo mini, che fono fiati, e che faranno fino alla fine del Mondò. Tutte le ingiurie, le tentazioni, le infermità, le  triftezze, le penitenze, i fuppliz;, e  tutto ciò che fempre ciafcuno degli uomini ha fofrerte, e fotfrirà sì nel cor' po, come nell’ animo fino alla menoma puntuta, tutto fu prefente ai di lui  fpirìto, e n’ebbe della compaflione fecondo 1‘ eccedo della fna carità. Da   que  Digìtiz'ed by (     Del jP Salpali. 34?   queito poliamo inferire, qual ila flato,  il fuo rammarico per le afflizioni della fila Madre  per li timori della fua  Chiefa, che doveva eflere perieguitata  nella pedona de’fuoi Difcepoli, e per  tant’ altri motivi che non Tappiamo  immaginarci, i quali furono sì eccellivi, e in sì gran numera, che ben polliamo con una gran Santa chiamare i  fuoi dolori, e le fue agonie un infera  no amorofo di volontarie pene. Dì  tntte quefte triftezze non abbiamo che  una fola cagione, cioè il peccato: dal  che ne fegue chiaramente, che per compatire come fi deve le pene di Gesù  Crifto, fiamo tenuti a rattriftarci, ed  affliggerci dei noftri peccati unicamente per l’amor fuo, d’odiare il peccato  fopra tutto ciò che è da odiarli, e di  combattere a tutto noftro potere que  fio mofiro elenoftre malvaggie inclinazioni, che ne fono la vera forgente.   Potremo ancora efercitarci in quefta   maniera d orazione, che chiamiamo Meditazione, rifguardo alla Vergine, agli  Angeli, ed ai Santi.  . Rapporto alla Vergine rivolgendo  primieramente il noftro penfiero al Padre Eterno, e pofeia al Figliuolo, e finalmente alla gloriala fua Madre. Ri   54  M Combattimento Spirituale  tornando all’Eterno Padre confideremmo  due cofe, l’ammirevole compiacenza,  eh’ egli ha avuta fin ab Eterno nella  Sanpitfma Vergine, e quella, eh’ ebbe  nel tempo delle eccellenti virtù e fante azioni di quella medefima Vergine  dopo il di lei nafei mento a quella mortai vita. Per diffonderci in quella meditazione bifogna alzare il polirò penfiero ed entrare nei lumi dell’ eterna  Prefcienza, r apprestandoci le delizie,  di cui Iddio u compiaceva in fe fteffo  in una si lama, e sì eccellente creatura come la Vergine, e in quello penfiero pregare con ardore 1 Eterno Padre d’ accordarci la grazia, che bramiamo. Quindi pafifando ( alla confitterazione delle virtudi della medefima  Vergine, prelentarle all Eterno Padre  tutte infieme, o fcialcheduna in particolare, e chiedere pel loro merito la  medefima grazia. Quanto al Figliuolo  gli ricorderemo la purità, e 1 innocenza di quel feno Verginale, che lo portò per nove mefi, il riipetto, la rive  renza, e la profonda venerazione,  cui la Vergine di lui Madre E adorò  nell’ filante dei fuo nafeimento riconoscendolo per vero Dio, e vero Uomo,  fup Creatore, e &jo Figliuolo. Gli rap-,prfc  Del P. S cupole  ?47   presenteremo quegli occhi pietofi con  cui lo rimirava sì povero, quelle brac,  pia, con cui amoroSamente ftrigneva'lo  al luo collo, quel latte verginale, con  cui bambino il nodriva, le angurie e  dolori, ch’ella Sentì a pie della°Croce,  e con tutte quede maravi glie c’indirizzeremo a lui, e gli faremo una dolce  violenza, perchè ci conceda le nodre  richiede  Dopo ciò bilognerà far ri,  torno alla Vergine, rappreientandole,  convella è data preicelta dalla Eterna  Sapienza per Madre di grazia e di pietà, e per nodra Avvocata, per il che  dopo il iuo Figliuolo non abbiamo piq  poifente ricorfo che a lei. Non d Scorderemo mai di queda importante verità ormai rqnduta comune predo tutti j  fedeli, che niuno J’ha invocata giammai, che non fi a dato efaudito. Finalmente le elporremo i travagl; ei patimenti (offerti dal Suo Figliuolo per la  nodra Jalute, pregandola d’ offerirli per  noi all eterno Padre,   Potremo esercitarci ancora in queda  maniera d orazione rapporto agli Angioli, ed ai Santi, indirizzandoci aj  Padre Eterno, e rapprefentandogli Tamore, le benedizioni, e le lodi,.con  le quali qe beati Spiriti, e tutti li Santi     348 II Combattimento Spirituale  tì celebrano la di lui gloria in Cielo x  e facendogli vedere le fatiche, le pene, ed i fupplizj, che li Santi hanno  -fofferto qui in terra per amor filo., i  fervigj da loro predatigli, li difpreggj,  che hanno fatto dì tutte le create cole per piacere a lui, e in virtù di tutte, quefte offerte gli domanderemo le  fue grazie, e i Tuoi favori. Dopo indirizzandoci agli Angioli, ed ai Santi  medefimi, decome a quelli che bramano sì ardentemente la no.Ira perfezione ( che a vero dire per l’ eccedo della carità c. dell’ amore, ch’eglino hanno. per Dio e per noi, farebbono ben  contenti, che foftimo un giorno nel  Cielo al difl'opra di loro ) e li fupplicheremo per gli ardori di quella celeIle Carità, di cui ardono per noi, a  favorirci della loro affluenza nei noftri  combattimenti cohtro dei vizj : ed a  qualch’ uno di efli, come a S. Giufeppe, ed a S. Anna chiederemo j in particolare la lor protezione nell’ ora di  noftra morte  Finalmente confiderando  T eccellenza d;elle grazie, che li Santi  hanno ricevute da Dio, i loro privilegi, e le gloriofe prerogative, di  cui  vanno adorni, ecciteremo in noi uà  fentimento d’amore e di compiacenza   per    Del P. Scupo ti. 34 ?   per tutte le loro grandezze, rallegrandoci di più, ch’eglino le pofleggano,  come fe noi ftelfi le avetfimo, perchè  tal è il beneplacito di Dio. Tutte quelle forti d’orazione poffon’ eflere d’ un  ufo eccellente in quefto Spirituale Combatti mento. Per la qual cofa fa di metti eri, che ce le rendiamo famigliati  per fervircene con facilità, e per trarne il neccflTario foccorfo contro gli aflaki de’noftri nemici.   Il Frutto del nono Giorno.   Il frutto di quella giornata debb’elfere. Primod’imprimere nel vottro  cuore un fanto timore veggendo, che  niente v’è di ficuro in quella vita. Secondo di diffidare di voi fteffo, e dì  porre tutta la voftra confidenza in Dia.'  Terzo di deplorare la condizione dì coloro, chq fono in peccato mortale, e  che non fi danno alcun penfiero di li'  berarfene, e di quelli ancora, che lo  desiderano, e non lo fanno v e pregar  Dio per gli uni e per gli altri. E fefi  prefenta 1 occafione bisognerà Jlnfinuar  loro i rimedi accennati nella terza confiderazione del primo efercizio, e nella feconda del fecondo. Quarto di far   V ufo     I    r     II Combattimento Spirituale  ufo di quelli ritnedj per ufcire dalle?   1 voftre imperfezioni. Quinto-, d’ efami-r  nat bene il voftro interno per vederi, y  ie voi fiate a ventura di quelli, che fi  lufingano di battere il fenderò della  perfezione, ma realmente non yifono;  imperciocché fe ciò folle, farebbe duopo, che vi fervifle dei rimedj efpolli  nella terza cqnfiderazione del terzo efercizio, i quali fono Jmportantilfimi.  Rendeteveli famigliari, e ne riceverete gran lumi per la vita fpirituale. Se fio di praticar fedelmente, quanto fi  contiene nel quarto efercizio fpettante  ai buoni proponimenti. Settimo di renr  dervi famigliari gli infegnamenti com  prefi qella Lezione Spirituale circa 1  orazione mentale, tanto pei Millerj della vita, e palone di noftro Signor Gesù Grillo, quanto per il metodo di  pregar la Vergine, gli Angioli, ed i  Santi, affine di meritare la loro affluenza, pd ajutq per poter follenere  con intrepido coraggio le tenzoni contra le potellà infernali, e Contro le vq  Ire filoni.   v il YtiP~ àel nono domo,     ìTT v.  ;. ' X.   DE       Decimo giorno   D’ alcune altre arti, di cui il ferve il  Demonio in quello Spirituale  Combattimento.   ESERCIZIO.   T) una fottilìjfima aftuzìa del Demonio  per farei che coloro 3 i quali veramente battono là Jlrada della perfezione i  e della tiirtu, ne abbandonino la imprcfai   L’Orazione preparatoria al foìitd Condderate, che quello ftratagenv  ma del Demonio confine in quech'égli c irifpirà certi buoni  defiderj e con qUelld olézzo, ó piuttollo cori Urta Malizia tutta propria di  lui lolo, fa, che daH’efercizió della  virtù cadiamo nel Vizio i Uno, per  cagion d’efempid, è travagliato da grave e lunga malattia efoffreil fuóniale con pazienza j il Demonio beri veggendo che s’egli continua  farà grandi progredì, e fi rinfrancherà nell’abito di quella fanta virtù, gli pone in  Cuore un’ardente dedderio di qualche   V z ' ope   ìlz il Combattimento Spirituale  boeri buona, e in feguito procura  ch’egli redi perfuafo, che fe fofiefano,  potrebbe fervir meglio Iddio, e render  d più utile a fe, ed agli altri. Dopo,  egli lo fa padare da quello dedderio   all’inquietudine di non poter intraprcn-  dere il bene che brama, il che gli riefee tanto più difguflofo, quanto più è  Veemente il buon, dedderio, che il Demonio gli ìnipira, di maniera che T infermo ìnfendbìlmente è portato dalla  pazienza all’impazienza, non già. eh 1  egli conddeii la lua malattia come un  male, ma lol tanto come un impedimento al bene che vorrebbe fare : e dopo aver cosìdiftolto l'infermo dalla virtù che praticava, con la mededma deprezza gli toglie il dedderio di quelT  opera buona, di cui d era fervito per  fedurlo, ed altro più non gli lafcia,che  la brama di rifanare dal fio male, il  che non gli fuccedendo come deddera, egli d turba, s’adira, e.d impazienta.   Concepite un'odio mortale contro un  „ nemico si aftuto, e maligno. Concepite un grand’amore per la Tanta volontà  di Dio, cd un Tornino dedderio d’adempierla in tutte le cofe fenza mefcolanza  d’altro bene, e così deluderete tutte T   arti     T)él P, Scapoli.   3.   èrti del Demonio, e le renderete varie'  ed inutili.   Il Colloquio col Vòftró Santo Ange ’  lo, acciocch’egli vi difcopra gl’inganni del Demonio, il voflr’ occulto orgo-  glio, e le fottigliezze del voftro amor  proprio. C Onfiderate il mezzo per deluder?   quell' arre del Demonio Allorché  ei troveremo in qualche Rato peno fa t  difficile a fopportarfi, bifogna efcludere, e vietare al noftro cuore il defide-'  rio d’ogn' altro bene fuorché d'efier fedeli, e collanti in quello fiato; imperciocché non efifendo in noftro potere  d’efeguire allora ciò, a che la noftra  brama ci porta, avvegnaché buono in  apparenza, ad altro non fervirebbe che  ad inquietarci Bifogna credere ancóra, che quello defiderio non avrebbe 1‘  efito che ci perfuadiamo, poiché nói  fiamo più deboli ed incollanti di quello che ci crediamo; e così foffirire il  noftro male con umiltà, e con raflegnazione. Oppure dobbiam credere, che  Dio per un'occulto giudizio, è pei no.ftri peccati, non voglia allóra da noi  quello bene, ma piuttollo defideri una   V } per   ff4 11 Combattimento Spirituale  perfetta iommiflìone, e ralfegnazione  della noftra volontà alla fua, Dopobifogna ftabilirci inquella maflimalsìim. portante nella Vita Spirituale, Ch’egli  e molto meglio patire 4 che operare     Oflervando fedelmente quelli avvilì ne  feguirà, che tutti li buoni delìderj,  che potremo avere per qualunque bene lì voglia, e Ohe non potremo mandar ad effetto, lia che nafcano dalla   noltra natura corrótta per lo noilro a  mor proprio', o dairaftuzia del Demonio per inquietarci, o che provengano  da Dio rriedelìmo per far prova della  noftfa ralfegnazione al fuo fanto voie. re, ci faranno òccalìone di virtù, ed  oggetto di cortfulìòne al Demonio  In  tal maniera foddisfaremo a Dio, e lo  ferviremo nel modo, che più gli aggrada,conformandoci al.fuo fanto volere, eh’ è 1’ unica cofa in cui Ila polla la perfezione, e tutto ciò, che Dio  vuole da noi t   Ringraziate Dio di quelli lumi. Deliberate di fervirvene fedelmente con  uno fpirito umile, e ralfegnato in tutte le cofe al di lui fanto volere.   Il Colloquio col vollro Santo Angelo, affinch’egli v’infpiri d 1 elfer fedele  in quelle pratiche. Confidente un altro avvertimento  molto importante fopra quello medefimo l'oggetto. Allorché noftro Signore ci dà la forza di foppottare qualche  travaglio, non ci lafciamo maiforprendere dal defiderio d'dferne liberati  e  in cafo che tifiamo alcuni metzi permeffì per quéftò fine, non lo facciamo le  non perch'ella è volontà di Dio, che  ne facciamo un taf ufo. Bii'ogna. elfere  fedeli in qilefta pratica, imperciocché  fe facciamo altri mente, infallibilmente  ci fopraVerranno due gran mali. L'uno,  che febbene quello defiderio non ci tolga fubito la pazienza, ci difporrà nondimeno poco a poco a perderla l velo  d'una virtù appaiente, in una maniera  ancor più fcaltra e lottile di quella abbiamo accennata nella prima confiderazione. Figuratevi una perfona inferma,  ed affai poco paziente nel ino male :  effa copre quello difetto con un pretofto di zelo, di cui fi velie come di un  bene apparente di maniera, ch'effamedclìma non conofce più la fua imperfezione, pervadendoli, di non lagnarli del luo male per quel che è in fe,  ma perchè la rende gravofa j e nlolella a coloro, che la affiftono nella fua  malattia, o perchè non pub attender  più alle fne ordinarie divozioni. Parimente utfambiziofo, che non puògiirgnere alla dignità che brama, avvegnaché il deliderio, che ha, abbaftanza di  moftri la di lui ambizione, pure nella  affliggerli di non poter falire oveafpira, per nafeondere a fuol proprj ocelli  U fuo difordine e la fua pallone, procura       ìel P, Scapoli, $5 f   cura di perfuaderfi., che ciò eh’ egli  brama, non è già pel fuo inteteffe,  ma per lo ben pubblico, q per quatch’altro rifleflb, che buono in appa  renza gli raffembra. Or tutto ciò noti  è che un’inganno del Demonio, ouna  fottigliezza dtCU’amor proprio; com’ è  facile a conòfcerfi da ciò, che le qiiefti medefìmi pretefli, 1’ uno e V altro  de’ quali copre lo fregolamento della  paflione, vengano a mancare, non perciò vien meno nelfinfermo là fua impazienza nell’ ambizioso il difpiaCere  che gli cagiona la fua ambizione; fogno evidente, che la radice delttmpà  vùenza dell’uno, e del rammaricò dell  altro è in loro medefimi, e che il ltf  ro desiderio non è, che un’ amor prò  prio, e un pretefto plauìbile, con citi  uno occulta la fua impazienza c T al  tro la fua ambizione é  Per difenderci da quelli inganni del  lo fpirito maligno, e da quelle lottigli ezze del noftro amor proprio bifo  gna oflervare quella regola generale,  che dobbiamo tener fempre inoltri deliderj dillaccati da ogn altro oggetto   che non fia la volontà di Dio e il di  lui beneplacito, imperciocché fé altro  on vorremo non faremo giammai irv   quie       i   3 ìFCombdttimento Spirituale  quietati da veruna cofa, che ci potò  accadere, ne diftolti dal cammino della perfezione fotto qualunque pretefto.   Potremo altresì. tifare la pratica feguente, ch’ò, di Separare iì travaglio,  che ci ftrigne, dalle circollartze, con  cui procuriamo di nascondere la noftra  imperfezione, è di produrre degli atti  della virtù che gli è oppoftà, Concionachè con tal mezzo Scopriremo la noftra  imperfezione che per 1' avanti ci era  ignota, e d applicheremo alla pratica  della pura virtù, Senza che il Demonio,  o il noftro amor proprio cene facciano  oracolo i   Fate gràrt contò di quelle pratiche 4  Concepite un l'antodio contro voi ftefft e contro il voftro amor proprio. Abiorite le adtizie, e gli inganni del Demonio Deliberate di còrtfecrarvi al divin beneplacito iti tùtte le cofe, Senza  cercar mai la voftfa pròpria foddisfazione in qualunque fi voglia cofa   Il Collòquio Col voftró buon Angelo. Chiedetegli ji Suoi lumi, e il fuo  ajuto per elfer fedele in quelle pratiche      ESER  ( Pel P Scapoli, SSf' ESERCIZIO.   Peli indifcretezA a, eh' è uri altro inganno del Demonio  per difioglierci  dal cammino della virtù,   L'Orazione preparatoria al foljto.   L   Onfiderate, che il noftro fpiritocancato emendo dei p ei di quello  corpo sì i debole e corruttibile partecipa  ancora del fuo pefo, e della fua deboJezza, di maniera che non puòfempre  icar occupato flegli efereiz; fpirituali   a Z i a K!C u ’ e len l a avef du °P° di  qualche tallivo, e che per quello mo,   tivo bi fogna ufare una gran diferetez raro P ni t ) h l? Q f fQCC ° mb l a ’ et fi, cari-.  cato piu del dovere, vale a dire, ap phcato fopra le fue forze, Confiderà   m n°A 1C ’ C i he I 1. 1 pemouio fi trasforma in Angiolo di luce, e procura d’   accrefc.ere, ed eccitare vieppiù il no li J e V° a Con peniìeri gradevoli, ora con | efempio decanti, e tal f COn Con fent cnze della  Sacra Scrittura, animandoci a una vir re oiù 1  n C f fubIil ? c per farci C3 acciocché ci rendiamo incapaci a far ciò. a. cui liamo obbligati, e che ci rallentiamo, ed anche ci annoiamo della penitenza, e  dedi altri efercizj fpirituali 5 affinchè  tallentandoci a poco, a poco, e (togliendoci dalla pratica della virtù, c’  abbandoniamo ai piaceri del corpo, ed  ai mondani divertimenti con più ardore di prima. In fatti vi fono non pochi, i quali dopo, aver voluto, con una  prelunzione mentale imitare le azioni  eroiche dei Santi, fenza aver rifleffo  alla loro debolezza, o, al loia temperamento, e fenza ricorrere al configli o,ed alla direzione dei loro Padri Spirituali, fi fono rendati ridicoli  vergognolamente tornando a dietro, fino a  condurre una vita diffoluta e iregolata,  ed a terminarla malamente..   Umiliatevi avanti a Dio veggendo   .  ' '. $Qr    .     T)el -P. Scupcìì. 361   come il Demonio prende occafione da  tutte le cofe, ed anche dalle più fante  per farvi traviare dal cammino della  'virtù. Risolvetevi di non intraprender  cofa alcuna lenza il configlio, e la direzione di perfone fperimentate. Stabilitevi in una profonda umiltà, e paventate i giudizj di Dio.   Il Colloquio con la Santìffima Vergine, affinch’ella vi ottenga lo fpìrito  di difcrezione sì necelfario nella pratica delia virtù.   CONSIDERAZIONE., t   C Onfiderate, che il rimedio a queft  inganno del Demonio fi è, d’ufare una grande prudenza in tutto ciò,  che rifguarda la pratica delle virtù CReriori, che pofibno recare un danno  notabile al corpo ed allo fpirito, fe  non vi fi ofTerva una fanta e giudiziofa difcrezione i imperciocché fi devono  bensì abbracciar pienamente quelle virtù col cuore e col’ affetto, ma nella  pratica non bifogna far nulla fenza una  matura confiderazione, c fenza il configlio dei noflri Direttori'. e quandoci  Mentiremo animati da un fanto fervore:  ad affliggere il noflro corpo con delle   auilerità, non dobbiam fubito abbrac-r    !     X cure      $6z II Combattimento Spirituale  dare que J grandi rigori, che li Santi  hanno praticato,, ma dobbiamo incominciar umilmente da qualche cofa affai mediocre, perché meglio è confervarci in iftato di poterandar piè avanti, ch'efler obbligati a lafciar tutto per  aver voluto intraprendere troppo.   Confidente, che bifogna procedere  affatto diverfamente nella pratica delle  virtù interne, conciofiachè ficcome 1  ccceffo non vi ci può arrecare decapito, così non bifogna porvi limiti, efe  Ha potàbile dobbiamo fupcrar tutti gli  altri, come ed aver avverfione al Mondo ed alle fue vanità; a defiderare d’  edere difpreggiato  ad amare Iddìo e  il noftro pratàmo; ad odiare il peccato, e tutto ciò che a Dio difpiace,at?tefo che non polliamo commettere eccedo in tutte quelle cofe, ne in tutte  j altre di quella natura.   % Fate gran cafo di quelli infegnamenti, decome necedaritàmi nella Vita Spirituale. Godete di lafciarvi regolare,    non fate cos alcuna da voi lletà.   Il Colloquio con la Vergine Sant  come il precedente,       ESER  ESERCIZIO,   ' Xto uh altra  rt i di cui il Demonio fi  ferve, eh è £ infimi arci cattiva  concetto del nofiro profiimo    I 4 Orazione preparatoria! folito,   E   C Onfiderate, che qualora il Demo  nio s 1 avvede, cne noi Tacciamo,  un notabile progredì nel cammino dek,  la perfezione) procura per diftogliercene dì injmuarci dei cattivi pensieri, q  delle fvantaggiofe impreflloni del noitro profiimo,  portandoci a formare  grndiz; temerari v che fono la cagione  per cui li {degniamo, e li difprezzia!? n  vizio, eflendo. fomentato''   dalla nodra vanità palla di foventeper  una virtù nella noftra mente, di maniera che ascriviamo a zelo ciò, ch J ©  una fordida imperfezione, ed un occulto, orgoglio profondamente radicato   f e L n M ftro cllore  H quale fa, che inlennbumenre ci innalziamo,, e che dispregiamo gli altri per la buona api ni aj? e   amo  n °i fodì  penianao d edere molto lontani dalle imperleziom, che crediamo ritrovarli in 1 q X a ro,       'jó'4 M Combattimento Spirituale   io. Il Demonio {coprendo in noi sì  nialvaggia difpofizione fta attento e follecito ad aprirci gli occhi, e ci tien  rifvegliati per vedere, per ifcrutinare,  e per ingrandire i falli altrui, il eh’ è  un granditfimo oftacolo all 3 acquifto delle virtudi, ed una intera rovina di quel, le, che avevamo acquiftate. Coloro,  che fono lenza compatimento degli al~trui difetti ? e che li condannano con  feverità, in vece di fcufarli nel loro  cuore e apprello gli altri quando la  carità lo richiede, fono d’ordinario più  {oggetti a quello vizio detellabile, e  fono in un pericolo tanto maggiore,  quanto etti fi credono più fpiritualì, c  più innoltrati nella virtù.   Concepite un 3 odio mortale contro  quello vizio, e quando vi accada d 3 iiv  corrervi anche in cofa leggera, caligatevi da voi medefimi, e non vi perdonate mai, che prima non fiate perfettamente abituati in perdonare al voflro  Profilino, voglio dire, in ifcufarlo, in  compatirlo, e in rimirare le fùe azioni  con un’occhio femplice, e con un cuor  fenza fiele, fenza amarezza.   Il Colloquio con la Vergine Santiffima, eh’ è la Madre del beli Amore,  cioè a dire deli amor del Profiìmo,    pie       Del P. Scapili 4 36?   pregandola, che cl faccia compatire le  cii lai debolezze e ce lo faccia amare con idi ma non ottanti le di lui imperfezioni.   IL   C Onfiderate li riined; proprj contro  un sì gran male. Quattro ve ne  fono etficaciflimi, e 'affai polfenti. il  primo è d 3 occuparci interamente in  confìderare le necettltà, c imperfezioni  del nottro cuore; imperciocché con quello mezzo ritroveremo ettfcrvi in noi  tante co fe da correggerli, che non avremo agio di efaminare, e riflettere  fopra li difetti degli altri. Il fecondo  è, che in occalìone che il Demonio o  il noftro amor proprio ci rappre Tentino  troppo vivamente nell’ immaginazione  li falli altrui, noi rivolgiamo il nottro  pensiero fopra li nottri peccati pattati,  e ne caviamo motivi di, dolore e di  confusone; imperciocché applicandoci  di proposto a queft 3 Efercizio purgheremo il nottro occhio interiore dai cattivi umori, onde proviene quetto vizio  sì dannofo alle nottr 3 anime. Il terzo  è, che fa duopo fupporrecome una verità collante, che quali 3 ora peniamo  male del nottro profilino, c 3 è qualche   X 3. radi-    1    ìl Combattimento Spirituale  fradice di quefto male medefimo nel noftro cuore, il quale riceve tutti gli oggetti Somiglianti, che a lui fi presentano a tenore di fui malvaggia difpofizione: il perchè qtìand'cgli.ci tenta a  far indicato di qualche difetto  degli  altri, bi fogna adirarci cóntro nói fteffi, Come fe ne fófiìmo noi i colpevoli,  t ricordarci di quefta Sentenza di San   Paolo, mentre giudichi gli altri, vieni  tùn dannare in te il medeftmo difetto, di  cui fei convinto ( Rom, r. v, i. ). Il quarto, ed ultimo rimedio è, di credere appieno, che tutti li vantaggio!! féntimenti, che abbiamo del noftro profilino fono un effetto dello Spirito Santo, e tutti li disprezzi c giudizj témerarj che  ne fzecianào, e tutte le amarezze che  fentiàmo contro di lui, procedono dal  noftro orgoglio, dalla noftrl malizia   e dalla fuggeftione del DemomO. Bìfogna fiancheggiare tutti quefti rimedi  con un Salutare avvertimento lisciatoci  dal medefimó Apoftolo con le Seguenti parole o Non giudicate 'prima del tempo, ma affettare-, che venga il Signore,  il quale porrà, in chiaro ciò, che è più  avviluppato nelle tenebre, e allora eia febeduno riceverà da Dìo medeftmo la Ith  d r che gli farà dovuta ( i; ad Cor, 4 li)   Tue S.  ' $67   Tutte le azioni del noftro proffimo, fieno buone o fieno cattive, hanno Iddio  per Giudice, dice il medefimo Apollo 10 ( Rom. 14 -1.4. ): qiiallora la di lui  condotta è buona, la fuà perfeve ranza  nel bene rifguarda quello Padrone, e  i'ovrano Signóre 5 e quando egli cade  in qualche fallo, la fua caduta parimente riguarda quello Signóre, e non  voi. Abbiamo adunque per certo, eh  ella è una cofa beri odiofa al cofpettd.  di Dio il voler entrare nel fegreto dell'  anima del lioflro pro.Timo, e ch'egli è  un fegno evidentiffimo d'imprudenza,  e di temerità il voler darli a credere  di fapere ciò, che non fi vede fe noi)  In apparenza-, t Che fiorì è póffibile di  penetrare. Chi è Vero Giudice di fe  lleflo non fi porrà mai nell’ imbarazzo  di condannare gli altrui falli, gladi- candóli   Fate gran calo di uefbi rirtiedj; applicateli a voi in maniera, eh' elfi abbiano campo d'operare, e di purgare   11 volito cuòre da quello mòrta! velo  no, il quale penetra fino alle piu profonde radici delle Virtù che abbiamo  acqiìillate, e le iriàfidifee e vi produce in vece delle fpine, che ci lacera no, e ci pungono còti mille amorfi   X 4. Il       góg 11 Combattimento Spirituale   Il Còlloquio con la Vergine Santa   xh 1 ebbe Tempre un cuore ridondante  d J indicibil dolcezza e manfuetudine con  gl 5 imperfetti, pregatela che v infegni  come dovete praticare quelli rìmedj sì  ialutari..   t   ' ESERCIZIO. Dégli firatagemmt, de quali fi ferve il  Demonio contro coloro, che hanno ac  quiflata la virtù, e fono giunti alla  perfezione, per farli cadere da quefio;  felice fiato, e per cangiar loro le virtù acquifiate in occ afoni 4' inciampo e  7 -di rovina    ' X’ Orazione preparatoria al folito     C Onfideraté  che coloro i quali fono giunti fino alla metà della petrofa carriera della virtù e della perfezione, non Tempre giùngono fino al  termine, t che larte e malizia del Demonio contro coftoro fi è, di ichierare avanti agli occhi loro le virtù da  efli conquìftate per fedurli con le attrattive della compiacenza, che li la  cadere nel vizio della vana gloria, e  rende la lor caduta tanto più pericolo J T      Del P. Scttpolì ,, $6$   fa, quanto più in alto erano faliti. Il  rimedio a sì gran male fi é, di mantenerci Tempre in una incera cognizione'  della noftra debolezza, e credere, che  da noi iriedefimi nulla polliamo, e che  non meritiamo niente meno dell 5 eterna Condannagione. Bifogna tenerci fodi  in quella verità come in una fortezza  inefpugnabile, e non ufeirne giammai   ributtando tutti li penfieri, che potcA  fero diftog bercene, come tanti nemici  capaci di recarci la morte, o di ferirci pericolofamente, fe ci lafciaffimot  condurre fuori, anche per unfolo momento, di quella ferma credenza.   Deteinate quella malizia, e quell 5 arte del Demonio: confermatevi in una  profonda umiltà, temendo di traboccare in un gran precipizio da un eminenh  re virtù. Siate pienamente perfualìche  voi non bete che infermità e miferia;  e fopra quello fondamento ponetene  uri altro d 5 umiltà, e di diffidenza di  voi llelfi riconofcendo la v olirà impotenza al bene : collocate fopra quelli  fondamenti la pietra fondamentale d  una perfetta confidenza in Dio, e nei  meriti di nollro Signor Gesù Crillo.   il Colloquio con quello dolcifimo  Salvatore: pregatelo, che v infegni ad  '; : X  effe  J|7Ò 11 Ccrhb finimento Spiritual e  federe veramente Umili, e ad averé  dei fentimeftti di voi ftetà li più badi,  che Vi Tara potàbile.   CÓNSlDÉRÀZIONE.    C Onfidcrate còme fu duopo diportarli per non. cadere dalla virtù  che abbiamo àcquiftata.e per confervarci Tempre in uria. umiltà, profondi flima Qualunque voltajrivolgeremo gli  occhi fopra di noi e fopra le rioftre azioni, eonfideriamóri con ciò che abbiamo fol amente da noi medéfimi  2  non cori Ciò che abbiamo da Diò è dalla Tua grazià; e concepiamo lina dima  di noi medefimi corri fponderite a ciò  che fiaino in verità.. Se facciamo rifle£fione fopra quello che eravamo prima  che riafeetàmo a quella luce del Mondo, ritroveremo, che non fiamq Ilari  che Un nulla per tutta 1  eternità  c  che in quello fpazio infinito nort abbiamo mai potuto fare cofa alcuna pex 1  meritarci T edere che: abbiamo t Se d  confideriamo dopo che abbiamo ricevuto l’ édere, fia naturale o fóvranattirale, ci ritroveremo d'avere tutto Emotivo non {blamente d’ umiliarci, ma d  annientarci ancora 5 imperciocché per  l' elitre naturale, fe lafciamo a Dio ciò,   che       Tgl thè gli appartiene, di quanto riamo per  la fua Potenza e per la fua Bontà,cIremo thè da noi ftefli non riamo che  tm mero nulla, da cui la fua Portanza  c la fua Bontà incertfaritertìente ci tragge fudra. Se ci xonrideriamo nell 5 ertere fovranaturak della Grazia, qual bene può fare mai una Creatura fenza T  aiuto di Dio ? E ella capace di fare  giammai umazione meritoria fenza la  di lui afliftehza ? E fe con ciò prendiamo 1 moltitudine de 1 noftri peccati? e  fe a quelli che abbiam fatti, aggioghiamo quelli, che abbiamo potuto fare,  e che fam avremmo ficuramertte, fe  Dio non c averte foftettuti con la fua  Mifericordia in un pendìo sì fdrucciolofo come quello della noftra sì depravata, e corrotta natura ? ritroveremo   che a numerare non fedamente coi giorni e cogli anni che riamo vifluti, ma  ancora col novero delle n oltre peccaminofe azioni e inclinazioni malvaggie  che in noi allignarono, le nortre ini'  quità farebbono moltiplicate fino all  infinito,. e che faretfìmo divenuti peg f i ori dei Demonj, fe foifrmo Itati abbandonati a noi mederimi. Se non vo.  gliamo adunque rapire a Dio la gloria,  che è ben dovuta alla fua Mifericordia,   ' X 6 € fe   4 A      JtfX 11 CòYfthattìmerltò Spi rituali  e fe vogliamo attribuirci Soltanto eia .  che ci appartiene, riputar ci dobbiamo  i maggiori peccatori del mondo : e bisogna ben avvertire che quello giudizio, che facciamo di noi lleflì fi a accompagnato dalla giuftizia, cioè adire, che  non vogliamo punto efler trattati, fe  hon come meritiamo, altrimente ci renderemmo più colpevoli imperciocché  doloro che hanno Soverchia elli inazione   di fe fteflì, e che vogliono edere (limati dagli altri per difetto di ben cono fccre la loro miferia fembrano d 5 avere  nella loro ignoranza qualche pretelle  vdeiringiuftizia, che commettono  ma  noi faremmo ingiufti fenza feufa, fe conoscendoci internamente indegni dì (lima, pretendemmo d’elTer tenuti in conto, e (limati.   Imparate da quelle iftruzioni a ben  conoscervi, ed a credere ciò, che liete  da voi niedefimi, voglio dire, niente,    peccato. Inferite da quella cognizione una piccola, e bafiflima opinione di  voi (ledi. Accóflumatevi a difpreggiarvi, e ad amare il volito avvilimento.  Delìderate d'eder umiliato adai, ed’   (Ter tenuto come la Scopatura degli  altri.   U Colloquia con nodro. Signor Gesù Grido  Chiedetegli queda umiltà  cordiale.   CONSIDERAZIONE. la  Del A Se tip oli    la Lezione Spirituale per il  decimo Giorno.      et ella divozione fenfibile, Aridità o   fvogliateZze, pene, che di fo vera e fi provano nell Orazione    I l più fperimentati nella vita Spiri  j tuale fanno molto bene, che la  divozione fenfibile la qual fi gufta nell  Orazione, e che le Aridità, ed altre  pene che foffronfi, fervono ai noftri  nemici er tramarci delle infidiealtret  tanto piu pericolofe, quanto più occulte. Acciocché per tanto non ignoriamo, come ci dobbiamo condurre per  involarci stratagemmi sì maliziofi, e  la vittoria ftia collante dalla noto parte, ecco a un di predo ciò, che bifogna fapere di più importante, e necef-  fario.   Quella forta di divozione, che inonda l'Anima di confolazione nel tempo  dell' Orazione, non può provenire che  da tre forgenti, o dalla natura, o dai  Demonio, o dalla Grazia. Da'fuoi effetti, e dai frutti eh' ella produrrà in  noi, potremo agevolmente conofcere  d'onde proceda. S'ella non è feguita     378 II Combattimento Spirituale  dalla noftra emenda, e fe non ne  diventiamo migliori, abbiamo gran fondamento di temere, che quelli fieno  parti della natura, ò delle illufioni del  Demonio, avvegnaché elfi C apportino  un gran gùfto delle cofe di Dio, ed  accendano nei noflri.cuòri uno ftràordinario fervóre : Nel tempo di quelle  vifite e corlfolazioni non bifognà intertenerfi ad ifcrutinare d’onde vengono,  ne àppoggiarvifi, ne dipartirli dalla cognizione del nóftro niente, ma con un  Tanto odio di noi ftelfi bifogna diftaccare il no Irò cuore da tutte quelle confólazioni, ne guftar cola alcuna fuorché Dio, nè altro bramare, che di fare la di lui l'anta Volontà ? e in cotal  ‘guiia ciò; che dà principio poteva elfere un opera della natura, o un illufioné del Demonio diverrà un 4 effetto  della grazia, ed una pratica eccellente  di Virtù i  . L’aridità  e languidezza del cuòre  'Che Tentiamo nell’ Orazione, non è altro, che la privazione di quella divozione ienfibile; Élfa.può avere le rtredefime cagioni : può procedere dalla  natura, qiiallóri, vi diamo occafióne  colia hollra pigrjzià 0 per noftra colpa, principalmente per l’attacco fo ver-   chio,   9 i     by Googl     Del P. Scupoli,   nio che abbiamo alle Creature, o a  fioi m ed eli mi 3 ella può ancora procedere dal Demonio y il quale fi sforza .. fcor i con quelli difgulli per porci in disòrdine t farci lafciar T armi,  tacendoci ritornare ai vani trattenimenti e piaceri del mondo fino a ri guadagnarci al Secolo; Ella può, venire dà  Piò per obbligarci a ftàre piu cautelati e guardinghi, e id edere più diligenti in compire li rtofiri dovent e di  rompere tutti gli attacchi, che abbiadò a tutto ciò òhé nòn è Dio; oppure affinchè Conófciamo per ifperienza,  che tutto il bene che abbiamo vietìe  da lui. Solo, è tenghiamo in maggior  Conto li doni Suoi, e fiaino più attenti a confervarli con una grande umiltà   t purità di cuore, e per unirci a lui  più flrettamente, facendoci rinunziare  noli Sólamente a noi ftelfi, ma àncora  a tutto ciò, che può dividere il nollro  Cuore che Iddio viiolé tutto per lui; o  pur anche, perchè Iddio fi compiace  di vederci a combattere con tutte le  nOure forze, e con un perfetto ufo  della grazia;   Quando ci ritroviamo in quella laiiìjUidezza e aridità Spirituale biSogna eìamiriare d orni ella polfa procedere, e   prò     3 So 11 Combattimento Spirituale   procurar di {coprire il difetto dì è la  noi, che ne può edere la cagionerei  combatterlo vivamente $ non per ricuperare la confolazione fenlìbile, ma  per emendarci dell 3 imperfezione, che  difpiaque agli occhi di Dio, e che ci  ha cagionata quella aridità, e non ritrovandone la cagione, bifogna attendere, e affezionarci alla vera, e foda  divozione, la qual 3 è una pronta ralfegnazione della noftra volontà alla fua.  Bifogna guardarli bene di non iafciar  punto per ciò li noftri spirituali efer-i  cizj, per quanto grande iìa la pena che  internamente proviamo, ma bifogna  continuarli e profeguirli per quanto infruttuoll ed infìpidici rafiembrino, bevendo con coraggio il calice. d 3 amarezza, che Tamorofa mano di Dio ci  prcfenta.   Se accadeffe, che la deflazione foffe sì grande, è le tenebre lì denfe,  che non fapelfimo (più da qual parte  rivolgerci o a qual partito appigliarli,  non Infognerebbe perciò abbatterli, ma  rimanere folitar; e collanti fulla Croce,  allontanandoci con fermezza d animo  da tutte le confolazioni, die ilMondo  o le creature ci potelfero offerire.   Fa di mellieri ancora nascondere ad   s -a   ogn     by Goc    X)el P, Scupolì, }Sl  ogn’ uno la noftra Croce e le noftre pene, e non paleiarle che al noftro Padre  Spirituale, non per cercare ed ottenere  da lui qualche alleviamento, ma perchè  c inftruifca a portarla coraggiofamente  giuda il divino beneplacito. Parimente  non bifogna ricorrere alla Comunione,  ne agli efercìzj fpirituali per lcendere  dalla noftra Croce, ma per acquiftarele  forze, che ci fono neceffarie per portarla più collante mente $ e fe non polliamo più meditare o recitare più come  prima, facciamolo almeno alla meglio  che pofliamo, e non potendo offerire a  Dio gli affetti e tenerezze del cuore, offeriamogli la pazienza, e la noftra raffegnazione al di lui fanto volere. Quello, che non potremo fare con Y intelletto, procuriamo dì farlo col cuore,  indirizziamoci a Dio con orazioni brevi, e fervide, parliamogli col cuore,  e proteftiamogli una perfetta conformità, e fommiffione alle fue fanti (lime  difpofizioni. Ponghiamoci avanti gli  occhi noftro Signor Gesù Crifto nell  Orto di Getlemanl, oppur fu la Croce,  quando fu abbandonato dall 1 Eterno fuo  Padrei uniamo le noftre alle fue pene,  e diciamo con eflb lui : Non abbiate guardo alla mia volontà, ma ottanta la   vo     11 Combattimento Spirituale  voftra  adempia ( Lue zi.v.z, ): e In  cotal guifa la nolìra pazienza, e lanoftra orazione porteranno 1$ fiamme del  facrifizio., che faremo del noltro. cuore  afflitto, alla prete nz a della divina maeftà, e farà egli veracemente divoro;  imperciocché la vera divozione non è  altro, che una volontà pronta e tacile  a feguitafe Gesù Crido con la Croce  fopra le noftre fpalle per qualunque  Itrada egli ci conduca, e voler Dio per  Dìo o. laiciar Dio per Dio, fecondo  caderà più in acconcio per fare la lira  fanta volontà, Quello è 1‘ unico fegreto per non dfer punto ingannati nè dal  Demonio, nè da noi medefimi.   L‘ ufo che dobbiam fare di quelle  tentazioni, e di quelle prove fi è di  cavarne una chiara cognizione della notila. cattiva inclinazione, la quale vuoile Iddio, che Tappiamo qiìale fia,cioè  tale, che fenza Y ajuto della Tua gra  zia ci precipitarebbp nqlla nollra rovina, e ci porterebbe ad eccedi, e mali  i più grandi, e terribili, Dal che potiamo ben vedere quanto s'jpiganpina  coloro, i quali avendo, lo spirito travagliato da ilravaganti penfieri, fi turbano, fi confondono, e fi credono abbandonati da Dio  non. fapeadofi per   ifua  ™!‘’ ch. e lo fririto di ini poffa ibitare in anime ripiene di fomielianti '  immaginazioni, fenza riflettere, ch‘eli  non permette qnefh tentazione, fenSo  per Jar ad IT. un più chiaro %nofX  i mento, della loro debolezza, e per obbligarli ad. accollarli a lui più  eircnd ° cerciffiIwinA flievoli tentazioni fi f u,  perano meglio, con una dolce e piacey°l Pazienza, che con una difpettofae  inquieta refiftenza a non fare quelmv  Jcche el e vorrebbero farci £ £   fólo penfarvi? 1,01 ® Vergognìamo    I   jl Frutto della, decima Giornata,   ' i.   fere ,7° giornata debb'efri fr ’ dl praticar fedelmente ciò  che fi contiene nella feconda, te a e'  quarta conderazipne dei primo c ferri  io; quali ora vi troverete in qualche  foto penofo, e difficile a fopportatf  e è ncordarvi di nere gliomi   delì deìiderj diftaccati da ogn altro oggetto  fuorché da quello della volontà di Dio.  Secondo, di feparare il male che vi afflig gerà, e il rammarico, che ne rifentirete, da tutte le circoflanze, le quali potrebbero fervirvì di pretefto, e  formarvi qualche ragione per non approvare Timo e defìderar r altro, tacendo gli atti della virtù òppofla per  rendere inutili le arti, e flratagemmi  del Demonio, e per confervarvi nella  pratica foda, e collante della virtù tutta pura. Terzo, di portarvi con una  fanta difcrezione, c con uno fpirito d'  umiltà nell efercizio delle virtù citeriori; e di non muover palfo fenza direzione nella pratica delie aufterità corporali. Quarto, di praticar fedelmente  ciò, cheli è divifato nell’ e fetci zio terzo fpettante ai giudizj temerarj ed ali  amore dèi profilino, e fopra tutto di  fervirvì dei rimedi, che fono accennati nella feconda confiderazione di quello medelìmo efercizio. Quinto, di concepire un fenti mento di voi Iteffì il piu  umile che vi fara poffibile, c di prender la pratica del quarto ed ultimo efercizio per lo fondamento di tutto il  volito fpirituale edifizio, acciocché il  Demonio non abbia alcun vantaggio   fo-. 2W -P. Scapoli. 3 8 f   fopra di voi, cd ottenghiate il premio  e la corona prometta a coloro, che  combattono con le armi, di cui abbiamo ragionato nelle tre ultime Lezioni  Spirituali, con uno fpirito d'uiniìtà, e  con perfeveranza, facendovi Uomo d  Orazione, con una arduità del tutto  particolare a quello ianto efercizio,  giufta il configlio di S. Paolo, il quale c eforta a pregare continuamente,  Sejloy d’ approfittarvi della Lezione Spi-?  rituale per Tufo, che dovete fare delle confolazioni, e delle pene e moleftie, che proverete nelle yoftre orazioni.    Fine dell a decima, ed ultima  giornata,   V A C      !. ..    ' s   ACCADEMIA DEL COMBATTIMENTÓ  SPIRITUALE DEL VENÈRAÉILÈ   K S.   C. K. TEATINO   Ridotto ìli Efercizio   I Vrapertata nella nojlra volpar linguà  da un Sacerdote iella ftejfa Congrua  gaxJvnè de C R, Teatini.   ih   -. . 1   Al leggitore.  . 1.    che E annuale ritiro., che vi obbliga a. Ilare per dieci giorni lontano  da qualunque convenzione, lia per  fembrarvi nojofó, e che T impegno di  ìhr quali Tempre in tutto quello tempo applicato ad una feria profonda meditazione di quanto fi contiene negli  efercizj che lo. compongono, lia per  arrecarvi qualche molellia e difpiacere,  ho creduto edere doverofa cofa il prefentarvi un' altro mezzo molto più agevole. per approfittare di quelli efercizj.  Quell’ è l’ Accademia del Combattimento’ Spirituale, la quale non vi terrà occupato, che un giorno della fettimanadi maniera, che ciò, cheavrelle dovuto fare pel corfo di dieci giorni nel ritiro,lo facciate in dieci fettimane più  facilmente, con maggiore foddisfaziohe, e forfè anche con maggiore profitto.   Ogni qualunque volta i Lacedemoni devallavano la Campagna d’ Atene,  lanciavano intatta per riipetto T Accademia di Platone. Io non vi domando ... ! Y 3 eh  che abbiate la ftcifa coìifìdemióne è  ritegno per qitefta, anzi farò ben. contento) che ne facciate un copiofo bottino di tutto ciò, che vi trovarete di  meglio, di più preziofo, e di più bello, purché ne facciate un Tartufo, e  vi ferviate delle di lei irruzioni per la  vittoria delle voftre paflìoni, e V animiate a combatterle (limolato da quelle parole dell Apodolo al fuo prediletto Timoteo : Intraprèndi  il lodevoli  combattìtnento della Fede  guadagna la  vita eterna Elleno Vi foli polle avanti  gli occhi per eccitarvi a quella guerra  con la conliderazione della ricompensa che vi è preparata in Cielo, dopo  che avrete finito di gloriofamente combattere qui in Terra    r   f    IAC       L'ACCADEMIA   DEL   COMBATTIMENTO, v   SPIRITUALE   Ridotto in Efercizj.   P oiché la vita dell Uòmo è un inceffante pugna fopra la terra, e  che lo fiato del Crifiiaho è una  profeflìone militare, nulla fcòrgo di  piu utile e necefiarid  guarito di fondare un'Accademia, irt cui vi ci addentiamo; Noi entriamo nel Mondo come in una terra nemica, e li nemici,  contro cui abbiamo a combattere cifeguicano sì da vicino', che li più perico lofi fono dentro di noi medefimi, e  fon eglino in sì gran numero al di fuori, che appena polliamo formar un patio fenza pericolo  Gesù Criftò, che  ha nodrita tutta la premura di rimediare alla noftra calamità, ben lontano dal  prefervarci da quella guerra, Y ha aòcefa egli fiefio, e chiaramente fi è prò  teftar    v r       l} Accadèmia..   tc&ato nel fuo Evangelio di no elier  venuto al Móndo per portarci la pace,  ttid anzi per fomminiftrarvi c ferro, é  fuoco. In fatti quando riamo fatti Crifliani col Batterimò, in ricevendo il carattere indelebile di quella illuflre prò1  fefllone, c obblighiamo Tolerinertierite a  combattere fotto lo ftendardo di Gesù  Criflo; ci dichiariamo iji faccia del Cielo, e delia Terra nemici dei Demonio,  del Mondo, e della Camen e promettiamo di non aver mài coli elio loro'  ne pace, ne tregua. c, ;   ' S. Gìó: Grifofl.òmo ( fi. Chrìf Sem.  de Marcir, tom. !. ) 'riòri potendo foifrire la codardia d’ alcuni Gridi ani delfuq  tempo, dopo aver polla loro d’ avanti  gli odchi la forza, il coraggio, e la;  coflanza de Martiri, lóro parla in qiieffi termini. Oli Crifli ani,, voi liete fotdati troppo delicati, fe vi 1 ufi rigate di.  poter vincere fenza combàttere., e trionfare lènza aver guadagnata la battaglia..  Impiegate, e noi) iafciatè ozipfe levo  flró forze, combattete virilmente, e.  fiate fenza pietà con voi fleffi in quefr  fta gii erra. Confiderete il voitro patto,  e peniate alla voflra condizione, e ve-,  dete qual ria quella milizia che proferiate; Dico il patto che avete ratto; la;   ..,Pf Com&itttìmm Spirituale. f $ f  Condizione, fotto cui liete flato arrola-  to; e la milizia  che ha prefo il fuo  iiome dal carattere illaftre, che avete  ncevuro nel Santo Battefimo   l dU r qUe L ì n noftra adizione è  t-le, che flamo deftinati come ÙomH   femore 1 fl? ? Pm  C ° me Cr P iani a  lempie iu 1 armi per combattere contro nemici, la di cui forza ed efperien? a congiunte con 1 odio mortale eh®  hanno contro di noi, ci fanno a tute  ragione dubitare del buon efito de' no?.   drér ma 3 n;, ' m£n V 3 qUal cola   unAcrft P utl e 0 P |u neceffaria d'i  dem J a ’ m cui Poffiamo efferé  addeftratr ed ammaeftrati in tutele   ITctTTk C K CÌ P 0ite farebbono altrettanti gloriolì fegiu della generalità n, e tortezza de Criftiani.   A quello fine appunto io ho comporla queft' Accademia del Combattimento Spirituale) acciocch'ella polla fervile aa ogni genere e condizian di persone, dal più alto fino al più umile e  baffo rango, conciofiachè con quello  mezzo potrà ciafcuno fervidi con profitto degl’indirizzi, e ammaellramcnti,  che vi u contengono, e tutti vi troveranno, di che formarli nella vita Spirituale con la pratica degli EfercizJ,  cjie vi fono accennati.   Li Greci dimodrarono la palfione e  la llima, che avevano della virtù con  molti Palagi, che fabbricarono con ma f nificenza, e che dedinarono perchè  ai loro piu eccellenti Uomini idruita vi folle la gioventù negli Efercizj  del corpo, e dello fpirito, affinchè non  le mancade ne ajuto ne direzione per  divenire perfettamente virtuofa. Mi lufingo, che T impegno, che aveva quella nazione di coltivarli nella Virtù, di  cui non vidde mai fe non l’ombra, poffa e debba edere di forte dimoio ai  Criftiani per ricercare con eftraordìnaria diligenza tuttociò, che può fornir  ÌÀ di mezzo per perfezionarvi? gia dì maniera  che quelli, che avranno un vero defiderio di farli perfètti, vi troveranno  tutte le Ignizioni più importanti, eneceffarie a quefto fine.   Io la chiamo Accadèmia del Combattimento Spirituale, perchè altro non  vi s’imparache la maniera di combattere le sfrenatezze delle noftre paffioni, e di fare gli atti delle virtù, che  che loro fono oppofte, per formarne  gli Abiti, il che è tatto Spirituale e  dipendente dalle potenze dea Anima   imperciocché ficcomc la libertà delfiiomo è elfenzialmente nella di lui Anima e volontà, così tutta la di lui perfezione, la virtù, la fantità e merito dà: lei traggono il nafcimento., ed  anche ftanno nell 1 Anima come nel proprio lor leggio, di fotta che le battaglie che cì: fa meftìeri di foftenere,  molto più dall 1 Anima che dal corpo  dipendono, e quindi a buona equità   Z chia      8 V Accademia    chiamiamo quefl’Accademia, f Accade  paia del Combattimento Spirituale. Quanto poi al Metodo d’ insegnare  jchervi fi tiene, e°lì è affai diverto ‘da .quello degli antichi Filofofi, ì quali  ponevano tutte le cofe in controversa  e difpptavano fopra di tutto per l’una  è per ì 5 altra parte.. Socrate introduce  quello metodo, affine di fecondare la  mente de fuoi difcepoli di nuove opinion i, il che diede a molti occafìone  jdi paragonarlo ad una foggia Madre, e  fece dire a S. Paolo di quelli primieri  Sapienti del fecolo, ch’eglino iiqpara  vano Tempre, ina non giugneyano mai  alla icienza delia verità. In quell’ Accademia non fi devono già trattare articoli, che fi beffano porre in difputa,  per il che batterà di accennare fempli.ce mente gifinfegnamenti, gl’ indirizzi   e gli avvertimenti, che fi contengono  negli Efercizj del Combattimento Spirituale, V  V   La maniera per tanto di procedere,  in quell’ Accademia, quallora fi poffa  'comodamente, farà di lagunare per lq  meno Tei o fette perfqne, le quali fieno accefe d’un Santo deiìderio 4' avanzarli ndia vita fpirituale.; cola, che  non mi p3re molto difficile.a praticar  Del Combctttim. Spirituale,  in una Città, o in una cafa Religiofa,  o pur’anche in una famiglia; principalmente però in un Noviziato potrà il  Maeftro avvaletene per ammaeftrare i  fuoi Novizj, e far sì, che in pochiflimo tempo facciano un rimarchekl profitto nella mortificazione delle loro paglioni, e in tutto ciò, che rifguarda la  vita Spirituale. Bifognerà fcegliere un.  giorno della fettimana per radunarli,  e prendere in ciafcuna volta un giorno  del Combattimento Spirituale ridotto  in Efercizj: e ficcarne ci afchedun Giorno è compofto di quattro Efercizj, d'  una Lezione Spirituale, e del frutto,  che fi può raccogliere da tutte quelle  cofe; in primo luogo s'invocherà l’affiftenza dello Spirito Santo, e di poi  quello che incomincierà, interterrà i  Aflfembiea fopra il primo Eferciz io fminuzzando famigliarmente tutto ciò, che  contiene con la maggior chiarezza poflibile: il fecondo feguiteràil fuo ordine, e così il terzo, ed il quarto. Un  altro in feguito compendierà la Lezione Spirituale, ed un’altro ragionerà del  frutto, che fi può ricavare dajtuttociò  che avranno detto i primi.Finalmente  bifognerà che tra tutti fi faccia come  una raccolta e tranfunto di. tutti gl’in Z z fcgna         I  L Accademia   fegnamenti, di tutti gli avvertimenti %  e di tutte le pratiche contenute in que-f  ila giornata $ farà duòpo tutte rimarcarle bene, e terminare 1 J aflemblea con  una Santa, e forte risoluzione di mandarle ad effetto. Ciò fatto, dopo d 3 aVer rendute a Dio le grazie, ogn 3 uno  lì congedarà fino alla Seguente Settimana per proSeguire nella lidia maniera  una Settimana dopo Y altra fino all ultimo. giorno di quelli Efercizj. Ecco  in poche parole la forma di quella Accademia, e il Metodo, che bilognerà  oflervarvifi.   Giovanni Bereman della Compagnia  dì Gesù, che morì con fama di Santità l'anno mille feicento vent 3 uno in  età Solamente di vèntidtie anni dopo  aver vìflìito con tanta  perfezione cheèra ammirato come un 3 ' Angelo di collumi, terminato avendo., il Suo Noviziato, non fi torto fu ammeffo nel Collegio Romano, che con la per milione  de 3 Superiori iftituì appieno de 3 Suoi  Compagni una Spezie d’ Accademia Spk  rituale per li giorni di Villeggiatura   ch’eglino chiamarono non già Accade-, mia, ma collcqtij Spirituali nel giorno  dì ricreazione. In quello giorno per  tanto eglino fi i adunavano Sotto qual bel Combnttìm. Spirituale 401.  che verde arbofcello, e conferivano in-,  fieme per lo fpazio d’ un 1 ora della virtù, che fcelta avevano nella fettimana  precedente  e ne trattavano in quella  maniera Uno apportava la definizione  della virtù prefceha notava l’altro gli  atti  die fe ne potevano praticare sì  interni come edemi 5 il terzo accennava li motivi che fe ne potevano Ricavare; 1 J altro i mezzi per giugne'rvij e  finalmente alcun 1 altro raccontava gli  Efempj decanti, che particolarmente  s 1 erano in efla efercitati  Nel corfo  della, fettìmana ognuno preparàva ciò  che doveva dire e nel giorno della Ricreazione elfendo radunati, lo propol  nevano in brevi fermoni, e con molti  fchietezzà  e femplicità. Finalmente,  era permeilo a ciafcheduno di proporre  quel dubbio, che gli era in grado fpet-,  tante a quella virtù medefima.   Ecco una perfetta immagine  e modello dell 1 Accademia del Combattimento Spirituale: imperciocché ella contiene qileMifCorfi, che appunto bramo fi  facciano fopra gli Efercizj,di ciafcun,  giorfìo, fópra la lezione Spirituale, e  fopra il fruttò, che fe he può raccogliere, e que'Colloquj fpirituali utiliffimi per imparare tuttociò, che è ne Z 3 tef,       40 i ì’ Accademia   beffano per ottenere la vittoria fopri  le nottre paflioni, e per efercitarfi nella pratica delle Virtù e per giugnere  più pretto alla perfezione Criftiana.   Coloro, che entravano ignoranti, ed  incolti nell’ Accademia de’ Filofofr, ne  iifcivano sì benammaeftrati, e fapienti, che quando fi volevano rimarcare le  belle doti d alcuno, foleva dìrfi 4 JEgU  ' 'viene dall Accademia, Ed oh i qui si   che di buon grado polliamo efclamar  con r Apoftolo ( t. ad Con 6. v. if. ) :   £ qual rapporto vi è mai tra Gesù Grillo ed il Demonio ? qual convenienza  può efiervi tra il fedele e 1 infedele ?  Certamente, che non vi può ette r altro paragone tra quell Accademia e   S uella di quei Filofofi, fe non Quello  etto, che può efiervi tra la luce, eie  tenebre, o tri la verità e la menzo-gria: onde mi perfuado, che il profitto da riportarli, avrà almeno quella  Vantaggia, che fi pòttederà veracemente ciò, che queFilofofi non potevano  avere che in apparenza, e che coloro,  i quali ufeiranno da quefta Accademia,  daranno chiaro a divedere, efier eglino  altrettanto fuperiori a loro, quanto la  grazia è più fublime della natura, e il j  lume della fede formonta quello della   ragie   Combattimi Spirituale; io f   y iven ° non,PÌ‘ da Uomini  brutali e terreni,ma da Angioli mori   rr. 1  oppur dd Uomini celefti, e diCon tutto ciò io temo ancora che   SS flwì i ' en °°PP orfi  o almeno   fircnw,on 1 l ani ‘Jdefta Accademia, 2ST, que !j?  in ( cui non fi tratta,  che di mortificare Je proprie palTioni  i rinunziare a fe medefimo, v di difprez-, £ rC f 1 ’ e d abbórrire tuttodì   che infinga e folleticà i fenfi, é ferrei   2 f°{? en to alla concupifcenza.A qu£   ' n, J a i  er ? non mi re da a dire $  due cole; la prima, che Platone feci  feri vere quelle parole di Pitfagor fS   r° n   Ua Acca  m ;  LZ Àlf f porvt tl ? iede  u non   Uppia la geometria, cioè i dire, collie '   vitadi qtìé   forare. no   k S j   #.' Così foprai  baSh 1 c qiI efta Accademia del Cedi taratSrfn PintU ?' C fótte ili   caratteri ben grandi quelle parole dell'   Apoftolo Si Paolo' al iuo difcepoloU  vita ( i Ti  6y é  eterna     stes&s    4 tua  Die     404 Z? Accademia   tuale, che ha per fua mercéde la vlttfc  eterna: il che efier ci deve d un fortifluno filinolo perchè combattiamogenerofamente le nòftre paflìoni, e afloggcttiamo li noftri difordinati appetiti   mentre come c afllcura V Apoftolo, li  patimenti di quefta vita non fono da  paragonarli alla gloria, che fperiamo  nell’ altra, v    La feconda cofa che devo loro aggiugnere fi è, che il medefimo Platone veggendofi d una compleifione forte e robufià, e temendo, che il fuo  corpo non faceffe qualche oliatolo al  fuo fpirito nello fiudìo della Filofòfià  fcelfe per luògo della fuà Accademia  un dìftretto paludofo e mal l'ano pet  ifmagrire e indebolire la fua buona e  gagliarda complefrionc, affine di recar maggior forza allo fpirito fopra le fue  paliioni con T abbattimento di quelle  del fuo corpo., Or fe un Pagano ha ratto tanto   che dovrano fare i Criftiani ? Sarebbe .  in vero una cofa ben vergognofa, sveglino ri cu fafiero d’elfere di quefta Accademia, perchè non vi fi tratta fe non  di ciò, che fdfte a infievolire il. corpo  per fortificare lo fpirito, e ad afiog gettare i fregolati appetiti per render 4 a   ra 4  Combatti. Spirti tale. 405  ragione più fciolta, e libera nelle fu?  operazioni, quello, io diceva, farebbe  un procedere beri da vile, e che non  mi debbo in verun conto afpettare per  Io meno da coloro, che Sanno qualche defideriò per la virtù, e che pendano e riflettono qùalchè volta alla ricompenfa che ih Cielo ila preparata   Colóro, i quali ii sforzeranno debilitarli a combattere generofamente fotta le infegnc di Gesù Crifto   1 1   Z Aprimènto dell 1 Accademia del Comm  battimento Spirituale.    L A prima cola, che Gesù Crifto c  ìnlinua nel luo Evangelio, per   p CC ivr C  P er  ez  one Criiliaria cori  1 altiilìnla iiima in cui la pone, è uà  ardente desiderio d’acquittarla. La paragona egli ad uri tei oro nafcotto, e  3, hria gemma preziofa per infegnarci  il di lei guitto pregio, e per farci ve der j ?   no  rò ardore nella ricerca di lei giugnere deve fino alla totale rinunzia di tutte E, altre cofe.   Dopo d’averci fvelato il pregio ed  il valore, di.quella perfezione, e d' avwcene impilata la brama con quelle:   7 amili rudi ni i un’altra ce he ad-'   2 5 dna,  ,   4 © (5  li Accademia ~;   ita, la quale pone alla difperazione K.  Codardi è gli oziofi, quando per altro  Con erta c' infogna il modo, d’acquiftarlà, imperciocché ce rie parla egli inveri luoghi del fuo Evangelio fotto il  Simbolo d’una guerra e d'una battaglia, in cui non biiogna aver meno di  coraggio che di forza ( Mattivi 1 1. )   Egli dice in un luogo, che il Regno  de' Cieli s’acquifta con la violenza, e  che non T ottengono fe non i generori  e forti ( Matth, io. ); in un’altro, eh  egli non è. venuto al Mondo che per  accendere il fuoco d’uria guerra implacabile tra i defiderj delta carne e quelli dello fpirito ( Luci 14 v, 3 1. ) ed  in un’altro ci addita la cautela e direzione neceffaria a quella guerra, infegnandoci il fegreto di renderci invincibili con l’efempio d’uri Re, il quale  Volendo portar le lue armi in paefe nemico, confulta co’fuoi coniglie ri prima di porri in campagna, fri non avendo che dieci milla Uomini, debba e  polTa andare ad invertire un’altro Principe il quale gii venga incontro con  ventimila, e chef temendone un’ infelice erito rifolve dì ricercargli la pace,  e gli invia melfaggiéri a quefto effetto?  quindi conchiude, io vi di$o quefto,   ' pgt  Ècl Cojnbdtttm. Spirituale  467  perchè vi è di dovere, che intendiate  bene, e Tappiate, che' lo ipogeamente,  é volontaria rinunzia di tutto ciò che  r Uomo 1 può avere, e di tutto ciò eh’  égli e, non è meno neceflaria a miei  feguaci per la lor perfezione, di quello forno gii Uomini ed il danaio per  la guerra. Eccellente lìmilitudinein vero] con là quale Gesù Grillo,, in cui  raccolti Hanno tutti li tefoti della fetenza e della vera fàpienza, c infegna, '  Ohe là forza ed il danaro' non fono più  neceflarj ai Principi per, far la guerra  Contro i Potentati della terra, di quélino ua neceUàrió ad ufi Cridiano' il diitacco da tutte le cofe, per far lagnerai contro i vizj e le potenze internali j e che ficcome l’oro ed il ferro fati 0. per l’ordinario li due principali dróménti y che fervono a conq iridare gli  Imperj del Mondo 5 così la povertà, il  difprezzo delle ricchezze e di fe medefìmo  e la mortificazióne delle notre pailìoni lono i mezzi piùficuriper  gìugnere alla conquida dei Regno de'  Cieli 1    b ordine, che tiene Gesù Grido per  iftruirci fopra una verità sì rilevante è  quello dello, che noi dobbiamo olièrVàe per approfittarci di quedi infegna 1 metF     408 Z? Accademia  menti. Primieramente dobbiamo con-  cepire un alta Ili ma della perfezione  Criftiana, ed apprezzarla, non folàmente più di tutti li tefóri della terra, ma  ancora più di tutto ciò, eh è meno di  Dio; dobbiamo poi accendere nei noftri cuori un 3 ardente brama di quella  perfezione, efiendo certi, eh’ ella ci  farà data a mi fora del defìderio, della  fame, e della fete, che ne avremo, avendo detto noilro Signore; Beati quelli) thè hanno fame, e fete della tufi tuia,  ìmpércìdcchè faranno fat oliati ( Matths  v, 6. ); finalmente poiché per farne acquifto, e poflederla è necefiario., che  prendiamo Tarmi, e ci rifólviàmo afi  ilenere una guerra, che ha mamme sì  diverte da quelle degli Uomini, come  fono di difprefeiar le ricchezze, di rinunziare a noi lreili e a tutte le cofe   di mortificare lì noli ri difordiriati appetiti, e domare le tìoftre palfioni, e poiché abbiam duopó di condotta; di Coniglio, e definizione per acqui ilare gl  indirizzi neceflarj ad una guerra fcì difficile, e perigliofa, dobbiamo impiegare tutte le tìoflre cure e fóllecitlidirii per  edere ammaeftrati, e beh addeflrati in  quella milizia di maniera, che nulla  ignoriamo di tutto ciò, che rifguarda    2 )éi Combattimi Spirituale  40   Un affare, ed un’ efercizio sì importante...   Il Precettore di uert Accademia è  Gesù Crifto, poiché tutti gli ammaeftramenti che vi fi danno, j noli fono  che la di. lui medefima Dottrina, e  tutti gl 5 indirizzi che vi fi prendono,  fono cavati dalfefenipio di lui -, e de'  Santi che 1 hanno perfettamente imitato, ed i Squali hanno potuto dir con S.  Paolo fiate imitatori noftrì, come noi lo  fi amo di Gesù Crifto ( 1. Con ir. tt. iJ)   Il Combattimento Spirituale ridotto  in efercizj è il libro  di cui fi deve  tifare ih queft 3 Accademia. Inciafcuna  Aflemblea fi prenderà lina giornata di  quélH efercizj e ficcome ciafcuna gior-,  nata è comporta di quattro efercizj, d  lina leiorte fpirituale, e finalmente del  frutto  che fi può raccogliere da tutte  quefte 'cole, quindi li radunati nell J Affemblea ragioneranno per ordine, co  ine abbiam detto nelfiftituzione di quella Accademia: li quattro primi riferiranno ciò che fi contiehe ne quattro  efercizj, il quinto dirà ciò  che avrà  hotàto. nella Lezióne Spirituale, e il  fefto interterrà la compagnia fopra il  frutto, che fi può raccogliere da tutto  ciò, che farà fiato detto; dopo di ch   fip        la, che deplora S. Paolo lctivendo al   lla è la fchiavitù del Demonio, il quale tiene lchiavi ne’ fuoi lacci coloro,,  che ubbidiiconq alle proprie pa    T)el Combatti m. Spirituale. 415   polche con una deplorabile tirannìa figli fc ne ferve come di tanti fcHiavi,  eligendo da loro tutto ciò, che vuole.  Rilbgna dunque far F ultimò sforzo 'per  llabilirfi in quelle belle difoofizioni, e  attendere in quella guerra la ricoinpenfa, che infallibilmente ottiene un Soldato eh è generofo, e che combatte  per la eternità v Oh quanto e amabile  quella guerra ! poich’ ella ricolma rii  gloria, e di meriti coloro, che. dà lei  fono impegnati a combattere le proprie paflìoni, $’ eglino la efeguifeono  con la collanza, e col coràggio, che  devono  Oh quanto fono felici, efortunari. coloro, eh 3 entrano in quelle  battaglie ! poiché Combàttendo diventano più forti, s accollano più da vicino a Dio, dimollrano la verità e la  fincerità della lorfede. animano col  loro efempio li più codardi alla virtù,  e loro difvelàno gl 5 inganni del Demònio, e finalmente fi rendono degni di  viver’ eternamente in compagnia degli  Angioli, e de Beati.   L’ Accademia ASSEMBLEA 1 '   jfj elt Accademia del Combattimenti  Spirituale i   trattenimento primo.   Sopra il primo Efercizió della.prun  Giornata   là che propriamente confi ft a la Vitti  Spirituale  o là Perfezione  Crlfi aita i   ti tìtolo di queft’Efercizfea cl fe W   I der chiaramente, che 1 Autore del  Combattimento Spirituale, e quello;  Che l’ha ridotto in Eferciz,, volendoci   dare una perfetta cognizione ed idea   della Viti Spirituale e della  ne Criftiana; olfervando M medefimo  Ordine, che San Dionifio 1 Areopagita,  é dopo lui tutti li Maeftri e Dottori  della miftica Teologia hanno oflervato  per darci una perfetta cognizione di  Dio. Imperciocché fe qùetti grand iui  mini per Melarci nei lorolcntti qualche idea della grandezza di Dio, fifenò fervit con telice riufcimditc del a  negazione i e dell’ affermazione,.dell  attrazione, e dell’attribuzione, cioè i    i   i   11   r   t   f   1   i    Dtl Combattiti} Spirituale  f   dire di quefte due sì differenti manieri,  di parlare, là prima delle quali efprime ciò che Dio non è, e l’altra dichiara ciò eh’ egli è ì X Autore del Combattimento Spirituale, e quello' di quelli E lerci z;, volendoci far conofcere  perfettamente ciò, eh 3 è la. Vita Spirituale, o la perfezione Criftiana, ha  giudicato a propofito d’irifegnar prima  ciò, che ella p'ropri amente non e. Qiiefto primo Efercizio abbraccia cin-  que Confìderazionii la prima cafficura  che la Vita Spirituale, o la perfezione  Criftiana non confifte nella povertà, ó  nello fpogìiamento di tutti i beni citeriori, nelle mortificazioni, e patimenti, ne in alcuna cofa, che proceda dal  corpo. Ella ci dimoftra, che non confifte la perfezione in fare molte opere  efteriori avvegnaché di fua natura ottime, ed eccellenti, come fono le ora-,  zioni vocali, e meditazioni, afcoltar  più Mede, vifitar Chiefe ed Altari, c  frequentare li Sacramenti  e per ricuperare ogni giorno nuove forze contro i loro nemici  Finalmente bifogna che facciamo tutte querce cofe con una intenzione tutta pura  per la maggior gloria di Dio, e col  lolo fine di piacere a lui, '  la terza Confiderazione ci difcuopre  una verità importanti filma, ed è, che  tutte quelle buone opere citeriori, e  tutti quelli fanti eferciz;, i quali, ficcome abbiam detto, fono cofe buone e  -ante di lor nafura  fono però di fo-, veiir l’Act&mt anche?.   yente ciàperti reoforo.,   molto piu dei p c   pel    La quarta Confiderai one è un ri?  gratto al naturale di quelli, che s’abu/ ’ fano di quelle cofe efterìori sì fattamente, che riflettendo alle loro imperfezioni non fapremmo piùavvifarli per  quelli, che pi apparivano. Elleno fonp  accennate per ordine in quella Confiderazione, e per non ommetterne alr  cuna, ne rinnoverete la Lezione pag.   La quinta è la più importante, e co?  me l’anima delle precedenti. Efìfa imprime nei nollri cuori un fanto fervore  per non lafciarci ingannare dalla nollra  pattira corrotta attaccandoci  Crìjliana.   S E avelli a dire qualch’ altra cofa di  più di ciò, che di vifato nelle quattro confiderazioni che compongono  quell’ efercizio., per ifpiegarc in. che  propriamente ftia ppfta la Vita Spirituale o fta la perfezione Criftiana, farei forfè come il Filofofo. Si moni de,  il quale pregato da Jerone Rè dì Sicilia a dirgli, cofa fofle Iddio, chicle  un giorno di tempo, da penfarvi, paffato. il quale ne domandò un altro, poi  un altro, ancora, e finalmente più che  vi penfava, veggendofi più. lontano dal  poter dire ciò. che folfe, confefsò la  lira ignoranza, e proteftò con ingenuità e fchiettezaa, che per quanti sforzi  egli facdfe in quella ricerca, ad altre   più piti non fervivano, che a fargli conofcere Tempre più, ch'ella forpaflava infinitamente la capacità della Tua mente. La perfezione Cridiana ha quello di  divino in fe delta, eh ella può edere  paragonata a Dio, in quanto ch'ella è  un bene univcrfale, il quale racchiude  tutti li altri beni in si eccellente ma-  niera, che nulla v è Fuori di Dio, che  li contenga più perfettamente. Per la  qual cofa non credo sì facile il poter  dire ciò, ch'ella ha, e ciò ancora, che  ir è (lato detto nel le confiderazioni di  quedo fecondo efercizio, non è, che  uno fcarfo abbozzo dei mezzi per acquinaria piuttodo, che una perfetta dipintura, e deferìzione delle lue eccellenti prerogative, e bellezze.   La prima confiderazione c infegna,  che per intendere perfettamente, in che  confida la Vita Spirituale o fia la per-  fezione Criftiana, bifogna confiderare,  a che ella ci obbliga verfo Dio, verfo noi dell!  e verfo il nodro profilmo. Verfo Dio c'obbliga d’amarlocon  tutto il nodro cuore, con tutta f anima, con tutta la mente, ad adorarlo,  a benedirlo, glorificarlo, e tributargli  tutte le rcligiofe rimodranze ben dolute alla fua divina Maedà col piùpro A a fondo rifpetto che ci fi a potàbile $ h  una parola, ella ci obbliga ad un’efattifllma oilèrvanza de’fuoi divini Commandamenti, ed all’ adempimento della  fua fanta volontà in tutte lecofe.Verfo noi ftetà ella ci obbliga ad un fincero conofcimento dei noflro nulla e  della noftra impotenza al bene, della noftra malizia, e della inclinazione,  che abbiamo al male, e in conseguenza all’odio dì noi fletà, affine d’affoggettare più perfettamente la carne allo  fpirito, li fenfi alla ragione, e la ragione a Dio Riguardo al noftro proffimo efTa ci comanda d’ amarlo al par  4i noi fletà, ed a fervire con carità ed  affetto coloro, che ci perfeguitano,che  c’ingannano, che ci fono ingrati, considerandoli come ftromenti della bontà  di Dio per farci innoltrare nella perfezione, e per operare la noflra eterna  faiute } in una parola, ella ci prefcrive  4 amar il noflro proifimo, come noflro Signor Gesù Cri fio ama noi. Ed  acciocché tutte quelle cofe fervano a  renderci spirituali, la feconda confiderazione c’infegna di praticarle non per  qualche vantaggio, o foddisfazione parr  tìcolare, che fe ne poffa ricavare, ma  femplicemente per la maggior gloria di Dio, o perchè ciò gli è grato, é  perchè tal è il filo beneplacito fenza  fare rifieilione à ciò, che riguardi noi  fterfìi t   La terza confiderazione ci rapprefenta una cofa molto importante, ed  è, che la pratica di tutto ciò debb'eifere appoggiata ad urta ferma risoluzione di non raffreddarli giammai nei  iioriri efercizj, e che dobbiamo mifurare il noftro Spirituale profitto dalla  maggiore o minore fermezza della nolira risoluzione, credendoci più a meno innoltrati nella perfezione Crilhana  a mifura, che in noi fi mantenga pii  o meno.colante quella risoluzione;  ond è, che dobbiamo perciò Sempre  domandare a Dio la grazia di non cangiarla giammai,    rendiamo  a Dio maggior fervigio, e gli facciamo cofa più grata, che fe conservandone volontariamente alcuna nel nostro cuore, faticaflimo giorno e notte   A a z alla     4.z4 L'Accademia   alla fallite delle anime, o fé forpafiaflt '  mo colle noftre aufterità 'tutt 3 i rigori  degli antichi Anacoreti; perche Sebbene lo zelò della cbnverfione dell 4 anime. fuperi quello, della mortificazione  d alcuno dei noftri vani defìderj, nondimeno riguardò a noi, devè cedere  alla premura della noftra riforma, indubitata cofà efi'eiido, edere noi più  obbligati a Faticare per la fpirituale  noltrà guarigione) che a proccurare V  altrui.TRATTENIMENTO Sopra il terzo Èfercizió   et onde nafta in noi la necejfita dì coirli  battere Le noflrc pàjjioni per gìiignere  alla perfezione con la piratica delle Vir tildi.   L ’Apofioló San Paolo dopo d ave  iftruito il fuo Difcepolo Timoteo,  e divergi’ irtfegnato in che propriamente confitta la Vita Spirituale o la perfezióne Criftìana, gli dichiara qual fìa Il Tenzóne ih cui c duopo entrare neceflariamertte per giugnere a quefh percezione) dicendogli; Intraprendete il lo' 1. ’ ' : dévr   .devote combattimento della Fede, guadagnate la Vita 'eterna  Egli.chiama quella Tenzóne, il. combattimento della  fede, cqnciofiachè egli non e che pe  tempodella vitaprefente, che tutta  ravvolge!! nell' ofcurita della Fede 3 ed  è come una notte,, a cui fucceder deve il giorno della Eternità. Ecco il perche dopo aver detto quello grande ApoHolo : Intraprendete, il lodevole combattimento della Fede,. immediatamente  foggìugne. Guadagnate la Vita eterna,  in quanto che quella battaglia.ha pf£  fuo premio la Vita Beata, che non avra   fine giammai; W   L ordine che tiene San Paolo nell  illruire il fuo difcepolo e.Io Hello, che  fi offerva in quelli Efercm;, e ficcome  1; due primi ci hanno djmoltrato, ijl  che corilìtlà la vita Spirituale o Cnttia  nà perfezione, cosi il terzo c indegna,  in che cònfiHa la guerra in cui jìamo  impegnati, e donde nalca in noi lane-,  ceflità di combattere le nollre pailionv  per giugnere a quella perfezione. Quel? Efercizio contiene tre conhde-;  fazioni : la prima ci dimòHra, che vi  fono due parti nell' Uomo, dai Teologi chiamate la parte Superiore, e Ulteriore. La fuperiore e quella che fi  A a i la 4S E Accudenti '  ehiama Spirito? o in ella racchiudelì/i  Volontà con 1 Intelletto il quale dirige e conduce li medéfima Volontà, e  le ferve come di guida e di fanale. La  parte inferiore e quella, che Animale   appella, e iti quella parte contieni!  r appetito fermavo con la immagina2 ione, la qual' è come f Occhio di  quell appetito, che lì muove al di lei  cenno: in quello medelrmo appetito 1’Uomo fperimenta undeci alletti, che  emani iaitio paflionr o movimenti della  tórta cioè Y Amore, rodio, la triitezza, il gaudio, il desiderio, la fuga,  il timore, 1 ardimento, la fperanza, la  tiiperazione, e la collera-    v 13 feconda Confìderazione c afficura  cne quelra parte inferiore ed Animale  on tutte quelle paflìoni era perfetta-inente foggetti alla parte fuperiore pri. P ecCato v uu che per cagione  di lui st bella foggezione fi è perduta,  di manièra che ella rion ci viene reftituitaf pcf lo Battemmo avvegnaché que1. Sacramento fcancellir originale pecaver   ?°a It0 diolafciarcf la ribellione del!  nolfro appetito, afHncff ella ci fu un  continuo cfocùù di virtjì e motivod    bel Combattivi' Spirituale, 42,7  la terza Conlìderazionc c infegna  che da quelle due parti sì contrarie, e  dalla ribellione della parte inferiore contro la Superiorenafca in noi un^  guerra, che dura al pari della noftra  mortai vita che quella guerra li fa per  render foggetta la parte inferiore alla  fuperiore, cioè a aire ì la carne allo  Spirita, il fenfo alla ragione, e la ragione a Dio : e in quello appunto conìillona li combattimenti, ne quali la  pietà impegna coloro, che vogliono'  piacere a Dio, e che sforzatili di Spogliarli dell’ Uomo vecchio per venirli  del nuovo. Ella pure ci dirhodra che  in quella guerra non polliamo Sperare  I ne pace ne tregua, actefo che abbiamo  a combattere contro Nemici, i quali  allora fono piu Spietati e fieri, quando  ad efll fi cede o fon ricercati di pacef  ne polliamo corf elfi fare tregua fenza  efporlì a un danno di gran conseguenza, imperciocché fe volendo fuggire il  vizio e domare le nollre palfioni, ufiamO qualche indulgenza à noi flelfi', e  fe c accordiamo il godiniento di qualche terreno piacere, quantunque ineffo non vi fia mortale, ma Solamente  qualche leggero e veniale peccato, la  guerra non laici era d’ edere vieppiù forte.48 i 1? Accademia  te, e la Vittoria rara ed incerta, il perché fa di medìeri rifolverfì a non perdonarla ad alcuno de’rioftri appetiti, e  sforzarli a vincere tutti gli {tegolati  movimenti delle noftre paffiofti.   Finalmente là terza Conlìderazionè  ci rappreferità, che il noftró appetito  fenfitivo è il Teatro di quella guerra  Spirituale, in Cui liarho impegnati per  tutto il corl'o di rioftra vita, e che intorno a lui Raggirano ìe ordinarie fcafamuccie, che abbiamo contro le noftre paliioni j ché in elfo feguonò le  cadute dei deboli j e le Vittorie de’  forti; e per dir tutto in ima paiola  Che quello è lo fteccato, ove lìam rinterrati fihó dal primo momento del noftro nafeere; cne iti quella guerra la  fuga è imponibile, e che bifogria necdfariàmente non folo combatteremmo  0 vincere, o morire per Tempre TRAI '    bel Combattivi. Spirituale. 4TRATTENIMENTO Sopra il quarto Efercizio.   belle cofe che ci fono necejf arie m  quejl a guerra   1 n  1 m 1 ^    | 0 Apoltolo S. Paolo condottò ferri I j pre e mollo da un medefimo fpirito, offerva Tempre lo Hello Metodo v ne fiìoi infegnarrienti. : e lìccome ani1  maeltrarido il fuo Difcepolo, dojio avergli di moftrató in che propriameiltÉs  confìlta la Criftiana perfezione, palTa à  ragionarli della guèrra, che ha dà iti  traprendere per giugnere.a quella pérfezione 5. così iftruerìdo i novelli CriItiani d'Efelo infegna loro di quali  armi fervir li debbano nei loro combatti menù, e nel fefto Capitolo, tómé  in un‘Arl'enalè Spirituale tutte vi li ritrovano t Un'Ordine in tutto fomiglievole ÌÒ  ravvilo in quelli Efcrcizj, il primo ed  il fecondo c harinó recata una grari cognizióne della vita Spirituale fc perfezione Crillìariaj quello additandoci ciò  cn ella non e, c|ueltó. ciò che ella è a  Il terzo ci dà a divedere ,in che ftia :     4 ' t  4 ì i  . V l 13 j} Accademia   pofta la guerra, che ci conviene a b-  bracciate per giugnere à quella perfezione] e il quarto c infogna le cofe,  che ci fono neceffarie in quella guerra, e Jé Aimi  con le quali abbiamo  a combattere per giugnere al pofledimento di sì gran bene   Quello Efercizió non è comporto   che di due Conliderazioni; La prima c   infogna, che abbiamo duopo di cinque  cofe in quella guerra Spirituale d’ una  collante rifoluziotte d'un gran coraggio, d’Armii di direzione, e d’ ajuto  tifa ci dimortra, che bifdgna prendere  tìuertd forte rifoluzioile dalla neceffità  della nó-lra condizione e natura  che  C’impegna in una guerra, che non polliamo $ fuggire 5 che bi fogna trarre il  Coraggio e la forza per combattere da  tini verace diffidenza di rtoi rtclfi, e, . di una grati confidenza in Dio, tenendo per certo ch'egli é con hoì in tutte le riortre battaglie per garantirci da  ^(dalurtque danno  purché nodriamo  lidi perfètta confidenza nella fu a poffanza nella fua Sapienza, e nella fui  infinita bontà : In quanto alle armi,.  quella prima Conriderazionc^ c infogna  in primo luogo, che giacché entriamo  in quello Mondo, come in un campo . Chiù ’   Del Combanim. Spirituale. 451  chiufp 9 ove bifogna neceflariamentè  combattere 9 dobbiamo tempre tenere  il no Uro Spirito dilpofto e preparato  contro qualunque aliaito 9 e camminar  femore armati per difenderci dagli attacchi de noftri Nemici 9 concioilachè  dalla corruzione della noftra natura 9  dall' invidia dei Demonj, e dalla malizia degli Uomini non ci polliamo appettare) che nuove forprefe. Infecondo luogo vi rimarchiamo, che le Armi di cui ci dobbiamo premunire 9 fono la relìftenza, e la violenza, fono  quelle armi pelanti in vero, e difficili  ad adoperarli, ma pure fono affatto neqelfarie. Quanto alla direzione  per  Servircene a dovere dobbiamo prenderla dalfefempio     B Ir TRAT  V Accademia  TRATTENIMENTO. Sopra la Lezione Spirituale del ; primo giorno.    i   coraggio, della fona, e della rìfo'  /azione, che ci fono necejfarie inqne^,  fio Combattimento Spirituale   N On è fuor di ragione, che Tapri! ma lezione Spirituale tratti del  foraggio j della forza, e della ri ibi u-,   zione, che ci fono jieceflarie in quella  guerra contro le noftre pacioni per formarci nella Vita Spirituale^ nella Criftiaoa perfezione colla pratica delle virtudi, eflendo quelle le prime cofe, di  cui abbiam duopo in un’imprefa, §ì importante, e in cafo non foiìimo almeno Riabiliti in quelle fante difpofizioni,  egli è certo, che non (blamente' non  potremmo fare alcun progreflo, ma di j  piu faremo fempre da capo ogni giorno, poiché lenza un coraggio del tutto magnanimo, e fenza una rifoluzio1  ne immutabile non potremmo lungo  tempo perfeverare nei difegno di rinunziare incelfante mente a noi (ledi, ne  combattere i nemici} i quali non vengono    Pipiti 7  £ I C  gono mai ad alfalirci fe non con le lusinghe, ed attrattive della fenfualità per  Sorprendere la hoftru ragióne. Ma come che io Rimo quello ragionamento  al fonimo efficace, quindi giudico che  ha per elfervi più profittevole nè rino viate la Lettura, che di narrarvi in ri ftretto ciò, che contiene j egli -è per  lauto alla pagina 4 ? degli efercizj. TRATTENIMENTO. Del frutto della Giornata    L I frutti che polliamo raccogliere  da quelli trattenimenti fopra li  quattro efercizj  e fòpra la Lezione  Spiritaale della prima giornata di que-  llo Combattimene Spirituale ridotto in  efercizj fonò fi gradai è riguardevoli,  che fe àveffimo la bella, forte d' efler  fedeli nella pratica degl' infegnamenti,  che in efifò ci vengono dati, avremmo  fatta più della metà del Camminò del-  la prima giornata, e potreffimÒ dired'  aver incominciato d onde molti appe-  na finifconò j e fé; il nòflro- pfogrefla  corrifpòndelTe a sì felice principio,- fa-  remmo ben tòno liberati dalla fchiavi-  tù, delle nollre paflloni, e in poco tem-  po toccheremmo le meted’un'altiflima  perfezione#. .   \ Bb 4 il  Accademia   li primo frutto che polliamo racco-  gliere da quelli efercizj, è la cognizione che ci. vìen data della Vita Spiri-  tuale e della perfezione Criltiana. Que-  llo frutto è di grandilfima Importanza,  e per difetto di quella cognizione mol-  ti anziché inoltrarli nella perfezióne,  per quanti sforzi abbiano fatti, ne fo-  no rimalli ben lontani ;.Sapere dov’ è  un Teforo è lo Hello, che averlo per  la metà già ritrovato, e il noli faperló  egli' è quali un cercarlo inutilmente : .«iella fteifa maniera le li conofce, in  che di certo lìa polla la vera virtù,  egli è in certa giù la un averla di già  acquillata, concioliachè ima buona vo-  lontà illuminata da quella cognizione . tende incontanente a quello tergine   e v'indirizza tutt i luci efercizj, laddove non lo fapendo, ella non può che  ingannarli,. e : per conseguenza Smarrire  la llrada ed il fentiero, che batter do-  vrebbe per giugnervi  Quello primo frutto ne produce uri ..altro non meno eonliderabile, ed c di  non attaccarli mal fernpolofatnente al-  fa pratica di certe fcofe elleriori, e di  non tifarle fe non con diferezione e  « prudenza, e con una grande' libertà di  Spirito, non le conlìderando fe nonco-  c.' i me    'ùQoyC -       % - I -   X>ì Còmi Attlrn, Sprillici'. e. 43 7   jné mezzi per vincere le nollre pallio-  rii é per praticare [più agevolmente le  Cridiane virtudi. t.    Il terzo è di confervare nella riòltra  memoria una particolare jemìnifccnzx  dei vizj, ai quali foggiacióno coloro >  eli è affettano quelle cofe effe ri ori, e  che vi fi attaccano di troppo, per aver-  li in orrore, ficcome pure il loro (la-  to, che Dio abborrhce, e nel qitale  accadono fpaventeVoIi cadute.   Il quarto frutto che ne dobbiamo  raccògliere fi è di praticar fedelmente  tutto ciò, che abbiamo di vi iato nel,. fe-  condo trattenimento fopra il loco lido  efercizio, il quale ci fpiega., jn che  pròpriamente confida la vita Spirituale  e la perfezione Cridiana, regolando fo-  pra quede pràtiche il nòdro tenor di  vita. \   Il quinto è di fervirci beri* a dovere  della refidenza e della violenza eoa  tutti gl* indicizzi sì chiaramente accen-  nati nel quitto trattenimento fopra il  quarto efercizio, come d* armi Tempre  vittoriofe, che iono le più uiate in  quedo Spirituale Combattimento,* e di  inarcare di pedaggio le cinque cofe,  che ci fonò neceifarie, vale a dire una  fotte rìlolljzione, un gran coraggio >   > ie    I L' Accademia.. ;   ié armi, la direzione, e gli awti t   ictat nsffiss£   asai»   “luto ?»i” «» %FStÈ£Sk   to de’noftri trattenimenti nella leconda   ran'jri3.nziit » in cui bisogne,   raaanaii^a ?. _ j.u* ;* rmpU-a.oror    fi voS^prendS l{J|*   libro degli eferciaj «  chietina in giro faccia la leeone  éfercizio, o del i oggetto, fopra.  gli toeberà a ragionare.    Fine dell’ Accadenti» del Contatti-'  mento" Spirita Me»,    . Titola degli Efercizj; e Lezioni dei dieci  Giorni che fi contengono in quello Li*  bro del Combattimento Spirituale Dell* Umiltà di quelli EJercizj, e delle par-  tì thè li compongono GIOR. Della perfezione Criflianà, del-  la guerra, che dobbiamo fare alle nojlrè  pajftonii et*' pag. ESERC. V In che propriamente non confi*   Jle la Vita Spirituale, ec, ibi d-   ESERC. In che propriamente confifla Id  Vita Spirituale, ec.., 1*   ESERC. III. Donde Hafca in noi la necef-  fità di combattere le noflre paloni ec. i i  ESERC.Delle cofe t che ci fono necef  farie in quefla guerra * n   Le Lezione Spirituale pel primo Giorno *  Del coraggio, della forza, e della rifolu,   -, tione GiOR. Di cofe, c«i dipende id, gran parte T efito delle noflre vittorie. 40  ESERC- Della diffidenza di nòifleffì ib„  ESERC. II. Della confidenza i che dùbbia w  * ma avere in Dio ESERC. La maniera d‘ acquìflar tutti  . infieme la diffidenza di noi Jlejft. 5 r   ESERC IV. La maniera di conofcere, fe  k operiamo veramente con una fincera dif., fidenzd di noi fi e (fi, ec» La Lezione Spirituale pel fecondo Giorno.   • Della grazia, eh' e il primo nece/fario foc*   • corfo in quello Combattimento * j a/   ili. GIC5R. QuaI maniera fa duopoàifpory   re il no flro intelletto, ec* '   ESERC.. Come fi debba, purgare il * 0 d r0  intelletto dall * ignoranza ESERC. H. Ciò che bifognd off e -   . ESERCi lHi A fi ftro intelletto da ogni cr,^'P 1 ' ’ e tl   . vl r ’L. 'imaginazione . 8 rO 2 Cautele, c£c ci /e»c «ecc/^  ^ V*r;e 2ft gaetfo Combattimento . lof  É$EKO- I. JU regolai che e di ben   ‘indirizzare la- .ne/ira intenzione, ec.   ESERC. lì. Òwc 7* *» P™/*;.   ; f/J, c£c dpf/0 abbiamo della purità   d y intenzione . ec. ^ - A . f 10   ESERC. Delle due 'Volontà centrane,  ^ che fono in noi, ec. ESE R C.L* maniera ai combattere con-  . tro i movimenti de [enfi, cr. ( ’ •_, ^ t   la Legione Spirituale pei quarto Giorni .   T>clV amor di Dio GIOR» D* alcune cautele, c»e et J fino  * nece/farie in. quefio, Combattimento ESERC. ì. Ò.M0* dobbiamo Riportarci i ibtd.  ESERC. II. La maniera di refi/ìere ai moti  ' fuèiianei dèlie Jtope pa/fiow, ^ A I4£  ESERC. Df//« cùfiodta det Jen(t nictj*   farifsimu ESEC.. £g iW^gr/g per combattere la   negligenza e ^,ói  : »>»'£* tomùnfurfu J-,^ m [ c0 ’ c  ! ^“ l -   */Rc f. .m   bserTh ;w!   .' • ' ^mUtnre^T "***'   %->£&CdV.DelU diverCa n ' **' l "   i.£«y.*»ctrt‘Kz's2, y   "Jteà^K'a   vtti'fels s ÉSERC 3i   La ^LezTone*   'pbiiijogn* cenfe^rlìi ' eI j™° C orni!   pene interne' e, * P*ee del CHore ntUe   vili. GiOR. V/L.7- - ‘ . ' *«?   ESER.C,     i   ES£RC. !. Qua li fieno gli ef ereizf, coi quali  acquift eremo più ftcur amento, e in minor  tempo le virtù crtfliane, oc . ibid*   ESERC, li.. Delle difpjòfizioni più neceffarie  per acquiftarè le virtù.. •   ÉSER.C; III» Che hon fol amente non bi fogna.   fuggire le occafioni ài praticar le virtù . i9t  EsERC.. 1 V* Che non bifogna punto deterrai •  'pare il tempo . • . 8   Là Legióne Spirituale pernottavo • forno.  Delle armi, che ci fono neceffarie in quejló  Combattimento*, et * - tot   lx. GIOR ' Itegli art'fiz) > de’ quali [ì ferve  * il Demonio in què/lo Combattimento •   ÈSERC i Z Deiy Ordini cheofferva il Ùemó i,  mo nelle fue battaglie, ec., ibid»   ÌSEftC. II» Delle arti, di cui fi fervè il De*  y toìoviói • . SERC.Detle artiche ufa il Demonio . 3*4  feSERf, V. per qual cagione i nofin buoni  proponimenti non abbiamo d'ordinario il  M. effetto i La Lezione Spjricaalg per la nona r  Giornata degli Etercizj • .,,   Selle diverfe forte d' orazioni G'QR» D ’ alcune altre arti, di cui /   Ve il Demònio ESERC. I. D 1 una f otti lift ima alluni a del t  Demonio. r   ÈSERC. IL Dell " indifcretezzà, ch l e un aU  tra inganno del Demònio ESERCÌ. Di un * altra arte, di cut il  Demonio fi ferve, eh $ d infinuarci catti .  W concetto del n offro prof ùnto Degli jfr afa gemmi, de' quali  T fi ferve il Demonio contro color o, che hanno    'acqui data la virtù, e fono gì  perfezione, per farli cadere da  lìce flato, ec, •, La Lezione    lunti alla  quejlp fe,     Giorr.o .   spilla divozione fenfìbile, delle Aridità, ec,  che d provano nell' Orazione X' Accademia del Combattimento Spiritual  le ridotto m JEferctzj, 591   V Aprimento dell ’ Accademia del Combattimento Spirituale, ASSEMBLEA.   Dell* Accademia del Combattimento Trattenimento f. (opraTT primo Efercizio  della prima Giornata*   In che propriamente confida là Vita Spirituale, 0 la perfezione Cridiana. ibid.  Trattenimento U. fbpra il II, Efercizio .  In che propriamente conjijfa la. Vita spiri *  t fiale > 0 h perfezione CrifltànaV A io  Trattenimento III. lopra il HI. Efercizio .  D'onde nafca in noi ' la necessità [di com-  battere le noftre paf sioni Trattenimento fopra il Efèrciziò.  Delle cofe, che ci fono neccfjarie in queda  guerra', Trattenimento y. fopra la Lezione Spirituale del I, Giorno .   Del coraggio, valore, e riduzione, che ci  fono mceffar) in quejlo Combattimento, 4)4  Tratte nimento Vi. p  pel frutto della giornata NOI     NOI RIFORMATORI   l  dello Studio di Padova.   A Vendo veduto per la Fede di Re-  vifione, ed Approbazione del P.   Fr. Paolo Tomafo Mannelli In^uijìtor del  S'Officio di Venezia nel Libro intitolato  È Combattimento Spirituale del V. p, TX i C. R. jH. ridotto in dieci y  giorni et. trafportato dal Prancefe M. S.  non v’efTer cos’aldina contro, la Santa  Fede Cattolica, e parimente per Atte-  flato del Segretario Nollro, niente con-  tro Prencipi, e buoni coflumi, conce-  demo Licenza a Zuanne Tevernini Stam-  pai or di Venezia, che polli eflfer Rampa-  to, ofTervando gl 1 ordini in materia di  Stampe, e prefentando. le {olite Copie  alle Pubbliche Librarie di Venezia, $  di Padova. ••   Dat. li 30. Settembre i74^«   ( f. Alvife Mocenigo 2. Rif.   ( f. Zuanne Querini Pr. Rif,  r  'i  j et. Lorenzo Scupoli. Scupoli. Keywords: cotinentia, temperanza. Refs.: Luigi Speranza, "Grice e Scupoli," per il Club Anglo-Italiano, The Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria, Italia. Scupoli.

No comments:

Post a Comment